Sei in:
Il Libro degli Spiriti > LIBRO PRIMO — LE CAUSE PRIME
LIBRO PRIMO — LE CAUSE PRIME
Capitolo I — Dio
Dio e l'infinito
1. Chi è Dio?
«Dio è l'intelligenza suprema, causa prima di tutte le cose» [5]
________
[5] Il testo messo fra virgolette dopo le domande è la risposta data dagli stessi Spiriti. Si sono distinte le note e le spiegazioni aggiunte dall'Autore con un altro carattere, nel caso ci fosse stata la possibilità di confonderle con il testo della risposta. Quando esse formano degli interi capitoli, non essendoci possibilità di confusione, si è conservato il carattere normale.
«Dio è l'intelligenza suprema, causa prima di tutte le cose» [5]
________
[5] Il testo messo fra virgolette dopo le domande è la risposta data dagli stessi Spiriti. Si sono distinte le note e le spiegazioni aggiunte dall'Autore con un altro carattere, nel caso ci fosse stata la possibilità di confonderle con il testo della risposta. Quando esse formano degli interi capitoli, non essendoci possibilità di confusione, si è conservato il carattere normale.
2. Che cosa si deve intendere per infinita?
«Ciò che non ha né inizio né fine: il non conosciuto; tutto ciò che è non conosciuto è infinito.»
«Ciò che non ha né inizio né fine: il non conosciuto; tutto ciò che è non conosciuto è infinito.»
3. Si potrebbe dire che Dio è l'infinito?
«Definizione incompleta. Povertà della lingua degli uomini, che è insufficiente per definire le cose che si trovano al di sopra della loro intelligenza.»
Dio è infinito nella Sua perfezione, ma l'infinito e un'astrazione. Dire che Dio è l'infinito è prendere l'attributo di una cosa per la cosa stessa, è definire una cosa, che non è conosciuta, con un'altra cosa ancor più sconosciuta.
«Definizione incompleta. Povertà della lingua degli uomini, che è insufficiente per definire le cose che si trovano al di sopra della loro intelligenza.»
Dio è infinito nella Sua perfezione, ma l'infinito e un'astrazione. Dire che Dio è l'infinito è prendere l'attributo di una cosa per la cosa stessa, è definire una cosa, che non è conosciuta, con un'altra cosa ancor più sconosciuta.
Prove dell'esistenza di Dio
4. Dove si può trovare la prova dell'esistenza di Dio?
«In un assioma che voi applicate alle vostre scienze: non c’è effetto senza causa. Cercate la causa di tutto ciò che non è opera dell'uomo, e la vostra ragione vi risponderà.»
Per credere in Dio, basta gettare lo sguardo sulle opere della creazione. L'universo esiste, dunque ha una causa. Dubitare dell'esistenza di Dio, sarebbe negare che ogni effetto ha la sua causa e sostenere che il nulla ha potuto generare qualcosa.
«In un assioma che voi applicate alle vostre scienze: non c’è effetto senza causa. Cercate la causa di tutto ciò che non è opera dell'uomo, e la vostra ragione vi risponderà.»
Per credere in Dio, basta gettare lo sguardo sulle opere della creazione. L'universo esiste, dunque ha una causa. Dubitare dell'esistenza di Dio, sarebbe negare che ogni effetto ha la sua causa e sostenere che il nulla ha potuto generare qualcosa.
5.Quali conseguenze si possono trarre dal sentimento intuitivo che tutti gli uomini hanno in sé dell'esistenza di Dio?
«Che Dio esiste. Infatti da dove verrebbe loro questo sentimento, se si fondasse sul nulla? È ancora una conseguenza del principio secondo il quale non c’è effetto senza causa.»
«Che Dio esiste. Infatti da dove verrebbe loro questo sentimento, se si fondasse sul nulla? È ancora una conseguenza del principio secondo il quale non c’è effetto senza causa.»
6.Il sentimento intimo che abbiamo in noi stessi dell'esistenza di Dio
non potrebbe essere un fatto di educazione e il prodotto di idee
acquisite?
«Se così fosse, perché anche i vostri selvaggi avrebbero questo sentimento?»
Se il sentimento dell'esistenza di un essere supremo fosse solamente il prodotto di un insegnamento, esso non sarebbe universale e, come per le nozioni delle scienze, esisterebbe solo presso coloro che avessero potuto ricevere questo nsegnamento.
«Se così fosse, perché anche i vostri selvaggi avrebbero questo sentimento?»
Se il sentimento dell'esistenza di un essere supremo fosse solamente il prodotto di un insegnamento, esso non sarebbe universale e, come per le nozioni delle scienze, esisterebbe solo presso coloro che avessero potuto ricevere questo nsegnamento.
7.Sarebbe possibile trovare la causa primaria della formazione delle cose nelle proprietà intrinseche della materia?
«Ma, in questo caso, quale sarebbe allora la causa di queste proprietà? Ci vuole sempre una causa primaria.»
Attribuire la formazione primaria delle cose alle proprietà intrinseche della materia, vorrebbe dire scambiare l'effetto per la causa, perché queste proprietà sono esse stesse un effetto che deve avere una causa.
«Ma, in questo caso, quale sarebbe allora la causa di queste proprietà? Ci vuole sempre una causa primaria.»
Attribuire la formazione primaria delle cose alle proprietà intrinseche della materia, vorrebbe dire scambiare l'effetto per la causa, perché queste proprietà sono esse stesse un effetto che deve avere una causa.
8.Che cosa pensare dell'opinione che attribuisce la formazione primaria a
una combinazione accidentale della materia, vale a dire al caso?
«Altra assurdità! Quale uomo di buon senso può forse considerare il caso come un essere intelligente? E poi, che cos'e il caso? Niente.»
L'armonia che regola le leggi dell'universo rivela combinazioni e determinati obiettivi e, proprio per questo, rivela una potenza intelligente. Attribuire la formazione primaria al caso sarebbe un nonsenso, perché il caso e cieco e non può produrre gli effetti che l'intelligenza produce. Un caso intelligente non sarebbe più un caso.
«Altra assurdità! Quale uomo di buon senso può forse considerare il caso come un essere intelligente? E poi, che cos'e il caso? Niente.»
L'armonia che regola le leggi dell'universo rivela combinazioni e determinati obiettivi e, proprio per questo, rivela una potenza intelligente. Attribuire la formazione primaria al caso sarebbe un nonsenso, perché il caso e cieco e non può produrre gli effetti che l'intelligenza produce. Un caso intelligente non sarebbe più un caso.
9.Dove si vede, nella causa primaria, la manifestazione di un'intelligenza suprema e superiore a tutte le intelligenze?
«Voi avete un proverbio che dice: l'opera si riconosce dall'autore. Ebbene! Osservate l'opera e cercatene l'autore. È l'orgoglio che genera l'incredulità. L'uomo orgoglioso non ammette niente e nessuno al di sopra di sé, ed e per questo che si reputa uno spirito forte. Povero essere, che un soffio di Dio può abbattere!»
Si giudica la potenza di un'intelligenza dalle sue opere. Poiché nessun essere umano può creare ciò che la natura crea, la causa primaria è pertanto un'intelligenza superiore a quella dell'umanità.
Qualunque sia il prodigio compiuto dall'intelligenza umana, questa intelligenza ha essa stessa una causa. E più ciò che essa ha compiuto e grande, tanto più grande dev'essere la causa primaria. È questa intelligenza la causa primaria di tutte le cose, qualunque sia il nome sotto cui l'uomo l'ha designata.
«Voi avete un proverbio che dice: l'opera si riconosce dall'autore. Ebbene! Osservate l'opera e cercatene l'autore. È l'orgoglio che genera l'incredulità. L'uomo orgoglioso non ammette niente e nessuno al di sopra di sé, ed e per questo che si reputa uno spirito forte. Povero essere, che un soffio di Dio può abbattere!»
Si giudica la potenza di un'intelligenza dalle sue opere. Poiché nessun essere umano può creare ciò che la natura crea, la causa primaria è pertanto un'intelligenza superiore a quella dell'umanità.
Qualunque sia il prodigio compiuto dall'intelligenza umana, questa intelligenza ha essa stessa una causa. E più ciò che essa ha compiuto e grande, tanto più grande dev'essere la causa primaria. È questa intelligenza la causa primaria di tutte le cose, qualunque sia il nome sotto cui l'uomo l'ha designata.
Attributi della Divinità
10. L'uomo può comprendere la natura intrinseca di Dio?
«No. È un senso che a lui manca.»
«No. È un senso che a lui manca.»
11. Un giorno, sarà concesso all'uomo di comprendere il mistero della Divinità?
«Quando il suo Spirito sarà uscito dal buio della materia e quando, per il suo grado di perfezione, si sarà avvicinato a Dio, allora Lo vedrà e Lo comprendeva.»
L'inferiorità delle facoltà dell'uomo non gli permette di comprendere la natura intrinseca di Dio. Nell'infanzia dell'umanità, l'uomo Lo confonde sovente con la creatura cui attribuisce le imperfezioni. Però, nella misura in cui si sviluppa in lui il senso morale, il suo pensiero penetra meglio nel profondo delle cose e se ne fa un'idea più giusta e più conforme alla retta ragione, sia pure in modo sempre incompleto.
«Quando il suo Spirito sarà uscito dal buio della materia e quando, per il suo grado di perfezione, si sarà avvicinato a Dio, allora Lo vedrà e Lo comprendeva.»
L'inferiorità delle facoltà dell'uomo non gli permette di comprendere la natura intrinseca di Dio. Nell'infanzia dell'umanità, l'uomo Lo confonde sovente con la creatura cui attribuisce le imperfezioni. Però, nella misura in cui si sviluppa in lui il senso morale, il suo pensiero penetra meglio nel profondo delle cose e se ne fa un'idea più giusta e più conforme alla retta ragione, sia pure in modo sempre incompleto.
12. Se noi non possiamo comprendere la natura intrinseca di Dio, possiamo noi avere un'idea di alcune delle sue perfezioni?
«Sì. Di alcune. L'uomo le comprende meglio man mano che si eleva al di sopra della materia: le intravede per mezzo del pensiero.»
«Sì. Di alcune. L'uomo le comprende meglio man mano che si eleva al di sopra della materia: le intravede per mezzo del pensiero.»
13. Quando diciamo che Dio è eterno, infinito, immutabile, immateriale,
unico, onnipotente, sovranamente giusto e buono, non abbiamo forse
un'idea completa dei suoi attributi?
«Dal vostro punto di vista, sì, perché credete di abbracciare tutto. Ma sappiate che esistono cose al di sopra dell'intelligenza dell'uomo più intelligente, per le quali il vostro linguaggio, limitato alle vostre idee e sensazioni, non ha assolutamente mezzi espressivi idonei. La ragione vi dice, infatti, che Dio deve avere queste perfezioni al grado supremo, perché se ne avesse una sola non a questo livello, o che non fosse a livello infinito, non sarebbe superiore a tutto, e di conseguenza non sarebbe Dio. Per essere al di sopra di tutto, Dio non deve subire nessuna vicissitudine e non avere nessuna delle imperfezioni che l'immaginazione possa concepire.»
Dio è eterno. Se avesse avuto un inizio sarebbe uscito dal nulla, oppure sarebbe stato creato Lui stesso da un essere precedente. È così che, passo dopo passo, risaliamo all'infinito e all'eternità.
