IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI

Allan Kardec

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Distinzione tra i buoni e i cattivi Spiriti


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. Se l'identità assoluta degli Spiriti è, in molti casi, una questione accessoria e senza importanza, non è la stessa cosa per quanto riguarda la distinzione tra i buoni e i cattivi Spiriti. La loro individualità può esserci indifferente, la loro qualità non lo è mai. In tutte le comunicazioni istruttive, è dunque su questo punto che occorre concentrare tutta l'attenzione, perché solo ciò può darci la misura della fiducia che possiamo accordare allo Spirito che si manifesta, qualunque sia il nome sotto il quale egli lo faccia. Lo Spirito che si manifesta è buono o cattivo? A quale grado della scala spiritista egli appartiene? Ecco le questioni principali (vedere "Scala spiritista" ne Il Libro degli Spiriti, n. 100).

263. Si giudicano gli Spiriti, abbiamo detto, come si giudicano gli uomini: dal loro linguaggio. Supponiamo che un uomo riceva venti lettere da persone che gli sono sconosciute. Dallo stile, dai pensieri, da una infinità di segni, infine, egli giudicherà quelle che sono colte o ignoranti, educate o volgari, superficiali, profonde, frivole, orgogliose, serie, leggere, sentimentali ecc. Così è anche per gli Spiriti. Bisogna considerarli come dei corrispondenti, che non si sono mai visti, e domandarsi che cosa si potrebbe pensare del sapere e del carattere di un uomo che dicesse o scrivesse simili cose. Si può porre come regola invariabile e senza eccezione che il linguaggio degli Spiriti è sempre in relazione con il grado della loro elevazione. Non solo gli Spiriti realmente superiori dicono soltanto buone cose, ma le dicono in termini che escludono nella maniera più assoluta ogni trivialità. Per quanto buone possano essere quelle cose, se esse sono offuscate anche da una sola espressione che denoti bassezza, è un segno indubitabile d'inferiorità, e a maggior ragione se l'insieme della comunicazione ferisce le convenienze con la sua grossolanità. Il linguaggio svela sempre la sua origine, sia per il pensiero ch'esso traduce, sia per la sua forma; e così quand'anche uno Spirito volesse ingannarci circa la sua pretesa superiorità, è sufficiente conversare per un certo tempo con lui per valutarlo.

264. La bontà e la benevolenza sono anch'esse degli attributi essenzialidegli Spiriti purificati. Essi non nutrono odio né per gli uomini né per gli altri Spiriti; compiangono le debolezze, criticano gli errori, sì, ma sempre con moderazione, senza fiele e senza animosità. Se si ammette che gli Spiriti veramente buoni non possono volere che il bene e non possono dire che cose buone, se ne concluderà che tutto ciò che, nel linguaggio degli Spiriti, riveli una mancanza di bontà e di benevolenza, non può provenire da un buono Spirito.

265. L'intelligenza è ben lungi dall'essere un segno indiscutibile di superiorità, perché l'intelligenza e la morale non sempre marciano fianco a fianco. Uno Spirito può essere buono, benevolo e avere cognizioni limitate, mentre uno Spirito intelligente e colto può essere di gran lunga inferiore in moralità.

Abbastanza in generale, si crede che, interrogando lo Spirito di un uomo che sia stato erudito in una certa specialità sulla Terra, si otterrà più sicuramente la verità. Questo è logico e tuttavia non sempre è vero. L'esperienza dimostra che gli scienziati — tanto quanto gli altri uomini, quelli soprattutto che hanno lasciato la Terra da poco tempo — sono ancora sotto il dominio dei pregiudizi della vita corporea e non si liberano immediatamente dello Spirito di sistema. Può dunque darsi che sotto l'influenza delle idee che hanno accarezzato da vivi, e di cui si sono fatti un titolo di gloria, essi vedano con minor chiarezza di quanto supponiamo. Noi non presentiamo affatto questo principio come una regola, ci mancherebbe altro! Noi diciamo soltanto che il fatto avviene e che, di conseguenza, la loro scienza umana non sempre è una prova della loro infallibilità come Spiriti.

