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IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI > PARTE PRIMA - NOZIONI PRELIMINARI
PARTE PRIMA - NOZIONI PRELIMINARI
Capitolo I - ESISTONO GLI SPIRITI?
1.Il dubbio riguardante
l'esistenza degli Spiriti ha come prima causa l'ignoranza circa la loro
vera natura. Generalmente ce li raffiguriamo come esseri a parte nella
creazione, mentre la loro necessità non è dimostrata. Molti li conoscono
solo attraverso i racconti fantastici in cui sono stati cullati
nell'infanzia, pressappoco come si conosce la storia attraverso i
romanzi. Senza indagare se questi racconti, sfrondati degli accessori
ridicoli, poggino su un fondo di verità, costoro sono impressionati
unicamente dal lato assurdo di tali racconti. Inoltre, non dandosi la
pena di togliere l'amara scorza per scoprire la mandorla, essi rigettano
il tutto, proprio come fanno, nella religione, quelli che, scioccati da
taluni abusi, confondono tutto nella medesima condanna.
Qualunque sia l'idea che ci si faccia degli Spiriti, questa credenza è necessariamente fondata sull'esistenza di un principio intelligente al di fuori della materia. Questa credenza è incompatibile con la negazione assoluta di tale principio. Noi prendiamo dunque, come nostro punto di partenza, l'esistenza, la sopravvivenza e la individualità dell'anima, di cui lo spiritualismo è la dimostrazione teorica e dogmatica, mentre lo spiritismo è la dimostrazione palese. Prescindendo per un attimo dalle manifestazioni propriamente dette e ragionando per induzione, vediamo dunque a quali conclusioni perverremo.
Qualunque sia l'idea che ci si faccia degli Spiriti, questa credenza è necessariamente fondata sull'esistenza di un principio intelligente al di fuori della materia. Questa credenza è incompatibile con la negazione assoluta di tale principio. Noi prendiamo dunque, come nostro punto di partenza, l'esistenza, la sopravvivenza e la individualità dell'anima, di cui lo spiritualismo è la dimostrazione teorica e dogmatica, mentre lo spiritismo è la dimostrazione palese. Prescindendo per un attimo dalle manifestazioni propriamente dette e ragionando per induzione, vediamo dunque a quali conclusioni perverremo.
2. Dal momento che si
ammette l'esistenza dell'anima e la sua individualità dopo la morte,
bisogna ammettere anche: 1°) che essa è di una natura differente da
quella del corpo, poiché una volta separata da questo, essa cessa di
averne le proprietà peculiari; 2°) che essa fruisce della coscienza di
sé stessa, poiché le si attribuisce la gioia o la sofferenza, altrimenti
sarebbe un essere inerte, e tanto varrebbe allora non averlo. Ammesso
ciò, quest'anima dovrà pur andare da qualche parte. Che cosa diventa? E
dove va? Secondo la comune credenza, essa va o in cielo o all'inferno.
Ma dove sono il cielo e l'inferno? Si diceva una volta che il cielo era
in alto e l'inferno in basso. Ma che cos'è l'alto e il basso
nell'universo, dal momento che conosciamo la sfericità della Terra e il
movimento degli astri, il quale fa sì che ciò che è l'alto in un dato
momento diviene il basso nelle dodici ore? E che cos'è l'infinito dello
spazio, nel quale l'occhio s'immerge a distanze incommensurabili? È pur
vero che per luoghi bassi s'intendono anche le profondità della terra;
ma che cosa sono diventate queste profondità dal momento che sono state
esplorate dalla geologia? Egualmente, che cosa sono diventate quelle
sfere concentriche chiamate cielo di fuoco e cielo delle stelle, dopo
che si è saputo che la Terra non è il centro dei mondi, che il nostro
stesso sole non è che uno dei milioni di soli che brillano nello spazio,
e che ciascuno di essi è il centro di un sistema planetario? A che cosa
si riduce l'importanza della Terra, perduta in questa immensità? Per
quale ingiustificabile privilegio questo impercettibile granello di
sabbia, che non si distingue né per il suo volume né per la sua
posizione né per un molo particolare, dovrebbe essere l'unico pianeta
popolato da esseri ragionevoli? La ragione si rifiuta di ammettere una
simile inutilità dell'infinito, e tutto ci dice che questi mondi sono
abitati. Se sono popolati, essi dunque forniscono il loro contingente al
mondo delle anime. Ma, ancora una volta, che cosa diventano queste
anime, dal momento che l'astronomia e la geologia hanno distrutto le
dimore che erano state loro assegnate e, soprattutto, dopo che la teoria
così razionale della pluralità dei mondi le ha moltiplicate
all'infinito?
Non potendo la dottrina della localizzazione delle anime armonizzarsi con i dati della scienza, un'altra dottrina, più logica, assegna loro, per dominio, non un luogo determinato e circoscritto ma lo spazio universale: è, questo, tutto un mondo invisibile in mezzo al quale noi viviamo, un mondo che ci circonda e ci sfiora incessantemente. C'è forse in questo una qualche impossibilità, un qualcosa che ripugna alla ragione? Assolutamente no. Al contrario, tutto ci dice che non può essere altrimenti.
Ma allora che cosa diventano le pene e le ricompense future, se togliete loro i luoghi speciali dove si effettuano? Badate, poi, che l'incredulità riguardo a queste pene e ricompense è generalmente dovuta al fatto che esse vengono presentate nelle condizioni più inammissibili. Ma dite, piuttosto, che le anime attingono la loro felicità o infelicità in sé stesse; che la loro sorte è subordinata al loro stato morale; che la riunione delle anime simpatiche e buone è una sorgente di felicità; che, a seconda del loro grado di purificazione, esse penetrano e intravedono cose che si cancellano davanti alle anime ancora rozze. E tutti comprenderanno ciò senza alcuna difficoltà. Dite ancora che le anime arrivano al grado supremo solo attraverso gli sforzi che esse fanno per migliorarsi e dopo una serie di prove che servono alla loro purificazione. Dite che gli angeli sono le anime arrivate a quell'ultimo gradino che tutte possono raggiungere con la buona volontà. Dite pure che gli angeli sono i messaggeri di Dio, delegati a sorvegliare l'esecuzione dei Suoi disegni in tutto l'universo; che essi sono felici di queste gloriose missioni, e che voi date alla loro felicità uno scopo più utile e più amabile di quanto possa esserlo quello di una contemplazione perenne, la quale null'altro sarebbe che una perenne inutilità. Dite, infine, che i demoni sono semplicemente le anime dei malvagi, non ancora purificate, ma che possono, come le altre, arrivare alla purificazione; e ciò appare più conforme, alla giustizia e alla bontà di Dio, di quella dottrina che li vuole esseri creati per il male e perpetuamente votati al male. Ancora una volta, ecco ciò che la ragione più severa, la logica più rigorosa, in una parola il buon senso, riescono ad ammettere.
Orbene, queste anime che popolano lo spazio sono precisamente ciò che noi chiamiamo Spiriti. Gli Spiriti non sono dunque altro che le anime degli uomini, spogliate del loro involucro corporeo. Più dubbia sarebbe la loro esistenza, se gli Spiriti fossero degli esseri a parte; ma se si ammette che le anime ci sono, bisogna pur ammettere gli Spiriti, i quali altro non sono che le anime stesse. Se poi si ammette che le anime sono dappertutto, bisogna egualmente ammettere che gli Spiriti sono dappertutto. Non si potrebbe dunque negare l'esistenza degli Spiriti senza negare quella delle anime.
Non potendo la dottrina della localizzazione delle anime armonizzarsi con i dati della scienza, un'altra dottrina, più logica, assegna loro, per dominio, non un luogo determinato e circoscritto ma lo spazio universale: è, questo, tutto un mondo invisibile in mezzo al quale noi viviamo, un mondo che ci circonda e ci sfiora incessantemente. C'è forse in questo una qualche impossibilità, un qualcosa che ripugna alla ragione? Assolutamente no. Al contrario, tutto ci dice che non può essere altrimenti.
Ma allora che cosa diventano le pene e le ricompense future, se togliete loro i luoghi speciali dove si effettuano? Badate, poi, che l'incredulità riguardo a queste pene e ricompense è generalmente dovuta al fatto che esse vengono presentate nelle condizioni più inammissibili. Ma dite, piuttosto, che le anime attingono la loro felicità o infelicità in sé stesse; che la loro sorte è subordinata al loro stato morale; che la riunione delle anime simpatiche e buone è una sorgente di felicità; che, a seconda del loro grado di purificazione, esse penetrano e intravedono cose che si cancellano davanti alle anime ancora rozze. E tutti comprenderanno ciò senza alcuna difficoltà. Dite ancora che le anime arrivano al grado supremo solo attraverso gli sforzi che esse fanno per migliorarsi e dopo una serie di prove che servono alla loro purificazione. Dite che gli angeli sono le anime arrivate a quell'ultimo gradino che tutte possono raggiungere con la buona volontà. Dite pure che gli angeli sono i messaggeri di Dio, delegati a sorvegliare l'esecuzione dei Suoi disegni in tutto l'universo; che essi sono felici di queste gloriose missioni, e che voi date alla loro felicità uno scopo più utile e più amabile di quanto possa esserlo quello di una contemplazione perenne, la quale null'altro sarebbe che una perenne inutilità. Dite, infine, che i demoni sono semplicemente le anime dei malvagi, non ancora purificate, ma che possono, come le altre, arrivare alla purificazione; e ciò appare più conforme, alla giustizia e alla bontà di Dio, di quella dottrina che li vuole esseri creati per il male e perpetuamente votati al male. Ancora una volta, ecco ciò che la ragione più severa, la logica più rigorosa, in una parola il buon senso, riescono ad ammettere.
Orbene, queste anime che popolano lo spazio sono precisamente ciò che noi chiamiamo Spiriti. Gli Spiriti non sono dunque altro che le anime degli uomini, spogliate del loro involucro corporeo. Più dubbia sarebbe la loro esistenza, se gli Spiriti fossero degli esseri a parte; ma se si ammette che le anime ci sono, bisogna pur ammettere gli Spiriti, i quali altro non sono che le anime stesse. Se poi si ammette che le anime sono dappertutto, bisogna egualmente ammettere che gli Spiriti sono dappertutto. Non si potrebbe dunque negare l'esistenza degli Spiriti senza negare quella delle anime.
3. Questa, è vero, non è che
una teoria più razionale dell'altra. Però è già molto che sia una
teoria, che né la ragione né la scienza contraddicono; se, per di più, è
corroborata dai fatti, essa ha, dalla sua, la convalida del
ragionamento e dell'esperienza. Questi fatti noi li troviamo nel
fenomeno delle manifestazioni spiritiste, che sono così la prova
evidente dell'esistenza e della sopravvivenza dell'anima. Ma, per molti,
la fede si arresta qui. Essi ammettono sì l'esistenza delle anime e, di
conseguenza, quella degli Spiriti, ma negano la possibilità di
comunicare con loro, per la ragione, essi dicono, che degli esseri
immateriali non possono agire sulla materia. Questo dubbio è fondato
sull'ignoranza, che essi hanno circa la vera natura degli Spiriti, di
cui uno si fa generalmente un'idea assai falsa, perché se li immagina, a
torto, come esseri astratti, vaghi e indefiniti, la qualcosa non è
vera.
Innanzi tutto immaginiamoci lo Spirito nella sua unione con il corpo. Lo Spirito è l'essere principale, poiché è l'essere che pensa e che sopravvive il corpo non è dunque che un accessorio dello Spirito, un involucro, una veste che abbandona quando è consunta. Oltre a questo involucro materiale, lo Spirito ne ha un secondo, semi materiale, che lo unisce al primo. Al sopraggiungere della morte, lo Spirito si libera del primo, ma non del secondo al quale noi abbiamo dato il nome di perispirito. Questo involucro semi materiale, che assume la forma umana, costituisce per lo Spirito un corpo fluidico e vaporoso, ma che, per il fatto di essere a noi invisibile nel suo stato normale, non cessa di avere alcune delle proprietà della materia. Lo Spirito, dunque, non è un punto, un'astrazione, ma un essere limitato e circoscritto, al quale non manca che d'essere visibile e palpabile per assomigliare agli essere umani. Perché, allora, non dovrebbe poter agire sulla materia? Forse perché il suo corpo è fluidico? Ma non è forse tra i fluidi più rarefatti, tra quelli anzi ritenuti imponderabili — come, per esempio, l'elettricità — che l'uomo trova i suoi più potenti motori? Forse che la luce, imponderabile, non esercita un'azione chimica sulla materia ponderabile? Noi non conosciamo la natura intima del perispirito. Supponiamolo, tuttavia, costituito da materia elettrica, o da un'altra tanto sottile quanto questa. Perché non dovrebbe esso possedere la medesima proprietà quando diretto da una volontà?
Innanzi tutto immaginiamoci lo Spirito nella sua unione con il corpo. Lo Spirito è l'essere principale, poiché è l'essere che pensa e che sopravvive il corpo non è dunque che un accessorio dello Spirito, un involucro, una veste che abbandona quando è consunta. Oltre a questo involucro materiale, lo Spirito ne ha un secondo, semi materiale, che lo unisce al primo. Al sopraggiungere della morte, lo Spirito si libera del primo, ma non del secondo al quale noi abbiamo dato il nome di perispirito. Questo involucro semi materiale, che assume la forma umana, costituisce per lo Spirito un corpo fluidico e vaporoso, ma che, per il fatto di essere a noi invisibile nel suo stato normale, non cessa di avere alcune delle proprietà della materia. Lo Spirito, dunque, non è un punto, un'astrazione, ma un essere limitato e circoscritto, al quale non manca che d'essere visibile e palpabile per assomigliare agli essere umani. Perché, allora, non dovrebbe poter agire sulla materia? Forse perché il suo corpo è fluidico? Ma non è forse tra i fluidi più rarefatti, tra quelli anzi ritenuti imponderabili — come, per esempio, l'elettricità — che l'uomo trova i suoi più potenti motori? Forse che la luce, imponderabile, non esercita un'azione chimica sulla materia ponderabile? Noi non conosciamo la natura intima del perispirito. Supponiamolo, tuttavia, costituito da materia elettrica, o da un'altra tanto sottile quanto questa. Perché non dovrebbe esso possedere la medesima proprietà quando diretto da una volontà?
4. L'esistenza
dell'anima e quella di Dio, che sono la conseguenza l'una dell'altra,
costituiscono la base di tutto l'edificio. Prima di intavolare una
qualsiasi discussione spiritista, è importante assicurarsi che
l'interlocutore ammetta questa base. Se a queste domande:
Credete voi in Dio?
Credete voi di avere un'anima?
Credete voi alla sopravvivenza dell'anima dopo la morte?
egli risponde negativamente, o anche se egli dice semplicemente: "Non lo so; vorrei che fosse così, ma io non ne sono sicuro" — cosa che, il più delle volte, equivale a una cortese negazione, presentata sotto una forma meno categorica per evitare di opporsi troppo bruscamente a ciò ch'egli chiama rispettabili pregiudizi — sarebbe inutile andare oltre. Sarebbe come voler dimostrare le proprietà della luce a un cieco che non ammettesse la luce stessa. In definitiva, infatti, le manifestazioni spiritiste non sono altro che gli affetti delle proprietà dell'anima. Con quello, bisogna seguire un tutt'altro ordine d'idee, se non si vuole perdere il proprio tempo.
Se la base è ammessa, non a titolo di probabilità, ma come cosa indubbia e incontestabile, l'esistenza degli Spiriti ne deriverà del tutto naturalmente.
Credete voi in Dio?
Credete voi di avere un'anima?
Credete voi alla sopravvivenza dell'anima dopo la morte?
egli risponde negativamente, o anche se egli dice semplicemente: "Non lo so; vorrei che fosse così, ma io non ne sono sicuro" — cosa che, il più delle volte, equivale a una cortese negazione, presentata sotto una forma meno categorica per evitare di opporsi troppo bruscamente a ciò ch'egli chiama rispettabili pregiudizi — sarebbe inutile andare oltre. Sarebbe come voler dimostrare le proprietà della luce a un cieco che non ammettesse la luce stessa. In definitiva, infatti, le manifestazioni spiritiste non sono altro che gli affetti delle proprietà dell'anima. Con quello, bisogna seguire un tutt'altro ordine d'idee, se non si vuole perdere il proprio tempo.
Se la base è ammessa, non a titolo di probabilità, ma come cosa indubbia e incontestabile, l'esistenza degli Spiriti ne deriverà del tutto naturalmente.
5. Resta ora una questione,
quella cioè di sapere se lo Spirito può entrare in comunicazione con
l'uomo, vale a dire se può avere con lui uno scambio di pensieri. E
perché no? Che cos'è l'uomo se non uno Spirito imprigionato in un corpo?
Perché lo Spirito libero non dovrebbe poter entrare in comunicazione
con lo Spirito prigioniero, così come l'uomo libero con quello che è
incatenato? Dal momento che ammettete la sopravvivenza dell'anima, è
razionale non ammettere la sopravvivenza degli affetti? Poiché le anime
sono dappertutto, non è forse naturale pensare che quella di un essere
il quale ci abbia amato durante la sua vita venga vicino a noi, che
desideri entrare in comunicazione con noi, e che si serva per questo dei
mezzi che sono a sua disposizione? Durante la sua vita non agiva forse
sulla materia del suo corpo? Non ne dirigeva i movimenti? Perché dunque,
dopo la sua morte, d'accordo con un altro Spirito legato a un corpo,
non dovrebbe prendere a prestito questo corpo vivente, per manifestare
il suo pensiero, così come un muto può servirsi di un uomo che parla per
farsi comprendere?
6.
Prescindiamo per un istante dai fatti che, per noi, rendono la cosa
incontestabile. Ammettiamola a puro titolo di semplice ipotesi. Noi
chiediamo che gli increduli provino, non con una semplice negazione —
poiché la loro opinione non può fare legge — bensì con delle ragioni
categoriche, a dimostrare che una tal cosa non può accadere. Spostiamoci
sul loro terreno, e, poiché essi vogliono apprezzare i fatti spiritisti
con l'aiuto delle leggi della materia, peschino dunque in questo
arsenale qualche dimostrazione matematica, fisica, chimica, meccanica e
fisiologica, e provino per a o per b,sempre partendo dal principio dell'esistenza e della sopravvivenza dell'anima, che:
1° l'essere che pensa in noi durante la vita non deve più pensare dopo la morte;
2° se egli pensa, non deve più pensare a quelli che ha amato;
3° se egli pensa a quelli che ha amato, non deve più voler entrare in comunicazione con loro;
4° se egli può essere dappertutto, non può essere vicino a noi;
5° se egli è vicino a noi, non può comunicare con noi;
6° per mezzo del suo involucro fluidico egli non può agire sulla materia inerte;
7° se egli può agire sulla materia inerte, non può agire su un essere animato;
8° se egli può agire su un essere animato, non può dirigere la sua mano per farlo scrivere;
9° potendo egli farlo scrivere, non può rispondere alle sue domande e trasmettergli il suo pensiero.
Quando gli avversari dello Spiritismo ci avranno dimostrato che ciò non è possibile, attraverso argomentazioni tanto evidenti quanto quelle attraverso le quali Galileo dimostrò che non è il Sole che gira intorno alla Terra, allora noi potremo dire che i loro dubbi sono fondati. Sfortunatamente, finora, tutta la loro argomentazione si può riassumere in queste parole: "Io non ci credo, quindi tutto questo è impossibile". Senza dubbio essi ci diranno che spetta a noi provare la realtà delle manifestazioni. E noi gliela proviamo con i fatti e con il ragionamento. Se essi poi non ammettono né l'una né l'altra cosa, se negano anche ciò che vedono, spetta a loro provare che il nostro ragionamento è falso e che i fatti sono impossibili.
1° l'essere che pensa in noi durante la vita non deve più pensare dopo la morte;
2° se egli pensa, non deve più pensare a quelli che ha amato;
3° se egli pensa a quelli che ha amato, non deve più voler entrare in comunicazione con loro;
4° se egli può essere dappertutto, non può essere vicino a noi;
5° se egli è vicino a noi, non può comunicare con noi;
6° per mezzo del suo involucro fluidico egli non può agire sulla materia inerte;
7° se egli può agire sulla materia inerte, non può agire su un essere animato;
8° se egli può agire su un essere animato, non può dirigere la sua mano per farlo scrivere;
9° potendo egli farlo scrivere, non può rispondere alle sue domande e trasmettergli il suo pensiero.
