IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI

Allan Kardec

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PARTE SECONDA - MANIFESTAZIONI SPIRITISTE



Capitolo I - AZIONE DEGLI SPIRITI SULLA MATERIA

52.Eliminata l'opinione materialista, poiché condannata dalla ragione e allo stesso tempo dai fatti, tutto si riassume nel chiedersi se l'anima, dopo la morte, può manifestarsi ai vivi. La questione, ridotta così alla sua più semplice espressione, si trova singolarmente semplificata. Si potrebbe prima di tutto domandare perché degli esseri intelligenti, che vivono in qualche modo nel nostro ambiente, benché per loro natura invisibili, non potrebbero provare la loro presenza in una qualsiasi maniera. La semplice ragione ci dice che a ciò non vi è nulla di assolutamente impossibile, ed è già qualcosa. Questa credenza ha, d'altronde, a suo favore l'assenso di tutti i popoli, poiché la ritroviamo dappertutto e a tutte le epoche. Orbene, una intuizione non potrebbe essere così generalizzata né sopravvivere ai tempi, se non poggiasse su qualcosa. Essa è inoltre sanzionata dalla testimonianza dei libri sacri e dei Padri della Chiesa, e c'è voluto lo scetticismo e il materialismo del nostro secolo perché fosse relegata fra le idee superstiziose. Se noi siamo nell'errore, parimenti lo sono quelle autorità.

Ma queste altro non sono che considerazioni morali. Una causa ha soprattutto contribuito a rafforzare il dubbio, in un'epoca così positiva come la nostra, in cui ci si preoccupa di rendersi conto di tutto, in cui si vuole sapere il perché e il percome di ogni cosa. Questa causa è l'ignoranza circa la natura degli Spiriti e circa i mezzi attraverso i quali essi possono manifestarsi. Acquisita questa conoscenza, il fatto delle manifestazioni non ha più niente di sorprendente e rientra nell'ordine dei fatti naturali.

53. L'idea che ci si fa degli Spiriti rende, di primo acchito, il fenomeno delle manifestazioni incomprensibile. Queste manifestazioni non possono avvenire che per l'azione dello Spirito sulla materia; è per questo che quanti credono che lo Spirito consista nell'assenza di ogni materia si domandano, con qualche apparenza di ragione, come possa egli agire materialmente. Ora, qui sta l'errore. Infatti lo Spirito non è un'astrazione, bensì un essere definito, limitato e circoscritto. Lo Spirito incarnato nel corpo ne costituisce l'anima. Allorché, al sopraggiungere della morte, abbandona il corpo, egli non ne esce spogliato di tutto l'involucro. Tutti ci dicono che conserva la forma umana, e in effetti, quando ci appare, esso si presenta con quella attraverso cui lo conoscevamo.

Osserviamoli attentamente nel momento in cui essi stanno per lasciare la vita. Si trovano in uno stato di turbamento; tutto intorno a loro si presenta confusamente; vedono il loro corpo, integro o mutilato a seconda del genere di morte; d'altronde essi si vedono e si sentono vivere; qualcosa dice loro che quel corpo appartiene a loro, e non riescono a comprendere che ne siano separati. Essi continuano a vedersi sotto la loro forma primitiva, e questa visione produce in alcuni, per un certo periodo, una singolare illusione: quella di credersi ancora vivi. Manca loro l'esperienza del nuovo stato in cui si trovano, per convincersi della realtà. Dissipatosi questo primo momento di turbamento, il corpo diventa per loro una vecchia veste di cui si sono spogliati e che non rimpiangono. Si sentono più leggeri e hanno la sensazione di essersi sbarazzati di un fardello. Non avvertono più i dolori fisici e sono totalmente felici di poter elevarsi, attraversare lo spazio, così come, quando erano vivi, più volte avevano fatto nei loro sogni.[5] Tuttavia, nonostante l'assenza del corpo, riconoscono la loro personalità. Hanno una forma, ma una forma che non li ostacola né li imbarazza, e hanno infine la coscienza del loro io e della loro individualità. Che cosa dobbiamo dire per concludere? Che l'anima non tutto lascia nella bara, che qualcosa porta con sé.

[5] Se si vuole fare riferimento a tutto ciò che abbiamo detto ne Il libro degli Spiriti riguardo ai sogni e allo stato dello Spirito durante il sonno (dal n. 400 al n. 418), si comprenderà che questi sogni, che quasi tutti hanno fatto, nei quali ci si vede trasportati attraverso lo spazio, come se si volasse, altro non sono che un ricordo della sensazione provata dallo Spirito, allorché, durante il sonno, aveva momentaneamente abbandonato il corpo materiale, portando con sé solo il suo corpo fluidico, quello che conserverà dopo la morte. Questi sogni possono dunque darci un'idea dello stato dello Spirito quando sarà liberato dai legami che lo trattengono sulla Terra.


54.Numerose osservazioni e fatti irrefutabili, di cui avremo occasione di parlare più avanti, ci portano a questa conclusione, che ci sono, cioè, nell'uomo tre componenti: 1°) l'anima o Spirito, principio intelligente in cui risiede il senso morale; 2°) il corpo, involucro grossolano, materiale, di cui lo Spirito è temporaneamente rivestito per la realizzazione di certi disegni provvidenziali; 3°) il perispirito, involucro fluidico, semi materiale che ha funzione di legame tra l'anima e il corpo.

La morte è la distruzione o, meglio, la disgregazione dell'involucro grossolano, di quello che l'anima abbandona; l'altro se ne libera e segue l'anima, che in questo modo si trova ad avere sempre un involucro. Quest'ultimo, benché fluidico, etereo, vaporoso e per noi invisibile nel suo stato normale, non cessa d'essere materia. Tuttavia, fino a oggi, non siamo ancora riusciti a impossessarcene e a sottoporla ad analisi.

Questo secondo involucro dell'anima, o perispirito, esiste dunque durante la vita corporea. Esso è l'intermediario di tutte le sensazioni che lo Spirito percepisce, è quello attraverso cui lo Spirito trasmette all'esterno la sua volontà e agisce sugli organi. Per servirci di un paragone materiale, diremo che esso è il filo elettrico conduttore che serve per la ricezione e la trasmissione del pensiero. E, infine, quell'agente misterioso, impercettibile, che va sotto il nome di fluido nervoso, il quale gioca un ruolo così importante nell'economia organica e di cui non si tiene sufficientemente conto nei fenomeni fisiologici e patologici. La Medicina, considerando soltanto l'elemento materiale ponderabile, si priva, nella valutazione dei fatti, d'una incessante causa d'azione. Ma non è questo il luogo per esaminare tale questione. Noi faremo solamente osservare che la conoscenza del perispirito è la chiave di numerosi problemi finora inspiegabili.

Il perispirito non è affatto una di quelle ipotesi alle quali si è fatto talvolta ricorso nella scienza per la spiegazione di un fatto. La sua esistenza non solo è rivelata dagli Spiriti, ma è un risultato di osservazioni, come avremo occasione di dimostrare. Per il momento, per non anticipare nulla sui fatti che dovremo riportare, ci limiteremo a dire che, sia durante la sua unione con il corpo, sia dopo la sua separazione, l'anima non è mai staccata dal suo perispirito.


55. Si è detto che lo Spirito è una fiamma, una scintilla; ma questo deveintendersi riguardo allo Spirito propriamente detto, allo Spirito inteso come principio intellettuale e morale, al quale non si potrebbe attribuire una forma determinata. Ma a qualsiasi grado egli si trovi, è sempre rivestito d'un involucro, o perispirito, la cui natura diventa eterea, nella misura in cui lo Spirito si purifica e si eleva nella gerarchia; e in modo tale che, per noi, l'idea di forma è inseparabile da quella di Spirito, e non riusciamo a concepire l'una senza l'altro. Il perispirito, dunque è parte integrante dello Spirito, così come il corpo è parte integrante dell'uomo. Ma il solo perispirito non è lo Spirito più di quanto il solo corpo non sia l'uomo, poiché il perispirito non pensa; esso è per lo Spirito ciò che il corpo è per l'uomo, è come dire l'agente o lo strumento della sua azione.

56. La forma del perispirito è la forma umana, e, allorché egli ci appare, la forma è generalmente quella con la quale rivestiva lo Spirito nella condizione di incarnato. Detto questo, si potrebbe credere che il perispirito, disgiunto da tutte le parti del corpo, si modelli in qualche modo su di esso e ne conservi l'impronta, ma non sembra che le cose stiano così. La forma umana, tranne alcune differenze di dettaglio, ed eccezion fatta per le modificazioni organiche richieste dall'ambiente nel quale l'essere è chiamato a vivere, si ritrova presso gli abitanti di tutti i globi. Questo, almeno, dicono gli Spiriti. È ugualmente la forma di tutti gli Spiriti non incarnati e che hanno soltanto il perispirito; è quella sotto la quale, in tutti i tempi, sono stati rappresentati gli angeli o puri Spiriti. Da ciò dobbiamo concludere che la forma umana è la forma tipica di tutti gli esseri umani a qualsiasi grado evolutivo essi appartengano. Ma la materia sottile del perispirito non ha affatto la resistenza e la rigidità della materia compatta del corpo; essa è, se ci è concesso esprimerci così, flessibile ed espansibile. È per questo che la forma ch'essa prende, benché ricalcata su quella del corpo, non è assoluta: essa si piega alla volontà dello Spirito, che può darle la tale o talaltra apparenza a seconda della sua volontà, mentre l'involucro solido avrebbe offerto una resistenza invincibile.

Liberato da questo ostacolo che lo opprimeva, il perispirito si espande o si restringe, si trasforma, in una parola si presta a tutte le metamorfosi, secondo la volontà che agisce su di lui. Ed è in seguito a questa proprietà del suo involucro fluidico che lo Spirito, il quale desideri farsi riconoscere, può, quando ciò sia necessario, prendere l'identico aspetto che aveva quando era vivo e perfino quella tra le irregolarità fisiche che può servire come segno di riconoscimento.

Gli Spiriti, come si vede, sono dunque degli esseri simili a noi, che formano intorno a noi una vera e propria popolazione invisibile nello stato normale; abbiamo detto nello stato normale, perché, come vedremo, questa invisibilità non è assoluta.


57. Ritorniamo alla natura del perispirito, perché ciò è essenziale ai fini della spiegazione che dobbiamo dare. Abbiamo detto che, benché fluidico, esso non cessa di essere una sorta di materia, e questo risulta dal fatto delle apparizioni tangibili, argomento sul quale torneremo più avanti. Si sono viste, sotto l'influenza di alcuni medium, apparire delle mani aventi tutte le proprietà di mani viventi: ne avevano il calore, potevano essere toccate, offrivano la resistenza di un corpo solido, stringevano e, tutto a un tratto svanivano come un'ombra. L'azione intelligente di queste mani, che obbediscono evidentemente a una volontà eseguendo determinati movimenti, o anche suonando delle arie su uno strumento, prova che esse sono la parte visibile di un essere intelligente invisibile. La loro tangibilità, la loro temperatura, in una parola l'impressione ch'esse fanno sui sensi — poiché si sono viste mani lasciare la loro impronta sulla pelle, colpire dolorosamente o accarezzare delicatamente — provano che esse possono essere di una qualsiasi materia. La loro sparizione istantanea prova, inoltre, che questa materia è particolarmente sottile e si comporta come certe sostanze che possono alternativamente passare dallo stato solido allo stato fluidico, e viceversa.

58. La natura intima dello Spirito propriamente detta, vale a dire dell'essere pensante, ci è completamente sconosciuta. Egli si rivela a noi solo attraverso i suoi atti, e i suoi atti non possono colpire i nostri sensi materiali se non attraverso un intermediario materiale. Lo Spirito ha dunque bisogno di materia per agire sulla materia. Egli ha per strumento diretto il suo perispirito, così come l'uomo ha il suo corpo. Orbene, il suo perispirito è materia, come abbiamo appena visto. In seguito, si serve anche, come agente intermediario, del fluido universale, una specie di veicolo su cui agisce, come noi agiamo sull'aria per produrre certi effetti con l'aiuto della dilatazione, della compressione, della propulsione o delle vibrazioni.

Considerata in questo modo, l'azione dello Spirito sulla materia si può facilmente comprendere; di conseguenza si comprende come tutti gli effetti che ne risultano rientrino nell'ordine dei fatti naturali e non abbiano nulla di meraviglioso. Sono sembrati soprannaturali soltanto perché non se ne conosceva la causa. Conosciuta la causa, il meraviglioso scompare, e questa causa rientra completamente nelle proprietà semi materiali del perispirito. È questo un nuovo ordine di fatti, che una nuova legge viene a spiegarci, e di cui fra qualche tempo non ci si meraviglierà più di quanto non ci si meravigli oggi di comunicare a distanza, in alcuni istanti, per mezzo dell'elettricità.

59. Forse ci si domanderà come lo Spirito, con l'aiuto di una materia così sottile, possa agire su dei corpi pesanti e compatti, sollevare delle tavole ecc. Certamente non sarebbe un uomo di scienza a formulare una simile obiezione, poiché, senza parlare delle proprietà sconosciute che questo nuovo agente potrebbe avere, non abbiamo forse noi sotto gli occhi esempi analoghi? Non è forse nei gas più rarefatti, nei fluidi imponderabili, che l'industria trova i suoi motori più possenti? Quando si vede l'aria smantellare edifici, il vapore spostare masse enormi, la polvere gassificata sollevare delle rocce, l'elettricità spezzare alberi e sfondare muraglie, che cosa c'è di tanto strano nell'ammettere che lo Spirito, con l'aiuto del suo perispirito, può sollevare una tavola? Soprattutto quando si sa che questo perispirito può divenire visibile, tangibile e comportarsi come un corpo solido.




Capitolo II - MANIFESTAZIONI FISICHE - TAVOLE ROTANTI

60. Si dà il nome di manifestazioni fisiche a quelle che si generano con effetti sensibili, quali i rumori, il movimento e lo spostamento dei corpi solidi. Alcune di queste manifestazioni sono spontanee, vale a dire indipendenti da ogni volontà; le altre possono essere provocate. Parleremo dapprima di queste ultime.

L'effetto più semplice, e uno dei primi a essere stato osservato, consiste nel movimento circolare impresso a una tavola. Questo effetto si produce egualmente su tutti gli altri oggetti; ma essendo la tavola l'oggetto sul quale ci si è maggiormente esercitati — perché era il più comodo —, il nome di tavole rotanti ha prevalso per la designazione di questa specie di fenomeno.

Quando noi diciamo che questo effetto è uno dei primi che siano stati osservati, vogliamo dire in questi ultimi tempi, poiché non c'è dubbio che tutti i generi di manifestazioni erano conosciuti fin dai tempi più antichi, né potrebbe essere altrimenti; poiché si tratta di effetti naturali, si sono dovuti necessariamente produrre in tutte le epoche. Tertulliano parla in termini espliciti delle tavole rotanti e parlanti.

Questo fenomeno alimentò per un certo periodo la curiosità dei salotti, in seguito ci se ne stancò per passare ad altri svaghi, poiché esso altro non era che un soggetto di distrazione. Due le cause che contribuirono all'abbandono delle tavole rotanti. Per quanto riguarda le persone frivole, la causa fu la moda, la quale non permetteva di conservare per due inverni consecutivi il medesimo divertimento, ma che, tuttavia consentì che per tre o quattro inverni predominasse quello di cui stiamo trattando, cosa che a simili persone dev'essere sembrata prodigiosa. Per le persone sagge e per gli osservatori, ne uscì qualcosa di serio che prevalse. Se questi hanno in seguito trascurato le tavole rotanti, ciò è accaduto perché si sono occupati delle conseguenze, dei loro risultati ben altrimenti importanti: essi hanno abbandonato l'alfabeto per la scienza. Ecco tutto il segreto di questo apparente abbandono intorno a cui gli scettici fanno tanto rumore.

Comunque sia, le tavole rotanti rappresenteranno sempre il punto di partenza della Dottrina Spiritista, e per questa ragione dobbiamo intorno a esse alcuni chiarimenti. Tanto più che, presentando i fenomeni nella loro più grande semplicità, lo studio delle cause ne risulterà facilitato; e, una volta stabilita, la teoria ci darà la chiave degli effetti più complessi.

61. Perché il fenomeno avvenga, è necessario l'intervento di una o più persone dotate di un'attitudine speciale e che sono indicate con il nome di medium. Il numerodei cooperatori è indifferente, se non per questo: tra di loro potrebbe trovarsi qualche medium sconosciuto. Quanto a coloro la cui medianità è nulla, la loro presenza è senza alcun risultato e, anzi, più nociva che utile, per la disposizione d'animo che essi sovente vi apportano.

I medium godono, sotto questo aspetto, di un potere più o meno grande, e generano di conseguenza degli effetti più o meno pronunciati. Sovente una persona, medium possente, genererà da sola più fenomeni di venti altri medium messi insiemi. Gli basterà posare le mani sulla tavola perché all'istante essa si muova, si sollevi, si rovesci, faccia dei salti o moti con violenza.

62. Non esiste alcun indizio attraverso il quale si riconosca l'esistenza della facoltà medianica. La si può riconoscere solo attraverso l'esperienza. Quando, in una riunione, si voglia fare una verifica, bisogna molto semplicemente sedersi attorno a una tavola e posarvi sopra il palmo delle mani, senza alcuna pressione, né sforzo muscolare. Agli inizi, siccome si ignoravano le cause del fenomeno, erano state indicate parecchie precauzioni, riconosciute in seguito assolutamente inutili, quali, per esempio, l'alternarsi dei sessi; quali, ancora, il contatto dei mignoli delle varie persone, così da formare una catena non interrotta. Quest'ultima precauzione era sembrata necessaria quando si credeva all'azione di una sorta di corrente elettrica; in seguito l'esperienza ce ne ha dimostrata l'inutilità. La sola prescrizione che sia rigorosamente obbligatoria è il raccoglimento, un silenzio assoluto e soprattutto la pazienza, nel caso l'effetto si facesse attendere. Può darsi che esso si produca in pochi minuti, come può darsi che ritardi una mezz'ora o un'ora; questo dipende dalla potenza medianica dei partecipanti.

63. Diremo ancora che la forma della tavola, il materiale di cui essa è fatta, la presenza di metalli, della seta nelle vesti degli astanti, i giorni, le ore, l'oscurità o la luce ecc. sono tanto indifferenti quanto la pioggia o il bel tempo. Solo il volume della tavola è da prendersi in considerazione, ma soltanto nel caso in cui la potenza medianica fosse insufficiente per vincere la resistenza. Nel caso contrario una sola persona, anche un bambino, può far sollevare una tavola di cento chili, mentre, in condizioni meno favorevoli, dodici persone non riuscirebbero a far muovere il più piccolo dei tavolinetti da salotto.

Stando così le cose, quando l'effetto incomincia a manifestarsi, generalmente si sente un piccolo scricchiolio nella tavola; si sente come un fremito che il è preludio al movimento. Essa sembra fare degli sforzi per staccarsi del pavimento, poi ha inizio il movimento di rotazione; questo si accelera al punto da acquistare una rapidità tale che gli astanti fanno una fatica terribile a seguirlo. Una volta stabilitosi il movimento, ci si può anche allontanare dalla tavola, la quale continua a muoversi in sensi diversi, senza alcun contatto.

In altre circostanze, la tavola si solleva e si erge ora su un piede ora su un altro, poi dolcemente, riprende la sua posizione naturale. Altre volte essa si bilancia imitando il movimento del beccheggio o del rullio di una nave. Altre volte, infine, — ma per questo c'è bisogno di una potenza medianica considerevole — la tavola si distacca completamente dal suolo, e si mantiene in equilibrio nello spazio, senza alcun punto d'appoggio, sollevandosi a volte anche fino al soffitto, di modo che è anche possibile passarvi sotto. Poi ridiscende lentamente, bilanciandosi come farebbe un foglio di carta, oppure cade violentemente e si spezza, la qual cosa prova in maniera palese che non si è vittime di una illusione ottica.

64. Un altro fenomeno che si produce molto spesso, a seconda della natura del medium, è quello dei colpi battuti nel cuore stesso del legno, senza alcun movimento della tavola. Questi colpi, alcune volte debolissimi, altre volte molto forti, si fanno egualmente sentire negli altri mobili dell'appartamento, contro le porte, le pareti e il soffitto. Fra poco torneremo su tale questione. Quando questi colpi hanno luogo nella tavola, vi producono una vibrazione assai notevole, avvertibile dalle dita e soprattutto molto distinta quando vi si applichi l'orecchio.




Capitolo III - MANIFESTAZIONI INTELLIGENTI

65.In ciò che abbiamo osservato fino a questo momento, niente sicuramente rivela l'intervento di un potere occulto, e questi effetti potrebbero perfettamente spiegarsi con l'azione di una corrente elettrica o magnetica o con l'azione d'un qualsiasi fluido. Tale è stata, in effetti, la prima spiegazione data a questi fenomeni, e che poteva con ragione passare per logicissima. Essa avrebbe senza dubbio prevalso, se altri fatti non fossero venuti a dimostrarne la insufficienza. Questi fatti sono le prove d'intelligenza che tali fenomeni hanno dato. Ora, siccome ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente, risultava evidente che, anche ammettendo che l'elettricità o qualsiasi altro fluido vi giocasse una qualche parte, un'altra causa vi si mescolava. Qual era questa causa? Qual era questa intelligenza? Questo è ciò che le successive osservazioni hanno fatto conoscere.

66. Perché una manifestazione sia intelligente, non è necessario che essa sia eloquente, arguta o sapiente; è sufficiente che essa provi che è un atto libero e volontario, il quale esprima una intenzione o risponda a un pensiero. Di sicuro, quando uno vede una banderuola agitata dal vento è ben certo che essa obbedisce solo a un'impulsione meccanica. Ma se si riconoscessero, nei movimenti della banderuola, dei segni intenzionali, se essa girasse a destra o a sinistra, velocemente o con lentezza al comando, si sarebbe ben costretti ad ammettere non già che la banderuola è intelligente, ma che essa obbedisce a una intelligenza. Questo è ciò che è avvenuto riguardo alla tavola.

67. Noi abbiamo visto la tavola muoversi, sollevarsi e battere dei colpi, sotto l'influenza d'uno o più medium. Il primo effetto intelligente osservato è stato quello di vedere come questi movimenti obbedissero al comando. Così, senza cambiare di posto, la tavola si sollevava alternativamente sul piede prestabilito; poi, ricadendo, batteva un numero determinato di colpi, rispondendo così a una domanda. Altre volte la tavola, senza il contatto di alcuno, passeggiava tutta sola nella stanza, andando a destra o a sinistra, avanti o indietro, eseguendo movimenti diversi, su ordine degli astanti. Appare più che evidente che noi scartiamo ogni supposizione di frode, che ammettiamo la perfetta lealtà degli astanti, attestata dalla loro onorabilità e dal loro perfetto disinteresse. Più avanti parleremo degli inganni, contro i quali è prudente stare in guardia.

68. Per mezzo dei colpi battuti e soprattutto per mezzo degli scricchiolii, di cui abbiamo appena parlato, si ottengono degli effetti ancora più intelligenti, come l'imitazione dei diversi rulli del tamburo, o l'imitazione della guerriglia con fuochi di fila o di plotone e cannonate, e poi lo stridio della sega, i colpi di martello, il ritmo di diverse arie ecc. Questo era, come si può ben comprendere, un vasto campo aperto all'esplorazione. Si disse allora che, poiché c'era lì una intelligenza occulta, essa doveva poter rispondere alle domande. E in effetti essa rispose con il sì o con il no, attraverso un numero di colpi di convenzione. Essendo però queste risposte assai insignificanti, fu per questo che si ebbe l'idea di far segnare le lettere dell'alfabeto, così da comporre delle parole e delle frasi.

69. Questi fatti, ripetuti a volontà da migliaia di persone e in tutti i paesi, non potevano lasciare dubbi sulla natura intelligente delle manifestazioni. Fu allora che sorse un nuovo sistema, secondo cui questa intelligenza non sarebbe altro che l'intelligenza del medium, dell'interrogante o anche quella degli astanti. La difficoltà consisteva nello spiegare come questa intelligenza potesse riflettersi nella tavola e tradursi con dei colpi. Dal momento che era accertato che quei colpi non erano battuti dal medium, essi lo erano dunque dal pensiero. Ora, il pensiero che batte dei colpi era un fenomeno ancora più prodigioso di tutti quelli di cui si era stati testimoni. L'esperienza non tardò a dimostrare l'inammissibilità di questa opinione. In effetti, le risposte si trovavano assai spesso in opposizione formale con il pensiero degli astanti, al di fuori della portata intellettuale del medium, e anche in lingue da lui ignorate, o riferentesi a fatti a tutti sconosciuti. Gli esempi sono così numerosi, che è quasi impossibile che chiunque si sia minimamente occupato di comunicazioni spiritiste non ne sia stato parecchie volte testimone. Noi non citeremo che un solo fatto che ci è stato riportato da un testimone oculare.

70. Su una nave della marina imperiale francese, che stazionava nei mari della Cina, tutto l'equipaggio — dai marinai allo stato maggiore — era intento a far parlare le tavole. Si ebbe l'idea di evocare lo Spirito di un luogotenente del medesimo vascello, morto da due anni. Egli venne e, dopo varie comunicazioni che riempirono tutti di stupore, disse quanto segue, battendo dei colpi: «Io vi prego di far avere, senza indugio, al capitano la somma di... (e indicava la cifra), che io gli devo e che rimpiango di non aver potuto restituirgli prima della mia morte.» Nessuno conosceva il fatto. Il capitano stesso aveva dimenticato questo credito, assai minimo del resto; ma cercando nei suoi conti, vi trovò l'annotazione del debito del luogotenente: la cifra lì indicata era perfettamente esatta. Chiediamoci dunque di quale pensiero questa indicazione avrebbe mai potuto essere il riflesso.

71. L'arte di comunicare si perfezionò attraverso colpi alfabetici, ma il mezzo era sempre molto lungo. Si ottennero, tuttavia, comunicazioni di una certa estensione, così come interessanti rivelazioni sul mondo degli Spiriti. Questi ne indicarono altri, ed è a loro che si deve il mezzo delle comunicazioni scritte.

Le prime comunicazioni di questo genere avvennero adattando una matita al piede d'una leggera tavola, appoggiata su un foglio di carta. La tavola, messa in movimento dall'influenza di un medium, si mise a tracciare dei caratteri, delle parole e poi delle intere frasi. Successivamente si semplificò questo mezzo, servendosi di piccole tavole della misura di una mano e fatte appositamente; si passò poi a dei canestri, a delle scatole di cartone e, infine, a delle semplici assicelle. La scrittura era anche scorrevole, rapida e facile, come con la mano. Ma più tardi si riconobbe che tutti questi oggetti non erano, in definitiva, che delle appendici, dei veri e propri portamatite, di cui si poteva fare a meno, tenendo il medium con la sua stessa mano la matita. La mano, trascinata da un movimento involontario, scriveva sotto l'impulso che gli imprimeva lo Spirito, e senza il concorso né della volontà né del pensiero del medium. Da allora, le comunicazioni d'oltretomba non ebbero più limiti di quanti non ne abbia l'abituale corrispondenza tra viventi.

Torneremo su questi differenti mezzi, che spiegheremo nei particolari. Li abbiamo rapidamente accennati, per mostrare la successione dei fatti che ci hanno condotto a costatare, in questi fenomeni, l'intervento di intelligenze occulte, altrimenti dette Spiriti.




Capitolo IV - TEORIA DELLE MANIFESTAZIONI FISICHE



Movimenti e sollevamenti - Rumori - Aumento e diminuzione del peso dei corpi

72.Dimostrata l'esistenza degli Spiriti, attraverso il ragionamento e i fatti, così come la possibilità da parte loro di agire sulla materia, si tratta ora di conoscere come si attua questa azione e come essi procedono per far muovere le tavole e gli altri corpi inerti.

Un pensiero si presenta in modo del tutto naturale ed è quello che noi abbiamo avuto. Siccome però tale idea è stata contrastata dagli Spiriti, che ci hanno dato tutt'altra spiegazione, ben lontana da quella che noi ci aspettavamo, questa è una prova evidente che la loro teoria non era uguale alla nostra opinione. Ora, questo primo pensiero, ognuno potrebbe averlo avuto come noi. Riguardo alla teoria degli Spiriti, noi crediamo che essa non sia mai venuta in mente a nessuno. Si riconoscerà senza fatica quanto essa sia superiore alla nostra, quantunque meno semplice, poiché essa ci dà la soluzione di parecchi altri fatti, che con la nostra teoria non trovano una spiegazione soddisfacente.

73. Da momento che degli Spiriti si conosce la natura, il loro aspetto umano, le proprietà semi materiale del perispirito, l'azione meccanica che esso può avere sulla materia; dal momento che in casi di apparizione si sono viste mani fluidiche e anche tangibili prendere degli oggetti e trasportarli, era naturale credere che lo Spirito si servisse molto semplicemente delle sue mani per far ruotare la tavola, e che egli la sollevasse nello spazio a forza di braccia. Ma allora, in questo caso, quale la necessità di avere un medium? Lo Spirito non potrebbe agire da solo? Infatti il medium, che il più delle volte poggia le mani sulla tavola in senso contrario al movimento, oppure non le poggia del tutto, non può evidentemente assecondare lo Spirito con un'azione muscolare qualsiasi. Lasciamo prima parlare gli Spiriti che abbiamo interrogato su questo argomento.

74. Le risposte che seguono ci sono state date dallo Spirito di san Luigi; esse sono state poi confermate da molti altri.

1. Il fluido universale è un'emanazione della divinità?

«No.»

2. È una creazione della divinità?

«Tutto viene creato, eccetto Dio.»

3. Il fluido universale è nello stesso tempo l'elemento universale?

«Sì, è il principio elementare di tutte le cose.»

4. Ha qualche rapporto con il fluido elettrico di cui noi conosciamo gli effetti?

«È il suo elemento.»

5. Qual è lo stato nel quale il fluido universale si presenta a noi nella sua più grande semplicità?

«Per trovarlo nella sua semplicità assoluta, bisognerebbe risalire fino ai puri Spiriti. Nel vostro mondo esso è sempre più o meno modificato per formare la materia compatta che vi circonda. Tuttavia potete asserire che lo stato che più si avvicina a questa semplicità è quello del fluido che voi chiamate fluido magnetico animale.»

6. È stato detto che il fluido universale è la sorgente della vita. È

forse, nello stesso tempo, anche la sorgente dell'intelligenza?

«No. Questo fluido non anima che la materia.»

7. Poiché questo è il fluido di cui è composto il perispirito, non sembra forse che esso vi si trovi in una sorta di stato di condensazione che lo avvicina, sia pure fino a un certo punto, alla materia propriamente detta?

«Fino a un certo punto — proprio come voi dite —, poiché non ne ha tutte le proprietà. Esso è più o meno condensato a seconda dei mondi.»

8. Come può uno Spirito attuare il movimento d'un corpo solido?

«Egli combina una parte del fluido universale con il fluido che emana il medium, idoneo a questo effetto.»

9. Gli Spiriti sollevano la tavola con l'aiuto delle loro braccia, in qualche modo solidificate?

«Questa risposta non vi porterà ancora ciò che voi desiderate. Allorché una tavola si muove sotto le vostre mani, lo Spirito evocato va ad attingere, nel fluido universale, quanto possa animare questa tavola d'una vita fittizia. Preparata così la tavola, lo Spirito l'attira e la fa muovere sotto l'influenza del suo stesso fluido, emanato dalla sua volontà. Allorché la massa che vuole mettere in movimento è per lui troppo pesante, egli chiama in suo aiuto degli Spiriti che si trovano nelle sue medesime condizioni. Per via della sua natura eterea, lo Spirito, propriamente detto, non può agire sulla materia grossolana senza intermediario, vale a dire senza il legame che lo unisce alla materia. Questo legame, che costituisce ciò che voi chiamate perispirito, vi dà la chiave di tutti i fenomeni spiritisti materiali. Io credo di essermi spiegato abbastanza chiaramente da farmi comprendere.»

OSSERVAZIONE. Noi richiamiamo l'attenzione su questa prima frase: Questa risposta non vi porterà ANCORA ciò che voi desiderate. Lo Spirito aveva perfettamente compreso che tutte le domande precedenti non erano state fatte se non per arrivare a questa, e fa allusione al nostro pensiero che attendeva in effetti tutt'altra risposta, vale a dire la conferma della nostra idea riguardo al modo con cui lo Spirito fa muovere le tavole.

10. Gli Spiriti che egli chiama in suo aiuto gli sono inferiori? Sono essi sotto i suoi ordini?

«Eguali, quasi sempre. Molte volte accorrono spontaneamente.»

11. Tutti gli Spiriti sono idonei a produrre fenomeni di questo genere?

«Gli Spiriti che producono questo genere di effetti sono sempre degli Spiriti inferiori, che non si sono ancora interamente liberati di ogni influenza materiale.»

12. Noi comprendiamo che gli Spiriti superiori non si occupino di cose che sono al disotto delle loro facoltà. Ma noi domandiamo se essi, in ragione del fatto che sono più smaterializzati, avrebbero il potere di farlo se ne avessero la volontà.

«Essi hanno la forza morale, così come gli altri hanno la forza fisica. Quando hanno bisogno di questa forza, essi si servono di coloro che la posseggono. Non vi è stato forse già detto ch'essi si servono degli Spiriti inferiori allo stesso modo con cui voi vi servite dei fattorini?»

OSSERVAZIONE. Si è detto che la densità del perispirito, se ci è concesso esprimerci così, varia a seconda dello stato dei mondi; sembra anche che essa varii nel medesimo mondo a seconda degli individui. Negli Spiriti moralmente avanzati, esso è più sottile e si avvicina a quello degli Spiriti elevati. Negli Spiriti inferiori, al contrario, esso si avvicina alla materia, e questo è il motivo per cui questi Spiriti di basso grado conservano per così lungo tempo le illusioni della vita terrena. Essi pensano e agiscono come se fossero ancora vivi; hanno i medesimi desideri e, si potrebbe quasi dire, la medesima sensualità. Questa grossolanità del perispirito, dandogli più affinità con la materia, rende gli Spiriti inferiori più adatti alle manifestazioni fisiche. È per la medesima ragione che un uomo di mondo, abituato ad attività intellettuali, il cui corpo sia fragile e delicato, non può sollevare un carico pesante come farebbe un facchino. La materia, in lui, è in qualche modo meno compatta e gli organi sono meno resistenti; egli, insomma, ha meno fluido nervoso. Essendo il perispirito, per lo Spirito, ciò che il corpo è per l'uomo, ed essendo la sua densità in ragione della inferiorità dello Spirito, questa densità sostituisce nello Spirito la forza muscolare, gli dà cioè - sui fluidi necessari alle manifestazioni - un potere maggiore di quello di cui dispongono coloro la cui natura è più eterea. Se uno Spirito elevato vuole produrre simili effetti, egli fa ciò che fanno presso di noi le persone di costituzione fragile: lo fa fare a uno Spirito del mestiere.

13. Se abbiamo capito bene ciò che avete detto, il principio vitale si trova nel fluido universale; lo Spirito attinge da questo fluido l'involucro semi materiale che costituisce il suo perispirito, ed è per mezzo di questo fluido ch'egli agisce sulla materia inerte. È così?

«Sì. Vale a dire ch'egli anima la materia d'una specie di vita fittizia: la materia si anima della vita animale. La tavola che si muove sotto le vostre mani vive come l'animale; essa obbedisce da sé stessa all'essere intelligente. Non è però che questo la spinga, come l'uomo farebbe con un peso; quando la tavola si solleva, non è che lo Spirito la sollevi a forza di braccia, ma è la tavola che, animata, obbedisce all'impulso dato dallo Spirito.»

14. Qual è il ruolo del medium in questo fenomeno?

«L'ho già detto. Il fluido proprio del medium si combina con il fluido universale accumulato dallo Spirito. È necessaria l'unione di questi due fluidi, vale a dire, del fluido animalizzato unitamente al fluido universale, per dar vita alla tavola. Ma osservate bene che questa vita è solo momentanea; essa si estingue con l'azione e spesso anche prima che questa termini, non appena cioè la quantità di questo fluido non è più sufficiente.»

15. Lo Spirito può agire senza il concorso di un medium?

«Egli può agire all'insaputa del medium. Vale a dire che molte persone, senza che lo sospettino, servono da ausiliarie agli Spiriti, per certi fenomeni. Lo Spirito attinge in loro, come da una sorgente, il fluido animalizzato di cui ha bisogno. Avviene così che il concorso del medium, come voi lo intendete, non sempre è necessario, la qual cosa ha luogo soprattutto nei fenomeni spontanei.»

16. La tavola animata agisce con intelligenza? Pensa?

«Essa non pensa di più del bastone con il quale fate un segno intelligente, ma la vitalità da cui essa è animata le permette di obbedire all'impulso di una intelligenza. Ricordate sempre, dunque, che la tavola che si muove non diventa Spirito e che essa non ha in sé stessa né pensiero né volontà.»

OSSERVAZIONE. Ci si serve sovente di una espressione analoga, nel linguaggio comune; di una ruota che giri con gran velocità, si dice che essa è animata da un movimento rapido.

17. Qual è la causa preponderante nella produzione di questo fenomeno: lo Spirito o il fluido?

«Lo Spirito è la causa, il fluido è lo strumento. Sono necessarie le due cose.»

18. Quale ruolo svolge, in questo caso, la volontà del medium?

«Quello di chiamare gli Spiriti e assecondarli nell'impulso dato al fluido.»

— L'azione della volontà è sempre indispensabile?

«Essa aumenta la forza, ma non sempre è necessaria, poiché il movimento può aver luogo contro e malgrado questa volontà, e questa è una delle prove che vi è una causa indipendente dal medium.»

OSSERVAZIONE. Per far muovere un oggetto non sempre è necessario il contatto delle mani. Il più delle volte questo contatto si rende necessario solo per dare il primo impulso, ma una volta che l'oggetto si è animato, può obbedire alla volontà dello Spirito senza contatto materiale. Ciò dipende sia dalla potenza del medium, sia dalla natura degli Spiriti. Un primo contatto non è neppure sempre indispensabile; se ne ha prova nei movimenti e negli spostamenti spontanei, che nessuno pensa di provocare.

19. Perché non tutti possono produrre il medesimo effetto e perché non tutti i medium hanno la medesima potenza?

«Questodipende dall'organizzazione e dalla maggiore o minore facilità con cui può avvenire la combinazione dei fluidi. Influisce anche la maggiore o minore simpatia del medium verso gli Spiriti, che trovano in lui la potenza fluidica necessaria. Accade con questa forza ciò che si verifica con quella dei magnetizzatori, la quale può essere più o meno grande. Sotto questo aspetto, ci sono persone che sono completamente refrattarie; altre nelle quali la combinazione non si attua che per uno sforzo della loro volontà; altre, infine; nelle quali la combinazione dei fluidi avviene così naturalmente e così facilmente, che esse non se ne accorgono neppure; e vengono così utilizzate, a loro insaputa, come strumento, come vi abbiamo già detto» (vedere più avanti, il capitolo "Manifestazioni fisiche spontanee").

OSSERVAZIONE. Il magnetismo è senza alcun dubbio il principio di questi fenomeni, non però come generalmente lo si intende. Prova ne sia che esistono potentissimi magnetizzatori che non farebbero muovere neppure un tavolinetto; e ci sono persone — tra cui anche fanciulli — che non possono magnetizzare, alle quali è sufficiente poggiare le dita su un tavolo pesante per farlo agitare. Se, dunque, la potenza medianica non è in ragione della potenza magnetica, è perché c'è un'altra causa.

20. Le persone cosiddette elettriche possono essere considerate dei medium?

«Queste persone attingono in sé stesse il fluido necessario alla produzione del fenomeno e possono agire senza l'aiuto di Spiriti estranei. Non sono quindi affatto dei medium nel senso che viene comunemente attribuito a questo termine; ma può anche darsi che uno Spirito assista e approfitti delle loro disposizioni naturali.»

OSSERVAZIONE. Accade con queste persone ciò che accade con i sonnambuli, i quali possono agire con o senza il concorso d'uno Spirito estraneo (si veda, nel capitolo sui "Medium", l'articolo relativo ai medium sonnambuli).

21. Lo Spirito, che agisce sui corpi solidi per muoverli, si pone nella sostanza stessa del corpo oppure al di fuori di questa sostanza?

«Avviene l'una e l'altra cosa. Noi abbiamo detto che la materia non è affatto un ostacolo per gli Spiriti. Essi penetrano in tutto; e una parte del perispirito s'identifica, per così dire, con l'oggetto in cui penetra.»

22. Come fa lo Spirito a picchiare? Si serve di un oggetto materiale?

«Non più che delle sue braccia per sollevare la tavola! Voi sapete bene che non ha martelli a sua disposizione. Il suo martello è il fluido combinato, messo in azione dalla sua volontà per muovere o per battere. Quando lo Spirito muove un oggetto, la luce vi dà la percezione del movimento; quando batte, l'aria vi trasmette il suono.»

23. Riusciamo a comprendere ciò quando egli picchia su un corpo duro. Ma come può egli far sì che si odano dei rumori o dei suoni articolati nel vuoto dell'aria?

«Poiché agisce sulla materia, può agire sull'aria allo stesso modo che sulla tavola. In quanto ai suoni articolati, egli può imitarli come tutti gli altri rumori.»

24. Voi dite che lo Spirito non si serve delle sue mani per muovere la tavola. Tuttavia, in certe manifestazioni visuali, si son viste apparire delle mani, le cui dita percorrevano la tastiera di un pianoforte, pigiando sui tasti e facendo sentire dei suoni. Non potrebbe essere, in questo caso, che il movimento dei tasti sia prodotto dalla pressione delle dita? Questa pressione non è forse anche diretta e reale, quando si fa sentire su noi stessi, quando le mani che la esercitano lasciano delle impronte sulla pelle?

«Voi potete comprendere la natura degli Spiriti e il loro modo di agire soltanto attraverso dei confronti, i quali però non ve ne daranno che un'idea incompleta. E il voler sempre paragonare i comportamenti degli Spiriti ai vostri è un errore. I loro comportamenti devono essere in rapporto con la loro organizzazione. Non vi ho forse detto che il fluido del perispirito penetra la materia e s'identifica con essa, animandola d'una vita fittizia? Ebbene, quando lo Spirito posa le dita sui tasti, egli le posa realmente sui tasti e li fa anche muovere. Ma non è con la forza muscolare ch'egli preme sul tasto. Egli anima il tasto, come anima la tavola; e il tasto, che obbedisce alla sua volontà, si muove e batte la corda. Anche qui accade una cosa che voi farete fatica a capire. Il fatto è che certi Spiriti sono così poco avanzati e talmente materiali, a confronto degli Spiriti elevati, che hanno ancora le illusioni della vita terrena e credono di poter agire come quando avevano il loro corpo. Essi non si rendono conto della vera causa degli effetti che producono più di quanto un contadino non si renda conto della teoria dei suoni ch'egli articola. Provate a domandare loro come suonino il pianoforte, ed essi vi diranno che vi battono sopra con le dita, poiché essi credono di battere. L'effetto si produce istintivamente presso di loro, senza che essi sappiano come, e tuttavia attraverso la loro volontà. La medesima cosa avviene quando essi si esprimono con delle parole.»

OSSERVAZIONE. Da queste spiegazioni risulta che gli Spiriti possono produrre tutti gli effetti che produciamo noi stessi, ma con mezzi idonei alla loro organizzazione. Certe forze, che sono loro proprie, sostituiscono i muscoli che a noi sono necessari per agire; così come il gesto supplisce, nel muto, la parola che a lui manca.

25. Tra i fenomeni, che vengono citati come prove dell'azione di una potenza occulta, ve ne sono alcuni che sono palesemente contrari a tutte le leggi conosciute della natura. Qualche dubbio non parrebbe allora permesso?

«Il fatto è che l'uomo è ben lontano dal conoscere tutte le leggi della natura. Se le conoscesse tutte, sarebbe uno Spirito superiore. Ogni giorno che passa, pertanto, smentisce coloro che, credendo di sapere tutto, pretendono d'imporre dei limiti alla natura, senza che per questo, tuttavia, diventino meno orgogliosi. Svelando incessantemente nuovi misteri, Dio avverte l'uomo di diffidare dei suoi propri lumi, perché verrà giorno in cui la scienza del più sapiente sarà confusa. Non avete voi forse, tutti i giorni, esempi di corpi animati da un movimento capace d'imporsi sulla forza di gravitazione? La palla di cannone, lanciata nell'aria, non oltrepassa forse, sia pure momentaneamente questa forza? Poveri uomini, che credete di essere tanto sapienti, e la cui sciocca vanità viene umiliata a ogni istante, sappiate dunque che siete ancora ben piccini.»


75. Queste spiegazioni sono chiare, categoriche e senza ambiguità. Da esse viene messo in evidenza questo punto fondamentale: il fluido universale, nel quale risiede il principio della vita, è l'agente principale delle manifestazioni, e questo agente riceve il suo impulso dallo Spirito, sia esso incarnato o errante. Questo fluido condensato costituisce il perispirito o involucro semi materiale dello Spirito. Durante lo stato di incarnazione, il perispirito è unito alla materia del corpo; mentre, durante lo stato di erraticità, esso è libero. Quando lo Spirito è incarnato, la sostanza del perispirito si trova più o meno legata, più o meno aderente, se ci si può esprimere così. In alcune persone, per effetto del loro organismo, si verifica in qualche modo un'emanazione di questo fluido, ed è questo, propriamente parlando, ciò che costituisce il medium a influenze fisiche. L'emissione del fluido animalizzato può essere più o meno abbondante, la sua combinazione più o meno facile, e da ciò i medium più o meno potenti. Questa emissione, però, non è affatto permanente, il che spiega l'intermittenza del potere medianico.

76. Facciamo un paragone. Allorché si abbia la volontà di agire materialmente su un punto qualsiasi collocato a distanza, è il pensiero che lo vuole, ma il solo pensiero non andrà a percuotere questo punto: gli ci vuole un intermediario che esso dirigerà. L'intermediario potrà essere un bastone, un proiettile, una corrente d'aria ecc. Osservate anche che il pensiero non agisce direttamente sul bastone, perché se uno non lo tocca, da solo non agirà di certo. Il pensiero, che altro non è che lo Spirito incarnato in noi, è unito al corpo dal perispirito. Ora, il pensiero non può agire sul corpo senza il perispirito, così come non può agire sul bastone senza il corpo. Accade così che il pensiero agisce sul perispirito, perché è la sostanza con la quale ha maggiore affinità. Il perispirito agisce sui muscoli, i muscoli afferrano il bastone, e il bastone percuote il bersaglio. Quando lo Spirito non è incarnato, gli diventa necessario un aiuto esterno, e questo aiuto è il fluido per mezzo del quale egli rende l'oggetto atto a seguire l'impulso della sua volontà.