266. Sottoponendo tutte le comunicazioni a uno scrupoloso esame, scrutando e analizzando il pensiero e le espressioni, come si fa quando si tratta di giudicare un'opera letteraria, rigettando senza esitare tutto ciò che pecca contro la logica e il buonsenso, tutto ciò che sconfessa il carattere dello Spirito che si suppone essere quello che si sta manifestando, si scoraggiano gli Spiriti ingannatori, i quali finiscono per ritirarsi, una volta che siano ben convinti di non poterci illudere. Lo ripetiamo: questo mezzo è unico, ma è infallibile, poiché non c'è cattiva comunicazione che possa resistere a una critica rigorosa. I buoni Spiriti non se ne offendono mai, perché essi stessi lo consigliano, anche perché non hanno niente da temere dall'esame. Solo i cattivi Spiriti si formalizzano e cercano di evitarlo, perché hanno tutto da perderci; ed è anche attraverso ciò che ci danno la prova di quello che sono.

Ecco a questo riguardo il consiglio datoci da san Luigi:

«Qualunque sia la fiducia legittima che v'ispirano gli Spiriti che presiedono ai vostri lavori, c'è una raccomandazione che non potremmo mai ripetere abbastanza e che voi dovreste sempre avere presente nella vostra memoria quando vi dedicate ai vostri studi. La nostra raccomandazione è quella di soppesare e analizzare; di sottoporre al controllo della ragione più severa tutte le comunicazioni che ricevete; di non trascurare, non appena un punto vi sembri sospetto, oscuro o dubbioso, di chiedere le spiegazioni necessarie per formarvi un'opinione sicura.»

267.Si possono riassumere i mezzi per riconoscere la qualità degli Spiriti nei principi qui sotto elencati.

1º Non c'è altro criterio per riconoscere il valore degli Spiriti se non il buon senso. Ogni formula data a questo proposito dagli Spiriti stessi è assurda e non può provenire da Spiriti superiori.

2º Si giudicano gli Spiriti dal loro linguaggio e dalle loro azioni. Le azioni degli Spiriti sono i sentimenti che essi ispirano, e i consigli che essi danno.

3º Essendo ammesso che i buoni Spiriti non possono dire e fare altro che il bene, tutto ciò che è male non può venire di certo da un buono Spirito.

4º Gli Spiriti superiori hanno un linguaggio sempre degno, nobile, elevato senza l'ombra di alcuna trivialità. Essi dicono ogni cosa con semplicità e modestia, non si vantano mai, non fanno mai sfoggio né del loro sapere né della loro posizione tra gli altri. Il linguaggio degli Spiriti inferiori o volgari ha sempre qualche riflesso delle passioni umane. Ogni espressione che denoti bassezza, sufficienza, arroganza, impostura, acrimonia è un indizio caratteristico d'inferiorità o d'inganno, nel caso lo Spirito si presenti sotto un nome rispettabile e venerato.

5º Non si devono giudicare gli Spiriti dalla forma materiale né dalla correttezza del loro stile, ma bisogna sondarne il senso intimo, scrutare le loro parole, soppesarle freddamente, con grande attenzione. Ogni offesa alla logica, alla razionalità e alla saggezza non può lasciare alcun dubbio sulla loro origine, qualunque sia il nome di cui lo Spirito si adorni (vedere n. 224).

6º Il linguaggio degli Spiriti elevati è sempre identico, se non quanto alla forma, almeno quanto alla sostanza. Medesimi sono i pensieri, qualunque sia il tempo e qualunque sia il luogo. Essi possono essere più o meno sviluppati, a seconda delle circostanze, delle necessità e della facilità di comunicazioni, ma non saranno mai contraddittori. Se due comunicazioni, che portano il medesimo nome, sono in opposizione l'una con l'altra, è evidente che una delle due è apocrifa; la vera sarà quella dove NULLA sconfessa il carattere conosciuto del personaggio. Tra due comunicazioni firmate, per esempio, con il nome di san Vincenzo de' Paoli, di cui l'una predicasse l'unione e la carità, e l'altra tendesse a seminare la discordia, non potrebbe esserci persona di buonsenso che potesse sbagliarsi.