Quando gli avversari dello Spiritismo ci avranno dimostrato che ciò non è possibile, attraverso argomentazioni tanto evidenti quanto quelle attraverso le quali Galileo dimostrò che non è il Sole che gira intorno alla Terra, allora noi potremo dire che i loro dubbi sono fondati. Sfortunatamente, finora, tutta la loro argomentazione si può riassumere in queste parole: "Io non ci credo, quindi tutto questo è impossibile". Senza dubbio essi ci diranno che spetta a noi provare la realtà delle manifestazioni. E noi gliela proviamo con i fatti e con il ragionamento. Se essi poi non ammettono né l'una né l'altra cosa, se negano anche ciò che vedono, spetta a loro provare che il nostro ragionamento è falso e che i fatti sono impossibili.
Capitolo II - IL MERAVIGLIOSO E IL SOPRANNATURALE
7.Se la credenza negli
Spiriti e nelle loro manifestazioni rappresentasse un concetto isolato,
il prodotto cioè di un sistema, essa potrebbe, con qualche parvenza di
ragione, essere sospettata d'illusione. Ma che ci venga chiarito perché
questa credenza si ritrova tanto viva presso tutti i popoli antichi e
moderni e, nei libri sacri di tutte le religioni conosciute. Ciò
avviene, dicono alcuni critici, perché in ogni tempo l'uomo ha amato il
meraviglioso. Che cosa è, dunque, il meraviglioso, secondo voi? Ciò che è
soprannaturale. Che cosa intendete voi per soprannaturale? Ciò che è
contrario alle leggi della natura. Voi dunque conoscete talmente bene
queste leggi che vi è possibile assegnare un limite alla potenza di Dio?
Ebbene, dimostrate allora che l'esistenza degli Spiriti, con le loro
manifestazioni, è contraria alle leggi della natura; che essa non è né
può essere una di queste leggi. Seguite la Dottrina Spiritista e vedete
voi se questo concatenamento non presenta tutte le caratteristiche d'una
legge ammirevole, la quale risolve tutto ciò che le leggi filosofiche
non hanno finora potuto risolvere. Il pensiero è uno degli attributi
dello Spirito. La possibilità di agire sulla materia, di esercitare
impressioni sui nostri sensi, e di trasmettere in seguito il suo
pensiero, risulta — se così è consentito esprimerci — dalla sua
costituzione fisiologica; quindi non c'è in questo fatto niente di
soprannaturale, niente di meraviglioso. Che un uomo morto, e ben morto,
torni a vivere fisicamente, che le sue membra disperse tornino a
riunirsi per formare di nuovo il suo corpo, ecco qualcosa di
meraviglioso, di soprannaturale, di fantastico! Ma questa sarebbe una
vera eccezione che Dio non potrebbe compiere se non attraverso un
miracolo. E niente di simile si trova nella Dottrina Spiritista.
8. Tuttavia, si dirà, voi
ammettete che uno Spirito può sollevare un tavolo e mantenerlo nello
spazio senza alcun punto d'appoggio. Non è forse questa una deroga alla
legge di gravità? Sì, alla legge finora conosciuta. Ma la natura ha
forse detta la sua ultima parola? Prima che fosse sperimentata la forza
ascensionale di certi gas, chi avrebbe mai detto che una pesante
macchina, che trasportava parecchi uomini, avrebbe potuto prevalere
sulla forza d'attrazione? Agli occhi del volgo questo non doveva
sembrare meraviglioso, diabolico? Chi, un secolo fa, avesse proposto di
trasmettere un dispaccio a 500 leghe di distanza, e di riuscire a
riceverne la risposta entro alcuni minuti, sarebbe passato per pazzo. Se
fosse poi riuscito a fare una tal cosa, si sarebbe creduto ch'egli
avesse ai suoi ordini il diavolo, perché a quell'epoca solo il diavolo
sarebbe stato capace di andare così veloce. Perché dunque non ipotizzare
che un fluido sconosciuto potrebbe avere la proprietà, in determinate
circostanze, di controbilanciare l'effetto della gravità, proprio come
l'idrogeno controbilancia il peso del pallone? Questo, lo osserviamo di
passaggio, è una comparazione — e non una similitudine — fatta
unicamente per dimostrare, attraverso un'analogia, che il fenomeno non è
fisicamente impossibile. Ora — precisamente quando gli scienziati,
durante l'osservazione di questa sorta di fenomeni, hanno voluto
procedere per via di similitudine — è avvenuto che abbiano deviato. Del
resto il fatto è là. Tutte le negazioni possibili non potranno far sì
che esso non esista, perché negare non significa provare. Dal canto
nostro non c'è nulla di soprannaturale. Ed è tutto quello che, al
riguardo, noi possiamo dire per il momento.
9. Se il fatto — si dirà — è
comprovato, noi lo accettiamo; accettiamo la causa stessa che voi
volete attribuirgli, quella cioè di un fluido sconosciuto. Ma chi ci
dimostra l'intervento degli Spiriti? È in ciò che sta il meraviglioso,
il soprannaturale.
Occorrerebbe qui una dimostrazione completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi, sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti, avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.
Occorrerebbe qui una dimostrazione completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi, sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti, avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.
10. Agli occhi di coloro che stimano la materia come la sola potenza della natura, tutto ciò che non può essere spiegato attraverso le leggi della materia è meraviglioso e soprannaturale e, per costoro, meraviglioso è sinonimo di superstizione. Se
così fosse, la religione, fondata sull'esistenza di un principio
immateriale, sarebbe un complesso di superstizioni. Essi non osano dirlo
ad alta voce, ma a voce bassa lo dicono, e credono di salvare le
apparenze, concedendo che di una religione v'è bisogno, per il popolo e
per far sì che i bambini siano buoni. Ora delle due cose l'una: o il
principio religioso è vero o è falso. Se è vero, lo è per tutti, se è
falso non ha certo maggior valore per gli ignoranti di quanto non ne
abbia per gli illuminati.
11. Quelli che attaccano lo
Spiritismo, in nome del meraviglioso, si appoggiano dunque,
generalmente, sul principio materialista, poiché negando ogni effetto
extra materiale essi negano, per questa stessa ragione, l'esistenza
dell'anima. Sondate a fondo il loro pensiero, scrutate bene il senso
delle loro parole, e voi vedrete quasi sempre questo principio, quando
non sia categoricamente formulato, spuntare sotto le apparenze d'una
pretesa filosofica razionale con cui essi lo coprono. Lanciando sul
conto del meraviglioso tutto ciò che proviene dall'esistenza dell'anima,
essi sono dunque coerenti con se stessi; non ammettendo la causa, essi
non possono ammetterne gli effetti. Da ciò nasce in loro un'opinione
preconcetta che li rende inadeguati a giudicare rettamente lo
Spiritismo, poiché partono dal principio della negazione di tutto ciò
che non è materiale.
Quanto a noi, per il fatto che ammettiamo tutti gli effetti che sono la conseguenza dell'esistenza dell'anima, ne consegue forse che accettiamo tutti i fatti stimati meravigliosi? Che siamo forse i campioni di tutti i sognatori, gli adepti di tutte le utopie, di tutte le eccentricità sistematiche? Si dovrebbe conoscere ben poco lo Spiritismo per pensarlo. Ma i nostri avversari, per fortuna, non guardano troppo per il sottile; la necessità di conoscere ciò di cui parlano è il minimo dei loro crucci.
Secondo loro, il meraviglioso è assurdo. Ora, lo Spiritismo poggia su fatti meravigliosi, quindi lo Spiritismo è assurdo: questo è per loro un giudizio senza appello. Essi credono di opporre un argomento inconfutabile allorché, dopo aver fatto erudite ricerche sui convulsionari di san Medardo, sui camisardi delle Cevenne o sulle religiose di Londun, sono arrivati a scoprirne evidenti fatti di frode, che nessuno contesta. Ma queste storie sono forse il vangelo dello Spiritismo? Hanno mai i sostenitori dello Spiritismo negato che il ciarlatanismo abbia utilizzato certi fatti a suo profitto, che l'immaginazione ne abbia creati, che il fanatismo moltissimi ne abbia esagerati? Lo Spiritismo non è maggiormente responsabile delle stravaganze che si possono commettere in suo nome, di quanto non lo sia la vera scienza degli abusi dell'ignoranza, né la vera religione degli eccessi di fanatismo. Molti critici giudicano lo Spiritismo solo sulla base dei racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono le finzioni. Altrettanto varrebbe allora giudicare la storia sulla base dei romanzi storici o delle tragedie.
Quanto a noi, per il fatto che ammettiamo tutti gli effetti che sono la conseguenza dell'esistenza dell'anima, ne consegue forse che accettiamo tutti i fatti stimati meravigliosi? Che siamo forse i campioni di tutti i sognatori, gli adepti di tutte le utopie, di tutte le eccentricità sistematiche? Si dovrebbe conoscere ben poco lo Spiritismo per pensarlo. Ma i nostri avversari, per fortuna, non guardano troppo per il sottile; la necessità di conoscere ciò di cui parlano è il minimo dei loro crucci.
Secondo loro, il meraviglioso è assurdo. Ora, lo Spiritismo poggia su fatti meravigliosi, quindi lo Spiritismo è assurdo: questo è per loro un giudizio senza appello. Essi credono di opporre un argomento inconfutabile allorché, dopo aver fatto erudite ricerche sui convulsionari di san Medardo, sui camisardi delle Cevenne o sulle religiose di Londun, sono arrivati a scoprirne evidenti fatti di frode, che nessuno contesta. Ma queste storie sono forse il vangelo dello Spiritismo? Hanno mai i sostenitori dello Spiritismo negato che il ciarlatanismo abbia utilizzato certi fatti a suo profitto, che l'immaginazione ne abbia creati, che il fanatismo moltissimi ne abbia esagerati? Lo Spiritismo non è maggiormente responsabile delle stravaganze che si possono commettere in suo nome, di quanto non lo sia la vera scienza degli abusi dell'ignoranza, né la vera religione degli eccessi di fanatismo. Molti critici giudicano lo Spiritismo solo sulla base dei racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono le finzioni. Altrettanto varrebbe allora giudicare la storia sulla base dei romanzi storici o delle tragedie.
12. Con logica elementare,
per discutere di una cosa, bisogna conoscerla, poiché l'opinione di un
critico non ha valore se non per il fatto ch'egli parla con perfetta
cognizione di causa. Allora soltanto la sua opinione, quand'anche fosse
errata, può essere presa in considerazione. Ma di quale peso essa
sarebbe in una materia ch'egli non consoce? Il vero critico deve dar
prova non solo di erudizione, ma anche d'un sapere profondo riguardo
all'oggetto che sta trattando, d'un giudizio onesto e di una
imparzialità a tutta prova; altrimenti il primo cantastorie che si
presentasse potrebbe arrogarsi il diritto di giudicare Rossini, e un
imbrattatele quello di criticare Raffaello.
13. Lo Spiritismo, dunque,
non accetta affatto tutti i fenomeni considerati meravigliosi o
soprannaturali. Lungi da ciò, esso dimostra l'impossibilità di un gran
numero di credenze e il ridicolo di alcune altre, che costituiscono, per
parlare con proprietà di linguaggio, la superstizione. È vero che in
ciò che lo Spiritismo ammette ci sono cose che per gli increduli hanno
del meraviglioso più puro, altrimenti detto superstizione. Sia pure. Ma
almeno non discutete che su questi punti, poiché sugli altri punti non
v'è nulla da dire, e voi state predicando a dei convertiti.
Attaccandovi a ciò che lo Spiritismo, lui stesso, rifiuta, voi provate la vostra ignoranza riguardo all'argomento, e i vostri argomenti precipiteranno nel falso. Ma — si dirà — dove si arresta la credenza nello Spiritismo? Leggete, osservate e lo saprete. Ogni scienza si acquisisce solo con il tempo e con lo studio. Ora, lo Spiritismo, il quale tocca le questioni più importanti della filosofia e tutti i settori dell'ordine sociale, il quale abbraccia nello stesso tempo l'uomo fisico e l'uomo morale, è in sé stesso una scienza completa, una completa filosofia che non può essere appresa in poche ore, proprio come non può esserlo qualsiasi altra scienza. Vedere tutto lo Spiritismo in una tavola che ruota, sarebbe altrettanto puerile che vedere tutta la fisica in certi giocattoli per l'infanzia. Per chiunque non voglia arrestarsi alla superficie dello Spiritismo, non si tratta di ore, ma di mesi e di anni: tanti ne necessitano per sondarne tutti gli arcani. Si valuti da ciò il grado di sapere e il valore dell'opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, solo perché hanno visto uno o due esperimenti, e, il più delle volte, per distrazione o passatempo. Essi diranno senza dubbio che non hanno l'opportunità di poter dedicare tutto il tempo necessario a questo studio. E sia pure. Niente ve li costringe. Ma allora, quando non si ha il tempo per apprendere una cosa, non ci si mette a parlarne e ancor meno a giudicarla, se non si vuole essere accusati di leggerezza. Ora, quanto più uno occupa una posizione elevata nella scienza, tanto meno è scusabile se tratta con leggerezza un soggetto che non conosce.
Attaccandovi a ciò che lo Spiritismo, lui stesso, rifiuta, voi provate la vostra ignoranza riguardo all'argomento, e i vostri argomenti precipiteranno nel falso. Ma — si dirà — dove si arresta la credenza nello Spiritismo? Leggete, osservate e lo saprete. Ogni scienza si acquisisce solo con il tempo e con lo studio. Ora, lo Spiritismo, il quale tocca le questioni più importanti della filosofia e tutti i settori dell'ordine sociale, il quale abbraccia nello stesso tempo l'uomo fisico e l'uomo morale, è in sé stesso una scienza completa, una completa filosofia che non può essere appresa in poche ore, proprio come non può esserlo qualsiasi altra scienza. Vedere tutto lo Spiritismo in una tavola che ruota, sarebbe altrettanto puerile che vedere tutta la fisica in certi giocattoli per l'infanzia. Per chiunque non voglia arrestarsi alla superficie dello Spiritismo, non si tratta di ore, ma di mesi e di anni: tanti ne necessitano per sondarne tutti gli arcani. Si valuti da ciò il grado di sapere e il valore dell'opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, solo perché hanno visto uno o due esperimenti, e, il più delle volte, per distrazione o passatempo. Essi diranno senza dubbio che non hanno l'opportunità di poter dedicare tutto il tempo necessario a questo studio. E sia pure. Niente ve li costringe. Ma allora, quando non si ha il tempo per apprendere una cosa, non ci si mette a parlarne e ancor meno a giudicarla, se non si vuole essere accusati di leggerezza. Ora, quanto più uno occupa una posizione elevata nella scienza, tanto meno è scusabile se tratta con leggerezza un soggetto che non conosce.
14. Riassumiamo nelle proposizioni che seguono quanto abbiamo esposto.
1°. Tutti i fenomeni spiritisti hanno come principio l'esistenza dell'anima, la sua sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni.
2°. Questi fenomeni, essendo fondati su una legge della natura, non hanno niente di meraviglioso né di soprannaturale, nel senso comune di questi termini.
3°. Molti fatti sono considerati soprannaturali, solo perché non se ne conosce la causa. Lo Spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel dominio dei fenomeni naturali.
4°. Tra i fatti qualificati come soprannaturali, ce ne sono molti di cui lo Spiritismo dimostra l'impossibilità, includendoli fra le credenze superstiziose.
5°. Benché lo Spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo di verità, assolutamente non dà il suo assenso a tutte le storie fantastiche create dalla immaginazione.
6°. Giudicare lo Spiritismo riguardo ai fatti che esso non ammette è dare prova d'ignoranza e togliere ogni valore alla propria opinione.
7°. La spiegazione dei fatti ammessi dallo Spiritismo, le loro cause e le loro conseguenze morali costituiscono una scienza completa e una completa filosofia, che richiede uno studio serio, perseverante e approfondito.
8°. Lo Spiritismo può considerare come critico serio solo colui che tutto abbia visto, studiato e approfondito, con la pazienza e la perseveranza d'un osservatore coscienzioso; colui che ne sapesse tanto su questo argomento, quanto l'adepto più illuminato; colui che, di conseguenza, avesse attinto le sue conoscenze da ben altra parte che non nei romanzi della scienza; colui a cui non si potesse opporre alcun fatto di cui non avesse conoscenza, alcun argomento che non avesse già meditato; colui che obiettasse, non con delle negazioni, ma con argomenti più categorici; colui che potesse infine attribuire una causa più logica ai fatti accertati. Tale critico è ancora da trovarsi.
1°. Tutti i fenomeni spiritisti hanno come principio l'esistenza dell'anima, la sua sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni.
2°. Questi fenomeni, essendo fondati su una legge della natura, non hanno niente di meraviglioso né di soprannaturale, nel senso comune di questi termini.
3°. Molti fatti sono considerati soprannaturali, solo perché non se ne conosce la causa. Lo Spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel dominio dei fenomeni naturali.
4°. Tra i fatti qualificati come soprannaturali, ce ne sono molti di cui lo Spiritismo dimostra l'impossibilità, includendoli fra le credenze superstiziose.
5°. Benché lo Spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo di verità, assolutamente non dà il suo assenso a tutte le storie fantastiche create dalla immaginazione.
6°. Giudicare lo Spiritismo riguardo ai fatti che esso non ammette è dare prova d'ignoranza e togliere ogni valore alla propria opinione.
7°. La spiegazione dei fatti ammessi dallo Spiritismo, le loro cause e le loro conseguenze morali costituiscono una scienza completa e una completa filosofia, che richiede uno studio serio, perseverante e approfondito.
8°. Lo Spiritismo può considerare come critico serio solo colui che tutto abbia visto, studiato e approfondito, con la pazienza e la perseveranza d'un osservatore coscienzioso; colui che ne sapesse tanto su questo argomento, quanto l'adepto più illuminato; colui che, di conseguenza, avesse attinto le sue conoscenze da ben altra parte che non nei romanzi della scienza; colui a cui non si potesse opporre alcun fatto di cui non avesse conoscenza, alcun argomento che non avesse già meditato; colui che obiettasse, non con delle negazioni, ma con argomenti più categorici; colui che potesse infine attribuire una causa più logica ai fatti accertati. Tale critico è ancora da trovarsi.
15. Noi abbiamo pronunciato poco fa la parola miracolo. Una breve osservazione su tale argomento non sarà inopportuna in questo capitolo sul meraviglioso.
Nella sua accezione primitiva, e per la sua etimologia, la parola miracolo significa cosa straordinaria, cosa mirabile a vedersi; ma questo termine, come tanti altri, si è discostato dal suo significato originario, e oggi (secondo l'Académie) si dice di un atto della potenza divina contrario alle comuni leggi della natura. Tale, in effetti, la sua usuale accezione, ed è solo per comparazioni o metafore che si applica alle cose volgari che ci sorprendono e la cui causa è sconosciuta. Non è assolutamente nelle nostre intenzioni esaminare se Dio ha potuto giudicare utile, in certe circostanze, contravvenire alle leggi da Lui stesso stabilite. Il nostro scopo è unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritisti, per quanto straordinari essi siano, non contravvengono affatto a queste leggi, non hanno alcun carattere miracoloso e non sono neppure meravigliosi o soprannaturali.
Il miracolo non si spiega. I fenomeni spiritisti, al contrario, si spiegano nella maniera più razionale. Non sono dunque dei miracoli, ma dei semplici effetti che hanno la loro ragion d'essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un'altra caratteristica, quella cioè di essere insolito e isolato. Ora, dal momento che un fatto si riproduce, per così dire, a volontà e per diverse persone, per ciò stesso non può essere un miracolo.
La scienza fa tutti i giorni dei miracoli agli occhi degli ignoranti: ecco perché una volta coloro che ne sapevano più del volgo passavano per stregoni. E siccome si credeva che ogni scienza sovrumana provenisse dal diavolo, li si bruciava. Al giorno d'oggi noi, che siamo molto più civilizzati, ci accontentiamo di mandarli negli istituti psichiatrici.