77. Così. quando un oggetto è messo in movimento, sollevato, o lanciato in aria, non è affatto lo Spirito che lo afferra, lo spinge e lo solleva, come faremmo noi con la mano. Lo Spirito lo satura, per così dire, del suo fluido, combinato con quello del medium, e l'oggetto, così momentaneamente vivificato, agisce come farebbe un essere vivente. Con questa differenza, però: non avendo volontà propria, esso segue l'impulso che gli dà la volontà dello Spirito.

Poiché il fluido vitale, spinto per qualche verso dallo Spirito, dà una vita fittizia e momentanea ai corpi inerti, e poiché il perispirito non è altro che questo stesso fluido vitale, ne consegue che, quando lo Spirito è incarnato, è lui stesso che dà vita al suo corpo, per mezzo del suo perispirito, mantenendosi unito a questo corpo finché l'organismodi questo lo permette. Quando si ritira, il corpo muore. Ora, se al posto di una tavola si usasse il legno per scolpire una statua, e se si agisse su questa statua come su una tavola, si avrebbe una statua che si muove, che batte, che risponde attraverso i suoi movimenti e i suoi colpi. Si avrà, in una parola, una statua momentaneamente animata da una vita artificiale. Si è parlato delle tavole parlanti, ma si potrebbe, così, anche parlare delle statue parlanti. Quale luce getta questa teoria su un'infinità di fenomeni rimasti finora senza soluzione! Quante allegorie ed effetti misteriosi essa spiega!

78. Ugualmente gli increduli obiettano che il fatto del sollevamento delle tavole senza alcun punto d'appoggio è impossibile, perché contrario alla legge di gravitazione. Noi risponderemo, innanzitutto, che la loro negazione non è una prova; secondariamente che, se il fatto esiste, avrà un bell'essere contrario a tutte le leggi conosciute. Ciò proverebbe una cosa sola: che il fatto poggia, cioè, su una legge sconosciuta e che i negatori non possono avere la pretesa di conoscere tutte le leggi della natura.

Noi abbiamo appena spiegato tale legge, ma questa non è una ragione perché essa sia da loro accettata, precisamente perché essa è stata data da Spiriti che hanno abbandonato il loro abito terreno, invece di esser data da Spiriti che l'abito l'hanno ancora e che seggono all'Accademia. Di modo che, se lo Spirito d'Arago vivente avesse enunciato questa legge, essi l'avrebbero accettata a occhi chiusi; ma enunciata dallo Spirito d'Arago morto, è una utopia. E perché? Perché credono che, essendo Arago morto, tutto ciò che era in lui è anche morto. Noi non abbiamo la pretesa di dissuaderli. Tuttavia, siccome questa obiezione potrebbe imbarazzare certe persone, noi proveremo a rispondere ponendoci dal loro punto di vista, vale a dire facendo astrazione per un istante della teoria dell'animazione fittizia.

79. Quando si fa il vuoto sotto la campana della macchina pneumatica, questa campana aderisce con una tale forza al suo supporto che è impossibile sollevarla, a causa del peso della colonna d'aria che fa pressione sopra di essa. Si lasci rientrare l'aria, e la campana si solleverà con la più grande facilità, perché l'aria che si trova sopra fa da contrappeso all'aria che si trova sotto; tuttavia, abbandonata a sé stessa, essa resterà sul piatto in virtù della legge di gravitazione. Ora, venga compressa l'aria di sotto e abbia una densità maggiore di quella di sopra: la campana sarà così sollevata malgrado la gravitazione. Se la corrente d'aria è rapida e violenta, la campana si manterrà nello spazio senza alcun appoggio visibile, alla maniera di quei pupazzi che uno fa volteggiare sopra un getto d'acqua. Perché dunque il fluido universale, che è l'elemento di ogni materia, quando è accumulato attorno alla tavola, non dovrebbe avere la proprietà di diminuirne o di aumentarne il peso specifico relativo — come l'aria fa per la campana della macchina pneumatica, come il gas idrogeno fa con i palloni — senza che per questo si deroghi alle leggi della gravitazione? Conoscete forse voi tutte le proprietà e tutta la potenza di questo fluido? No! E allora non potete negare un fatto, solo perché non potete spiegarlo.

80. Ritorniamo alla teoria del movimento della tavola. Se, con il mezzo indicato, lo Spirito può sollevare una tavola, egli può sollevare ogni altra cosa: una poltrona, per esempio. Se può sollevare una poltrona, egli potrà anche, una forza adeguata, sollevare nello stesso tempo una persona seduta su di essa. Ecco dunque la spiegazione di questo fenomeno che il signor Home ha prodotto centinaia di volte su di sé e su altre persone. Egli lo rinnovò durante un suo viaggio a Londra e, per dimostrare che gli spettatori non erano vittime di un'illusione ottica, egli fece un segno con la matita sul soffitto, e molte persone passarono sotto di lui. Si sa che il signor Home è un potente medium per gli effetti fisici: egli era, in questo caso, la causa efficiente e l'oggetto.

81. Abbiamo poco fa parlato dell'aumento possibile del peso. Questo è in effetti un fenomeno che qualche volta si produce e che non è affatto più anomalo della prodigiosa resistenza della campana sotto la pressione della colonna atmosferica. Si sono visti, sotto l'influenza di certi medium, degli oggetti assai leggeri offrire la medesima resistenza, poi, tutt'a un tratto cedere al minimo sforzo. Nell'esperienza sopra trattata, la campana non diventa in realtà né più né meno pesante in sé e per sé, ma essa sembra più pesante per effetto della causa esteriore che agisce sopra di essa. La medesima cosa, probabilmente, avviene qui. La tavola ha sempre lo stesso peso intrinseco, perché la sua massa non è aumentata, ma una forza estranea si oppone al suo movimento, e questa causa può risiedere nei fluidi ambientali che la penetrano, così come la causa, che fa aumentare o diminuire il peso apparente della campana, può trovarsi nell'aria. Fate l'esperienza della campana pneumatica davanti a un individuo incolto; non comprendendo egli come possa essere l'aria — che non vede — ad agire, non sarà certo difficile convincerlo che è il diavolo.

Si potrà forse dire che, essendo questo fluido imponderabile, un'accumulazione di esso non può aumentare il peso di un oggetto. D'accordo. Ma osservate che, se noi ci siamo serviti della parola accumulazione, è stato per comparazione e non per assimilazione assoluta con l'aria. Essa è imponderabile: e sia; tuttavia niente lo dimostra. La sua natura intima ci è sconosciuta, e siamo ben lontani dal conoscerne tutte le proprietà. Prima che si fosse sperimentato il peso dell'aria, non si supponevano gli effetti di questo peso. Anche l'elettricità è annoverata fra i fluidi imponderabili. Un corpo, tuttavia, può essere trattenuto da una corrente elettrica e opporre una grande resistenza a colui che voglia sollevarlo; esso è dunque diventato in apparenza più pesante. Per il fatto che il supporto non si vede, sarebbe illogico concludere che esso non esiste. Lo Spirito può dunque avere delle leve di comando che ci sono sconosciute. La natura ci dimostra tutti i giorni che la sua potenza non si arresta davanti alla testimonianza dei nostri sensi.

Non si può spiegare se non con una simile causa il singolare fenomeno — di cui si sono visti parecchi esempi — di una persona giovane, debole e delicata, che solleva con due dita, senza sforzo e come fosse una piuma, un uomo forte e robusto insieme alla sedia su cui è seduto. Le intermittenze della facoltà provano che la causa è estranea alla persona che produce il fenomeno.





Capitolo V - MANIFESTAZIONI FISICHE SPONTANEE



Rumori, frastuono e perturbazioni

82. I fenomeni di cui abbiamo appena discusso sono volontariamente provocati; ma accade, a volte, che essi abbiano luogo spontaneamente, senza partecipazione della volontà. Lontani da ciò! Tali fenomeni, infatti, diventano spesso molto importuni. Ciò che esclude, inoltre, l'idea che essi possano essere un effetto dell'immaginazione, sovreccitata dalle idee spiritiste, è il fatto che si producono presso persone che non ne hanno mai neppure sentito parlare, e nel momento in cui esse meno se li sarebbero aspettati. Questi fenomeni, che si potrebbero chiamare Spiritismo pratico naturale, sono molto importanti, poiché non possono essere sospettati di connivenza. È per questo che noi raccomandiamo alle persone, che si occupano dei fenomeni spiritisti, di raccogliere tutti i fatti di questo genere di cui venissero a conoscenza, ma soprattutto di costatarne con cura la realtà, attraverso uno studio minuzioso delle circostanze, al fine di assicurarsi che non si tratta di vittime di una illusione o di una mistificazione.

83. Di tutte le manifestazione spiritiste, le più semplici e le più frequenti sono i rumori e i colpi battuti. È qui soprattutto che bisogna temere l'illusione, poiché possono essere generati da un numero infinito di cause: il vento che sibila oppure il vento che fa oscillare un oggetto, un corpo che si muove da sé stesso senza che nessuno se ne accorga, un effetto acustico, un animale nascosto, un insetto ecc., finanche gli scherzi di cattivo gusto. I rumori spiritisti hanno d'altronde un carattere particolare, rivelando un'intensità e un timbro svariatissimi, che li rendono facilmente riconoscibili e che non permettono di confonderli con lo scricchiolio del legno, con il crepitio del fuoco o col monotono tic-tac d'un pendolo. Si tratta di colpi secchi, ora sordi, flebili e leggeri, ora chiari, distinti, a volte fragorosi, che mutano di posto e si ripetono senza avere una regolarità meccanica. Di tutti i mezzi di controllo, il più efficace, quello che non può lasciar dubbi sull'origine del fenomeno è l'obbedienza alla volontà. Se i colpi si fanno sentire nel posto designato, se rispondono, attraverso il loro numero o la loro intensità, al pensiero, non si può disconoscere in loro una causa intelligente. Tuttavia la mancanza d'obbedienza non sempre è una prova contraria.

84. Ammettiamo ora che, con una costatazione minuziosa, si acquisisca la certezza che i rumori o tutti gli altri effetti sono delle manifestazioni reali. È razionale averne paura? Certamente no, poiché in nessun caso potrebbe esserci il minimo danno. Solo le persone che si lasciano persuadere che si tratti del diavolo possono rimanerne impressionate in modo increscioso, come quei bambini ai quali si inculca la paura del lupo mannaro o dell'orco. Queste manifestazioni acquistano in certe circostanze — bisogna convenirne — delle proporzioni e una persistenza sgradevoli, di cui si ha il desiderio più che naturale di sbarazzarsi. Una spiegazione su questo argomento è necessaria.

85. Abbiamo detto che le manifestazioni fisiche hanno lo scopo di richiamare la nostra attenzione su qualcosa e di convincerci della presenza d'una potenza superiore all'uomo. Abbiamo anche detto che gli Spiriti elevati non si occupano di questo genere di manifestazioni: che essi si servono degli Spiriti inferiori per produrle, così come noi ci serviamo di servitori per i lavori pesanti; e questo con lo scopo che indicheremo più avanti. Una volta raggiunto questo scopo, la manifestazione materiale cessa, perché non è più necessaria. Uno o due esempi faranno meglio comprendere la cosa.

86. Parecchi anni fa, all'inizio dei miei studi sullo Spiritismo, una sera, mentre attendevo a un lavoro su questa materia, si fecero sentire, attorno a me, dei colpi per quattro ore di seguito. Era la prima volta che mi succedeva una simile cosa. Costatai che essi non erano dovuti a nessuna causa accidentale, ma al momento non riuscii a saperne di più. A quell'epoca, io avevo occasione di vedere frequentemente un eccellente medium scrivente. Il giorno seguente, interrogai lo Spirito, che comunicava attraverso il suo intermediario sulla causa di quei colpi. Mi fu risposto: «Era il tuo spirito familiare che voleva parlarti». «E che cosa voleva dirmi?» Risposta: «Puoi domandarglielo tu stesso, poiché egli è là». Avendo io dunque interrogato questo Spirito, egli si fece conoscere sotto un nome allegorico (ho saputo in seguito, da altri Spiriti, ch'egli appartiene a un ordine molto elevato e che ha rivestito un ruolo importante sulla Terra). Egli mi segnalò alcuni errori nel mio lavoro, indicandomi le righe dove essi si trovavano, e mi diede utili e saggi consigli; aggiunse anche che sarebbe stato sempre con me e che sarebbe accorso a ogni mia chiamata, tutte le volte che io avessi voluto interrogarlo. A partire da allora, in effetti, questo Spirito non mi ha mai abbandonato. Egli mi ha dato innumerevoli prove di grande eccellenza. Il suo intervento benevolo ed efficace è stato palese per me negli affari della vita materiale, come in ciò che riguarda le cose metafisiche. Ma dal nostro primo colloquio i colpi sono cessati. Di fatto, che cosa voleva? Entrare in regolare comunicazione con me. Per questo, era necessario che m'avvertisse. Dato e spiegato l'avvertimento, stabilite le regolari relazioni, i colpi diventavano inutili, ed è per questo che sono cessati. Non si batte più il tamburo per svegliare i soldati, una volta che questi sono in piedi.

Un fatto quasi simile accadde a uno dei nostri amici. Da qualche tempo la sua stanza risuonava di rumori diversi che stavano diventando snervanti. Essendosi presentata l'occasione di interrogare lo Spirito di suo padre, per mezzo di un medium scrivente, egli venne a sapere che cosa si voleva da lui, fece ciò che gli fu raccomandato, e dopo di allora egli non ha sentito più nulla. C'è da osservare che le persone, le quali abbiano con gli Spiriti un mezzo regolare e facile di comunicazione, hanno molto più raramente manifestazioni di questo genere. E questo ben si comprende.

87. Le manifestazioni spontanee non sempre si limitano a rumori e colpi battuti; esse degenerano qualche volta in un vero fracasso e in perturbazioni. Mobili e oggetti diversi vengono messi sottosopra, oggetti di tutti i tipi vengono lanciati fuori come proiettili, porte e finestre vengono aperte e chiuse da mani invisibili, i vetri vengono infranti: tutte cose che non possono essere messe in conto all'illusione.

Il soqquadro è spesso molto reale, ma qualche volta non ha che le apparenze della realtà. Si sente un gran baccano nella camera vicina, un rumore di stoviglie che cadono e s'infrangono con fracasso, dei tronchi di legno che rotolano sul pavimento. Ci si precipita e si trova tutto tranquillo e in ordine. Dopo, appena si esce, il tumulto ricomincia.

88. Le manifestazioni di questo genere non sono né nuove né rare. Non sono poche le cronache locali che contengono qualche storia di questo genere. La paura ha sovente senza dubbio esagerato dei fatti, che hanno poi assunto delle proporzioni gigantescamente ridicole, passando di bocca in bocca. Con l'aiuto della superstizione, le case, dove tali fatti sono accaduti, sono state ritenute abitate dal diavolo, e da qui sono nati anche tutti i racconti meravigliosi e terribili di fantasmi. D'altro canto, gli impostori non si sono lasciati scappare una così bella occasione per sfruttare la credulità della gente, e spesso a vantaggio di interessi personali. Si comprende, del resto, l'impressione che fatti di questo genere, anche dentro i limiti della realtà, possono fare su caratteri deboli e predisposti da una certa educazione alle idee superstiziose. Il mezzo più sicuro per prevenire gli inconvenienti che potrebbero nascere — poiché non sarebbe possibile impedirli — è quello di far conoscere la verità. Le cose, anche le più semplici, diventano terrificanti quando ne è ignota la causa. Quando si sarà familiarizzato con gli Spiriti, e quando coloro ai quali essi si manifestano non crederanno più di avere una legione di demoni alle calcagna, essi non ne avranno più paura.

Nella Rivista Spiritista, si possono leggere racconti su parecchi fatti autentici di questo genere, fra gli altri la storia dello Spirito percotitore di Bergzabern, le cui cattive azioni durarono più di otto anni (numeri di maggio, giugno e luglio del 1858); la storia dello Spirito di Dibbelsdorf (numero dell'agosto 1858); quella del fornaio dei Grandes-Ventes, presso Dieppe (marzo 1860); quella della Rue del Noyers, a Parigi (agosto 1860); quella dello Spirito di Castelnaudary, sotto il titolo “Storia di un dannato”(febbraio 1860); quella del fabbricante di Saint-Pétersbourg (aprile 1860) e molte altre ancora.

89. I fatti di questa natura hanno sovente il carattere di una vera persecuzione.Noi conosciamo sei sorelle che abitavano insieme e che per molti anni trovarono al mattino le loro vesti sparse e nascoste perfino sui tetti, stracciate e ridotte a brandelli, per quanto prendessero la precauzione di chiuderle a chiave. È sovente accaduto che persone coricate e perfettamente sveglie vedessero scuotere le cortine del loro letto, strappare violentemente coperte e guanciali, mentre venivano sollevate sui materassi, e qualche volta anche gettate fuori dal letto. Questi fatti sono più frequenti di quanto non si creda; ma il più delle volte coloro che ne sono vittime non osano parlarne per paura del ridicolo. È a nostra conoscenza che si è creduto di poter guarire certi individui da ciò cui si guardava come a delle allucinazioni, sottoponendoli al trattamento riservato agli alienati, il che li ha resi realmente folli. La Medicina non può comprendere queste cose, perché non ammette tra le sue cause che l'elemento materiale, da cui derivano errori sovente funesti. La Storia, un giorno, racconterà di certi trattamenti del diciannovesimo secolo, come si racconta oggi di certi procedimenti del Medioevo.

Noi ammettiamo benissimo che certi fatti siano opera della malignità e della malevolenza. Ma se, eseguite tutte le verifiche, viene accertato che essi non sono l'opera degli uomini, bisogna ben convenire ch'essi sono opera del diavolo, diranno gli uni, mentre noi, noi diremo degli Spiriti. Ma di quali Spiriti?

90. Gli Spiriti superiori, come tra noi gli uomini seri e austeri, non si divertono a fare schiamazzi. Noi abbiamo diverse volte fatto venire quegli Spiriti per domandare loro quale fosse il motivo che li portava a disturbare così il riposo. La maggior parte di essi non ha altro scopo che quello di divertirsi; sono Spiriti più leggeri che cattivi, i quali se la ridono degli spaventi ch'essi procurano e delle inutili ricerche che si fanno per scoprire la causa dello scompiglio. Spesso infieriscono contro un individuo divertendosi a vessarlo e a perseguitarlo di casa in casa. Altre volte si attaccano a una località senza alcun altro motivo che non sia quello di un loro capriccio. Qualche volta si tratta anche di una vendetta che essi esercitano attraverso questa forma, come avremo occasione di vedere più avanti.

In certi casi, la loro intenzione è più lodevole; essi vogliono richiamare l'attenzione e mettersi così in comunicazione, sia per dare un avvertimento utile alla persona alla quale si rivolgono, sia per chiedere qualcosa per sé stessi. Noi spesso ne abbiamo visti chiedere delle preghiere; altri sollecitare la realizzazione, a loro nome, di un voto che essi non avevano potuto adempiere; altri infine volere, nell'interesse del loro stesso riposo, riparare a una cattiva azione da loro commessa in vita.

In generale, si ha torto a spaventarsene; la loro presenza può essere importuna, ma non pericolosa. Del resto, si comprende bene il desiderio che si può avere di sbarazzarsi di loro; ma generalmente, per raggiungere questo scopo, si fa tutto il contrario di quello che si dovrebbe. Se sono Spiriti che si divertono, più si prende la cosa sul serio, più essi persistono, come quei ragazzini smaliziati che molestano tanto di più quelli ch'essi vedono spazientirsi, e che spaventano i paurosi. Se però si prendesse la saggia decisione di ridere noi stessi dei loro brutti tiri, essi finirebbero per stancarsi e per restarsene tranquilli. Noi conosciamo qualcuno che, lungi dall'irritarsi, li eccitava, li sfidava a fare la tale o talaltra cosa, di modo che in capo a qualche giorno essi non ritornarono più. Ma, come abbiamo già detto, ce ne sono di quelli il cui motivo è meno frivolo. È per questo che è sempre utile sapere che cosa vogliono. Se essi chiedono qualche cosa, si può esser certi che cesseranno le loro visite non appena il loro desiderio sarà soddisfatto. Il miglior modo, per essere informati a questo riguardo, è quello di evocare lo Spirito tramite un buon medium scrivente; dalle sue risposte si vedrà subito con chi si ha a che fare e si agirà di conseguenza. Se è uno Spirito infelice, la carità vuole che lo si tratti con i riguardi che merita; se è uno Spirito faceto ma di cattivo gusto si può agire verso di lui senza tanti complimenti; se è uno Spirito malevolo, si deve pregare Dio di renderlo migliore. Qualunque sia la causa, la preghiera può sempre avere soltanto un buon risultato. Ma la gravità delle formule d'esorcismo li fa ridere, e non ne tengono conto. Quando si può entrare in comunicazione con loro, bisogna diffidare delle qualificazioni burlesche o terrificanti, che essi qualche volta danno di sé stessi per divertirsi della nostra credulità.

Ritorneremo più dettagliatamente su questo argomento, e sulle cause che spesso rendono le preghiere inefficaci, nei capitoli che si riferiscono ai luoghi frequentati e alle ossessioni.


91. Questi fenomeni, sebbene prodotti da Spiriti inferiori, sono spesso provocati da Spiriti d'un ordine più elevato, allo scopo di convincere dell'esistenza di esseri incorporei e di una potenza superiore all'uomo. La risonanza che ne risulta, lo spavento stesso che ciò produce richiamano l'attenzione e finiscono per far aprire gli occhi ai più increduli. Costoro trovano più semplice collocare questi fenomeni sul piano dell'immaginazione: spiegazione, questa, molto comoda e che dispensa dal darne altre. Tuttavia, quando degli oggetti sono messi a soqquadro oppure quando vi vengono scagliati sulla testa, sarebbe necessaria una immaginazione molto compiacente per figurarsi che simili cose sono reali, quando non lo sono affatto. Si osservi un effetto qualsiasi: questo effetto ha necessariamente una causa. Se una fredda e calma osservazione ci dimostra che questo effetto è indipendente da ogni volontà umana e da ogni causa materiale, se per di più ci dà segni evidenti di intelligenza e di libera volontà — la qual cosa è il segno più caratteristico si è ben indotti ad attribuirlo a una intelligenza occulta. Quali sono questi esseri misteriosi? È ciò che gli studi spiritisti ci insegnano nel modo meno contestabile, attraverso i mezzi che ci permettono di comunicare con loro. Questi studi ci insegnano inoltre a fare la distinzione tra ciò che c'è di reale, di falso o di esagerato nei fenomeni di cui non ci rendiamo conto. Se capita un effetto insolito, quale rumore, movimento o anche apparizione, il primo pensiero che si deve avere è che esso sia dovuto a una causa del tutto naturale, perché è la più probabile. Bisogna allora ricercare questa causa con la più grande cura e non ammettere l'intervento degli Spiriti, se non molto consapevolmente. Questo è il mezzo per evitare ogni illusione. Colui, per esempio, che, senza essere avvicinato da alcuno, ricevesse uno schiaffo o dei colpi di bastone sulla schiena — come è accaduto —, non dovrebbe dubitare della presenza di un essere invisibile.

Bisogna stare in guardia non solo nei confronti dei racconti che possono essere quanto meno inficiati da esagerazioni, ma anche nei confronti delle proprie stesse impressioni, né bisogna attribuire un'origine occulta a tutto ciò che non si comprende. Un'infinità di cause molto semplici e molto naturali possono produrre, di primo acchito, strani effetti. Sarebbe però una vera superstizione il voler vedere dappertutto Spiriti occupati a rovesciare mobili, frantumare stoviglie e suscitare, infine, i mille e uno guai che accadono nelle case, quando sarebbe più ragionevole metterli sul conto della negligenza.







Lancio di oggetti

92. La spiegazione data sul movimento dei corpi inerti si applica naturalmente a tutti gli effetti spontanei che abbiamo appena visto. I rumori, sebbene più forti dei colpi battuti nella tavola, hanno la medesima causa; gli oggetti lanciati o spostati lo sono grazie alla medesima forza che solleva un qualsiasi oggetto. Una circostanza anche qui viene in appoggio a questa teoria. Ci si potrebbe chiedere dov'è il medium in questa circostanza. Gli Spiriti ci hanno detto che in simili casi c'è sempre qualcuno il cui potere viene esercitato a sua insaputa. Le manifestazioni spontanee molto raramente avvengono nei luoghi isolati. Esse hanno luogo quasi sempre in case abitate, e a causa della presenza di certe persone, che esercitano un'influenza, senza volerlo. Questi individui sono dei veri e propri medium, che ignorano essi stessi di esserlo, e che noi chiamiamo, per questa ragione, medium naturali. In confronto agli altri medium, essi sono ciò che i sonnambuli naturali sono rispetto ai sonnambuli magnetici e, come quelli, altrettanto degni di osservazione.

93. L'intervento volontario o involontario di una persona dotata di una speciale attitudine per la produzione di questi fenomeni sembra essere necessario per la maggior parte dei casi, sebbene ve ne siano alcuni in cui, a quanto pare, lo Spirito agisce da solo. Ma allora potrebbe darsi ch'egli attinga il fluido animalizzato altrove piuttosto che da una persona presente. Questo spiega perché gli Spiriti che incessantemente ci circondano non generano perturbazioni a ogni istante. Bisogna, innanzi tutto, che lo Spirito lo voglia, che abbia uno scopo, un motivo, senza nulla di ciò, egli non fa nulla. Spesso bisogna poi ch'egli trovi, esattamente nel luogo dove vorrebbe agire, una persona capace di assecondarlo, coincidenza che si incontra assai raramente. Giungendo questa persona inaspettatamente, egli ne approfitta. Quand'anche tutte le circostanze fossero favorevoli, potrebbe ancora accadere che lo Spirito ne fosse impedito da una volontà superiore, che non gli permetterebbe di agire a suo proprio piacimento. Potrebbe essergli permesso di agire solo entro determinati limiti e solo nel caso in cui queste manifestazioni fossero giudicate utili, sia come mezzo di convinzione, sia come prova per la persona che ne è l'oggetto.

94. A questo riguardo, noi citeremo soltanto il dialogo provocato a proposito dei fatti che sono accaduti nel giugno del 1860 in Rue des Noyers, a Parigi. Se ne potranno trovare i particolari nella Rivista Spiritista, nel numero di agosto del 1860.

1. (A san Luigi). Vorreste compiacervi di rivelarci se i fatti che si dice siano accaduti in Rue des Noyers sono veri? In quanto alla possibilità noi non ne dubitiamo.

«Sì. Questi fatti sono veri. La fantasia degli uomini potrà solo esagerarli, sia per paura, sia per scherzo. Ma, io lo ripeto, essi sono veri. Queste manifestazioni sono provocate da uno Spirito che si diverte un po' a spese degli abitanti del luogo.»

2. C'è, nella casa, una persona che potrebbe essere la causa di queste manifestazioni?

«Esse sono sempre causate dalla presenza della persona presa di mira. Il fatto è che lo Spirito perturbatore detesta l'abitante del posto dove egli si trova, e vuole fargli delle cattiverie, o addirittura farlo sloggiare.»

3. Noi vorremmo sapere se, fra gli abitanti della casa, c'è qualcuno che possa essere la causa di questi fenomeni, per un'influenza medianica spontanea e involontaria.

«Dev'essere per forza così. Senza ciò, il fatto non potrebbe accadere. Uno Spirito abita in un luogo di sua predilezione. Resta inattivo, finché una natura a lui adatta non si sarà presentata in quel luogo. Quando questa persona arriva, allora egli si diverte quanto più può.»

4. La presenza di questa persona nei luoghi stessi è indispensabile?

«È il caso più comune, ed è proprio il caso del fatto che voi citate. È per questo che io ho detto che senza di ciò il fatto non sarebbe potuto accadere. Ma non ho inteso generalizzare: ci sono casi in cui la presenza immediata non è necessaria.»

5. Essendo questi Spiriti sempre di un ordine inferiore, l'attitudinea servir loro da aiuto è un indice sfavorevole per la persona? Questo denuncia forse una simpatia per gli esseri di questa natura?

«Non precisamente. Infatti questa attitudine attiene a una disposizione fisica. Tuttavia, ciò molto spesso indica una tendenza materiale che sarebbe preferibile non avere, poiché più si è moralmente elevati, più si attirano a sé i buoni Spiriti, che necessariamente allontanano i cattivi.»

6. Dove lo Spirito va a prendere gli oggetti di cui si serve per il lancio?

«Questidiversi oggetti sono, il più delle volte, presi sul posto dove avvengono i fenomeni, o nelle vicinanze. Una forza che proviene da uno Spirito li lancia nello spazio, ed essi cadono in un luogo designato da questo stesso Spirito.»

7. Poiché le manifestazioni spontanee sono spesso permesse e, anzi, provocate con lo scopo di convincere, ci sembra che se certi increduli ne fossero personalmente l'oggetto, sarebbero pur costretti ad arrendersi all'evidenza. Essi, qualche volta, si lamentano di non poter essere testimoni di fatti convincenti. Non dovrebbe forse dipendere dagli Spiriti di fare in modo che abbiano qualche prova sensibile?

«Gli atei e i materialisti non sono forse in ogni istante testimoni degli effetti della potenza di Dio e del pensiero? Questo non impedisce loro di negare Dio e l'anima. I miracoli di Gesù hanno forse convertito tutti i suoi contemporanei? I Farisei che Gli dicevano: "Maestro, fateci vedere qualche prodigio", non assomigliano forse a coloro che, al giorno d'oggi, chiedono che facciate veder loro delle manifestazioni? Se essi non sono convinti dalle meraviglie della Creazione, non lo sarebbero di più quand'anche gli Spiriti apparissero loro nel modo meno ambiguo, perché il loro orgoglio li rende come cavalli recalcitranti. Le occasioni di vedere non mancherebbero loro, se le cercassero in buona fede. Ecco perché Dio non giudica opportuno fare per loro più di quanto non faccia per coloro che cercano sinceramente di istruirsi, perché Egli non ricompensa che gli uomini di buona volontà. La loro incredulità non impedirà che la volontà di Dio si compia. Voi vedete bene che non ha neppure impedito alla dottrina di espandersi. Cessate dunque di inquietarvi per la loro opposizione, che sta alla dottrina come l'ombra sta al quadro dandogli anzi maggior rilievo. Quale merito essi avrebbero a esser convinti con la forza? Dio lascia loro tutta la responsabilità della loro caparbietà, e questa responsabilità sarà più terribile di quanto voi possiate pensare. Ben felici coloro che credono senza aver visto, ha detto Gesù, perché essi non dubitano della potenza di Dio.»

8. Credete voi che sarebbe utile evocare questo Spirito per chiedergli qualche spiegazione?

«Evocatelo pure, se volete. Ma è uno Spirito inferiore che non vi darà che delle risposte insignificanti.»

95. Dialogo con lo Spirito perturbatore di Rue des Noyers.

1. Evocazione.

«Che cosa avete dunque da chiamarmi? Volete dunque che vi prenda a sassate? Si vedrebbe allora un bel si-salvi-chi-può, malgrado la vostra aria coraggiosa.»

2. Anche se tu ci tirassi delle pietre, ciò non ci spaventerebbe affatto. Anzi, veramente, siamo noi che ti chiediamo di gettarcene un po’.

«Qui, forse, non potrei. Voi avete un guardiano che veglia attentamente su di voi.»

3. In Rue des Noyers, c'era forse una persona che ti serviva come aiuto, per facilitarti nei tiri mancini che tu giocavi agli abitanti della casa?

«Certamente. Non solo ho trovato un buono strumento, ma non c'era nessuno Spirito dotto, saggio e scrupoloso a ostacolarmi. Perché io sono allegro e ogni tanto amo divertirmi.»

4. Chi era la persona che ti servì da strumento?

«Una serva.»

5. Ed era a sua insaputa che ti serviva da ausiliaria?

«Oh, sì! La povera ragazza era la più spaventata di tutti.»

6. Agivi con un qualche cattivo proposito?

«Io? Io non avevo alcun cattivo proposito. Ma gli uomini, che s'impossessano di tutto, faranno in modo che i fatti volgano a loro profitto.»

7. Che cosa intendi dire con questo? Noi non comprendiamo.

«Io cercavo di divertirmi. Ma voialtri studierete la casa e avrete un fatto di più per dimostrare che noi esistiamo.»

8. Tu dici che non avevi cattive intenzioni, e tuttavia hai fracassato tutti i vetri dell'appartamento. Hai così causato un danno reale.

«È una cosa da niente.»

9. Dove ti sei procurato gli oggetti che hai lanciati?

«Sono abbastanza comuni. Io li ho trovati nel cortile e nei giardini vicini.»

10. Li hai tutti trovati, o qualcuno lo hai fabbricato tu? (Vedere cap. VIII)

«Io non ho creato né composto un bel nulla.»

11. Se tu non ne avessi trovati, avresti potuto fabbricarne?

«Sarebbe stato più difficile. Ma, a rigore, si mescolano delle materie e da ciò nasce un tutto qualsiasi.»

12. Ora raccontaci come li hai lanciati.

«Ah, questo è più difficile da spiegarsi! Mi sono servito della natura elettrica di questa fanciulla, unita alla mia, che è meno materiale; così noi due abbiamo potuto trasportare le diverse materie.»

13. Vorrai ben darci, io spero, qualche informazione sulla tua persona. Spiegaci subito, dunque, se è da molto che sei morto.

«Abbastanza tempo fa; sono ben cinquant'anni.»

14. Chi eri da vivo?

«Non un granché di buono. Facevo lo straccivendolo in questo quartiere, e a volte qualcuno mi lanciava delle ingiurie, perché amavo troppo il rosso liquore di quel buonuomo di Noè. Anche per questo vorrei farli sloggiare tutti.»

15. È stato da te stesso e di tuo pieno buon grado che hai risposto alle nostre domande?

«Avevo un maestro.»

16. E chi era questo maestro?

«Il vostro buon re Luigi.»

OSSERVAZIONE. Questa domanda è motivata dalla natura di certe risposte, che ci sembrano oltrepassare la portata di questo Spirito, per l'essenza delle idee e anche per la forma del linguaggio. Non c'è dunque niente di stupefacente nel fatto ch'egli sia stato aiutato da uno Spirito più illuminato, il quale voleva approfittare di questa occasione per istruirci. Questo è un fatto molto ordinario, ma c'è una particolarità notevole in tale circostanza, ed è questa: l'influenza dell'altro Spirito si è fatta sentire sulla calligrafia stessa. Quella delle risposte in cui è intervenuto l'altro Spirito è più regolare e più scorrevole; quella dello straccivendolo è angolosa, grossolana, irregolare, spesso poco leggibile, e denota tutt'altro carattere.

17. Che cosa fai ora? Ti occupi del tuo avvenire?

«Non ancora. Vado errando. Sulla Terra si pensa così poco a me, che nessuno prega per me. Ora, non avendo io chi mi aiuti, non lavoro.»

OSSERVAZIONE. Vedremo più avanti quanto si possa contribuire all'avanzamento e al sollievo degli Spiriti inferiori per mezzo della preghiera e dei consigli.

18. Da vivo, qual era il tuo nome?

«Jeannet.»

19. Ebbene, Jeannet, noi pregheremo per te. Ora vorremmo sapere se la nostra evocazione ti ha fatto piacere o se ti ha contrariato?

«Direi piacere, perché voi siete dei bravi figlioli, degli allegri esseri viventi, quantunque un po' austeri. Ma non importa, voi mi avete ascoltato e io sono contento.»

JEANNET




Fenomeno di trasporto

96.Questo fenomeno non differisce da quelli di cui abbiamo appena parlato se non per l'intenzione benevola dello Spirito che ne è l'autore, per la natura degli oggetti quasi sempre graziosi e per la maniera dolce e spesso delicata con cui sono recati. Il fenomeno consiste nel trasporto spontaneo di oggetti che non esistono nel luogo dove ci si trova; il più delle volte si tratta di fiori, qualche volta di frutti, dolci, gioielli ecc.

97. Diciamo subito che questo fenomeno è uno di quelli che più si prestano all'imitazione e che, di conseguenza, bisogna stare in guardia contro l'inganno. Si sa fino a che punto può arrivare l'arte della prestidigitazione in fatto di esperienze di questo genere; ma, anche senza avere a che fare con una persona del mestiere, si potrebbe essere facilmente vittima di una manovra abile e interessata. La migliore di tutte le garanzie sta prima di tutto nel carattere; nella onorabilità notoria, nel disinteresse assoluto della persona che ottiene simili effetti; in secondo luogo nell'esame attento di tutte le circostanze nelle quali i fatti si producono; infine, nella illuminata conoscenza dello Spiritismo, che è la sola che può far scoprire ciò che potrebbe essere sospetto.




Dissertazione di uno Spirito sul trasporto

98. La teoria del fenomeno dei trasporti e delle manifestazioni fisiche in generale si trova riassunta, in maniera notevole, nella dissertazione che segue qui avanti, fatta da uno Spirito le cui comunicazioni hanno tutte un'impronta incontestabile di profondità e di logica. Ne troveremo parecchie nel corso di quest'opera. Egli si è fatto conoscere sotto il nome di Erasto, discepolo di san Paolo, e come Spirito protettore del medium che gli servì da interprete.

«Per ottenere fenomeni di questo ordine, bisogna necessariamente avere con sé dei medium che io chiamerò medium sensitivi, vale a dire dotati, al più alto grado, delle facoltà medianiche di espansione e penetrabilità. Infatti il sistema nervoso di questi medium, facilmente eccitabile, permette loro, per mezzo di certe vibrazioni, di proiettare intorno a sé, con profusione, il loro fluido animalizzato.

Le nature impressionabili, le persone i cui nervi vibrano al minimo sentimento, alla più piccola sensazione, le persone, che l'influenza morale o fisica, interna o esterna, rende sensibili, sono soggetti molto adatti a diventare eccellenti medium, per gli effetti fisici di tangibilità e di trasporto. In effetti, il loro sistema nervoso, quasi interamente sprovvisto dell'involucro refrattario, che isola questo sistema presso la maggior parte degli altri incarnati, li rende adatti allo sviluppo di questi diversi fenomeni. Di conseguenza, con un soggetto di questa natura, e le cui altre facoltà non siano ostili alla medianizzazione, si otterranno più facilmente i fenomeni di tangibilità, i colpi picchiati nei muri e nei mobili, i movimenti intelligenti, e anche la sospensione nello spazio della più pesante materia inerte. A maggior ragione, si otterranno questi risultati se, al posto di un solo medium, se ne avranno sottomano parecchi egualmente ben dotati.

Ma dalla produzione di questi fenomeni all'ottenimento di quelli di trasporto, c'è di mezzo tutto un mondo. Infatti, in questo caso, il lavoro dello Spirito non solo è più complesso, più difficile, ma per di più lo Spirito non può agire che per mezzo d'un solo apparecchio medianico. Vale a dire che molti medium non possono concorrere simultaneamente alla produzione dello stesso fenomeno. Al contrario, accade anche che la presenza di certe persone, antipatiche allo Spirito che opera, intralci radicalmente la sua operazione. A questi motivi che, come potete capire, non mancano d'importanza, aggiungete che i trasporti necessitano di una sempre maggiore concentrazione e, nello stesso tempo, di una grande diffusione di certi fluidi, e che non possono essere ottenuti se non con medium massimamente dotati, con quelli, in una parola, il cui apparecchio elettro-medianico offra le migliori condizioni.

In generale, i fatti di trasporto sono e resteranno eccessivamente rari. Io non ho bisogno di dimostrarvi perché essi sono e saranno meno frequenti degli altri fatti di tangibilità; da ciò che io dico, lo dedurrete voi stessi. D'altra parte questi fenomeni sono d'una natura tale, che non solo non tutti i medium vi sono adatti, ma che non tutti gli Spiriti stessi possono produrli. In effetti, è necessario che tra lo Spirito e il medium influenzato esista una certa affinità, una certa analogia, in una parola, una certa somiglianza che permetta alla parte espansibile del fluido perispiritico [6] dell'incarnato di mescolarsi, di unirsi, di combinarsi con quello dello Spirito che vuol fare un trasporto. Questa fusione dev'essere tale che la forza risultante diventi, per così dire, una, allo stesso modo che una corrente elettrica, agendo sul carbone, produce un solo fuoco, una sola luce. Vi domanderete: perché questa unione, perché questa fusione? Il fatto è che, per la produzione di questi fenomeni, occorre che le proprietà essenziali dello Spirito motore siano aumentate con alcune di quelle del medianizzato. Infatti il fluido vitale, indispensabile alla produzione di tutti i fenomeni medianici, è l'appannaggio esclusivo dell'incarnato e, di conseguenza, lo Spirito operatore è obbligato a impregnarsene. Non è ch'egli possa, allora, per mezzo di certe proprietà del vostro ambiente, a voi sconosciute, isolare, rendere invisibili, e far muovere certi oggetti materiali, e anche gli stessi incarnati.

[6] Si vede chiaramente che, allorché si tratta di esprimere una idea nuova, per la quale manchi il termine nella lingua, gli Spiriti sanno perfettamente creare dei neologismi. Questi termini, elettromedianico e perispiritico, non sono nostri. Coloro che ci hanno criticato per aver noi creato i termini spiritista, Spiritismo, perispirito, che non avevano i loro analoghi, potranno fare il medesimo processo anche agli Spiriti.

Non mi è permesso, per ora, svelarvi queste leggi particolari che reggono i gas e i fluidi che vi circondano; ma prima che sia trascorso un certo numero di anni, prima che un'esistenza umana si sia compiuta, la spiegazione di queste leggi e di questi fenomeni vi sarà rivelata, e voi vedrete nascere e prodursi un nuovo genere di medium che cadranno in un stato catalettico particolare non appena saranno medianizzati.

Voi vedete da quante difficoltà si trovi circondata la produzione del fenomeno dei trasporti! Da ciò potete concludere molto logicamente che i fenomeni di questa natura sono rarissimi, come ho già detto; e che, con tanta più ragione, gli Spiriti vi si adoperano molto poco, poiché ciò esige da parte loro un lavoro quasi materiale, la qual cosa è per loro un fastidio e una fatica. D'altra parte, molto frequentemente, accade ancora che nonostante la loro energia e volontà, lo stato del medium stesso opponga loro una barriera insuperabile.

È poi evidente — e il vostro ragionamento, ne sono certo, lo sancirà — che i fatti tangibili, quali colpi, movimenti e sospensioni, sono dei fenomeni semplici, i quali si producono con la concentrazione e la dilatazione di certi fluidi. Essi si possono provocare e ottenere per mezzo della volontà e del lavoro dei medium a ciò adatti, quando questi sono assecondati da Spiriti amici e benevoli. Al contrario, i fatti di trasporto sono molteplici e complessi, esigono un concorso di circostanze speciali, non possono prodursi che attraverso un solo Spirito e un solo medium, e necessitano, al di fuori dei bisogni della tangibilità, di una combinazione tutta particolare per isolare e rendere invisibile l'oggetto o gli oggetti destinati al trasporto.

Voi tutti, Spiritisti, voi comprendete le mie spiegazioni e vi rendete perfettamente conto di questa concentrazione di fluidi speciali, per lo spostamento e la tangibilità della materia inerte. Voi credete in questo, come credete ai fenomeni dell'elettricità e del magnetismo, con i quali i fatti medianici sono pieni di analogie, e ne sono, per così dire, la consacrazione e lo sviluppo. Quanto agli increduli, e agli scienziati, che sono peggiori degli increduli, io non mi occupo di loro. Un giorno essi saranno convinti dalla forza dell'evidenza, perché dovranno pur inchinarsi davanti alla testimonianza unanime dei fatti spiritisti, così come sono stati costretti a fare davanti a tanti altri fatti, ch'essi avevano di primo acchito respinti.

Riassumendo: se i fatti di tangibilità sono frequenti, i fatti di trasporto sono molto rari, perché molto difficili da realizzare sono le condizioni in cui si svolgono. Di conseguenza nessun medium può dire: alla tale ora, nel tal momento otterrò un trasporto, poiché sovente lo Spirito stesso si trova ostacolato nella sua opera. Devo poi aggiungere che questi fenomeni sono doppiamente difficili in pubblico, perché vi si incontrano quasi sempre elementi energicamente refrattari, che paralizzano gli sforzi dello Spirito e, a maggior ragione, l'azione del medium. Al contrario, siate certi che questi fenomeni si producono quasi sempre in privato, spontaneamente, il più delle volte all'insaputa dei medium e senza preparazione, e infine molto raramente quando questi ne sono prevenuti. Da ciò dovete concludere che c'è un legittimo motivo di sospetto, tutte le volte che un medium si vanta di ottenere questi fenomeni a volontà; in altre parole, di comandare agli Spiriti come a dei servitori, cosa che è semplicemente del tutto assurda. Tenete ancora, come regola generale, che i fenomeni spiritisti non sono assolutamente fatti per essere offerti in spettacolo e per divertire i curiosi. Se alcuni Spiriti si prestano a questo genere di cose, ciò non può avvenire che per fenomeni semplici, e non per quelli, quali trasferimenti e altri simili, che esigono delle condizioni eccezionali.

Ricordatevi, Spiritisti, che se è assurdo respingere sistematicamente tutti i fenomeni d'oltretomba, non è neppure saggio accettarli tutti ciecamente. Quando un fenomeno di tangibilità, di apparizione, di visibilità o di trasporto si manifesta spontaneamente e in maniera istantanea, accettatelo. Ma — non vorrei ripetervelo troppo spesso — non accettate nulla ciecamente. Subisca ogni fatto un esame minuzioso, approfondito e severo; perché, credetemi, lo Spiritismo, così ricco in fenomeni sublimi e grandiosi, non ha niente da guadagnare da queste piccole manifestazioni, che abili prestidigitatori possono imitare.

Io so bene quello che state per dirmi: che questi fenomeni, cioè, sono utili per convincere gli increduli. Ma sappiate che, se non aveste avuto altri mezzi di convinzione, oggi non avreste neppure la centesima parte degli Spiritisti che avete. Parlate al cuore: è per di qua che voi farete la maggior parte delle conversioni serie. Se credete utile per certe persone, agire attraverso i fatti materiali, presentateli almeno in circostanze tali che non possano dar luogo ad alcuna falsa interpretazione. Soprattutto non uscite dalle condizioni normali di questi fatti, poiché i fatti presentati in cattive condizioni forniscono argomenti agli increduli, invece di convincerli.»