Egli è immutabile. Se fosse soggetto a cambiamenti, le leggi che reggono l'universo non avrebbero nessuna stabilita.
Egli e immateriale. Ossia la Sua natura differisce da tutto ciò che noi chiamiamo materia, altrimenti non sarebbe immutabile, perché sarebbe soggetto alle trasformazioni della materia.
Egli è unico. Se ci fossero più dei non ci sarebbe né unita di disegni né unita di potenza nell'ordine dell'universo.
Egli è onnipotente, perché è unico. Se non avesse potenza sovrana, ci sarebbe qualcosa di più potente di Lui. Non avrebbe fatto tutte le cose, e quelle che non avesse fatto sarebbero opera di un altro dio.
Egli è sovranamente giusto e buono. La saggezza provvidenziale delle Leggi Divine si rivela nelle cose più piccole come nelle più grandi, e questa saggezza non permette di dubitare né della Sua giustizia né della Sua bontà.
«Dal vostro punto di vista, sì, perché credete di abbracciare tutto. Ma sappiate che esistono cose al di sopra dell'intelligenza dell'uomo più intelligente, per le quali il vostro linguaggio, limitato alle vostre idee e sensazioni, non ha assolutamente mezzi espressivi idonei. La ragione vi dice, infatti, che Dio deve avere queste perfezioni al grado supremo, perché se ne avesse una sola non a questo livello, o che non fosse a livello infinito, non sarebbe superiore a tutto, e di conseguenza non sarebbe Dio. Per essere al di sopra di tutto, Dio non deve subire nessuna vicissitudine e non avere nessuna delle imperfezioni che l'immaginazione possa concepire.»
Dio è eterno. Se avesse avuto un inizio sarebbe uscito dal nulla, oppure sarebbe stato creato Lui stesso da un essere precedente. È così che, passo dopo passo, risaliamo all'infinito e all'eternità.
Egli è immutabile. Se fosse soggetto a cambiamenti, le leggi che reggono l'universo non avrebbero nessuna stabilita.
Egli e immateriale. Ossia la Sua natura differisce da tutto ciò che noi chiamiamo materia, altrimenti non sarebbe immutabile, perché sarebbe soggetto alle trasformazioni della materia.
Egli è unico. Se ci fossero più dei non ci sarebbe né unita di disegni né unita di potenza nell'ordine dell'universo.
Egli è onnipotente, perché è unico. Se non avesse potenza sovrana, ci sarebbe qualcosa di più potente di Lui. Non avrebbe fatto tutte le cose, e quelle che non avesse fatto sarebbero opera di un altro dio.
Egli è sovranamente giusto e buono. La saggezza provvidenziale delle Leggi Divine si rivela nelle cose più piccole come nelle più grandi, e questa saggezza non permette di dubitare né della Sua giustizia né della Sua bontà.
Panteismo
14. È Dio un essere distinto, oppure sarebbe, secondo l'opinione di
alcuni, il risultato di tutte le forze e di tutte le intelligenze
dell'universo riunite?
«Se così fosse, Dio non esisterebbe, perché sarebbe l'effetto e non la causa. Egli non può essere allo stesso tempo l'una e l'altra cosa.
Dio esiste. Non potete dubitarne, questo e l'essenziale. Credetemi, non andate oltre. Non perdetevi in un labirinto dal quale potreste non uscire. Questo non vi renderebbe migliori, ma, forse, un po' più orgogliosi, perché credereste di sapere mentre in realtà non sapreste niente. Lasciate dunque da parte tutti questi sistemi; avete cose a sufficienza che vi toccano più direttamente, a cominciare da voi stessi. Studiate le vostre stesse imperfezioni al fine di liberarvene, ciò vi sarà più utile del voler penetrare ciò che è impenetrabile.»
«Se così fosse, Dio non esisterebbe, perché sarebbe l'effetto e non la causa. Egli non può essere allo stesso tempo l'una e l'altra cosa.
Dio esiste. Non potete dubitarne, questo e l'essenziale. Credetemi, non andate oltre. Non perdetevi in un labirinto dal quale potreste non uscire. Questo non vi renderebbe migliori, ma, forse, un po' più orgogliosi, perché credereste di sapere mentre in realtà non sapreste niente. Lasciate dunque da parte tutti questi sistemi; avete cose a sufficienza che vi toccano più direttamente, a cominciare da voi stessi. Studiate le vostre stesse imperfezioni al fine di liberarvene, ciò vi sarà più utile del voler penetrare ciò che è impenetrabile.»
15. Che pensare dell'opinione secondo la quale tutti i corpi della
natura, tutti gli esseri, tutti i globi dell'universo sarebbero parti
della Divinità e costituirebbero, nel loro insieme, la Divinità stessa?
In altre parole, che pensare della dottrina panteista?
«L'uomo, non potendo farsi Dio, vuole essere almeno una parte di Dio.»
«L'uomo, non potendo farsi Dio, vuole essere almeno una parte di Dio.»
16. Coloro che professano questa dottrina pretendono di trovarvi la
dimostrazione di alcuni degli attributi di Dio. Essendo i mondi
infiniti, Dio e, proprio per questo, infinito. Non essendoci da nessuna
parte ii vuoto o i l nulla, Dio è dappertutto Essendo Dio dappertutto.
poiché ii tutto è parte integrante di Dio, Egli da a tutti i fenomeni
della natura una ragion d'essere intelligente. Che cosa possiamo opporre
a questo ragionamento?
«La ragione. Riflettete da persone mature, e non vi sarà difficile individuarne l'assurdità.»
Questa dottrina fa di Dio un essere materiale che, per quanto dotato di un'intelligenza suprema, sarebbe in grande ciò che noi siamo in piccolo. Ora, poiché la materia si trasforma incessantemente, se così fosse, Dio non avrebbe nessuna stabilita, sarebbe soggetto a tutti i mutamenti e a tutte le stesse necessita dell'uomo; mancherebbe di uno degli attributi essenziali della Divinità: l'immutabilità. Le proprietà della materia non possono allearsi all'idea di Dio, senza che l'idea che noi abbiamo di Dio ne venga sminuita, né tutte le sottigliezze e i sofismi riuscirebbero a risolvere il problema della Sua natura intrinseca. Noi non sappiamo tutto ciò che Egli e, pero sappiamo ciò che Egli non può non essere. E la teoria del panteismo è in contraddizione con le Sue proprietà più essenziali, poiché confonde il creatore con la creatura, esattamente come se uno volesse affermare che una macchina ingegnosa è parte integrante del tecnico che l'ha concepita.
L'intelligenza di Dio si rivela nelle Sue opere, come quella di un pittore nel suo quadro. Ma le opere di Dio non sono Dio stesso così come il quadro non è il pittore che l'ha concepito ed eseguito.
«La ragione. Riflettete da persone mature, e non vi sarà difficile individuarne l'assurdità.»
Questa dottrina fa di Dio un essere materiale che, per quanto dotato di un'intelligenza suprema, sarebbe in grande ciò che noi siamo in piccolo. Ora, poiché la materia si trasforma incessantemente, se così fosse, Dio non avrebbe nessuna stabilita, sarebbe soggetto a tutti i mutamenti e a tutte le stesse necessita dell'uomo; mancherebbe di uno degli attributi essenziali della Divinità: l'immutabilità. Le proprietà della materia non possono allearsi all'idea di Dio, senza che l'idea che noi abbiamo di Dio ne venga sminuita, né tutte le sottigliezze e i sofismi riuscirebbero a risolvere il problema della Sua natura intrinseca. Noi non sappiamo tutto ciò che Egli e, pero sappiamo ciò che Egli non può non essere. E la teoria del panteismo è in contraddizione con le Sue proprietà più essenziali, poiché confonde il creatore con la creatura, esattamente come se uno volesse affermare che una macchina ingegnosa è parte integrante del tecnico che l'ha concepita.
L'intelligenza di Dio si rivela nelle Sue opere, come quella di un pittore nel suo quadro. Ma le opere di Dio non sono Dio stesso così come il quadro non è il pittore che l'ha concepito ed eseguito.
Capitolo II — Elementi generali dell'universo
Conoscenza del principio delle cose
17. È dato all'uomo conoscere il principio delle cose?
«No, Dio non permette che tutto venga rivelato all'uomo sulla Terra.»
«No, Dio non permette che tutto venga rivelato all'uomo sulla Terra.»
18. Penetrerà l'uomo, un giorno, i misteri delle cose che gli vengono nascoste?
«Il velo si solleverà per lui nella misura in cui egli si purifica. Ma, per comprendere certe cose, ha bisogno di facoltà che ancora non possiede.»
«Il velo si solleverà per lui nella misura in cui egli si purifica. Ma, per comprendere certe cose, ha bisogno di facoltà che ancora non possiede.»
19. Non può l'uomo, per mezzo della ricerca scientifica, penetrare alcuni dei segreti della natura?
«La scienza gli è stata donata per il suo avanzamento in tutti i campi, ma non può egli oltrepassare i limiti fissati da Dio.»
Quanto più all'uomo viene concesso di penetrare questi misteri, tanto più la sua ammirazione dev'essere grande per la potenza e la saggezza del Creatore. Ma, sia per orgoglio, sia per debolezza, la sua stessa intelligenza lo rende spesso vittima dell'illusione. Egli accumula sistemi su sistemi, che ogni giorno gli mostrano quanti errori ha preso per verità, e quante verità ha rifiutato come errori. Sono altrettante delusioni per il suo orgoglio.
«La scienza gli è stata donata per il suo avanzamento in tutti i campi, ma non può egli oltrepassare i limiti fissati da Dio.»
Quanto più all'uomo viene concesso di penetrare questi misteri, tanto più la sua ammirazione dev'essere grande per la potenza e la saggezza del Creatore. Ma, sia per orgoglio, sia per debolezza, la sua stessa intelligenza lo rende spesso vittima dell'illusione. Egli accumula sistemi su sistemi, che ogni giorno gli mostrano quanti errori ha preso per verità, e quante verità ha rifiutato come errori. Sono altrettante delusioni per il suo orgoglio.
20. Fuori della ricerca scientifica, è
dato all'uomo ricevere comunicazioni di ordine più elevato su ciò che
sfugge alla percezione dei suoi sensi?
«Sì. Se Dio lo giudica utile, può rivelargli ciò che la scienza non può insegnargli.»
È attraverso le comunicazioni che l'uomo attinge, entro certi limiti, la conoscenza del suo passato e del suo destino futuro.
«Sì. Se Dio lo giudica utile, può rivelargli ciò che la scienza non può insegnargli.»
È attraverso le comunicazioni che l'uomo attinge, entro certi limiti, la conoscenza del suo passato e del suo destino futuro.
Spirito e materia
21. la materia esiste da sempre come Dio, oppure è stata da Lui creata in un determinato momento?
«Dio solo lo sa. Ciononostante c’è una cosa che la vostra ragione vi può indicare, ed e questa: Dio, modello d'amore e di carità, non è mai stato inattivo. Per quanto lontano voi possiate rappresentarvi l'inizio della Sua azione, potete forse immaginarvelo un secondo inattivo?»
«Dio solo lo sa. Ciononostante c’è una cosa che la vostra ragione vi può indicare, ed e questa: Dio, modello d'amore e di carità, non è mai stato inattivo. Per quanto lontano voi possiate rappresentarvi l'inizio della Sua azione, potete forse immaginarvelo un secondo inattivo?»