Che un uomo realmente morto, come abbiamo detto all'inizio, sia richiamato in vita per intervento divino, questo è un vero miracolo, perché ciò è contrario alle leggi della natura. Ma se quest'uomo ha solo le apparenze della morte, se c'è ancora in lui un resto di vitalità latente, e se la scienza, o un'azione magnetica, giunge a rianimarlo, per le persone illuminate si tratta di un fenomeno naturale. Tuttavia agli occhi del volgo ignorante il fatto passerà come miracoloso, e l'autore sarà o inseguito a sassate o venerato, a seconda del carattere degli individui. Se, in mezzo a certe campagne, un fisico lanciasse un aquilone elettrico e facesse cadere il fulmine su un albero, questo novello Prometeo sarebbe certamente considerato un uomo armato d'un potere diabolico. E, sia detto incidentalmente, ci sembra che Prometeo abbia in modo singolare preceduto Franklin. Ma Giosuè che arresta il movimento del Sole, o piuttosto della Terra, questo è il vero miracolo, poiché noi non conosciamo alcun magnetizzatore dotato d'una così grande potenza da operare un simile prodigio.
Di tutti i fenomeni spiritisti, uno dei più straordinari è senza dubbio quello della scrittura diretta, anche perché è uno di quei fenomeni che dimostrano nella maniera più evidente l'azione delle intelligenze occulte. Ma, per il fatto che il fenomeno sia prodotto da esseri occulti, non è esso più miracoloso di tutti gli altri fenomeni che sono dovuti a degli agenti invisibili. Infatti questi esseri occulti, che popolano gli spazi, sono una delle potenze della natura, una potenza la cui azione è incessante sul mondo materiale, come sul mondo morale.
Lo Spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave di un gran numero di cose inesplicate e inesplicabili da ogni altro mezzo, e che sono potute passare, nei tempi trascorsi, per dei prodigi. Lo Spiritismo rivela, allo stesso modo del magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno non ben compresa; o per meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, poiché essi si sono prodotti in ogni tempo, ma non se ne conosceva la legge, ed è l'ignoranza di questa legge che ha generato la superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso sparisce, e i fenomeni rientrano nell'ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti non fanno miracoli, facendo ruotare una tavola o facendo scrivere i trapassati, più di quanto non ne faccia il medico che fa rivivere un moribondo, o il fisico che fa cadere il fulmine. Colui che pretendesse, con l'aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli sarebbe, al riguardo, un ignorante o un imbroglione.
Nella sua accezione primitiva, e per la sua etimologia, la parola miracolo significa cosa straordinaria, cosa mirabile a vedersi; ma questo termine, come tanti altri, si è discostato dal suo significato originario, e oggi (secondo l'Académie) si dice di un atto della potenza divina contrario alle comuni leggi della natura. Tale, in effetti, la sua usuale accezione, ed è solo per comparazioni o metafore che si applica alle cose volgari che ci sorprendono e la cui causa è sconosciuta. Non è assolutamente nelle nostre intenzioni esaminare se Dio ha potuto giudicare utile, in certe circostanze, contravvenire alle leggi da Lui stesso stabilite. Il nostro scopo è unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritisti, per quanto straordinari essi siano, non contravvengono affatto a queste leggi, non hanno alcun carattere miracoloso e non sono neppure meravigliosi o soprannaturali.
Il miracolo non si spiega. I fenomeni spiritisti, al contrario, si spiegano nella maniera più razionale. Non sono dunque dei miracoli, ma dei semplici effetti che hanno la loro ragion d'essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un'altra caratteristica, quella cioè di essere insolito e isolato. Ora, dal momento che un fatto si riproduce, per così dire, a volontà e per diverse persone, per ciò stesso non può essere un miracolo.
La scienza fa tutti i giorni dei miracoli agli occhi degli ignoranti: ecco perché una volta coloro che ne sapevano più del volgo passavano per stregoni. E siccome si credeva che ogni scienza sovrumana provenisse dal diavolo, li si bruciava. Al giorno d'oggi noi, che siamo molto più civilizzati, ci accontentiamo di mandarli negli istituti psichiatrici.
Che un uomo realmente morto, come abbiamo detto all'inizio, sia richiamato in vita per intervento divino, questo è un vero miracolo, perché ciò è contrario alle leggi della natura. Ma se quest'uomo ha solo le apparenze della morte, se c'è ancora in lui un resto di vitalità latente, e se la scienza, o un'azione magnetica, giunge a rianimarlo, per le persone illuminate si tratta di un fenomeno naturale. Tuttavia agli occhi del volgo ignorante il fatto passerà come miracoloso, e l'autore sarà o inseguito a sassate o venerato, a seconda del carattere degli individui. Se, in mezzo a certe campagne, un fisico lanciasse un aquilone elettrico e facesse cadere il fulmine su un albero, questo novello Prometeo sarebbe certamente considerato un uomo armato d'un potere diabolico. E, sia detto incidentalmente, ci sembra che Prometeo abbia in modo singolare preceduto Franklin. Ma Giosuè che arresta il movimento del Sole, o piuttosto della Terra, questo è il vero miracolo, poiché noi non conosciamo alcun magnetizzatore dotato d'una così grande potenza da operare un simile prodigio.
Di tutti i fenomeni spiritisti, uno dei più straordinari è senza dubbio quello della scrittura diretta, anche perché è uno di quei fenomeni che dimostrano nella maniera più evidente l'azione delle intelligenze occulte. Ma, per il fatto che il fenomeno sia prodotto da esseri occulti, non è esso più miracoloso di tutti gli altri fenomeni che sono dovuti a degli agenti invisibili. Infatti questi esseri occulti, che popolano gli spazi, sono una delle potenze della natura, una potenza la cui azione è incessante sul mondo materiale, come sul mondo morale.
Lo Spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave di un gran numero di cose inesplicate e inesplicabili da ogni altro mezzo, e che sono potute passare, nei tempi trascorsi, per dei prodigi. Lo Spiritismo rivela, allo stesso modo del magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno non ben compresa; o per meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, poiché essi si sono prodotti in ogni tempo, ma non se ne conosceva la legge, ed è l'ignoranza di questa legge che ha generato la superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso sparisce, e i fenomeni rientrano nell'ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti non fanno miracoli, facendo ruotare una tavola o facendo scrivere i trapassati, più di quanto non ne faccia il medico che fa rivivere un moribondo, o il fisico che fa cadere il fulmine. Colui che pretendesse, con l'aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli sarebbe, al riguardo, un ignorante o un imbroglione.
16. I fenomeni spiritisti,
come pure i fenomeni magnetici, prima che uno ne conoscesse la causa,
son dovuti passare per dei prodigi. Ora, siccome gli scettici, gli
spiriti forti, vale a dire quelli che godono del privilegio esclusivo
della ragione e del buon senso, credono che una cosa non sia possibile
per il fatto che essi non la comprendono, ecco perché tutti i fatti
ritenuti prodigiosi sono oggetto delle loro derisioni. Siccome, poi, la
religione contiene un grande numero di fatti di questo genere, essi non
credono alla religione, e da qui all'incredulità assoluta non c'è che un
passo. Lo Spiritismo, spiegando la maggior parte di questi fatti,
assegna loro una ragion d'essere. Esso dunque viene in aiuto alla
religione, dimostrando la possibilità di certi fenomeni che, pur non
avendo più il carattere miracoloso, non sono per questo meno
straordinari. E Dio non è né meno grande né meno potente, per non aver
contravvenuto alle sue leggi.
Di quali irrisioni non furono oggetto le levitazioni di san Giuseppe da Copertino? Ora, la sospensione eterea dei corpi pesanti è un fatto spiegato dalla legge spiritista. Noi ne siamo stati personalmente testimoni oculari. E il signor Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato a più riprese i fenomeni generati da san Giuseppe da Copertino. Dunque questo fenomeno rientra nell'ordine delle cose naturali.
Di quali irrisioni non furono oggetto le levitazioni di san Giuseppe da Copertino? Ora, la sospensione eterea dei corpi pesanti è un fatto spiegato dalla legge spiritista. Noi ne siamo stati personalmente testimoni oculari. E il signor Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato a più riprese i fenomeni generati da san Giuseppe da Copertino. Dunque questo fenomeno rientra nell'ordine delle cose naturali.
17. Nel numero dei fatti di
questo genere, bisogna collocare in prima linea le apparizioni, perché
queste sono le più frequenti. Quella della Salette, sopra la quale
divergono le opinioni in seno allo stesso clero, per noi non ha nulla
d'insolito. Di certo noi non possiamo affermare che il fatto abbia avuto
luogo, perché non ne abbiamo la prova materiale. Ma, per noi, il fatto è
possibile, considerato che ci sono note migliaia di fatti analoghi recenti. Noi
ci crediamo non solo perché la loro realtà è per noi accertata, ma
soprattutto perché ci rendiamo perfettamente conto del modo in cui essi
si producono. Voglia il lettore far richiamo alla teoria — che esponiamo
più avanti — sulle apparizioni, e vedrà che questo fenomeno diventa
tanto semplice e plausibile, quanto un gran numero di fenomeni fisici, i
quali sono prodigiosi soltanto per non possederne noi la chiave di
spiegazione.
Quanto al personaggio che si è presentato alla Salette, è tutta un'altra questione. La sua identità non ci è affatto dimostrata. Noi costatiamo semplicemente che un'apparizione può aver avuto luogo, il resto non è di nostra competenza. Ognuno può, a questo riguardo, mantenere le sue convinzioni, e lo Spiritismo non deve occuparsene. Noi diciamo soltanto che i fatti prodotti dallo Spiritismo ci rivelano nuove leggi e ci offrono la chiave d'un gran numero di cose che sembravano soprannaturali. Se qualcuno di quei fatti, che passavano per miracolosi, trovano una spiegazione logica, questo è un motivo per non precipitarsi a negare ciò che non si comprende.
I fenomeni spiritisti sono contestati da certe persone, precisamente perché sembrano star fuori dalla legge comune e quindi non è possibile rendersene conto. Assegnate a essi una base razionale, e il dubbio cessa. La spiegazione, in questo secolo in cui non ci accontenta di parole, è dunque un possente motivo di convinzione. Così, vediamo tutti i giorni persone che non sono state testimoni di alcun fatto, che non hanno visto né una tavola ruotare né un medium scrivere, e che sono convinte quanto noi, unicamente perché esse hanno letto e compreso. Se uno non dovesse credere che a ciò che ha visto con i propri occhi, la nostra convinzione si ridurrebbe a ben poca cosa.
Quanto al personaggio che si è presentato alla Salette, è tutta un'altra questione. La sua identità non ci è affatto dimostrata. Noi costatiamo semplicemente che un'apparizione può aver avuto luogo, il resto non è di nostra competenza. Ognuno può, a questo riguardo, mantenere le sue convinzioni, e lo Spiritismo non deve occuparsene. Noi diciamo soltanto che i fatti prodotti dallo Spiritismo ci rivelano nuove leggi e ci offrono la chiave d'un gran numero di cose che sembravano soprannaturali. Se qualcuno di quei fatti, che passavano per miracolosi, trovano una spiegazione logica, questo è un motivo per non precipitarsi a negare ciò che non si comprende.
I fenomeni spiritisti sono contestati da certe persone, precisamente perché sembrano star fuori dalla legge comune e quindi non è possibile rendersene conto. Assegnate a essi una base razionale, e il dubbio cessa. La spiegazione, in questo secolo in cui non ci accontenta di parole, è dunque un possente motivo di convinzione. Così, vediamo tutti i giorni persone che non sono state testimoni di alcun fatto, che non hanno visto né una tavola ruotare né un medium scrivere, e che sono convinte quanto noi, unicamente perché esse hanno letto e compreso. Se uno non dovesse credere che a ciò che ha visto con i propri occhi, la nostra convinzione si ridurrebbe a ben poca cosa.
Capitolo III - METODO
18.Il desiderio molto
naturale e molto lodevole di ogni adepto — desiderio che non sarà mai
abbastanza incoraggiato — è quello di fare dei proseliti. È con lo scopo
di facilitare il loro compito che ci proponiamo di esaminare qui la
via, secondo noi, più sicura per raggiungere questo scopo, evitando loro
inutili sforzi.
Abbiamo detto che lo Spiritismo è una scienza completa e una completa filosofia. Colui che voglia seriamente conoscerlo deve, dunque, come prima condizione, disporsi a uno studio serio e convincersi che, non più che ogni altra scienza, lo Spiritismo non può essere appreso giocando.
Lo Spiritismo, l'abbiamo detto, tocca tutte le questioni che interessano l'umanità. Il suo campo è immenso ed è soprattutto nelle sue conseguenze che conviene esaminarlo. La credenza negli Spiriti ne costituisce senza dubbio la base, ma essa non è sufficiente per fare di un individuo uno Spiritista illuminato, così come la credenza in Dio non è sufficiente per farne un teologo. Vediamo dunque in qual modo conviene procedere in questo insegnamento per guidare con più sicurezza verso la convinzione.
Non siano affatto intimoriti gli adepti da questa parola "insegnamento". Non esiste solo l'insegnamento impartito dall'alto del pulpito o della tribuna, c'è anche quello della semplice conversazione. Ogni persona che cerchi di persuaderne un'altra sia attraverso il processo delle spiegazioni, sia attraverso quello delle esperienze, professa un insegnamento. Ciò che noi desideriamo è che la sua fatica dia dei frutti, ed è per questo che crediamo di dover dispensare qualche consiglio, di cui potranno egualmente approfittare coloro che vogliano istruirsi da sé stessi. Essi troveranno il modo per raggiungere con più sicurezza e rapidità l'obiettivo.
Abbiamo detto che lo Spiritismo è una scienza completa e una completa filosofia. Colui che voglia seriamente conoscerlo deve, dunque, come prima condizione, disporsi a uno studio serio e convincersi che, non più che ogni altra scienza, lo Spiritismo non può essere appreso giocando.
Lo Spiritismo, l'abbiamo detto, tocca tutte le questioni che interessano l'umanità. Il suo campo è immenso ed è soprattutto nelle sue conseguenze che conviene esaminarlo. La credenza negli Spiriti ne costituisce senza dubbio la base, ma essa non è sufficiente per fare di un individuo uno Spiritista illuminato, così come la credenza in Dio non è sufficiente per farne un teologo. Vediamo dunque in qual modo conviene procedere in questo insegnamento per guidare con più sicurezza verso la convinzione.
Non siano affatto intimoriti gli adepti da questa parola "insegnamento". Non esiste solo l'insegnamento impartito dall'alto del pulpito o della tribuna, c'è anche quello della semplice conversazione. Ogni persona che cerchi di persuaderne un'altra sia attraverso il processo delle spiegazioni, sia attraverso quello delle esperienze, professa un insegnamento. Ciò che noi desideriamo è che la sua fatica dia dei frutti, ed è per questo che crediamo di dover dispensare qualche consiglio, di cui potranno egualmente approfittare coloro che vogliano istruirsi da sé stessi. Essi troveranno il modo per raggiungere con più sicurezza e rapidità l'obiettivo.
19. Generalmente si crede
che per convincere sia sufficiente mostrare dei fatti. In effetti questo
sembra il cammino più logico, e tuttavia l'esperienza dimostra che non
sempre questo è il migliore. Infatti si vedono spesso persone, che i
fatti più evidenti non riescono per nulla a convincere. A che cosa deve
attribuirsi ciò? È quello che proveremo a dimostrare.
Nello Spiritismo, la questione degli Spiriti è secondaria e consecutiva; non è questo il punto di partenza, e sta precisamente qui l'errore in cui si cade e che spesso ci porta a fallire di fronte a certe persone. Non essendo gli Spiriti null'altro che le anime degli uomini, il vero punto di partenza sarà dunque l'esistenza dell'anima. Ora, come può il materialista ammettere che degli esseri vivano al di fuori del mondo materiale, quando crede sé stesso essere null'altro che materia? Come può credere che ci siano degli Spiriti al di fuori di lui, quando non crede di averne uno in sé stesso? Invano accumuleremmo davanti ai suoi occhi le prove più tangibili: le contesterebbe tutte, perché non ne ammette il principio.
Ogni insegnamento metodico deve procedere dall'elemento conosciuto a quello sconosciuto. Per il materialista, l'elemento conosciuto è la materia. Partite dunque dalla materia e cercate prima di tutto — facendogliela osservare — di convincerlo che in lui c'è qualcosa che sfugge alle leggi della materia. Brevemente: prima di renderlo SPIRITISTA cercate di renderlo SPIRITUALISTA. Ma questo è tutto un altro ordine di fatti, un insegnamento tutto speciale nel quale bisogna procedere con altri mezzi. Parlare al materialista degli Spiriti, prima ch'egli sia convinto di avere un'anima, è come incominciare da dove si dovrebbe finire, perché egli non può ammettere la conclusione se non ne ammette le premesse.
Prima dunque di cominciare a convincere un incredulo, anche con i fatti, conviene assicurarsi sulla sua opinione riguardo all'anima, vale a dire se egli crede alla sua esistenza, alla sua sopravvivenza al corpo, alla sua individualità dopo la morte. Se la sua risposta è negativa, sarebbe fatica sprecata parlargli degli Spiriti. Ecco la regola. Noi però non diciamo che tale regola non abbia delle eccezioni, ma allora il fatto è che esisterà probabilmente un'altra causa che lo renderà meno refrattario.
Nello Spiritismo, la questione degli Spiriti è secondaria e consecutiva; non è questo il punto di partenza, e sta precisamente qui l'errore in cui si cade e che spesso ci porta a fallire di fronte a certe persone. Non essendo gli Spiriti null'altro che le anime degli uomini, il vero punto di partenza sarà dunque l'esistenza dell'anima. Ora, come può il materialista ammettere che degli esseri vivano al di fuori del mondo materiale, quando crede sé stesso essere null'altro che materia? Come può credere che ci siano degli Spiriti al di fuori di lui, quando non crede di averne uno in sé stesso? Invano accumuleremmo davanti ai suoi occhi le prove più tangibili: le contesterebbe tutte, perché non ne ammette il principio.
Ogni insegnamento metodico deve procedere dall'elemento conosciuto a quello sconosciuto. Per il materialista, l'elemento conosciuto è la materia. Partite dunque dalla materia e cercate prima di tutto — facendogliela osservare — di convincerlo che in lui c'è qualcosa che sfugge alle leggi della materia. Brevemente: prima di renderlo SPIRITISTA cercate di renderlo SPIRITUALISTA. Ma questo è tutto un altro ordine di fatti, un insegnamento tutto speciale nel quale bisogna procedere con altri mezzi. Parlare al materialista degli Spiriti, prima ch'egli sia convinto di avere un'anima, è come incominciare da dove si dovrebbe finire, perché egli non può ammettere la conclusione se non ne ammette le premesse.
Prima dunque di cominciare a convincere un incredulo, anche con i fatti, conviene assicurarsi sulla sua opinione riguardo all'anima, vale a dire se egli crede alla sua esistenza, alla sua sopravvivenza al corpo, alla sua individualità dopo la morte. Se la sua risposta è negativa, sarebbe fatica sprecata parlargli degli Spiriti. Ecco la regola. Noi però non diciamo che tale regola non abbia delle eccezioni, ma allora il fatto è che esisterà probabilmente un'altra causa che lo renderà meno refrattario.
20. Fra i materialisti bisogna distinguere due categorie: nella prima metteremo quelli che lo sono per sistema. In
loro non esiste affatto il dubbio, esiste la negazione
assoluta, congetturata alla loro maniera. Ai loro occhi l'uomo non è che
una macchina che funziona finché è caricata, che si guasta, e di cui
dopo la morte non resta che la carcassa. Il loro numero è fortunatamente
molto ristretto e da nessuna parte costituisce una scuola che sia
altamente riconosciuta. Non abbiamo bisogno d'insistere sui deplorevoli
effetti che risulterebbero per l'ordine sociale dalla volgarizzazione
d'una simile dottrina. Noi ci siamo sufficientemente diffusi su questo
argomento ne Il libro degli Spiriti (n. 147 e Conclusione, paragrafo III).
Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli in presenza di una spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti estremisti, quelli che negano ogni potere e ogni principio intelligente al di fuori della materia. La maggior parte si ostina nella sua opinione per orgoglio e crede che il suo amor proprio debba essere impegnato a persistervi. Essi vi persistono a dispetto di tutte le prove contrarie, perché non vogliono avere la peggio. Con simile gente non c'è niente da fare; né bisogna lasciarsi illudere dal falso tono di sincerità di coloro che dicono: fatemi vedere e crederò. Ci sono poi quelli che sono più franchi e dicono schiettamente: vedrei qualcosa a cui non crederei mai.
Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli in presenza di una spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti estremisti, quelli che negano ogni potere e ogni principio intelligente al di fuori della materia. La maggior parte si ostina nella sua opinione per orgoglio e crede che il suo amor proprio debba essere impegnato a persistervi. Essi vi persistono a dispetto di tutte le prove contrarie, perché non vogliono avere la peggio. Con simile gente non c'è niente da fare; né bisogna lasciarsi illudere dal falso tono di sincerità di coloro che dicono: fatemi vedere e crederò. Ci sono poi quelli che sono più franchi e dicono schiettamente: vedrei qualcosa a cui non crederei mai.
21. La seconda categoria di
materialisti — e di gran lunga la più numerosa poiché il vero
materialismo è un sentimento non naturale — comprende coloro che lo sono
per indifferenza e, si può dire, per mancanza di meglio. Essi
lo sono non per deliberato proposito, e non domandano niente di meglio
che credere, poiché l'incertezza è per loro un tormento. C'è in costoro
una vaga aspirazione verso l'avvenire, ma questo avvenire è stato
presentato con tali colori che la loro ragione non può accettarli; da
qui il dubbio e, come conseguenza del dubbio, l'incredulità. In essi,
dunque, l'incredulità non è affatto un sistema.
Presentate loro qualcosa di razionale, ed essi l'accetteranno immediatamente. Questi poi possono comprenderci, perché sono più vicini a noi di quanto, senza dubbio, essi stessi non credano.
Con i primi non parlate né di rivelazione né degli angeli né del paradiso, essi non vi comprenderebbero. Ma, ponendovi sul loro terreno, innanzi tutto dimostrate loro che le leggi della fisiologia sono impotenti a render ragione di ogni cosa. Il resto verrà in seguito.
È tutto diverso quando l'incredulità non è preconcetta, perché allora la credenza non è del tutto nulla. Si tratta di un germe latente soffocato da cattive erbe, ma che una scintilla può rianimare. È il cieco a cui si rende la vista, e che è felice di rivedere la luce. È il naufrago a cui si tende l'ancora di salvezza.
Presentate loro qualcosa di razionale, ed essi l'accetteranno immediatamente. Questi poi possono comprenderci, perché sono più vicini a noi di quanto, senza dubbio, essi stessi non credano.
Con i primi non parlate né di rivelazione né degli angeli né del paradiso, essi non vi comprenderebbero. Ma, ponendovi sul loro terreno, innanzi tutto dimostrate loro che le leggi della fisiologia sono impotenti a render ragione di ogni cosa. Il resto verrà in seguito.
È tutto diverso quando l'incredulità non è preconcetta, perché allora la credenza non è del tutto nulla. Si tratta di un germe latente soffocato da cattive erbe, ma che una scintilla può rianimare. È il cieco a cui si rende la vista, e che è felice di rivedere la luce. È il naufrago a cui si tende l'ancora di salvezza.
22. Accanto ai materialisti
propriamente detti, c'è una terza categoria d'increduli che, benché
spiritualisti almeno di nome, non sono meno refrattari: si tratta degli increduli di cattiva volontà. Costoro
non sarebbero affatto contenti di dover credere, perché ciò turberebbe
la loro tranquillità nei piaceri materiali. Essi temono di vedervi la
condanna delle loro ambizioni, del loro egoismo e delle vanità umane con
cui si deliziano. Chiudono gli occhi per non vedere e si tappano le
orecchie per non sentire. Non si può che compiangerli.
23. Solo per non tralasciare di menzionarla, parleremo della quarta categoria, che chiameremo quella degli increduli interessati o di cattiva fede. Costoro
sanno benissimo ciò che devono pensare dello Spiritismo, ma
ostentatamente lo condannano per motivi d'interesse personale. Di
costoro non v'è nulla da dire, così come con loro non v'è nulla da fare.
Se il materialista puro s'inganna, egli ha almeno a suo vantaggio la
scusa della buona fede, lo si può far tornare in sé provandogli il suo
errore. In quest'altro, invece, c'è un partito preso, contro cui tutti
gli argomenti vengono a infrangersi. Il tempo s'incaricherà di aprir
loro gli occhi e di mostrare, forse a loro spese, dove erano i loro veri
interessi. Infatti, non potendo impedire alla verità di espandersi,
essi saranno travolti dal torrente e, con loro, quegli interessi che
credevano di salvaguardare.
24. Oltre a queste diverse categorie di oppositori, ne esiste una gamma infinita di altre, tra cui si possono contare gli increduli per pusillanimità: il coraggio verrà loro quando vedranno che gli altri non bruciano; gli increduli per scrupoli religiosi: uno
studio illuminato insegnerà loro che lo Spiritismo poggia sulle basi
fondamentali della religione, la quale rispetta tutte le credenze: anzi
uno dei suoi effetti è quello di infondere dei sentimenti religiosi in
coloro che non ne hanno, e di rafforzarli in coloro nei quali sono
vacillanti. Seguono poi gli increduli per orgoglio, per spirito di
contraddizione, per noncuranza, per leggerezza ecc.
25.Non possiamo omettere una categoria che chiameremo quella degli increduli per disillusione. Essa
comprende le persone che sono passate da una fede esagerata
all'incredulità, poiché hanno provato dei disinganni; scoraggiate, hanno
allora abbandonato tutto, hanno respinto tutto. Esse rientrano nel caso
di colui che nega la buona fede per essere stato ingannato.
Questo è ancora una volta il risultato di uno studio incompleto sullo Spiritismo e di una mancanza d'esperienza. Colui che è mistificato dagli Spiriti generalmente lo è perché domanda loro ciò che essi non devono o non possono dire, oppure perché non è abbastanza illuminato sulla cosa per poter discernere la verità dall'impostura. Molti, d'altra parte, non vedono nello Spiritismo che un nuovo mezzo di divinazione e immaginano che gli Spiriti esistano per predire la buona sorte. Ora, gli Spiriti leggeri e burloni non perdono occasione per divertirsi a spese di costoro. Avviene così ch'essi annunceranno mariti alle giovanette e onori, eredità, tesori nascosti all'ambizioso ecc. Da qui nascono spesso disinganni spiacevoli, da cui tuttavia l'uomo serio e prudente sa sempre tenersi lontano.
Questo è ancora una volta il risultato di uno studio incompleto sullo Spiritismo e di una mancanza d'esperienza. Colui che è mistificato dagli Spiriti generalmente lo è perché domanda loro ciò che essi non devono o non possono dire, oppure perché non è abbastanza illuminato sulla cosa per poter discernere la verità dall'impostura. Molti, d'altra parte, non vedono nello Spiritismo che un nuovo mezzo di divinazione e immaginano che gli Spiriti esistano per predire la buona sorte. Ora, gli Spiriti leggeri e burloni non perdono occasione per divertirsi a spese di costoro. Avviene così ch'essi annunceranno mariti alle giovanette e onori, eredità, tesori nascosti all'ambizioso ecc. Da qui nascono spesso disinganni spiacevoli, da cui tuttavia l'uomo serio e prudente sa sempre tenersi lontano.
26. Una categoria
numerosissima, addirittura la più numerosa di tutte, ma che non potrebbe
essere collocata fra quelle degli oppositori, è la categoria degli incerti. Essi sono generalmente spiritualisti per
principio. C'è nella maggior parte di loro una vaga intuizione delle
idee spiritiste, un'aspirazione verso un qualcosa che non possono
definire; non manca ai loro pensieri che d'essere coordinati e
formulati. Lo Spiritismo è per loro come una linea di luce: è il
chiarore che dissipa la nebbia. Così accolgono lo Spiritismo con
rapidità, perché esso li libera dalle angosce dell'incertezza.
27. Se, da qui, gettiamo un'occhiata sulle diverse categorie di credentinoi troveremo innanzitutto gli Spiritisti ignari d'esserlo. Questa,
propriamente parlando, è una varietà della categoria precedente. Senza
aver mai sentito parlare della Dottrina Spiritista, essi hanno innato il
sentimento dei grandi principi che da essa provengono, e questo
sentimento si riflette su alcuni passi dei loro scritti e dei loro
discorsi, a tal punto che udendoli li si crederebbe assolutamente degli
adepti. Se ne trovano numerosi esempi negli scrittori sacri e profani,
nei poeti, negli oratori, nei moralisti, nei filosofi antichi e moderni.
28. Fra coloro che si sono convinti attraverso uno studio diretto possiamo distinguere:
1°. coloro che credono puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo Spiritismo è per loro una semplice scienza d'osservazione, una serie di fatti più o meno curiosi. Noi li chiameremo Spiritisti sperimentatori;
2°. coloro che vedono nello Spiritismo, oltre ai fatti, qualcos'altro. Ne comprendono la parte filosofica, ammirano la morale che ne deriva, ma non la praticano. La sua influenza sul loro carattere è insignificante o nulla; non cambiano alcuna delle loro abitudini e non rinuncerebbero a un solo piacere. L'avaro è sempre avaro, l'orgoglioso sempre pieno di sé, l'invidioso e il geloso sempre ostili. Per loro la carità cristiana non è che una bella massima. Sono, questi, gli Spiritisti imperfetti;
3°. coloro che non si accontentano di ammirare la morale, ma la praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti che l'esistenza terrena è una prova passeggera, cercano di mettere a frutto questi brevi istanti, per marciare sulla via del progresso — che è il solo a poter elevarli nella gerarchia del mondo degli Spiriti — sforzandosi di fare il bene e di reprimere le inclinazioni cattive. Le relazioni con loro offrono sempre sicurezza, poiché la loro convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La carità è in tutte le cose la regola della loro condotta. Questi sono i veri Spiritisti o, per meglio dire, gli Spiritisti cristiani;
4°. vi sono, infine, gli Spiritisti esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se essa prendesse sempre solo il lato buono delle cose. L'esagerazione è nociva in tutto. Nello Spiritismo essa ripone una fiducia troppo cieca e spesso puerile nelle cose del mondo invisibile e fa accettare troppo facilmente e senza controlli ciò di cui la riflessione e l'analisi dimostrerebbero l'assurdità o l'impossibilità. Ma l'entusiasmo non riflette, abbaglia. Questa sorta di adepti è più nociva che utile alla causa dello Spiritismo. Sono i adatti a convincere, perché si diffida, e con ragione, della loro opinione. Essi sono vittime della loro gran buona fede da parte sia degli Spiriti mistificatori, sia degli uomini che cercano di sfruttare la loro credulità. Se essi fossero i soli a doverne subire le conseguenze, non sarebbe che il male minore; il peggio è che, senza volerlo, offrono delle armi agli increduli, i quali cercano le occasioni per farsi beffe dello Spiritismo piuttosto che quelle per convincersene, né mancano di attribuire genericamente a tutti il ridicolo di alcuni. Senza dubbio, questo non è né giusto né razionale. Ma, si sa, gli avversari dello Spiritismo non riconoscono che le loro ragioni come le sole di buona lega, e conoscere a fondo ciò di cui parlano è la minore delle loro preoccupazioni.
1°. coloro che credono puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo Spiritismo è per loro una semplice scienza d'osservazione, una serie di fatti più o meno curiosi. Noi li chiameremo Spiritisti sperimentatori;
2°. coloro che vedono nello Spiritismo, oltre ai fatti, qualcos'altro. Ne comprendono la parte filosofica, ammirano la morale che ne deriva, ma non la praticano. La sua influenza sul loro carattere è insignificante o nulla; non cambiano alcuna delle loro abitudini e non rinuncerebbero a un solo piacere. L'avaro è sempre avaro, l'orgoglioso sempre pieno di sé, l'invidioso e il geloso sempre ostili. Per loro la carità cristiana non è che una bella massima. Sono, questi, gli Spiritisti imperfetti;
3°. coloro che non si accontentano di ammirare la morale, ma la praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti che l'esistenza terrena è una prova passeggera, cercano di mettere a frutto questi brevi istanti, per marciare sulla via del progresso — che è il solo a poter elevarli nella gerarchia del mondo degli Spiriti — sforzandosi di fare il bene e di reprimere le inclinazioni cattive. Le relazioni con loro offrono sempre sicurezza, poiché la loro convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La carità è in tutte le cose la regola della loro condotta. Questi sono i veri Spiritisti o, per meglio dire, gli Spiritisti cristiani;
4°. vi sono, infine, gli Spiritisti esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se essa prendesse sempre solo il lato buono delle cose. L'esagerazione è nociva in tutto. Nello Spiritismo essa ripone una fiducia troppo cieca e spesso puerile nelle cose del mondo invisibile e fa accettare troppo facilmente e senza controlli ciò di cui la riflessione e l'analisi dimostrerebbero l'assurdità o l'impossibilità. Ma l'entusiasmo non riflette, abbaglia. Questa sorta di adepti è più nociva che utile alla causa dello Spiritismo. Sono i adatti a convincere, perché si diffida, e con ragione, della loro opinione. Essi sono vittime della loro gran buona fede da parte sia degli Spiriti mistificatori, sia degli uomini che cercano di sfruttare la loro credulità. Se essi fossero i soli a doverne subire le conseguenze, non sarebbe che il male minore; il peggio è che, senza volerlo, offrono delle armi agli increduli, i quali cercano le occasioni per farsi beffe dello Spiritismo piuttosto che quelle per convincersene, né mancano di attribuire genericamente a tutti il ridicolo di alcuni. Senza dubbio, questo non è né giusto né razionale. Ma, si sa, gli avversari dello Spiritismo non riconoscono che le loro ragioni come le sole di buona lega, e conoscere a fondo ciò di cui parlano è la minore delle loro preoccupazioni.
29.I mezzi di convincimento
variano estremamente a seconda degli individui: ciò che persuade gli uni
non produce nulla sugli altri. Il tale è convinto da certe
manifestazioni materiali, il talaltro da comunicazioni intelligenti, il
maggior numero dal ragionamento. Noi possiamo anche dire che per la
maggior parte di coloro che non sono preparati attraverso il
ragionamento, i fenomeni materiali sono di ben poco peso. Quanto più
questi fenomeni sono straordinari e si discostano dalle leggi comuni,
tanto più incontrano opposizione. E ciò per una ragione semplicissima:
si è naturalmente portati a dubitare d'una cosa che non abbia una
conferma razionale; ciascuno la considera dal suo punto di vista e se la
spiega a modo suo. Il materialista vi scorge una causa puramente fisica
o una frode, l'ignorante e il superstizioso una causa diabolica o
soprannaturale. Una spiegazione preliminare, invece, produce l'effetto
di distruggere le idee preconcette e di mostrare, se non la realtà,
almeno la possibilità della cosa, che viene compresa ancor prima di
essere stata vista. Ora, dal momento che la possibilità è riconosciuta,
la convinzione è per tre quarti raggiunta.
30. È forse utile cercare di
convincere un incredulo ostinato? Abbiamo già detto che ciò dipende
dalle cause e dalla natura della sua incredulità. Sovente, l'insistenza
che uno può mettere nel persuaderlo lo porta a credere in una sua
personale importanza, ed è questa per lui ragione di più per ostinarsi.
Chi non è convinto né dal ragionamento né dai fatti è colui che deve
ancora affrontare la prova dell'incredulità. Bisogna lasciare alla
Providenza la cura di fargli incontrare circostanze più favorevoli.
Tanti sono quelli che non chiedono altro che di ricevere la luce, ragion
per cui non vale la pena di perdere il proprio tempo con quelli che la
respingono. Indirizzatevi dunque verso gli uomini di buona volontà, il
cui numero è più grande di quanto non si creda, e il loro esempio,
moltiplicandosi, vincerà ogni resistenza più di quanto non riescano a
fare le parole.
Il vero Spiritista non mancherà mai di fare il bene: cuori affranti da sollevare, consolazioni da offrire, disperazioni da calmare, riforme morali da attuare. Qui è la sua missione e qui troverà anche la sua vera soddisfazione. Lo Spiritismo è nell'aria; si diffonde attraverso la forza delle cose anche perché rende felici coloro che lo professano. Quando i suoi avversari sistematici lo sentiranno riecheggiare intorno a sé e fra i loro stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno indotti o a tacere o ad arrendersi.
Il vero Spiritista non mancherà mai di fare il bene: cuori affranti da sollevare, consolazioni da offrire, disperazioni da calmare, riforme morali da attuare. Qui è la sua missione e qui troverà anche la sua vera soddisfazione. Lo Spiritismo è nell'aria; si diffonde attraverso la forza delle cose anche perché rende felici coloro che lo professano. Quando i suoi avversari sistematici lo sentiranno riecheggiare intorno a sé e fra i loro stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno indotti o a tacere o ad arrendersi.
31. Per procedere
nell'insegnamento dello Spiritismo come si farebbe con le scienze
ordinarie, bisognerebbe passare in rivista tutta la serie dei fenomeni
che possono prodursi, incominciando dai più semplici per arrivare a
quelli più complicati. Ora, questo non è possibile, perché sarebbe
impossibile fare un corso di Spiritismo sperimentale, come si farebbe un
corso di fisica o di chimica. Nelle scienze naturali si opera sulla
materia grossolana che si manipola secondo la propria volontà, e si è
quasi sempre certi di poterne regolare gli effetti. Nello Spiritismo si
ha a che fare con delle intelligenze che hanno la loro libertà e che a
ogni istante ci dimostrano che esse non sono sottoposte ai nostri
capricci. Bisogna dunque osservare, attendere i risultati, coglierli al
volo. Anche noi dunque diciamo chiaramente che chiunque si vantasse di ottenerli secondo la propria volontà non può essere che un ignorante o un impostore. È
per questo che il VERO Spiritismo non darà mai spettacolo di sé né
calcherà mai le scene. C'è addirittura qualcosa d'illogico nel supporre
che degli Spiriti corrano a fare la parata e si sottopongano a una
investigazione come degli oggetti di curiosità. I fenomeni, dunque,
potrebbero o non accadere quando se ne avrebbe bisogno, o presentarsi in
ordine ben diverso da quello che si desidera. Aggiungiamo ancora che,
per ottenerli, occorrono delle persone dotate di facoltà speciali, e che
queste facoltà variano all'infinito secondo l'attitudine degli
individui. Ora, siccome è estremamente raro che la medesima persona
abbia tutte le attitudini, esiste una difficoltà in più, poiché
bisognerebbe sempre avere a portata di mano una vera collezione di
medium, la qual cosa è quasi impossibile.
Il mezzo per ovviare a questo inconveniente è semplicissimo: occorre incominciare dalla teoria. Qui tutti i fenomeni vengono passati in rassegna, sono spiegati, ci se ne può render conto, si può comprendere la possibilità, si possono conoscere le condizioni nelle quali è possibile che si producano o che incontrino degli ostacoli. Allora, qualunque sia l'ordine con il quale sono indotti dalle circostanze, essi non avranno più niente che possa sorprendere. Questa strada offre ancora un altro vantaggio, quello cioè di risparmiare, a chi voglia operare, una infinità di disinganni. Premunito contro le difficoltà, egli può stare in guardia ed evitare di acquisire l'esperienza a sue spese.
Ci sarebbe difficile dire, da quando ci occupiamo di Spiritismo, il numero delle persone che sono venute da noi, e, fra queste, quante ne abbiamo viste rimanere indifferenti o incredule in presenza dei fatti più palesi, ed essere persuase, più tardi, solo da una spiegazione ragionata. Altrettanto è difficile dire quante altre persone siano state predisposte al convincimento dal ragionamento, quante altre, infine, siano state persuase senza nulla aver visto, ma unicamente perché avevano compreso.
È dunque per esperienza che noi parliamo ed è anche per questo che noi diciamo che il miglior metodo d'insegnamento spiritista è quello di indirizzarsi verso la ragione, prima di dirigersi agli occhi. È il metodo che noi seguiamo nelle nostre lezioni e non abbiamo che da congratularcene.[1]
[1] Il nostro insegnamento teorico e pratico è sempre gratuito.