ERASTO

99. Il fenomeno di trasporto offre una particolarità molto singolare, ed è che certi medium non lo ottengono che in stato sonnambolico; e ciò si spiega facilmente. C'è nel sonnambulo una liberazione naturale, una sorta d'isolamento dello Spirito e del perispirito, che deve facilitare la combinazione dei fluidi necessari. Tale è il caso dei trasporti di cui noi siamo stati testimoni. Le domande che seguono sono state rivolte allo Spirito che li aveva prodotti, ma le sue risposte risentono a volte dell'insufficienza delle sue cognizioni. Noi le abbiamo sottoposte allo Spirito Erasto, molto più illuminato dal punto di vista teorico, il quale le ha completate con delle osservazioni molto sagge. L'uno è l'artigiano, l'altro il sapiente, e la stessa comparazione di queste due intelligenze costituisce uno studio istruttivo, perché esso prova che non è sufficiente essere Spirito per comprendere tutto.

1. Diteci, vi prego, perché i trasporti che voi fate non si producono se non durante il sonno magnetico del medium.

«Questoconcerne la natura del medium. I fatti che io produco quando il mio medium è addormentato, potrei egualmente produrli con un altro medium in stato di veglia.»

2. Perché fate attendere per così lungo tempo il trasporto degli oggetti, e perché eccitate la cupidigia del medium stimolando il suo desiderio di ottenere l'oggetto promesso?

«Questo tempo mi è necessario per preparare i fluidi che servono al trasporto. Per quanto riguarda l'eccitazione, spesso questo succede per divertire le persone presenti e il sonnambulo stesso.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. Lo Spirito che ha risposto non ne sa di più e non si rende conto del motivo di questa cupidigia, ch'egli stimola istintivamente senza comprenderne l'effetto. Egli crede di divertire, mentre in realtà, provoca senza accorgersene una maggiore emissione di fluido. È la conseguenza della difficoltà che presenta il fenomeno, difficoltà sempre più grande quando esso non è spontaneo, soprattutto con certi medium.

3. La produzione del fenomeno attiene forse alla natura speciale del medium e potrebbe prodursi con altri medium, con più facilità e prontezza?

«La produzione attiene alla natura del medium e non può prodursi che con nature corrispondenti. Per quanto riguarda la prontezza, l'abitudine che noi acquisiamo, comunicando spesso con lo stesso medium, ci è di grande vantaggio.»

4. L'influenza delle persone presenti c'entra qualcosa?

«Quando c'è da parte loro incredulità e opposizione, questo può metterci molto a disagio. Noi preferiamo di gran lunga fare le nostre prove con dei credenti e con delle persone versate nello Spiritismo. Ma non intendo con questo dire che la cattiva volontà potrebbe paralizzarci completamente.»

5. Dove siete andato a prendere i fiori e i dolci che avete portato?

«I fiori li prendo in quei giardini, dove trovo quelli che mi piacciono.»

6. E i dolci? Il negoziante ha dovuto ben accorgersi che gliene mancavano.

«Io li prendo dove mi piace. Il negoziante non se n'è affatto accorto, perché ne ho messi altri al loro posto.»

7. Ma gli anelli hanno un valore. Dove li avete presi? Questo non ha causato un danno a chi li avete presi?

«Li ho presi in luoghi sconosciuti a tutti, e in maniera tale che nessuno possa subirne alcun danno.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. Io credo che il fatto sia spiegato in modo insoddisfacente, a causa di una mancanza di capacità dello Spirito che ha risposto. Sì. Di fatto può risultare un danno reale, ma lo Spirito non è voluto passare per uno che avesse sottratto checchessia. Un oggetto non può essere rimpiazzato che da un oggetto identico, della medesima forma, del medesimo valore. Di conseguenza, se uno Spirito avesse la facoltà di sostituire un oggetto, simile a quello che prende, non avrebbe alcuna ragione di prenderlo e potrebbe offrire quello di cui si serve come sostituzione.

8. Sarebbe possibile portare fiori da un altro pianeta?

«No. A me non è possibile.»

(A Erasto) Altri Spiriti avrebbero questo potere?

«No. Questo non è possibile a causa delle differenze ambientali.»

9. Potreste portarci dei fiori da un altro emisfero? Dai Tropici, per esempio?

«Dal momento che i Tropici si trovano sulla Terra, posso.»

10. Gli oggetti che voi avete portato, potreste farli sparire e portarli via di nuovo?

«Così come li ho fatti venire, potrei portarli via, secondo la mia volontà.»

11. La produzione del fenomeno dei trasporti vi procura forse qualche pena, qualche disagio?

«Essa non ci procura alcuna pena, quando ne abbiamo il permesso. Potrebbe procurarcene di grandissime se noi volessimo produrre degli effetti senza esserne autorizzati.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. Egli non vuole ammettere la sua fatica, quantunque essa sia reale dal momento che è costretto a eseguire un'operazione per così dire materiale.

12. Quali sono le difficoltà che incontrate?

«Nessuna, all'infuori delle cattive disposizioni fluidiche, che potrebbero esserci contrarie.»

13. Come portate l'oggetto? Lo tenete con le mani?

«No. Lo inviluppiamo in noi stessi.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. Egli non spiega in modo chiaro la sua operazione, poiché non inviluppa l'oggetto con la sua stessa personalità. Ma siccome il suo fluido personale è dilatabile, penetrabile ed espansibile, egli mescola una parte di questo fluido con una parte del fluido animalizzato del medium, ed è in questa combinazione che nasconde e trasporta l'oggetto che ha scelto di trasportare. Non è dunque giusto dire ch'egli lo inviluppa in sé.

14. Trasportereste con la medesima facilità un oggetto di peso considerevole? Per esempio di cinquanta chili?

«Il peso non è nulla per noi. Noi trasportiamo fiori, perché ciò può essere più piacevole di un peso voluminoso.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. È giusto. Egli può trasportare cento o duecento chili di oggetti, perché la forza peso che esiste per voi è nulla per lui. Ma qui di nuovo egli non si rende conto di ciò che avviene. La massa dei fluidi combinati è proporzionale alla massa degli oggetti. In una parola la forza deve essere in rapporto con la resistenza. Da ciò consegue che, se lo Spirito non trasporta che un fiore o un oggetto leggero, molte volte è perché egli non trova nel medium, o in sé stesso, gli elementi necessari per uno sforzo più considerevole.

15. Ci sono, qualche volta, delle sparizioni di oggetti la cui causarimane sconosciuta? E potrebbero tali sparizioni imputarsi agli Spiriti?

«Questosuccede molto spesso, più spesso di quanto voi possiate pensare. Vi si potrebbe rimediare pregando lo Spirito di portare di nuovo l'oggetto sparito.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. È vero. Ma, a volte, ciò che è sottratto rimane molto ben sottratto. Infatti, tali oggetti, che non si trovano più presso di lui, sono spesso portati molto lontano. Tuttavia, siccome la sottrazione degli oggetti comporta pressappoco le medesime condizioni fluidiche dei trasporti, essa non può avvenire che con l'aiuto di medium dotati di facoltà speciali. Per questo motivo, allorché qualcosa sparisce, ci sono più probabilità che ciò avvenga a causa della vostra disattenzione che a causa degli Spiriti.

16. Esistono degli effetti che si considerano fenomeni naturali e che sono invece dovuti all'azione di certi Spiriti?

«I vostri giorni sono pieni di fatti di questo tipo, che voi non comprendete — perché non li considerate abbastanza — e che un po' di riflessione vi farebbe vedere chiaramente.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. Non attribuite agli Spiriti ciò che è opera dell'umanità; ma credete alla loro influenza occulta e costante, che fa nascere attorno a voi mille circostanze, mille incidenti necessari al compimento delle vostre azioni, della vostra esistenza.

17. Fra gli oggetti trasportati, ce ne sono di quelli che potrebbero essere fabbricati dagli Spiriti? Vale a dire prodotti spontaneamente dalle modificazioni che gli Spiriti possono far subire al fluido o all'elemento universale?

«Non da me, perché io non ne ho il permesso. Soltanto uno Spirito elevato lo può.»

18. Come avete introdotto, l'altro giorno, questi oggetti, dal momento che la camera era chiusa?

«Io li ho fatti entrare con me, inviluppati, per così dire, nella mia sostanza. Niente di più posso dire, per non essere il fatto spiegabile.»

19. Come avete fatto a rendere visibili questi oggetti che un istante prima erano invisibili?

«Hotolto la materia che li avviluppava.»

OSSERVAZIONE DI ERASTO. Ciò che li avvolge non è la materia propriamente detta, ma un liquido attinto per metà nel perispirito del medium e per metà in quello dello Spirito che opera.

20. (A Erasto). Un oggetto può essere portato in un luogo perfettamente chiuso? In una parola, può lo Spirito spiritualizzare un oggetto materiale, in maniera tale da renderlo atto a penetrare la materia?

«La questione è complessa. Per quanto riguarda gli oggetti trasportati, lo Spirito può renderli invisibili ma non penetrabili; egli non può rompere l'aggregazione della materia, il che equivarrebbe alla distruzione dell'oggetto. Questo oggetto, reso invisibile, egli può trasportarlo quando vuole e lasciarlo libero solo al momento giusto per farlo apparire. Diverso è per gli oggetti che noi componiamo. Siccome in essi noi introduciamo solo gli elementi della materia e siccome questi elementi sono essenzialmente penetrabili; siccome noi penetriamo noi stessi e attraversiamo i corpi più densi con la stessa facilità con cui i raggi solari attraversano i vetri delle finestre, possiamo perfettamente dire che abbiamo introdotto l'oggetto in un luogo, benché questo sia chiuso. Ma ciò avviene solo in questo caso.»

NOTA. Vedere più avanti, per la teoria della formazione spontanea degli oggetti, il capitolo intitolato "Laboratorio del mondo invisibile".





Capitolo VI - MANIFESTAZIONI VISIVE



Questioni sulle apparizioni

100. Di tutte le manifestazioni spiritiste, le più interessanti sono, senza alcun dubbio, quelle per mezzo delle quali gli Spiriti possono rendersi visibili. Si vedrà, attraverso la spiegazione di questo fenomeno, che esso non è più soprannaturale degli altri. Noi daremo innanzitutto le risposte che su questo argomento sono state date dagli Spiriti.

1. Gli Spiriti possono rendersi visibili?

«Sì. Soprattutto durante il sonno. Tuttavia certe persone li vedono anche durante la veglia, ma questo caso è più raro.»

OSSERVAZIONE. Mentre il corpo riposa, lo Spirito si libera dai legami materiali. Egli si ritrova più libero e più facilmente può vedere gli altri Spiriti con cui entra in comunicazione. Il sogno non è che il ricordo di questo stato. Quando uno non ricorda nulla, dice che non ha sognato, ma non per questo l'anima ha cessato di vedere e di godere della sua libertà. Noi qui ci occuperemo in modo più specifico delle apparizioni nello stato di veglia. [7]

[7] Vedere, per maggiori dettagli sullo stato dello Spirito durante il sonno, ne Il libro degli Spiriti, il capitolo "Emancipazione dell'anima", n. 400.

2. Gli Spiriti che si manifestano rendendosi visibili appartengono a una categoria piuttosto che a un'altra?

«No. Essi possono appartenere a tutte le categorie, alle più elevate come alle più basse.»

3. È concesso a tutti gli Spiriti di manifestarsi visibilmente?

«Tutti lo possono. Ma non sempre ne hanno il permesso o la volontà.»

4. Qual è lo scopo per cui gli Spiriti si manifestano?

«Dipende. Secondo la loro natura, lo scopo può essere buono o cattivo.»

5. Come si può concedere loro questo permesso, quando lo scopo è cattivo?

«Questaè allora una prova per coloro ai quali essi appaiono. Infatti l’intenzione dello Spirito può essere cattiva, ma il risultato può essere buono.»

6. Quale può essere lo scopo degli Spiriti, che hanno una cattiva intenzione, a farsi vedere?

«Impaurire e spesso vendicarsi.»

— Qual è lo scopo degli Spiriti che vengono con una buona intenzione?

«Consolare le persone che li rimpiangono; dimostrare che essi esistono e sono vicini a loro; dare dei consigli e a volte chiedere assistenza per sé stessi.»

7. Quale inconveniente ci sarebbe se tra gli uomini la possibilità di vedere gli Spiriti fosse permanente e generale? Non potrebbe essere questo un mezzo per togliere via i dubbi ai più increduli?

«Essendo l'uomo costantemente attorniato da Spiriti, il vederli a ogni istante lo turberebbe, lo intralcerebbe nelle sue azioni e gli toglierebbe, nella maggior parte dei casi, la sua iniziativa; invece, considerandosi solo, egli agisce più liberamente. Quanto agli increduli, essi hanno sufficienti mezzi per convincersi, se vogliono approfittarne e se non sono accecati dell'orgoglio. Voi sapete bene che ci sono persone le quali hanno visto e non è che per questo credano di più, poiché esse dicono che sono delle illusioni. Non preoccupatevi di loro; di loro si occupa Dio.»

OSSERVAZIONE. Vedersi costantemente in presenza degli Spiriti sarebbe tanto fastidioso, quanto vedere l'aria che ci circonda, o le miriadi di microscopici animali che pullulano attorno a noi e sopra di noi. Da ciò dobbiamo concludere che quanto Dio fa è ben fatto e che Egli sa meglio di noi quanto a noi conviene.

8. Se la vista degli Spiriti ha degli inconvenienti, perché essa è permessa in certi casi?

«Essa ha lo scopo di dare una prova che non tutto muore con il corpo, e che l'anima conserva la sua individualità dopo la morte. Questa visione passeggera è sufficiente per dare questa prova e attestare la presenza dei vostri amici vicino a voi; ma essa non ha gli inconvenienti della visione costante.»

9. Nei mondi più avanzati del nostro, la visione degli Spiriti è più frequente?

«Più l'uomo si avvicina alla natura spirituale, più facilmente entra in rapporto con gli Spiriti. È la grossolanità del vostro involucro che rende più difficile e più rara la percezione degli esseri eterei.»

10. È razionale spaventarsi per l'apparizione di uno Spirito?

«Colui che riflette dovrà comprendere che uno Spirito, chiunque egli sia, è meno pericoloso di un vivente. Gli Spiriti, d'altronde, vanno dappertutto, e non v'è bisogno di vederli per sapere che se ne può avere uno al fianco. Lo Spirito che volesse nuocere potrebbe farlo senza farsi vedere, e anche in modo più sicuro. Egli non è pericoloso perché è uno Spirito, ma piuttosto per l'influenza ch'egli può esercitare sul pensiero, distogliendo dal bene e inducendo al male.»

OSSERVAZIONE. Le persone che hanno paura della solitudine e dell'oscurità, raramente si rendono conto della causa del loro sgomento. Esse non saprebbero dire di che cosa hanno paura. Ma sicuramente esse dovrebbero temere maggiormente di incontrare degli uomini, piuttosto che degli Spiriti, poiché un malfattore è più pericoloso da vivo che dopo la sua morte. Una signora di nostra conoscenza ebbe una sera, nella sua camera, un'apparizione così ben caratterizzata, ch'ella credette alla presenza di qualcuno, e la sua prima sensazione fu di terrore. Rassicuratasi che non c'era nessuno, si disse: «Sembra che non sia che uno Spirito: posso dormire tranquilla».

11. Colui al quale apparisse uno Spirito potrebbe avviare una conversazione con lui?

«Perfettamente. Anzi è ciò che si deve sempre fare in casi simili, domandandogli chi sia, che cosa desideri e in che modo si potrebbe essergli utile. Se lo Spirito è infelice e soffre, la compassione che gli si testimonia lo conforterà; se è uno Spirito benevolo, potrebbe esser venuto con l'intenzione di offrire dei buoni consigli.»

— In questo caso, come lo Spirito può rispondere?

«A volte lo fa attraverso dei suoni articolati, come farebbe una persona vivente; il più delle volte, però, c'è la trasmissione di pensiero.»

12. Gli Spiriti che appaiono con delle ali le hanno realmente, oppure queste ali non sono che una simbolica apparenza?

«GliSpiriti non hanno ali. Non ne hanno bisogno, poiché possono trasferirsi dappertutto come Spiriti. Essi appaiono a seconda del modo con cui vogliono impressionare la persona alla quale si mostrano. Alcuni appariranno con la veste comune, altri avvolti in drappeggi, altri ancora con delle ali, quale attributo della categoria di Spiriti, che essi rappresentano.»

13. Le persone che si vedono in sogno sono sempre quelle di cui esse hanno l'aspetto?

«Sono quasi sempre quelle stesse persone che il vostro Spirito va a trovare o che vengono a trovarvi.»

14. Gli Spiriti faceti non potrebbero prendere le sembianze delle persone che ci sono care per trarci in errore?

«Essi prendono delle apparenze fantasiose solo per divertirsi a vostre spese. Ci sono però delle cose di cui non è loro permesso beffarsi.»

15. Essendo il pensiero una sorta d'evocazione, ben si comprende come esso possa provocare la presenza dello Spirito.Ma come mai avviene spesso che le persone alle quali si pensa di più, che ardentemente si desidera rivedere non si presentano mai in sogno, mentre si vedono persone a noi indifferenti e alle quali non pensiamo affatto?

«Non sempre gli Spiriti hanno la possibilità di manifestarsi alla vista, neppure in sogno e malgrado il desiderio che si ha di vederli. Cause indipendenti dalla loro volontà potrebbero impedirglielo. Sovente è una prova a cui neppure il desiderio più ardente può sottrarsi. Quanto alle persone indifferenti, se voi non pensate a loro, è però possibile che siano loro a pensare a voi. D'altronde, voi non potete avere idea delle relazioni del mondo degli Spiriti. Lì incontrate una folla di conoscenze intime, antiche o nuove, di cui non avete alcuna idea nello stato di veglia.»

OSSERVAZIONE. Quando non c'è alcun mezzo per controllare le visionio apparizioni, esse si possono mettere senza dubbio nel novero delle allucinazioni. Ma quando le stesse sono confermate dagli avvenimenti, allora non si possono attribuire alla immaginazione. Tali sono, per esempio, le apparizioni al momento della loro morte, in sogno o in stato di veglia, di persone alle quali non si pensa affatto e che, attraverso segnali diversi, vengono a rivelare le circostanze del tutto inattese della loro fine. Spesso è accaduto di vedere cavalli impennarsi e rifiutarsi di proseguire davanti ad apparizioni che terrorizzavano anche quelli che li cavalcavano. Ammettiamo pure che l'immaginazione possa svolgere un qualche molo quando il fatto riguarda gli uomini, ma certamente nessuno negherà che essa non ha niente a che vedere quando il fatto riguarda gli animali. D'altra parte se le immagini che si vedono in sogno fossero sempre un effetto delle preoccupazioni che si hanno in stato di veglia, niente spiegherebbe perché avvenga spesso che non si sognino mai le cose alle quali si pensa di più.

16. Perché certe visioni sono più frequenti in stato di malattia?

«Esse hanno egualmente luogo in stato di perfetta salute; ma durante la malattia i legami materiali sono rilasciati, e la debolezza del corpo lascia più libertà allo Spirito, che entra facilmente in comunicazione con gli altri Spiriti.»

17. Le apparizioni spontanee sembrano essere più frequenti in certi paesi. Significa forse che certi popoli sono più e meglio dotati di altri, per avere questo genere di manifestazioni?

«Ma voi stilate dei processi verbali di ogni apparizione? Le apparizioni, i rumori, tutte le manifestazioni infine, sono sparse egualmente su tutta la Terra, ma esse presentano dei caratteri distintivi secondo i popoli presso i quali avvengono. Presso quelli, per esempio, dove la scrittura è poco diffusa, non ci sono medium scriventi, presso altri popoli, invece, abbondano. Altrove ci sono spesso rumori e movimenti, piuttosto che comunicazioni intelligenti, poiché queste sono lì meno stimate e ricercate.»

18. Perché le apparizioni hanno luogo soprattutto di notte? Questo non indica forse che esse sono effetto del silenzio e della oscurità sull'immaginazione?

«Ciò accade per la stessa ragione che vi fa vedere durante la notte le stelle, che in pieno giorno non vedete. Il grande chiarore può cancellare un'apparizione leggera. Ma è un errore credere che la notte abbia qualcosa a che fare con questo. Interrogate tutti quelli che hanno avuto delle visioni e scoprirete che la maggior parte di essi le ha avute di giorno.»

OSSERVAZIONE. I fenomeni d'apparizione sono molto più frequenti e generali di quanto si creda. Ma molte persone non li confessano per timore del ridicolo, mentre altre li attribuiscono alla suggestione. Se essi sembrano più numerosi presso alcuni popoli, ciò è dovuto al fatto che lì si mantengono con maggiore attenzione le tradizioni, vere o false che siano, quasi sempre amplificate dal potere di seduzione del meraviglioso, al quale più o meno si presta l'aspetto delle località. La credulità fa allora vedere degli effetti soprannaturali nei fenomeni più ordinari: il silenzio della solitudine, la scoscesità delle forre, lo stormire della foresta, le raffiche della tempesta, l'eco delle montagne, la forma fantastica delle nuvole, le ombre, i miraggi, tutto infine si presta all'illusione, per delle immaginazioni semplici e ingenue, che narrano in buona fede ciò che hanno visto o hanno creduto di vedere. Ma a fianco della finzione c'è la realtà, ed è appunto a liberarla di tutti i ridicoli complementi della superstizione che conduce lo studio serio dello Spiritismo.

19. La visione degli Spiriti si produce nello stato normale, o soltanto nello stato estatico?

«Essa può aver luogo in condizioni perfettamente normali. Tuttavia le persone che vedono gli Spiriti si trovano abbastanza spesso in uno stato particolare, vicino all'estasi, stato che dispensa loro una sorta di doppia vista (Il libro degli Spiriti, n. 447).»

20. Coloro che vedono gli Spiriti li vedono con gli occhi?

«Essi lo credono. Ma, in realtà, è l'anima che vede, e ciò è provato dal fatto che possono vederli con gli occhi chiusi.»

21. Come lo Spirito può rendersi visibile?

«Il principio è il medesimo di tutte le manifestazioni. Esso riguarda le proprietà del perispirito, che può subire diverse modificazioni, secondo la volontà dello Spirito.»

22. Lo Spirito propriamente detto può rendersi visibile, oppure non lo può se non con l'aiuto del perispirito?

«Nello stato materiale in cui voi vi trovate, gli Spiriti non possono manifestarsi che con l'aiuto del loro involucro semi materiale; è questo l'intermediario attraverso cui essi agiscono sui vostri sensi. È sotto questo involucro che, a volte, appaiono con una forma umana o con qualunque altra, sia nei sogni sia nello stato di veglia, tanto alla luce quanto nell'oscurità.»

23. Si potrebbe dire che è per la condensazione del fluido del perispirito che lo Spirito diventa visibile?

«Condensazione non è il termine esatto. Questa parola può solo essere usata per stabilire una comparazione che vi permetta di comprendere il fenomeno, poiché, in realtà, non c'è condensazione. Attraverso la combinazione dei fluidi, si produce nel perispirito una disposizione particolare, senza analogia presso voialtri, che lo rende percettibile.»

24. Gli Spiriti che appaiono sono sempre inafferrabili, sempre inaccessibili al tatto?

«Inafferrabili, come nei sogni, nel loro stato normale. Tuttavia essi possono essere in grado di produrre impronte tattili e lasciare tracce della loro presenza, e anche, in certi casi, di diventare momentaneamente tangibili, la qual cosa prova che tra loro e voi c'è una materia.»

25. Tutti sono idonei a vedere gli Spiriti?

«Sì, tutti nel sonno. Ma nello stato di veglia, no. Durante il sonno, l'anima vede senza intermediario; nello stato di veglia, essa è sempre più o meno influenzata dagli organi: ciò avviene perché le condizioni non sono completamente le stesse.»

26. A che cosa è da attribuirsi la facoltà di vedere gli Spiriti durante la veglia?

«Questa facoltà dipende dall'organismo. Essa si riferisce alla facilità, più o meno grande, che ha il fluido del veggente di combinarsi con quello dello Spirito. Così non è sufficiente che lo Spirito voglia mostrarsi, è necessario anche che lo Spirito trovi nella persona dalla quale egli vuole farsi vedere l'idoneità necessaria.»

— Questa facoltà può essere sviluppata con l'esercizio?

«Può esserlo, come tutte le altre facoltà; ma essa è una di quelle di cui è meglio attendere lo sviluppo naturale piuttosto che provocarlo, per evitare di sovreccitare l'immaginazione. Il vedere ordinariamente e perennemente gli Spiriti è facoltà eccezionale e non rientra nelle condizioni normali dell'uomo.»

27. L'apparizione degli Spiriti può essere provocata?

«Si può qualche volta, ma molto raramente. Essa è quasi sempre spontanea. Perché qualcuno possa vedere gli Spiriti occorre che sia dotato d'una facoltà speciale.»

28. Gli Spiriti possono rendersi visibili sotto un'altra apparenza che non sia quella della forma umana?

«La forma umana è la forma normale. Lo Spirito può variarne l'apparenza, ma si tratta sempre del tipo umano.»

— Non possono essi manifestarsi sotto forma di fiamma?

«Issi possono produrre fiamme e luci, così come tutti gli altri effetti, per attestare la loro presenza; ma non sono gli Spiriti stessi quelli che così appaiono. La fiamma spesso non è che un miraggio o un'emanazione del perispirito; in ogni caso ne è solo una parte. Il perispirito appare tutto intero soltanto nelle visioni.»

29. Che cosa pensare della credenza che attribuisce i fuochi fatui alla presenza di anime o Spiriti?

«Una superstizione prodotta dall'ignoranza. La causa fisica dei fuochi fatui è ben nota.»

— La fiamma azzurra, che apparve, come dicono, sulla testa di Servio Tullio fanciullo, è una leggenda o una realtà?

«È una realtà. Essa fu prodotta dallo Spirito familiare che voleva avvertire la madre. Questa madre, medium veggente, aveva scorto un irraggiamento dello Spirito protettore di suo figlio. Non tutti i medium veggenti vedono nella stessa misura, così come i vostri medium scriventi non scrivono tutti la medesima cosa. Mentre questa madre non vedeva che una fiamma, un altro medium avrebbe potuto vedere il corpo stesso dello Spirito.»

30. Gli Spiriti potrebbero presentarsi sotto forma di animali?

«Potrebbe darsi. Ma sono soltanto degli Spiriti molto inferiori quelli che possono prendere queste apparenze. Questa tuttavia non sarebbe, in ogni caso, che un'apparenza momentanea, perché sarebbe assurdo credere che un vero animale potrebbe mai essere l'incarnazione d'uno Spirito. Gli animali sono sempre animali e niente altro che questo.»

OSSERVAZIONE. Solamente la superstizione può far credere che certi animali siano animati dagli Spiriti. Sarebbe necessaria una immaginazione ben compiacente o ben accesa per vedere qualcosa di soprannaturale nelle circostanze, un po' stravaganti, nelle quali essi talvolta si presentano. Ma la paura fa sovente vedere ciò che non esiste. Non sempre però la paura sta all'origine di queste idee. Noi abbiamo conosciuta una signora, peraltro intelligentissima, che amava oltre misura un grosso gatto nero, perché lo credeva di una natura al di sopra dell’animale. Eppure lei non aveva mai sentito parlare di Spiritismo. Se lo avesse conosciuto, esso le avrebbe fatto comprendere quanto ridicolo fosse il motivo della sua predilezione per l'animale, provandole l'impossibilità d'una simile metamorfosi.






Saggio teorico sulle apparizioni

101. Le manifestazioni apparenti più comuni hanno luogo durante il sonno, attraverso i sogni: sono, queste, le visioni. Non può rientrare nel nostro compito esaminare tutte le particolarità che possono presentare i sogni. Noi le riassumiamo dicendo che esse possono essere: una visione attuale delle cose presenti o assenti; una visione retrospettiva del passato; in qualche caso eccezionale, un presentimento del futuro. Spesso sono anche dei quadri allegorici che gli Spiriti fanno passare sotto i nostri occhi per offrirci utili avvertimenti e salutari consigli, se si tratta di buoni Spiriti; oppure per indurci in errore e stimolare le nostre passioni, se si tratta di Spiriti imperfetti. La teoria, che qui segue, si applica ai sogni, così come a tutti gli altri casi di apparizione (si veda Il libro degli Spiriti, n. 400 e ss.).

Crederemmo di fare da parte nostra offesa al buon senso dei nostri lettori, se ci proponessimo di dimostrare ciò che c'è di assurdo e di ridicolo in quella che viene volgarmente chiamata l'interpretazione dei sogni.


102. Le apparizioni propriamente dette hanno luogo allo stato di veglia, e quando si gode della piena e intera libertà delle proprie facoltà. Esse si presentano generalmente sotto una forma vaporosa e diafana, a volte vaga e indecisa. Spesso, a prima vista, è una luce biancastra i cui contorni si delineano a poco a poco. Altre volte le forme sono nettamente marcate, e si possono distinguere i più tenui tratti del viso, al punto da poterne fare una descrizione molto precisa. Il portamento e l'aspetto sono simili a quelli che aveva lo Spirito quando era vivo.

Potendo assumere tutte le apparenze, lo Spirito si presenta sotto quella con cui può meglio farsi riconoscere, se tale è il suo desiderio. Così, quantunque, come Spirito, non abbia più alcun difetto fisico, egli si mostrerà storpio, claudicante, gobbo, ferito, con delle cicatrici, se ciò fosse necessario per costatare la sua identità. Esopo, per esempio, come Spirito non è deforme; ma se lo si evoca in quanto Esopo — pur supponendo che avesse avuto parecchie esistenze in seguito — egli apparirà brutto e gobbo, con le sue vesti tradizionali.

Una cosa interessante è che, salvo circostanze particolari, le parti meno accentuate sono le membra inferiori, mentre la testa, il tronco, le braccia e le mani sono sempre chiaramente delineate: perciò non li si vede quasi mai camminare, ma scivolare come ombre.

Quanto alle vesti, sono costituite generalmente da un drappeggio che termina in lunghe increspature svolazzanti. Questa almeno, insieme a una capigliatura ondulata e graziosa, è l'apparenza di quegli Spiriti che non hanno mantenuto nulla delle cose terrene. Ma gli Spiriti volgari, quelli che qui abbiamo conosciuto, hanno generalmente le vesti che avevano nell'ultimo periodo della loro esistenza terrena.

Spesso essi hanno attributi caratteristici della elevazione che hanno raggiunto, come un'aureola, o delle ali per quelli che possono essere considerati come degli angeli, mentre altri portano segni distintivi che richiamano le loro occupazioni terrene: così un guerriero potrà apparire con la sua armatura, un sapiente con dei libri, un assassino con un pugnale ecc. Gli Spiriti superiori hanno un aspetto bello, nobile e sereno; gli Spiriti del grado più basso hanno qualcosa di feroce e di bestiale, e qualche volta portano ancora le tracce dei crimini che hanno commesso o dei supplizi che hanno patito. La questione della veste e di tutti gli oggetti accessori è forse quella che causa maggior stupore. Noi vi ritorneremo in un capitolo a parte, perché essa si lega anche ad altri fatti molto importanti.

103. Abbiamo detto che le apparizioni hanno qualcosa di vaporoso. In certi casi si potrebbero paragonare all'immagine riflessa in uno specchio senza argentatura; immagine che, nonostante la sua limpidezza, non impedisce che si vedano attraverso di essa gli oggetti che si trovano dietro. In linea generale è così che li distinguono i medium veggenti. Essi li vedono andare, venire, entrare in un appartamento o uscirne, circolare tra la folla dei vivi, avendo l'aria — almeno per quanto riguarda gli Spiriti inferiori — di prendere parte attiva a tutto ciò che accade intorno a loro, di interessarsene, e di ascoltare ciò che si dice. Di frequente sono visti avvicinarsi a una persona, ispirarle delle idee, influenzarla, consolarla se sono Spiriti buoni, prenderla in giro se sono maligni, mostrarsi tristi o contenti dei risultati che ottengono; costituiscono, in una parola, il doppio del mondo corporeo. Questo è il mondo occulto che ci circonda, dentro il quale viviamo, senza sospettarne l'esistenza, così come viviamo, senza maggior sospetti, in mezzo a miriadi di esseri del mondo microscopico. Il microscopio ci ha rivelato il mondo degli infinitamente piccoli, che noi non sospettavamo neppure. Lo Spiritismo, coadiuvato dai medium veggenti, ci ha rivelato il mondo degli Spiriti, il quale è anch'esso una delle forze attive della natura. Con l'aiuto dei medium veggenti, noi abbiamo potuto studiare il mondo invisibile, conoscere le sue abitudini, proprio come un popolo di ciechi potrebbe studiare il mondo visibile con l'aiuto di qualche individuo che godesse della vista (vedere più avanti, al capitolo sui medium, il paragrafo riguardante i medium veggenti).

104. Lo Spirito che vuole o può apparire riveste a volte una forma ancora più netta, che ha tutte le apparenze di un corpo solido, al punto di produrre un'illusione completa e di far credere che si abbia davanti a sé un essere corporeo. In alcuni casi, infine, e sotto il dominio di certe circostanze, la tangibilità può divenire reale, vale a dire che uno può toccare, palpare, sentire la medesima resistenza, il medesimo calore come da parte di un corpo vivo, la qual cosa però non gli impedisce di svanire con la stessa rapidità di un baleno. Non è più allora attraverso gli occhi che se ne costata la presenza, ma attraverso il tatto. Se era permesso attribuire all'illusione o a una sorta di fascinazione l'apparizione semplicemente visuale, il dubbio non è più permesso quando la si può afferrare, palpare, e quando essa stessa vi afferra e vi stringe. I fatti di apparizioni tangibili sono i più rari. Ma quelli che sono avvenuti in questi ultimi tempi, sotto l'influenza di alcuni potenti medium, [8] e che hanno l'autenticità di testimonianze inconfutabili, provano e spiegano quei fatti che la storia riferisce riguardo a persone che si sono mostrate dopo la loro morte, con tutte le apparenze della realtà.

[8] Fra gli altri il signor Home.

Del resto, come abbiamo detto, per quanto straordinari siano simili fenomeni, tutto il meraviglioso scompare, non appena si conosca il modo con cui essi si producono, e si comprende che, lungi dall'essere una deroga alle leggi della natura, essi sono soltanto l'effetto di una nuova applicazione di queste leggi.

105. Per sua natura e nel suo stato normale, il perispirito è invisibile, e ha ciò in comune con una grande quantità di fluidi, che sappiamo che esistono e che tuttavia non abbiamo mai visto. Ma esso può anche, proprio come certi fluidi, subire delle modificazioni che lo rendono percettibile alla vista, sia attraverso una sorta di condensazione, sia attraverso un cambiamento nella disposizione molecolare; ed è allora che ci appare sotto una forma vaporosa. La condensazione — non bisognerebbe, però, prendere questo termine alla lettera; noi lo usiamo solo in mancanza di un altro e a titolo di paragone — la condensazione, diciamo noi, può essere tale che il perispirito acquisisce le proprietà di un corpo solido e tangibile; ma esso può istantaneamente riprendere il suo stato etereo e invisibile. Possiamo renderci conto di questo effetto attraverso quello del vapore, che può passare dall'invisibilità allo stato nebuloso, poi liquido, quindi solido e viceversa. Questi differenti stati del perispirito sono il risultato della volontà dello Spirito, e non di una causa fisica esteriore, come avviene nei nostri gas. Quando lo Spirito ci appare, è perché egli pone il suo perispirito nella condizione necessaria a renderlo visibile. Ma per questo la sua volontà non è sufficiente, poiché la modificazione del perispirito si opera attraverso la sua combinazione con il fluido stesso del medium. Ora, questa combinazione non sempre è possibile, il che spiega perché la visibilità degli Spiriti non è generale. Così, non basta che lo Spirito voglia mostrarsi, né tampoco basta che una persona voglia vederlo: bisogna che i due fluidi possano combinarsi, che vi sia, cioè, tra di loro una sorta di affinità. Forse è anche necessario che l'emissione del fluido della persona sia alquanto abbondante, per poter operare la trasformazione del perispirito, e probabilmente sono necessarie altre condizioni ancora, che ci sono sconosciute. Infine, occorre che lo Spirito abbia il permesso di farsi vedere dalla tale persona, cosa che non sempre gli è accordata, oppure lo è ma solo in certe circostanze, per motivi che non possiamo valutare.

106. Un'altra proprietà del perispirito, e che attiene alla sua natura eterea, è la penetrabilità. Nessuna materia gli è di ostacolo: esso le attraversa tutte, così come la luce attraversa i corpi trasparenti. È per questo che non esiste chiusura che possa opporsi all'entrata degli Spiriti. Essi visitano il prigioniero nella sua cella con la medesima facilità con cui visitano l'uomo che sta in mezzo ai campi.

107.Le apparizioni nello stato di veglia non sono né rare né nuove. Ce ne sono state in tutti i tempi, e la storia ne registra un grande numero. Ma senza risalire troppo indietro, ai nostri giorni esse sono molto frequenti, e tanti sono gli individui che ne hanno avute scambiandole in un primo momento per quelle che si è poi convenuto chiamare allucinazioni. Esse sono soprattutto frequenti nei casi di morte di persone assenti, le quali vengono a visitare i loro parenti o amici. Sovente queste apparizioni non hanno uno scopo ben preciso, ma si può dire che in generale gli Spiriti, che appaiono così, sono attratti dalla simpatia. Abbia ciascuno la compiacenza di esaminare i suoi ricordi, e vedrà quanto poche siano le persone che non abbiano conoscenza di qualche fatto di questo genere, la cui autenticità non dovrebbe essere messa in dubbio.




Spiriti globuli.

108. Alle considerazioni precedenti aggiungeremo l'esame di alcuni effetti ottici, che hanno dato luogo al singolare sistema degli Spiriti globuli.

Non sempre l'aria è di una limpidità assoluta, e ci sono circostanze tali in cui le correnti delle molecole aeriformi e la loro agitazione, prodotta dal calore, sono perfettamente visibili. Alcune persone hanno scambiato questo fenomeno per agglomerati di Spiriti che si agitano nello spazio. È sufficiente citare questa opinione perché essa venga subito rifiutata. Ma ecco presentarsi un'altra illusione, non meno bizzarra, contro la quale è altrettanto bene essere premuniti.

L'umore acquoso dell'occhio presenta dei punti, appena appena percettibili, che hanno perduto qualcosa della loro normale trasparenza. Questi punti sono come dei corpi opachi in sospensione nel liquido che li anima. Essi producono nell'aria ambientale e a distanza, per effetto dell'ingrandimento e della rifrazione, la comparsa illusoria di piccoli dischi che variano da uno a dieci millimetri di diametro e che sembrano nuotare nell'atmosfera. Noi abbiamo visto delle persone scambiare questi dischi per Spiriti, che le seguivano e le accompagnavano dappertutto, e nel loro entusiasmo scambiare per delle figure le sfumature dell'iridescenza, il che è pressappoco tanto razionale quanto vedere un volto nella luna. Una semplice osservazione, data da queste stesse persone, le ricondurrà sul terreno della realtà.

Questi dischi o medaglioni, esse dicono, non solo le accompagnano, ma seguono tutti i loro movimenti. Essi vanno a destra, a sinistra, in alto, in basso, o si fermano, a seconda del movimento della testa. Questo non ha nulla di sorprendente. Poiché la sede della vista è nel globo oculare, essa deve seguirne i movimenti. Se si trattasse di Spiriti, si dovrebbe convenire che essi sarebbero costretti a un ruolo troppo meccanico per degli esseri intelligenti e liberi; ruolo ben fastidioso anche per degli Spiriti inferiori e, a maggior ragione, incompatibile con l'idea che noi ci facciamo degli Spiriti superiori. Alcuni, è vero, prendono per cattivi Spiriti i punti neri o mosche amaurotiche. Questi dischi, come pure le macchie nere, hanno un movimento ondulato, che non si discosta mai dall'ampiezza di un certo angolo; ma ciò che accresce l'illusione è il fatto che non seguono bruscamente i movimenti della linea visuale. La ragione di ciò è molto semplice. I punti opachi dell'umore acquoso, causa prima del fenomeno, sono — lo abbiamo detto — come tenuti in sospensione, e hanno sempre la tendenza a discendere. Allorché essi salgono, ciò avviene perché essi vi sono sollecitati dal movimento dell'occhio, dal basso verso l'alto; ma, arrivati a una certa altezza, se fissiamo lo sguardo, si vedono i dischi discendere da sé e quindi arrestarsi. La loro motilità è estrema, dal momento che è sufficiente un movimento impercettibile dell'occhio perché cambino direzione e percorrano rapidamente tutta l'ampiezza dell'arco, nello spazio dove si produce l'immagine. Fintantoché non sia provato che un'immagine possieda un movimento proprio, spontaneo e intelligente, non vi si può vedere che un semplice fenomeno ottico o fisiologico.

La medesima cosa avviene per le scintille, che qualche volta si producono in mazzi o fasci più o meno compatti, per la contrazione dei muscoli dell'occhio, e che sono probabilmente dovute all'elettricità fosforescente dell'iride, poiché esse sono generalmente circoscritte nella circonferenza del disco di questo organo.

Simili illusioni possono soltanto essere il risultato di una osservazione incompleta. Chiunque avrà seriamente studiato la natura degli Spiriti, con tutti i mezzi che offre la scienza pratica, comprenderà quanto esse abbiano di puerile. Come combattiamo le teorie azzardate, con le quali si attaccano le manifestazioni, quando queste teorie sono basate sull'ignoranza dei fatti, così dobbiamo cercare di distruggere le idee false che testimoniano più entusiasmo che riflessione, e che, per ciò stesso, fanno più male che bene presso gli increduli, già così disposti a cercare il lato ridicolo.

109. Come si vede, il perispirito è il principio di tutte le manifestazioni. La sua conoscenza ha fornito quella chiave di spiegazione di una infinità di fenomeni, che ha fatto fare un passo gigantesco alla Scienza spiritista e l'ha fatta entrare in una nuova strada, togliendole ogni carattere di meraviglioso. Noi vi abbiamo trovato, per mezzo degli Spiriti stessi, — perché, badate bene, sono stati proprio loro che ci hanno messo sulla nuova strada — la spiegazione dell'azione dello Spirito sulla materia, la spiegazione del movimento dei corpi inerti, dei rumori e delle apparizioni. E vi troveremo la spiegazione di parecchi altri fenomeni, che ancora ci restano da esaminare prima di passare allo studio delle comunicazioni propriamente dette. Tanto meglio le comprenderemo, quanto meglio ci saremo resi conto delle cause primarie. Se uno ha ben compreso questo principio, facilmente lo applicherà da sé stesso ai diversi fatti che potrebbero presentarglisi all'osservazione.

110. Noi siamo ben lungi dal ritenere assoluta la teoria che presentiamo né vogliamo presentarla come se fosse l'ultima parola in proposito. Essa sarà senza dubbio completata o rettificata più tardi da nuovi studi. Ma, benché al giorno d'oggi sia ancora incompleta e imperfetta, essa può sempre aiutare lo studioso a rendersi conto della possibilità dei fatti attraverso cause che niente hanno di soprannaturale. Se poi è una ipotesi, non le si può tuttavia rifiutare il merito della razionalità e della probabilità, perciò essa val bene tutte le spiegazioni che danno i negatori, i quali vogliono provare che tutto, nei fenomeni spiritisti, non è che illusione, fantasmagoria e sotterfugio.





Teoria dell'allucinazione

111. Col oro che non ammettono il mondo incorporeo e invisibile credono di spiegare tutto con la parola allucinazione. La definizionedi questa parola è nota. Essa esprime l'errore, l'illusione di una persona la quale crede di avere delle percezioni che in realtà non ha. Il termine deriva dal latino hallucinari (errare) che deriva a sua volta da ad lucem. Ma gli scienziati non ne hanno affatto ancora data, che si sappia, la ragione fisiologica.

L'ottica e la fisiologia sembrano non avere più segreti per loro. Come avviene allora che essi non abbiano per nulla ancora spiegato la natura e la sorgente delle immagini che si mostrano allo Spirito in determinate circostanze?

Essi vogliono spiegare tutto con le leggi della materia. Sia pure. Ci forniscano, allora, attraverso queste leggi una teoria sull'allucinazione; buona o cattiva, sarà pur sempre una spiegazione.

112. La causa dei sogni non è mai stata spiegata dalla scienza, la quale li attribuisce a un effetto dell'immaginazione. Ma la scienza non ci dice che cosa sia l'immaginazione, né come essa produca queste immagini che talvolta ci appaiono così chiare e così nette. Questo significa spiegare una cosa che non è conosciuta, attraverso un'altra che non lo è certo di più. La questione resta dunque del tutto aperta. Il sogno, dicono, è un ricordo delle preoccupazioni della veglia. Ma anche ammettendo questa soluzione, che soluzione non è, resterebbe ancora da sapere qual è questo specchio magico che conserva in modo tale l'impronta delle cose. E come spiegare, soprattutto, quelle visioni di cose reali che uno non ha mai neppure pensato? Solo lo Spiritismo poteva darci la chiave di questo bizzarro fenomeno, che passa inosservato a causa della sua stessa ordinarietà, come tutte le meraviglie della Natura, che noi schiacciamo sotto i nostri piedi.

Gli scienziati hanno disdegnato di occuparsi dell'allucinazione. Che sia o non sia reale, essa costituisce un fenomeno che la fisiologia deve mostrarsi capace di spiegare, sotto pena di confessare la sua insufficienza. Se un giorno uno scienziato deciderà di darne non una definizione, intendiamoci bene, ma una spiegazione fisiologica, vedremo se la sua teoria è in grado di risolvere tutti i casi. Soprattutto non tralasci egli i fatti così comuni di apparizioni di persone al momento della loro morte. Ci dica da dove venga la coincidenza dell'apparizione con la morte della persona. Se questo fosse un fatto isolato, lo si potrebbe attribuire al caso; ma esso è un fatto molto frequente, e il caso, come ben sappiamo, non ha di queste recidive. Se colui che vede l'apparizione avesse l'immaginazione sconvolta dall'idea che la persona deve morire, sia pure; ma la persona che appare è il più delle volte quella a cui egli pensa meno. L'immaginazione, dunque, non c'entra per nulla. Si possono ancor meno spiegare con l'immaginazione le circostanze della morte, di cui non si ha alcuna idea. I sostenitori dell'allucinazione diranno che l'anima — ammesso che costoro ammettano un'anima — ha dei momenti di sovreccitazione, in cui le sue facoltà si trovano a essere esaltate. D'accordo. Ma quando ciò che essa vede è reale, questa non è più un'illusione. Se, nella sua esaltazione, l'anima vede una cosa che al momento non è presente, ciò avviene dunque perché è lei che si trasporta. Ma se la nostra anima può trasportarsi verso una persona assente, perché l'anima di questa persona non potrebbe trasportarsi verso di noi? Nella loro teoria dell'allucinazione, vogliano essi tenere ben conto di questi fatti, né vogliano dimenticare che una teoria a cui si possano opporre fatti contrari è inevitabilmente falsa o incompleta.