22. La materia viene generalmente definita come ciò che ha
un'estensione, ciò che può impressionare i nostri sensi, ciò che è
impenetrabile. Queste definizioni sono esatte?
«Dal vostro punto di vista e esatto, perché parlate solo di ciò che conoscete. Ma la materia esiste in condizioni che sono a voi sconosciute. Essa può essere, per esempio, talmente eterea e sottile da non impressionare minimamente i vostri sensi, ciononostante è sempre materia, anche se per voi non lo sarebbe.»
22a. Quale definizione potete dare della materia?
«La materia e il legame che incatena lo spirito. È lo strumento di cui lo spirito si serve e su cui, allo stesso tempo, esercita la sua azione.»
Da questo punto di vista si può dire che la materia è l'agente, l'intermediario con l'aiuto del quale e sul quale lo spirito agisce.
«Dal vostro punto di vista e esatto, perché parlate solo di ciò che conoscete. Ma la materia esiste in condizioni che sono a voi sconosciute. Essa può essere, per esempio, talmente eterea e sottile da non impressionare minimamente i vostri sensi, ciononostante è sempre materia, anche se per voi non lo sarebbe.»
22a. Quale definizione potete dare della materia?
«La materia e il legame che incatena lo spirito. È lo strumento di cui lo spirito si serve e su cui, allo stesso tempo, esercita la sua azione.»
Da questo punto di vista si può dire che la materia è l'agente, l'intermediario con l'aiuto del quale e sul quale lo spirito agisce.
23. Che cos'è lo spirito?
«Il principio intelligente dell'universo.»
23a. Qual è la natura intrinseca dello spirito?
«Non è facile da analizzare con il vostro linguaggio. Per voi non è niente perché lo spirito non è una cosa tangibile, ma per noi è qualche cosa. Tenetelo ben presente: il niente è il nulla, e il nulla non esiste.»
«Il principio intelligente dell'universo.»
23a. Qual è la natura intrinseca dello spirito?
«Non è facile da analizzare con il vostro linguaggio. Per voi non è niente perché lo spirito non è una cosa tangibile, ma per noi è qualche cosa. Tenetelo ben presente: il niente è il nulla, e il nulla non esiste.»
24. Spirito è sinonimo di intelligenza?
«L'intelligenza e un attributo essenziale dello spirito, ma l'uno e l'altro si fondono in un principio comune, cosicché per voi e la stessa cosa.»
«L'intelligenza e un attributo essenziale dello spirito, ma l'uno e l'altro si fondono in un principio comune, cosicché per voi e la stessa cosa.»
25. Lo spirito è indipendente dalla materia, one è solo una proprietà,
come i colori sono delle proprietà della luce e il suono una proprietà
dell'aria?
«L'uno e l'altra sono distinti. Ma ci vuole l'unione dello spirito e della materia perché l'intelligenza si manifesti nella materia.»
25a. Questa unione è necessaria anche per la manifestazione dello spirito? (Noi intendiamo qui per spirito il principio intelligente, e non le individualità designate con questo nome.)
«Questa unione è necessaria per voi, perché voi non siete predisposti a percepire lo spirito senza la materia. I vostri sensi non sono fatti per questo.»
«L'uno e l'altra sono distinti. Ma ci vuole l'unione dello spirito e della materia perché l'intelligenza si manifesti nella materia.»
25a. Questa unione è necessaria anche per la manifestazione dello spirito? (Noi intendiamo qui per spirito il principio intelligente, e non le individualità designate con questo nome.)
«Questa unione è necessaria per voi, perché voi non siete predisposti a percepire lo spirito senza la materia. I vostri sensi non sono fatti per questo.»
26. Si può concepire lo spirito senza la materia, e la materia senza lo spirito?
«È possibile, senza dubbio, con il pensiero.»
«È possibile, senza dubbio, con il pensiero.»
27. Sarebbero così due gli elementi generali dell'universo: la materia e lo spirito?
«Sì, e al di sopra di tutto ciò Dio, il Creatore, il Padre di tutte le cose. Queste tre cose sono il principio di tutto ciò che esiste, la Trinità universale. Ma, all'elemento materiale, si deve aggiungere il fluido universale che ricopre il ruolo di intermediario fra lo spirito e la materia propriamente detta, troppo rozza perché lo spirito possa esercitare un'azione su di essa. Anche se, da un certo punto di vista, possa essere annoverato fra gli elementi materiali, esso si distingue per delle proprietà particolari. Se il fluido universale fosse veramente materia, non ci sarebbe ragione perché anche lo spirito non lo fosse. Esso si trova fra spirito e materia; e un fluido — come la materia e materia — suscettibile, per le sue innumerevoli combinazioni con questa e sotto l'azione dello spirito, di produrre l'infinita varietà delle cose di cui voi conoscete solo una minima parte. Questo fluido universale, o primitivo o elementare, essendo l'agente che lo spirito impiega, è il principio senza il quale la materia sarebbe in un perpetuo stato di dispersione e non acquisirebbe mai le proprietà che la forza di gravita le dà.»
27a. Questo fluido sarebbe quello che noi designiamo con il nome di elettricità?
«Abbiamo detto che è suscettibile di innumerevoli combinazioni. Quello che voi chiamate fluido elettrico o fluido magnetico sono modificazioni del fluido universale, che altro non è, propriamente parlando, che una materia più perfetta, più sottile, e che si può considerare come indipendente.»
«Sì, e al di sopra di tutto ciò Dio, il Creatore, il Padre di tutte le cose. Queste tre cose sono il principio di tutto ciò che esiste, la Trinità universale. Ma, all'elemento materiale, si deve aggiungere il fluido universale che ricopre il ruolo di intermediario fra lo spirito e la materia propriamente detta, troppo rozza perché lo spirito possa esercitare un'azione su di essa. Anche se, da un certo punto di vista, possa essere annoverato fra gli elementi materiali, esso si distingue per delle proprietà particolari. Se il fluido universale fosse veramente materia, non ci sarebbe ragione perché anche lo spirito non lo fosse. Esso si trova fra spirito e materia; e un fluido — come la materia e materia — suscettibile, per le sue innumerevoli combinazioni con questa e sotto l'azione dello spirito, di produrre l'infinita varietà delle cose di cui voi conoscete solo una minima parte. Questo fluido universale, o primitivo o elementare, essendo l'agente che lo spirito impiega, è il principio senza il quale la materia sarebbe in un perpetuo stato di dispersione e non acquisirebbe mai le proprietà che la forza di gravita le dà.»
27a. Questo fluido sarebbe quello che noi designiamo con il nome di elettricità?
«Abbiamo detto che è suscettibile di innumerevoli combinazioni. Quello che voi chiamate fluido elettrico o fluido magnetico sono modificazioni del fluido universale, che altro non è, propriamente parlando, che una materia più perfetta, più sottile, e che si può considerare come indipendente.»
28. Poiché lo spirito è lui stesso un qualcosa, non sarebbe più esatto, e
minor causa di confusione, designare questi due elementi generali con i
termini materia inerte e materia intelligente?
«A noi le parole importano poco. Spetta a voi elaborare il vostro linguaggio in modo da intendervi. Le vostre dispute dipendono quasi sempre dal fatto che fra di voi non vi intendete sulle parole, perché la vostra lingua e incompleta per le cose non percepite dai vostri sensi.»
Un fatto evidente domina tutte le ipotesi: noi vediamo una materia che non è intelligente; noi vediamo un principio intelligente indipendente dalla materia. L'origine e la connessione di queste due cose ci sono sconosciute. Che abbiano o no una fonte comune e dei necessari punti di contatto, che l'intelligenza abbia una sua propria esistenza, o che sia una proprietà, un effetto, ch'essa sia anche, secondo l'opinione di qualcuno, un'emanazione della Divinità, tutto ciò noi Io ignoriamo. Esse ci appaiono distinte, ed è per questo che noi le concepiamo come formanti due principi costitutivi dell'universo. Noi vediamo al di sopra di tutto ciò un'intelligenza che domina tutte le altre, che tutte le altre governa e che si distingue per degli attributi essenziali: è questa intelligenza suprema che noi chiamiamo Dio.
«A noi le parole importano poco. Spetta a voi elaborare il vostro linguaggio in modo da intendervi. Le vostre dispute dipendono quasi sempre dal fatto che fra di voi non vi intendete sulle parole, perché la vostra lingua e incompleta per le cose non percepite dai vostri sensi.»
Un fatto evidente domina tutte le ipotesi: noi vediamo una materia che non è intelligente; noi vediamo un principio intelligente indipendente dalla materia. L'origine e la connessione di queste due cose ci sono sconosciute. Che abbiano o no una fonte comune e dei necessari punti di contatto, che l'intelligenza abbia una sua propria esistenza, o che sia una proprietà, un effetto, ch'essa sia anche, secondo l'opinione di qualcuno, un'emanazione della Divinità, tutto ciò noi Io ignoriamo. Esse ci appaiono distinte, ed è per questo che noi le concepiamo come formanti due principi costitutivi dell'universo. Noi vediamo al di sopra di tutto ciò un'intelligenza che domina tutte le altre, che tutte le altre governa e che si distingue per degli attributi essenziali: è questa intelligenza suprema che noi chiamiamo Dio.
Proprietà della materia
29. La ponderabilità è un attributo essenziale della materia?
«Della materia, così come la intendete voi, sì; ma non della materia considerata come fluido universale. La materia eterea e sottile che forma questo fluido e imponderabile per voi, ma non per questo non è il principio della vostra materia pesante.»
La gravita è una proprietà relativa. Fuori delle sfere di attrazione dei mondi non c’è peso, come non c’è né alto né basso.
«Della materia, così come la intendete voi, sì; ma non della materia considerata come fluido universale. La materia eterea e sottile che forma questo fluido e imponderabile per voi, ma non per questo non è il principio della vostra materia pesante.»
La gravita è una proprietà relativa. Fuori delle sfere di attrazione dei mondi non c’è peso, come non c’è né alto né basso.
30. La materia e formata da un solo elemento o da più elementi?
«Da un solo elemento primitivo. I corpi che voi considerate come corpi semplici non sono dei veri elementi, ma delle trasformazioni della materia primaria.»
«Da un solo elemento primitivo. I corpi che voi considerate come corpi semplici non sono dei veri elementi, ma delle trasformazioni della materia primaria.»
31. Da dove vengono le differenti proprietà della materia?
«Sono delle modificazioni che le molecole elementari subiscono per effetto della loro unione e in determinate circostanze.»
«Sono delle modificazioni che le molecole elementari subiscono per effetto della loro unione e in determinate circostanze.»
32. Di conseguenza i sapori, gli odori, i colori, il suono, le proprietà
velenose o bene fiche dei corpi, non sarebbero altro che delle
modificazioni di una sola e medesima sostanza primitiva?
«Sì, senza dubbio, ed esistono solo in virtù della predisposizione degli organi destinati a percepirli.»
Questo principio e dimostrato dal fatto che non tutti percepiscono le qualità dei corpi allo stesso modo: l'uno trova una cosa gradevole al gusto, mentre l'altro la trova sgradevole; gli uni vedono blu ciò che gli altri vedono rosso; ciò che è veleno per gli uni, è inoffensivo o salutare per altri.