Il mezzo per ovviare a questo inconveniente è semplicissimo: occorre incominciare dalla teoria. Qui tutti i fenomeni vengono passati in rassegna, sono spiegati, ci se ne può render conto, si può comprendere la possibilità, si possono conoscere le condizioni nelle quali è possibile che si producano o che incontrino degli ostacoli. Allora, qualunque sia l'ordine con il quale sono indotti dalle circostanze, essi non avranno più niente che possa sorprendere. Questa strada offre ancora un altro vantaggio, quello cioè di risparmiare, a chi voglia operare, una infinità di disinganni. Premunito contro le difficoltà, egli può stare in guardia ed evitare di acquisire l'esperienza a sue spese.
Ci sarebbe difficile dire, da quando ci occupiamo di Spiritismo, il numero delle persone che sono venute da noi, e, fra queste, quante ne abbiamo viste rimanere indifferenti o incredule in presenza dei fatti più palesi, ed essere persuase, più tardi, solo da una spiegazione ragionata. Altrettanto è difficile dire quante altre persone siano state predisposte al convincimento dal ragionamento, quante altre, infine, siano state persuase senza nulla aver visto, ma unicamente perché avevano compreso.
È dunque per esperienza che noi parliamo ed è anche per questo che noi diciamo che il miglior metodo d'insegnamento spiritista è quello di indirizzarsi verso la ragione, prima di dirigersi agli occhi. È il metodo che noi seguiamo nelle nostre lezioni e non abbiamo che da congratularcene.[1]
[1] Il nostro insegnamento teorico e pratico è sempre gratuito.
32. Lo studio preliminare
della teoria ha un altro vantaggio, quello cioè di mostrare
immediatamente la grandezza dello scopo e il valore di questa scienza.
Colui che inizia vedendo una tavola ruotare o battere dei colpi si sente
più incline all'irrisione, poiché difficilmente può immaginarsi che da
una tavola possa scaturire una dottrina rigeneratrice dell'umanità. Noi
abbiamo sempre osservato che quelli che credono — prima d'aver visto —
solo perché hanno letto e compreso, lungi dall'essere superficiali, sono
al contrario quelli che riflettono di più. Attaccandosi più alla
sostanza che alla forma, per loro la parte filosofica è la principale, e
i fenomeni propriamente detti sono l'accessorio. Essi dicono che anche
qualora questi fenomeni non esistessero, ne resterebbe almeno una
filosofia che sola risolve problemi finora insoluti, che sola dà del
passato e del suo avvenire la teoria più razionale. Essi, dunque,
preferiscono una dottrina che spieghi a fronte di ogni altra che non
spieghi o che spieghi male.
Chiunque rifletta comprende benissimo che si potrebbe fare astrazione delle manifestazioni, e che la Dottrina non cesserebbe di sussistere. Le manifestazioni vengono a corroborarla, a confermarla, ma non ne costituiscono la base essenziale; l'osservatore serio non le respinge, al contrario, ma attende le circostanze favorevoli che gli permetteranno di esserne testimone. La prova di ciò che noi avanziamo è che, prima di aver sentito parlare delle manifestazioni, una quantità di persone aveva l'intuizione di questa Dottrina, la quale non ha fatto che dare un corpo, un insieme alle loro idee.
Chiunque rifletta comprende benissimo che si potrebbe fare astrazione delle manifestazioni, e che la Dottrina non cesserebbe di sussistere. Le manifestazioni vengono a corroborarla, a confermarla, ma non ne costituiscono la base essenziale; l'osservatore serio non le respinge, al contrario, ma attende le circostanze favorevoli che gli permetteranno di esserne testimone. La prova di ciò che noi avanziamo è che, prima di aver sentito parlare delle manifestazioni, una quantità di persone aveva l'intuizione di questa Dottrina, la quale non ha fatto che dare un corpo, un insieme alle loro idee.
33. Del resto non sarebbe
esatto dire che coloro che iniziano dalla teoria manchino di oggetti di
osservazioni pratiche. Al contrario, non solo essi non mancano di
manifestazioni, ma queste devono avere ai loro occhi addirittura un peso
maggiore di quelle che si potrebbero produrre davanti a loro. Si tratta
di numerosi fatti di manifestazioni spontanee di
cui parleremo nei capitoli successivi. Poche sono le persone che non ne
abbiano conoscenza almeno per sentito dire. Molte ne hanno avute loro
stesse, ma non vi avevano prestato che una mediocre attenzione. La
teoria ha la peculiarità di darne la spiegazione. E noi diciamo che
questi fatti hanno un gran peso, quando poggiano su testimonianze
irrefutabili, perché non se ne può supporre né preparazione né
connivenza. Se i fenomeni provocati non esistessero, non per questo
cesserebbero di esistere quelli spontanei, e lo Spiritismo non avrebbe
per risultato che quello di darne una soluzione razionale, la qual cosa
sarebbe già molto. Inoltre, la maggior parte di coloro che leggono
preventivamente riportano le loro reminiscenze su questi fatti, che sono
per loro una conferma della teoria.
34. Stranamente
s'ingannerebbe circa il nostro modo di vedere chi supponesse che noi
consigliamo di trascurare i fatti. È attraverso i fatti che siamo
arrivati alla teoria. È vero che ci è occorso per questo un lavoro
assiduo di parecchi anni e di migliaia di osservazioni; ma poiché i
fatti ci sono serviti e ci servono tutti i giorni, saremmo incoerenti
con noi stessi se ne contestassimo l'importanza, soprattutto ora che
stiamo realizzando un libro destinato a farli conoscere. Noi diciamo
soltanto che senza il ragionamento essi non sono sufficienti a
determinare la convinzione. Una spiegazione preventiva, invece, la quale
distrugga i preconcetti e dimostri che essi non sono per nulla opposti
alla ragione, dispone ad accettarli.
Questo è così vero che, su dieci persone completamente agli esordi, le quali assisteranno a una seduta di sperimentazione — fosse pure una delle più soddisfacenti dal punto di vista degli adepti — nove usciranno senza essere convinte, e alcune saranno più incredule di prima, poiché gli esperimenti non avranno corrisposto alla loro aspettativa. Avverrà completamente il contrario con quelle persone che potranno rendersene conto attraverso una conoscenza teorica anticipata. Per loro si tratta di un mezzo di controllo, ma nulla le sorprende, neppure l'insuccesso, poiché esse sanno in quali condizioni i fatti si producono, e che non bisogna da tali fatti aspettarsi se non quello ch'essi possono dare. La loro preventiva conoscenza, dunque, le mette in grado di rendersi conto di tutte le anomalie, permettendo di cogliervi un'infinità di dettagli e di gradualità spesso delicatissime. Questi sono per loro mezzi di convincimento che sfuggono all'osservatore ignorante.
Tali motivi ci inducono ad ammettere alle nostre sedute sperimentali solamente le persone che possiedono delle nozioni preparatorie sufficienti per comprendere quello che vi si fa, persuasi che le altre persone vi perderebbero il loro tempo o ci farebbero perdere il nostro.
Questo è così vero che, su dieci persone completamente agli esordi, le quali assisteranno a una seduta di sperimentazione — fosse pure una delle più soddisfacenti dal punto di vista degli adepti — nove usciranno senza essere convinte, e alcune saranno più incredule di prima, poiché gli esperimenti non avranno corrisposto alla loro aspettativa. Avverrà completamente il contrario con quelle persone che potranno rendersene conto attraverso una conoscenza teorica anticipata. Per loro si tratta di un mezzo di controllo, ma nulla le sorprende, neppure l'insuccesso, poiché esse sanno in quali condizioni i fatti si producono, e che non bisogna da tali fatti aspettarsi se non quello ch'essi possono dare. La loro preventiva conoscenza, dunque, le mette in grado di rendersi conto di tutte le anomalie, permettendo di cogliervi un'infinità di dettagli e di gradualità spesso delicatissime. Questi sono per loro mezzi di convincimento che sfuggono all'osservatore ignorante.
Tali motivi ci inducono ad ammettere alle nostre sedute sperimentali solamente le persone che possiedono delle nozioni preparatorie sufficienti per comprendere quello che vi si fa, persuasi che le altre persone vi perderebbero il loro tempo o ci farebbero perdere il nostro.
35. A coloro che vorranno
acquisire queste conoscenze preliminari attraverso le nostre opere,
l'ordine di lettura da noi consigliato è il seguente:
1°. Che cos'è lo Spiritismo? Questo libriccino, di poco più d'un centinaio di pagine, è un'esposizione sommaria dei principi della Dottrina Spiritista, un colpo d'occhio generale che permette d'abbracciare l'insieme in un quadro ristretto. Con poche parole esso ne illustra lo scopo, e ognuno può giudicarne l'importanza. Vi si trova inoltre la risposta alle principali questioni e obiezioni che le persone novizie si sentono naturalmente propense a porre. Questa prima lettura, che richiede solo poco tempo, è un'introduzione che facilita uno studio più approfondito.
2°. Il libro degli Spiriti. Contiene la dottrina completa, dettata dagli Spiriti stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue conseguenze morali. È la rivelazione del destino dell'uomo, l'iniziazione alla conoscenza della natura degli Spiriti e ai misteri della vita d'oltretomba. Leggendolo si comprende come lo Spiritismo abbia uno scopo serio e non sia un frivolo passatempo.
3°. Il libro dei Medium. È destinato a guidare coloro che desiderano inoltrarsi nella pratica delle manifestazioni, attraverso la conoscenza dei mezzi più idonei per comunicare con gli Spiriti. È una guida sia per i medium sia per gli evocatori, ed è il complemento de Il libro degli Spiriti.
4°. La Rivista Spiritista. È una raccolta antologica di fatti, di spiegazioni teoriche e di brani isolati che completano quanto è detto nelle due precedenti opere e ne è in qualche modo l'applicazione. Se ne può fare la lettura nello stesso tempo, ma essa sarà più proficua e intelligibile soprattutto dopo quella de Il libro degli Spiriti.
Questo è quanto per ciò che ci concerne. Coloro, poi, che di una scienza vogliano conoscere tutto devono necessariamente leggere tinto ciò che sulla materia è stato scritto, o almeno le cose principali, e non limitarsi a un solo autore. Essi devono anche leggere il pro e il contro, le critiche come pure le apologie, iniziarsi ai differenti sistemi, allo scopo di poter giudicare attraverso il raffronto.
Da questo lato, noi non preconizziamo né critichiamo alcuna opera, non volendo assolutamente influire sull'opinione che ci se ne può formare. Apportando la nostra pietra all'edificio, noi ci collochiamo nelle righe. Non ci appartiene affatto essere giudice e parte, né abbiamo la ridicola pretesa di essere gli unici dispensatori della luce. È il lettore che deve separare il buono dal cattivo, il vero dal falso.
1°. Che cos'è lo Spiritismo? Questo libriccino, di poco più d'un centinaio di pagine, è un'esposizione sommaria dei principi della Dottrina Spiritista, un colpo d'occhio generale che permette d'abbracciare l'insieme in un quadro ristretto. Con poche parole esso ne illustra lo scopo, e ognuno può giudicarne l'importanza. Vi si trova inoltre la risposta alle principali questioni e obiezioni che le persone novizie si sentono naturalmente propense a porre. Questa prima lettura, che richiede solo poco tempo, è un'introduzione che facilita uno studio più approfondito.
2°. Il libro degli Spiriti. Contiene la dottrina completa, dettata dagli Spiriti stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue conseguenze morali. È la rivelazione del destino dell'uomo, l'iniziazione alla conoscenza della natura degli Spiriti e ai misteri della vita d'oltretomba. Leggendolo si comprende come lo Spiritismo abbia uno scopo serio e non sia un frivolo passatempo.
3°. Il libro dei Medium. È destinato a guidare coloro che desiderano inoltrarsi nella pratica delle manifestazioni, attraverso la conoscenza dei mezzi più idonei per comunicare con gli Spiriti. È una guida sia per i medium sia per gli evocatori, ed è il complemento de Il libro degli Spiriti.
4°. La Rivista Spiritista. È una raccolta antologica di fatti, di spiegazioni teoriche e di brani isolati che completano quanto è detto nelle due precedenti opere e ne è in qualche modo l'applicazione. Se ne può fare la lettura nello stesso tempo, ma essa sarà più proficua e intelligibile soprattutto dopo quella de Il libro degli Spiriti.
Questo è quanto per ciò che ci concerne. Coloro, poi, che di una scienza vogliano conoscere tutto devono necessariamente leggere tinto ciò che sulla materia è stato scritto, o almeno le cose principali, e non limitarsi a un solo autore. Essi devono anche leggere il pro e il contro, le critiche come pure le apologie, iniziarsi ai differenti sistemi, allo scopo di poter giudicare attraverso il raffronto.
Da questo lato, noi non preconizziamo né critichiamo alcuna opera, non volendo assolutamente influire sull'opinione che ci se ne può formare. Apportando la nostra pietra all'edificio, noi ci collochiamo nelle righe. Non ci appartiene affatto essere giudice e parte, né abbiamo la ridicola pretesa di essere gli unici dispensatori della luce. È il lettore che deve separare il buono dal cattivo, il vero dal falso.
Capitolo IV - SISTEMI
36.Quando gli strani
fenomeni dello Spiritismo hanno incominciato a verificarsi o, per meglio
dire, si sono rinnovati in questi ultimi tempi, il primo sentimento che
hanno suscitato è stato quello del dubbio sulla loro stessa realtà e
ancor di più sulle loro cause. Allorché essi sono stati accertati da
testimonianze irrefutabili e dagli esperimenti che ciascuno ha potuto
fare, è accaduto che ciascuno li ha interpretati a modo suo, secondo le
sue idee personali, le sue credenze o i suoi pregiudizi. Da qui,
molteplici sistemi che una più attenta osservazione avrebbe dovuto
ridurre al loro giusto valore.
Gli avversari dello Spiritismo hanno creduto di trovare un argomento in questa divergenza di opinioni, dicendo che gli Spiriti stessi non sono d'accordo fra loro. Si trattava di una ragione ben meschina, se si riflette che i primi passi di ogni scienza nascente sono necessariamente incerti, fino a quando il tempo non abbia permesso di riunire e di coordinare tutti quei fatti che possono saldamente fissarne l'opinione. Nella misura in cui i fatti si completano e sono con più attenzione osservati, vengono cancellate le idee premature, se ne stabilisce l'unità, almeno sui punti basilari, se non in tutti i dettagli. È ciò che ha avuto luogo con lo Spiritismo. Esso non poteva, infatti, sfuggire alla legge comune e, per sua natura, doveva anche prestarsi più di ogni altro argomento alla diversità delle interpretazioni. Si può anche dire che a questo riguardo lo Spiritismo è stato più rapido di altre scienze più antiche, quali la medicina, per esempio, che ancora divide i più grandi scienziati.
Gli avversari dello Spiritismo hanno creduto di trovare un argomento in questa divergenza di opinioni, dicendo che gli Spiriti stessi non sono d'accordo fra loro. Si trattava di una ragione ben meschina, se si riflette che i primi passi di ogni scienza nascente sono necessariamente incerti, fino a quando il tempo non abbia permesso di riunire e di coordinare tutti quei fatti che possono saldamente fissarne l'opinione. Nella misura in cui i fatti si completano e sono con più attenzione osservati, vengono cancellate le idee premature, se ne stabilisce l'unità, almeno sui punti basilari, se non in tutti i dettagli. È ciò che ha avuto luogo con lo Spiritismo. Esso non poteva, infatti, sfuggire alla legge comune e, per sua natura, doveva anche prestarsi più di ogni altro argomento alla diversità delle interpretazioni. Si può anche dire che a questo riguardo lo Spiritismo è stato più rapido di altre scienze più antiche, quali la medicina, per esempio, che ancora divide i più grandi scienziati.
37. Nell'ordine metodico, conviene collocare in testa quelli che si potrebbero chiamare sistemi della negazione, vale
a dire quelli degli avversari dello Spiritismo. Noi abbiamo discusso le
loro obiezioni nell'introduzione e nella conclusione de Il libro degli Spiriti e anche nella piccola opera intitolata Che cos'è lo Spiritismo? Sarebbe superfluo ritornarvi qui, e ci limiteremo a ricordare in due parole i motivi sui quali tali obiezioni si fondano.
I fenomeni spiritisti sono di due tipi: quelli con effetti fisici e quelli con effetti intelligenti. I detrattori dello Spiritismo non ammettono l'esistenza degli Spiriti, per la stessa ragione per cui non ammettono niente al di fuori della materia. Ben si comprende, quindi, come essi neghino gli effetti intelligenti. Riguardo agli effetti fisici, li commentano dal loro punto di vista, e i loro argomenti possono riassumersi nei quattro sistemi che seguono.
I fenomeni spiritisti sono di due tipi: quelli con effetti fisici e quelli con effetti intelligenti. I detrattori dello Spiritismo non ammettono l'esistenza degli Spiriti, per la stessa ragione per cui non ammettono niente al di fuori della materia. Ben si comprende, quindi, come essi neghino gli effetti intelligenti. Riguardo agli effetti fisici, li commentano dal loro punto di vista, e i loro argomenti possono riassumersi nei quattro sistemi che seguono.
38. Sistema del ciarlatanesimo. Fra
gli antagonisti dello Spiritismo, molti attribuiscono questi effetti
all'inganno, per la ragione che alcuni si sono potuti imitare. Questa
supposizione trasformerebbe tutti gli Spiritisti in individui ingannati,
e tutti i medium in impostori, senza alcun riguardo per la posizione,
il carattere, l'istruzione e l'onorabilità delle persone. Se questa
supposizione meritasse una risposta, noi diremmo che certi fenomeni
della fisica saranno pure imitati dai prestigiatori, ma che ciò non
prova niente contro la vera scienza. D'altronde, vi sono delle persone
la cui personalità esclude ogni sospetto di frode, e bisognerebbe essere
privi di ogni saper vivere e di ogni civiltà per osare di dire loro in
faccia che sono complici di ciarlataneria.
In una riunione rispettabilissima, a un signore, un sedicente beneducato, che si era permesso una riflessione di questo genere, la padrona di casa disse: «Signore, poiché non siete soddisfatto, vi si renderà il vostro denaro alla porta». E con un gesto gli fece capire quanto di meglio egli dovesse fare. Si vuole, con questo, forse dire che mai ci sono stati abusi? Per crederlo bisognerebbe asserire che gli uomini sono perfetti. Si abusa di tutto, anche delle cose più sacre. Perché non si dovrebbe abusare dello Spiritismo? Ma il cattivo uso che si può fare d'una cosa non può affatto far pregiudicare la cosa stessa. Il controllo che si può ottenere, per verificare la buona fede delle persone, va ricercato nei motivi che le spingono ad agire. Allorché non vi sia speculazione, la ciarlataneria non vi ha niente a che fare.
In una riunione rispettabilissima, a un signore, un sedicente beneducato, che si era permesso una riflessione di questo genere, la padrona di casa disse: «Signore, poiché non siete soddisfatto, vi si renderà il vostro denaro alla porta». E con un gesto gli fece capire quanto di meglio egli dovesse fare. Si vuole, con questo, forse dire che mai ci sono stati abusi? Per crederlo bisognerebbe asserire che gli uomini sono perfetti. Si abusa di tutto, anche delle cose più sacre. Perché non si dovrebbe abusare dello Spiritismo? Ma il cattivo uso che si può fare d'una cosa non può affatto far pregiudicare la cosa stessa. Il controllo che si può ottenere, per verificare la buona fede delle persone, va ricercato nei motivi che le spingono ad agire. Allorché non vi sia speculazione, la ciarlataneria non vi ha niente a che fare.
39. Sistema della follia. Alcuni,
per condiscendenza, concordano nello scartare il sospetto d'inganno, e
pretendono che quanti non ingannano siano essi stessi ingannati, la qual
cosa equivale a qualificarli come dei perfetti imbecilli. Quando gli
increduli usano meno eleganza, dicono molto semplicemente che si tratta
di folli, attribuendosi così con disinvoltura il privilegio del buon
senso. È questo il sommo argomento di coloro che non hanno assolutamente
delle buone ragioni da opporre. D'altronde, questo tipo di attacco è
diventato ridicolo a forza di banalità e non merita che si perda il
proprio tempo per respingerlo. Gli Spiritisti, d'altra parte, non se ne
preoccupano molto, coraggiosamente si schierano dalla loro parte e si
consolano pensando che hanno per compagni di sventura abbastanza persone
il cui merito non potrebbe essere contestato.