7º I buoni Spiriti dicono solo ciò che sanno. Essi tacciono o confessano la loro ignoranza su ciò che non sanno. I cattivi Spiriti parlano di tutto con sicurezza, senza preoccuparsi della verità. Ogni eresia scientifica notoria, ogni principio che scuota il buonsenso mostrano l'inganno, se lo Spirito si fa passare per uno Spirito illuminato.

8º Si riconoscono, inoltre, gli Spiriti leggeri dalla facilità con cui predicano l'avvenire e precisano fatti materiali che non ci è dato conoscere. I buoni Spiriti possono far presentire le cose future quando questa conoscenza può tornare utile, ma non precisano mai le date. Ogni annuncio di avvenimento a epoca fissa è indizio di una mistificazione.

9º Gli Spiriti superiori si esprimono semplicemente, senza alcuna prolissità, e il loro stile è conciso, senza escludere la poesia delle idee e delle espressioni; chiaro e intelligibile per tutti, non richiede alcuno sforzo per essere compreso. Essi conoscono l'arte di dire molte cose in poche parole, perché ogni parola ha la sua importanza. Gli Spiriti inferiori o falsi sapienti, nascondono dietro l'ampollosità e l'enfasi la vacuità dei pensieri. Il loro linguaggio è spesso pretenzioso, ridicolo od oscuro a forza di voler apparire profondo.

10º I buoni Spiriti non comandano mai: loro non s'impongono, consigliano; se non li si ascolta, essi si ritirano. I cattivi Spiriti sono imperiosi, danno ordini, vogliono essere obbediti e non si allontanano facilmente. Ogni Spirito che s'imponga tradisce la sua origine. Essi sono esclusivi e assoluti nelle loro opinioni e pretendono di avere solo loro il privilegio della verità. Esigono una credenza cieca e non fanno affatto appello alla ragione, perché sanno che la ragione li smaschererebbe.

11º I buoni Spiriti non adulano mai; approvano quando si agisce bene, ma sempre con riserva. I cattivi elargiscono elogi esagerati, stimolano l'orgoglio e la vanità predicando l'umiltà e cercano di esaltare l'importanza personale di quelli che essi vogliono ingraziarsi.

12º Gli Spiriti superiori sono al disopra delle puerilità della forma in tutte le cose. Solo gli Spiriti volgari possono attribuire importanza a dei dettagli meschini, incompatibili con delle idee veramente elevate. Ogni prescrizione meticolosa è un segno certo d'inferiorità e d'inganno da parte di uno Spirito che si attribuisce un nome autorevole.

13º Bisogna diffidare dei nomi bizzarri e ridicoli che adottano certi Spiriti che vogliono imporsi all'ingenuità dei creduloni; sarebbe sovranamente assurdo prendere questi nomi sul serio.

14º Egualmente bisogna diffidare degli Spiriti che si presentano troppo facilmente sotto dei nomi estremamente venerati, e non accettare le loro parole che con la più grande riserva. Soprattutto qui è indispensabile un severo controllo, perché sovente si tratta di una maschera che essi adottano per indurre a credere a pretesi stretti rapporti con Spiriti fuori classe. Con questo mezzo essi vellicano la vanità del medium e ne approfittano per indurlo spesso a dei passi spiacevoli e ridicoli.

15º I buoni Spiriti sono molto scrupolosi riguardo ai procedimenti ch'essi possono consigliare. Tali procedimenti non hanno mai, in tutti i casi, che uno scopo serio ed eminentemente utile. Si devono dunque considerare come sospette tutte quelle azioni che non avessero questo carattere o fossero dalla ragione seriamente condannate. E prima di intraprendere i procedimenti consigliati bisogna riflettere a lungo, perché ci si potrebbe esporre a spiacevoli mistificazioni.