«Sì, senza dubbio, ed esistono solo in virtù della predisposizione degli organi destinati a percepirli.»
Questo principio e dimostrato dal fatto che non tutti percepiscono le qualità dei corpi allo stesso modo: l'uno trova una cosa gradevole al gusto, mentre l'altro la trova sgradevole; gli uni vedono blu ciò che gli altri vedono rosso; ciò che è veleno per gli uni, è inoffensivo o salutare per altri.
33. La stessa materia elementare è suscettibile di ricevere tutte le modificazioni e di acquisire tutte le proprietà?
«Sì, ed e ciò che si deve intendere quando diciamo che tutto e in tutto.» [6]
L'ossigeno, l'idrogeno, l'azoto, il carbone e tutti i corpi che consideriamo come semplici, non sono che delle modificazioni di una sostanza primitiva. Nell'impossibilità, in cui finora ci troviamo, di risalire, se non con il pensiero, alla materia primaria, questi corpi sono per noi dei veri elementi e possiamo, senza peraltro trarre delle conclusioni, considerarli tali fino a nuovo ordine.
33a. Non sembra forse, questa teoria, dare ragione all'opinione di coloro che ammettono nella materia solo due proprietà essenziali, la forza e il movimento, e pensano che tutte le altre proprietà siano solo degli effetti secondari che variano secondo l'intensità della forza e la direzione del movimento?
«Questa opinione e esatta. Si deve anche aggiungere: secondo la disposizione delle molecole, come si osserva, per esempio, in un corpo opaco, il quale può diventare trasparente e viceversa.»
________«Sì, ed e ciò che si deve intendere quando diciamo che tutto e in tutto.» [6]
L'ossigeno, l'idrogeno, l'azoto, il carbone e tutti i corpi che consideriamo come semplici, non sono che delle modificazioni di una sostanza primitiva. Nell'impossibilità, in cui finora ci troviamo, di risalire, se non con il pensiero, alla materia primaria, questi corpi sono per noi dei veri elementi e possiamo, senza peraltro trarre delle conclusioni, considerarli tali fino a nuovo ordine.
33a. Non sembra forse, questa teoria, dare ragione all'opinione di coloro che ammettono nella materia solo due proprietà essenziali, la forza e il movimento, e pensano che tutte le altre proprietà siano solo degli effetti secondari che variano secondo l'intensità della forza e la direzione del movimento?
«Questa opinione e esatta. Si deve anche aggiungere: secondo la disposizione delle molecole, come si osserva, per esempio, in un corpo opaco, il quale può diventare trasparente e viceversa.»
[6] Questo principio spiega il fenomeno conosciuto da tutti i magnetizzatori e che consiste nel dare, a volontà, a una sostanza qualsiasi, per esempio all'acqua, delle proprietà molto diverse: un determinato gusto e persino delle qualità attive di altre sostanze. Poiché c'è solo un elemento primitivo, e le proprietà dei diversi corpi altro non sono che delle modificazioni di questo elemento, ne deriva che la sostanza più inoffensiva ha lo stesso principio della più deleteria. Così l'acqua, che è formata da due parti di idrogeno e da una di ossigeno, diventa corrosiva se si raddoppia la proporzione di ossigeno. Un'analoga trasformazione può essere prodotta dall'azione magnetica diretta dalla volontà.
34. Le molecole hanno una determinata forma?
«Senza dubbio le molecole hanno una forma, che pero non è percepibile da voi.»
34a. Questa forma è costante o variabile?
«Costante per le molecole elementari primarie, ma variabile per le molecole secondarie che non sono esse stesse che delle aggregazioni delle prime. Infatti ciò che voi chiamate molecola e ancora ben lontano dalla molecola elementare.»
«Senza dubbio le molecole hanno una forma, che pero non è percepibile da voi.»
34a. Questa forma è costante o variabile?
«Costante per le molecole elementari primarie, ma variabile per le molecole secondarie che non sono esse stesse che delle aggregazioni delle prime. Infatti ciò che voi chiamate molecola e ancora ben lontano dalla molecola elementare.»
Spazio universale
35. Lo spazio universale è infinito o limitato?
«Infinito. Se lo si supponesse limitato, che cosa ci sarebbe al di là di esso? Questo confonde la vostra ragione, lo so bene, ma la stessa ragione vi dice che non può essere altrimenti. Così è per l'infinito in tutte le cose. Ma non è dentro la vostra piccola sfera che voi potete comprendere ciò.»
Se si suppone un limite allo spazio, per quanto lontano il pensiero possa concepirlo, la ragione dirà che al di là di questo limite c’è qualcosa, e così, passo dopo passo, fino all'infinito. Infatti, se anche questo qualcosa fosse il vuoto assoluto, sarebbe ancora dello spazio.
«Infinito. Se lo si supponesse limitato, che cosa ci sarebbe al di là di esso? Questo confonde la vostra ragione, lo so bene, ma la stessa ragione vi dice che non può essere altrimenti. Così è per l'infinito in tutte le cose. Ma non è dentro la vostra piccola sfera che voi potete comprendere ciò.»
Se si suppone un limite allo spazio, per quanto lontano il pensiero possa concepirlo, la ragione dirà che al di là di questo limite c’è qualcosa, e così, passo dopo passo, fino all'infinito. Infatti, se anche questo qualcosa fosse il vuoto assoluto, sarebbe ancora dello spazio.
36. Il vuoto assoluto esiste in qualche parte dello spazio universale?
«No, niente e vuoto. Ciò che per voi e vuoto e occupato da una materia che sfugge ai vostri sensi e ai vostri strumenti.»
«No, niente e vuoto. Ciò che per voi e vuoto e occupato da una materia che sfugge ai vostri sensi e ai vostri strumenti.»
Capitolo III — La Creazione
Formazione dei mondi
L'universo comprende l'infinita dei mondi che vediamo e quelli che non
vediamo, tutti gli esseri animati e inanimati, tutti gli astri che si
muovono nello spazio e anche i fluidi che li riempiono.
37. L'universo è stato creato, oppure come Dio esiste da tutta l'eternità?
«Senza dubbio non si è potuto fare da solo e se, come Dio, esistesse da tutta l'eternità non potrebbe essere l'opera di Dio.»
La ragione ci dice che l'universo non si è potuto fare da sé stesso e che, non potendo essere opera del caso, dev'essere l'opera di Dio.
37. L'universo è stato creato, oppure come Dio esiste da tutta l'eternità?
«Senza dubbio non si è potuto fare da solo e se, come Dio, esistesse da tutta l'eternità non potrebbe essere l'opera di Dio.»
La ragione ci dice che l'universo non si è potuto fare da sé stesso e che, non potendo essere opera del caso, dev'essere l'opera di Dio.
38. Come ha creato Dio l'universo?
«Mi si conceda di servirmi di questa espressione: con la Sua Volontà. Niente esprime meglio questa Volontà onnipotente di queste belle parole della Genesi: Dio disse: "Sia la Luce e la Luce fu".»
«Mi si conceda di servirmi di questa espressione: con la Sua Volontà. Niente esprime meglio questa Volontà onnipotente di queste belle parole della Genesi: Dio disse: "Sia la Luce e la Luce fu".»
39. Possiamo conoscere il corso della formazione dei mondi?
«Tutto ciò che si può dire, e che voi potete comprendere, e che i mondi si formano per la condensazione della materia disseminata nello spazio.»
«Tutto ciò che si può dire, e che voi potete comprendere, e che i mondi si formano per la condensazione della materia disseminata nello spazio.»
40. Le comete sarebbero, come si pensa oggi, un inizio di condensazione della materia? E mondi in via di formazione?
«È esatto. Ma l'assurdo sta nel credere nella loro influenza. Voglio intendere quel genere di influenza che viene loro volgarmente attribuito. Infatti tutti i corpi celesti hanno la loro parte di influenza in certi fenomeni fisici.»
«È esatto. Ma l'assurdo sta nel credere nella loro influenza. Voglio intendere quel genere di influenza che viene loro volgarmente attribuito. Infatti tutti i corpi celesti hanno la loro parte di influenza in certi fenomeni fisici.»
41. Un mondo completamente formato può scomparire, e la materia che lo compone disperdersi di nuovo nello spazio?
«Sì. Dio rinnova i mondi come rinnova gli esseri viventi.»
«Sì. Dio rinnova i mondi come rinnova gli esseri viventi.»
42. Possiamo conoscere la durata della formazione dei mondi? Della Terra, per esempio?
«Non posso dirlo, perché solo il Creatore lo sa. E ben pazzo sarebbe chi pretendesse di saperlo o di conoscere il numero dei secoli di questa formazione.»
«Non posso dirlo, perché solo il Creatore lo sa. E ben pazzo sarebbe chi pretendesse di saperlo o di conoscere il numero dei secoli di questa formazione.»
Formazione degli esseri viventi
43. Quando la Terra ha incominciato a essere popolata?
«In principio era il caos; gli elementi erano confusi. A poco a poco ogni cosa ha preso il suo posto. Allora sono apparsi gli esseri viventi adatti alle condizioni di vita del globo.»
«In principio era il caos; gli elementi erano confusi. A poco a poco ogni cosa ha preso il suo posto. Allora sono apparsi gli esseri viventi adatti alle condizioni di vita del globo.»
44. Da dove sono venuti gli esseri viventi della Terra?
«La Terra ne racchiudeva i germi, che attendevano il momento favorevole per svilupparsi, I principi organici si assemblarono fin dal momento in cui cesso la forza che li teneva separati, e formarono i germi di tutti gli esseri viventi. I germi restarono allo stato latente e inerte, come la crisalide e i semi delle piante, fino al momento propizio per la nascita di ogni specie; allora gli esseri di ogni specie si riunirono e si moltiplicarono.»
«La Terra ne racchiudeva i germi, che attendevano il momento favorevole per svilupparsi, I principi organici si assemblarono fin dal momento in cui cesso la forza che li teneva separati, e formarono i germi di tutti gli esseri viventi. I germi restarono allo stato latente e inerte, come la crisalide e i semi delle piante, fino al momento propizio per la nascita di ogni specie; allora gli esseri di ogni specie si riunirono e si moltiplicarono.»
45. Dove si trovavano gli elementi organici prima della formazione della Terra?
«Si trovavano, per così dire, allo stato di fluido nello spazio, in mezzo agli Spiriti, o in altri pianeti, in attesa della creazione della Terra per incominciare una nuova esistenza su un globo nuovo.»
La chimica ci mostra le molecole dei corpi inorganici unirsi per formare dei cristalli di una regolarità costante, secondo ogni specie, dal momento in cui si trovano nelle atte condizioni. Il minimo turbamento, in queste condizioni, è sufficiente per impedire la connessione degli elementi, o per lo meno la disposizione regolare costituente il cristallo. Perché non dovrebbe essere lo stesso per gli elementi organici? Conserviamo per anni la semenza di piante e di animali, che si sviluppa solo a una data temperatura e nell'ambiente propizio, si sono visti semi di frumento germinare dopo molti secoli. C’è dunque in queste semenze un principio latente di vitalità che attende solo una circostanza favorevole per svilupparsi. Ciò che succede quotidianamente sotto i nostri occhi non può essere esistito fin dalle origini del globo? Questa formazione degli esseri viventi, che escono dal caos grazie alla forza stessa della natura, toglie forse qualcosa alla grandezza di Dio? Lungi da ciò, essa risponde meglio all'idea che noi ci facciamo della Sua potenza, che si esercita su mondi infiniti attraverso leggi eterne. Questa teoria, è vero, non risolve la questione dell'origine degli elementi vitali, ma Dio ha i Suoi misteri e ha posto dei limiti alle nostre conoscenze.