Bisogna, in effetti, convenire che questa follia — se di follia si tratta — ha un ben singolare carattere, quello cioè di riguardare di preferenza la classe illuminata, nella quale lo Spiritismo conta finora l'immensa maggioranza dei suoi adepti. Se, nel numero, si incontrano alcune eccentricità, esse non provano contro questa Dottrina nulla di più di quanto i religiosi pazzi non provino contro la religione, i melomani pazzi contro la musica e i matematici pazzi contro le matematiche. Tutte le idee hanno sempre trovato dei fanatici esagerati, e bisognerebbe essere dotati di una mente ben ottusa per confondere l'esagerazione di una cosa con la cosa stessa.
Noi rinviamo, per più ampie spiegazioni su questo argomento, al nostro libriccino, Che cos'è lo Spiritismo oppure a Il libro degli Spiriti (Introduzione, paragrafo XV).
Bisogna, in effetti, convenire che questa follia — se di follia si tratta — ha un ben singolare carattere, quello cioè di riguardare di preferenza la classe illuminata, nella quale lo Spiritismo conta finora l'immensa maggioranza dei suoi adepti. Se, nel numero, si incontrano alcune eccentricità, esse non provano contro questa Dottrina nulla di più di quanto i religiosi pazzi non provino contro la religione, i melomani pazzi contro la musica e i matematici pazzi contro le matematiche. Tutte le idee hanno sempre trovato dei fanatici esagerati, e bisognerebbe essere dotati di una mente ben ottusa per confondere l'esagerazione di una cosa con la cosa stessa.
Noi rinviamo, per più ampie spiegazioni su questo argomento, al nostro libriccino, Che cos'è lo Spiritismo oppure a Il libro degli Spiriti (Introduzione, paragrafo XV).
40. Sistema dell'allucinazione. Un'altra
opinione, meno offensiva in quanto possiede una tenue colorazione
scientifica, consiste nel collocare i fenomeni nel novero di quelli
dovuti all'illusione dei sensi. In questo modo l'osservatore sarebbe in
perfetta buona fede, però crederebbe di vedere ciò che non vede. Quando
vede una tavola sollevarsi e mantenersi nello spazio senza punti
d'appoggio, la tavola non si sarebbe mossa dal suo posto. Egli la vede
nell'aria per una sorta di miraggio o per un effetto di rifrazione, come
quello che fa vedere un astro, o un oggetto nell'acqua, fuori della sua
posizione reale. Al limite questo sarebbe anche possibile. Ma quelli
che sono stati testimoni di questo fenomeno hanno potuto costatare il
distacco dal suolo passando sotto la tavola sospesa, la qual cosa
parrebbe difficile se essa non avesse abbandonato il suolo. D'altro
canto è accaduto più volte che la tavola si sia rotta cadendo: diranno
ancora che si tratta soltanto di un effetto ottico?
Una causa fisiologica, che è ben nota, può senza dubbio far sì che uno creda di veder ruotare una cosa che non si muove, oppure che uno creda di girare lui stesso quando è invece immobile. Ma, allorché parecchie persone attorno a un tavolo sono trascinate da un movimento così rapido ch'esse fanno fatica a seguirlo, e che alcune sono a volte gettate a terra, si dirà ancora che tutte sono prese da vertigine, come l'ubriaco che crede di veder passare la sua casa davanti a sé?
Una causa fisiologica, che è ben nota, può senza dubbio far sì che uno creda di veder ruotare una cosa che non si muove, oppure che uno creda di girare lui stesso quando è invece immobile. Ma, allorché parecchie persone attorno a un tavolo sono trascinate da un movimento così rapido ch'esse fanno fatica a seguirlo, e che alcune sono a volte gettate a terra, si dirà ancora che tutte sono prese da vertigine, come l'ubriaco che crede di veder passare la sua casa davanti a sé?
41. Sistema del muscolo scricchiolante. Se,
però, le cose possono stare così per quanto riguarda la vista, non può
essere altrettanto per l'udito. Infatti, quando dei colpi battuti sono
uditi da un'intera assemblea, non si possono ragionevolmente attribuire a
una illusione. Noi scartiamo, beninteso, ogni idea di frode e
supponiamo che con un'attenta osservazione si sia costatato che essi non
sono dovuti ad alcuna causa fortuita o materiale.
È vero che un sapiente medico ne diede, a suo vedere, una spiegazione perentoria.[2] Egli disse: «La causa è nelle contrazioni volontarie o involontarie del tendine del muscolo peroneo breve». Egli entra, riguardo a questo argomento, nei dettagli anatomici più completi per dimostrare attraverso quale meccanismo questo tendine può produrre tali rumori, imitare il rullio del tamburo e anche eseguire arie ritmate. Da ciò egli conclude che tutti coloro che credono di sentire battere dei colpi in una tavola sono tratti in inganno o da una mistificazione o da un'illusione.
Il fatto in sé stesso non è nuovo. Sfortunatamente per l'autore di questa pretesa scoperta, la sua teoria non è idonea a spiegare tutti i casi. Innanzi tutto diremo che coloro che godono della singolare facoltà, quella cioè di far scricchiolare secondo la loro volontà il muscolo peroneo breve o qualsiasi altro muscolo, e di eseguire in questo modo delle arie ritmate, sono dei soggetti eccezionali. Invece la facoltà di far sì che una tavola emetta il suono di colpi è molto comune, e che tra coloro che possiedono questa facoltà, non tutti godono, neppure lontanamente, della prima.
In secondo luogo il sapiente dottore ha dimenticato di spiegare come lo scricchiolio muscolare di una persona, immobile e lontana dalla tavola, possa produrvi delle vibrazioni sensibili al tatto; come questo rumore possa ripercuotersi secondo la volontà degli astanti nelle varie parti della tavola, negli altri mobili, contro i muri, nel soffitto ecc.; come, infine, l'azione di questo muscolo possa estendersi a una tavola che non viene toccata e farla muovere. Del resto, una tale spiegazione, ammesso che ce ne sia una, non invaliderebbe che il fenomeno dei colpi battuti, ma non può riguardare tutti gli altri sistemi di comunicazione. Concludiamo dicendo che quegli ha giudicato senza aver visto o senza aver visto tutto e aver visto bene.
È sempre deplorevole che uomini di scienza diano sbrigativamente, su ciò che non conoscono, delle spiegazioni che i fatti possono smentire. Il loro giudizio, quanto quel loro stesso sapere, allontana da loro i limiti dello sconosciuto.
---------------------------------------
[2] Dottor Jobert (de Lamballe). Per amore di giustizia bisogna dire che questa scoperta è dovuta al dottor Schiff. Il dottor Jobert ne sviluppò le conseguenze all'Accademia di Medicina per dare il colpo di grazia agli Spiriti percotitori. Se ne troveranno tutti i particolari nella Rivista Spiritista del mese di giugno del 1859.
È vero che un sapiente medico ne diede, a suo vedere, una spiegazione perentoria.[2] Egli disse: «La causa è nelle contrazioni volontarie o involontarie del tendine del muscolo peroneo breve». Egli entra, riguardo a questo argomento, nei dettagli anatomici più completi per dimostrare attraverso quale meccanismo questo tendine può produrre tali rumori, imitare il rullio del tamburo e anche eseguire arie ritmate. Da ciò egli conclude che tutti coloro che credono di sentire battere dei colpi in una tavola sono tratti in inganno o da una mistificazione o da un'illusione.
Il fatto in sé stesso non è nuovo. Sfortunatamente per l'autore di questa pretesa scoperta, la sua teoria non è idonea a spiegare tutti i casi. Innanzi tutto diremo che coloro che godono della singolare facoltà, quella cioè di far scricchiolare secondo la loro volontà il muscolo peroneo breve o qualsiasi altro muscolo, e di eseguire in questo modo delle arie ritmate, sono dei soggetti eccezionali. Invece la facoltà di far sì che una tavola emetta il suono di colpi è molto comune, e che tra coloro che possiedono questa facoltà, non tutti godono, neppure lontanamente, della prima.
In secondo luogo il sapiente dottore ha dimenticato di spiegare come lo scricchiolio muscolare di una persona, immobile e lontana dalla tavola, possa produrvi delle vibrazioni sensibili al tatto; come questo rumore possa ripercuotersi secondo la volontà degli astanti nelle varie parti della tavola, negli altri mobili, contro i muri, nel soffitto ecc.; come, infine, l'azione di questo muscolo possa estendersi a una tavola che non viene toccata e farla muovere. Del resto, una tale spiegazione, ammesso che ce ne sia una, non invaliderebbe che il fenomeno dei colpi battuti, ma non può riguardare tutti gli altri sistemi di comunicazione. Concludiamo dicendo che quegli ha giudicato senza aver visto o senza aver visto tutto e aver visto bene.
È sempre deplorevole che uomini di scienza diano sbrigativamente, su ciò che non conoscono, delle spiegazioni che i fatti possono smentire. Il loro giudizio, quanto quel loro stesso sapere, allontana da loro i limiti dello sconosciuto.
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[2] Dottor Jobert (de Lamballe). Per amore di giustizia bisogna dire che questa scoperta è dovuta al dottor Schiff. Il dottor Jobert ne sviluppò le conseguenze all'Accademia di Medicina per dare il colpo di grazia agli Spiriti percotitori. Se ne troveranno tutti i particolari nella Rivista Spiritista del mese di giugno del 1859.
42. Sistema delle cause fisiche. Qui
usciamo dal sistema della negazione assoluta. Una volta accertata la
realtà dei fenomeni, il primo pensiero, che naturalmente è venuto allo
spirito di coloro che li hanno riconosciuti, è stato quello di
attribuire i movimenti al magnetismo, all'elettricità, o all'azione di
un qualsiasi fluido, in una parola, a una causa del tutto fisica e
materiale. Questa opinione non aveva niente d'irrazionale e avrebbe
prevalso se il fenomeno si fosse limitato a degli effetti puramente
meccanici. Inoltre, una circostanza sembrava rinforzarla: in certi casi,
l'aumento della potenza era proporzionale al numero delle persone.
Ciascuna di esse poteva così essere considerata come uno degli elementi
di una pila elettrica umana. Ciò che caratterizza una vera teoria —
l'abbiamo già detto — è il poter rendere conto di tutto; ma se un solo
fatto viene a contraddirla, è perché essa è falsa, incompleta o troppo
assoluta. Ora, è ciò che non ha tardato a verificarsi qui.
Questi movimenti e questi colpi hanno dato dei segnali intelligenti, obbedendo alla volontà e rispondendo al pensiero. Essi dovevano dunque avere una causa intelligente. Dal momento in cui l'effetto cessava d'essere puramente fisico, la causa, per questa stessa ragione, doveva avere un'altra sorgente. Anche il sistema dell'azione esclusiva d'un agente materiale è stato abbandonato; si ritrova solo presso coloro che giudicano a priori e senza aver veduto. Il punto fondamentale è dunque quello di verificare l'azione intelligente, e questo è ciò di cui può convincersi chiunque voglia darsi la pena di osservare.
Questi movimenti e questi colpi hanno dato dei segnali intelligenti, obbedendo alla volontà e rispondendo al pensiero. Essi dovevano dunque avere una causa intelligente. Dal momento in cui l'effetto cessava d'essere puramente fisico, la causa, per questa stessa ragione, doveva avere un'altra sorgente. Anche il sistema dell'azione esclusiva d'un agente materiale è stato abbandonato; si ritrova solo presso coloro che giudicano a priori e senza aver veduto. Il punto fondamentale è dunque quello di verificare l'azione intelligente, e questo è ciò di cui può convincersi chiunque voglia darsi la pena di osservare.
43. Sistema del riflesso. Una
volta riconosciuta l'azione intelligente restava da scoprire quale
fosse la sorgente di questa intelligenza. Si è pensato che poteva essere
quella del medium o degli astanti, e che essa si riflettesse come la
luce o le onde sonore. Questo era possibile, ma solo l'esperienza poteva
dire la sua ultima parola. Osserviamo subito che questo sistema si
allontana già completamente dall'idea puramente materialista. Perché
l'intelligenza degli astanti potesse riprodursi per via diretta,
bisognava ammettere nell'uomo un principio al di fuori dell'organismo.
Se il pensiero espresso fosse stato sempre quello degli astanti, la teoria della riflessione sarebbe stata confermata. Ora, il fenomeno, sia pure ridotto a queste proporzioni, non era forse del più alto interesse? Il pensiero, che si ripercuote in un corpo inerte e che si traduce in movimento e rumore, non era forse una cosa assai importante? Non c'era forse in questo di che stimolare la curiosità degli scienziati? Perché dunque l'hanno disdegnato? Loro, proprio loro che si sfiancano nella ricerca d'una fibra nervosa!
Solo l'esperienza, diciamo noi, poteva dare torto o ragione a questa teoria, e l'esperienza le ha dato torto, poiché essa dimostra a ogni istante, e con i fatti più positivi, che il pensiero espresso può essere non solo estraneo a quello degli astanti, ma che sovente gli è completamente contrario. Dimostra, inoltre, che esso viene a contraddire tutte le idee preconcette, a sventare tutte le previsioni. In effetti, quando io penso bianco e mi viene risposto nero, mi è difficile credere che la risposta provenga da me. Ci si appoggia su qualche caso di identità tra il pensiero espresso e quello degli astanti; ma che cosa prova questo se non che gli astanti possono pensare come l'intelligenza che si comunica? Non è detto, infatti, che essi debbano sempre essere di opinione opposta. Quando, durante una conversazione, l'interlocutore esprime un pensiero analogo al vostro, direte per questo che esso proviene da voi? Sono sufficienti alcuni esempi, ben verificati, per provare che questa teoria non può essere assoluta.
Come d'altronde spiegare con il riflesso del pensiero la scrittura prodotta da persone che non sanno scrivere, le risposte del più alto valore filosofico ottenute da persone illetterate, oppure le risposte che vengono date a domande mentali o poste in una lingua perfettamente sconosciuta al medium, e mille altri fatti che non possono lasciare dubbi sull'indipendenza dell'intelligenza che si manifesta? L'opinione contraria non può essere che il risultato d'una mancanza di osservazione.
Se la presenza d'una intelligenza estranea è moralmente provata dalla natura delle risposte, essa lo è materialmente dal fatto della scrittura diretta; vale a dire, dalla scrittura ottenuta spontaneamente, senza penna né matita, senza alcun contatto, e nonostante tutte le precauzioni prese per garantirsi da ogni sotterfugio. Il carattere intelligente del fenomeno non potrebbe essere messo in dubbio. C'è dunque ben altro al di là di un'azione fluidica. Per di più, la spontaneità del pensiero espresso, oltre ogni aspettativa e ogni questione proposta, non permette di vedervi un riflesso del pensiero degli astanti.
Il sistema del riflesso è, inoltre, molto incivile in certi casi. Quando, in una riunione di persone perbene, sopravviene inopinatamente una di quelle comunicazioni rivoltanti per la loro volgarità, sarebbe fare un ben sgradevole omaggio agli astanti con il pretendere ch’essa provenga da uno di loro, ed è probabile che ognuno si affretterebbe a rinnegarla (si legga ne Il Libro degli Spiriti, “Introduzione” al paragrafo XVI).
Se il pensiero espresso fosse stato sempre quello degli astanti, la teoria della riflessione sarebbe stata confermata. Ora, il fenomeno, sia pure ridotto a queste proporzioni, non era forse del più alto interesse? Il pensiero, che si ripercuote in un corpo inerte e che si traduce in movimento e rumore, non era forse una cosa assai importante? Non c'era forse in questo di che stimolare la curiosità degli scienziati? Perché dunque l'hanno disdegnato? Loro, proprio loro che si sfiancano nella ricerca d'una fibra nervosa!
Solo l'esperienza, diciamo noi, poteva dare torto o ragione a questa teoria, e l'esperienza le ha dato torto, poiché essa dimostra a ogni istante, e con i fatti più positivi, che il pensiero espresso può essere non solo estraneo a quello degli astanti, ma che sovente gli è completamente contrario. Dimostra, inoltre, che esso viene a contraddire tutte le idee preconcette, a sventare tutte le previsioni. In effetti, quando io penso bianco e mi viene risposto nero, mi è difficile credere che la risposta provenga da me. Ci si appoggia su qualche caso di identità tra il pensiero espresso e quello degli astanti; ma che cosa prova questo se non che gli astanti possono pensare come l'intelligenza che si comunica? Non è detto, infatti, che essi debbano sempre essere di opinione opposta. Quando, durante una conversazione, l'interlocutore esprime un pensiero analogo al vostro, direte per questo che esso proviene da voi? Sono sufficienti alcuni esempi, ben verificati, per provare che questa teoria non può essere assoluta.
Come d'altronde spiegare con il riflesso del pensiero la scrittura prodotta da persone che non sanno scrivere, le risposte del più alto valore filosofico ottenute da persone illetterate, oppure le risposte che vengono date a domande mentali o poste in una lingua perfettamente sconosciuta al medium, e mille altri fatti che non possono lasciare dubbi sull'indipendenza dell'intelligenza che si manifesta? L'opinione contraria non può essere che il risultato d'una mancanza di osservazione.
Se la presenza d'una intelligenza estranea è moralmente provata dalla natura delle risposte, essa lo è materialmente dal fatto della scrittura diretta; vale a dire, dalla scrittura ottenuta spontaneamente, senza penna né matita, senza alcun contatto, e nonostante tutte le precauzioni prese per garantirsi da ogni sotterfugio. Il carattere intelligente del fenomeno non potrebbe essere messo in dubbio. C'è dunque ben altro al di là di un'azione fluidica. Per di più, la spontaneità del pensiero espresso, oltre ogni aspettativa e ogni questione proposta, non permette di vedervi un riflesso del pensiero degli astanti.
Il sistema del riflesso è, inoltre, molto incivile in certi casi. Quando, in una riunione di persone perbene, sopravviene inopinatamente una di quelle comunicazioni rivoltanti per la loro volgarità, sarebbe fare un ben sgradevole omaggio agli astanti con il pretendere ch’essa provenga da uno di loro, ed è probabile che ognuno si affretterebbe a rinnegarla (si legga ne Il Libro degli Spiriti, “Introduzione” al paragrafo XVI).
44. Sistema dell'anima collettiva. È
una variante del precedente. Secondo questo sistema, soltanto l'anima
del medium si manifesta, ma essa si identifica con quella di parecchi
altri viventi, presenti o assenti, e forma un tutto collettivo, che
riunisce le attitudini, l'intelligenza e le conoscenze di ciascuno.
Quantunque il volumetto, dove questa teoria è esposta, sia intitolato La luce,[3]
essa ci è apparsa in uno stile molto oscuro. Ammettiamo di averla
compresa poco e non ne parliamo che a titolo informativo. D'altronde,
come molte altre, essa è un'opinione individuale che ha fatto pochi
proseliti. Il nome di Émah Tirpsé è quello
che prende l'autore per designare l'essere collettivo creato dalla sua
immaginazione. Egli prende per epigrafe la seguente sentenza: Non vi è nulla di occulto che non debba essere conosciuto.Questa
proposizione è palesemente falsa, perché c'è una quantità di cose che
l'uomo non può e non deve sapere. Ben presuntuoso sarebbe colui che
pretendesse di penetrare tutti i segreti di Dio.
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[3] Comunione. La luce del fenomeno dello Spirito. Tavole parlanti, sonnambuli, medium, miracoli. Magnetismo spirituale: potenza della pratica della fede. Attraverso A'filah TiTsé, un'anima collettiva che scrive per mezzo di una tavoletta. Bruxelles, 1858, presso Devroye.
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[3] Comunione. La luce del fenomeno dello Spirito. Tavole parlanti, sonnambuli, medium, miracoli. Magnetismo spirituale: potenza della pratica della fede. Attraverso A'filah TiTsé, un'anima collettiva che scrive per mezzo di una tavoletta. Bruxelles, 1858, presso Devroye.