Aspettando la loro spiegazione, noi tenteremo di formulare alcune ipotesi su questo argomento.

113. I fatti provano che ci sono vere apparizioni, che la teoria spiritista spiega perfettamente, e che possono negare solo coloro che non ammettono nulla al di fuori dell'organismo. Ma, a fianco delle visioni reali, ci sono allucinazioni propriamente dette, nel significato cioè assegnato a questo termine. Su questo non c'è alcun dubbio. Quale ne è la sorgente? Sono gli Spiriti stessi che ci metteranno sulla via, poiché la spiegazione ci sembra stia tutta nelle risposte date alle domande che seguono.

— Sono sempre reali le visioni? Non sono esse qualche volta l'effetto dell'allucinazione? Quando, in sogno o altrimenti, si vede, per esempio, il diavolo o altre cose fantastiche che non esistono, non è questo un prodotto dell'immaginazione?

«Sì, qualche volta. Quando si è colpiti da certe letture o da storie di diavolerie che impressionano, ci se ne ricorda e si crede di vedere ciò che non esiste. Ma noi abbiamo anche detto che lo Spirito, sotto il suo involucro semi materiale, può prendere tutte le specie di forme per manifestarsi. Uno Spirito burlone può dunque apparire con corna e artigli, se questo gli piace, per beffarsi della credulità di chi lo vede; così come un buono Spirito può mostrarsi con delle ali e una figura radiosa.»

— Si possono considerare come apparizioni le figure e le altre immagini, che si presentano nel dormiveglia o semplicemente quando si chiudono gli occhi?

«Non appena i sensi si intorpidiscono, lo Spirito si libera e può vedere lontano o vicino ciò che non potrebbe vedere con gli occhi. Queste immagini sono molto spesso delle visioni, ma esse possono anche essere un effetto delle impressioni che la vista di certi oggetti ha lasciato nel cervello, il quale ne conserva delle tracce, così come conserva quelle dei suoni. Lo Spirito, liberato, vede allora nel suo stesso cervello queste impronte, che vi si sono fissate come su una lastra fotografica. La loro varietà e la loro mescolanza formano degli insiemi bizzarri e fugaci che si cancellano quasi subito, nonostante gli sforzi che si fanno per trattenerli. È a una causa simile che si devono attribuire certe apparizioni fantastiche, le quali non hanno nulla di reale e si producono spesso nello stato di malattia.»

È evidente che la memoria è il risultato delle impronte conservate dal cervello. Per quale singolare fenomeno queste impronte così varie e molteplici non si confondono? È questo un mistero impenetrabile, ma che non è più strano di quello delle onde sonore che si incrociano nell'aria e che tuttavia si mantengono distinte. In un cervello sano e ben organizzato, queste impronte sono nette e precise; in uno stato meno favorevole, esse si cancellano e si confondono; nasce da qui la perdita della memoria o la confusione delle idee. Ciò pare ancor meno straordinario, se si ammette, come in frenologia, una destinazione speciale a ogni parte e anche a ogni fibra del cervello.

Le immagini, arrivate al cervello attraverso gli occhi, vi lasciano dunque un'impronta, la quale fa sì che ci si ricordi di un quadro come se lo si avesse davanti a sé, ma è sempre e solo una questione di memoria, poiché non lo si vede. Ora, in un certo stato di emancipazione, l'anima vede nel cervello e vi ritrova queste immagini, quelle soprattutto che l'hanno maggiormente colpita, secondo la natura delle preoccupazioni o la disposizione dello Spirito. È così che là essa incontra di nuovo l'impronta di scene religiose, diaboliche, drammatiche, mondane, nonché bizzarre figure di animali, che essa ha visto in un'altra epoca, in pittura o anche in racconti, perché i racconti lasciano anch'essi delle impronte. Così l'anima vede realmente, ma essa non vede che un'immagine fotografata nel cervello. Nello stato normale, queste immagini sono fugaci ed effimere, perché tutte le parti cerebrali funzionano liberamente; ma nello stato di malattia, il cervello è sempre più o meno debilitato, non c'è più equilibrio fra tutti gli organi, di essi soltanto alcuni conservano la loro attività, mentre gli altri sono in qualche modo paralizzati. Da qui il permanere di certe immagini, che non vengono più cancellate, come avviene, invece, nello stato normale, dalle preoccupazioni della vita esterna. È questa la vera allucinazione e la causa prima delle idee fisse.

Come si vede, noi abbiamo spiegato questa anomalia per mezzo di una legge interamente fisiologica e molto conosciuta, quella delle impronte cerebrali. Ma sempre ci è stato necessario farvi intervenire l'anima. Ora, se i materialisti non hanno ancora potuto offrire una soddisfacente soluzione di questo fenomeno, è perché non vogliono ammettere l'anima. Anche per questo, essi diranno che la nostra spiegazione non è corretta, perché noi poniamo come principio ciò che viene contestato. Contestato da chi? Contestato da loro, ma ammesso dalla immensa maggioranza degli uomini dal momento che vi sono uomini sulla Terra, e la negazione di qualcuno non può costituire legge.

È buona la nostra spiegazione? Noi la diamo per quanto può valere, in mancanza di un'altra e, se si vuole, a titolo di semplice ipotesi, in attesa di meglio. Quale essa è, rende ragione di tutti i casi di visione? Certamente no, e noi sfidiamo tutti i fisiologisti a presentare una sola spiegazione, dal loro esclusivo punto di vista, che li risolva tutti; poiché, quando essi hanno pronunciato le loro parole sacramentali di sovreccitazione e di esaltazione, non hanno detto proprio nulla. Dunque, se tutte le teorie sull'allucinazione sono insufficienti per spiegare tutti i fatti, è perché c'è qualche altra cosa al di là dell'allucinazione propriamente detta. La nostra teoria sarebbe falsa, se noi l'applicassimo a tutti i casi di visione, poiché tra questi ve ne sono alcuni che la contraddirebbero. Ma essa può essere giusta se è limitata a certi effetti.





Capitolo VII - DELLA BICORPOREITÀ E DELLATRASFIGURAZIONE



Apparizione dello Spirito dei viventi

114. Questi due fenomeni sono varietà di quello delle manifestazioni visive e per quanto meravigliosi possano apparire a prima vista, si riconoscerà facilmente, attraverso la spiegazione che può esserne data, che essi provengono dall'ordine dei fenomeni naturali. L'uno e l'altro poggiano sul principio secondo il quale tutto ciò che è stato detto, sulle proprietà del perispirito dopo la morte, si applica al perispirito dei viventi. Noi sappiamo che durante il sonno lo Spirito riacquista in parte la sua libertà, vale a dire che si isola dal corpo, ed è durante questo stato che noi abbiamo avuto molte volte occasione di osservarlo. Ma lo Spirito — che l'uomo sia morto o vivo — ha sempre il suo involucro semi materiale che, per le stesse cause che abbiamo descritto, può acquisire la visibilità e la tangibilità. Fatti molto positivi non possono lasciare alcun dubbio a questo riguardo. Noi citeremo solo alcuni esempi, di cui siamo personalmente a conoscenza, e di cui possiamo garantire l'esattezza, essendo ciascuno in grado di raccoglierne di analoghi, passando in rassegna i propri ricordi.

115. La moglie di uno dei nostri amici vide a più riprese, durante la notte, entrare nella sua camera, che fosse o no illuminata, una fruttivendola dei dintorni, che lei conosceva di vista, ma con la quale non aveva mai parlato. Questa apparizione le causò un forte spavento, tanto più che a quell'epoca questa signora non aveva alcuna conoscenza dello Spiritismo e anche perché il fatto si ripeté assai di frequente. Ora, la fruttivendola era perfettamente viva, e a quell'ora probabilmente dormiva. Così, mentre il suo corpo materiale si trovava a casa sua, il suo Spirito e il suo corpo fluidico si trovavano a casa di quella signora. Per quale motivo? È questo che non si sa. In un caso simile, uno Spiritista, iniziato a questo genere di cose, glielo avrebbe chiesto, ma ella non ne aveva neppure l'idea. Ogni volta l'apparizione si eclissò senza ch'ella sapesse come, e ogni volta, dopo la sua scomparsa, la signora andò ad assicurarsi che tutte le porte fossero perfettamente chiuse e che nessuno si fosse potuto introdurre nel suo appartamento. Questa precauzione servì a dimostrarle che era ben sveglia e che non era vittima di un sogno. Altre volte ella vide, alla stessa maniera, un uomo che non conosceva. Ma un giorno vide suo fratello che in quel periodo si trovava in California. Egli aveva talmente l'apparenza di una persona reale, che al primo momento ella credete in un suo ritorno e stava per rivolgergli la parola, allorché egli scomparve senza lasciargliene il tempo. In seguito ricevette una lettera che le provò che suo fratello non era morto. Questa signora era quello che si può chiamare un medium veggente naturale, ma a quell'epoca, come abbiamo detto, ella non aveva mai sentito parlare di medium.

116. Un'altra signora, che abita in provincia e che è gravemente malata, vide una sera, verso le dieci, un signore anziano, che abitava nella sua stessa città e che ella vedeva qualche volta in società, ma senza che vi fosse tra loro alcuno stretto rapporto. Questo signore stava seduto in una poltrona ai piedi del suo letto, e di tanto in tanto prendeva una presa di tabacco. Egli aveva l'aria di vegliarla. Sorpresa d'una tale visita a un'ora simile, ella volle chiedergliene il motivo, ma il signore le fece cenno di non parlare e di dormire. A più riprese ella volle rivolgergli la parola, ma ogni volta la stessa raccomandazione. Ed ella finì per addormentarsi. Qualche giorno dopo, ormai ristabilita, ricevette la visita di questo stesso signore, ma a un'ora più opportuna, e questa volta era proprio lui in persona. Indossava il medesimo abito, aveva la medesima tabacchiera e usava esattamente le medesime maniere. Convinta ch'egli fosse venuto durante la sua malattia, lo ringraziò per essersi per lei premurato. Il signore, molto sorpreso, le disse che non aveva avuto il piacere di vederla da molto tempo. La signora, che conosceva i fenomeni spiritisti, comprese di che cosa si trattava; ma non volendo discuterne con lui, si accontentò di dirgli che probabilmente aveva sognato.

È questa la cosa più probabile, diranno gli increduli, gli "spiriti forti", il che per loro è sinonimo di persone di spirito. Ma è accertato che questa signora non dormiva affatto, allo stesso modo che non dormiva l'altra.fatto è che sognava da sveglia; detto in altro modo, ella aveva avuto un'allucinazione». Ecco qua la grande parola, la spiegazione universale di tutto ciò che non si comprende. Siccome noi abbiamo già sufficientemente rifiutato questa obiezione, proseguiremo rivolgendoci a coloro che possono comprenderci.

117. Ecco ora un altro fatto ancora più caratteristico, e noi saremmo curiosi di vedere come potrebbe essere spiegato con il solo gioco dell'immaginazione.

Un signore, che abitava in provincia, non aveva mai voluto sposarsi, malgrado le sollecitazioni della sua famiglia, la quale aveva particolarmente insistito a favore di una persona che abitava in una città vicina, e che egli non aveva mai visto.Un giorno, mentre si trovava nella sua camera, ebbe l'enorme sorpresa di vedersi davanti una fanciulla vestita di bianco e con il capo adorno di una corona di fiori. Gli disse che lei era la sua fidanzata e gli tese la mano che egli strinse nella sua, notando che portava un anello. Dopo qualche istante, tutto scomparve. Sorpreso per questa apparizione e assicuratosi d'essere ben sveglio, s'informa se nella giornata sia venuto qualcuno. Ma gli si risponde che non s'era visto nessuno. Un anno dopo, cedendo a delle nuove sollecitazioni da parte di un parente, decise di andare a conoscere la fanciulla che gli veniva proposta.Arrivò nella città dove ella abitava il giorno della festa del Corpus Domini. Ritornavano tutti dalla processione, e una delle prime persone che si offre alla sua vista, entrando nella casa, è una ragazza ch'egli riconosce per quella che gli era apparsa. Era vestita allo stesso modo, perché il giorno dell'apparizione era anch'esso quello del Corpus Domini. Resta interdetto, e accanto a lui la fanciulla lancia un grido di sorpresa e sviene.Ritornata in sé, ella dice che ha già visto questo signore, nello stesso giorno, l'anno precedente. Il matrimonio fu concluso. Ciò accadeva nel 1835, epoca in cui non esisteva ancora una questione spiritista. D'altra parte, entrambi i protagonisti sono persone d'un estremo positivismo e dall'immaginazione meno esaltata che ci possa essere al mondo.

Si dirà forse che l'una e l'altro avevano lo spirito impressionato dall'idea dell'unione proposta, e che questa preoccupazione determinò un'allucinazione. Ma non bisogna dimenticare che il marito era così indifferente a ciò, che lasciò passare un anno senza andare a vedere la sua futura sposa.Anche ammettendo questa ipotesi, resterebbe da spiegare la doppia apparizione, la coincidenza dell'abbigliamento con il giorno della festa del Corpus Domini, e infine il riconoscimento fisico tra persone che non si erano mai viste: tutte circostanze che non possono essere il prodotto dell'immaginazione.


118. Prima di andare avanti, noi dobbiamo rispondere immediatamente a una domanda che non mancheranno di farci, quella cioè di sapere come il corpo può vivere, mentre lo Spirito è assente. Potremmo dire che il corpo può vivere della vita organica, che è indipendente della presenza dello Spirito, e prova ne è che le piante vivono e non hanno lo Spirito. Ma dobbiamo aggiungere che, durante la vita, lo Spirito non è mai completamente staccato dal corpo.Gli Spiriti, così come certi medium veggenti, riconoscono lo Spirito di una persona vivente da una scia luminosa che termina nel suo corpo, fenomeno che non ha mai luogo quando il corpo è morto, perché allora la separazione è completa. È per mezzo di questa comunicazione che lo Spirito è avvertito istantaneamente, a qualsiasi distanza egli si trovi, del bisogno che il corpo può avere della sua presenza, e allora vi ritorna con la rapidità di un lampo. Ne risulta che il corpo non può mai morire durante l'assenza dello Spirito, e che non può mai accadere che questo, al suo ritorno, trovi la porta chiusa, come sta scritto in alcuni romanzi con certe storie inventate per dilettare (Il libro degli Spiriti, n. 400 e ss.).




Uomini doppi — Sant'Alfonso de' Liguori e sant'Antonio da Padova

119. Ritorniamo ora al nostro argomento. Lo Spirito di una persona vivente, isolato dal corpo, può apparire come quello di una persona morta e avere tutte le apparenze della realtà. Per di più, per le medesime cause che abbiamo spiegato, esso può acquisire una momentanea tangibilità. È questo fenomeno, indicato con il nome di bicorporeità, che ha dato luogo alle storie degli uomini doppi, vale a dire di individui la cui presenza simultanea è stata costatata in due luoghi differenti. Eccone due esempi tratti non da leggende popolari, ma dalla storia ecclesiastica.

Sant'Alfonso de' Liguori fu canonizzato prima del tempo determinato, per essersi simultaneamente mostrato in due posti differenti, cosa che passò per un miracolo.

Sant'Antonio da Padova era in Italia, e, al tempo in cui predicava, suo padre, che si trovava a Lisbona, veniva condotto al supplizio, sotto l'accusa di omicidio. In questo momento appare sant'Antonio, dimostra l'innocenza di suo padre e smaschera il vero criminale, il quale più tardi subirà la sua pena. Fu provato che in quell'istante sant'Antonio si trovava in Italia, dove predicava nella città di Padova.

Sant'Alfonso, da noi evocato e interrogato riguardo al fatto di cui sopra, ci ha dato le risposte che qui di seguito riportiamo:

1. Potreste voi darci la spiegazione di questo fenomeno?

«Sì. Quando l'uomo, grazie alle sue virtù, si è completamente smaterializzato, quando ha elevato la sua anima verso Dio, può apparire contemporaneamente in due luoghi. Ed ecco come. Lo Spirito incarnato, sentendosi prendere dal sonno, può chiedere a Dio di trasportarsi in un qualsiasi altro luogo. Il suo Spirito o, come preferite chiamarlo, la sua anima abbandona allora il corpo, seguito da una parte del suo perispirito, e lascia la materia immonda in uno stato vicino alla morte. Io dico vicino alla morte, perché è rimasto nel corpo un legame che unisce perispirito e anima alla materia, e questo legame non può essere definito. Il corpo appare dunque nel luogo richiesto. Io credo che ciò sia tutto quanto voi desiderate sapere.

2. Ma questo non ci dà la spiegazione della visibilità e della tangibilità del perispirito.

«Lo Spirito trovandosi liberato della materia, secondo il suo grado di elevazione, può rendersi tangibile alla materia.»

3.È indispensabile il sonno del corpo, perché lo Spirito appaia in altri luoghi?

«L'anima può dividersi allorché si sente portata in un luogo diverso da quello dove si trova il corpo. Può accadere che il corpo non dorma, benché ciò sia molto raro, ma allora il corpo non è mai in uno stato perfettamente normale, esso è sempre in uno stato più o meno estatico.»

OSSERVAZIONE. L'anima non si divide nel senso letterale del termine; essa si irradia in diverse parti e può così manifestarsi in molti punti senza essere divisa. Avviene la stessa cosa che avviene con una luce, la quale può simultaneamente riflettersi in molti specchi.

4. Che cosa accadrebbe se un uomo, immerso nel sonno, mentre il suo Spirito appare altrove, fosse svegliato improvvisamente?

«Questo non può succedere. Infatti se qualcuno avesse l'intenzione di svegliarlo, lo Spirito rientrerebbe nel corpo, prevenendo l'intenzione, dato che lo Spirito legge nel pensiero.»

Una spiegazione completamente identica ci è stata data molto spesso dallo Spirito di persone morte o viventi. Sant'Alfonso spiega il fatto della doppia presenza, ma non ci dà la teoria della visibilità e della tangibilità.






Vespasiano

120. Tacito riferisce un fatto analogo:

Durante i mesi che Vespasiano trascorse ad Alessandria per attendere il ritorno periodico dei venti d'estate e la stagione in cui il mare diventa sicuro, accaddero parecchi prodigi, attraverso i quali si manifestò il favore del cielo e l'interesse che gli dei sembravano nutrire per questo principe... Questi prodigi raddoppiarono in Vespasiano il desiderio di visitare la sacra dimora del dio, per consultarlo circa le vicende dell'impero. Egli ordina che il tempio venga chiuso a tutti. Entratovi lui stesso e tutto assorto in ciò che l'oracolo avrebbe pronunciato, egli scorge dietro di sé uno degli Egiziani più eminenti, chiamato Basilide, ch'egli sapeva esser ritenuto da tutti ammalato, in un luogo distante parecchie giornate da Alessandria. Allora chiede ai sacerdoti se Basilide è venuto quel giorno nel tempio; chiede ai passanti se è stato visto in città; infine invia degli uomini a cavallo e si assicura che, in quel momento stesso, Basilide fosse a ottanta miglia di distanza. Allora non dubitò più che la visione non sia soprannaturale, e il nome di Basilide gli rimase valendo per oracolo (Tacito Le storie, libro IV, cap. 81 e 82).


121. L'individuo che si mostra simultaneamente in due luoghi diversi ha dunque due corpi; ma di questi due corpi uno solo è reale, l'altro non è che un'apparenza. Si può dire che il primo ha la vita organica e che il secondo ha la vita dell'anima. Al risveglio i due corpi si riuniscono, e la vita dell'anima rientra nel corpo materiale. Non sembra possibile — almeno noi non ne abbiamo alcun esempio, e la ragione sembra dimostrarlo — che, nello stato di separazione, i due corpi possano, simultaneamente e nel medesimo grado, godere della vita attiva e intelligente. Risulta inoltre, da quanto abbiamo appena detto, che il corpo reale non potrebbe morire mentre il corpo apparente resta visibile, poiché l'avvicinarsi della morte richiama lo Spirito nel corpo, foss'anche per un solo istante. Ugualmente ne risulta che il corpo apparente non potrebbe essere ucciso, non essendo né organico né formato da carne e ossa. Esso sparirebbe nel momento stesso in cui gli si volesse dare la morte. [9]

[9] Vedere sulla Rivista Spiritista: gennaio 1859, Il folletto di Bayonne, - febbraio 1859, Gli ageneri; Il mio amico Hermann; - maggio 1859, Il legame tra lo Spirito e il corpo; - novembre 1859, L'anima errante, - gennaio 1860, Lo Spirito da un lato e il corpo dall'altro; - marzo 1860, Studi sullo Spirito di persone viventi; Il dottor V e la signorina L; - aprile 1860, Il fabbricante di San Pietroburgo; Apparizioni tangibili; - novembre 1860, Storia di Maria d'Agréda; - luglio 1861, Un'apparizione provvidenziale.




Trasfigurazione

122. Passiamo ora al secondo fenomeno, quello della trasfigurazione.Esso consiste nel cambiamento d'aspetto d'un corpo vivente. Ecco a questo riguardo un fatto di cui noi possiamo garantire la perfetta autenticità, e che è accaduto negli anni 1858 e 1859 nei dintorni di Saint-Etienne. Una ragazza d'una quindicina d'anni godeva della singolare facoltà di trasfigurarsi, vale a dire di prendere in determinati momenti tutte le apparenze di alcune persone morte. L'illusione era talmente completa che uno credeva di avere la persona davanti a sé, tanto erano simili i tratti del viso, lo sguardo, il suono della voce e perfino il gergo. Questo fenomeno si è rinnovato centinaia di volte, senza che la volontà della ragazza c'entrasse per nulla. Ella prese parecchie volte l'apparenza di suo fratello, morto alcuni anni prima; ne aveva non solo la figura, ma anche la statura e la massa corporea. Un medico del paese, molte volte testimone di questi effetti bizzarri, volendo assicurarsi di non essere vittima di una illusione, fece questo esperimento. Noi conosciamo i fatti da lui stesso, dal padre della ragazza e da parecchi altri testimoni oculari onorabilissimi e degnissimi di fede. Egli ebbe l'idea di pesare la ragazza nel suo stato normale, quindi nello stato di trasfigurazione, quando lei aveva l'apparenza di suo fratello dell'età di venti e più anni, e che era molto più grande e più forte di lei. Ebbene! Si trovò che in quest'ultimo stato, il peso era quasi il doppio. L'esperimento era convincente, ed era impossibile attribuire perciò quell'apparenza a una illusione ottica.

Proviamo ora a spiegare questo fatto, che una volta si sarebbe chiamato miracolo e che noi chiamiamo molto semplicemente fenomeno.

123. La trasfigurazione, in certi casi, può avere per causa una semplice contrazione muscolare, che può dare alla fisionomia una tutt'altra espressione, al punto di rendere la persona quasi irriconoscibile. Noi abbiamo spesso osservato questo fenomeno in certi sonnambuli, ma in tal caso la trasformazione non è radicale. Una donna potrà sembrare giovane o vecchia, bella o brutta, ma si tratterà sempre di una donna, e, soprattutto, il suo peso non aumenterà né diminuirà. Nel caso di cui stiamo parlando è molto evidente che c'è qualcosa di più. La teoria del perispirito ci metterà sulla strada.

È ammesso, in linea di massima che lo Spirito può dare al suo perispirito tutte le apparenze; che, per una modificazione nella disposizione molecolare, può dargli la visibilità, la tangibilità e, di conseguenza, la opacità; che il perispirito di una persona vivente, isolata dal corpo, può subire le medesime trasformazioni; che questo cambiamento di stato avviene attraverso la combinazione dei fluidi. Figuriamoci ora il perispirito d'una persona vivente, non isolato, ma irradiantesi intorno al corpo in maniera da avvolgerlo come un vapore; in questo stato, esso può subire le medesime modificazioni che subirebbe se ne fosse separato. Se perde la sua trasparenza, il corpo può scomparire, divenire invisibile, ed essere velato come se fosse immerso nella nebbia. Il perispirito potrà anche cambiare aspetto, diventare brillante se tale è la volontà o il potere dello Spirito. Un altro Spirito, combinando il suo proprio fluido con il primo, può sostituirvi la sua propria apparenza; in questo modo, il corpo reale sparisce sotto un involucro fluidico esteriore, la cui apparenza può variare secondo la volontà dello Spirito. Tale sembra essere la vera causa del fenomeno strano e raro, occorre dirlo, della trasfigurazione.

Quanto alla differenza di peso, essa si spiega nella stessa maniera con cui essa si spiega in relazione ai corpi inerti. Il peso intrinseco del corpo non è variato, poiché non è aumentata la quantità di materia. Esso subisce, però, l'influenza d'un agente esterno, il quale può aumentarne o diminuirne il peso relativo, come abbiamo qui spiegato al n. 78 e seguenti. È dunque probabile che se la trasfigurazione avesse avuto luogo sotto l'aspetto di un bambino, il peso sarebbe diminuito in proporzione.






Invisibilità

124. Che il corpo possa prendere un'altra apparenza, più grande o della medesima dimensione, questo si comprende. Ma come potrebbe prenderne una più piccola, quella cioè di un bambino, come abbiamo appena detto? In questo caso, il corpo reale non dovrebbe oltrepassare i limiti del corpo apparente? Per questo noi non affermiamo che il fatto si sia prodotto; noi abbiamo soltanto voluto dimostrare, riportandoci alla teoria del peso specifico, che il peso apparente sarebbe potuto diminuire. Quanto al fenomeno in sé stesso, noi non affermiamo né la sua possibilità né la sua impossibilità. Ma nel caso in cui esso avesse luogo, per il fatto che non se ne potrebbe dare una soluzione soddisfacente, questo non invaliderebbe la cosa. Non bisogna poi dimenticare che siamo agli inizi della scienza, e che essa è ben lungi dall'aver detta la sua ultima parola su questo punto come su molti altri. D'altronde le parti eccedenti del corpo potrebbero perfettamente essere rese invisibili.

La teoria del fenomeno dell'invisibilità risulta del tutto naturale dalle spiegazioni precedenti e da quelle che sono state date riguardo all'argomento sul fenomeno dei trasporti (vedere n. 96 e ss.).


125. Dovremmo a questo punto parlare del singolare fenomeno degli ageneri che, per quanto straordinario possa sembrare a prima vista, non è più soprannaturale degli altri. Ma siccome l'abbiamo spiegato nella Rivista Spiritista (febbraio 1859), riteniamo inutile riproporne qui i dettagli. Diremo soltanto che è una varietà dell'apparizione tangibile. Questo è lo stato di certi Spiriti che possono rivestire momentaneamente le forme d'una persona, al punto di generare completamente una illusione (Agenere — Dal greco: a privativo e géine, géinomai, generare. Quindi: "che non è stato generato").





Capitolo VIII - LABORATORIO DEL MONDO INVISIBILE



Abbigliamento degli Spiriti - Formazione spontanea di oggetti tangibili - Modificazione delle proprietà della materia - Azione magnetica curativa

126.Abbiamo detto che gli Spiriti si presentano vestiti di tuniche, di drappeggi, o anche dei loro abiti usuali. I drappeggi, però, sembrano essere un costume generalizzato nel mondo degli Spiriti. Ma ci si domanda dove essi vadano a prendere quegli abbigliamenti, in tutto simili a quelli ch'essi portavano da vivi, compresi tutti gli accessori. È ben certo che essi non hanno portato con sé tali oggetti, poiché sono ancora lì, sotto i nostri occhi. Da dove provengono allora quegli accessori ch'essi portano nell'altro mondo? Tale questione ha sempre molto intrigato, ma per molti si è trattato di un semplice problema di curiosità. Essa confermava, tuttavia, una questione di principio di grande importanza, poiché la sua soluzione ci ha messo sulla via di una legge generale, che trova egualmente la sua applicazione nel nostro mondo corporeo. Parecchi fatti sono venuti a complicarla e a dimostrare l'insufficienza delle teorie con cui si era tentato di spiegarla.

Si poteva, fino a un certo punto, rendersi conto dell'esistenza dell'abito, perché lo si può considerare come facente parte, in qualche modo, dell'individuo. Non è la stessa cosa, però, per gli oggetti accessori come, per esempio, la tabacchiera del signore che fa visita alla signora ammalata, di cui abbiamo parlato qui al n. 116. Facciamo osservare, a questo proposito, che non si trattava qui di un morto ma di un vivente, e che, allorché questo signore ritornò in persona, aveva in mano una tabacchiera del tutto simile. Dove dunque il suo Spirito aveva trovato quella ch'egli aveva con sé, quando si trovava accanto al letto della malata? Noi potremmo citare un grande numero di casi, in cui Spiriti di morti o di vivi sono apparsi con oggetti diversi, come bastoni, armi, pipe, lanterne, libri ecc.

Ci venne allora un'idea; precisamente questa: che i corpi inerti, cioè, potessero avere i loro analoghi eterei nel mondo invisibile; che la materia condensata, la quale forma gli oggetti, potesse avere una parte quintessenziata, che sfugge ai nostri sensi. Questa teoria non era priva di verosimiglianza, ma si mostrava impotente a spiegare tutti i fatti. Ce n'era uno soprattutto che sembrava sfuggire a tutte le interpretazioni. Finora si è trattato solo di immagini o apparenze. Abbiamo pur visto che il perispirito può acquisire le proprietà della materia e divenire tangibile, ma questa tangibilità non è che momentanea, e il corpo solido svanisce come un'ombra. Questo è già un fenomeno molto straordinario, ma quello che lo è ancor di più è vedere prodursi materia solida persistente, così come dimostrano numerosi autentici fatti, e in modo particolare quelli della scrittura diretta di cui parleremo dettagliatamente in un capitolo speciale. Tuttavia, siccome questo fenomeno si lega intimamente all'argomento che stiamo trattando in questo momento, e ne è una delle applicazioni più positive, noi lo anticiperemo, collocandolo prima del posto in cui, per ordine, dovrebbe essere spiegato.


127. La scrittura diretta, o pneumatografia, è quella che si produce spontaneamente, senza il concorso né della mano del medium né della matita. È sufficiente prendere un foglio di carta bianca, cosa che si può fare con tutte le precauzioni necessarie per assicurarsi che non si possa essere vittima di alcun inganno, piegarlo e depositarlo da qualche parte, in un cassetto o semplicemente su un mobile. Poi, se ci si trova nelle dovute condizioni, dopo un tempo più o meno lungo, si scoprono sul foglio dei caratteri, dei segni diversi, delle parole, delle frasi e anche dei discorsi, tracciati il più delle volte con una sostanza grigiastra simile alla grafite; altre volte con la matita rossa, con l'inchiostro ordinario o anche con l'inchiostro da stampa. Ecco il fatto in tutta la sua semplicità, e la cui riproduzione, benché poco comune, non è tuttavia rarissima, perché vi sono persone che la ottengono molto facilmente. Se si mettesse una matita accanto al foglio di carta, si potrebbe pensare che lo Spirito se n'è servito per scrivere. Ma dal momento che il foglio è del tutto solitario, è evidente che la scrittura si è formata per mezzo di una materia deposta sopra si esso. Ma dove lo Spirito ha preso tale materia? Questa è la domanda, alla cui soluzione siamo stati condotti dalla tabacchiera di cui abbiamo parlato poco fa.

128. È lo Spirito di san Luigi che ci ha dato questa soluzione nelle risposte che qui seguono.

1. Noi abbiamo citato un caso d'apparizione dello Spirito d'una persona vivente. Questo Spirito aveva una tabacchiera e fiutava tabacco. Provava egli la sensazione che uno prova quando fiuta tabacco?

«No.»

2. Questa tabacchiera aveva la medesima forma di quella di cui la persona si serviva abitualmente, e che si trovava in casa sua. Che cos'era allora questa tabacchiera nelle mani di quest'uomo?

«Un'apparenza. Si voleva che la circostanza fosse notata, come in effetti lo è stata, e che l'apparizione non fosse presa per un'allucinazione, prodotta dallo stato di salute della veggente. Lo Spirito voleva che questa signora credesse alla realtà della sua presenza e, per questo, egli ha preso tutte le apparenze della realtà.»

3. Dite che è un'apparenza; ma un'apparenza non ha nulla di reale, è come un'illusione ottica. Noi vorremmo sapere se questa tabacchiera era un'immagine senza realtà o se vi era qualcosa di materiale.

«Certamente. È grazie all'aiuto di questo principio materiale che il perispirito prende l'apparenza di vesti simili a quelle che lo Spirito portava da vivo.»

OSSERVAZIONE. È evidente che si deve qui intendere la parola apparenza nel senso di aspetto, imitazione. La tabacchiera reale non era lì. Quella che aveva lo Spirito, non ne era che la rappresentazione; era dunque un'apparenza in relazione all'originale, benché formata da un principio materiale.

L'esperienza ci insegna che non bisogna sempre prendere alla lettera certe espressioni impiegate dagli Spiriti. Interpretandole secondo le nostre idee, noi rischiamo di incorrere in grandi equivoci. È per questo che bisogna approfondire il senso delle loro parole tutte le volte che si presenta la minima ambiguità; questa è una raccomandazione che ci fanno costantemente gli Spiriti stessi. Senza la spiegazione che noi abbiamo provocato, la parola apparenza, costantemente riprodotta in casi analoghi, avrebbe potuto dar luogo a una interpretazione falsa.

4. Accade dunque che la materia inerte si sdoppiarebbe? Oppure che ci sarebbe nel mondo invisibile una materia essenziale, che rivestirebbe la forma degli oggetti che noi vediamo? In una parola, questi oggetti avrebbero il loro doppio etereo nel mondo invisibile, così come gli uomini sono in esso rappresentati dagli Spiriti?

«Non è affatto così che stanno le cose. Lo Spirito ha sugli elementi materiali sparsi nello spazio, nella vostra atmosfera, una potenza che voi siete ben lontani dal supporre. Egli può concentrare, a sua volontà, questi elementi e dar loro la forma apparente che corrisponde ai suoi progetti.»

OSSERVAZIONE. Questa domanda, come si è visto, era la traduzione del nostro pensiero, dell'idea cioè che noi ci siamo fatta circa la natura di questi oggetti. Se le risposte fossero, come qualcuno pretende, il riflesso del pensiero, noi avremmo ottenuto la conferma della nostra teoria e non una teoria contraria.

5. Pongo di nuovo la domanda in maniera categorica, al fine di evitare ogni equivoco. Gli abiti con cui gli Spiriti si coprono sono un alcunché?

«Misembra che la mia risposta precedente risolva la questione. Non sapete forse che il perispirito stesso è un qualcosa?»

6. Risulta da questa spiegazione che gli Spiriti fanno subire alla materia eterea delle trasformazioni a loro piacimento. Così, per esempio, riguardo alla tabacchiera, lo Spirito non l'ha per nulla trovata bell'e fatta, ma l'ha fatta lui stesso, nel momento in cui ne aveva bisogno, attraverso un atto della sua volontà, e allo stesso modo ha potuto disfarla. Avviene la stessa cosa per tutti gli altri oggetti, quali vestiti, gioielli ecc.?

«Ma è evidente!»

7. Questa tabacchiera è stata, per questa signora, così visibile da crearle l'illusione che fosse vera. Lo Spirito avrebbe potuto renderla tangibile per lei?

«Avrebbe potuto.»

8. Dandosi il caso, questa signora avrebbe potuto prenderla tra le sue mani, credendo di stringere una vera tabacchiera?

«Sì.»

9. Se ella l'avesse aperta, vi avrebbe probabilmente trovato del tabacco. Se ne avesse preso, questo tabacco l'avrebbe fatta starnutire?

«Sì.»

10. Lo Spirito può dunque dare non soltanto la forma, ma anche delle proprietà speciali?

«Se egli lo vuole. È solo in virtù di questo principio che io ho affermativamente risposto alle domande precedenti. Avrete prove della potente azione che lo Spirito esercita sulla materia, e che voi siete ben lontani dal supporre, come già vi ho detto.»

11. Supponiamo allora che egli avesse voluto realizzare una sostanza velenosa, e che una persona ne avesse presa. Sarebbe essa rimasta avvelenata?

«Avrebbe potuto, ma non l'avrebbe fatto, poiché ciò non gli sarebbe stato permesso.»

12. Avrebbe egli avuto il potere di realizzare una sostanza benefica e in grado di guarire in caso di malattia? E il caso si è già presentato?

«Sì. Molto spesso.»

13. Allora egli potrebbe anche realizzare una sostanza alimentare. Supponiamo ch'egli avesse fatto un frutto, un cibo qualsiasi. Qualcuno avrebbe potuto mangiarne e rimanerne sazio?

«Sì, sì. Ma non cercate dunque tanto per trovare ciò che è così facile da comprendere. È sufficiente un raggio di sole per rendere percettibili ai vostri organi grossolani quelle particelle materiali che occupano lo spazio in mezzo al quale voi vivete. Non sapete voi forse che l'aria contiene dei vapori acquei? Condensateli, e li ricondurrete allo stato normale; privateli del calore, ed ecco che queste molecole impalpabili e invisibili diventeranno un corpo solido, anzi molto solido; e così molte altre sostanze, da cui i chimici estrarranno delle meraviglie ancora più sorprendenti. Solo che lo Spirito possiede strumenti più perfetti dei vostri: la volontà e il permesso di Dio.»

OSSERVAZIONE. Il problema di sazietà è qui molto importante. Come avviene che una sostanza, la quale abbia soltanto un'esistenza e delle proprietà temporanee e, in qualche modo, di convenzione, possa produrre la sazietà? Questa sostanza, attraverso il suo contatto con lo stomaco, produce la sensazione della sazietà, ma non si tratta della sazietà che risulta dalla pienezza. Se una tale sostanza può agire sull'economia e modificare uno stato morboso, può anche agire sullo stomaco e produrvi l'impressione della sazietà. Preghiamo tuttavia i signori farmacisti e i padroni di ristoranti di non nutrire gelosie, né di credere che gli Spiriti vengano a far loro concorrenza: questi casi sono rari, eccezionali e non dipendono mai dalla volontà. Altrimenti ci si nutrirebbe e si guarirebbe troppo a buon mercato.

14. Gli oggetti, resi tangibili per volontà dello Spirito, potrebbero avere un carattere di permanenza e di stabilità e diventare oggetti d'uso?

«Potrebbero, ma questo non si fa. È cosa fuori dalle leggi.»

15. Tutti gli Spiriti hanno al medesimo grado il potere di produrre oggetti tangibili?

«È certo che quanto più lo Spirito è elevato, tanto più facilmente egli li ottiene. Ma ciò dipende ancora dalle circostanze: per questo Spiriti inferiori possono avere questo potere.»

16. Lo Spirito ha sempre l'esatta consapevolezza del modo con cui genera le sue vesti o i suoi oggetti, di cui offre l'apparenza?

«No. Spesso egli concorre alla loro formazione con un atto istintivo che lui stesso non comprende, se non è abbastanza illuminato riguardo a questo.»

17. Se lo Spirito può attingere nell'elemento universale i materialiper fare tutte queste cose e dare a queste cose realtà temporanea e relative proprietà, può egli attingervi anche ciò che è necessario per scrivere, la qual cosa, di conseguenza, sembrerebbe darci la chiave del fenomeno della scrittura diretta?

«Alla fine, eccovi dunque!»

OSSERVAZIONE. Era là, in effetti, che noi volevamo arrivare con tutte le nostre domande preliminari. La sua risposta dimostra che lo Spirito aveva letto nel nostro pensiero.

18. Se la materia di cui si serve lo Spirito manca di persistenza, come avviene che le tracce della scrittura diretta non spariscono?

«Non sottilizzate sulla parola. Io, prima di tutto, non ho pronunciato la parola "giammai"; inoltre là si trattava di un oggetto materiale voluminoso. Qui, ci sono dei segni tracciati sulla carta, che è utile conservare, e li si conserva. Io ho voluto dire che gli oggetti così realizzati dallo Spirito non potrebbero diventare degli oggetti usuali, perché non c'è in realtà aggregazione di materia, come nei vostri corpi solidi.»

129. La teoria di cui sopra si può riassumere nel modo che segue. Lo Spirito agisce sulla materia. Egli attinge nella materia cosmica universale gli elementi necessari per formare, come più gli aggrada, degli oggetti aventi l'apparenza dei diversi corpi che esistono sulla Terra. Egualmente, egli può operare sulla materia elementare, per mezzo della sua volontà, una trasformazione intima che le conferisce determinate proprietà. Questa facoltà è inerente alla natura dello Spirito, che spesso la esercita come atto istintivo quando ciò è necessario, e senza rendersene conto. Gli oggetti formati dallo Spirito hanno un'esistenza temporanea, subordinata alla sua volontà o alla necessità; egli può farli e disfarli a suo piacimento. Questi oggetti possono, in certi casi, avere agli occhi delle persone viventi tutte le apparenze della realtà, vale a dire possono diventare momentaneamente visibili e anche tangibili. C'è formazione, ma non creazione, dato che lo Spirito nulla può trarre fuori dal nulla.

130. L'esistenza di una materia elementare unica è quasi generalmente ammessa oggi dalla scienza ed è confermata, come si è visto, dagli Spiriti. Questa materia dà origine a tutti i corpi della natura; attraverso le trasformazioni che subisce, essa produce anche le diverse proprietà dei corpi stessi. È così che una sostanza salutare può divenire velenosa attraverso una semplice modificazione; la chimica ce ne offre numerosi esempi. Tutti sanno che due sostanze innocue combinate in determinate proporzioni possono produrne una che è nociva. Una parte d'ossigeno e due parti d'idrogeno, tutti e due inoffensivi, costituiscono l'acqua; ora, aggiungete un atomo di ossigeno e avrete un liquido corrosivo. Senza cambiare le proporzioni, spesso è sufficiente un semplice cambiamento nel sistema di aggregazione molecolare per cambiare le proprietà; è così che un corpo opaco può diventare trasparente e viceversa. Poiché lo Spirito ha per sua sola volontà, un'azione tanto potente sulla materia elementare, si comprende ch'egli possa non solo formare delle sostanze, ma anche denaturarne le proprietà, facendo qui la volontà l'effetto d'un reattivo.

131. Questa teoria ci dà la soluzione d'un fatto ben conosciuto nel campo del magnetismo, ma fino a oggi inesplicato, quello cioè del cambiamento delle proprietà dell'acqua grazie alla forza della volontà. Lo Spirito che agisce è quello del magnetizzatore, il più delle volte assistito da uno Spirito estraneo. Egli opera un cambiamento con l'aiuto del fluido magnetico che, come si è detto, è la sostanza che più si avvicina alla materia cosmica o elemento universale. Ora, dal momento che egli può effettuare una modificazione sulle proprietà dell'acqua, può ugualmente produrre un fenomeno analogo sui fluidi dell'organismo, da cui l'effetto curativo dell'azione magnetica, convenientemente diretta.

Si conosce il ruolo dominante che esplica la volontà su tutti i fenomeni del magnetismo. Ma come spiegare l'azione materiale d'un agente così sottile? La volontà non è affatto un essere né una sostanza qualsiasi e neppure è una proprietà della più eterea fra le materie. La volontà è l'attributo essenziale dello Spirito, vale a dire dell'essere pensante. Con l'aiuto di questa leva, egli agisce sulla materia elementare e, per un'azione consecutiva, reagisce sui suoi composti, le cui proprietà intime possono così essere trasformate.

La volontà è l'attributo dello Spirito incarnato, come pure dello Spirito errante; da qui il potere del magnetizzatore, potere che sappiamo essere proporzionale alla forza della volontà. Lo Spirito incarnato, potendo agire sulla materia elementare, può dunque allo stesso modo variarne, entro certi limiti, le proprietà. È così che si spiega la facoltà di guarire attraverso il contatto e la imposizione delle mani, facoltà che alcune persone possiedono in grado più o meno elevato (vedere, nel capitolo dei Medium, l'articolo relativo ai "Medium guaritori"; vedere anche nella Rivista Spiritista, luglio 1859, pp. 184 e 189, Lo zuavo di Magenta e Un ufficiale dell'Armata d'Italia).





Capitolo IX - LUOGHI FREQUENTATI DAGLI SPIRITI

132. Le manifestazioni spontanee, che si sono prodotte in ogni tempo, e la persistenza di alcuni Spiriti a dare segni evidenti della loro presenza in certe località, sono la fonte d'origine della credenza nell'esistenza di luoghi frequentati dagli Spiriti. Le risposte che seguono sono state date alle domande concernenti questo argomento

1. Gli Spiriti si attaccano solo alle persone o si attaccano anche alle cose?

«Questo dipende dal loro grado di elevazione. Certi Spiriti possono attaccarsi agli oggetti terreni. Gli avari, per esempio, che abbiano nascosto i loro tesori e non siano ancora abbastanza smaterializzati, molte volte si ostinano a sorvegliarli e a montar loro la guardia.»

2. Gli Spiriti erranti hanno luoghi di loro predilezione?

«Si tratta ancora del medesimo principio. Gli Spiriti che non si sentono più legati alla Terra, vanno dove viene loro offerta l'occasione di amare; essi sono attratti dalle persone piuttosto che dagli oggetti materiali. Tuttavia ve ne sono alcuni che possono momentaneamente avere una preferenza per certi luoghi, ma si tratta sempre di Spiriti inferiori.»

3. Poiché l'attaccamento degli Spiriti per una località è un segno della loro inferiorità, è nello stesso tempo anche una prova che sono cattivi Spiriti?

«Sicuramente no. Uno Spirito può essere poco avanzato senza per questo essere malvagio. La stessa cosa non si verifica forse anche tra gli uomini?»

4. La credenza, secondo la quale gli Spiriti frequentano di preferenza le rovine, ha un qualche fondamento?

«No. Gli Spiriti vanno in questi luoghi, come vanno dappertutto altrove. Ma l'immaginazione è colpita dall'aspetto lugubre di certi luoghi e attribuisce alla presenza degli Spiriti ciò che il più della volte è solo un effetto naturalissimo. Quante volte la paura ha fatto sì che si prendesse l'ombra di un albero per un fantasma, il grido di un animale o il soffio del vento per le grida di uno spettro! Gli Spiriti amano la presenza degli uomini, ed è per questo che cercheranno i luoghi abitati piuttosto che luoghi isolati.»

— Tuttavia, secondo quanto sappiamo sulla diversità di carattere degli Spiriti, devono esservene di misantropi che possono preferire la solitudine.

«Anche per questo non ho risposto in maniera assoluta alla questione. Io ho detto che essi possono andare nei luoghi deserti come dappertutto altrove, ed è ben chiaro che quelli che si tengono in disparte, è per il fatto che a loro piace così. Ma questo non costituisce un valido motivo perché essi debbano necessariamente prediligere le rovine; dal momento che ve ne sono di certo molti di più nelle città e nei palazzi che nel fitto dei boschi.»