«Si trovavano, per così dire, allo stato di fluido nello spazio, in mezzo agli Spiriti, o in altri pianeti, in attesa della creazione della Terra per incominciare una nuova esistenza su un globo nuovo.»
La chimica ci mostra le molecole dei corpi inorganici unirsi per formare dei cristalli di una regolarità costante, secondo ogni specie, dal momento in cui si trovano nelle atte condizioni. Il minimo turbamento, in queste condizioni, è sufficiente per impedire la connessione degli elementi, o per lo meno la disposizione regolare costituente il cristallo. Perché non dovrebbe essere lo stesso per gli elementi organici? Conserviamo per anni la semenza di piante e di animali, che si sviluppa solo a una data temperatura e nell'ambiente propizio, si sono visti semi di frumento germinare dopo molti secoli. C’è dunque in queste semenze un principio latente di vitalità che attende solo una circostanza favorevole per svilupparsi. Ciò che succede quotidianamente sotto i nostri occhi non può essere esistito fin dalle origini del globo? Questa formazione degli esseri viventi, che escono dal caos grazie alla forza stessa della natura, toglie forse qualcosa alla grandezza di Dio? Lungi da ciò, essa risponde meglio all'idea che noi ci facciamo della Sua potenza, che si esercita su mondi infiniti attraverso leggi eterne. Questa teoria, è vero, non risolve la questione dell'origine degli elementi vitali, ma Dio ha i Suoi misteri e ha posto dei limiti alle nostre conoscenze.
46. Ci sono ancora esseri che nascono spontaneamente?
«Sì, mail germe primitivo esisteva già allo stato latente. Voi siete, tutti i giorni, testimoni di questo fenomeno. I tessuti dell'uomo e degli animali non racchiudono forse i germi di una quantità di vermi che attendono, per scaturire, la putrida fermentazione necessaria alla loro esistenza? È un piccolo mondo che sonnecchia e che si crea.»
«Sì, mail germe primitivo esisteva già allo stato latente. Voi siete, tutti i giorni, testimoni di questo fenomeno. I tessuti dell'uomo e degli animali non racchiudono forse i germi di una quantità di vermi che attendono, per scaturire, la putrida fermentazione necessaria alla loro esistenza? È un piccolo mondo che sonnecchia e che si crea.»
47. La specie umana era fra gli elementi organici contenuti nel globo terrestre?
«Sì, ed e venuta a tempo debito. È ciò che ha fatto dire che l'uomo e stato fatto con il fango.»
«Sì, ed e venuta a tempo debito. È ciò che ha fatto dire che l'uomo e stato fatto con il fango.»
48. Possiamo conoscere l'epoca dell'apparizione dell'uomo e degli altri esseri viventi sulla Terra?
«No. Tutti i vostri calcoli sono delle chimere.»
«No. Tutti i vostri calcoli sono delle chimere.»
49. Se il germe della specie umana si trovava fra gli elementi organici
del globo, perché non si formano spontaneamente degli uomini come alla
loro origine?
«Il principio delle cose è nei segreti di Dio. Ciononostante si può dire che gli uomini, una volta propagatisi sulla Terra, hanno assorbito in loro gli elementi necessari alla loro formazione per trasmetterli secondo le leggi della riproduzione. Lo stesso avviene per le differenti specie degli esseri viventi.»
«Il principio delle cose è nei segreti di Dio. Ciononostante si può dire che gli uomini, una volta propagatisi sulla Terra, hanno assorbito in loro gli elementi necessari alla loro formazione per trasmetterli secondo le leggi della riproduzione. Lo stesso avviene per le differenti specie degli esseri viventi.»
Popolamento della Terra. Adamo
50. La specie umana ha avuto inizio con un solo uomo?
«No. Colui che voi chiamate Adamo non è stato né il primo né il solo a popolare la Terra.»
«No. Colui che voi chiamate Adamo non è stato né il primo né il solo a popolare la Terra.»
51. Possiamo sapere in quale epoca è vissuto Adamo?
«All'incirca in quella che gli assegnate: intorno al 4.000 prima di Cristo.»
L'uomo, che la tradizione ha tramandato sotto il nome di Adamo, fu uno di coloro che sopravvissero in una regione a uno dei grandi cataclismi che, in varie epoche, sconvolsero la superficie del globo. Egli diede origine a una delle razze che oggi popolano la Terra. Le leggi della natura non sono in accordo con il fatto che i progressi dell'umanità, constatati molto prima di Cristo, si siano potuti compiere in pochi secoli, ammesso che l'uomo sia apparso sulla Terra solo dopo la venuta di Adamo. Alcuni considerano Adamo, e più che a ragione, come un mito o un'allegoria che personifica la prima età dell'umanità.
«All'incirca in quella che gli assegnate: intorno al 4.000 prima di Cristo.»
L'uomo, che la tradizione ha tramandato sotto il nome di Adamo, fu uno di coloro che sopravvissero in una regione a uno dei grandi cataclismi che, in varie epoche, sconvolsero la superficie del globo. Egli diede origine a una delle razze che oggi popolano la Terra. Le leggi della natura non sono in accordo con il fatto che i progressi dell'umanità, constatati molto prima di Cristo, si siano potuti compiere in pochi secoli, ammesso che l'uomo sia apparso sulla Terra solo dopo la venuta di Adamo. Alcuni considerano Adamo, e più che a ragione, come un mito o un'allegoria che personifica la prima età dell'umanità.
Diversità delle razze umane
52. A che cosa sono dovute le differenze fisiche e morali che distinguono le varie razze umane sulla Terra?
«Al clima, alla vita e ai costumi. Lo stesso succede ai figli di una stessa madre se vengono educati lontano gli uni dagli altri e in modo differente. Essi non si assomiglierebbero in niente per quanto riguarda la morale.»
«Al clima, alla vita e ai costumi. Lo stesso succede ai figli di una stessa madre se vengono educati lontano gli uni dagli altri e in modo differente. Essi non si assomiglierebbero in niente per quanto riguarda la morale.»
53. L'uomo ha visto la luce su molti punti del globo?
«Sì, e in diverse epoche, ed e questa una delle cause della diversità delle razze. Infatti gli uomini, disperdendosi sotto climi differenti e mescolandosi con altre razze, hanno dato vita a nuovi tipi.»
53a. Queste differenze costituiscono delle specie distinte?
«Certamente no. Tutti appartengono alla stessa famiglia. Le differenti varietà di uno stesso frutto gli impediscono forse di appartenere alla stessa specie?»
«Sì, e in diverse epoche, ed e questa una delle cause della diversità delle razze. Infatti gli uomini, disperdendosi sotto climi differenti e mescolandosi con altre razze, hanno dato vita a nuovi tipi.»
53a. Queste differenze costituiscono delle specie distinte?
«Certamente no. Tutti appartengono alla stessa famiglia. Le differenti varietà di uno stesso frutto gli impediscono forse di appartenere alla stessa specie?»
54. Se la specie umana non proviene da un solo individuo, gli uomini devono cessare, per questo, di considerarsi fratelli?
«Tutti gli uomini sono fratelli in Dio, perché sono animati dallo Spirito e tendono allo stesso scopo. Voi volete sempre prendere le parole alla lettera.»
«Tutti gli uomini sono fratelli in Dio, perché sono animati dallo Spirito e tendono allo stesso scopo. Voi volete sempre prendere le parole alla lettera.»
Pluralità dei mondi
55. Tutti i globi che circolano nello spazio sono abitati?
«Sì, e l'uomo della Terra e lontano dall'essere, come crede, il primo per intelligenza, bontà e perfezione. Ci sono pertanto uomini che si credono molto forti, che immaginano che questo piccolo globo vanti esso solo il privilegio di avere degli esseri raziocinanti. Orgoglio e vanità! Essi credono che Dio abbia creato l'universo solamente per loro.»
Dio ha popolato i mondi di esseri viventi, che concorrono tutti allo scopo finale della Provvidenza. Credere gli esseri viventi limitati al solo pianeta che noi abitiamo nell'universo sarebbe mettere in dubbio la saggezza di Dio, che non ha fatto niente di inutile. Ha dovuto assegnare a questi mondi uno scopo ben più serio che quello di ricreare la nostra vista. Niente, d'altra parte, ne riguardo alla posizione ne riguardo al volume né alla costituzione fisica della Terra, può ragionevolmente far supporre che essa sola abbia il privilegio di essere abitata, escludendo le migliaia di mondi simili.
«Sì, e l'uomo della Terra e lontano dall'essere, come crede, il primo per intelligenza, bontà e perfezione. Ci sono pertanto uomini che si credono molto forti, che immaginano che questo piccolo globo vanti esso solo il privilegio di avere degli esseri raziocinanti. Orgoglio e vanità! Essi credono che Dio abbia creato l'universo solamente per loro.»
Dio ha popolato i mondi di esseri viventi, che concorrono tutti allo scopo finale della Provvidenza. Credere gli esseri viventi limitati al solo pianeta che noi abitiamo nell'universo sarebbe mettere in dubbio la saggezza di Dio, che non ha fatto niente di inutile. Ha dovuto assegnare a questi mondi uno scopo ben più serio che quello di ricreare la nostra vista. Niente, d'altra parte, ne riguardo alla posizione ne riguardo al volume né alla costituzione fisica della Terra, può ragionevolmente far supporre che essa sola abbia il privilegio di essere abitata, escludendo le migliaia di mondi simili.
56. la costituzione fisica dei differenti globi è la stessa?
«No, essi non si assomigliano assolutamente.»
«No, essi non si assomigliano assolutamente.»
57. Non essendo la costituzione fisica dei mondi la stessa, ne
conseguirebbe che gli esseri che li abitano hanno corpi diversi e una
diversa organizzazione?
«Senza dubbio, come da voi i pesci sono fatti per vivere nell'acqua e gli uccelli nell'aria.»
«Senza dubbio, come da voi i pesci sono fatti per vivere nell'acqua e gli uccelli nell'aria.»
58. I mondi più lontani dal Sole sono privati della luce e del calore, dal momento che il Sole appare loro solo come una stella?
«Credete dunque che non ci siano altre fonti di luce e di calore oltre al Sole? En o n considerate per niente l'importanza dell'elettricità che, in certi mondi, gioca un ruolo a voi sconosciuto e ben altrimenti importante di quello sulla Terra? D'altra parte, non è detto che tutti gli esseri vedano allo stesso modo di come vedete voi e con organi conformati come i vostri.»
Le condizioni di vita degli esseri che abitano i diversi mondi devono essere appropriate all'ambiente nel quale essi sono chiamati a vivere. Se noi non avessimo mai visto dei pesci, non saremmo in grado di comprendere che degli esseri possano vivere nell'acqua. Lo stesso è per gli altri mondi, che racchiudono senza dubbio degli elementi che d sono sconosciuti, Non vediamo forse, sulla Terra, le lunghe notti polari illuminate dall'elettricità delle aurore boreali? Non è per nulla impossibile che, in certi mondi, l'elettricità sia più abbondante che sulla Terra e vi svolga un ruolo generale di cui noi non possiamo comprendere gli effetti? Questi mondi possono dunque racchiudere in sé stessi le fonti di calore e di luce necessarie ai loro abitanti.