45. Sistema sonnambolico. Questo
sistema ha avuto più adepti di altri e ancora ne conta alcuni. Come il
precedente, esso afferma che tutte le comunicazioni intelligenti hanno
la loro sorgente nell'anima o Spirito del medium. Ma per spiegare la sua
attitudine a trattare argomenti che sono fuori del campo delle sue
cognizioni, invece di supporre che esista in lui un'anima multipla, egli
attribuisce questa attitudine a una sorta di stato sonnambolico o
estatico che esalta e sviluppa la sua intelligenza. In certi casi, non
si può negare l'influenza di questa causa. Ma è sufficiente aver visto
all'opera la maggior parte dei medium per convincersi che quella causa
non può risolvere tutti i fatti e che essa costituisce l'eccezione e non
la regola. Si potrebbe credere che le cose stanno così se il medium
avesse sempre l'aria d'un ispirato o di un estatico, apparenza che
d'altronde egli potrebbe perfettamente simulare se volesse rappresentare
la commedia. Ma come credere all'ispirazione, quando il medium scrive
come una macchina, senza avere la minima coscienza di ciò che sta per
ottenere, senza la più piccola emozione, senza preoccuparsi di ciò che
sta facendo, e il tutto guardando altrove, ridendo e parlando del più e
del meno?
Si potrebbe comprendere la sovreccitazione delle idee, ma non si comprende come essa possa far scrivere uno che non sa scrivere, e ancor meno quando le comunicazioni sono trasmesse per mezzo di colpi battuti oppure per mezzo di una tavoletta o di un cestello.
Nel corso di quest'opera, avremo occasione di dimostrare la parte che bisogna attribuire all'influenza delle idee del medium. Ma i fatti in cui l'intelligenza estranea si rivela attraverso segnali incontestabili sono così numerosi e così evidenti, che non possono lasciare alcun dubbio a questo riguardo. L'errore della maggior parte dei sistemi, apparsi all'origine dello Spiritismo, è quello di aver tratto delle conclusioni generali da qualche fatto isolato.
Si potrebbe comprendere la sovreccitazione delle idee, ma non si comprende come essa possa far scrivere uno che non sa scrivere, e ancor meno quando le comunicazioni sono trasmesse per mezzo di colpi battuti oppure per mezzo di una tavoletta o di un cestello.
Nel corso di quest'opera, avremo occasione di dimostrare la parte che bisogna attribuire all'influenza delle idee del medium. Ma i fatti in cui l'intelligenza estranea si rivela attraverso segnali incontestabili sono così numerosi e così evidenti, che non possono lasciare alcun dubbio a questo riguardo. L'errore della maggior parte dei sistemi, apparsi all'origine dello Spiritismo, è quello di aver tratto delle conclusioni generali da qualche fatto isolato.
46. Sistema pessimista, diabolico o demoniaco. Qui
noi entriamo in un altro ordine di idee. Costatato l'intervento di una
intelligenza estranea, si trattava di sapere quale fosse la natura di
questa intelligenza. Il mezzo più semplice era senza dubbio quello di
chiederglielo. Ma certe persone non hanno trovato in questo una garanzia
sufficiente, e in tutte le manifestazioni non hanno voluto vedere altro
che un'opera diabolica. Secondo queste persone, il diavolo o i demoni
sono i soli a poter comunicare con noi. Quantunque questo sistema
incontri oggi una debole eco, è innegabile che per qualche tempo godette
di un certo credito, dovuto al carattere stesso di coloro che avevano
cercato di farlo prevalere. Noi faremo tuttavia osservare che i fautori
del sistema demoniaco non devono affatto essere annoverati fra gli
avversari dello Spiritismo, al contrario. Che gli esseri che comunicano
con noi siano dei demoni o degli angeli, sono sempre comunque degli
esseri incorporei. Ora, ammettere la manifestazione dei demoni è pur
sempre una possibilità per comunicare con il mondo invisibile, o almeno
con una parte di questo mondo.
La credenza nella comunicazione esclusiva dei démoni — per quanto irrazionale possa essere — poteva non sembrare impossibile, dal momento che si guardava agli Spiriti come a degli esseri al di fuori dell'umanità. Ma poiché si sa che gli Spiriti altro non sono che le anime di coloro che sono vissuti, tale credenza ha perduto tutto il suo prestigio e, si può ben dire, ogni credibilità. Infatti ne conseguirebbe che tutte queste anime sono dei démoni, fossero esse quelle d'un padre, d'un figlio o di un amico, e che noi stessi, morendo, diventiamo dei démoni: dottrina poco piacevole e poco consolante per molta gente. Sarà ben difficile persuadere una madre che il caro figlio, ch'ella ha perduto, e che viene a darle, dopo la sua morte, prove del suo affetto e della sua identità, sia un discepolo di Satana.
È vero che tra gli Spiriti ve ne sono di molto malvagi e che non valgono più di quelli che sono chiamati démoni. Ma ciò avviene per una ragione semplicissima, per il fatto, cioè, che ci sono uomini assai malvagi, che la morte non rende immediatamente migliori. Il problema è sapere se essi siano i soli che possano comunicare con noi. A quanti così pensano noi rivolgiamo le domande che qui riportiamo.
1°. Ci sono buoni e cattivi Spiriti?
2°. Dio è perciò più potente dei cattivi Spiriti o dei démoni, se così volete chiamarli?
3°. Affermare che comunicano solo quelli cattivi, è come dire che i buoni non possono farlo. Se è così, delle due cose l'una: questo accade o per la volontà o contro la volontà di Dio. Se ciò accade contro la Sua volontà, vuol dire che gli Spiriti malvagi sono più potenti di Lui; se accade per Sua volontà, perché, nella Sua bontà, non lo permetterebbe ai buoni, per controbilanciare l'influenza di quegli altri?
4°. Quale prova potete dare dell'impotenza dei buoni Spiriti a comunicare?
5°. Quando vi viene contrapposta la sapienza di certe comunicazioni, voi rispondete che il demonio prende ogni tipo di maschera per meglio sedurre. Noi sappiamo, infatti, che ci sono degli Spiriti ipocriti che danno al loro linguaggio una vernice di sapienza. Ma credete voi che l'ignoranza possa contraffare il vero sapere, e una cattiva natura contraffare la vera virtù, senza lasciar trasparire niente che possa svelare la frode?
6°. Se è il demonio soltanto a comunicare, perché, dal momento ch'egli è il nemico di Dio e degli uomini, raccomanda di pregare Dio, di sottomettersi alla Sua volontà, di sopportare senza lagnanze le tribolazioni della vita, di non aspirare né agli onori né alle ricchezze, di praticare la carità e tutte le massime di Cristo, in una parola, di fare tutto ciò che è necessario per distruggere il suo dominio? Se è il demonio che dà tali consigli, bisogna convenire che, per quanto furbo egli possa essere, sarebbe ben maldestro a fornire delle armi contro sé stesso.[4]
[4] Tale questione è stata trattata ne Il libro degli Spiriti (nn. 128 e ss.). Ma noi raccomandiamo, su questo argomento e su tutti quelli che concernono la parte religiosa, il volumetto intitolato Lettre d'un catholique sur le Spiritisme (Lettera di un cattolico sullo Spiritismo) del dottore Grand, antico console di Francia. Così come raccomandiamo quello che noi stiamo per pubblicare con il titolo Le contradicteurs du Spiritisme au point de vue de la religion, de la scienze e du matérialisme (Le confutazioni dello Spiritismo dal punto di vista della religione, della scienza e del materialismo).
7°. Dal momento che gli Spiriti comunicano, questo avviene perché Dio lo permette. In presenza delle buone e delle cattive comunicazioni, non sarebbe più logico pensare che Dio permette le une per metterci alla prova e le altre per consigliarci il bene?
8°. Che cosa pensereste voi d'un padre che lasciasse suo figlio alla mercé di esempi e consigli dannosi, che allontanasse da lui e gli proibisse di vedere quelle persone che potrebbero distoglierlo dal male? Ci è forse lecito supporre che Dio agisca come un buon padre non agirebbe mai, e che, essendo Egli la bontà per eccellenza, faccia meno di quello che farebbe un uomo?
9°. La Chiesa riconosce come autentiche certe manifestazioni della Vergine e di altri santi nelle apparizioni, visioni, comunicazioni orali ecc. Questa credenza non è in contraddizione con la dottrina della comunicazione esclusiva dei demoni?
Noi crediamo che certe persone abbiano professata questa teoria in buona fede; ma crediamo anche che molte l'abbiano adottata unicamente con lo scopo di evitare di occuparsi di queste cose, a causa delle cattive comunicazioni che uno si espone a ricevere. Dicendo che solo il diavolo può manifestarsi, esse hanno cercato di spaventare, pressappoco come quando diciamo a un bambino: "Non toccare questa cosa, perché questa cosa brucia". L'intenzione può essere lodevole, ma l'obiettivo è mancato, perché il divieto eccita soltanto la curiosità, mentre la paura del diavolo fa arretrare ben poca gente. Lo si vuol conoscere questo diavolo, non foss'altro che per vedere come è fatto. E si rimane molto stupiti di non trovarlo poi così nero come lo si era creduto.
Non potrebbe vedersi anche un altro motivo dietro questa teoria esclusiva del diavolo? Ci sono persone le quali trovano che tutti quelli che non sono della loro opinione hanno torto. Orbene, quanti pretendono che tutte le comunicazioni siano opera del demonio non sarebbero forse mossi dalla paura di non trovare gli Spiriti d'accordo con loro su tutti i punti, e più su quelli che toccano gli interessi di questo mondo piuttosto che su quelli dell'altro? Non potendo negare i fatti, essi vollero presentarli in una maniera spaventosa. Questo mezzo, tuttavia, non produsse miglior risultato degli altri. Dove nulla può la paura del ridicolo, bisogna rassegnarsi e lasciar perdere.
Il musulmano che udisse uno Spirito parlare contro certe leggi del Corano, di sicuro penserebbe trattarsi di uno Spirito cattivo. La stessa cosa sarebbe per un ebreo riguardo a certe pratiche della legge di Mosé. Quanto ai cattolici, noi ne abbiamo sentito uno affermare che lo Spirito che comunicava non poteva essere che il diavolo, poiché si era permesso di pensare diversamente da lui circa il potere temporale, benché egli, del resto, non avesse predicato che la carità, la tolleranza, l'amore per il prossimo e il rifiuto delle cose di questo mondo, tutte massime insegnate da Cristo.
Non essendo gli Spiriti nient'altro che le anime degli uomini, e non essendo gli uomini perfetti, ne risulta che egualmente ci sono degli Spiriti imperfetti, il cui carattere si riflette sulle loro comunicazioni. È un fatto incontestabile che ce ne siano di cattivi, di astuti, di profondamente ipocriti, di fronte ai quali bisogna stare in guardia. Ma, poiché nel mondo s'incontrano uomini perversi, è forse questa una ragione sufficiente per fuggire tutta la società? Dio ci ha donato la ragione e il giudizio per apprezzare gli Spiriti come pure gli uomini. Il miglior mezzo, con cui premunirsi contro gli inconvenienti che la pratica dello Spiritismo può presentare, non è interdirlo, ma farlo comprendere. Una paura immaginaria non impressiona che per un istante e non colpisce tutti, mentre la realtà chiaramente dimostrata è compresa da tutti.
La credenza nella comunicazione esclusiva dei démoni — per quanto irrazionale possa essere — poteva non sembrare impossibile, dal momento che si guardava agli Spiriti come a degli esseri al di fuori dell'umanità. Ma poiché si sa che gli Spiriti altro non sono che le anime di coloro che sono vissuti, tale credenza ha perduto tutto il suo prestigio e, si può ben dire, ogni credibilità. Infatti ne conseguirebbe che tutte queste anime sono dei démoni, fossero esse quelle d'un padre, d'un figlio o di un amico, e che noi stessi, morendo, diventiamo dei démoni: dottrina poco piacevole e poco consolante per molta gente. Sarà ben difficile persuadere una madre che il caro figlio, ch'ella ha perduto, e che viene a darle, dopo la sua morte, prove del suo affetto e della sua identità, sia un discepolo di Satana.
È vero che tra gli Spiriti ve ne sono di molto malvagi e che non valgono più di quelli che sono chiamati démoni. Ma ciò avviene per una ragione semplicissima, per il fatto, cioè, che ci sono uomini assai malvagi, che la morte non rende immediatamente migliori. Il problema è sapere se essi siano i soli che possano comunicare con noi. A quanti così pensano noi rivolgiamo le domande che qui riportiamo.
1°. Ci sono buoni e cattivi Spiriti?
2°. Dio è perciò più potente dei cattivi Spiriti o dei démoni, se così volete chiamarli?
3°. Affermare che comunicano solo quelli cattivi, è come dire che i buoni non possono farlo. Se è così, delle due cose l'una: questo accade o per la volontà o contro la volontà di Dio. Se ciò accade contro la Sua volontà, vuol dire che gli Spiriti malvagi sono più potenti di Lui; se accade per Sua volontà, perché, nella Sua bontà, non lo permetterebbe ai buoni, per controbilanciare l'influenza di quegli altri?
4°. Quale prova potete dare dell'impotenza dei buoni Spiriti a comunicare?
5°. Quando vi viene contrapposta la sapienza di certe comunicazioni, voi rispondete che il demonio prende ogni tipo di maschera per meglio sedurre. Noi sappiamo, infatti, che ci sono degli Spiriti ipocriti che danno al loro linguaggio una vernice di sapienza. Ma credete voi che l'ignoranza possa contraffare il vero sapere, e una cattiva natura contraffare la vera virtù, senza lasciar trasparire niente che possa svelare la frode?
6°. Se è il demonio soltanto a comunicare, perché, dal momento ch'egli è il nemico di Dio e degli uomini, raccomanda di pregare Dio, di sottomettersi alla Sua volontà, di sopportare senza lagnanze le tribolazioni della vita, di non aspirare né agli onori né alle ricchezze, di praticare la carità e tutte le massime di Cristo, in una parola, di fare tutto ciò che è necessario per distruggere il suo dominio? Se è il demonio che dà tali consigli, bisogna convenire che, per quanto furbo egli possa essere, sarebbe ben maldestro a fornire delle armi contro sé stesso.[4]
[4] Tale questione è stata trattata ne Il libro degli Spiriti (nn. 128 e ss.). Ma noi raccomandiamo, su questo argomento e su tutti quelli che concernono la parte religiosa, il volumetto intitolato Lettre d'un catholique sur le Spiritisme (Lettera di un cattolico sullo Spiritismo) del dottore Grand, antico console di Francia. Così come raccomandiamo quello che noi stiamo per pubblicare con il titolo Le contradicteurs du Spiritisme au point de vue de la religion, de la scienze e du matérialisme (Le confutazioni dello Spiritismo dal punto di vista della religione, della scienza e del materialismo).
7°. Dal momento che gli Spiriti comunicano, questo avviene perché Dio lo permette. In presenza delle buone e delle cattive comunicazioni, non sarebbe più logico pensare che Dio permette le une per metterci alla prova e le altre per consigliarci il bene?
8°. Che cosa pensereste voi d'un padre che lasciasse suo figlio alla mercé di esempi e consigli dannosi, che allontanasse da lui e gli proibisse di vedere quelle persone che potrebbero distoglierlo dal male? Ci è forse lecito supporre che Dio agisca come un buon padre non agirebbe mai, e che, essendo Egli la bontà per eccellenza, faccia meno di quello che farebbe un uomo?
9°. La Chiesa riconosce come autentiche certe manifestazioni della Vergine e di altri santi nelle apparizioni, visioni, comunicazioni orali ecc. Questa credenza non è in contraddizione con la dottrina della comunicazione esclusiva dei demoni?
Noi crediamo che certe persone abbiano professata questa teoria in buona fede; ma crediamo anche che molte l'abbiano adottata unicamente con lo scopo di evitare di occuparsi di queste cose, a causa delle cattive comunicazioni che uno si espone a ricevere. Dicendo che solo il diavolo può manifestarsi, esse hanno cercato di spaventare, pressappoco come quando diciamo a un bambino: "Non toccare questa cosa, perché questa cosa brucia". L'intenzione può essere lodevole, ma l'obiettivo è mancato, perché il divieto eccita soltanto la curiosità, mentre la paura del diavolo fa arretrare ben poca gente. Lo si vuol conoscere questo diavolo, non foss'altro che per vedere come è fatto. E si rimane molto stupiti di non trovarlo poi così nero come lo si era creduto.
Non potrebbe vedersi anche un altro motivo dietro questa teoria esclusiva del diavolo? Ci sono persone le quali trovano che tutti quelli che non sono della loro opinione hanno torto. Orbene, quanti pretendono che tutte le comunicazioni siano opera del demonio non sarebbero forse mossi dalla paura di non trovare gli Spiriti d'accordo con loro su tutti i punti, e più su quelli che toccano gli interessi di questo mondo piuttosto che su quelli dell'altro? Non potendo negare i fatti, essi vollero presentarli in una maniera spaventosa. Questo mezzo, tuttavia, non produsse miglior risultato degli altri. Dove nulla può la paura del ridicolo, bisogna rassegnarsi e lasciar perdere.
Il musulmano che udisse uno Spirito parlare contro certe leggi del Corano, di sicuro penserebbe trattarsi di uno Spirito cattivo. La stessa cosa sarebbe per un ebreo riguardo a certe pratiche della legge di Mosé. Quanto ai cattolici, noi ne abbiamo sentito uno affermare che lo Spirito che comunicava non poteva essere che il diavolo, poiché si era permesso di pensare diversamente da lui circa il potere temporale, benché egli, del resto, non avesse predicato che la carità, la tolleranza, l'amore per il prossimo e il rifiuto delle cose di questo mondo, tutte massime insegnate da Cristo.
Non essendo gli Spiriti nient'altro che le anime degli uomini, e non essendo gli uomini perfetti, ne risulta che egualmente ci sono degli Spiriti imperfetti, il cui carattere si riflette sulle loro comunicazioni. È un fatto incontestabile che ce ne siano di cattivi, di astuti, di profondamente ipocriti, di fronte ai quali bisogna stare in guardia. Ma, poiché nel mondo s'incontrano uomini perversi, è forse questa una ragione sufficiente per fuggire tutta la società? Dio ci ha donato la ragione e il giudizio per apprezzare gli Spiriti come pure gli uomini. Il miglior mezzo, con cui premunirsi contro gli inconvenienti che la pratica dello Spiritismo può presentare, non è interdirlo, ma farlo comprendere. Una paura immaginaria non impressiona che per un istante e non colpisce tutti, mentre la realtà chiaramente dimostrata è compresa da tutti.
47. Sistema ottimista. Accanto
a costoro, che non vedono in questi fenomeni che l'azione dei démoni,
ci sono altri che non hanno visto che l'azione dei buoni Spiriti. Essi
hanno supposto che l'anima, essendo staccata dalla materia e non
esistendo per lei più alcun velo, debba possedere la scienza sovrana e
la sovrana sapienza.
La cieca fiducia in questa assoluta superiorità degli esseri del mondo invisibile è stata per molti fonte di molte disillusioni. Essi hanno così imparato a loro spese a diffidare di certi Spiriti, così come diffidano di certi uomini.
La cieca fiducia in questa assoluta superiorità degli esseri del mondo invisibile è stata per molti fonte di molte disillusioni. Essi hanno così imparato a loro spese a diffidare di certi Spiriti, così come diffidano di certi uomini.
48. Sistema unispiritista o monospiritista. Una
varietà del sistema ottimista è quello che consiste nella credenza che
sia un solo Spirito a comunicare con gli uomini e che questo Spirito sia
il Cristo, che è il protettore della
Terra. Quando si assiste a comunicazioni della più bassa trivialità,
d'una grossolanità rivoltante, impregnate di odio e di malvagità, ci
sarebbe profanazione ed empietà a supporre che possano provenire dallo
Spirito del bene per eccellenza. Se coloro che lo credono avessero
sempre avuto soltanto comunicazioni irreprensibili, allora si
comprenderebbe la loro illusione. Ma la maggior parte ammette di averne
avute di pessime, cosa che essi spiegano dicendo che questa è una prova
che il buono Spirito fa loro subire, dettando delle cose assurde. Così
mentre gli uni attribuiscono tutte le comunicazioni al diavolo, che può
dire delle buone cose per indurli in tentazione, gli altri pensano che
sia solo Gesù a manifestarsi e che Egli può anche dire delle cose
cattive per metterli alla prova. Tra queste due opinioni così
differenti, chi deciderà? Il buon senso e l'esperienza. Noi diciamo
l'esperienza perché è impossibile che quelli che professano delle idee
così esclusive abbiano tutto veduto e tutto ben veduto.