5. Le credenze popolari hanno, in generale, un fondo di verità. Quale può essere la fonte di quella dei luoghi frequentati dagli Spiriti?

«Il fondo di verità sta nella manifestazione degli Spiriti, alla quale l'uomo ha creduto in ogni tempo per istinto. Ma, come ho detto, l'aspetto dei luoghi lugubri colpisce la sua immaginazione, ed egli vi colloca naturalmente gli esseri che considera soprannaturali. Questa credenza superstiziosa è mantenuta dalla narrativa poetica e dai racconti fantastici con cui viene cullata la sua infanzia.»

6. Gli Spiriti che si riuniscono hanno, per questa iniziativa, giornie ore di preferenza?

«No. I giorni e le ore sono controlli del tempo a uso degli uomini e per la vita corporea, ma di essi gli Spiriti non hanno bisogno né se ne preoccupano.»

7. Qual è l'origine dell'idea secondo cui gli Spiriti vengono di preferenza durante la notte?

«L'impressione prodotta sull'immaginazione dal silenzio e dall'oscurità. Tutte queste credenze sono superstizioni che la conoscenza razionale dello Spiritismo deve annientare. La stessa cosa succede per i giorni e le ore che si crede siano a loro più propizi. Credete, l'influenza della mezzanotte, non è mai esistita se non nelle favole.»

— Se è veramente così, perché dunque certi Spiriti annunciano il loro arrivo e le loro manifestazioni per quell'ora e in determinati giorni, quali il venerdì, per esempio?

«Ci sono Spiriti che approfittano della credulità della gente e ci si divertono anche. Per questa stessa ragione, ce ne sono di quelli che dicono di essere il diavolo o si presentano con dei nomi infernali. Dimostrate loro che non vi lasciate ingannare ed essi non ritorneranno più.»

8. Gli Spiriti ritornano di preferenza verso le tombe dove riposa il loro corpo?

«Il corpo non era che una veste. Essi non tengono all'involucro che li ha fatti soffrire più di quanto il prigioniero non tenga alle sue catene. Il ricordo delle persone che sono loro care è la sola cosa alla quale essi danno valore.»

— Le preghiere che si vanno a dire sulle loro tombe sono a loro più gradite, e ve li attirano più delle altre fatte altrove?

«La preghiera è una evocazione che attira gli Spiriti, voi lo sapete bene. La preghiera ha un'influenza tanto maggiore quanto più essa è fervida e sincera. Ora, davanti a una tomba venerata si è più raccolti, e la conservazione di pie reliquie è una testimonianza d'affetto, che si offre allo Spirito e alla quale egli è sempre sensibile. C'è sempre il pensiero che agisce sullo Spirito e non gli oggetti materiali. Questi oggetti hanno più influenza su colui che prega, perché ne concentra l'attenzione, piuttosto che sullo Spirito.»

9. Secondo quanto detto, la credenza nei luoghi frequentati dagli Spiriti non apparirebbe assolutamente falsa?

«Abbiamo detto che certi Spiriti possono essere attirati da cose materiali e possono esserlo anche da certi luoghi, dove essi sembrano eleggere il loro domicilio, fin quando cessino le circostanze che ve li hanno condotti.»

— Quali sono le circostanze che possono condurveli?

«La loro simpatia per alcune delle persone che li frequentano o il desiderio di comunicare con loro. Tuttavia non sempre le loro intenzioni sono così lodevoli. Quando sono Spiriti malvagi, possono voler esercitare una vendetta su certe persone di cui essi hanno avuto da lamentarsi. Il soggiorno in un determinato luogo può essere anche, per alcuni, una punizione che viene loro inflitta — soprattutto se essi hanno lì commesso un delitto — affinché abbiano questo delitto costantemente davanti agli occhi.» [10]

[10] Vedere Rivista Spiritista, febbraio 1860, “Storia di un dannato”.

10. I luoghi frequentati dagli Spiriti, lo sono sempre dagli antichi abitanti di questi luoghi?

«Qualche volta, ma non sempre. Infatti, se l'antico abitante è uno Spirito elevato, egli non terrà alla sua abitazione terrena più di quanto tenga al suo corpo. Gli Spiriti che frequentano certi luoghi spesso non hanno altro motivo che il capriccio, a meno che essi non vi siano attirati dalla loro simpatia per certe persone.»

— Possono essi stabilirvisi con lo scopo di proteggere una persona o la propria famiglia?

«Sicuramente, se sono buoni Spiriti. Ma in questo caso essi non palesano mai la loro presenza con modi sgradevoli.»

11. C'è qualcosa di vero nella storia della Dama Bianca?

«È un racconto ricavato da mille fatti che sono veri.»

12. È razionale temere i luoghi frequentati dagli Spiriti?

«No. Gli Spiriti che frequentano certi luoghi e vi fanno chiasso pensano più a divertirsi, a spese della credulità e della codardia della gente, che a fare del male. D'altronde, figuratevi che ci sono Spiriti dappertutto e che in qualunque parte voi vi troviate, ne avete continuamente al vostro fianco, anche nelle case più tranquille. Sembra che frequentino spesso certe abitazioni solo perché vi trovano un'occasione per manifestare la loro presenza.»

13. Esiste un mezzo per allontanarli?

«Sì. Ma, il più delle volte, ciò che si fa in questo senso li attira invece di allontanarli. Il miglior mezzo per scacciare i cattivi Spiriti è quello di attirare i buoni. Attirate dunque i buoni Spiriti facendo quanto più bene potete, e i cattivi Spiriti se ne andranno, poiché il bene e il male sono incompatibili. Siate sempre buoni e al vostro fianco non avrete che buoni Spiriti.»

— Comunque, possono esserci persone molto buone, che sono esposte alle molestie dei cattivi Spiriti?

«Se queste persone sono veramente buone, ciò può essere una prova perché esercitino la loro pazienza, e un incitamento a essere ancora migliori. Ma credete, non sono certo coloro che parlano senza sosta della virtù, quelli che ne possiedono di più. Colui che possegga delle reali qualità le ignora oppure non ne parla.»

14. Quanto c'è da credere riguardo all'efficacia dell'esorcismo per scacciare i cattivi Spiriti dai luoghi da essi frequentati?

«Avete voi forse visto spesso questo mezzo riuscirvi? Non avete, al contrario, osservato che il baccano raddoppia dopo le cerimonie dell'esorcismo? Il fatto è che essi si divertono a esser presi per il diavolo.

Gli Spiriti che non vengono con cattiva intenzione possono anche manifestare la loro presenza con del rumore, e anche rendendosi visibili, ma non fanno mai un rumore fastidioso. Sono spesso Spiriti che soffrono, che voi potete consolare pregando per loro. Altre volte sono Spiriti benevoli, che vogliono provarvi che sono vicini a voi; oppure, infine, sono Spiriti leggeri che si divertono. Siccome quelli, che turbano il riposo con del rumore sono quasi sempre degli Spiriti che si divertono, riderne è quanto di meglio conviene fare. Essi si stancheranno se vedono che non riescono né a spaventare né a far perdere la pazienza» (vedere cap. V, "Manifestazioni fisiche spontanee").

Risulta dalle spiegazioni di cui sopra che ci sono degli Spiriti che si attaccano a certe località e preferibilmente vi restano, ma che non hanno per questo bisogno di manifestare la loro presenza con degli effetti sensibili. Un luogo qualsiasi può essere il soggiorno forzato o di predilezione di uno Spirito, anche malvagio, senza che vi si sia mai prodotta alcuna manifestazione.

Gli Spiriti che si attaccano alle località o alle cose materiali non sono mai Spiriti superiori. Tuttavia, senza essere Spiriti superiori, essi possono non essere cattivi e non avere alcuna cattiva intenzione. Qualche volta sono perfino dei convitati più utili che nocivi, poiché se si interessano alle persone, possono anche proteggerle.




Capitolo X - NATURA DELLE COMUNICAZIONI



Natura Delle Comunicazioni

133. Abbiamo detto che ogni effetto che riveli nella sua causa un atto di libera volontà, per quanto insignificante esso possa essere, denota per ciò stesso una causa intelligente. Così, un semplice movimento di tavola, che risponda al nostro pensiero, o presenti un carattere intenzionale, può essere considerato come una manifestazione intelligente. Se il risultato dovesse limitarsi a questo, non ci sarebbe per noi che un interesse molto secondario. Ciò sarebbe, tuttavia, qualcosa per darci la prova che c'è in questi fenomeni più di un'azione puramente materiale. Ma l'utilità pratica che ne deriverebbe sarebbe per noi nulla o almeno molto limitata. È tutt'altra cosa quando questa intelligenza acquista uno sviluppo che permette uno scambio regolare e continuo di idee. Allora non sono più semplici manifestazioni intelligenti, ma vere comunicazioni. I mezzi di cui oggi si dispone permettono di ottenerle tanto estese, tanto esplicite e tanto rapide quanto quelle che noi intratteniamo con gli uomini.

Se si è ben compresa — secondo la scala spiritista (Il libro degli Spiriti, n. 100) — la varietà infinita che esiste tra gli Spiriti, sotto il doppio aspetto dell'intelligenza e della moralità, facilmente si comprenderà la differenza che deve esistere nelle loro comunicazioni. Esse devono riflettere l'elevazione o la bassezza delle loro idee, il loro sapere e la loro ignoranza, i loro vizi e le loro virtù; in una parola esse non devono assomigliarsi più di quelle degli uomini, dal selvaggio fino all'uomo più illuminato. Tutte le gradazioni che esse presentano possono raggrupparsi in quattro categorie principali. Secondo i loro più accentuati caratteri, esse sono: grossolane, frivole, serie o istruttive.



Comunicazioni grossolane




Comunicazioni grossolane

134. Le comunicazioni grossolane sono quelle che si rendono con espressioni che offendono la buona creanza. Esse non possono provenire che da Spiriti di bassa categoria, ancora ricoperti di tutte le impurità della materia. In nulla tali comunicazioni differiscono da quelle che potrebbero dare uomini viziosi e grossolani. Esse ripugnano a ogni persona che abbia un minimo di delicatezza di sentimenti. Infatti esse sono, a seconda del carattere degli Spiriti, triviali, ignobili, oscene, insolenti, arroganti, malevole e anche empie.




Comunicazioni frivole

135.Le comunicazioni frivole provengono da Spiriti leggeri, scherzosi e impertinenti, più maliziosi che cattivi e che non attribuiscono alcuna importanza a ciò che dicono. Siccome tali comunicazioni non hanno niente di sconveniente, esse piacciono a certe persone, le quali se ne divertono perché trovano piacere in queste conversazioni futili, dove si parla molto per non dire niente. Questi Spiriti talvolta gareggiano in battute spiritose e mordaci, e in mezzo a banali facezie dicono spesso dure verità che colpiscono quasi sempre nel giusto. Questi Spiriti leggeri pullulano intorno a noi e colgono tutte le occasioni per intromettersi nelle comunicazioni. La verità è la minore delle loro preoccupazioni; per questo, provano un maligno piacere nel beffarsi di quelli che hanno la debolezza, e qualche volta la presunzione, di credere loro sulla parola. Le persone che si divertono in questo genere di comunicazioni danno naturalmente accesso agli Spiriti leggeri e ingannatori, mentre gli Spiriti seri se ne allontanano, così come fra noi gli uomini seri si allontanano dalla compagnia di persone sconsiderate.




Comunicazioni serie

136. Le comunicazioni serie sono austere per quanto riguarda l’argomento e lo stile con cui esse vengono fatte. Ogni comunicazione, che escluda frivolezza e grossolanità e che abbia un fine utile, fors'anche d'interesse privato, è per ciò stesso da considerarsi una comunicazione seria; tuttavia, non per questo è sempre esente da errori. Gli Spiriti seri non sono tutti egualmente illuminati; molte sono le cose che essi ignorano e sulle quali possono ingannarsi in buona fede. È per questo che gli Spiriti veramente superiori ci raccomandano senza posa di sottoporre tutte le comunicazioni al controllo della ragione e della logica più severa.

Bisogna dunque distinguere le comunicazioni serie in comunicazioni vere e false, e ciò non sempre è facile. Infatti, è proprio grazie alla solennità del linguaggio che certi Spiriti presuntuosi o falsi sapienti, cercano di far prevalere le idee più false e i sistemi più assurdi. Inoltre, per darsi maggior credito e importanza, essi non si fanno scrupolo di fregiarsi dei nomi più rispettabili e anche più venerati. Sta qui uno dei più grandi scogli della scienza pratica; noi vi ritorneremo più avanti, con tutti gli sviluppi che richiede un argomento così importante; e nello stesso tempo faremo conoscere i mezzi per premunirsi contro il pericolo delle false comunicazioni.




Comunicazioni istruttive

137. Le comunicazioni istruttive sono le comunicazioni serie che hanno per oggetto principale un qualunque insegnamento dato dagli Spiriti riguardo alle scienze, alla morale, alla filosofia ecc. Esse sono più o meno profonde, secondo il grado di elevazione e di smaterializzazione dello Spirito. Per ricavare da queste comunicazioni un vantaggio reale, bisogna che esse siano regolari e seguite con perseveranza. Gli Spiriti seri si legano a coloro che vogliono istruirsi, e li assecondano, mentre lasciano agli Spiriti leggeri il compito di divertire coloro che non vedono in queste manifestazioni null'altro che una distrazione passeggera. È solo con la regolarità e la frequenza di queste comunicazioni che si può apprezzare sia il valore morale e intellettuale degli Spiriti con i quali ci si intrattiene, sia il grado di fiducia che essi meritano. Se c'è bisogno di esperienza per giudicare gli uomini, ancor di più, forse, ce n'è bisogno per giudicare gli Spiriti.

Dando la qualificazione di istruttive a queste comunicazioni, noi le riteniamo vere, perché una cosa che non fosse vera non potrebbe essere istruttiva, quando pure fosse detta nel linguaggio più solenne. Non potremmo dunque pone in questa categoria certi insegnamenti che di serio hanno solo la forma, spesso ampollosa ed enfatica, con il cui aiuto gli Spiriti che le dettano — più presuntuosi che sapienti — sperano di darla a intendere. Ma questi Spiriti, non potendo supplire alle basi che mancano loro, non potrebbero sostenere a lungo il loro molo. Essi tradiscono ben presto il loro lato debole, per poco che le loro comunicazioni abbiano un seguito, o che si sappia respingerli nei loro ultimi trinceramenti.

138. I mezzi di comunicazione sono tra i più vari. Gli Spiriti agendo sui nostri organi e su tutti i nostri sensi possono manifestarsi alla vista con le apparizioni, al tatto con impressioni occulte o visibili, all'udito con rumori, all'olfatto con odori senza un'origine conosciuta. Quest'ultimo modo di manifestarsi, benché realissimo, è senza dubbio il più incerto, per le numerose cause che possono indurre in errore. Per questo non ci soffermeremo su di esso. Ciò che noi dobbiamo esaminare con cura sono i diversi mezzi per ottenere delle comunicazioni, vale a dire uno scambio regolare e continuo di pensieri. Questi mezzi sono: i colpi battuti, la parola e la scrittura. Li svilupperemo in capitoli speciali.





Capitolo XI - SEMATOLOGIA E TIPTOLOGIA



Linguaggio dei segni e dei colpi battuti - Tiptologia alfabetica

139. Le prime manifestazioni intelligenti sono state ottenute con dei colpi battuti, ossia con la tiptologia. Questo mezzo primitivo, che risentiva delle condizioni iniziali dell'arte, non offriva che mezzi limitatissimi; e — nelle comunicazionisi — era ridotti alle risposte monosillabiche con sì o no, con l'aiuto di un numero convenuto di colpi. Più tardi, come abbiamo già detto, lo si perfezionò. I colpi battuti sono ottenuti in due modi diversi da medium speciali. Generalmente, per questo modo di operare, è necessaria una certa attitudine per le manifestazioni fisiche. La prima, che si potrebbe chiamare tiptologia per mezzo dell'altalena, consiste nel movimento della tavola, che si solleva da un lato e poi ricade battendo con uno dei piedi. Per questo, è sufficiente che il medium poggi le mani sul bordo della tavola. Se egli desidera intrattenersi con un determinato Spirito, è necessario che ne faccia l'evocazione. Nel caso contrario, si presenta il primo venuto o colui che ha l'abitudine di venire. Se si è convenuto, per esempio, un colpo per il sì e due colpi per il no — questo è indifferente —, si rivolgono allo Spirito le domande che si desiderano. Vedremo più tardi quelle da cui conviene astenersi. L'inconveniente sta nella brevità delle risposte e nella difficoltà di formulare la domanda in modo da provocare un sì o un no. Supponiamo che uno chieda allo Spirito: "Che cosa desideri?" Egli potrebbe rispondere solo servendosi di una frase. Si deve allora dire: "Desideri tu la tal cosa?" "No." "La talaltra?" "Sì." E così di seguito.


140. È necessario osservare che, all'impiego di questo mezzo, lo Spirito aggiunge spesso una sorta di mimica, vale a dire ch'egli esprime l'energia dell'affermazione o della negazione con la forza dei colpi. Egli esprime anche la natura dei sentimenti che lo animano: la violenza, con la rozzezza dei movimenti; la collera e l'impazienza, battendo con forza ripetuti colpi, come una persona che pesti i piedi con ira, gettando anche, qualche volta, la tavola a terra. Se egli è amabile ed educato, all'inizio e alla fine della seduta, inclina il tavolo in forma di saluto. Vuole rivolgersi direttamente a una persona della compagnia? Allora egli dirige la tavola verso di lei con dolcezza o con violenza, a seconda ch'egli voglia testimoniarle dell'affetto o dell’antipatia. È questa, propriamente parlando, la sematologia o linguaggio dei segni, così come la tiptologia è il linguaggio dei colpi battuti. Eccovi un notevole esempio dell'impiego spontaneo della sematologia.

Un signore di nostra conoscenza, trovandosi un giorno nel suo salotto, dove parecchie persone si stavano occupando di manifestazioni, ricevette in quel momento una nostra lettera. Mentre la leggeva, il tavolino che serviva agli esperimenti va improvvisamente verso di lui. Terminata la lettura della lettera, egli va a posarla su una tavola che si trovava all'altro capo del salotto. Il tavolinetto lo segue e si dirige verso la tavola dove era la lettera. Sorpreso da questa coincidenza, egli pensa che ci sia qualche rapporto tra questo movimento e la lettera. Interroga quindi lo Spirito, il quale risponde di essere il nostro Spirito familiare. Avendoci questo signore informato della circostanza, pregammo a nostra volta questo Spirito di riferirci il motivo della visita che gli aveva fatta. Egli rispose: "È naturale che io vada a vedere le persone con le quali tu sei in relazione, per potere, al bisogno, dare sia a te sia a loro i consigli necessari".

È dunque evidente che lo Spirito aveva voluto richiamare l'attenzione di questo signore e cercava un'occasione per fargli sapere che lui era là. Un muto non si sarebbe comportato meglio.


141. La tiptologia non tardò a perfezionarsi e si arricchì di un mezzo di comunicazione più completo, quello della tiptologia alfabetica. Essa consiste nel far indicare le lettere dell'alfabeto per mezzo di colpi battuti. Si possono così ottenere delle parole, delle frasi e anche degli interi discorsi. Seguendo un certo metodo, la tavola batte tanti colpi quanti ne occorrono per indicare ciascuna lettera, vale a dire un colpo per a, due per b, e così di seguito; nel frattempo una persona scrive le lettere man mano che esse sono indicate. Quando lo Spirito ha finito, egli lo fa sapere attraverso un segno convenuto.

Questo modo di procedere, come si può notare, è molto lungo e richiede un tempo smisurato per le comunicazioni di una certa lunghezza. Tuttavia esistono delle persone che hanno avuto la pazienza di servirsi di questo sistema, per ottenere dei dettati di parecchie pagine. Ma la pratica fece scoprire dei metodi abbreviati, che permisero di lavorare con una certa rapidità. Quello che è più in uso consiste nell'avere davanti a sé un alfabeto tutto scritto, come pure la serie delle cifre indicanti le unità. Mentre il medium è alla tavola, un'altra persona percorre in ordine successivo le lettere dell'alfabeto se si tratta di una parola o la serie delle cifre se si tratta di un numero. Arrivata sulla lettera che occorre, la tavola batte da sé stessa un colpo, e la lettera viene scritta; poi si ricomincia per la seconda lettera, la terza e così di seguito. Se ci si è ingannati su una lettera, lo Spirito avverte con parecchi colpi o con un movimento della tavola, e si ricomincia. Con l'abitudine, si va abbastanza velocemente. Ma il tempo si abbrevia molto, soprattutto indovinando la fine di una parola incominciata, e che il senso della frase fa conoscere. Se ci si trova nell'incertezza, si chiede allo Spirito se egli ha voluto mettere la tale parola, ed egli risponderà con un sì o con un no.

142. Tutti gli effetti che abbiamo appena indicato si possono ottenere in maniera ancora più semplice, con i colpi che si fanno sentire nel legno stesso della tavola, senza alcun tipo di movimento, e che noi abbiamo descritto nel numero 64 del capitolo sulle manifestazioni fisiche: si tratta della tiptologia intima. Non tutti i medium sono egualmente idonei a quest'ultimo genere di comunicazione, poiché ci sono quelli che riescono a ottenere solo i colpi battuti col sistema basculante. Tuttavia, con l'esercizio, essi possono per la maggior parte pervenirvi. Questa maniera ha un doppio vantaggio: d'essere più rapida e di prestarsi meno al sospetto di quanto si presti il sistema basculante, che qualcuno potrebbe attribuire a una pressione volontaria. È vero però che i colpi intimi potrebbero anche essere imitati da medium di cattiva fede. Le cose migliori possono essere contraffatte, la qual cosa nulla prova contro di esse (vedere il capitolo XXVIII intitolato "Ciarlataneria e frodi").

Qualsiasi perfezionamento che si sia potuto apportare a questa maniera di procedere, essa non può mai raggiungere la rapidità e la facilità che presenta la scrittura, ragion per cui, al presente, è molto poco impiegata. Tuttavia essa è a volte molto interessante dal punto di vista del fenomeno, principalmente per i novizi, e ha il vantaggio di dimostrare in maniera perentoria l'indipendenza assoluta dal pensiero del medium. Si ottengono spesso così delle risposte tanto impreviste, tanto sorprendenti che occorrerebbe un partito preso ben determinato per non arrendersi all'evidenza. Perciò questo metodo è per molte persone un potente motivo di convinzione. Ma attraverso questo mezzo, non più che attraverso gli altri, gli Spiriti non amano prestarsi ai capricci dei curiosi, i quali vogliono metterli alla prova con domande inopportune.

143. Con lo scopo di meglio assicurare l'indipendenza del pensiero del medium, si sono immaginati diversi strumenti, che consistono in quadranti, sui quali sono tracciate le lettere, alla maniera dei quadranti del telegrafo elettrico. Un ago mobile, messo in movimento dall'influenza del medium, con l'aiuto di un filo conduttore e di una puleggia, indica le lettere. Noi non conosciamo questi strumenti che attraverso i disegni e le descrizioni che sono stati pubblicati in America. Nulla possiamo dunque dire sulla loro validità. Ma pensiamo che la loro stessa complicazione è un inconveniente; che l'indipendenza dal medium è perfettamente ben attestata dai colpi intimi, e che lo è ancor più dall'imprevedibilità delle risposte che da tutti i mezzi materiali. D'altro canto, gli increduli, che sono sempre disposti a vedere dappertutto artifizi e intrighi, sono inclini a supporne in un meccanismo speciale, piuttosto che nella prima tavola che si trovino sotto mano priva di ogni accessorio.

144. Un apparecchio più semplice, ma di cui la malafede può facilmente abusare, come vedremo nel capitolo sulle Frodi, è quello che noi indicheremo con il nome di Tavola Girardin, in ricordo dell'uso che ne faceva la signora Émile de Girardin nelle numerose comunicazioni che essa otteneva come medium. Infatti questa signora, benché donna di spirito qual era, aveva la debolezza di credere agli Spiriti e alle loro manifestazioni. Questo strumento consiste nel ripiano mobile di un tavolino, di trenta o quaranta centimetri di diametro, che ruota liberamente e facilmente sul suo asse, come una roulette. Sulla superficie e sulla circonferenza sono tracciate, come su un quadrante, le lettere, le cifre e le parole e no. Al centro c'è un ago fisso. Posando il medium le dita sul bordo del disco mobile, questo gira e si arresta quando la lettera desiderata si trova sotto l'ago. Si prende nota delle lettere indicate e si formano così, abbastanza rapidamente, le parole e le frasi.

È da notare che non è il disco a scivolare sotto le dita del medium, ma che sono le dita a restarvi attaccate, seguendo il movimento del disco. Forse un medium potente potrebbe ottenere un movimento indipendente; noi lo crediamo possibile, ma non ne siamo mai stati testimoni. Se l'esperimento potesse farsi in questo modo sarebbe più probativo, perché escluderebbe ogni possibilità d'inganno.

145. Rimane da distruggere un errore assai diffuso e che consiste nel confondere con gli Spiriti picchiatori tutti gli Spiriti che comunicano per mezzo di colpi. La tiptologia è un mezzo di comunicazione come un altro e non è meno degno, per gli Spiriti elevati, della scrittura o della parola. Tutti gli Spiriti, buoni o cattivi, possono dunque servirsene, proprio come si servono degli altri mezzi. Ciò che caratterizza gli Spiriti superiori è l'elevatezza del pensiero, e non lo strumento di cui essi si servono per trasmetterlo; senza dubbio essi preferiscono i mezzi più comodi e soprattutto più rapidi. Ma, in mancanza di carta e matita, essi si serviranno senza esitazione della volgare tavola parlante, prova ne sia che attraverso questo mezzo si ottengono le cose più sublimi. Se noi non ce ne serviamo non vuol dire dunque che lo disprezziamo, ma è unicamente perché, come fenomeno, ci ha insegnato tutto ciò che noi potevamo sapere; perché esso nulla può aggiungere alle nostre convinzioni e perché la lunghezza delle comunicazioni, che noi riceviamo, esige una rapidità che non è compatibile con la tiptologia.

Gli Spiriti che picchiano, dunque, non sono tutti Spiriti picchiatori. Questo nome deve essere riservato a quelli che possono essere chiamati picchiatori di professione e che, con l'aiuto di questo mezzo, si dilettano a fare degli scherzi per divertire una compagnia oppure per infastidire con la loro inopportunità. Da parte loro ci si possono attendere, a volte, cose spiritose, mai però cose profonde. Rivolgere loro domande d'una certa portata scientifica o filosofica sarebbe perciò come perdere il proprio tempo. La loro ignoranza e la loro inferiorità è valsa loro a giusto titolo, da parte degli altri Spiriti, la qualifica di Spiriti giocolieri o saltimbanchi del mondo spiritista. Aggiungiamo che, se agiscono spesso per proprio conto, essi sono sovente anche strumenti di cui si servono gli Spiriti superiori quando vogliono produrre degli effetti materiali.





Capitolo XII - PNEUMATOGRAFIA O SCRITTURA DIRETTA - PNEUMATOFONIA



Scrittura diretta

146.La pneumatografia è la scrittura prodotta direttamente dallo Spirito, senza alcun intermediario. Essa differisce dalla psicografia per il fatto che questa è la trasmissione del pensiero dello Spirito per mezzo della scrittura attraverso la mano di un medium.

Il fenomeno della scrittura diretta è senza dubbio uno dei più straordinari dello Spiritismo, ma per quanto anomalo possa sembrare, a prima vista, costituisce oggi un fatto accertato e incontestabile. Se la teoria è necessaria per rendersi conto della possibilità dei fenomeni spiritisti in generale, essa lo è ancor di più forse in questo caso, senza dubbio uno dei più strani che si siano finora presentati, ma che cessa di apparire soprannaturale, nel momento in cui se ne comprenda il principio.

Alla prima rivelazione di questo fenomeno, il sentimento dominante è stato quello del dubbio. Subito è venuto alla mente l'idea di un inganno. Infatti, tutti conoscono l'azione degli inchiostri detti simpatici, le cui tracce dapprima invisibili appaiono dopo qualche tempo. Poteva dunque darsi che si fosse abusato della credulità, e non saremo noi ad affermare che ciò non è mai accaduto. Noi stessi siamo convinti che certe persone, sia a scopo lucrativo, sia unicamente per amor proprio e per far credere a una loro potenza, abbiano impiegato dei sotterfugi (vedere il capitolo "Ciarlataneria e frodi").

Ma per il fatto che una cosa si possa imitare, sarebbe assurdo concludere che la cosa non esiste. Non si è forse, in questi ultimi tempi, trovato il mezzo di imitare la lucidità sonnambolica al punto di crearne l'illusione? E per il fatto che questo procedimento da illusionista sia stato esibito in tutte le fiere bisogna forse concludere che non esistono veri sonnambuli? Il fatto poi che certi commercianti vendano vino adulterato, è una ragione questa perché non ci sia più vino puro? Lo stesso è per la scrittura diretta. Le precauzioni per essere sicuri della realtà del fatto erano, d'altronde, ben semplici e ben facili; e, grazie a queste precauzioni, il fatto non può costituire al giorno d'oggi l'oggetto di alcun dubbio.

147. Poiché la possibilità di scrivere senza intermediario è uno degli attributi dello Spirito, poiché gli Spiriti sono esistiti in ogni tempo e in ogni tempo hanno prodotto i diversi fenomeni che conosciamo, essi hanno dovuto egualmente produrre la scrittura diretta, nell'antichità come ai nostri giorni. Ed è così che si può spiegare l'apparizione delle tre parole nella sala del banchetto di Baldassarre. Il Medioevo, così fecondo in prodigi occulti, che furono però soffocati sotto i roghi, dovette conoscere anche la scrittura diretta. E forse si potrebbe trovare, nella teoria delle modificazioni — secondo cui gli Spiriti possono operare sulla materia, e che noi abbiamo sviluppato nel capitolo VIII —, il principio della credenza nella trasmutazione dei metalli.

Tralasciando i risultati ottenuti nelle diverse epoche, è solo dopo la volgarizzazione delle manifestazioni spiritiste che nasce seriamente la questione della scrittura diretta. Sembra che il primo ad averla fatta conoscere a Parigi in questi ultimi anni sia stato il barone de Guldenstubbe, il quale ha pubblicato su questo argomento un'opera molto interessante, contenente un gran numero di facsimili di scritture ch'egli era riuscito a ottenere. [11] Già da qualche tempo, il fenomeno era conosciuto in America. La posizione sociale del barone de Guldenstubbe, la sua indipendenza, la considerazione di cui egli gode nelle sfere più elevate allontanano incontestabilmente ogni sospetto di frode volontaria, perché egli non può essere mosso da alcun motivo di interesse. Si potrebbe credere, tutt'al più che sia lui stesso vittima di una illusione. Ma a ciò risponde con perentorietà un fatto: il conseguimento del medesimo fenomeno da parte di altre persone, che si erano circondate di tutte le precauzioni necessarie per evitare ogni inganno e ogni causa d'errore.

[11] La réalité des Esprits et de leurs manifestations, dimostrata dal fenomeno della scrittura diretta; del barone de Guldenstubbe, 1 vol. in 8°, con 15 stampe e 93 facsimili.

148. La scrittura diretta si ottiene, come in generale la maggior parte delle manifestazioni spiritiste non spontanee, attraverso il raccoglimento, la preghiera e l'evocazione. Spesso se ne sono ottenute nelle chiese, sulle tombe, ai piedi delle statue o delle immagini dei personaggi a cui ci si appella. Ma è evidente che il luogo non ha altra influenza se non quella di procurare un maggior raccoglimento e una maggiore concentrazione del pensiero. È provato, infatti, che le scritture dirette possono ottenersi egualmente senza alcuno di questi accessori, nei luoghi più ordinari, su un semplice mobile domestico, bastando che ci si trovi nelle condizioni morali richieste e si goda della facoltà medianica necessaria.

All'inizio si era supposto che si dovesse depositare una matita e un foglio (li carta; il fatto allora poteva spiegarsi fino a un certo punto. Si sa che gli Spiriti operano il movimento e lo spostamento degli oggetti; che li afferrano e li lanciano a volte attraverso lo spazio. Essi potevano dunque prendere allo stesso modo la matita e servirsene per tracciare dei caratteri. Visto che le danno impulso servendosi della mano del medium, di una tavoletta ecc., potevano egualmente farlo in maniera diretta. Ma non si tardò a riconoscere che la presenza della matita non era necessaria e che era sufficiente un semplice pezzo di carta, piegato o no, perché, in capo ad alcuni minuti, si trovassero tracciate su di esso delle lettere. Qui il fenomeno cambia completamente aspetto e ci trasporta in un ordine di cose interamente nuovo. Questi caratteri sono stati tracciati con una sostanza qualsiasi. Dal momento che nessuno ha fornito questa sostanza allo Spirito, ne consegue che l'ha fatta, l'ha composta lui stesso. Dove l'ha attinta? Qui sta il problema.

Se ci si vuole riportare alle spiegazioni date nel capitolo VIII ai numeri 127 e 128, lì si troverà la teoria completa di questo fenomeno. In questa sua scrittura, lo Spirito non si serve né di nostre sostanze né di nostri strumenti. Produce lui stesso la materia e fabbrica lui stesso gli strumenti di cui ha bisogno. Attinge i suoi materiali nell'elemento primitivo universale, a cui fa subire, con la sua volontà le modifiche necessarie all'effetto che vuole produrre. Egli può dunque, allo stesso modo, fabbricare una matita rossa, dell'inchiostro da stampa o dell'inchiostro comune, così come una matita nera e perfino dei caratteri tipografici abbastanza resistenti da dare rilievo alla scrittura, secondo quanto abbiamo avuto modo di verificare. La figlia di un signore che noi conosciamo, una ragazza tra i dodici e i tredici anni, ha ottenuto intere pagine scritte con una sostanza simile al pastello.

149. Tale è il risultato a cui ci ha condotto il fenomeno della tabacchiera, riferito nel capitolo VII, n. 116, e su cui ci siamo a lungo intrattenuti, poiché abbiamo visto in esso l'occasione per scrutare una delle leggi più importanti dello Spiritismo, la legge, cioè, la cui conoscenza può chiarire più di un mistero del mondo visibile. Avviene così che da un fatto, ordinario in apparenza, può scaturire la luce. Tutto sta nell'osservare con cura, ed è ciò che, come noi, ognuno può fare, quando non ci si limiti a vedere gli effetti senza cercarne le cause. Se la nostra fede si fortifica di giorno in giorno è perché noi comprendiamo. Fate sì, dunque, che gli altri comprendano, se volete fare proseliti seri. La comprensione delle cause ha anche un altro risultato, che è quello di tracciare una linea di demarcazione tra la verità e la superstizione.

Se noi consideriamo la scrittura diretta dal punto di vista dei vantaggi che essa può offrire, diremo che finora la sua principale utilità è stata la costatazione materiale d'un fatto serio: l'intervento di un potere occulto che, in questo fenomeno, trova un nuovo mezzo per manifestarsi. Ma le comunicazioni, che così si ottengono, raramente sono di una qualche lunghezza; esse sono generalmente spontanee e limitate a delle parole, a delle sentenze, spesso a dei segni inintelligibili. Se ne sono ottenute in tutte le lingue, in greco, in latino, in siriano, in caratteri geroglifici ecc., ma esse ancora non si sono prestate a quelle dissertazioni ininterrotte e rapide che la psicografia, o scrittura per mezzo della mano del medium, permette.





Pneumatofonia

150. Gli Spiriti, potendo produrre rumori e colpi battuti, possono anche far sentire grida di qualsiasi genere e suoni vocali che imitano la voce umana, accanto a noi o nell'aria. Si tratta di quel fenomeno che noi indichiamo con il nome di pneumatofonia. Da quello che sappiamo sulla natura degli Spiriti, si può pensare che alcuni di loro, quando sono di un ordine inferiore, si illudono e credono di parlare come da vivi (vedere Rivista Spiritista, febbraio 1858: Storia del fantasma della signorina Clairon).

Si dovrebbe tuttavia badare a non scambiare per voci occulte tutti i suoni che non hanno una causa conosciuta, o dei semplici ronzii d'orecchi, e soprattutto a non credere che ci sia la minima verità nella credenza popolare secondo cui l'orecchio che fischia ci avverte che da qualche parte si sta parlando di noi. Questi suoni, la cui causa è puramente fisiologica, non hanno d'altronde alcun senso, mentre i suoni pneumatofonici esprimono dei pensieri, ed è da questo soltanto che uno può riconoscere che essi sono dovuti a una causa intelligente e non accidentale. Si può stabilire come principio che gli effetti notoriamente intelligenti sono i soli che possono attestare l'intervento degli Spiriti; quanto agli altri, ci sono almeno cento probabilità su una che essi siano dovuti a cause fortuite.

151. Avviene abbastanza frequentemente che nel dormiveglia si intendano distintamente pronunciare delle parole, dei nomi, a volte anche delle intere frasi, e ciò in modo abbastanza distinto da risvegliarci di soprassalto. Benché in certi casi possa accadere che ciò molto realmente sia una manifestazione, questo fenomeno non ha niente di abbastanza positivo perché uno non possa anche attribuirlo a una causa analoga a quella che noi abbiamo sviluppato nella teoria dell'allucinazione (cap. VI, nn. 11 e ss.). Ciò che si intende in questo modo, del resto, non ha alcuna conseguenza; non è però la stessa cosa, quando si è completamente svegli. Allora, infatti, se c'è uno Spirito che si fa sentire, si può quasi sempre avere con lui uno scambio d'idee e avviare una regolare conversazione.

I suoni spiritisti o suoni pneumatofonici hanno due maniere ben distinte di prodursi: c'è a volte una voce interiore che si ripercuote nel proprio intimo; ma, benché le parole siano chiare e distinte, esse non hanno tuttavia niente di materiale. Altre volte esse sono esteriori e così distintamente articolate come se esse provenissero da una persona che fosse di fianco a noi.

In qualsiasi modo si produca, il fenomeno della pneumatofonia è quasi sempre spontaneo e non può essere provocato se non assai raramente.





Capitolo XIII - PSICOGRAFIA



Psicografia indiretta: canestri e tavolette

152. La scienza spiritista ha progredito come tutte le altre, e più rapidamente delle altre, perché alcuni anni appena ci separano da quei mezzi primitivi e incompleti volgarmente chiamati tavole parlanti. E si è già arrivati al punto di poter comunicare con gli Spiriti così facilmente e così rapidamente, proprio come gli uomini fanno tra di loro, e questo per di più con gli stessi mezzi: la scrittura e la parola. La scrittura ha soprattutto il vantaggio di dimostrare più materialmente l'intervento di un potere occulto, e di lasciare tracce che possono conservarsi, proprio come facciamo noi per la nostra corrispondenza. Il primo mezzo impiegato è stato quello delle tavolette e dei cestelli muniti d'una matita. Eccovi la collocazione di tali oggetti.

153. Abbiamo detto che una persona dotata di un'attitudine speciale può imprimere un movimento di rotazione a una tavola o a un oggetto qualsiasi. Prendiamo, invece di una tavola, un cestello tra i quindici e i venti centimetri di diametro — che esso sia in legno o in vimini poco importa, il materiale è indifferente. Se ora, attraverso il fondo di questo cestello, si fa passare una matita, saldamente attaccata, con la punta in fuori e in basso, in modo che il tutto si mantenga in equilibrio sulla punta della matita, poggiata essa stessa su un foglio di carta, ponendo le dita sui bordi del cestello, questo si metterà in movimento. Ma invece di ruotare, farà sì che la matita percorra la carta in diverse direzioni, in modo da formare sia segni insignificanti sia caratteri di scrittura. Se uno Spirito che abbia voglia di comunicare viene evocato, risponderà, non più con dei colpi battuti come nella tiptologia, ma con delle parole scritte. Il movimento del cestello non è più automatico come nelle tavole rotanti, ma diviene movimento intelligente. In questo dispositivo, la matita, arrivata all'estremità della riga, non ritorna su sé stessa per incominciarne un'altra; essa continua circolarmente, in modo tale che la linea di scrittura forma una spirale, cosicché bisogna girare più volte la carta per leggere ciò che vi sta scritto. La scrittura così ottenuta non sempre è molto leggibile, poiché le parole non sono affatto separate; ma il medium, per una sorta d'intuito, la decifra facilmente. In un sistema di economia, alla carta e alla comune matita si può sostituire la lavagnetta e il gesso. Noi indicheremo questo cestello con il nome di cestello-trottola. Qualche volta il piccolo canestro si sostituisce con un cartone abbastanza simile alle scatole dei confetti; la matita ne costituisce l'asse come nel gioco chiamato biribissi.

154. Parecchi altri dispositivi sono stati immaginati per il conseguimento del medesimo risultato. Il più comodo è quello che chiameremo canestro a becco, e che consiste nell'adattare sul canestro un'asta di legno in posizione inclinata, facendola sporgere di dieci o quindici centimetri da un lato, come nella posizione dell'albero di prua in una imbarcazione. Attraverso un foro praticato all'estremità di questa asta, o becco, si fa passare una matita abbastanza lunga affinché la punta poggi sulla carta. Ponendo il medium le dita sui bordi del canestro, tutto l'apparecchio si muove, e la matita scrive come spiegato nel caso succitato, con questa differenza: la scrittura è in generale più leggibile, le parole sono separate l'una dall'altra e le righe scritte non sono più a spirale, ma si susseguono come nella scrittura ordinaria, potendo il medium spostare facilmente la matita da una riga all'altra. Si ottengono così dissertazioni di parecchie pagine tanto rapidamente come se uno scrivesse con la mano.

155. L'intelligenza che agisce si manifesta spesso attraverso altri non equivoci segnali. La matita, arrivata alla fine della pagina, fa spontaneamente un movimento per voltarla. Quando vuole tornare a un passaggio precedente — nella medesima pagina o in un'altra —, lo cerca con la sua punta, come lo si farebbe con il dito, poi lo sottolinea. Quando, infine, lo Spirito vuole rivolgersi a qualcuno degli astanti, l'estremità dell'asta di legno si dirige verso di lui. Per abbreviare, esprime spesso le parole e no attraverso i segni di affermazione e di negazione che noi facciamo con la testa. Se vuole esprimere collera e impazienza, batte colpi ripetuti con la punta della matita e spesso la rompe.

156. Al posto del cestello, alcune persone si servono d'una sorta di piccola tavola — fatta espressamente, che misura tra i dodici e quindici centimetri di lunghezza e circa cinque di altezza — a tre piedi, a uno dei quali viene adattata una matita; gli altri due piedi sono arrotondati o guarniti da una pallina di avorio, per scivolare più facilmente sulla carta. Altre persone si servono semplicemente di una tavoletta tra i quindici e i venti centimetri quadrati di superficie, triangolare, oblunga od ovale; su uno dei bordi c'è un foro obliquo per inserirvi la matita. In fase di scrittura, la matita viene posizionata obliquamente, e poggia con uno dei lati sulla carta. Il lato che poggia sulla carta è a volte guarnito da due rotelline per facilitare il movimento. Si comprende, del resto, che tutte queste disposizioni non hanno nulla di assoluto, essendo la migliore quella più comoda.

Con tutte queste apparecchiature, occorre quasi sempre essere in due. Non è necessario, però, che la seconda persona sia dotata della facoltà medianica: essa ha la sola funzione di mantenere l'equilibrio e alleviare la fatica del medium.




Psicografia diretta o manuale

157. Noi chiamiamo psicografia indiretta la scrittura così ottenuta, in contrapposizione alla psicografia diretta o manuale ottenuta dal medium stesso. Per comprendere questo ultimo procedimento, ci si deve render conto di ciò che avviene in questa operazione. Lo Spirito estraneo che comunica agisce sul medium; costui, sotto questa influenza, muove macchinalmente il braccio e la mano per scrivere, senza avere — è questo almeno il caso più comune — la minima consapevolezza di ciò che scrive; la mano agisce sul cestello, e il cestello sulla matita. Così non è affatto il cestello che diviene intelligente, ma è solo uno strumento diretto da una intelligenza; il cestello non è in realtà che un portamatita, un'appendice della mano, un intermediario tra la mano e la matita. Sopprimete questo intermediario e collocate la matita nella mano, e avrete il medesimo risultato, con un meccanismo molto più semplice, poiché il medium scrive come quando è nelle condizioni normali. Ragion per cui, ogni persona, che scriva con l'aiuto di un cestello, di una tavoletta o di altro oggetto, può scrivere direttamente. Di tutti i mezzi di comunicazione, la scrittura manuale, designata da alcuni con il nome di scrittura involontaria, è senza dubbio il più semplice, il più facile e il più comodo, perché non esige alcun preparativo e perché si presta, come la scrittura corrente, ai più estesi svolgimenti. Ritorneremo su questo argomento parlando dei medium.

158. Al principio delle manifestazioni, allorché si avevano a questo riguardo delle idee meno precise, molti scritti sono stati pubblicati con questa indicazione: Comunicazioni di un cestello, di una tavoletta, di una tavola ecc. Oggi si comprende tutto quello che queste espressioni hanno di insufficiente o di erroneo, a prescindere dal loro carattere poco serio. In effetti, come abbiamo appena visto, le tavole, le tavolette e i cestelli non sono che strumenti inintelligenti, benché animati momentaneamente d'una vita fittizia e che da sé stessi non potrebbero comunicare nulla. Dire il contrario è prendere l'effetto per la causa, lo strumento per il principio. Tanto varrebbe che un autore mettesse, accanto al titolo della sua opera, che l'ha scritta con una penna metallica o una piuma d'oca. Questi strumenti, d'altra parte, non sono affatto assoluti; noi conosciamo qualcuno che, al posto del canestro-trottola che abbiamo descritto, si serviva di un imbuto, nel cui collo faceva passare la matita. Si sarebbero dunque potute avere le comunicazioni da un imbuto, così come da una casseruola o da una insalatiera. Se esse hanno luogo per mezzo di colpi, e supponendo che questi colpi siano battuti con una sedia o un bastone, non si tratta più di una tavola parlante, ma di una sedia o di un bastone parlante. Quello che importa conoscere non è la natura dello strumento, ma il modo di ottenimento. Se la comunicazione ha luogo attraverso la scrittura, che il portamatite sia tutto quello che uno vorrà, per noi si tratta della psicografia; se ha luogo attraverso i colpi, per noi si tratta della tiptologia. Assumendo lo Spiritismo le proporzioni di una scienza, gli è necessario un linguaggio scientifico.