«Credete dunque che non ci siano altre fonti di luce e di calore oltre al Sole? En o n considerate per niente l'importanza dell'elettricità che, in certi mondi, gioca un ruolo a voi sconosciuto e ben altrimenti importante di quello sulla Terra? D'altra parte, non è detto che tutti gli esseri vedano allo stesso modo di come vedete voi e con organi conformati come i vostri.»
Le condizioni di vita degli esseri che abitano i diversi mondi devono essere appropriate all'ambiente nel quale essi sono chiamati a vivere. Se noi non avessimo mai visto dei pesci, non saremmo in grado di comprendere che degli esseri possano vivere nell'acqua. Lo stesso è per gli altri mondi, che racchiudono senza dubbio degli elementi che d sono sconosciuti, Non vediamo forse, sulla Terra, le lunghe notti polari illuminate dall'elettricità delle aurore boreali? Non è per nulla impossibile che, in certi mondi, l'elettricità sia più abbondante che sulla Terra e vi svolga un ruolo generale di cui noi non possiamo comprendere gli effetti? Questi mondi possono dunque racchiudere in sé stessi le fonti di calore e di luce necessarie ai loro abitanti.
Considerazioni e concordanze bibliche sulla Creazione
59. I popoli si sono fatti delle idee molto divergenti sulla Creazione,
secondo il grado delle loro cognizioni. La ragione fondata sulla scienza
ha riconosciuto la inattendibilità di certe teorie. La teoria data
dagli Spiriti conferma l'opinione da tempo ammessa dagli uomini più
illuminati.
L'obiezione che si può fare a questa teoria e che essa e in contraddizione con i testi sacri. Ma un esame serio rivela che questa contraddizione e più apparente che sostanziale e che essa risulta dall'interpretazione data sovente in modo allegorico.
La questione del primo uomo nella persona di Adamo, come unica origine dell'umanità, non è affatto la sola sulla quale le credenze religiose hanno dovuto ricredersi. La teoria del moto della Terra è apparsa, in una cena epoca, talmente opposta ai testi sacri, che non c’è sorta di persecuzione di cui questa teoria non sia stata pretesto. E comunque la Terra gira malgrado gli anatemi, e nessuno oggi potrebbe contestarla senza far torto alla propria ragione e senza esporsi al ridicolo.
La Bibbia dice anche che il mondo è stato creato in sei giorni e ne stabilisce l'epoca intorno al 4.000 avanti Cristo. Prima, la Terra non esisteva ed e stata tratta dal niente: il testo è categorico. Ed ecco che la scienza positiva, la inesorabile scienza, viene a provare il contrario. La formazione del globo e scritta a caratteri inequivocabili nel mondo fossile, ed è dimostrato che i sei giorni della creazione sono altrettanti periodi, ognuno forse di molte centinaia di migliaia di anni. Questo non è affatto un sistema, una dottrina, un'opinione isolata, ma un fatto tanto costante quanto quello del moto della Terra, e che la teologia non può rifiutarsi di ammettere, prova evidente dell'errore nel quale è stato possibile cadere, prendendo alla lettera le espressioni di un linguaggio sovente metaforico. Si deve con questo concludere che la Bibbia è un errore? No. Sono gli uomini che si sono sbagliati a interpretarla.
La scienza, sfogliando gli archivi della Terra, ha individuato l'ordine col quale i diversi esseri viventi sono apparsi sulla sua superficie, e questo ordine coincide con quello indicato della Genesi, con questa differenza: che l'opera delle scienze, anziché essere uscita miracolosamente dalle mani di Dio in poche ore, si è compiuta, sempre per Sua volontà, e pero secondo la legge delle forze della natura, in alcuni milioni di anni. Dio è forse per questo meno grande e meno potente? La Sua opera e meno sublime per non avere il prestigio dell'immediatezza? Evidentemente no. Bisognerebbe farsi un'idea ben meschina della Divinità per non riconoscere la Sua onnipotenza nelle leggi eterne da Lui stabilite per reggere il mondo. La scienza, lungi dallo sminuire l'opera divina, ce la mostra sotto un aspetto più grandioso e più conforme alle nozioni che noi abbiamo della potenza e della maestà di Dio, per la ragione stessa che si è compiuta senza derogare alle leggi della natura.
La scienza, in ciò d'accordo con Mosè, mette l'uomo per ultimo nell'ordine della creazione degli esseri viventi. Ma, mentre Mosè pone il diluvio universale nell'anno 1654 dopo la Creazione, la geologia colloca il grande cataclisma anteriormente all'apparizione dell'uomo sulla Terra, tenuto conto che, fino a oggi, non si è trovato nei sedimenti primitivi nessuna traccia della presenza dell'uomo, né quella di animali della stessa categoria dal punto di vista fisico. Ma niente prova che ciò sia impossibile; molte scoperte hanno già lanciato dei dubbi al riguardo. È pertanto possibile che da un momento all'altro si acquisisca la certezza materiale di questa precedente presenza della razza umana, e allora si riconoscerà che, su questo punto, come su altri, il testo biblico e una metafora. La questione è sapere se il cataclisma geologico è lo stesso di quello di Noè, Ora, e certo che la durata necessaria alla formazione delle falde fossili non permette errori e, nel momento in cui si saranno trovate tracce dell'esistenza dell'uomo anteriori alla grande catastrofe, rimarrà da provare o che Adamo non è il primo uomo, o che la sua creazione si perde nella notte dei tempi. Contro l'evidenza non ci sono argomenti possibili, e bisognerà accettare questo fatto, come si è accettato quello del moto della Terra e quello dei sei periodi della Creazione.
L'esistenza dell'uomo prima del diluvio geologico è, per la verità, ancora ipotetica, ma ecco che lo è meno. Ammettendo che l'uomo sia apparso per la prima volta sulla Terra 4.000 anni avanti Cristo, se 1650 anni più tardi tutte le razze umane sono state eliminate a eccezione di una sola famiglia, ne consegue che il popolamento della Terra data solo a partire da Noè, ossia 2.350 anni prima della nostra era. Però, quando nel diciottesimo secolo gli Ebrei emigrarono in Egitto, trovarono questo Paese molto popolato e già molto avanzato riguardo alla civilizzazione. La storia prova che all'epoca anche le Indie e altri Paesi erano egualmente fiorenti, senza tener conto della cronologia di altri popoli che risale a epoche ben più lontane. Sarebbe pertanto stato necessario che dal ventiquattresimo al diciottesimo secolo, ossia nello spazio di 600 anni, non solo i discendenti di un solo uomo avessero potuto popolare tutte le immense regioni allora conosciute — supponendo che le altre non lo fossero — ma che, in questo breve intervallo, la specie umana avesse potuto elevarsi dall'ignoranza assoluta dello stato primitivo al più alto grado dello sviluppo intellettuale, la qualcosa e contraria a tutte le leggi dell'antropologia.
La diversità delle razze ancora viene in appoggio a questa opinione. Il clima e i costumi producono senza dubbio delle modificazioni nel carattere fisico, ma si sa fino a che punto queste cause possono influire, e l'esame fisiologico dimostra che fra certe razze ci sono delle differenze costituzionali più profonde di quelle che il clima può produrre. L'incrocio delle razze produce i tipi intermedi; tende a cancellare i caratteri salienti, ma non li produce; crea solo delle varietà. Pertanto, perché ci fossero stati degli incroci di razze, avrebbero dovuto esserci delle razze distinte. Come spiegare, quindi, la loro esistenza dando a essi un'origine comune e, soprattutto, così ravvicinata? Come ammettere che in pochi secoli certi discendenti di Noè si siano trasformati al punto di produrre, per esempio, la razza etiope? Tale metamorfosi non è più ammissibile dell'ipotesi di un'origine comune tra il lupo e la pecora, l'elefante e la pulce, l'uccello e il pesce. Ancora una volta niente potrebbe prevalere sull'evidenza dei fatti. Tutto si spiega, invece, ammettendo: l'esistenza dell'uomo prima dell'epoca che gli viene comunemente assegnata; la diversità delle origini; che Adamo, il quale visse sei mila anni fa, popolo una regione non ancora abitata, che il diluvio di Noè fu una catastrofe parziale scambiato per un cataclisma geologico. E tutto si spiega, infine, tenendo conto della forma allegorica, propria dello stile orientale, e che si ritrova nei libri sacri di tutti i popoli. È pertanto prudente non attribuire troppo alla leggera degli errori alle dottrine, le quali possono, prima o poi, come tante altre, offrire una smentita a coloro che le combattono. Le idee religiose, lungi dal rimetterci, si rafforzano camminando con la scienza. Questo è il solo mezzo per non mostrare allo scetticismo un lato vulnerabile.
L'obiezione che si può fare a questa teoria e che essa e in contraddizione con i testi sacri. Ma un esame serio rivela che questa contraddizione e più apparente che sostanziale e che essa risulta dall'interpretazione data sovente in modo allegorico.
La questione del primo uomo nella persona di Adamo, come unica origine dell'umanità, non è affatto la sola sulla quale le credenze religiose hanno dovuto ricredersi. La teoria del moto della Terra è apparsa, in una cena epoca, talmente opposta ai testi sacri, che non c’è sorta di persecuzione di cui questa teoria non sia stata pretesto. E comunque la Terra gira malgrado gli anatemi, e nessuno oggi potrebbe contestarla senza far torto alla propria ragione e senza esporsi al ridicolo.
La Bibbia dice anche che il mondo è stato creato in sei giorni e ne stabilisce l'epoca intorno al 4.000 avanti Cristo. Prima, la Terra non esisteva ed e stata tratta dal niente: il testo è categorico. Ed ecco che la scienza positiva, la inesorabile scienza, viene a provare il contrario. La formazione del globo e scritta a caratteri inequivocabili nel mondo fossile, ed è dimostrato che i sei giorni della creazione sono altrettanti periodi, ognuno forse di molte centinaia di migliaia di anni. Questo non è affatto un sistema, una dottrina, un'opinione isolata, ma un fatto tanto costante quanto quello del moto della Terra, e che la teologia non può rifiutarsi di ammettere, prova evidente dell'errore nel quale è stato possibile cadere, prendendo alla lettera le espressioni di un linguaggio sovente metaforico. Si deve con questo concludere che la Bibbia è un errore? No. Sono gli uomini che si sono sbagliati a interpretarla.
La scienza, sfogliando gli archivi della Terra, ha individuato l'ordine col quale i diversi esseri viventi sono apparsi sulla sua superficie, e questo ordine coincide con quello indicato della Genesi, con questa differenza: che l'opera delle scienze, anziché essere uscita miracolosamente dalle mani di Dio in poche ore, si è compiuta, sempre per Sua volontà, e pero secondo la legge delle forze della natura, in alcuni milioni di anni. Dio è forse per questo meno grande e meno potente? La Sua opera e meno sublime per non avere il prestigio dell'immediatezza? Evidentemente no. Bisognerebbe farsi un'idea ben meschina della Divinità per non riconoscere la Sua onnipotenza nelle leggi eterne da Lui stabilite per reggere il mondo. La scienza, lungi dallo sminuire l'opera divina, ce la mostra sotto un aspetto più grandioso e più conforme alle nozioni che noi abbiamo della potenza e della maestà di Dio, per la ragione stessa che si è compiuta senza derogare alle leggi della natura.