Quando vengono fatti loro osservare i fatti d'identità che attestano la presenza di parenti, amici o conoscenti attraverso le manifestazioni scritte, visive o altre, essi rispondono che è sempre il medesimo Spirito il diavolo secondo gli uni, il Cristo secondo gli altri — che prende tutte le forme. Ma essi non ci dicono perché gli altri Spiriti non possano comunicare, con quale scopo lo Spirito di Verità verrebbe a ingannarci, presentandosi sotto false apparenze; ad abusare, per esempio, di una povera madre, facendole ingannevolmente credere che lui è il figlio che lei piange. La ragione si rifiuta di ammettere che lo Spirito, santo tra tutti, si abbassi a recitare una simile commedia. D'altra parte, negare la possibilità di ogni altra comunicazione non è forse togliere allo Spiritismo ciò che di più soave possiede, cioè la consolazione degli afflitti? Diciamo molto semplicemente che un simile sistema è irrazionale e non può sostenere un esame serio.
Quando vengono fatti loro osservare i fatti d'identità che attestano la presenza di parenti, amici o conoscenti attraverso le manifestazioni scritte, visive o altre, essi rispondono che è sempre il medesimo Spirito il diavolo secondo gli uni, il Cristo secondo gli altri — che prende tutte le forme. Ma essi non ci dicono perché gli altri Spiriti non possano comunicare, con quale scopo lo Spirito di Verità verrebbe a ingannarci, presentandosi sotto false apparenze; ad abusare, per esempio, di una povera madre, facendole ingannevolmente credere che lui è il figlio che lei piange. La ragione si rifiuta di ammettere che lo Spirito, santo tra tutti, si abbassi a recitare una simile commedia. D'altra parte, negare la possibilità di ogni altra comunicazione non è forse togliere allo Spiritismo ciò che di più soave possiede, cioè la consolazione degli afflitti? Diciamo molto semplicemente che un simile sistema è irrazionale e non può sostenere un esame serio.
49. Sistema multispiritista o polispiritista. Tutti
i sistemi che abbiamo passato in rassegna — senza eccettuarne quelli
che sono in senso negativo — si basano su alcune osservazioni, però
incomplete o male interpretate. Se una casa è rossa da una parte e
bianca dall'altra, chi ne avrà vista solo una facciata affermerà che si
tratta di una casa rossa, un altro di una casa bianca: avranno tutti e
due torto e ragione. Ma quello che avrà visto la casa da tutti i lati
dirà che essa è rossa e bianca, e sarà il solo nel vero. Avviene la
medesima cosa riguardo all'opinione che uno si fa dello Spiritismo: tale
opinione può essere vera per certi aspetti, e falsa se uno generalizza
ciò che è solo parziale, se considera regola ciò che è solo l'eccezione,
se prende per il tutto ciò che non è che una parte. Proprio per questo
noi diciamo che chiunque voglia studiare seriamente questa scienza deve
vedere molto e a lungo. Solo il tempo gli permetterà di scoprire i
particolari, di notare le delicate sfumature, di osservare un'infinità
di fatti caratteristici, che saranno per lui dei raggi di luce. Ma
s'egli si ferma alla superficie, rischia di dare un giudizio prematuro
e, di conseguenza, erroneo.
Ecco le conseguenze generali che sono state dedotte da un'osservazione completa e che ora formano la credenza, si può dire, dell'universalitàdegli Spiritisti, poiché i sistemi restrittivi non sono niente di più che delle opinioni isolate.
1°. I fenomeni spiritisti sono prodotti da intelligenze extracorporee, alle quali si dà anche il nome di Spiriti.
2°. Gli Spiriti costituiscono il mondo invisibile. Essi sono dappertutto. Gli spazi ne sono popolati all'infinito. Continuamente ce ne sono attorno a noi, e sono quelli con cui noi siamo in contatto.
3°. Continuamente gli Spiriti agiscono sul mondo fisico e sul mondo morale, e sono una delle potenze della natura.
4°. Gli Spiriti non sono degli esseri a parte nella creazione; sono le anime di coloro che hanno vissuto sulla Terra o in altri mondi e che hanno deposto il loro involucro corporeo. Ne consegue che le anime degli uomini sono Spiriti incarnati, e che morendo noi diventiamo Spiriti.
5°. Ci sono Spiriti di tutti i gradi di bontà e di perfidia, di sapere e d'ignoranza.
6°. Essi sono tutti soggetti alla legge del progresso e tutti possono arrivare alla perfezione; ma siccome godono del libero arbitrio, vi arrivano in un tempo più o meno lungo, secondo i loro sforzi e la loro volontà.
7°. Essi sono felici o infelici a seconda del bene o del male che hanno fatto durante la loro vita e del grado di perfezionamento a cui sono pervenuti. La felicità perfetta e senza ombre è retaggio solo degli Spiriti giunti al grado supremo di perfezione.
8°. Tutti gli Spiriti, in determinate circostanze, possono manifestarsi agli uomini; il numero di quelli che possono comunicare con loro è indefinito.
9°. Gli Spiriti comunicano tramite i medium, di cui si servono come strumenti e come interpreti.
10°. Si riconosce la superiorità o l'inferiorità degli Spiriti dal loro linguaggio. I buoni consigliano solo il bene e dicono solo cose buone: tutto in loro è prova d'elevazione. I malvagi ingannano, e ogni loro parola porta il marchio dell'imperfezione e dell'ignoranza.
I diversi gradi che percorrono gli Spiriti sono indicati nella Scala Spiritista (Il libro degli Spiriti, libro II, cap. I, n. 100). Lo studio di questa classificazione è indispensabile per poter valutare la natura degli Spiriti che si manifestano, le loro buone e cattive qualità.
Ecco le conseguenze generali che sono state dedotte da un'osservazione completa e che ora formano la credenza, si può dire, dell'universalitàdegli Spiritisti, poiché i sistemi restrittivi non sono niente di più che delle opinioni isolate.
1°. I fenomeni spiritisti sono prodotti da intelligenze extracorporee, alle quali si dà anche il nome di Spiriti.
2°. Gli Spiriti costituiscono il mondo invisibile. Essi sono dappertutto. Gli spazi ne sono popolati all'infinito. Continuamente ce ne sono attorno a noi, e sono quelli con cui noi siamo in contatto.
3°. Continuamente gli Spiriti agiscono sul mondo fisico e sul mondo morale, e sono una delle potenze della natura.
4°. Gli Spiriti non sono degli esseri a parte nella creazione; sono le anime di coloro che hanno vissuto sulla Terra o in altri mondi e che hanno deposto il loro involucro corporeo. Ne consegue che le anime degli uomini sono Spiriti incarnati, e che morendo noi diventiamo Spiriti.
5°. Ci sono Spiriti di tutti i gradi di bontà e di perfidia, di sapere e d'ignoranza.
6°. Essi sono tutti soggetti alla legge del progresso e tutti possono arrivare alla perfezione; ma siccome godono del libero arbitrio, vi arrivano in un tempo più o meno lungo, secondo i loro sforzi e la loro volontà.
7°. Essi sono felici o infelici a seconda del bene o del male che hanno fatto durante la loro vita e del grado di perfezionamento a cui sono pervenuti. La felicità perfetta e senza ombre è retaggio solo degli Spiriti giunti al grado supremo di perfezione.
8°. Tutti gli Spiriti, in determinate circostanze, possono manifestarsi agli uomini; il numero di quelli che possono comunicare con loro è indefinito.
9°. Gli Spiriti comunicano tramite i medium, di cui si servono come strumenti e come interpreti.
10°. Si riconosce la superiorità o l'inferiorità degli Spiriti dal loro linguaggio. I buoni consigliano solo il bene e dicono solo cose buone: tutto in loro è prova d'elevazione. I malvagi ingannano, e ogni loro parola porta il marchio dell'imperfezione e dell'ignoranza.
I diversi gradi che percorrono gli Spiriti sono indicati nella Scala Spiritista (Il libro degli Spiriti, libro II, cap. I, n. 100). Lo studio di questa classificazione è indispensabile per poter valutare la natura degli Spiriti che si manifestano, le loro buone e cattive qualità.
50. Sistema dell'anima materiale. Esso
consiste unicamente in una opinione particolare riguardo alla natura
intima dell'anima. Secondo questa opinione l'anima e il perispirito non
sarebbero affatto due cose distinte, o per meglio dire, il perispirito
non sarebbe altro che l'anima stessa, la quale si purifica gradualmente
attraverso le diverse trasmigrazioni, così come l'alcol viene depurato
attraverso le diverse distillazioni. La Dottrina Spiritista, invece,
considera il perispirito soltanto come l'involucro fluidica dell'anima o
Spirito. Essendo il perispirito una materia, sia pure molto eterea,
l'anima sarebbe così costituita da una materia più o meno essenziale,
secondo il grado della sua purificazione.
Questo sistema non contraddice nessuno dei principi fondamentali della Dottrina Spiritista, perché non cambia nulla circa il destino dell'anima, e le condizioni della sua felicità futura sono sempre le medesime. L'anima e il perispirito formano un tutto sotto il nome di Spirito, così come il germe e il perisperma formano un tutto sotto il nome di frutto. Tutta la questione si riduce a considerare il tutto come omogeneo anziché considerarlo formato da due parti distinte.
Come si può vedere, ciò non porta ad alcuna conseguenza, e noi non ne avremmo parlato se non avessimo incontrato delle persone inclini a vedere una nuova scuola in ciò che, in definitiva, altro non è se non una semplice interpretazione di termini. Questa opinione, del resto molto circoscritta, foss'anche più generalizzata, non costituirebbe una scissione tra gli Spiritisti più di quanto non ne facciano tra i fisici le due teorie sull'emissione o sulle ondulazioni della luce. Coloro che volessero formare un gruppo a parte, per una questione così puerile, dimostrerebbero soltanto che essi danno più importanza all'accessorio che alla cosa principale. Dimostrerebbero anche che essi sono spinti alla separazione da Spiriti che non possono certo essere buoni, perché i buoni Spiriti mai ispirerebbero l'asprezza e mai seminerebbero la zizzania. È per questo che noi esortiamo tutti i veri Spiritisti a stare in guardia contro simili suggestioni e a non dare a certi dettagli più importanza di quanta non ne meritino. L'essenziale è la base.
Noi crediamo, tuttavia, di dover spendere alcune parole riguardo a ciò su cui si basa l'opinione di coloro che considerano l'anima e il perispirito come due cose distinte. Questa opinione è fondata sull'insegnamento di Spiriti che non si sono mai discostati da questo concetto. Parliamo naturalmente degli Spiriti illuminati, perché tra gli Spiriti ve ne sono pure di quelli che non ne sanno più degli uomini — anzi, a volte, anche meno — mentre la teoria contraria è una concezione umana. Noi non abbiamo né inventato e neppure supposto il perispirito per poter meglio spiegare i fenomeni: tale esistenza ci è stata rivelata dagli Spiriti, e l'osservazione ce l'ha confermata (Il libro degli Spiriti, n. 93). Essa poggia ancora sullo studio delle sensazioni presso gli Spiriti (Il libro degli Spiriti, n. 257) e soprattutto sul fenomeno delle apparizioni tangibili che implicherebbe — secondo l'altra opinione — la solidificazione e la disgregazione dell'anima e, di conseguenza, la sua disorganizzazione.
Bisognerebbe inoltre ammettere che questa materia, che può essere percepita dai nostri sensi, è essa stessa il principio intelligente, la qual cosa non è affatto più razionale del confondere il corpo con l'anima o la veste con il corpo. Riguardo poi alla natura intima dell'anima, essa ci è sconosciuta. Quando diciamo che essa è immateriale, bisogna intendere ciò in senso relativo e non assoluto, perché l'immaterialità assoluta sarebbe il nulla, mentre l'anima, o lo Spirito, è qualcosa. Vogliamo cioè dire che la sua essenza è talmente superiore che essa non ha alcuna analogia con ciò che chiamiamo materia. Quindi, per noi, essa è immateriale (Il libro degli Spiriti, nn. 23 e 82).
Questo sistema non contraddice nessuno dei principi fondamentali della Dottrina Spiritista, perché non cambia nulla circa il destino dell'anima, e le condizioni della sua felicità futura sono sempre le medesime. L'anima e il perispirito formano un tutto sotto il nome di Spirito, così come il germe e il perisperma formano un tutto sotto il nome di frutto. Tutta la questione si riduce a considerare il tutto come omogeneo anziché considerarlo formato da due parti distinte.
Come si può vedere, ciò non porta ad alcuna conseguenza, e noi non ne avremmo parlato se non avessimo incontrato delle persone inclini a vedere una nuova scuola in ciò che, in definitiva, altro non è se non una semplice interpretazione di termini. Questa opinione, del resto molto circoscritta, foss'anche più generalizzata, non costituirebbe una scissione tra gli Spiritisti più di quanto non ne facciano tra i fisici le due teorie sull'emissione o sulle ondulazioni della luce. Coloro che volessero formare un gruppo a parte, per una questione così puerile, dimostrerebbero soltanto che essi danno più importanza all'accessorio che alla cosa principale. Dimostrerebbero anche che essi sono spinti alla separazione da Spiriti che non possono certo essere buoni, perché i buoni Spiriti mai ispirerebbero l'asprezza e mai seminerebbero la zizzania. È per questo che noi esortiamo tutti i veri Spiritisti a stare in guardia contro simili suggestioni e a non dare a certi dettagli più importanza di quanta non ne meritino. L'essenziale è la base.
Noi crediamo, tuttavia, di dover spendere alcune parole riguardo a ciò su cui si basa l'opinione di coloro che considerano l'anima e il perispirito come due cose distinte. Questa opinione è fondata sull'insegnamento di Spiriti che non si sono mai discostati da questo concetto. Parliamo naturalmente degli Spiriti illuminati, perché tra gli Spiriti ve ne sono pure di quelli che non ne sanno più degli uomini — anzi, a volte, anche meno — mentre la teoria contraria è una concezione umana. Noi non abbiamo né inventato e neppure supposto il perispirito per poter meglio spiegare i fenomeni: tale esistenza ci è stata rivelata dagli Spiriti, e l'osservazione ce l'ha confermata (Il libro degli Spiriti, n. 93). Essa poggia ancora sullo studio delle sensazioni presso gli Spiriti (Il libro degli Spiriti, n. 257) e soprattutto sul fenomeno delle apparizioni tangibili che implicherebbe — secondo l'altra opinione — la solidificazione e la disgregazione dell'anima e, di conseguenza, la sua disorganizzazione.
Bisognerebbe inoltre ammettere che questa materia, che può essere percepita dai nostri sensi, è essa stessa il principio intelligente, la qual cosa non è affatto più razionale del confondere il corpo con l'anima o la veste con il corpo. Riguardo poi alla natura intima dell'anima, essa ci è sconosciuta. Quando diciamo che essa è immateriale, bisogna intendere ciò in senso relativo e non assoluto, perché l'immaterialità assoluta sarebbe il nulla, mentre l'anima, o lo Spirito, è qualcosa. Vogliamo cioè dire che la sua essenza è talmente superiore che essa non ha alcuna analogia con ciò che chiamiamo materia. Quindi, per noi, essa è immateriale (Il libro degli Spiriti, nn. 23 e 82).
51. Ecco la risposta a questo riguardo data da uno Spirito:
«Ciò che alcuni chiamano perispirito altro non è che quello da altri chiamato involucro materiale fluidico. Per farmi comprendere in modo più logico, dirò che questo fluido è la perfettibilità dei sensi, l'accrescimento della vista e delle idee; e parlo qui degli Spiriti elevati. Riguardo agli Spiriti inferiori, i fluidi terrestri sono loro ancora completamente inerenti; come vedete, si tratta dunque di materia. Da qui i tormenti della fame, del freddo ecc., tormenti a cui non sono soggetti gli Spiriti superiori, visto che i fluidi terrestri si trovano purificati intorno al pensiero, vale a dire, intorno all'anima. L'anima, per il suo progresso, ha sempre bisogno d'un agente; l'anima, senza agente, non è nulla per voi o, per meglio dire, non può essere da voi concepita. Il perispirito, per noialtri Spiriti erranti, è l'agente attraverso il quale noi comunichiamo con voi, sia indirettamente tramite il vostro corpo o il vostro perispirito; sia direttamente con la vostra anima. Da qui, infiniti generi di medium e di comunicazioni.
Ora rimane il punto di vista scientifico, vale a dire l'essenza stessa del perispirito. Ma questa è un'altra questione. Prima di tutto dovete capire moralmente. Non resterà così che una discussione sulla natura dei fluidi, la qual cosa per il momento è inesplicabile. La scienza non ne sa ancora abbastanza, ma vi si arriverà, se la scienza vuole marciare con lo Spiritismo. Il perispirito può variare e cambiare all'infinito. L'anima è il pensiero: essa non cambia di natura. Sotto questo rapporto non andrete più lontano di così, è un punto che non può essere spiegato. Voi credete forse che io non cerchi come voi? Voi, voi cercate il perispirito, noialtri ora cerchiamo l'anima. Aspettate dunque.»
«Ciò che alcuni chiamano perispirito altro non è che quello da altri chiamato involucro materiale fluidico. Per farmi comprendere in modo più logico, dirò che questo fluido è la perfettibilità dei sensi, l'accrescimento della vista e delle idee; e parlo qui degli Spiriti elevati. Riguardo agli Spiriti inferiori, i fluidi terrestri sono loro ancora completamente inerenti; come vedete, si tratta dunque di materia. Da qui i tormenti della fame, del freddo ecc., tormenti a cui non sono soggetti gli Spiriti superiori, visto che i fluidi terrestri si trovano purificati intorno al pensiero, vale a dire, intorno all'anima. L'anima, per il suo progresso, ha sempre bisogno d'un agente; l'anima, senza agente, non è nulla per voi o, per meglio dire, non può essere da voi concepita. Il perispirito, per noialtri Spiriti erranti, è l'agente attraverso il quale noi comunichiamo con voi, sia indirettamente tramite il vostro corpo o il vostro perispirito; sia direttamente con la vostra anima. Da qui, infiniti generi di medium e di comunicazioni.
Ora rimane il punto di vista scientifico, vale a dire l'essenza stessa del perispirito. Ma questa è un'altra questione. Prima di tutto dovete capire moralmente. Non resterà così che una discussione sulla natura dei fluidi, la qual cosa per il momento è inesplicabile. La scienza non ne sa ancora abbastanza, ma vi si arriverà, se la scienza vuole marciare con lo Spiritismo. Il perispirito può variare e cambiare all'infinito. L'anima è il pensiero: essa non cambia di natura. Sotto questo rapporto non andrete più lontano di così, è un punto che non può essere spiegato. Voi credete forse che io non cerchi come voi? Voi, voi cercate il perispirito, noialtri ora cerchiamo l'anima. Aspettate dunque.»
LAMENNAIS
Così, se degli Spiriti che possono essere considerati avanzati non hanno ancora potuto sondare la natura dell'anima, come potremmo farlo noi stessi? Sarebbe dunque perdere il proprio tempo il voler scrutare il principio delle cose, che, come è detto ne Il libro degli Spiriti (nn. 17 e 49), sta nei segreti di Dio. Pretendere di sondare, con l'aiuto dello Spiritismo, ciò che ancora non spetta all'umanità è sviarlo dal suo vero obiettivo; è fare come quel bambino che volesse saperne quanto un vecchio. Applichi l'uomo lo Spiritismo per migliorarsi moralmente, ecco l'essenziale. Il sovrappiù non è che una curiosità sterile e spesso orgogliosa, la cui soddisfazione non gli farà fare alcun passo avanti: il solo modo di avanzare è quello di diventare migliori. Gli Spiriti, che hanno dettato il libro che porta il loro nome, hanno provato la loro saggezza, non oltrepassando i confini che Dio non permette di superare. Hanno perciò lasciato agli Spiriti sistematici e presuntuosi la responsabilità delle teorie anticipate ed erronee, più seducenti che solide, le quali cadranno un giorno davanti alla ragione, come tante altre uscite dai cervelli umani. Essi hanno detto soltanto ciò che era giustamente necessario per far comprendere all'uomo l'avvenire che lo attende, e con questo incoraggiarlo al bene (vedere, qui di seguito, Parte seconda, cap. I, "Azione degli Spiriti sulla materia").