Capitolo XIV - I MEDIUM

159. Ogni persona che risenta, a qualsiasi grado, dell'influenza degli Spiriti è, per questo motivo, un medium. Questa facoltà è inerente all'uomo e, di conseguenza, non è affatto un privilegio esclusivo. Cosicché pochi sono quelli presso i quali non se ne trovi qualche traccia. Si può dunque dire che ognuno di noi, più o meno, è un medium. Tuttavia, nell'uso, questa qualifica non si applica che a coloro nei quali la facoltà medianica è nettamente caratterizzata e si traduce in evidenti effetti d'una certa intensità, la qual cosa dipende allora da un organismo più o meno sensitivo. C'è da osservare, inoltre, che questa facoltà non si rivela in tutti nella stessa maniera. I medium hanno generalmente un'attitudine speciale per il tale o talaltro ordine di fenomeni, cosa che li divide in tante varietà quanti sono i generi di manifestazioni. Le principali categorie sono: i medium a effetti fisici, i medium sensitivi o impressionabili, i medium udenti, parlanti, veggenti, sonnambuli, guaritori, pneumatografi, scriventi o psicografi.



Medium a effetti fisici

160. I medium a effetti fisici sono particolarmente atti a produrre fenomeni materiali quali i movimenti dei corpi inerti, i rumori ecc. Si possono dividere in medium facoltativi e medium involontari (vedere Parte Seconda, capitoli II e IV).

I medium facoltativi sono quelli che hanno coscienza del loro potere e che producono fenomeni spiritisti attraverso l'azione della loro volontà. Questa facoltà, benché inerente alla specie umana, come abbiamo già detto, è ben lontana dall'esistere presso tutti al medesimo grado. Ma se sono poche le persone presso le quali essa è assolutamente nulla, quelle che sono atte a produrre i grandi effetti, quali la sospensione dei corpi gravi nello spazio, la traslazione aerea e soprattutto le apparizioni, sono ancora più rare. Gli effetti più semplici sono quelli della rotazione di un oggetto, dei colpi battuti per mezzo del sollevamento di questo oggetto oppure nella parte più interna di esso. Senza attribuire un'importanza essenziale a questi fenomeni, noi raccomandiamo di non trascurarli; essi possono dar luogo a delle osservazioni interessanti e contribuire al convincimento di coloro che li osservano. Ma c'è da notare che la facoltà di produrre effetti materiali esiste raramente presso coloro che hanno dei mezzi più perfetti di comunicare, quali la scrittura o la parola. Generalmente la facoltà diminuisce in un senso, nella misura in cui essa si sviluppa in un altro.

161. I medium involontari o naturali sono quelli la cui influenza viene esercitata a loro insaputa. Essi non hanno alcuna coscienza del proprio potere, e spesso ciò che di anormale accade intorno a essi non sembra loro per nulla straordinario; questo fa parte di loro stessi, esattamente come accade alle persone dotate della seconda vista, le quali neppure lo sospettano. Questi soggetti sono degni della più attenta osservazione, e non bisogna trascurare di raccogliere e studiare i fatti di tal genere, di cui possiamo venire a conoscenza. Essi possono manifestarsi a ogni età e spesso in ragazzi molto giovani (vedere, nel capitolo V, "Manifestazioni fisiche spontanee").

Questa facoltà non è, in sé stessa, indice di uno stato patologico, poiché non è incompatibile con una perfetta salute. Se colui che possiede tale facoltà è sofferente, ciò riguarda una causa estranea, da cui consegue che i mezzi terapeutici sono impotenti a farla cessare. Essa può, in certi casi, essere conseguenza d'una certa debolezza organica, ma non è mai una causa efficiente. Non si potrebbe dunque ragionevolmente concepire alcuna preoccupazione dal punto di vista igienico. Potrebbe presentare degli inconvenienti, solo se il oggetto, divenuto medium facoltativo, ne facesse abuso, perché allora ci sarebbe in lui un'emissione troppo abbondante di fluido vitale e, di conseguenza, si verificherebbe un indebolimento degli organi.

162. La ragione si ribella al pensiero delle torture morali e corporali alle quali la scienza ha talvolta sottoposto esseri fragili e delicati, allo scopo di assicurarsi che non ci fosse inganno da parte loro. Queste sperimentazioni, fatte il più delle volte con animosità, sono sempre pregiudizievoli per l'organismo dei sensitivi; potrebbero anche risultarne gravi disordini nell'economia organica. Fare simili esperimenti significa giocare con la vita. L'osservatore in buona fede non ha bisogno dell'impiego di questi mezzi. Colui che ha familiarità con questo genere di fenomeni sa, d'altronde, che essi appartengono all'ordine morale più che all'ordine fisico e che inutilmente se ne cercherebbe la soluzione nelle nostre scienze esatte.

Proprio per il fatto che questi fenomeni riguardano l'ordine morale, si deve evitare con cura non meno scrupolosa tutto ciò che può sovreccitare l'immaginazione. Si conoscono le disgrazie che può causare la paura, e tutti sarebbero meno imprudenti se conoscessero tutti i casi di follia e di epilessia che hanno la loro origine nei racconti dei lupi mannari e della Befana. Che cosa accadrebbe dunque se ci si persuadesse che questo è il diavolo? Coloro che danno credito a simili idee non sanno la responsabilità che si assumono: essi possono uccidere. Ora il danno non è solo per il soggetto, il danno è anche per quelli che lo attorniano e che possono essere terrorizzati dall'idea che la loro casa è un covo di demoni. È questa funesta credenza che ha causato tante atroci azioni ai tempi dell'ignoranza. Con un po' più di discernimento, tuttavia, si sarebbe dovuto immaginare che bruciando il corpo, presumibilmente posseduto dal diavolo, non si bruciava il diavolo. Poiché ci si voleva disfare del diavolo, era lui che bisognava uccidere. La Dottrina Spiritista, illuminandoci sulla vera causa di tutti questi fenomeni, dà a questa credenza il colpo di grazia. Lungi dunque dal far nascere questo pensiero, si deve— ed è un dovere di moralità e di umanità — combatterlo, se esso esiste.

Ciò che occorre fare, quando una simile facoltà si sviluppa spontaneamente in un individuo, è di lasciare che il fenomeno segua il suo corso naturale: la natura è più prudente degli uomini. La Provvidenza, d'altronde, ha i suoi disegni, e la più umile creatura può essere lo strumento dei più grandi progetti. Ma, bisogna convenirne, questo fenomeno assume talvolta proporzioni pesanti e importune per tutti. [12] Ora, in tutti i casi, ecco che cosa bisogna fare. Nel capitolo V, "Manifestazioni fisiche spontanee", abbiamo già dato qualche consiglio su questo argomento, dicendo che bisogna cercare di mettersi in relazione con lo Spirito, per sapere da lui ciò ch'egli vuole. Anche il mezzo seguente è fondato sull'osservazione.

[12] Uno dei fatti più straordinari di questo genere, per la varietà e la stranezza dei fenomeni, è senza dubbio quello che ebbe luogo, nel 1852, nel Palatinato (Baviera renana) a Bergzabern, presso Wissembourg. Esso è tanto più importante in quanto riunisce pressappoco, e nel medesimo soggetto, tutti i generi di manifestazioni spontanee: chiasso da scuotere la casa, sconquasso dei mobili, oggetti lanciati lontano da una mano invisibile, visioni e apparizioni, sonnambulismo, estasi, catalessi, attrazione elettrica, gridi e suoni aerei, strumenti che suonano senza contatto, comunicazioni intelligenti ecc.; e, cosa che non è di poca importanza, la costatazione di questi fatti, durante quasi due anni, da parte di innumerevoli testimoni oculari degni di fede, per il loro sapere e per la loro posizione sociale. Il racconto autentico è stato pubblicato, a quell'epoca, su molti giornali tedeschi e, in particolare, in un libriccino al giorno d'oggi esaurito e rarissimo. Si troverà tuttavia la traduzione completa di questo libriccino nella Rivista Spiritista del 1858, con le spiegazioni e i commenti necessari. Questa è, a nostra conoscenza, la sola pubblicazione francese che ne sia stata fatta. Oltre all'interesse vivissimo legato a questi fenomeni, essi sono eminentemente istruttivi dal punto di vista dello studio pratico dello Spiritismo.

Gli esseri invisibili che rivelano la loro presenza attraverso effetti sensibili sono, in generale, Spiriti d'un ordine inferiore, che si possono dominare per mezzo dell'ascendente morale. È questo ascendente che bisogna cercare di acquisire.

Per ottenere questo ascendente, è necessario far passare il soggetto dallo stato di medium naturale a quello di medium facoltativo. Si produce allora un effetto analogo a quello che ha luogo nel sonnambulismo. Si sa che il sonnambulismo naturale cessa generalmente quando viene sostituito dal sonnambulismo magnetico. Non si arresta affatto la facoltà emancipatrice dell'anima, ma le si dà un altro corso. Ne è lo stesso della facoltà medianica. A questo punto, invece di ostacolare i fenomeni — cosa in cui raramente si riesce e che non sempre è senza pericolo —, bisogna incitare il medium a produrli di sua volontà, imponendosi allo Spirito. Con questo mezzo egli giunge a governarlo, e fa di un dominatore a volte tirannico un essere subordinato e spesso docilissimo. Un fatto degno di nota, e confermato dall'esperienza, è che, in tal caso, un fanciullo può avere altrettanta, e spesso più grande, autorità di un adulto. È questa una nuova prova a sostegno di un punto essenziale della Dottrina, secondo cui lo Spirito è fanciullo solo per il corpo, e ha di per sé stesso uno sviluppo necessariamente anteriore alla sua incarnazione attuale, sviluppo che può donargli ascendente su quegli Spiriti che gli sono inferiori.

La moralizzazione di uno Spirito attraverso i consigli di una terza persona influente ed esperta, nel caso il medium non sia in condizione di farlo, è spesso un mezzo molto efficace. Torneremo su questo argomento più avanti.




Persone elettriche

163. Persone elettriche. È a questa categoria di medium che sembrerebbero appartenere le persone dotate di una certa dose di elettricità naturale, vere torpedini umane, che producono per semplice contatto tutti gli effetti di attrazione e repulsione. Si avrebbe torto tuttavia a considerarli dei medium, perché la vera medianità suppone l'intervento diretto di uno Spirito. Ora, nel caso di cui parliamo, efficaci esperimenti hanno provato che l'elettricità è l'unico agente di questi fenomeni. Questa bizzarra facoltà, che potrebbe quasi definirsi una infermità, può a volte unirsi alla medianità, come si può vedere nella storia dello Spirito picchiatore di Bergzabern; ma spesso essa è completamente indipendente. Secondo quanto abbiamo già detto, la sola prova dell'intervento degli Spiriti è il carattere intelligente delle manifestazioni. Tutte le volte che questo carattere non esiste, è fondato attribuire tali manifestazioni a una causa puramente fisica. Il problema è sapere se le persone elettriche hanno una maggiore attitudine a diventare medium a effetti fisici. Noi riteniamo di sì, ma questo dovrebbe essere un risultato dell'esperienza.




Medium sensitivi o impressionabili

164. Si designano così le persone capaci di avvertire la presenza degli Spiriti attraverso una vaga impressione, una sorta di sfioramento su tutte le membra, di cui esse non possono rendersi conto. Questa varietà non presenta un carattere ben definito. Tutti i medium sono necessariamente impressionabili, per cui l'impressionabilità è una qualità generale piuttosto che speciale: è la facoltà rudimentale indispensabile allo sviluppo di tutte le altre. Essa differisce dall'impressionabilità puramente fisica e nervosa, con la quale non bisogna confonderla, poiché ci sono persone che non hanno i nervi delicati e che più o meno risentono dell'effetto della presenza degli Spiriti, allo stesso modo che altre molto irritabili non ne risentono affatto.

Questa facoltà si sviluppa con l'abitudine e può raggiungere una tale acutezza che colui che ne è dotato riconosce, dall'impressione che risente, non soltanto la natura buona o cattiva dello Spirito che gli è al fianco, ma anche la sua individualità, così come il cieco riconosce da un certo nonsoché l'avvicinarsi della tale o talaltra persona. Egli diventa, in relazione agli Spiriti, un vero sensitivo. Un buono Spirito produce sempre un'impressione dolce e gradevole; quella di un cattivo Spirito, al contrario, è molesta, angosciante e sgradevole. È come se si respirassero delle impurità.




Medium udenti

165. Essi odono la voce degli Spiriti. Questa è, come abbiamo detto parlando della pneumatofonia, a volte una voce interiore che si fa sentire nella propria coscienza; altre volte una voce esterna, chiara e distinta come quella di una persona viva. I medium udenti possono entrare in conversazione con gli Spiriti. Allorché essi hanno preso l'abitudine di comunicare con certi Spiriti, li riconoscono immediatamente dal timbro della voce. Quando non si sia dotati di questa facoltà, si può egualmente comunicare con uno Spirito, tramite un medium udente, che svolge la funzione di interprete.

Questa facoltà è molto piacevole quando il medium ascolta solo buoni Spiriti o quelli che lui stesso chiama. Ma non è la stessa cosa quando un cattivo Spirito si accanisce contro di lui, facendogli ascoltare a ogni istante le cose più sgradevoli e a volte le più sconvenienti. È necessario allora sbarazzarsi di costui con i mezzi che indicheremo al capitolo "Dell'ossessione".






Medium parlanti

166. I medium udenti, che non fanno che trasmettere ciò che sentono, non sono, propriamente parlando, dei medium parlanti; questi ultimi, molto spesso, non sentono nulla. Presso di loro lo Spirito agisce sugli organi della parola, così come agisce sulla mano dei medium scriventi. Volendo lo Spirito comunicare, si serve di quell'organo ch'egli trova più flessibile presso il medium. All'uno prende in uso la mano, all'altro la parola, a un terzo l'udito. Il medium parlando si esprime generalmente senza avere coscienza di ciò che dice, e sovente egli dice delle cose che sono completamente il contrario di quelle che pensa abitualmente, diverse dalle sue conoscenze e persino al di là della portata della sua intelligenza. Benché egli sia perfettamente sveglio e in uno stato normale, raramente conserva il ricordo di quello che ha detto. Insomma, la parola è per il medium uno strumento di cui si serve lo Spirito, e con il quale una persona estranea può entrare in comunicazione, così come può farlo attraverso il medium udente.

La passività del medium parlante non sempre è così completa. Ve ne sono alcuni che hanno l'intuizione di ciò che dicono, nel momento stesso in cui pronunciano le parole. Ritorneremo su questo genere di medium quando tratteremo dei medium intuitivi.




Medium veggenti

167. I medium veggenti sono dotati della facoltà di vedere gli Spiriti. Ve ne sono alcuni che godono di questa facoltà nello stato normale, quando sono perfettamente svegli, e ne conservano un ricordo esatto; altri godono di tale facoltà solo nello stato sonnambolico o vicino al sonnambulismo. Raramente questa facoltà è permanente; essa è quasi sempre l'effetto di una crisi momentanea e passeggera. Si possono collocare nella categoria dei medium veggenti tutte le persone dotate della seconda vista. La possibilità di vedere gli Spiriti in sogno risulta senza dubbio da una sorta di medianità, ma non costituisce, propriamente parlando, elemento sufficiente per considerarsi medium veggente. Abbiamo spiegato questo fenomeno nel capitolo VI, "Manifestazioni visive".

Il medium veggente crede di vedere con gli occhi, come coloro che hanno la doppia vista, ma in realtà è l'anima che vede, e questa è la ragione per la quale essi vedono tanto a occhi chiusi quanto a occhi aperti; da ciò si conclude che un cieco può vedere gli Spiriti come chi abbia la vista perfetta. Ci sarebbe, su quest'ultimo punto, uno studio interessante da fare, quello cioè per sapere se questa facoltà è più frequente nei ciechi. Spiriti che erano stati ciechi ci hanno detto che, da vivi, essi avevano, per mezzo dell'anima, la percezione di certi oggetti e che non erano immersi nella nera oscurità.


168. Bisogna distinguere le apparizioni accidentali e spontanee dalla cosiddetta facoltà di vedere gli Spiriti. Le prime sono frequenti, soprattutto al momento della morte delle persone che si sono amate o conosciute, le quali vengono ad avvertire che non sono più di questo mondo. Numerosi sono gli esempi di fatti di questo genere, per non parlare delle visioni durante il sonno. Altre volte sono egualmente parenti o amici che, benché morti da un tempo più o meno lungo, appaiono sia per avvertire di un pericolo, sia per offrire un consiglio o domandare un favore. Il favore che può reclamare uno Spirito consiste generalmente nell'esecuzione di una cosa che egli non ha potuto fare da vivo, oppure nell'aiuto delle preghiere. Queste apparizioni sono dei fatti isolati che hanno sempre un carattere individuale e personale e non denotano il possesso di una facoltà specifica. La facoltà in questione consiste nella possibilità, se non permanente almeno molto frequente, di vedere il primo Spirito che si presenti, anche quello che ci è più estraneo. È questa facoltà che caratterizza, propriamente parlando, i medium veggenti.

Fra i medium veggenti, ci sono quelli che vedono soltanto gli Spiriti che vengono evocati e di cui essi possono fare la descrizione con minuziosa esattezza. Essi descrivono nei più piccoli particolari i loro gesti, l'espressione della loro fisionomia, i tratti del viso, le vesti e finanche i sentimenti da cui sembrano essere animati. Ve ne sono altri nei quali questa facoltà è ancora più generale; essi vedono tutta la popolazione spiritista circostante andare, venire e, si potrebbe dire, badare agli affari suoi.

169. Una sera, noi assistemmo alla rappresentazione dell'opera Oberon in compagnia di un bravissimo medium veggente. C'era nella sala un gran numero di posti vuoti, molti dei quali, tuttavia, erano occupati da Spiriti che avevano l'aria di interessarsi allo spettacolo. Alcuni di loro si mettevano accanto a gruppi di spettatori e sembrava che ascoltassero le loro conversazioni. Sul palco si svolgeva un'altra scena. Dietro gli attori, parecchi Spiriti d'umore gioviale si divertivano a scimmiottarli, imitando i loro gesti in maniera grottesca; altri, più seri, sembravano ispirare i cantanti e fare degli sforzi per dare loro energia. Uno di essi era costantemente accanto a una delle principali cantanti. Credendolo, noi, animato da intenzioni un po' leggere e avendolo chiamato dopo la calata del sipario, egli venne da noi e ci rimproverò con alquanta severità per il nostro giudizio temerario. 4o non sono quello che voi credete — disse — io sono la sua guida e il suo Spirito protettore. Sono io a essere stato incaricato di dirigerla». Dopo alcuni minuti di una conversazione molto seria, ci lasciò dicendo: Addio. Lei è nel suo camerino. Bisogna che io vada a vegliare su di lei». Noi evocammo in seguito lo Spirito di Weber, l'autore dell'opera, e gli domandammo che cosa pensasse dell'esecuzione della sua opera. «Non è male, — disse — ma è fiacca. Gli attori cantano, ecco tutto. Non c'è ispirazione. Aspettate — soggiunse — vado a cercare di dar loro un po' di sacro fuoco». Lo si vide allora sulla scena, che planava al di sopra degli attori; un effluvio sembrava emanare da lui e spandersi su di loro. In quel momento vi fu in loro un visibile aumento di energia.

170. Ecco un altro fatto che prova l'influenza che gli Spiriti esercitano sugli uomini a loro insaputa. Come quella sera di cui vi abbiamo raccontato sopra, ci trovavamo a una rappresentazione teatrale in compagnia di un altro medium veggente. Avendo intrecciato una conversazione con uno Spirito spettatore, questi ci disse: «Guardate quelle due signore sole, nel palco del primo ordine. Ebbene, io mi vanto di far loro lasciare la sala». Detto questo, lo si vide andar via e piazzarsi nel palco in questione a parlare con le due signore. Tutt'a un tratto queste, che erano attentissime allo spettacolo, si guardano, sembrano consultarsi, poi se ne vanno e non ricompaiono più. Lo Spirito ci fece allora un gesto comico per mostrarci che aveva tenuto fede alla parola; ma noi non lo rivedemmo più per chiedergli maggiori spiegazioni. È così che abbiamo potuto diverse volte essere testimoni del ruolo che svolgono gli Spiriti tra i vivi. Noi li abbiamo osservati in diversi luoghi di riunione, al ballo, al concerto, alla predica, ai funerali, alle feste di nozze ecc., e ovunque ne abbiamo trovati che stimolavano le cattive passioni, che insinuavano la discordia, provocavano le risse, rallegrandosi delle loro prodezze. Altri, al contrario, combattevano queste perniciose influenze, ma solo raramente venivano ascoltati.

171. La facoltà che permette di vedere gli Spiriti può senza dubbio essere sviluppata, ma questa è una di quelle facoltà di cui conviene attendere lo sviluppo naturale, anziché provocarlo, se non si vuole correre il rischio di diventare vittime della propria immaginazione. Quando il germe di una facoltà esiste, essa si manifesta spontaneamente. In linea di massima bisogna accontentarsi delle facoltà che Dio ci ha accordato, senza ricercare l'impossibile; perché altrimenti, volendo troppo avere, si rischia di perdere quello che si ha.

Quando abbiamo detto che i casi di apparizione spontanea sono frequenti (n. 107), noi non abbiamo voluto intendere che essi sono molto comuni. Quanto ai medium veggenti propriamente detti, essi sono ancora più rari, e non c'è assolutamente da fidarsi di quelli che pretendono di fruire di questa facoltà. È perciò prudente non prestar loro fede se non in base a prove positive. E non stiamo parlando di quelli che si abbandonano alla ridicola illusione di vedere gli Spiriti globuli, che abbiamo descritto nel numero 108, ma ci riferiamo a quelli che pretendono di vedere gli Spiriti in maniera razionale. Certe persone possono senza dubbio sbagliarsi in buona fede, ma altre possono anche simulare questa facoltà per amor proprio o per interesse. In questo caso, bisogna tenere particolarmente conto del carattere, della moralità e della sincerità abituale. Ma è soprattutto nei dettagli che si incontrano le migliori possibilità per una sicura verifica, poiché ci sono dettagli che non possono lasciare alcun dubbio, come, per esempio, l'esattezza del ritratto di Spiriti che il medium non ha mai conosciuto quando erano incarnati. Il fatto narrato qui di seguito rientra in questa categoria.

Una vedova, il cui marito comunicava frequentemente con lei, si trovava un giorno con un medium veggente, il quale non conosceva né lei né la sua famiglia. Il medium le disse: «Vedo uno Spirito accanto a lei.» «Ah!» disse la signora, «è senza dubbio mio marito, che non mi lascia quasi mai.» «No,» rispose il medium, «è una donna, d'una certa età; è pettinata in modo singolare; un nastro bianco le cinge la fronte.»

Da questa particolarità e da altri dettagli descrittivi, la signora riconobbe sua nonna in modo tale da non ingannarsi minimamente, e alla quale in quel momento ella non stava affatto pensando. Se il medium avesse voluto simulare la facoltà, gli sarebbe stato facile seguire il pensiero della donna. Ma, invece del marito di cui essa era preoccupata, egli vede una donna con un'acconciatura particolare, della quale niente poteva dargli l'idea. Questo fatto prova un'altra cosa: la vista, presso il medium, non è il riflesso di alcun pensiero estraneo (si veda il n. 102).





Medium sonnambuli

172. Il sonnambulismo può essere considerato come una varietà della facoltà medianica o, per meglio dire, sono due ordini di fenomeni che si trovano molto spesso riuniti. Il sonnambulo agisce sotto l'influenza del suo stesso Spirito. È la sua anima che nei momenti di emancipazione vede, intende e percepisce al di fuori del limite dei sensi. Ciò che esprime egli lo trae da sé stesso; le sue idee sono in generale più giuste di quanto lo siano nello stato normale, le sue cognizioni più vaste, poiché la sua anima è libera. In una parola, egli vive anticipatamente la vita degli Spiriti. Il medium, al contrario, è lo strumento d'una intelligenza estranea; egli è passivo, e ciò che dice non viene affatto da lui. Riassumendo, il sonnambulo esprime il suo proprio pensiero, mentre il medium esprime quello di un altro. Ma lo Spirito che sia in comunicazione con un medium comune può ben fare la medesima cosa con un sonnambulo; spesso anche lo stato di emancipazione dell'anima, durante il sonnambulismo, rende questa comunicazione più facile. Molti sonnambuli vedono perfettamente gli Spiriti e li descrivono con la stessa precisione dei medium veggenti; essi possono intrattenersi con loro e trasmetterci il loro pensiero; ciò che essi dicono al di fuori della cerchia delle loro conoscenze personali sovente è suggerito loro da altri Spiriti. Quello che segue è un rimarchevole esempio, in cui la doppia azione dello Spirito del sonnambulo e dello Spirito estraneo si rivela nel modo più inequivocabile.

173. Uno dei nostri amici aveva come sonnambulo un ragazzetto di quattordici o quindici anni, di una intelligenza molto comune e con una istruzione estremamente limitata. Nello stato di sonnambulismo, però, diede prova di una lucidità straordinaria e di una grande perspicacia. Eccelleva soprattutto nel trattamento delle malattie e mise in atto un gran numero di cure ritenute impossibili. Un giorno, durante una visita a un malato, descrisse la malattia di questi con perfetta esattezza. «Ma questo non è tutto,» gli fu detto «ora è necessario indicare il rimedio.» «Non posso,» rispose «il mio angelo dottore non è qui.» «Chi intendi per tuo angelo dottore?» «Quello che mi detta i rimedi.» «Non sei dunque tu che vedi i rimedi?» «Oh, no! Ve l'ho detto, è il mio angelo dottore che me le detta.»

Così, in questo sonnambulo, l'azione di vedere il male era opera del suo stesso Spirito che, per questo, non aveva bisogno di alcuna assistenza. Ma l'indicazione dei rimedi gli era data da un altro. Non trovandosi quest'altro là, nulla egli poteva dire. Quando era solo, era soltanto un sonnambulo; quando era assistito da quello ch'egli chiamava il suo angelo dottore egli era un sonnambulo-medium.

174. La lucidità sonnambolica è una facoltà che attiene all'organismo e che è completamente indipendente dall'elevazione, dall'avanzamento e anche dallo stato morale del soggetto. Un sonnambulo può dunque essere lucidissimo ed essere incapace di risolvere certe questioni se il suo Spirito è poco avanzato. Colui che parla, può dunque, di per sé stesso, dire cose buone o cattive, esatte o false, mettere più o meno delicatezza e scrupolo nei suoi procedimenti, secondo il grado di elevazione o di inferiorità del suo Spirito. È in questi casi che l'assistenza di uno Spirito estraneo può supplire alle sue insufficienze. Ma un sonnambulo può essere assistito da uno Spirito menzognero, frivolo o anche malvagio, allo stesso modo di un medium. È qui soprattutto che le qualità morali hanno una grande influenza per attirare i buoni Spiriti (vedere ne Il libro degli Spiriti, Sonnambulismo, n. 145; e, qui avanti, il capitolo sull’"Influenza morale del medium").




Medium guaritori

175. Unicamente per non tralasciare di menzionarla, parleremo qui di questa specie di medium. Infatti questo argomento esige uno svolgimento che supererebbe i limiti entro i quali dobbiamo attenerci. Sappiamo del resto che un medico, nostro amico, si propose di trattarlo in un'opera speciale sulla medicina intuitiva. Noi diremo soltanto che questo genere di medianità consiste principalmente nel dono - che certe persone posseggono - di guarire un malato con il semplice tatto, con lo sguardo, anche con un gesto, senza far ricorso ad alcun medicamento. Si dirà, senza dubbio, che questo non è altro che magnetismo. È evidente che il fluido magnetico gioca qui un grande ruolo; ma, quando si esamina con cura questo fenomeno, si riconosce senza difficoltà che c'è qualcosa di più. La magnetizzazione ordinaria è un vero e proprio trattamento, continuo, regolare e metodico. Nel caso che stiamo considerando, invece, le cose stanno in modo del tutto differente. Tutti i magnetizzatori sono più o meno atti a guarire se sanno agire convenientemente, mentre presso i medium guaritori la facoltà è spontanea, e qualcuno anzi la possiede senza aver mai sentito parlare di magnetismo. L'intervento di una potenza occulta, che è ciò che costituisce la medianità, diviene evidente in certe circostanze. Essa lo è soprattutto quando consideriamo che la maggior parte delle persone, le quali possono con ragione essere qualificate medium guaritori, fa ricorso alla preghiera, che è una vera evocazione (vedere qui il n. 131).

176. Quelle che seguono sono le risposte date alle domande, rivolte agli Spiriti, su questo argomento.

1. Le persone dotate della potenza magnetica si possono considerare come formanti una varietà di medium?

«Non potete averne alcun dubbio.»

2. Tuttavia il medium è un intermediario tra gli Spiriti e l'uomo. Ora, il magnetizzatore, che attinge la sua forza in sé stesso, non sembra proprio che sia l'intermediario di un qualche potere estraneo.

«È un errore. La potenza magnetica risiede senza dubbio nell'uomo, ma essa è aumentata dall'azione degli Spiriti che egli invoca in suo aiuto. Se tu, per esempio, magnetizzi con il proposito di guarire e invochi un buono Spirito che si interessi a te e al tuo malato, egli aumenta la tua forza e la tua volontà, dirige il tuo fluido e gli dà le qualità necessarie.»

3. Possono esistere, però, magnetizzatori eccellenti che non credono agli Spiriti?

«Credi tu, dunque, che gli Spiriti agiscano solo su quelli che credono in loro? Quanti magnetizzano per il bene sono sempre assecondati dai buoni Spiriti. Ogni uomo che nutra il desiderio del bene li chiama senza neppure accorgersene; allo stesso modo che, attraverso il desiderio del male e le cattive intenzioni, egli chiama gli Spiriti malvagi.»

4. Colui che, avendo la forza magnetica, credesse all'intervento degli Spiriti, agirebbe con maggiore efficacia?

«Egli farebbe cose tali che voi guardereste a esse come a dei miracoli.»

5. Certe persone hanno davvero il dono di guarire attraverso il semplice contatto, senza l'impiego dei passi magnetici?

«Sicuro. Non ne avete voi forse numerosi esempi?»

6. In questo caso c'è azione magnetica o soltanto influenza degli Spiriti?

«L'una e l'altra cosa. Queste persone sono dei veri medium, poiché esse agiscono sotto l'influenza degli Spiriti; ma questo non vuol dire che esse siano dei medium scriventi, come intendete voi.»

7. Questo potere può essere trasmesso?

«Il potere, no. Si può, invece, trasmettere la conoscenza degli elementi necessari per esercitarlo, se lo si possiede. C'è chi non sospetterebbe neppure di possedere questo potere se non credesse che gli è stato trasmesso.»

8. Si possono ottenere delle guarigioni attraverso la sola preghiera?

«Sì, qualche volta. Se Dio lo permette. Ma può darsi che il bene del malato sia quello di soffrire ancora, la qual cosa vi induce a credere che la vostra preghiera non sia stata ascoltata.»

9. Ci sono, per questo, formule di preghiere che sono le une più efficaci delle altre?

«Solo la superstizione può attribuire un valore a certe parole, e solo Spiriti ignoranti o mentitori possono alimentare simili idee prescrivendo delle formule. Può avvenire tuttavia che, in persone poco illuminate e incapaci di comprendere le cose essenzialmente spirituali, l'impiego di una formula contribuisca a infonder loro fiducia. In questo caso non è la formula che è efficace, ma è la fede che è aumentata, grazie all'idea legata all'impiego della formula.»





Medium pneumatografi

177. Si dà questo nome ai medium atti a ottenere la scrittura diretta, il che non è dato a tutti i medium scriventi. Questa facoltà è finora abbastanza rara; essa, probabilmente, si sviluppa con l'esercizio. Ma, come abbiamo detto, la sua utilità pratica si limita a una costatazione evidente dell'intervento di una forza occulta nelle manifestazioni. Solo l'esperienza è in grado di far vedere a qualsiasi persona se la possiede. Si può dunque provare e si può d'altra parte chiederlo a uno Spirito protettore con gli altri mezzi di comunicazione. A seconda della maggiore o minore potenza del medium, si ottengono dei semplici tratti, segni, lettere, parole, frasi e anche delle intere pagine. Comunemente basta collocare un foglio di carta piegato in un luogo qualsiasi o stabilito dallo Spirito, per dieci minuti o un quarto d'ora o a volte di più. La preghiera e il raccoglimento sono condizioni essenziali. È per questo che si può considerare impossibile ottenere qualcosa in una riunione di persone poco serie o che non siano animate da sentimenti di simpatia e benevolenza (vedere, per la teoria della scrittura diretta, il capitolo VIII, "Laboratorio del mondo invisibile", n. 127 e ss., e il capitolo XII, "Pneumatografia").

Noi tratteremo dei medium scriventi, in maniera speciale, nei capitoli che seguono.





Capitolo XV - MEDIUM SCRIVENTI O PSICOGRAFI

178. Di tutti i mezzi di comunicazione, la scrittura manuale è il più semplice, il più comodo e soprattutto il più completo. È verso questo mezzo che devono tendere tutti gli sforzi, perché esso permette di stabilire con gli Spiriti relazioni costanti e regolari proprio come quelle che esistono tra di noi. È d'uopo aderirvi, tanto più che questo è il mezzo con il quale gli Spiriti rivelano al meglio la loro natura e il grado della loro perfezione o della loro inferiorità. Per la facilità che incontrano nell'esprimersi con questo mezzo, essi ci fanno conoscere i loro più intimi pensieri e ci mettono in grado di giudicarli e di apprezzarli secondo il loro valore. Per un medium, la facoltà di scrivere è, inoltre, quella più suscettibile di svilupparsi con l'esercizio.





Medium meccanici

179. Se si esaminano certi effetti che si producono nei movimenti della tavola, del cestello o della tavoletta che scrive, non si può dubitare di un'azione direttamente esercitata dallo Spirito su questi oggetti. Il cestello si agita a volte con tanta violenza, che sfugge dalle mani del medium e non raramente si dirige verso alcune persone del gruppo di astanti per picchiarle; altre volte i suoi movimenti testimoniano un sentimento affettuoso. Accade la stessa cosa quando la matita viene messa in mano al medium; spesso essa è lanciata lontano con forza, oppure la mano, come il canestrello, si agita convulsamente e batte sulla tavola con collera, quand'anche il medium si trovi nella massima quiete, ragion per cui egli si meraviglia di non essere padrone di sé. Diciamo, di passaggio, che questi effetti denotano sempre la presenza di Spiriti imperfetti; gli Spiriti realmente superiori sono costantemente calmi, dignitosi e benevoli; se non sono convenientemente ascoltati, si ritirano, e altri prendono il loro posto. Lo Spirito può dunque esprimere direttamente il suo pensiero, sia attraverso il movimento di un oggetto, su cui la mano del medium non è che il punto d'appoggio, sia attraverso la sua azione sulla mano stessa.

Quando lo Spirito agisce direttamente sulla mano, egli dà a questa un impulso completamente indipendente dalla volontà del medium. Essa si muove, senza interruzione e malgrado il medium, finché lo Spirito ha qualcosa da dire, e si arresta quando ha finito.

Ciò che caratterizza il fenomeno in questa circostanza è il fatto che il medium non ha la minima consapevolezza di ciò che scrive. L'inconsapevolezza assoluta, in questo caso, costituisce il principale requisito di coloro che vengono chiamati medium passivi o meccanici. Questa facoltà è preziosa in quanto non può lasciare alcun dubbio sull'indipendenza del pensiero di colui che scrive.




Medium intuitivi

180. La trasmissione del pensiero ha anche luogo attraverso l'intermediario dello Spirito del medium o, meglio, della sua anima, poiché noi indichiamo con questo nome lo Spirito incarnato. Lo Spirito estraneo, in questo caso, non agisce sulla mano per farla scrivere; non la tiene né la guida. Egli agisce sull'anima con la quale egli si identifica. L'anima, sotto questo impulso, dirige la mano, e la mano dirige la matita. Notiamo qui una cosa importante, che è necessario sapere: lo Spirito estraneo, cioè, non si sostituisce affatto all'anima, visto che non potrebbe dislocarla, ma la domina a sua insaputa e le imprime la sua volontà. In questa circostanza il ruolo dell'anima non è assolutamente passivo; è l'anima che riceve il pensiero dello Spirito estraneo e lo trasmette. In questa situazione, il medium ha la consapevolezza di ciò che scrive, benché ciò non sia il suo proprio pensiero. Egli è quello che noi chiamiamo medium intuitivo.

Se è così— si dirà — niente prova che colui che scrive sia uno Spirito estraneo piuttosto che lo Spirito del medium. La distinzione è in realtà, a volte, assai difficile da effettuarsi, ma potrebbe essere che ciò poco importi. Tuttavia si può riconoscere se il pensiero è suggerito dal fatto che esso non è mai preconcetto. Nasce man mano che lo si scrive e spesso è contrario all'idea che inizialmente ci si era formati; esso può anche essere al di fuori delle cognizioni e capacità del medium.

Il ruolo del medium meccanico è quello di una macchina. Il medium intuitivo agisce come farebbe un intermediario o un interprete. Questo, infatti, per trasmettere il pensiero, deve comprenderlo, in qualche modo appropriarsene per tradurlo fedelmente. Tuttavia questo pensiero non è il suo: esso non fa altro che attraversare il suo cervello. Tale è, esattamente, il ruolo del medium intuitivo.




Medium semimeccanici

181. Nel medium puramente meccanico, il movimento della mano è indipendente dalla volontà; nel medium intuitivo, il movimento è volontario e facoltativo. Il medium semi meccanico fa parte di entrambe le categorie. Egli sente l'impulso dato alla sua mano suo malgrado, ma nello stesso tempo ha coscienza di ciò che scrive man mano che le parole si formano. Nel primo, il pensiero segue l'atto della scrittura; nel secondo, lo precede; nel terzo, il pensiero accompagna la scrittura. Questi ultimi sono i medium più numerosi.




Medium ispirati o involontari

182. Ogni persona la quale — sia nello stato normale, sia nello stato d'estasi — riceva, attraverso il pensiero, comunicazioni estranee alle sue idee preconcette, può essere incluso nella categoria dei medium ispirati. Questa è, come si vede, una varietà della medianità intuitiva, con una sostanziale differenza. Qui, infatti, l'intervento di un potere occulto è ancora molto meno sensibile, poiché, presso l'ispirato, è ancora più difficile distinguere il pensiero proprio da quello che viene invece suggerito. Ciò che caratterizza il pensiero di questa ultima categoria è soprattutto la spontaneità. L'ispirazione ci viene dagli Spiriti che ci influenzano nel bene o nel male, ma essa è piuttosto il soccorso di quelli che ci vogliono bene e i cui consigli, troppo spesso, abbiamo il torto di non seguire. L'ispirazione si applica a tutte le circostanze della vita, nelle risoluzioni che dobbiamo prendere. Sotto questo aspetto si può dire che tutti sono medium, perché non c'è alcuno che non abbia i suoi Spiriti protettori e familiari, i quali fanno ogni sforzo per suggerire ai loro protetti benefici pensieri. Se ci compenetrassimo bene in questa verità, faremmo più spesso ricorso all'ispirazione del nostro angelo custode nei momenti in cui non si sa che dire o che fare. Lo si invochi dunque con fervore e fiducia in caso di necessità, e si rimarrà molto spesso stupiti dalle idee che nasceranno come per incanto, sia che si abbia una decisione da prendere, sia che si abbia qualcosa da comporre. Se non si presentasse nessuna idea, è perché bisogna attendere. La prova che l'idea che sopravviene è una idea estranea a noi stessi, è data dal fatto che, se essa fosse già stata in noi, ne saremmo stati sempre padroni, e non ci sarebbe ragione perché essa non si manifesti secondo la nostra volontà. Colui che non è cieco non ha che da aprire gli occhi per vedere quando voglia; così come colui che ha delle idee sue proprie le ha sempre a sua disposizione. Se tali idee non si presentano a suo piacimento, è perché egli è obbligato ad attingerle altrove, non nel suo cervello.

Si possono ancora inserire in questa categoria quelle persone che, senza essere dotate di una intelligenza fuori del comune e senza uscire dallo stato normale, hanno lampi di lucidità intellettuale, che dona loro momentaneamente una insolita facilità di concetto ed eloquio e, in certi casi, il presentimento delle cose future. In questi momenti, che vengono giustamente chiamati momenti d'ispirazione, le idee abbondano, si susseguono, s'incatenano, per così dire, da sé stesse per un impulso involontario e quasi febbrile. Sembra che una intelligenza superiore venga ad aiutarci e che il nostro Spirito si sia sbarazzato di un fardello.

183. Gli uomini di genio di tutti i generi, artisti, sapienti, letterati, sono senza dubbio Spiriti avanzati capaci di comprendere da sé stessi e di concepire grandi cose. Orbene, è proprio perché sono considerati capaci che gli Spiriti, che vogliano la realizzazione di certi lavori, suggeriscono loro le idee necessarie, ed è così che essi sono molto spesso medium senza saperlo. Hanno, tuttavia, la vaga intuizione di un'assistenza estranea, poiché colui che fa appello all'ispirazione non fa altro che una evocazione. D'altronde se non sperasse di essere ascoltato, perché esclamerebbe tanto frequentemente: Mio buon genio, vienimi in aiuto!

Le risposte che seguono confermano quest'asserzione.

— Qual è la causa prima dell'ispirazione?

«Lo Spirito che comunica per mezzo del pensiero.»

— L'ispirazione ha per oggetto solo la rivelazione di grandi cose?

«No. Essa ha spesso relazione con le circostanze più comuni della vita. Per esempio, tu vuoi andare da qualche parte: una voce segreta ti dice di non farlo, perché c'è un pericolo in agguato per te; oppure essa ti dice di fare una cosa alla quale tu non pensavi: questa è l'ispirazione. Sono ben poche le persone che non siano state più o meno ispirate in determinati momenti.»

— Uno scrittore, un pittore, un musicista, per esempio, nei momenti d'ispirazione, potrebbero essere considerati dei medium?

«Sì. Infatti, in questi momenti la loro anima è più libera ed è come liberata dalla materia. Essa recupera una parte delle sue facoltà di Spirito e riceve più facilmente le comunicazioni degli altri Spiriti che la ispirano.»




Medium da presentimenti

184. Il presentimento è una intuizione vaga delle cose future. Certe persone hanno questa facoltà più o meno sviluppata. Può essere dovuta a una specie di doppia vista che permette loro d'intravedere le conseguenze delle cose presenti e la concatenazione degli avvenimenti. Ma spesso è anche il risultato di comunicazioni occulte; allora, in questo caso soprattutto, si può dare a coloro che ne sono dotati, il nome di medium da presentimenti, che sono una varietà dei medium ispirati.





Capitolo XVI - MEDIUM SPECIALI



Varietà dei medium scriventi

191. 1° - Secondo il modo di esecuzione
MEDIUM SCRIVENTI O PSICOGRAFI. Sono quelli che hanno la facoltà di scrivere essi stessi sotto l'influenza degli Spiriti.

MEDIUM SCRIVENTI MECCANICI. Sono quelli la cui mano riceve un impulso involontario, e che non hanno alcuna consapevolezza di ciò che scrivono. Rarissimi (n. 179).

MEDIUM SEMIMECCANICI. Sono quelli la cui mano procede nella scrittura involontariamente, ma che hanno la coscienza istantanea delle parole o delle frasi man mano che le scrivono. Sono i più comuni (n. 181).

MEDIUM INTUITIVI. Sono quelli a cui gli Spiriti comunicano attraverso il pensiero, e la cui mano è guidata dalla volontà. Essi differiscono dai medium ispirati, in quanto questi ultimi non hanno bisogno di scrivere, mentre il medium intuitivo scrive istantaneamente il pensiero che gli viene suggerito su un argomento determinato e provocato (n. 180).

«Sono molto comuni, ma anche molto soggetti all'errore, perché spesso non possono discernere ciò che proviene dagli Spiriti da ciò che proviene da loro stessi.»

MEDIUM POLIGRAFI. Sono quelli la cui scrittura cambia con lo Spirito con cui comunicano, oppure quelli che sono atti a riprodurre la scrittura che lo Spirito aveva quando era in vita. Il primo caso è molto comune; il secondo, quello dell'identità di scrittura, è più raro (n. 219).

MEDIUM POLIGLOTTI. Sono quelli che hanno la facoltà di parlare o di scrivere in lingue che sono a loro sconosciute. Molto rari.

MEDIUM ILLETTERATI. Sono quelli che come i medium scrivono, senza però sapere, nello stato normale, né leggere né scrivere.

«Più rari dei precedenti. C'è una maggiore difficoltà materiale da vincere.»


192. 2° - Secondo lo sviluppo della facoltà
MEDIUM NOVIZI. Sono quelli le cui facoltà non sono ancora completamente sviluppate, e che mancano dell'esperienza necessaria.

MEDIUM IMPRODUTTIVI. Sono quelli che giungono a ottenere soltanto cose insignificanti - dei monosillabi, dei tratti o delle lettere senza seguito (vedere il capitolo "Formazione dei medium").

MEDIUM FATTI O FORMATI. Sono quelli le cui facoltà medianiche sono completamente sviluppate, e che trasmettono, con facilità, prontezza e senza alcuna esitazione, le comunicazioni che ricevono. Ben si comprende come questo risultato non possa ottenersi che con l'abitudine, mentre presso i medium novizi le comunicazioni sono lente e difficili.

MEDIUM LACONICI. Sono quelli le cui comunicazioni, benché facili, sono brevi e senza sviluppo.

MEDIUM ESPLICITI. Le comunicazioni che essi ottengono hanno tutto l'ampio respiro e tutta la profondità che ci si può attendere da uno scrittore consumato.

«Questa attitudine risulta dall'espansione e dalla facilità di combinazione dei fluidi. Gli Spiriti li ricercano per trattare argomenti che richiedono grandi sviluppi.»

MEDIUM SPERIMENTATI. La facilità di esecuzione è una questione di abitudine, che si acquisisce spesso in poco tempo, mentre l'esperienza è il risultato di uno studio serio di tutte le difficoltà che si presentano nella pratica dello Spiritismo. L'esperienza dà al medium il tatto necessario per apprezzare la natura degli Spiriti che si manifestano, per giudicare le loro qualità buone o cattive attraverso i segni più minuziosi e per scoprire l'astuzia degli Spiriti ingannatori, che si rivestono con le apparenze della verità. Si comprende facilmente l’importanza di questa qualità, senza la quale tutte le altre sono senza utilità reale. Il male è che molti medium confondono l'esperienza, frutto dello studio, con l'attitudine, prodotto dell'organismo. Essi ritengono di essere diventati maestri perché scrivono con facilità; rifiutano ogni consiglio e diventano preda degli Spiriti mentitori e ipocriti, che li catturano adulando il loro orgoglio (vedere, qui di seguito, il capitolo "Dell'ossessione").