La scienza, in ciò d'accordo con Mosè, mette l'uomo per ultimo nell'ordine della creazione degli esseri viventi. Ma, mentre Mosè pone il diluvio universale nell'anno 1654 dopo la Creazione, la geologia colloca il grande cataclisma anteriormente all'apparizione dell'uomo sulla Terra, tenuto conto che, fino a oggi, non si è trovato nei sedimenti primitivi nessuna traccia della presenza dell'uomo, né quella di animali della stessa categoria dal punto di vista fisico. Ma niente prova che ciò sia impossibile; molte scoperte hanno già lanciato dei dubbi al riguardo. È pertanto possibile che da un momento all'altro si acquisisca la certezza materiale di questa precedente presenza della razza umana, e allora si riconoscerà che, su questo punto, come su altri, il testo biblico e una metafora. La questione è sapere se il cataclisma geologico è lo stesso di quello di Noè, Ora, e certo che la durata necessaria alla formazione delle falde fossili non permette errori e, nel momento in cui si saranno trovate tracce dell'esistenza dell'uomo anteriori alla grande catastrofe, rimarrà da provare o che Adamo non è il primo uomo, o che la sua creazione si perde nella notte dei tempi. Contro l'evidenza non ci sono argomenti possibili, e bisognerà accettare questo fatto, come si è accettato quello del moto della Terra e quello dei sei periodi della Creazione.
L'esistenza dell'uomo prima del diluvio geologico è, per la verità, ancora ipotetica, ma ecco che lo è meno. Ammettendo che l'uomo sia apparso per la prima volta sulla Terra 4.000 anni avanti Cristo, se 1650 anni più tardi tutte le razze umane sono state eliminate a eccezione di una sola famiglia, ne consegue che il popolamento della Terra data solo a partire da Noè, ossia 2.350 anni prima della nostra era. Però, quando nel diciottesimo secolo gli Ebrei emigrarono in Egitto, trovarono questo Paese molto popolato e già molto avanzato riguardo alla civilizzazione. La storia prova che all'epoca anche le Indie e altri Paesi erano egualmente fiorenti, senza tener conto della cronologia di altri popoli che risale a epoche ben più lontane. Sarebbe pertanto stato necessario che dal ventiquattresimo al diciottesimo secolo, ossia nello spazio di 600 anni, non solo i discendenti di un solo uomo avessero potuto popolare tutte le immense regioni allora conosciute — supponendo che le altre non lo fossero — ma che, in questo breve intervallo, la specie umana avesse potuto elevarsi dall'ignoranza assoluta dello stato primitivo al più alto grado dello sviluppo intellettuale, la qualcosa e contraria a tutte le leggi dell'antropologia.
La diversità delle razze ancora viene in appoggio a questa opinione. Il clima e i costumi producono senza dubbio delle modificazioni nel carattere fisico, ma si sa fino a che punto queste cause possono influire, e l'esame fisiologico dimostra che fra certe razze ci sono delle differenze costituzionali più profonde di quelle che il clima può produrre. L'incrocio delle razze produce i tipi intermedi; tende a cancellare i caratteri salienti, ma non li produce; crea solo delle varietà. Pertanto, perché ci fossero stati degli incroci di razze, avrebbero dovuto esserci delle razze distinte. Come spiegare, quindi, la loro esistenza dando a essi un'origine comune e, soprattutto, così ravvicinata? Come ammettere che in pochi secoli certi discendenti di Noè si siano trasformati al punto di produrre, per esempio, la razza etiope? Tale metamorfosi non è più ammissibile dell'ipotesi di un'origine comune tra il lupo e la pecora, l'elefante e la pulce, l'uccello e il pesce. Ancora una volta niente potrebbe prevalere sull'evidenza dei fatti. Tutto si spiega, invece, ammettendo: l'esistenza dell'uomo prima dell'epoca che gli viene comunemente assegnata; la diversità delle origini; che Adamo, il quale visse sei mila anni fa, popolo una regione non ancora abitata, che il diluvio di Noè fu una catastrofe parziale scambiato per un cataclisma geologico. E tutto si spiega, infine, tenendo conto della forma allegorica, propria dello stile orientale, e che si ritrova nei libri sacri di tutti i popoli. È pertanto prudente non attribuire troppo alla leggera degli errori alle dottrine, le quali possono, prima o poi, come tante altre, offrire una smentita a coloro che le combattono. Le idee religiose, lungi dal rimetterci, si rafforzano camminando con la scienza. Questo è il solo mezzo per non mostrare allo scetticismo un lato vulnerabile.
Capitolo IV — Principio Vitale
Esseri organici e inorganici
Gli esseri organici sono quelli che hanno in sé una fonte d'attività
intrinseca, che dà loro la vita: nascono, crescono, si riproducono da sé
stessi e muoiono. Sono provvisti di organi speciali per il compimento
dei diversi atti della vita, e appropriati alle loro necessita per la
loro conservazione. Comprendono gli uomini, gli animali e le piante. Gli
esseri inorganici sono tutti quelli che non hanno né vitalità né
movimento proprio e sono formati solo dall'aggregazione della materia,
come i minerali, l'acqua, l'aria ecc.
60. Nei corpi organici e nei corpi inorganici, la forza che unisce gli elementi della materia è la stessa?
«Sì, la legge di attrazione e la stessa per tutto.»
60. Nei corpi organici e nei corpi inorganici, la forza che unisce gli elementi della materia è la stessa?
«Sì, la legge di attrazione e la stessa per tutto.»
61. Ce differenza tra la materia dei corpi organici e quella dei corpi inorganici?
«La materia e sempre la stessa, ma nei corpi organici e "animalizzata".»
«La materia e sempre la stessa, ma nei corpi organici e "animalizzata".»
62. Qual è la causa della "animalizzazione" della materia?
«La sua unione con il principio vitale.»
«La sua unione con il principio vitale.»
63. Il principio vitale risiede in un agente particolare, o e solo una
proprietà della materia organica? In una parola, è un effetto o una
causa?
«È l'uno e l'altra. La vita è un effetto prodotto dall'azione di un agente sulla materia. Questo agente, senza la materia, non è la vita, così come la materia non può vivere senza questo agente. Il principio vitale dà la vita a tutti gli esseri, i quali lo assorbono e lo assimilano.»
«È l'uno e l'altra. La vita è un effetto prodotto dall'azione di un agente sulla materia. Questo agente, senza la materia, non è la vita, così come la materia non può vivere senza questo agente. Il principio vitale dà la vita a tutti gli esseri, i quali lo assorbono e lo assimilano.»
64. Abbiamo visto che lo spirito e la materia sono due elementi
costitutivi dell'universo. Il principio vitale ne costituisce un terzo?
«È, senza dubbio, uno degli elementi necessari alla costituzione dell'universo, ma esso stesso ha la sua origine nella materia universale modificata. È un elemento, come per voi l'ossigeno e l'idrogeno, i quali pertanto non sono degli elementi primitivi, perché tutto ciò parte da uno stesso principio.»
64a. Da ciò sembra risultare che la vitalità non ha il suo principio in un agente primitivo distinto, ma in una proprietà speciale della materia universale, dovuta a certe modificazioni.
«È la conseguenza di ciò che abbiamo detto.»
«È, senza dubbio, uno degli elementi necessari alla costituzione dell'universo, ma esso stesso ha la sua origine nella materia universale modificata. È un elemento, come per voi l'ossigeno e l'idrogeno, i quali pertanto non sono degli elementi primitivi, perché tutto ciò parte da uno stesso principio.»
64a. Da ciò sembra risultare che la vitalità non ha il suo principio in un agente primitivo distinto, ma in una proprietà speciale della materia universale, dovuta a certe modificazioni.
«È la conseguenza di ciò che abbiamo detto.»
65. Il principio vitale risiede in uno dei corpi che conosciamo?
«Ha la sua sorgente nel fluido universale. È ciò che voi chiamate fluido magnetico o fluido elettrico animalizzato. È l'intermediario, il legame tra lo spirito e la materia.»
«Ha la sua sorgente nel fluido universale. È ciò che voi chiamate fluido magnetico o fluido elettrico animalizzato. È l'intermediario, il legame tra lo spirito e la materia.»
66. Il principio vitale è lo stesso per tutti gli esseri organici?
«Sì, modificato secondo la specie. È ciò che dà loro il movimento e l'attività e li distingue dalla materia inerte. Poiché il movimento della materia non è la vita, la materia riceve questo movimento, non lo dà.»
«Sì, modificato secondo la specie. È ciò che dà loro il movimento e l'attività e li distingue dalla materia inerte. Poiché il movimento della materia non è la vita, la materia riceve questo movimento, non lo dà.»
67. La vitalità è un attributo permanente dell'agente vitale, oppure
questa vitalità si sviluppa solo con la combinazione degli organi?
«Si sviluppa solo con il corpo. Non abbiamo forse detto che questo agente, senza la materia, non può essere la vita? Ci vuole l'unione di due cose per produrre la vita.»
67a. Si può dire che la vitalità si trova allo stato latente, allorché l'agente vitale non è unito al corpo?
«Sì, è così.»
L'insieme degli organi costituisce una sorta di meccanismo che riceve l'impulso dell'attività intima, o principio vitale, che esiste in loro. Il principio vitale e la forza motrice dei corpi organici. Mentre l'agente vitale da impulso agli organi, l'azione degli organi mantiene e sviluppa l'attività dell'agente vitale, pressappoco come l'attrito sviluppa il calore.
«Si sviluppa solo con il corpo. Non abbiamo forse detto che questo agente, senza la materia, non può essere la vita? Ci vuole l'unione di due cose per produrre la vita.»
67a. Si può dire che la vitalità si trova allo stato latente, allorché l'agente vitale non è unito al corpo?
«Sì, è così.»
L'insieme degli organi costituisce una sorta di meccanismo che riceve l'impulso dell'attività intima, o principio vitale, che esiste in loro. Il principio vitale e la forza motrice dei corpi organici. Mentre l'agente vitale da impulso agli organi, l'azione degli organi mantiene e sviluppa l'attività dell'agente vitale, pressappoco come l'attrito sviluppa il calore.
La vita e la morte
68 Qual è la causa della morte negli esseri organici?
«L'esaurimento degli organi.»
68a. Si potrebbe paragonare la morte alla cessazione del movimento in una macchina disgregata?
«Sì, se la macchina è montata male, il meccanismo si rompe; se il corpo è malato, la vita se ne va.»
«L'esaurimento degli organi.»
68a. Si potrebbe paragonare la morte alla cessazione del movimento in una macchina disgregata?
«Sì, se la macchina è montata male, il meccanismo si rompe; se il corpo è malato, la vita se ne va.»
69. Perché una lesione cardiaca causa la morte più di quella di altri organi?
«Il cuore è un meccanismo della vita. Ma il cuore non è l'unico organo la cui lesione causi la morte; non è che uno degli ingranaggi essenziali.»
«Il cuore è un meccanismo della vita. Ma il cuore non è l'unico organo la cui lesione causi la morte; non è che uno degli ingranaggi essenziali.»
70. Che ne è della materia e del principio vitale degli esseri organici alla loro morte?
«La materia inerte si decompone e forma nuovi esseri organici. Il principio vitale ritorna alla sua origine.»