16º I buoni Spiriti si riconoscono anche dalla loro prudente riserva su tutte le cose che possono compromettere. Essi hanno ripugnanza a svelare il male; gli Spiriti leggeri o malevoli, invece, si compiacciono a porlo in evidenza. Mentre i buoni Spiriti cercano di addolcire i torti e predicano l'indulgenza, quelli cattivi li esagerano e seminano zizzania con perfide insinuazioni.

17º I buoni Spiriti non prescrivono che il bene. Ogni massima, ogni consiglio che non sia strettamente conforme alla pura carità evangelica non può essere l'opera di buoni Spiriti.

18º I buoni Spiriti consigliano sempre cose perfettamente razionali. Ogni raccomandazione che si allontani dalla linea retta del buonsenso o dalle leggi immutabili della natura denuncia uno Spirito limitato e, di conseguenza, poco degno di fiducia.

19º Gli Spiriti malvagi o semplicemente imperfetti si tradiscono inoltre attraverso quei segni materiali sui quali nessuno potrebbe ingannarsi. La loro azione sul medium è a volte violenta e provoca in lui dei movimenti bruschi e intermittenti, un'agitazione febbrile e convulsa che contrasta con la calma e la dolcezza dei buoni Spiriti.

20º Gli Spiriti imperfetti approfittano spesso dei mezzi di comunicazione di cui dispongono per elargire perfidi consigli. Essi eccitano la diffidenza e l'animosità contro quelli che sono loro antipatici; sono soprattutto oggetto della loro avversione coloro che potrebbero smascherare le loro imposture.

Gli uomini deboli sono il loro centro di interesse, così da indurli più facilmente al male. Impiegando alternativamente, per meglio convincerli, i sofismi, i sarcasmi, le ingiurie e finanche i segni materiali della loro potenza occulta, essi cercano di sviarli dal sentiero della verità.

21º Gli Spiriti degli uomini che sulla Terra hanno avuto un'unica preoccupazione, materiale o morale, se non si sono ancora liberati dell'influenza della materia e sono, perciò, ancora sotto il dominio delle idee terrene, portano con sé una parte dei pregiudizi, delle predilezioni e anche delle manie che essi avevano sulla Terra. Cosa che è facile riconoscere dal loro linguaggio.

22º Le conoscenze di cui certi Spiriti si fregiano sovente, con una sorta di ostentazione, non sono un segno della loro superiorità. L'inalterabile purezza dei sentimenti morali è a questo riguardo la vera pietra di paragone.

23º Non è sufficiente interrogare uno Spirito per conoscere la verità. Bisogna innanzi tutto sapere a chi ci si rivolge, poiché gli Spiriti inferiori, ignoranti essi stessi, trattano con frivolezza anche le questioni più serie.

Non basta neppure che uno Spirito sia stato un grande uomo sulla Terra, perché possegga nel mondo spiritista la sovranità della scienza. Soltanto la virtù può, purificandolo, avvicinarlo a Dio e aumentare così le sue conoscenze.

24º Da parte degli Spiriti superiori, la facezia è spesso fine e acuta, ma non è mai triviale. Negli Spiriti dileggiatori, in quelli che però non sono grossolani, la satira mordente è spesso piena di opportunismo.

25º Studiando con cura il carattere degli Spiriti che si presentano si riconoscerà, soprattutto dal punto di vista morale, la loro natura e il grado di fiducia che si può loro accordare. Il buonsenso non dovrebbe ingannare.

26º Per giudicare gli Spiriti, come d'altronde per giudicare gli uomini, bisogna prima saper giudicare sé stessi. Ci sono sfortunatamente molte persone che prendono il loro giudizio personale come misura esclusiva del buono e del cattivo, del vero e del falso. Tutto quanto contraddice la loro maniera di vedere, le loro idee, il sistema che essi hanno concepito o adottato, è cattivo ai loro occhi. Simili persone mancano evidentemente della qualità principale per una corretta valutazione: l'onestà del giudizio. Ma di ciò essi non sospettano. Ed è questo il difetto sul quale gli uomini s'illudono maggiormente.

Tutte queste istruzioni provengono dall'esperienza e dall'insegnamento dato dagli Spiriti. Noi le completeremo con le risposte stesse da loro date sui punti più importanti.