MEDIUM FLESSIBILI. Sono quelli la cui facoltà più facilmente si presta ai diversi generi di comunicazione, e per mezzo dei quali tutti gli Spiriti, o quasi tutti, possono manifestarsi, spontaneamente o per evocazione.

«Questa varietà di medium si avvicina molto a quella dei medium sensitivi.»

MEDIUM ESCLUSIVI. Sono quelli attraverso i quali uno Spirito si manifesta di preferenza — fino all'esclusione di tutti gli altri — e risponde per quelli che vengono chiamati per mezzo del medium.

«Questo risulta sempre da una mancanza di flessibilità. Quando lo Spirito è buono, può attaccarsi al medium per simpatia e per un lodevole fine; quando lo Spirito è malvagio, l'obbiettivo è sempre quello di porre il medium sotto il suo dominio. È piuttosto un difetto che una qualità, ed è molto vicino all'ossessione» (vedere il capitolo "Dell'ossessione").

MEDIUM DA EVOCAZIONI. I medium flessibili sono naturalmente i più adatti a questo genere di comunicazione e alle domande minuziose che possono essere rivolte agli Spiriti. Ci sono, sotto questo aspetto, dei medium veramente speciali.

«Le loro risposte sono quasi sempre racchiuse in un quadro ristretto, incompatibile con lo sviluppo di argomenti generali.»

MEDIUM DA DETTATI SPONTANEI. Essi ricevono di preferenza comunicazioni spontanee da parte di Spiriti che si presentano senza essere stati chiamati. Quando, presso un medium questa facoltà è speciale, diventa difficile e a volte perfino impossibile fare per mezzo di lui una evocazione.

«Tuttavia essi sono ben più dotati di quelli della classe precedente. Fate attenzione che la dotazione di cui qui si parla si riferisce ai materiali cerebrali. Infatti occorre spesso - direi anzi sempre - un grado più alto di intelligenza per i dettati spontanei che per le evocazioni. Intendete qui per dettati spontanei quelli che veramente meritano questo nome e non qualche frase incompleta o qualche banale pensiero che si trova in tutti gli scritti umani.»


193. 3° - Secondo il genere e la specialità delle comunicazioni
MEDIUM VERSIFICATORI. Essi ottengono, più facilmente di altri, delle comunicazioni in versi. Abbastanza comuni per i cattivi versi, assai rari per i versi buoni.

MEDIUM POETICI. Pur senza ottenere delle rime, le comunicazioni che essi ricevono hanno qualcosa di etereo, di sentimentale, né c'è nulla in loro che denoti rudezza. Più degli altri, essi sono adatti all'espressione dei sentimenti teneri e affettuosi. Tutto in essi è vago, e sarebbe inutile chiedere loro alcunché di preciso. Molto comuni.

MEDIUM POSITIVI. Le loro comunicazioni hanno in generale un carattere di nitidezza e di precisione che si presta volentieri ai dettagli circostanziati e alle informazioni esatte. Abbastanza rari.

MEDIUM LETTERARI. Essi non hanno né la leggiadria dei medium poetici né la concretezza dei medium positivi. Ma dissertano con sagacia; il loro stile è corretto, elegante e spesso di notevole eloquenza.

MEDIUM SCORRETTI. Essi possono ottenere cose eccellenti, pensieri d'irreprensibile moralità, ma il loro stile è prolisso, scorretto, sovraccarico di ripetizioni e di termini impropri.

«La scorrettezza materiale dello stile deriva generalmente dalla mancanza di cultura intellettuale del medium, che non è, per lo Spirito, un buono strumento sotto questo aspetto; ma lo Spirito vi attribuisce poca importanza. Poiché per lui la cosa essenziale è il pensiero, egli vi lascia liberi di dare al pensiero la forma che più a esso convenga. Non è la stessa cosa però per le idee false e illogiche che una comunicazione può contenere; esse sono sempre un indice dell'inferiorità dello Spirito che si manifesta.»

MEDIUM STORICI. Sono quelli che hanno un'attitudine speciale per gli sviluppi storici. Questa facoltà, come tutte le altre, è indipendente dalle cognizioni del medium, perché vediamo gente senza istruzione - e anche dei bambini - trattare argomenti ben al di là della loro portata. Si tratta di una varietà rara dei medium positivi.

MEDIUM SCIENTIFICI. Noi non diciamo sapienti, perché essi possono essere molto ignoranti; ma, nonostante ciò, sono più specificamente adatti alle comunicazioni relative alle scienze.

MEDIUM MEDICI. La loro specialità è quella di servire più facilmente da interpreti agli Spiriti per le prescrizioni mediche. Non bisogna confonderli con i medium guaritori, poiché non fanno assolutamente nient'altro che trasmettere il pensiero dello Spirito, senza esercitare di per sé stessi alcuna influenza. Abbastanza comuni.

MEDIUM RELIGIOSI. Ricevono in modo più particolare comunicazioni di carattere religioso o che trattano le questioni di religione, senza tener conto delle loro credenze o abitudini.

MEDIUM FILOSOFI E MORALISTI. Le loro comunicazioni hanno generalmente per oggetto questioni di morale e di alta filosofia. Molto comuni quelli moralisti.

«Tutte queste gradazioni sono le varietà d'attitudini di buoni medium. Quanto a quelli che hanno un'attitudine speciale per alcune comunicazioni scientifiche, storiche, mediche o altre, al di sopra della loro portata attuale, siate certi che essi hanno posseduto queste cognizioni in un'altra esistenza e che sono restate in loro allo stato latente. Esse fanno parte dei materiali cerebrali necessari allo Spirito che si manifesta; sono gli elementi che gli facilitano la strada per comunicare le proprie idee, poiché questi medium sono per lo Spirito strumenti più intelligenti e più duttili di quanto non lo sarebbe un ignorante.»

ERASTO

MEDIUM DA COMUNICAZIONI TRIVIALI E OSCENE. Queste parole indicano il genere di comunicazioni che certi medium ricevono d'abitudine e la natura degli Spiriti che le fanno. Chiunque abbia studiato il mondo spiritista, in tutti i gradi della scala, sa che vi sono Spiriti la cui perversità eguaglia quella degli uomini più depravati, e che si compiacciono di esprimere i loro pensieri con i termini più grossolani. Altri, meno abbietti, si accontentano di espressioni triviali. Si comprende bene come grande sia il desiderio di questi medium di essere liberati dalla preferenza loro accordata da questi Spiriti, e come debbano invidiare quelli che, nelle comunicazioni che ricevono, non hanno mai avuto una parola sconveniente. Sarebbe necessaria una ben strana aberrazione di idee e bisognerebbe aver divorziato dal buon senso, per credere che un simile linguaggio possa essere usato da buoni Spiriti.


194. 4° - Secondo le qualità fisiche del medium
MEDIUM CALMI. Scrivono sempre con una certa lentezza e senza provare la minima agitazione.

MEDIUM VELOCI. Scrivono con una rapidità maggiore di quanto potrebbero fare volontariamente, in stato normale. Gli Spiriti comunicano attraverso di essi con la velocità del lampo. Si direbbe che c'è in loro una sovrabbondanza di fluido che permette l'identificazione istantanea con lo Spirito. Questa qualità ha a volte un suo inconveniente; infatti la rapidità con cui scrivono rende la scrittura molto difficile a leggersi da parte di chiunque non sia il medium stesso.

«Essa è anche molto faticosa, perché disperde troppo fluido inutilmente.»

MEDIUM CONVULSIVI. Si trovano quasi sempre in uno stato di sovreccitazione febbrile. La loro mano e, qualche volta, tutta la loro persona sono agitate da un tremito che non riescono a dominare. La causa prima di ciò è senza dubbio nel loro organismo, ma molto essa dipende anche dalla natura degli Spiriti che comunicano attraverso loro. Gli Spiriti buoni e benevoli fanno sempre un'impressione dolce e piacevole; quelli cattivi, al contrario, producono un'impressione penosa.

«Bisogna che questi medium non si servano che raramente della loro facoltà medianica, il cui uso troppo frequente potrebbe compromettere il loro sistema nervoso» (vedere capitolo XXIV, sull’“Identità degli Spiriti - Distinzione tra i buoni e i cattivi Spiriti”).


195. 5° - Secondo le qualità morali del medium
Noi le menzioniamo sommariamente a titolo informativo e per completare il quadro, visto che esse saranno qui più avanti sviluppate negli specifici capitoli: "Influenza morale del medium", "Dell'ossessione", "Identità degli Spiriti", e altri, su cui richiamiamo un’attenzione particolare. Si vedrà così l'influenza che le qualità e i difetti dei medium possono esercitare sulla sicurezza delle comunicazioni, e si vedrà altresì quali sono quelli che, con ragione, possono considerarsi dei medium imperfetti oppure dei buoni medium.


196. Medium imperfetti
MEDIUM OSSESSI. Sono quelli che non possono liberarsi di Spiriti importuni e ingannatori, ma non si lasciano illudere.

MEDIUM FASCINATI. Sono quelli che vengono illusi da Spiriti ingannatori e si illudono sulla natura delle comunicazioni che ricevono.

MEDIUM SOGGIOGATI. Sono quelli che subiscono un dominio morale e spesso materiale da parte di cattivi Spiriti.

MEDIUM LEGGERI. Sono quelli che non prendono affatto sul serio la loro facoltà medianica, e se ne servono soltanto come divertimento o per cose futili.

MEDIUM INDIFFERENTI. Sono quelli che non traggono alcun vantaggio morale dalle istruzioni che ricevono, e non modificano in nulla la loro condotta e le loro abitudini.

MEDIUM PRESUNTUOSI. Sono quelli che hanno la pretesa di essere i soli in rapporto con gli Spiriti superiori. Si credono infallibili e considerano inferiore ed erroneo tutto ciò che non provenga da loro stessi.

MEDIUM ORGOGLIOSI. Sono quelli che si vantano delle comunicazioni che ricevono. Essi credono di non avere più nulla da imparare nello Spiritismo e non prendono per sé le lezioni che ricevono da parte degli Spiriti. Non si accontentano delle facoltà che posseggono: vogliono possederle tutte.

MEDIUM SUSCETTIBILI. È una varietà dei medium orgogliosi. Essi si offendono per le critiche di cui le loro comunicazioni possono essere oggetto; si offendono alla minima contraddizione, e se mostrano ciò che hanno ottenuto, è per farlo ammirare e non per chiedere dei consigli. Generalmente prendono in antipatia quelle persone che non li applaudono senza riserve, e abbandonano le riunioni nelle quali non possano imporsi e dominare.

«Lasciateli andare a pavoneggiarsi altrove e a cercare orecchi più compiacenti oppure lasciate che si ritirino nell'isolamento. Le riunioni che essi privano della loro presenza non subiscono una grande perdita.»

ERASTO

MEDIUM MERCENARI. Sono quelli che sfruttano, commercializzandola, la loro facoltà.

MEDIUM AMBIZIOSI. Sono quelli che, pur non monetizzando la loro facoltà, sperano comunque di trarne un qualsiasi vantaggio.

MEDIUM DI MALAFEDE. Sono quelli che, pur avendo delle facoltà reali, per darsi importanza simulano facoltà che non hanno. Né si può dare il titolo di medium a persone che, non avendo alcuna facoltà medianica, producono degli effetti solo attraverso la ciarlataneria.

MEDIUM EGOISTI. Sono quelli che si servono della loro facoltà solo per uso personale e conservano per sé le comunicazioni che ricevono.

MEDIUM GELOSI. Sono quelli che guardano con rancore ad altri medium più apprezzati e a loro superiori.

Tutti questi difetti hanno necessariamente la loro contropartita nel bene.


197. Buoni medium
MEDIUM SERI. Sono quelli che non si servono della loro facoltà che per il bene e per cose veramente utili. Essi pensano di profanarla se dovessero usarla per la soddisfazione dei curiosi e degli indifferenti o per delle cose futili.

MEDIUM MODESTI. Sono quelli che non si fanno alcun merito delle comunicazioni che ricevono, per quanto belle possano essere; si ritengono a esse estranei e non si credono al riparo dalle mistificazioni. Lungi dall'evitare le opinioni disinteressate, essi le sollecitano.

MEDIUM DEVOTI. Sono quelli che comprendono come il vero medium abbia una missione da adempiere e debba, quando ciò è necessario, sacrificare i suoi gusti, le sue abitudini, i suoi piaceri, il suo tempo e anche i suoi interessi materiali per il bene altrui.

MEDIUM SICURI. Sono quelli che meritano la maggior fiducia, per la loro facilità di attuazione, per il loro stesso carattere, per la natura elevata degli Spiriti da cui sono assistiti e perché i meno esposti all'inganno. Vedremo più avanti come questa sicurezza non dipenda assolutamente dai nomi più o meno rispettabili con cui gli Spiriti si manifestano.

«È incontestabile - voi ben lo capite - che così commentando le qualità e i difetti dei medium, ciò susciterà contrarietà e anche animosità in qualcuno. Ma che cosa importa? La medianità si diffonde ogni giorno di più, e il medium che male sopportasse queste riflessioni dimostrerebbe certamente una cosa: che non è un buon medium, vale a dire che è assistito da cattivi Spiriti. Del resto, come ho già detto, tutto ciò sarà cosa passeggera, e i cattivi medium, quelli che abusano o fanno cattivo uso delle loro facoltà, ne subiranno tristi conseguenze, come è già accaduto a qualcuno. Costoro impareranno a proprie spese quanto costi far tornare a vantaggio delle loro passioni terrene un dono che Dio aveva loro accordato soltanto per il loro avanzamento morale. Se voi non potete ricondurli sulla retta via, compiangeteli, perché - io posso dirlo - essi sono riprovati da Dio.»

ERASTO

«Questo quadro è di grande importanza, non solo per i medium sinceri che, leggendolo, cercheranno in buona fede di salvarsi dai frangenti ai quali sono esposti, ma anche per coloro che dei medium si servono, perché questo quadro darà loro la misura di ciò che possono razionalmente attendersi da essi. Questo quadro dovrebbe essere costantemente sotto gli occhi di chiunque si occupi di manifestazioni, così come anche la scala spiritista di cui è il complemento. Queste due tavole riassumono tutti i principi della dottrina e contribuiranno, più di quanto voi non crediate, a ricondurre lo Spiritismo sulla sua vera strada.»

SOCRATE

198. Tutte queste varietà di medium presentano gradi infiniti nella loro intensità. Ve ne sono parecchi che, propriamente parlando, costituiscono solo delle sfumature, ma che, non per questo, cessano di essere effetto di attitudini speciali. È chiaro che deve essere abbastanza raro che la facoltà di un medium sia rigorosamente circoscritta in un solo genere. Il medesimo medium può senza dubbio avere parecchie attitudini, ma ce n'è sempre una che domina, ed è quella a cui egli deve attenersi, per coltivarla se essa è utile. È un grave torto voler egualmente indurre allo sviluppo una facoltà che non si possegga. Bisogna coltivare tutte quelle facoltà di cui si riconosca di possedere il germe in sé stessi. Ma perseguire le altre significa prima di tutto perdere il proprio tempo e, in secondo luogo, perdere forse - indebolire di sicuro - quelle facoltà di cui si è dotati.

«Quando il principio, il germe di una facoltà esiste, questa si manifesta sempre attraverso segnali inequivocabili. Limitandosi alla sua specialità, il medium può eccellere e ottenere cose grandi e belle; occupandosi invece di tutto, egli non otterrà niente di buono. Per inciso, osservate come il desiderio di allargare il cerchio delle proprie facoltà sia una pretesa orgogliosa che gli Spiriti non lasciano mai impunita: i buoni abbandonano sempre il presuntuoso, che in questo modo diventa lo zimbello degli Spiriti ingannevoli. Sfortunatamente non è raro incontrare dei medium che non si accontentano dei doni che hanno ricevuto e che, per amor proprio o ambizione, aspirano a possedere delle facoltà eccezionali atte a renderli noti. Questa pretesa li priva della qualità più preziosa: quella di medium sicuri.»

SOCRATE

199. Lo studio della specialità da parte dei medium è necessaria, non solo per loro stessi ma anche per l'evocatore. A seconda della natura dello Spirito che si desidera chiamare e delle domande che gli si vogliono rivolgere, è opportuno scegliere il medium più adatto alla questione. Rivolgersi al primo venuto, significa correre il rischio di avere risposte incomplete o addirittura sbagliate. Prendiamo un esempio tra i fatti più comuni. Di certo non affideremmo la redazione di un testo, e neppure una semplice trascrizione, al primo venuto per il semplice fatto ch'egli sappia scrivere. Un musicista, per esempio, vuol far eseguire un brano cantato di una sua composizione. Egli ha a sua disposizione parecchi cantanti, tutti valenti. Tuttavia egli non ne prenderà uno a caso; sceglierà invece per l'interpretazione del suo pezzo quello la cui voce, espressione e, in una parola, tutte le qualità meglio rispondano alla natura del suo brano. La medesima cosa fanno gli Spiriti rispetto ai medium, e noi dobbiamo procedere come gli Spiriti.

Bisogna inoltre notare che le sfumature che presenta la medianità — alle quali altre se ne potrebbero aggiungere — non sempre sono in relazione con il carattere del medium. Così, per esempio, un medium allegro e gioviale può avere abitualmente delle comunicazioni gravi, anche austere, e viceversa: è ancora una prova evidente ch'egli agisce sotto l'impulso di una influenza estranea. Noi ritorneremo su questo argomento nel capitolo intitolato "Influenza morale del medium".




Attitudini speciali dei medium

185. Oltre alle categorie di medium che abbiamo appena enumerato, la medianità presenta una varietà infinita di gradazioni che costituiscono quella che viene chiamata la categoria dei medium speciali, dotati di particolari attitudini non ancora ben definite, eccezion fatta delle qualità e delle cognizioni dello Spirito che si manifesta.

La natura delle comunicazioni è sempre relativa alla natura dello Spirito e reca l'impronta della sua elevazione o della sua inferiorità, del suo sapere o della sua ignoranza. Ma, a parità di merito dal punto di vista gerarchico, c'è in lui incontestabilmente una propensione a occuparsi di una cosa piuttosto che di un'altra. Gli Spiriti picchiatori, per esempio, non si allontanano quasi mai dalle manifestazioni fisiche; fra quelli poi che si manifestano in modo intelligente, ci sono Spiriti poeti, musicisti, disegnatori, moralisti, scienziati, medici ecc. Noi stiamo parlando di Spiriti di un ordine medio, poiché, arrivati a un certo grado, le attitudini si confondono nell'unità della perfezione. Ma, accanto all'attitudine dello Spirito, c'è quella del medium, che è per lui uno strumento più o meno comodo, più o meno flessibile, e nel quale egli scopre qualità particolari che noi non possiamo apprezzare.

Facciamo un paragone. Un abilissimo musicista ha sotto mano parecchi violini che per la gente saranno tutti dei buoni strumenti, ma tra di loro l'abile artista coglie grandi differenze. Egli vi scopre sfumature di estrema delicatezza che gli faranno scegliere gli uni e scartare gli altri, sfumature ch'egli comprende per intuizione, visto che non può definirle. La stessa cosa avviene riguardo ai medium: a pari qualità nella forza medianica, lo Spirito darà la preferenza all'uno o all'altro, a seconda del genere di comunicazione ch'egli vuole fare. Così, per esempio, si vedono persone scrivere, come medium, mirabili poesie, benché esse in condizioni normali non abbiano mai potuto o saputo comporre due versi. Altri, invece, che sono poeti, non hanno mai potuto scrivere, come medium, altro che prosa, malgrado il loro desiderio. Lo stesso avviene per il disegno, per la musica ecc. Ci sono quelli poi che, senza avere di per sé stessi conoscenze scientifiche, hanno una particolare attitudine per ricevere comunicazioni erudite; altri sono portati per gli studi storici; altri servono più facilmente da interpreti agli Spiriti moralisti. In una parola, qualunque sia la malleabilità del medium, le comunicazioni ch'egli riceve con facilità hanno generalmente un marchio speciale. Ve ne sono anche di quelli che non escono quasi mai da un certo circolo di idee, e quando se ne allontanano non hanno che comunicazioni incomplete, laconiche e spesso false. Al di là dei motivi di predisposizione, gli Spiriti comunicano ancora, più o meno volentieri, per mezzo del tale o talaltro intermediario, secondo le loro simpatie. Così, in perfetta parità di condizioni, lo stesso Spirito sarà molto più esplicito con determinati medium, unicamente perché tra loro s'intendono meglio.

186. Si sarebbe dunque in errore se, per il solo fatto di avere a portata di mano un buon medium — avesse anche la più facile delle scritture — si credesse di ottenere attraverso di lui buone comunicazioni in tutti i campi. La prima condizione è senza dubbio quella di assicurarsi circa la fonte da cui tali comunicazioni provengono, vale a dire, di assicurarsi circa le qualità dello Spirito che le trasmette. Ma non meno necessario è avere ben presente le qualità dello strumento che si offre allo Spirito. Bisogna dunque studiare la natura del medium così come si studia la natura dello Spirito, poiché questi sono i due elementi essenziali per ottenere un risultato soddisfacente. C'è anche un terzo elemento che gioca un ruolo egualmente importante: è l'intenzione, il pensiero intimo, il sentimento più o meno lodevole di colui che interroga; e ciò ben si comprende. Perché una comunicazione sia buona, è necessario che essa provenga da uno Spirito buono; perché questo Spirito buono POSSA trasmetterla, gli è necessario un buono strumento; perché egli VOGLIA trasmetterla, è necessario che lo scopo gli convenga. Lo Spirito, il quale legge nel pensiero, giudica se la domanda che gli viene posta merita una seria risposta, e se la persona che gliel'ha rivolta è degna di riceverla. In caso contrario, egli non perde il suo tempo a seminare il buon grano sopra le pietre, ed è a questo punto che gli Spiriti leggeri e beffardi entrano in azione, poiché, poco curandosi della verità, non vi badano così da vicino, e sono in genere assai poco scrupolosi riguardo allo scopo e ai mezzi.

Riassumiamo qui di seguito i principali generi di medianità, al fine di presentarne in qualche modo la tavola sinottica, comprendente quelli che abbiamo già descritti nei capitoli precedenti, indicandone i numeri dove l'argomento è maggiormente dettagliato.

Abbiamo raggruppato le differenti varietà di medium, per analogia di cause ed effetti, senza che questa classificazione abbia niente di assoluto. Alcuni si incontrano frequentemente, altri al contrario sono rari e anche eccezionali, cosa che abbiamo sempre avuto cura di menzionare. Queste ultime indicazioni sono state tutte fornite dagli Spiriti che, del resto, hanno rivisto questa tavola con una cura tutta particolare e l'hanno completata con numerose osservazioni e nuove categorie, in una maniera tale che essa è, per così dire, interamente opera loro. Noi abbiamo indicato con delle virgolette le loro osservazioni testuali, allorché abbiamo creduto opportuno dar loro risalto. Esse sono per la maggior parte di Erasto e di Socrate.




Tavola sinottica delle differenti varietà di medium

187. I medium possono dividersi in due grandi categorie.

MEDIUM A EFFETTI FISICI. Sono quelli che hanno il potere di provocare effetti materiali o manifestazioni ostensibili (n. 160).

MEDIUM A EFFETTI INTELLETTIVI. Sono quelli più particolarmente atti a ricevere e a trasmettere le comunicazioni intelligenti (n. 65 e ss.).

Tutte le altre varietà si ricollegano più o meno direttamente all'una o all'altra di queste due categorie; alcune appartengono a tutt'e due. Se si analizzano i differenti fenomeni prodotti sotto l'influenza medianica, si vedrà che in tutti c'è un effetto fisico, e che agli effetti fisici si unisce il più delle volte un effetto intelligente. Il limite tra i due è qualche volta difficile da stabilire, ma ciò non porta ad alcuna conseguenza. Sotto la denominazione di medium a effetti intellettivi, noi includiamo quelli che più particolarmente possono servire da intermediari nelle comunicazioni regolari e costanti (n. 133).



188. Varietà comuni a tutti i generi di medianità
MEDIUM SENSITIVI. Sono persone suscettibili di avvertire la presenza degli Spiriti attraverso una impressione generale o locale, vaga o materiale. La maggior parte distingue gli Spiriti buoni o cattivi dalla natura dell'impressione (n. 164).

«I medium delicati e molto sensitivi devono astenersi dalle comunicazioni con Spiriti violenti, o la cui impressione è penosa, a causa della fatica che ne risulta.»

MEDIUM NATURALI O INCOSCIENTI. Sono quelli che producono i fenomeni spontaneamente, senza alcuna partecipazione della loro volontà, e il più delle volte a loro insaputa (n. 161).

MEDIUM FACOLTATIVI O VOLONTARI. Sono quelli che hanno il potere di provocare i fenomeni con un atto della loro volontà (n. 160).

«Qualunque sia questa volontà, essi non hanno nessun potere, se gli Spiriti vi si rifiutano; il che prova l'intervento d'una forza estranea.»


189. Varietà speciali per gli effetti fisici
MEDIUM TIPTOLOGICI. Sono quelli attraverso la cui influenza si producono i rumori e i colpi battuti. Varietà molto comune, con o senza l'intervento della volontà.

MEDIUM MOTORI. Sono quelli che producono il movimento dei corpi inerti. Molto comuni (n. 61).

MEDIUM DA TRASLAZIONI E DA SOSPENSIONI. Sono quelli che producono la traslazione aerea e la sospensione nello spazio dei corpi inerti, senza alcun punto d'appoggio. Tra di essi ve ne sono di quelli che possono librarsi da sé stessi. Più o meno rari, secondo lo sviluppo del fenomeno; rarissimi nell'ultimo caso (n. 75 e ss.; n. 80).

MEDIUM A EFFETTI MUSICALI. Essi provocano il suono di certi strumenti senza alcun contatto. Rarissimi (n. 74, questione 24).

MEDIUM DA APPARIZIONI. Sono quelli che possono provocare delle apparizioni fluidiche o tangibili, visibili per gli astanti. Eccezionalissimi (n. 100, quest. 27; n. 104).

MEDIUM DA TRASPORTI. Sono quelli che possono servire da ausiliari agli Spiriti, per il trasporto di oggetti materiali. È una varietà dei medium motori e da traslazioni. Eccezionali (n. 96).

MEDIUM NOTTURNI. Sono quelli che ottengono certi effetti fisici solo nell'oscurità. Ecco la risposta d'uno Spirito, alla domanda per sapere se questi medium si possono considerare come formanti una varietà.

«Si può certamente farne una specialità, ma questo fenomeno è dovuto più alle condizioni ambientali che alla natura del medium o degli Spiriti. Devo aggiungere che alcuni sfuggono a questa influenza dell'ambiente, e che la maggior parte dei medium notturni potrebbe arrivare, con l'esercizio, ad agire tanto alla luce che nell'oscurità. Questa varietà di medium è poco numerosa. Bisogna poi dire che, grazie al favore di questa condizione, che lascia ogni libertà nell'impiego dei trucchi, della ventriloquia e dei tubi acustici, i ciarlatani hanno troppo spesso abusato della credulità, facendosi passare per medium, al fine di guadagnare denaro. Ma che importa? I ciarlatani da teatrino, così come i ciarlatani della pubblica piazza, saranno crudelmente smascherati, e gli Spiriti proveranno loro che non è bene immischiarsi nelle loro opere. Sì, lo ripeto, certi ciarlatani riceveranno in modo abbastanza rude il castigo, così da restare disgustati dal mestiere di falsi medium. Del resto, tutto questo non durerà che poco tempo.»

ERASTO

MEDIUM PNEUMATOGRAFI. Sono quelli che ottengono la scrittura diretta. Fenomeno rarissimo e soprattutto molto facile da imitare da parte della cialtroneria (n. 177).

OSSERVAZIONE. Gli Spiriti hanno insistito, contro la nostra opinione, per collocare la scrittura diretta tra i fenomeni dell'ordine fisico, per la ragione, essi hanno detto, che: «Gli effetti intelligenti sono quelli attraverso i quali lo Spirito si serve dei materiali cerebrali del medium, ma questo non è il caso che rientra nella scrittura diretta. L'azione del medium è qui del tutto materiale, mentre presso il medium scrivente, anche completamente meccanico, il cervello gioca sempre un ruolo attivo.»

MEDIUM GUARITORI. Sono quelli che hanno il potere di guarire o di alleviare il dolore con l'imposizione delle mani o con la preghiera.

«Questa facoltà non è essenzialmente medianica. Essa appartiene a tutti i veri credenti, siano o non siano medium; essa spesso non è che un'esaltazione della potenza magnetica, resa più forte, in caso di bisogno, dall'aiuto di buoni Spiriti.» (n. 175)

MEDIUM ECCITATORI. Sono persone che hanno il potere di sviluppare negli altri, con la loro influenza, la facoltà di scrivere.

«Questo è più un effetto magnetico che un fatto di medianità propriamente detta, poiché niente ne prova l'intervento d'uno Spirito. In ogni caso, esso appartiene alla categoria degli effetti fisici» (vedere il capitolo "Formazione dei medium").


190. Medium speciali a effetti intellettivi. Attitudini diverse.
MEDIUM AUDIENTI. Sono quelli che sentono gli Spiriti. Abbastanza comuni (n. 165).

«Ve ne sono molti che s'immaginano di sentire ciò che è solo nella loro fantasia.»

MEDIUM PARLANTI. Sono quelli che parlano sotto l'influenza degli Spiriti. Abbastanza comuni (n. 166).

MEDIUM VEGGENTI. Sono quelli che vedono gli Spiriti allo stato di veglia. La vista accidentale e fortuita di uno Spirito in una circostanza particolare è abbastanza frequente; ma la vista abituale o facoltativa degli Spiriti senza distinzione è eccezionale. (n. 167).

«Questa è un'attitudine alla quale si oppone l'attuale stato dei nostri organi visivi. È perciò utile non credere sempre alle parole di coloro che dicono di vedere gli Spiriti.»

MEDIUM ISPIRATI. Sono quelli ai quali, dagli Spiriti, sono suggeriti dei pensieri, il più delle volte a loro insaputa, sia per le azioni ordinarie della vita, sia per le grandi opere dell'intelligenza (n. 182).

MEDIUM DA PRESENTIMENTI. Sono persone che, in certe circostanze, hanno una vaga intuizione di cose comuni, che accadranno nel futuro (n. 184).

MEDIUM PROFETICI. È una varietà dei medium ispirati o dei medium da presentimenti. Essi ricevono, con il permesso di Dio e con una precisione maggiore rispetto a quella dei medium da presentimenti, la rivelazione delle cose future d'interesse generale, che sono incaricati di far conoscere agli uomini per loro istruzione.

«Se vi sono dei veri profeti, ancor di più ve ne sono di falsi, che scambiano i sogni della loro immaginazione per delle rivelazioni, quando non sono addirittura degli impostori che, per ambizione, si fanno passare per dei profeti» (vedere Il libro degli Spiriti, n. 624, "Caratteri del vero profeta").

MEDIUM SONNAMBULI. Sono quelli che, in stato di sonnambulismo, sono assistiti dagli Spiriti (n. 172).

MEDIUM ESTATICI. Sono quelli che, in stato d'estasi, ricevono rivelazioni da parte degli Spiriti.

«Molti medium estatici sono vittime della loro stessa immaginazione e anche degli Spiriti ingannatori, che approfittano della loro esaltazione. Quelli che meritano una completa fiducia sono molto rari.»

MEDIUM PITIORI E DISEGNATORI. Sono quelli che dipingono o disegnano sotto l'influenza degli Spiriti. Noi stiamo parlando di quelli che ottengono cose serie, poiché non si potrebbe dare questo nome a certi medium ai quali Spiriti beffardi fanno fare cose così grottesche che l'ultimo degli studenti disconoscerebbe come sue opere.

Gli Spiriti leggeri sono imitatori. All'epoca in cui apparvero i notevoli disegni di Giove, sorse un gran numero di opinabili medium disegnatori, ai quali Spiriti beffardi si divertirono a far fare le cose più ridicole. Uno di loro, tra gli altri, volendo eclissare i disegni di Giove, riguardo almeno alla dimensione se non alla qualità, fece disegnare a un medium un monumento che occupava un così gran numero di fogli da raggiungere l'altezza di due piani. Molti altri fecero fare dei sedicenti ritratti che erano delle vere caricature (Rivista Spiritista, agosto 1858).

MEDIUM MUSICISTI. Sono quelli che eseguono, compongono o scrivono musica sotto l'influenza degli Spiriti. Ci sono medium musicisti meccanici, semimeccanici, intuitivi e ispirati, come per le comunicazioni letterarie (vedere "Medium a effetti musicali").






Capitolo XVII - FORMAZIONE DEI MEDIUM



Sviluppo della medianità

209.La fede, nel medium tirocinante, non è una condizione di rigore; essa senza dubbio asseconda gli sforzi, ma non è indispensabile: la purezza dell'intenzione, il desiderio e la buona volontà sono sufficienti. Si sono viste persone completamente miscredenti essere del tutto stupite di scrivere loro malgrado, mentre convinti credenti non riescono ad arrivarvi. La qual cosa prova che questa facoltà attiene a una predisposizione organica.


218. Se, malgrado tutti i tentativi, la medianità non si rivelasse in alcun modo, converrebbe proprio rinunciarvi, così come si rinuncia a cantare quando non si ha voce. Colui che non conosca una lingua si servirà di un traduttore; bisogna qui fare la medesima cosa, vale a dire fare ricorso a un altro medium. In mancanza di un medium, non bisogna credere di essere privi dell'assistenza degli Spiriti. La medianità è per loro un mezzo per esprimersi, ma non un esclusivo mezzo d'attrazione. Quelli che sono a noi affezionati ci sono vicini, che si sia o non si sia medium. Un padre non abbandona il suo bambino, perché questo è sordo e cieco, e non può né vederlo né sentirlo; egli lo circonda di cure e sollecitudine, così come fanno i buoni Spiriti nei nostri confronti. Se essi non possono trasmetterci materialmente il loro pensiero, ci vengono in aiuto con l'ispirazione.

217. Una volta che nel medium si sia sviluppata la medianità, è essenziale ch'egli non ne faccia assolutamente abuso. La soddisfazione ch'essa procura a certi principianti, eccita in loro un entusiasmo che è importante moderare. Essi devono considerare che la facoltà viene loro data per operare il bene e non per soddisfare una vana curiosità. È per questo che è utile servirsene solo nei momenti opportuni e non a ogni istante. Poiché gli Spiriti non sono costantemente ai loro ordini, questi principianti corrono il rischio di lasciarsi abbindolare dagli Spiriti mistificatori. È bene adottare a questo scopo delle ore e dei giorni determinati, perché vi si apportino delle disposizioni più concentrate, e perché gli Spiriti che vogliono presentarsi si trovino preavvertiti e si dispongano di conseguenza.


216. Supponiamo ora che la facoltà medianica sia pienamente sviluppata; che il medium scriva con facilità; ch'egli sia, in una parola, ciò che si dice un medium fatto. A questo punto sarebbe un grosso errore, da parte sua, il credersi dispensato da ogni altra istruzione. Egli non ha superato che una resistenza materiale, ma è proprio ora che per lui incominciano le vere difficoltà, è proprio ora ch'egli ha più che mai bisogno dei consigli della prudenza e dell'esperienza, se non vuole precipitare nei mille inganni che stanno per essergli tesi. S'egli vuole troppo presto volare con le proprie ali, non tarderà a cadere vittima degli Spiriti mentitori, i quali cercheranno di sfruttare la sua presunzione.

215.Se al medium non è concesso di essere esclusivamente meccanico, tutti i tentativi per ottenere questo risultato saranno infruttuosi. Ciò nondimeno egli avrebbe torto di credersi, per questo, abbandonato. S'egli è dotato della sola medianità intuitiva, bisogna bene che se ne accontenti, ed essa non tralascerà di rendergli dei grandi servigi, posto ch'egli sappia metterla a frutto e che non la respinga.

Se dopo inutili tentativi, protrattisi per un certo tempo, non si produce alcun indizio di movimento involontario, o se questi movimenti sono troppo deboli per dare dei risultati, il medium non deve esitare a scrivere il primo pensiero che gli viene suggerito, senza preoccuparsi se esso provenga da lui o da una sorgente estranea: l'esperienza gli insegnerà a farne la distinzione. Capita molto spesso, d'altronde, che il movimento meccanico si sviluppi più avanti.

Abbiamo detto più sopra che vi sono casi in cui è indifferente sapere se il pensiero venga dal medium o da uno Spirito estraneo. Questo avviene soprattutto quando, essendo un medium puramente intuitivo o ispirato, esegue da sé stesso un lavoro d'immaginazione. Poco importa ch'egli si attribuisca un pensiero che potrebbe essergli stato suggerito. Se gli vengono delle buone idee, ne ringrazi il suo buon genio, e gliene saranno suggerite delle altre. Tale è l'ispirazione dei poeti, dei filosofi e dei sapienti.

214. Tutto ciò che abbiamo fin qui detto si applica alla scrittura meccanica, quella che tutti i medium cercano di ottenere, e a ragione. Ma il meccanismo puro è molto raro, e molto spesso vi si unisce, più o meno, anche l'intuizione. Il medium, che ha coscienza di quanto scrive, è naturalmente portato a dubitare della sua facoltà; egli non sa se ciò proviene da lui o da un Spirito estraneo. Egli tuttavia non deve preoccuparsene affatto e deve proseguire egualmente. Osservi sé stesso con attenzione, e riconoscerà facilmente in ciò che scrive una quantità di cose che non erano nel suo pensiero, che sono a esso persino contrarie; prova evidente che esse non provengono da lui. Prosegua così dunque, e il dubbio si dissiperà con l'esperienza.

213. La scrittura è a volte leggibilissima, le parole e le lettere perfettamente distaccate. Ma, con certi medium, essa è difficile da decifrare per chiunque non sia quello che scrive: bisogna farci l'abitudine. Tale scrittura è assai spesso formata da grandi tratti: gli Spiriti sono poco economi in fatti di carta! Quando una parola o una frase è troppo poco leggibile, si prega lo Spirito di voler cortesemente ricominciare, cosa che generalmente egli fa volentieri. Quando però la scrittura è abitualmente illeggibile, anche per il medium, questi riesce quasi sempre a ottenerne una più netta, attraverso esercizi frequenti e persistenti, apportandovi una forte volontà, e pregando con ardore lo Spirito di essere più corretto. Certi Spiriti adottano spesso dei segni convenzionali che diventano abituali nelle consuete riunioni. Per indicare che una domanda non è di loro gradimento e che a essa non vogliono rispondere, essi faranno, per esempio, una lunga riga o qualcosa di equivalente.

Quando lo Spirito ha terminato ciò che aveva da dire, o quando non vuole più rispondere, la mano resta immobile, e il medium, qualunque sia la sua potenza e la sua volontà, non può ottenere una parola di più. Al contrario, finché lo Spirito non ha terminato, la matita scorre sul foglio senza che sia possibile alla mano di fermarsi. Lo Spirito vuol dire spontaneamente qualcosa? La mano allora prende convulsivamente la matita e si mette a scrivere senza potervisi opporre. Il medium, d'altronde, avverte quasi sempre in sé qualcosa che gli indica se c'è solo una interruzione, o se lo Spirito ha terminato. È raro che il medium non si accorga quando lo Spirito si è allontanato.

Queste sono le spiegazioni più importanti che è nostro dovere dare toccando l'argomento della psicografia. L'esperienza farà conoscere, attraverso la pratica, alcuni dettagli che sarebbe inutile riportare qui, e per i quali ci si orienterà secondo i principi generali. Che provino in tanti, e si troveranno più medium di quanti si possa pensare.

212. Se importante è non cadere, inavvertitamente, in soggezione di Spiriti malvagi, ancora più importante è il non cadervi volontariamente. Né deve avvenire che un desiderio smodato di scrivere faccia credere che sia indifferente rivolgersi al primo venuto, salvo poi a sbarazzarsene più avanti se non conviene. Infatti, non impunemente si chiede assistenza, per una qualsiasi cosa, a un cattivo Spirito, il quale potrebbe far pagare cari i suoi servizi.

Alcune persone, impazienti di vedere svilupparsi in sé la facoltà medianica, processo secondo loro troppo lento, hanno avuto l'idea di chiamare in loro aiuto uno Spirito qualunque, foss'anche malvagio, prefiggendosi risolutamente di congedarlo in seguito. Parecchi sono stati prontamente accontentati e hanno scritto immediatamente. Ma lo Spirito, non curandosi d'essere stato preso per ripiego è stato meno docile ad andarsene di quanto lo fosse stato a venire. Noi conosciamo persone che sono state punite - per la loro presunzione di credersi tanto forti da poter allontanare tali Spiriti a loro piacimento - attraverso anni di ossessioni d'ogni natura, attraverso le mistificazioni più ridicole, attraverso una tenace fascinazione, e anche con disgrazie materiali e con le più crudeli delusioni. Lo Spirito si mostrò dapprimaapertamente malvagio, poi ipocrita, al fine di far credere o alla sua conversione o alla pretesa potenza del suo soggiogato di aver la facoltà di cacciarlo via a seconda del proprio volere.


211. La difficoltà, per la maggior parte dei medium principianti, è quella di avere a che fare con degli Spiriti inferiori, e devono ritenersi fortunati quando questi non sono altro che Spiriti leggeri. Ogni loro precauzione deve tendere a far sì che essi non prendano piede, perché una volta insediatisi non sempre è facile sbarazzarsene. Questo è un punto talmente importante, soprattutto all'inizio, che senza le dovute attenzioni si può perdere il frutto delle facoltà più belle.

Il primo punto consiste nel mettersi con una fede sincera sotto la protezione di Dio e nell'implorare l'assistenza del proprio angelo custode. Questi è sempre buono, mentre gli Spiriti familiari, simpatizzando con le buone o cattive qualità del medium, possono essere leggeri o anche malvagi.

Il secondo punto consiste nell'applicarsi con cura scrupolosa a riconoscere, attraverso tutti gli indizi che la conoscenza fornisce, la natura dei primi Spiriti che si mettono in comunicazione, e di cui è sempre prudente diffidare. Se questi indizi sono sospetti, bisogna fare un fervido appello al proprio angelo custode e respingere con tutte le forze il cattivo Spirito, provandogli che non si è il suo zimbello, al fine di scoraggiarlo. È proprio per questo che lo studio preventivo della teoria è indispensabile, se si vogliono evitare gli inconvenienti strettamente connessi all'inesperienza. Su questo argomento si troveranno istruzioni molto dettagliate nei capitoli "Dell'ossessione" e "Identità degli Spiriti". Qui noi ci limiteremo a dire che oltre al linguaggio si possono considerare, come prove infallibili dell'inferiorità degli Spiriti, tutti i segni, figure ed emblemi inutili o puerili; ogni scrittura bizzarra, discontinua, alterata a bella posta, di dimensione esagerata o che ostenti forme ridicole e inusitate. La scrittura può essere bruttissima, anche poco leggibile - la qual cosa però riguarda più il medium che lo Spirito - senza per questo avere nulla d'insolito. Noi abbiamo visto medium talmente tratti in inganno da valutare la superiorità degli Spiriti dalla dimensione dei caratteri, e da attribuire una grande importanza a lettere modellate come caratteri di stampa; una evidente puerilità, incompatibile con una effettiva superiorità.


210. Il primo indizio d'una disposizione a scrivere è dato da una sorta di fremito che percorre il braccio e la mano, e a poco a poco la mano è trascinata da un impulso che non riesce a dominare. Sovente essa, inizialmente, non traccia che dei tratti insignificanti; poi i caratteri si mostrano sempre più netti, e la scrittura finisce per acquisire la rapidità della scrittura corrente. In tutti i casi, bisogna abbandonare la mano al suo movimento naturale, non opporvi resistenza né apportarvi alcuna propulsione.

Certi medium scrivono correntemente e con facilità fin dall'inizio, qualche volta fin dalla prima seduta, cosa però che è abbastanza rara; altri fanno, per un certo tempo, delle aste e dei veri e propri esercizi calligrafici. Gli Spiriti dicono che ciò è per sciogliere loro le articolazioni della mano. Se questi esercizi si protraessero troppo o degenerassero in segni ridicoli, non ci sarebbe più alcun dubbio che si tratta di uno Spirito che si sta divertendo, poiché i buoni Spiriti non fanno mai fare niente d'inutile. In questo caso, bisognerebbe raddoppiare il fervore per richiedere l'assistenza di uno di loro. Se, malgrado ciò, non avviene alcun cambiamento, è opportuno desistere non appena ci si accorge che non si ottiene niente di serio. Si può ricominciare il tentativo ogni giorno, ma è bene smettere ai primi segni equivoci, per non dare questa soddisfazione agli Spiriti burloni.

A queste osservazioni uno Spirito aggiunge: «Vi sono dei medium la cui facoltà non può andare al di là di questi segni. Quando, in capo a qualche mese, essi non ottengono che delle cose insignificanti, come dei sì o dei no, oppure dei grafemi senza seguito, è inutile insistere a scribacchiare in pura perdita. Essi sono sì dei medium, ma medium improduttivi. Del resto, le prime comunicazioni che si ottengono non devono essere considerate altro che degli esercizi affidati a Spiriti secondari. È per questo che bisogna attribuirvi soltanto una mediocre importanza, a causa degli Spiriti che vi sono, per così dire, impiegati in qualità di maestri di scrittura, al fine di dirozzare il medium principiante. Non dovete mai infatti credere che siano degli Spiriti elevati a far fare al medium questi esercizi preparatori. Potrebbe però accadere che, se il medium non ha uno scopo serio, questi Spiriti meno elevati restino e si attacchino a lui. Quasi tutti i medium sono passati attraverso questo crogiolo per svilupparsi. Sta a loro a questo punto fare ciò che bisogna per ingraziarsi la simpatia degli Spiriti veramente superiori.»

200. Qui ci occuperemo specialmente dei medium scriventi, poiché è il genere di medianità più diffuso e perché, allo stesso tempo, è il più semplice e il più comodo. È quello insomma che dà i risultati più soddisfacenti e più completi ed è anche quello cui tutti ambiscono. Sfortunatamente non esiste a tutt'oggi nessun modo che possa indicarci, sia pure approssimativamente, chi possegga questa facoltà. I segni fisici, nei quali certe persone hanno creduto di ravvisare degli indizi, non hanno nulla di certo. La si può trovare presso i fanciulli e i vecchi, presso gli uomini e le donne, qualunque sia il loro temperamento, il loro stato di salute, il loro grado di sviluppo intellettuale e morale. Non c'è che un solo modo per constatarne l'esistenza, quello di provare.