Quando l'essere organico e morto, gli elementi di cui è costituito subiscono delle nuove combinazioni che costituiscono nuovi esseri. Questi attingono alla fonte universale il principio della vita e dell'attività, l'assorbono e l'assimilano per restituirlo a questa fonte quando cesseranno di vivere.
Gli organi sono, per così dire, impregnati di fluido vitale. Questo fluido da a tutte le parti dell'organismo un tipo di attività, che ne opera il riavvicinamento in certe lesioni e ristabilisce le funzioni momentaneamente sospese. Ma quando gli elementi essenziali al congegno degli organi sono distrutti, o troppo profondamente danneggiati, il fluido vitale si trova nell'impossibilità di trasmettere loro il movimento della vita, e l'essere muore.
Gli organi reagiscono più o meno necessariamente gli uni sugli altri ed e dall'armonia del loro insieme che risulta la loro azione reciproca. Quando una qualsiasi causa distrugge questa armonia, le loro funzioni si arrestano come il movimento di un meccanismo i cui ingranaggi essenziali si siano rotti; come un orologio che si usuri nel tempo, o rimanga per disgrazia danneggiato, e la cui forza motrice risulti impotente a rimetterlo in movimento.
Possiamo farci un'immagine più precisa della vita e della morte con un apparecchio elettrico. Questo apparecchio nasconde l'elettricità, come tutti i corpi della natura, allo stato latente. I fenomeni elettrici si manifestano solo quando il fluido è messo in attività da una causa particolare: allora si potrebbe dire che l'apparecchio e vivo. Venendo a cessare la causa d'attività, anche il fenomeno cessa: l'apparecchio ritorna allo stato d'inerzia. I corpi organici sarebbero così delle specie di pile o apparecchi elettrici nei quali l'attività del fluido produce il fenomeno della vita: la cessazione di questa attività produce la morte.
La quantità di fluido vitale non è uguale in tutti gli esseri organici; essa varia a seconda delle specie e non è assolutamente costante né nello stesso individuo né negli individui della stessa specie. Esistono quelli che ne sono, per così dire, saturi, e altri che ne hanno appena una quantità sufficiente. Da ciò consegue che per alcuni la vita è più attiva, più tenace e, in un certo senso, sovrabbondante.
La quantità di fluido vitale si esaurisce e può diventare insufficiente per la conservazione della vita se non è rinnovato con l'assorbimento e l'assimilazione delle sostanze che lo contengono.
Il fluido vitale si trasmette da un individuo all'altro. Chi ne ha di più può donarlo a chi ne ha meno e, in alcuni casi, richiamare una vita sul punto di spegnersi.
«La materia inerte si decompone e forma nuovi esseri organici. Il principio vitale ritorna alla sua origine.»
Quando l'essere organico e morto, gli elementi di cui è costituito subiscono delle nuove combinazioni che costituiscono nuovi esseri. Questi attingono alla fonte universale il principio della vita e dell'attività, l'assorbono e l'assimilano per restituirlo a questa fonte quando cesseranno di vivere.
Gli organi sono, per così dire, impregnati di fluido vitale. Questo fluido da a tutte le parti dell'organismo un tipo di attività, che ne opera il riavvicinamento in certe lesioni e ristabilisce le funzioni momentaneamente sospese. Ma quando gli elementi essenziali al congegno degli organi sono distrutti, o troppo profondamente danneggiati, il fluido vitale si trova nell'impossibilità di trasmettere loro il movimento della vita, e l'essere muore.
Gli organi reagiscono più o meno necessariamente gli uni sugli altri ed e dall'armonia del loro insieme che risulta la loro azione reciproca. Quando una qualsiasi causa distrugge questa armonia, le loro funzioni si arrestano come il movimento di un meccanismo i cui ingranaggi essenziali si siano rotti; come un orologio che si usuri nel tempo, o rimanga per disgrazia danneggiato, e la cui forza motrice risulti impotente a rimetterlo in movimento.
Possiamo farci un'immagine più precisa della vita e della morte con un apparecchio elettrico. Questo apparecchio nasconde l'elettricità, come tutti i corpi della natura, allo stato latente. I fenomeni elettrici si manifestano solo quando il fluido è messo in attività da una causa particolare: allora si potrebbe dire che l'apparecchio e vivo. Venendo a cessare la causa d'attività, anche il fenomeno cessa: l'apparecchio ritorna allo stato d'inerzia. I corpi organici sarebbero così delle specie di pile o apparecchi elettrici nei quali l'attività del fluido produce il fenomeno della vita: la cessazione di questa attività produce la morte.
La quantità di fluido vitale non è uguale in tutti gli esseri organici; essa varia a seconda delle specie e non è assolutamente costante né nello stesso individuo né negli individui della stessa specie. Esistono quelli che ne sono, per così dire, saturi, e altri che ne hanno appena una quantità sufficiente. Da ciò consegue che per alcuni la vita è più attiva, più tenace e, in un certo senso, sovrabbondante.
La quantità di fluido vitale si esaurisce e può diventare insufficiente per la conservazione della vita se non è rinnovato con l'assorbimento e l'assimilazione delle sostanze che lo contengono.
Il fluido vitale si trasmette da un individuo all'altro. Chi ne ha di più può donarlo a chi ne ha meno e, in alcuni casi, richiamare una vita sul punto di spegnersi.
Intelligenza e istinto
71. L'intelligenza è un attributo del principio vitale?
«No, poiché le piante vivono e non pensano: esse non hanno che la vita organica. L'intelligenza e la materia sono indipendenti dal momento che un corpo può vivere senza l'intelligenza. Però l'intelligenza non può manifestarsi che per mezzo degli organi materiali; ci vuole l'unione con lo spirito per dare intelligenza alla materia "animalizzata".»
L'intelligenza e una facoltà particolare, propria di certe classi di esseri organici, e che da loro — con il pensiero e con la volontà di agire — la coscienza della loro esistenza e della loro individualità, come pure i mezzi per stabilire dei rapporti con il mondo esterno e per provvedere alle loro necessita.
Possiamo così distinguere: 1º gli esseri inanimati formati di sola materia, senza vitalità né intelligenza: questi sono i corpi bruti; 2º gli esseri animati non pensanti, formati di materia e dotati di vitalità, ma non di intelligenza; 3º gli esseri animati pensanti, formati di materia, dotati di vitalità, e aventi inoltre un principio intelligente che dà loro la facoltà di pensare.
«No, poiché le piante vivono e non pensano: esse non hanno che la vita organica. L'intelligenza e la materia sono indipendenti dal momento che un corpo può vivere senza l'intelligenza. Però l'intelligenza non può manifestarsi che per mezzo degli organi materiali; ci vuole l'unione con lo spirito per dare intelligenza alla materia "animalizzata".»
L'intelligenza e una facoltà particolare, propria di certe classi di esseri organici, e che da loro — con il pensiero e con la volontà di agire — la coscienza della loro esistenza e della loro individualità, come pure i mezzi per stabilire dei rapporti con il mondo esterno e per provvedere alle loro necessita.
Possiamo così distinguere: 1º gli esseri inanimati formati di sola materia, senza vitalità né intelligenza: questi sono i corpi bruti; 2º gli esseri animati non pensanti, formati di materia e dotati di vitalità, ma non di intelligenza; 3º gli esseri animati pensanti, formati di materia, dotati di vitalità, e aventi inoltre un principio intelligente che dà loro la facoltà di pensare.
72. Qual è la fonte dell'intelligenza?
«L'abbiamo detto: l'intelligenza universale.»
72a. Si potrebbe dire che ogni essere attinge una porzione di intelligenza alla fonte universale e l'assimila, così come attinge e assimila il principio della vita materiale?
«Questo e solo un paragone, ma non è esatto, perché l'intelligenza e una facoltà propria d'ogni essere e costituisce la sua individualità morale. Del resto, lo sapete, ci sono cose che all'uomo non è permesso penetrare, e questa per il momento è una di esse.»
«L'abbiamo detto: l'intelligenza universale.»
72a. Si potrebbe dire che ogni essere attinge una porzione di intelligenza alla fonte universale e l'assimila, così come attinge e assimila il principio della vita materiale?
«Questo e solo un paragone, ma non è esatto, perché l'intelligenza e una facoltà propria d'ogni essere e costituisce la sua individualità morale. Del resto, lo sapete, ci sono cose che all'uomo non è permesso penetrare, e questa per il momento è una di esse.»
73. L'istinto è indipendente dall'intelligenza?
«Non esattamente, perché e una specie di intelligenza. L'istinto e un'intelligenza non razionale. È per mezzo dell'istinto che tutti gli esseri provvedono alle loro necessita.»
«Non esattamente, perché e una specie di intelligenza. L'istinto e un'intelligenza non razionale. È per mezzo dell'istinto che tutti gli esseri provvedono alle loro necessita.»
74. Si può segnare un limite fra l'istinto e l'intelligenza, ossia precisare dove finisce l'uno e dove comincia l'altra?
«No, perché sovente si confondono. Tuttavia si possono distinguere molto bene gli atti che appartengono all'istinto e quelli che appartengono all'intelligenza.»
«No, perché sovente si confondono. Tuttavia si possono distinguere molto bene gli atti che appartengono all'istinto e quelli che appartengono all'intelligenza.»
75. É esatto dire che le facoltà dell'istinto diminuiscono nella misura in cui crescono quelle dell'intelletto?
«No, l'istinto esiste sempre, ma l'uomo lo trascura. L'istinto può anche condurre al bene; ci guida quasi sempre, e a volte meglio della ragione. Esso non s'inganna mai.»
75a. Perché non sempre la ragione è una guida infallibile?
«Essa sarebbe infallibile se non fosse fuorviata dalla cattiva educazione, dall'orgoglio e dall'egoismo. L'istinto non ragiona, mentre la ragione consente delle scelte e da all'uomo il libero arbitrio.»
L'istinto e un'intelligenza rudimentale che differisce dall'intelligenza propriamente detta per il fatto che le sue manifestazioni sono quasi sempre spontanee, mentre quelle dell'intelligenza sono il risultato di una combinazione e di un atto deliberato.
L'istinto varia nelle sue manifestazioni secondo le specie e le loro necessita. Negli esseri che hanno la coscienza e la percezione delle cose esteriori, l'istinto si affianca all'intelligenza, ossia alla volontà e alla libertà.
«No, l'istinto esiste sempre, ma l'uomo lo trascura. L'istinto può anche condurre al bene; ci guida quasi sempre, e a volte meglio della ragione. Esso non s'inganna mai.»
75a. Perché non sempre la ragione è una guida infallibile?
«Essa sarebbe infallibile se non fosse fuorviata dalla cattiva educazione, dall'orgoglio e dall'egoismo. L'istinto non ragiona, mentre la ragione consente delle scelte e da all'uomo il libero arbitrio.»
L'istinto e un'intelligenza rudimentale che differisce dall'intelligenza propriamente detta per il fatto che le sue manifestazioni sono quasi sempre spontanee, mentre quelle dell'intelligenza sono il risultato di una combinazione e di un atto deliberato.
L'istinto varia nelle sue manifestazioni secondo le specie e le loro necessita. Negli esseri che hanno la coscienza e la percezione delle cose esteriori, l'istinto si affianca all'intelligenza, ossia alla volontà e alla libertà.