Come già abbiamo visto, si può ottenere la scrittura per mezzo dei canestrelli e delle tavolette, o direttamente con la mano. Essendo quest'ultimo mezzo il più facile e, al giorno d'oggi, il solo impiegato, è quello al quale noi invitiamo di attenersi preferibilmente. Il procedimento è dei più semplici. Esso consiste unicamente nel prendere una matita e della carta, e mettersi nella posizione di una persona che scriva, senza alcuna preparazione. Ma per un buon esito, molte sono le raccomandazioni indispensabili.

208. Si sono cercati dei procedimenti per la formazione dei medium, come si sono cercati dei diagnostici; ma a tutt'oggi non ne conosciamo di più efficaci di quelli che abbiamo menzionato. Nel convincimento che l'ostacolo allo sviluppo della facoltà sia una resistenza del tutto materiale, certe persone pretendono di superarla per mezzo di una sorta di ginnastica, che quasi sloga le braccia e il capo. Non descriveremo questo procedimento che ci viene dall'altro lato dell'Atlantico, non solo perché non abbiamo alcuna prova della sua efficacia, ma per la convinzione che nutriamo circa il fatto che detto procedimento possa presentare un pericolo per le costituzioni delicate, a causa dello shock del sistema nervoso. Se i rudimenti della facoltà non esistono, nulla potrebbe elargirli, neppure l'elettrizzazione, che senza successo è stata impiegata per il medesimo scopo.

207. Un altro mezzo, che molto può contribuire allo sviluppo della facoltà, consiste nel riunire un certo numero di persone, tutte animate dal medesimo desiderio e dalla comunanza d'intenzioni. A questo punto, tutte simultaneamente, in assoluto silenzio e religioso raccoglimento, tenteranno di scrivere, ciascuna facendo appello al suo angelo custode o a un qualsiasi Spirito simpatico. Una di queste persone può egualmente fare, senza una speciale designazione e in nome di tutti i membri della riunione, un appello generale ai buoni Spiriti, dicendo per esempio: In nome di Dio onnipotente, noi preghiamo i buoni Spiriti di voler comunicare con noi attraverso le persone qui presenti. È raro che nel numero non ve ne sia qualcuna che prontamente non dia segni di medianità oppure che non scriva correttamente in breve tempo.

Facilmente si comprende ciò che accade in questa circostanza. Le persone unite da una comunanza di intenzioni formano un tutto collettivo, la cui potenza e sensibilità vengono accresciute da una sorta di influenza magnetica, che concorre allo sviluppo della facoltà. Fra gli Spiriti attirati da questo concorso di volontà, ve ne sono di quelli che trovano fra gli astanti lo strumento che più loro conviene; se non è l'uno sarà l'altro, e ne approfittano.

Questo mezzo deve soprattutto essere impiegato nei gruppi spiritisti che mancano di medium, o che non ne hanno in numero sufficiente.


206. Un mezzo che molto spesso dà buoni risultati consiste nell'impiegare come ausiliario momentaneo un buon medium scrivente, malleabile e già formato. Se egli poggia la sua mano o anche solo le sue dita sulla mano che deve scrivere è raro che quest'ultima non lo faccia immediatamente. Ben si comprende ciò che avviene in questa circostanza: la mano che tiene la matita diventa in qualche modo una sorta di appendice della mano del medium, come d'altronde lo sarebbe un canestrello o una tavoletta. Ma ciò non impedisce che questo esercizio, quando è possibile impiegarlo, sia molto utile, visto che, ripetuto spesso e regolarmente, aiuta a vincere l'ostacolo materiale e provoca lo sviluppo della facoltà. Inoltre, è sufficiente a volte magnetizzare fortemente, con questa intenzione, il braccio e la mano di colui che vuole scrivere. Spesso il magnetizzatore stesso si limita a posare la sua mano sulla spalla e noi abbiamo visto scrivere prontamente sotto questa influenza. Il medesimo effetto può egualmente prodursi senza alcun contatto e attraverso la sola azione della volontà dell'ausiliario. Senza alcuna difficoltà si comprende subito che la fiducia del magnetizzatore nella propria potenza, tale da produrre questo risultato, deve giocare qui un ruolo determinante, e che un magnetizzatore scettico eserciterebbe un'azione debole se non addirittura nulla.

L'aiuto di una guida esperta, inoltre, è qualche volta molto utile per far osservare al principiante un gran numero di piccole precauzioni, ch'egli spesso trascura a scapito della rapidità dei progressi. Tale aiuto è soprattutto utile per illuminare il principiante sulla natura delle prime domande e sulla maniera di porle. Il suo ruolo è quello di un docente di cui si farà a meno quando si sarà diventati assai abili.

205.Per evitare tentativi inutili, si può interrogare, attraverso un altro medium, uno Spirito serio e avanzato. Bisogna però osservare che, quando si pone agli Spiriti la domanda per sapere se si è o non si è dei medium, essi quasi sempre rispondono affermativamente, la qual cosa non impedisce che i tentativi siano spesso infruttuosi.

E questo si spiega molto naturalmente. Si rivolge allo Spirito una domanda generica e in modo generico egli risponde. Ora, come ben si sa, nulla è più elastico della facoltà medianica, poiché essa può presentarsi sotto le più svariate forme e con le sfumature più differenti. Si può dunque essere medium senza avvedersene e in un senso che non è quello cui si pensa. A questa vaga domanda: «Sono io un medium?», lo Spirito può rispondere di sì; a quest'altra domanda, più precisa: «Sono io un medium scrivente?», lo Spirito può rispondere di no. Bisogna anche tener conto della natura dello Spirito che viene interrogato. Ve ne sono di così leggeri e ignoranti da rispondere a vanvera, come dei veri storditi. È per questo che noi consigliamo di rivolgersi a Spiriti illuminati, che generalmente rispondono volentieri a queste domande e indicano la miglior strada da seguire, qualora ci sia la possibilità di un buon esito.

204. Cosa ancora più importante da osservarsi, oltre al modo con cui si evoca, è la calma e il raccoglimento, congiunti a un ardente desiderio e a una ferma volontà di riuscire. Per volontà noi non intendiamo qui una volontà effimera, che agisca a tratti e che sia interrotta ogni minuto da altre preoccupazioni; bensì una volontà seria, perseverante, sostenuta, senza impazienza né desiderio febbrile.

Il raccoglimento è favorito dalla solitudine, dal silenzio e dall'allontanamento di tutto ciò che può causare distrazione. Non resta più allora che una cosa da fare: rinnovare ogni giorno i tentativi per dieci minuti, un quarto d'ora o anche più ogni volta; e questo per quindici giorni, un mese, due mesi o più, se dovesse occorrere. Conosciamo dei medium che si sono formati solo dopo sei mesi di esercizi, mentre altri scrivono correttamente fin dalla prima volta.

203. Il desiderio di ogni aspirante medium è naturalmente quello di potersi intrattenere con lo Spirito delle persone che sono a lui care, ma egli deve contenere la sua impazienza, perché la comunicazione con un determinato Spirito presenta spesso delle difficoltà materiali che la rendono impossibile per il principiante. Perché uno Spirito possa comunicare, sono necessari tra lui e il medium dei rapporti fluidici che non sempre si stabiliscono istantaneamente. È solo nella misura in cui la facoltà si sviluppa che il medium acquista a poco a poco l'attitudine necessaria per entrare in relazione con il primo Spirito che sopraggiunga. Può dunque darsi che lo Spirito, con il quale si desidera comunicare, non si trovi nelle condizioni propizie per farlo nonostante la sua presenza; così come può darsi che egli non abbia né la possibilità né il permesso di rispondere alla chiamata che gli viene fatta. È per questo che, agli inizi, è opportuno non ostinarsi a chiamare un determinato Spirito, escludendo tutti gli altri. Infatti accade spesso che non è con quello che più facilmente si stabiliscano i rapporti fluidici, qualunque sia la simpatia che si nutra per lui. Prima dunque di pensare a ottenere delle comunicazioni dal tale o talaltro Spirito, bisogna tendere allo sviluppo della propria facoltà, e per questo è opportuno fare un'evocazione generale e rivolgersi soprattutto al proprio angelo custode.

Non esiste affatto, a questo riguardo, alcuna formula sacramentale. Chiunque pretendesse di darne una potrebbe essere tacciato, senza alcun timore, di impostura, dal momento che per gli Spiriti la forma equivale a un nulla. Tuttavia l'evocazione deve sempre essere fatta nel nome di Dio. La si può fare nei seguenti termini o in qualunque altro modo equivalente: Prego Dio onnipotente di permettere a uno Spirito buono di comunicare con me e di farmi scrivere; prego anche il mio angelo custode di volermi assistere con benevolenza e di tenere lontano da me i cattivi Spiriti.

Si aspetta allora che uno Spirito si manifesti e ci faccia scrivere qualcosa. Potrebbe darsi che egli sia proprio quello che si desidera, così come potrebbe darsi che sia uno Spirito sconosciuto o l'angelo custode. In tutti i casi egli generalmente si fa riconoscere scrivendo il suo nome. Ma a questo punto sorge la questione dell’identità, che è una di quelle questioni che richiede la massima esperienza, poiché pochi sono i principianti che non corrono il rischio di essere ingannati. Tratteremo questa questione più avanti, in un capitolo specifico.

Nel caso si voglia fare appello a determinati Spiriti, è molto importante, allorché si inizia, rivolgersi solo a quelli che si sa essere buoni e simpatici e che possono avere un valido motivo per venire, quale quello di essere parenti o amici. In tal caso, l'evocazione può essere così formulata: In nome di Dio onnipotente, io prego lo Spirito del tal dei tali di comunicare con me. Oppure: Io prego Dio onnipotente di permettere allo Spirito del tal dei tali di comunicare con me, o qualsiasi altra formula che corrisponda al medesimo concetto. Non meno importante è che le prime domande siano concepite in modo tale che le risposte siano semplicemente sì o no, come per esempio: Sei qui? Vuoi rispondermi? Puoi farmi scrivere? ecc. Più avanti, questa precauzione diventerà inutile. Agli inizi, si tratta solo di stabilire un rapporto. L'essenziale è che la domanda non sia futile, che non riguardi assolutamente cose d'interesse privato e, soprattutto, che sia l'espressione d'un sentimento benevolo e simpatico verso lo Spirito cui ci si rivolge (vedere più avanti il capitolo specifico intitolato "Dell'evocazioni").

202. Servirsi della penna o della matita è indifferente. Certi medium preferiscono la penna, ma essa può essere utile solo a coloro che sono già abili e che scrivono lentamente. Ve ne sono di quelli che scrivono con una tale velocità, che l'uso della penna sarebbe pressoché impossibile o perlomeno molto scomodo. La medesima cosa succede, quando la scrittura è discontinua e irregolare, o quando si ha a che fare con Spiriti violenti che battono con la punta della matita e la rompono strappando anche il foglio.

201. Come disposizione materiale, noi raccomandiamo di evitare tutto quanto può ostacolare il libero movimento della mano; è inoltre preferibile che questa non poggi completamente sul foglio. La punta della matita deve posarsi sulla carta quanto basti per scrivere, ma non tanto da opporvi resistenza. Tutte queste precauzioni diventano inutili una volta che si sia giunti a scrivere correttamente, poiché a quel punto nessun ostacolo potrebbe essere d'impedimento. Questi non sono altro che i preliminari per il principiante.




Cambiamento di scrittura

219. Un fenomeno molto comune presso i medium scriventi è il cambiamento di scrittura, a seconda degli Spiriti che si mettono in comunicazione con lui. E quello che in ciò è più rilevante è che la medesima scrittura si riproduce costantemente con il medesimo Spirito, e talvolta è identica a quella che egli aveva in vita. Vedremo più avanti le conseguenze che se ne possono trarre riguardo all'identità. Il cambiamento di scrittura avviene solo nei medium meccanici o semimeccanici, poiché in loro il movimento della mano è involontario e diretto dallo Spirito. La medesima cosa non avviene nei medium puramente intuitivi, visto che, in questo caso, lo Spirito agisce unicamente sul pensiero, e che la mano è diretta solo dalla volontà del medium, come avviene nelle ordinarie circostanze. Ma la uniformità della scrittura, anche in un medium meccanico, non prova assolutamente nulla contro la sua facoltà, poiché il cambiamento di scrittura non è affatto una condizione assoluta nella manifestazione degli Spiriti. Tale cambiamento concerne un'attitudine speciale, di cui i medium più meccanici non sempre sono dotati. Noi denominiamo quelli che hanno questa attitudine con il nome di medium poligrafi.




Perdita e sospensione della medianità

220. La facoltà medianica è soggetta a intermittenze e a sospensioni momentanee, sia per le manifestazioni fisiche, sia per la scrittura. Ecco le risposte degli Spiriti ad alcune domande riguardanti questo argomento.

1. I medium possono perdere la loro facoltà?

«Ciò avviene sovente, qualunque sia il genere di questa facoltà; ma altrettanto spesso non si tratta che di una interruzione momentanea, la quale cessa con la causa che l'ha prodotta.»

2. La causa della perdita della medianità è forse dovuta all'esaurimento del fluido?

«Di qualsiasi facoltà il medium sia dotato, egli non può nulla senza il benigno aiuto degli Spiriti. Quando egli non ottiene più nulla, non sempre è la facoltà a fargli difetto. Spesso sono gli Spiriti che non vogliono più o che non possono più servirsi di lui.»

3. Quali sono i motivi che possono causare l'abbandono di un medium da parte degli Spiriti?

«L'uso ch'egli fa della sua facoltà è la causa più potente sui buoni Spiriti. Noi possiamo abbandonarlo quando egli si serve della sua facoltà per delle cose frivole o per dei progetti ambiziosi; quando si rifiuta di trasmettere la nostra parola o i nostri fatti agli incarnati che lo richiedono o che hanno bisogno di vedere per convincersi. Questo dono di Dio non viene affatto accordato al medium per suo diletto e, ancor meno, per servire la sua ambizione, ma in vista del suo stesso miglioramento e per far conoscere la verità agli uomini. Se lo Spirito vede che il medium non corrisponde più ai suoi fini e non fa tesoro delle istruzioni e degli avvertimenti che gli dà, egli si ritira per cercare un protetto più degno.»

4. Lo Spirito che si ritira non potrebbe essere sostituito? E, in questo caso, non si capirebbe la sospensione della facoltà?

«Spiriti, che non chiedono niente di meglio che di comunicare e che sono prontissimi a rimpiazzare quelli che si ritirano, non mancano di certo. Ma quando, a lasciare il medium, è un buono Spirito, può benissimo accadere ch'egli lo abbandoni soltanto momentaneamente e che lo privi per un certo periodo di ogni comunicazione, affinché ciò gli serva di lezione e gli dimostri che la sua facoltà non dipende da lui e che non deve trarne vanità. Questa momentanea impotenza è anche per dare al medium la prova ch'egli scrive sotto un'influenza esterna, altrimenti non ci sarebbero intermittenze.

Del resto, l'interruzione della facoltà non sempre vuole essere una punizione; a volte essa testimonia la sollecitudine dello Spirito verso il medium cui egli è affezionato. Egli vuole procurargli un riposo materiale che ritiene necessario, e in questo caso non permette ad altri Spiriti di rimpiazzarlo.»

5. Tuttavia, si vedono medium che, moralmente parlando, sono molto meritevoli, che non provano alcun bisogno di riposo e che sono molto contrariati dalle interruzioni, di cui quasi mai comprendono lo scopo.

«Ciò accade per mettere la loro pazienza alla prova e per verificare la loro perseveranza. È per questo che gli Spiriti non assegnano, in generale, alcun termine a questa sospensione; essi inoltre vogliono vedere se il medium si scoraggerà. Spesso ciò accade anche per lasciare loro il tempo di meditare sulle istruzioni che essi hanno dato, ed è da questa meditazione sui nostri insegnamenti che noi riconosciamo gli Spiritisti veramente seri. Né possiamo dare questo nome a quelli che in realtà sono soltanto dei cultori di comunicazioni.»

6. È necessario allora, in questo caso, che il medium prosegua nei suoi tentativi di scrittura?

«Se lo Spirito glielo consiglia, sì. Se lo Spirito gli dice di astenersi dallo scrivere, egli deve astenersi.»

7. Ci sarebbe un mezzo per abbreviare questa prova?

«La rassegnazione e la preghiera. Del resto, è sufficiente fare ogni giorno un tentativo di alcuni minuti, poiché sarebbe inutile perdere il proprio tempo in prove infruttuose; il tentativo non ha altro scopo che quello di verificare se la facoltà è stata recuperata.»

8. La sospensione implica forse l'allontanamento degli Spiriti che di solito comunicano?

«Assolutamente no. Il medium è allora nella situazione di una persona che avesse perso momentaneamente la vista e non per questo sarebbe meno attorniata dai suoi amici, benché non possa vederli. Il medium può dunque, anzi deve, continuare a intrattenersi, attraverso il pensiero, con i suoi Spiriti familiari, ed essere convinto che ne è ascoltato. Se la mancanza di medianità può privare delle comunicazioni materiali con certi Spiriti, non può però privare delle comunicazioni morali.»

9. Così l'interruzione della facoltà medianica non sempre sta a indicare un biasimo da parte degli Spiriti.

«No, senza dubbio. Infatti essa può essere anche una prova di benevolenza.»

10. Da quale segno si può riconoscere un biasimo in questa interruzione?

«Il medium interroghi la sua coscienza e si domandi quale uso ha fatto della sua facoltà, il bene che ne è risultato per gli altri, il vantaggio ch'egli ha ricavato dai consigli che gli sono stati dati, e avrà la risposta.»

11. Il medium che non può più scrivere potrebbe far ricorso a un altro medium?

«Ciò dipende dalla causa dell'interruzione. Questa ha spesso lo scopo di lasciarvi per qualche tempo senza comunicazioni, dopo avervi dato dei consigli, affinché voi non finiate per abituarvi a non fare più alcunché, se non attraverso di noi. In questo caso egli non sarà di certo più soddisfatto servendosi di un altro medium. In ciò c'è ancora un altro scopo: provarvi che gli Spiriti sono liberi e che non dipende da voi farli marciare a vostro piacimento. È anche per questa ragione che coloro che non sono medium, non sempre ottengono tutte le comunicazioni che desiderano.»

OSSERVAZIONE.Bisogna in effetti osservare che colui il quale ricorra a terzi per le comunicazioni, nonostante la qualità del medium, sovente non ottiene nulla di soddisfacente, mentre in altre circostanze le risposte sono molto esplicite. Tutto ciò tanto dipende dalla volontà dello Spirito, che non si è certamente più avvantaggiati cambiando medium. Sembra anzi, a questo riguardo, che gli Spiriti stessi si diano una parola d'ordine, dal momento che quanto non si ottiene da uno, non si otterrà più avanti neppure da un altro. Bisogna allora guardarsi dall'insistere e dallo spazientirsi, se non si vuole cadere vittima degli Spiriti ingannatori, i quali risponderanno, se a tutti i costi questo si vuole, mentre i buoni Spiriti li lasceranno fare, per punirci della nostra caparbietà.

12. A qual fine la Provvidenza ha dotato certi individui della medianità in maniera speciale?

«È una missione di cui sono incaricati e di cui sono felici. Essi fungono da interpreti tra gli Spiriti e gli uomini.»

13. Vi sono tuttavia dei medium che impiegano la loro facoltà solo con ripugnanza?

«Sì. Sono i medium imperfetti. Essi non conoscono l'importanza del favore che viene loro accordato.»

14. Se si tratta di una missione, come avviene che questa facoltà non sia privilegio degli uomini dabbene e che sia donata a delle persone che non meritano alcuna stima e che possono anche abusarne?

‹‹È stata loro data, perché essi ne hanno bisogno per il proprio miglioramento e affinché siano in grado di ricevere dei buoni insegnamenti. Se non ne fanno tesoro, ne subiranno le conseguenze. Gesù non donava forse di preferenza la sua parola ai peccatori, dicendo che bisogna dare a chi non ha?»

15. Le persone che hanno un grande desiderio di scrivere come medium e non ci riescono, possono dedurne che ci sia qualcosa contro di loro, per quanto concerne la benevolenza degli Spiriti nei loro riguardi?

«No. Dio, infatti, può aver loro rifiutato questa facoltà, così come può aver loro rifiutato il dono della poesia o della musica. Però, nel caso esse non fossero oggetto di questo privilegio, potrebbero goderne di altri.»

16. Come può un uomo perfezionarsi con l'insegnamento degli Spiriti, quando non ha, né attraverso sé stesso, né attraverso altri medium, i mezzi per ricevere questo insegnamento diretto?

«Non ha forse i libri, così come il Cristiano ha il Vangelo? Per praticare la morale di Gesù, il Cristiano non ha bisogno di aver sentito le Sue parole uscire dalla Sua bocca.»





Capitolo XVIII - INCONVENIENTI E PERICOLI DELLA MEDIANITÀ



Influenza dell'esercizio della medianità sulla salute - Sul cervello - Sui fanciulli

221. 1. La facoltà medianica è l'indizio di uno stato patologico qualunque o di uno stato semplicemente anomalo?

«A volte anomalo, ma non patologico. Vi sono medium di robusta salute; quelli che sono malati lo sono per altre cause.»

2. L'esercizio della facoltà medianica può provocare stanchezza?

«L'esercizio troppo prolungato di ogni facoltà, qualunque essa sia, induce stanchezza. La medianità va annoverata nel medesimo caso, principalmente quella che si applica agli effetti fisici. Essa determina necessariamente una perdita di fluido che induce stanchezza, cui si rimedia col riposo.»

3. L'esercizio della medianità, in sé stesso, può avere degli inconvenienti dal punto di vista igienico, eccezion fatta dell'abuso?

«Ci sono dei casi in cui è prudente, o anche necessario, astenersene o almeno moderarne l'uso: dipende dallo stato fisico e morale del medium. D'altronde il medium generalmente lo avverte, ed è proprio quando prova stanchezza che deve fermarsi.»

4. Vi sono persone per le quali questo esercizio presenta più inconvenienti che per altre?

«Ho già detto che ciò dipende dallo stato fisico e morale del medium. Ci sono persone presso le quali è necessario evitare ogni causa di sovreccitazione, e l'esercizio della medianità è una di esse» (vedere nn. 188 e 194).

5. Potrebbe la medianità cagionare la follia?

«Non più di ogni altra cosa, allorché non vi sia predisposizione per questo, a causa di fragilità cerebrale. La medianità non produrrà la follia allorché non ne esista il germe. Ma se il germe esiste — cosa che è facile riconoscere dallo stato morale — il buon senso suggerisce che bisogna usare ogni cautela, sotto tutti gli aspetti, poiché ogni scossa può essere pregiudizievole.»

6. Ci sono inconvenienti nello sviluppare la medianità presso i fanciulli?

«Certamente. E io sostengo che è pericolosissimo, poiché questi organismi deboli e delicati verrebbero troppo scossi e la loro giovane immaginazione troppo sovreccitata. Così i genitori saggi li terranno lontani da queste idee, o almeno ne parleranno loro solo dal punto di vista delle conseguenze morali.»

7. Tuttavia ci sono fanciulli che sono naturalmente dei medium, sia per gli effetti fisici, sia per la scrittura e le visioni. In questo caso si hanno i medesimi inconvenienti?

«No. Quando in un fanciullo la facoltà è spontanea, vuol dire che ciò è nella sua natura e che la sua costituzione organica vi si presta. Non è la stessa cosa quando la facoltà medianica è provocata e sovreccitata. Notate poi che il fanciullo che ha delle visioni ne rimane generalmente poco impressionato; ciò gli sembra una cosa del tutto naturale, alla quale egli presta un'attenzione alquanto debole e che spesso dimentica. Più tardi il fatto gli ritorna in mente, ed egli se lo spiega facilmente se conosce lo Spiritismo.»

8. Qual è l'età nella quale, senza inconvenienti, ci si può occupare di medianità?

«Non esiste un'età precisa; tutto dipende dallo sviluppo fisico e, ancor di più, dallo sviluppo morale. Ci sono fanciulli di dodici anni che ne saranno meno impressionati di certe persone già fatte. Io parlo della medianità generale; ma quella che si applica agli effetti fisici è per l'organismo senz'altro più stressante. La scrittura presenta un altro inconveniente, che è legato all'inesperienza del fanciullo, nel caso egli volesse occuparsene da solo e farne un passatempo.»

222. La pratica dello Spiritismo, come vedremo più avanti, richiede molto tatto, per neutralizzare le astuzie degli Spiriti ingannatori. Se degli uomini fatti diventano loro vittime, l'infanzia e la giovinezza saranno a ciò ancora più esposte, a causa della loro inesperienza. Si sa, inoltre, che il raccoglimento è una condizione senza la quale non si può avere a che fare con degli Spiriti seri. Le evocazioni fatte con sconsideratezza e per gioco sono una vera profanazione, che apre un facile accesso agli Spiriti burloni o malvagi. Ora, poiché non ci si può attendere da un fanciullo la serietà necessaria a un atto simile, ci sarebbe da temere ch'egli ne facesse un gioco se fosse abbandonato a sé stesso. Anche nelle condizioni più favorevoli, c'è da sperare che un fanciullo dotato della facoltà medianica la eserciti soltanto sotto l'occhio vigile di persone esperte, le quali gli insegneranno, con il loro esempio, il rispetto che si deve alle anime di coloro che hanno vissuto. Dopo di ciò, si passa a osservare la questione dell'età, che è subordinata alle circostanze sia del temperamento sia del carattere. Tuttavia ciò che risulta chiaramente dalle risposte di cui sopra è che non bisogna forzare nei fanciulli lo sviluppo di questa facoltà quando essa non è spontanea e che, in ogni caso, conviene usarne con molta circospezione; e, infine, che non bisogna né eccitarla né incoraggiarla nelle persone debilitate. Bisogna inoltre distoglierne, con tutti i mezzi possibili, quelle persone che avessero dato i minimi segni di eccentricità nelle idee o di indebolimento delle facoltà mentali, poiché c'è in loro un'evidente predisposizione alla follia, che può essere sviluppata da ogni causa sovreccitante. Le idee spiritiste, sotto questo aspetto, non hanno un'influenza più grande di altre idee, ma, venendo la follia a manifestarsi, essa prenderebbe il carattere della preoccupazione dominante - così come prenderebbe un carattere religioso se la persona si dedicasse con eccesso alle pratiche di devozione - e di ciò si renderebbe responsabile lo Spiritismo. Quanto di meglio si deve fare con ogni individuo che mostri una tendenza all'idea fissa, consiste nel dirigere le sue preoccupazioni verso un'altra direzione, al fine di procurare riposo agli organi debilitati.

A questo riguardo, richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori sul paragrafo XII dell’"Introduzione" de Il libro degli Spiriti.





Capitolo XIX - RUOLO DEL MEDIUM NELLE COMUNICAZIONI SPIRITISTE



Influenza dello Spirito personale del medium

223. 1. Il medium, al momento in cui esercita la sua facoltà, si trova in uno stato perfettamente normale?

«Qualche volta egli si trova in uno stato di crisi più o meno pronunciato. È questo che lo affatica, ed è per questo che ha bisogno di riposo. Ma il più delle volte il suo stato non differisce sensibilmente dallo stato normale, soprattutto presso i medium scriventi.»

2. Le comunicazioni, scritte o verbali, possono anche provenire dallo Spirito stesso incarnato nel medium?

«L'anima del medium può comunicare come quella di ogni altro. Se essa fruisce di un certo grado di libertà, recupera le sue qualità di Spirito. Voi ne avete la prova nelle visite che vi fanno le anime delle persone viventi, le quali comunicano spesso con voi attraverso la scrittura, senza che voi le abbiate chiamate. Infatti, - sappiatelo bene - fra gli Spiriti che voi evocate, ve ne sono di quelli che sono incarnati sulla Terra. Allora essi vi parlano come Spiriti, non già come uomini. Perché non dovrebbe accadere la stessa cosa col medium?»

— Questa spiegazione non sembra forse confermare l'opinione di coloro che credono che tutte le comunicazioni provengono dallo Spirito del medium, e non da Spiriti estranei?

«Quelli che così pensano sbagliano per il solo fatto di voler dare un carattere assoluto all'opinione che sostengono. Infatti è certo che lo Spirito del medium può agire da sé stesso, ma non è una ragione perché altri non agiscano ugualmente per suo mezzo.»

3. Come distinguere se lo Spirito che risponde è quello del medium o uno Spirito estraneo?

«Secondo la natura delle comunicazioni. Studiate le circostanze e il linguaggio, e distinguerete. È soprattutto nello stato di sonnambulismo o di estasi che lo Spirito del medium si manifesta, perché allorasi trova più libero; ma nello stato normale è più difficile. Ci sono, d'altronde, delle risposte che è impossibile attribuire a lui. È per questo che io vi dico di studiare e di osservare.»

OSSERVAZIONE. Quando una persona ci parla, noi distinguiamo facilmente ciò che viene da lui, o ciò di cui egli è soltanto l'eco. Lo stesso è per i medium.

4. Poiché lo Spirito del medium ha potuto acquisire, in esistenze anteriori, cognizioni ch'egli ha dimenticato sotto il suo involucro corporeo, ma di cui come Spirito si ricorda, non può egli attingere nelle profondità del suo stesso io le idee che sembrano essere al di fuori della portata della sua istruzione?

«Ciò avviene spesso nello stato di crisi sonnambolica o estatica. Ma, ancora una volta, ci sono delle circostanze che non permettono il dubbio: studiate a lungo e meditate.»

5. Le comunicazioni che provengono dallo Spirito del medium sono sempre inferiori a quelle che potrebbero essere fatte da Spiriti estranei?

«No, non sempre. Infatti lo Spirito estraneo può essere lui stesso di un ordine inferiore a quello del medium e potrebbe, pertanto, parlare meno sensatamente. È ciò che si osserva nel sonnambulismo; perché qui il più delle volte è lo Spirito del sonnambulo che si manifesta e che tuttavia, qualche volta, dice cose ottime.»

6. Lo Spirito che comunica attraverso un medium trasmette direttamente il suo pensiero, oppure questo pensiero ha per intermediario lo Spirito incarnato nel medium?

«Lo Spirito del medium è l'interprete, perché è legato al corpo e perché è pur necessario un anello di congiunzione tra voi e gli Spiriti estranei che con voi comunicano. Così, come è necessario un filo elettrico per trasmettere in lontananza una notizia, e all'altro capo del filo è necessaria una persona intelligente che riceva la notizia e la trasmetta.»

7. Lo Spirito incarnato nel medium esercita una influenza sulle comunicazioni che deve trasmettere e che provengono da Spiriti estranei?

«Sì. Infatti, se non è loro simpatico, può alterare le risposte e assimilarle alle proprie idee e tendenze, ma egli non esercita un'influenza sugli Spiriti, autori delle risposte: è soltanto un cattivo interprete.»

8. È questa dunque la causa della preferenza degli Spiriti per certi medium?

«Non ve ne sono altre. Essi cercano l'interprete che più simpatizzi con loro, e che rendano il proprio pensiero il più esattamente possibile. Se tra loro non corre simpatia, lo Spirito del medium è un antagonista che oppone una certa resistenza, e diventa un interprete di cattiva qualità e sovente non fedele. Lo stesso avviene tra di voi quando l'opinione di un saggio è trasmessa attraverso la voce di uno stordito o di un uomo in malafede.»

9. Si comprende che sia così trattandosi dei medium intuitivi, non però relativamente a quelli che sono medium meccanici.

«Voi non vi rendete ben conto del ruolo che rappresenta il medium. Si tratta qui di una legge che voi non avete ancora ben compresa. Ricordatevi che per realizzare il movimento di un corpo inerte, lo Spirito ha bisogno di una determinata parte di fluido animalizzato, che egli preleva al medium per animare momentaneamente la tavola, perché questa obbedisca alla sua volontà. Ebbene, comprenderete anche che, per una comunicazione intelligente, egli ha bisogno di un intermediario intelligente, e che questo intermediario è quello dello Spirito del medium.»

— Questo non sembra applicabile a quanto viene indicato con il nome di tavola parlante. Perché, quando degli oggetti inerti, come delle tavole, delle tavolette e dei canestrelli danno risposte intelligenti, sembra che lo Spirito del medium non c'entri per niente?

«È un errore. Lo Spirito può dare al corpo inerte una vita fittizia momentanea, ma non l'intelligenza. Un corpo inerte non è mai stato intelligente. È dunque lo Spirito del medium che riceve il pensiero a sua insaputa, e lo trasmette progressivamente con l'aiuto di vari intermediari.»

10. Sembra risultare da queste spiegazioni che lo Spirito del medium non è mai completamente passivo?

«È passivo quando non mescola le proprie idee a quelle dello Spirito estraneo, ma non è mai assolutamente nullo. Il suo concorso è sempre necessario come intermediario, anche quando si tratta di quelli che voi chiamate medium meccanici.»

11. Non c'è forse più garanzia d'indipendenza nel medium meccanico che nel medium intuitivo?

«Senza alcun dubbio. E, per certe comunicazioni, un medium meccanico è preferibile. Ma quando si conoscono le facoltà d'un medium intuitivo, ciò diventa indifferente, dipende dalle circostanze. Voglio dire che ci sono comunicazioni che richiedono meno precisione.»


Sistema dei medium inerti


12. Tra i differenti sistemi che sono stati concepiti per spiegare i fenomeni spiritisti, ce n'è uno che consiste nel credere che la vera medianità è in un corpo completamente inerte — per esempio nel canestrello o nella scatola — che serve da strumento; nel credere che lo Spirito estraneo s'identifichi con questo oggetto e lo renda non solo vivo, ma anche intelligente. Da qui il nome di medium inerti dato a questi oggetti. Voi che ne pensate?

«C'è una sola cosa da dire a questo riguardo. Se lo Spirito avesse trasmesso alla scatola l'intelligenza insieme alla vita, la scatola potrebbe scrivere da sola, senza l'aiuto del medium. Sarebbe singolare che l'uomo intelligente diventasse macchina, e che l'oggetto inerte diventasse intelligente. Si tratta di uno dei numerosi sistemi nati da una idea preconcetta e che, come tanti altri, crollano davanti all'esperienza e all'osservazione.»

13. Un fenomeno ben conosciuto potrebbe accreditare la tesi secondo cui, nei corpi inerti animati vi sia più che la vita anche l'intelligenza, un qualcosa insomma per cui le tavole, i canestrini ecc. esprimono attraverso i loro movimenti la collera o l'affetto?

«Quando un uomo agita con collera un bastone, non è il bastone a essere in collera e neppure la mano che tiene il bastone, ma il pensiero che dirige la mano. Le tavole e i canestrelli non sono più intelligenti del bastone. Questi oggetti non hanno alcun sentimento intelligente, ma obbediscono a una intelligenza. In una parola, non è che lo Spirito si trasformi in canestrello né che abbia eletto il suo domicilio nel canestrello.»

14. Se non è razionale attribuire l'intelligenza a questi oggetti, li si può considerare come una varietà di medium, designandoli col nome di medium inerti?

«È una questione lessicale che poco ci importa, purché voi vi intendiate. Voi siete padronissimi di chiamare uomo una marionetta.»

15. Gli Spiriti non hanno che il linguaggio del pensiero. Essi non hanno un linguaggio articolato, ed è per questo che per loro esiste una sola lingua. Detto questo, potrebbe uno Spirito esprimersi, per via medianica, in una lingua che non ha mai parlato da vivo? E, in questo caso, dove attinge le parole di cui si serve?

«Voi stessi avete appena risposto alla vostra domanda, dicendo che gli Spiriti hanno una sola lingua che è quella del pensiero. Questa lingua è compresa da tutti, tanto dagli uomini che dagli Spiriti. Lo Spirito errante, rivolgendosi allo Spirito incarnato del medium, non gli parla né in francese né in inglese, ma nella lingua universale che è quella del pensiero. Per tradurre le mie idee in un linguaggio articolato e trasmissibile, egli attinge le sue parole nel vocabolario del medium.»

16. Se così fosse, lo Spirito dovrebbe poter esprimersi solo nella lingua del medium, mentre invece si vedono Spiriti scrivere in lingue al medium sconosciute. Non c'è forse qui una contraddizione?

«Osservate innanzitutto che non tutti i medium sono atti a questo genere di esercizio, e in secondo luogo che gli Spiriti si prestano a ciò solo accidentalmente, quando cioè essi giudicano che questo può essere utile. Ma, per le comunicazioni abituali e di una certa lunghezza, essi preferiscono servirsi d'una lingua che sia familiare al medium, perché questa presenta per loro meno difficoltà da sormontare.»

17. L'attitudine di certi medium a scrivere in una lingua che è loro estranea non potrebbe derivare dal fatto che questa lingua è stata loro familiare in un'altra esistenza, e che essi ne hanno conservata l'intuizione?

«Questo può certamente accadere, ma non è una regola. Lo Spirito può, con qualche sforzo, superare momentaneamente la resistenza materiale che incontra. È ciò che avviene quando il medium scrive, nella sua propria lingua, parole che non conosce.»

18. Una persona che non sapesse scrivere potrebbe scrivere come un medium?

«Sì. Ma ben si comprende che qui c'è ancora una grande difficoltà meccanica da superare, non avendo la mano l'abitudine al movimento necessario per formare le lettere. La stessa cosa avviene nei medium disegnatori che non sappiano disegnare.»

19. Un medium non troppo intelligente potrebbe trasmettere delle comunicazioni di un ordine elevato?

«Sì. Per la stessa ragione per cui un medium può scrivere in una lingua che non conosce. La medianità propriamente detta è indipendente sia dall'intelligenza sia dalle qualità morali, e in mancanza di uno strumento migliore lo Spirito può servirsi di quello che ha sottomano. È naturale, però, che per le comunicazioni di un certo livello egli preferisca il medium che gli offre i minori ostacoli materiali. E, poi, un'altra considerazione: l'idiota spesso non è idiota che per un'imperfezione dei suoi organi, ma il suo Spirito può essere più avanzato di quanto voi crediate. Voi potete averne la prova da certe evocazioni di idioti, morti o vivi ch'essi siano.»

OSSERVAZIONE. Questo è un fatto costatato dall'esperienza. Parecchie volte noi abbiamo evocato degli idioti viventi, i quali hanno dato prove evidenti della loro identità e rispondevano in maniera più che sensata e anche superiore. Questo stato è una punizione per lo Spirito, che soffre a causa della costrizione in cui si trova. Un medium idiota può dunque, a volte, offrire allo Spirito, che vuole manifestarsi, più risorse di quanto si creda (vedere Rivista Spiritista, luglio 1860, articoli sulla "Frenologia" e sulla "Fisiognomia").

20. Da dove proviene l'attitudine di certi medium a scrivere in versi, malgrado la loro ignoranza in fatto di poesia?

«La poesia è un linguaggio. Essi possono scrivere in versi, così come possono scrivere in una lingua che non conoscono; e poi potrebbero essere stati poeti in un'altra esistenza. Inoltre, come vi è stato già detto, le cognizioni acquisite non sono mai perdute per lo Spirito, che deve arrivare alla perfezione in tutte le cose. Perciò quanto hanno saputo dà loro, senza che essi lo sospettino, una facilità d'espressione che non posseggono nella condizione ordinaria.»

21. È la stessa cosa per coloro che hanno un'attitudine speciale per il disegno e per la musica?

«Sì. La musica e il disegno sono anch'essi dei modi per esprimere il pensiero. Gli Spiriti si servono degli strumenti che offrono loro la maggiore facilità d'espressione.»

22. L'espressione del pensiero attraverso la poesia, il disegno o la musica dipende unicamente dall'attitudine speciale del medium o da quella dello Spirito che comunica?

«A volte dipende dall'attitudine del medium, a volte da quella dello Spirito. Gli Spiriti superiori hanno tutte le attitudini; gli Spiriti inferiori hanno delle cognizioni limitate.»

23. Perché l'uomo che abbia un talento trascendente in una esistenza non lo ha più nell'esistenza successiva?

«Non sempre è così. Infatti, spesso l'uomo perfeziona in una esistenza ciò che ha incominciato in una esistenza precedente. Ma può anche accadere che una facoltà trascendente si acquieti per un certo periodo per permettere che se ne sviluppi un'altra più liberamente. È un germe latente che si ritroverà più tardi e di cui resterà sempre qualche traccia o almeno una vaga intuizione.»




Attitudine di certi medium per le cose che non conoscono: le lingue, la musica, il disegno ecc.

224. Lo Spirito che vuole comunicare comprende senza dubbio tutte le lingue, poiché le lingue sono l'espressione del pensiero, e lo Spirito comprende attraverso il pensiero. Ma per esprimere questo pensiero v'è bisogno di uno strumento: questo strumento è il medium. L'anima del medium che riceve la comunicazione estranea non può trasmetterla che attraverso gli organi del suo corpo. Bene, questi organi non possono avere per una lingua sconosciuta la flessibilità che hanno invece per la lingua che è loro familiare. Un medium che sappia soltanto il francese potrà benissimo, accidentalmente, dare una risposta in inglese, per esempio, se allo Spirito piace farlo. Ma gli Spiriti che trovano già il linguaggio umano fin troppo lento, tenuto conto della rapidità del pensiero — e infatti lo abbreviano quanto più possono — si spazientiscono per la resistenza meccanica che provano. Ecco perché non sempre lo fanno. C'è poi anche un'altra ragione, quella per cui un medium novizio, che scriva faticosamente e con lentezza quand'anche scriva nella propria lingua, non ottiene generalmente che delle risposte brevi e senza sviluppo. Così gli Spiriti raccomandano di non fare, attraverso i propri intermediari, che delle domande molto semplici. Per le domande di grande importanza occorre un medium ormai formato, che non procuri alcuna difficoltà meccanica allo Spirito. Noi non prenderemmo di certo come nostro lettore uno scolaro che stesse ancora compitando. Così come un buon operaio non ama servirsi di cattivi utensili.

Aggiungiamo un'altra considerazione, di grande serietà, per quanto concerne le lingue straniere. Prove di questo genere sono sempre fatte a scopo di curiosità e di esperimento. Orbene, non v'è nulla di più sgradito agli Spiriti di quelle con le quali si tenta di sottometterli. Gli Spiriti superiori non vi si prestano mai e si allontanano non appena si pretende di imboccare questa strada. Tanto essi si compiacciono delle cose utili e serie, quanto rifuggono dall'occuparsi di cose futili e senza scopo. È per convincerci, diranno gli increduli, e questo scopo è utile, poiché può portare adepti alla causa degli Spiriti. Gli Spiriti così rispondono: «La nostra causa non ha bisogno di coloro che hanno tanto orgoglio da credersi indispensabili. Noi chiamiamo a noi quelli che noi vogliamo, e questi sono spesso i più insignificanti e i più umili. Gesù ha forse fatto i miracoli che gli chiedevano gli scribi? E di quali uomini egli si è servito per rivoluzionare il mondo? Se volete convincervi, voi avete altri mezzi che non siano i giochi di forza. Cominciate, per prima cosa, col sottomettervi: non rientra nell'ordine delle cose che sia lo scolaro a imporre la sua volontà al maestro.» Da ciò risulta che, fatte alcune eccezioni, il medium esprime il pensiero degli Spiriti attraverso i mezzi meccanici che sono a sua disposizione; che l'espressione di questo pensiero può, e il più delle volte deve anche, risentire dell'imperfezione di questi mezzi. Così, l'uomo incolto, il contadino, per esempio, potrà dire le cose più belle, esprimere i pensieri più elevati e filosofici, parlando da contadino; perché, si sa, per gli Spiriti il pensiero domina ogni cosa. Questa è la replica all'obiezione di certi critici riguardo alle scorrettezze di stile e agli errori d'ortografia che si possono rimproverare agli Spiriti, ma che possono venire tanto dal medium quanto dallo Spirito. C'è della futilità nell'attaccarsi a simili cose. Né è meno puerile impuntarsi a riprodurre questi errori con minuziosa esattezza, come talvolta abbiamo visto fare. Si può quindi correggerli senza alcun timore, a meno che tali errori non siano una caratteristica dello Spirito che comunica, nel qual caso è utile mantenerli come prova d'identità. Così, per esempio, noi abbiamo visto uno Spirito scrivere costantemente Jule, senza la s, rivolgendosi a suo nipote, perché da vivo egli lo scriveva in questa maniera, e quantunque il nipote, che serviva da medium, sapesse scrivere perfettamente il proprio nome.




Dissertazione di uno Spirito sul ruolo dei medium

225. La dissertazione che segue, data spontaneamente da uno Spirito superiore, il quale si è rivelato attraverso comunicazioni dell'ordine più elevato, riassume nella maniera più chiara e più completa la questione del ruolo dei medium.

«Qualunque sia la natura dei medium scriventi, siano essi meccanici, semimeccanici o semplicemente intuitivi, i nostri procedimenti di comunicazione con loro non variano sostanzialmente. Infatti noi comunichiamo con gli Spiriti incarnati dei medium allo stesso modo con cui comunichiamo con gli Spiriti propriamente detti, cioè con la sola irradiazione del nostro pensiero.

I nostri pensieri non hanno bisogno del rivestimento della parola per essere compresi dagli Spiriti; e tutti gli Spiriti percepiscono il pensiero che noi desideriamo loro comunicare, per il solo fatto che noi indirizziamo tale pensiero verso di loro, e ciò in ragione delle loro facoltà intellettive. Vale a dire che questo pensiero può essere compreso dal tale e dal talaltro, a seconda del loro avanzamento; mentre presso alcuni, non risvegliando questo pensiero alcun ricordo né alcuna cognizione al fondo del loro cuore o cervello, non è percettibile. In questo caso, lo Spirito incarnato, che ci serve da medium, è più idoneo a esprimere il nostro pensiero per gli altri incarnati — benché non lo comprenda —, di quanto potrebbe farlo uno Spirito disincarnato e poco avanzato, se noi fossimo costretti a ricorrere a lui come intermediario. Infatti l'essere terreno mette il suo corpo a nostra disposizione come strumento; cosa che lo Spirito errante non può fare.

Così, quando troviamo, in un medium, il cervello dotato di cognizioni acquisite nella sua vita attuale, e il suo Spirito ricco di cognizioni anteriori latenti, atte a facilitare le nostre comunicazioni, noi ce ne serviamo di preferenza. Infatti con lui il fenomeno della comunicazione ci è assai più facile che con un medium la cui intelligenza fosse limitata e le cui cognizioni anteriori fossero rimaste insufficienti. Noi ci faremo comprendere con alcune spiegazioni chiare e precise.

Con un medium la cui intelligenza attuale o anteriore si trova sviluppata, il nostro pensiero si comunica istantaneamente da Spirito a Spirito, per una facoltà peculiare all'essenza dello Spirito stesso. In questo caso, noi troviamo nel cervello del medium gli elementi atti a dare al nostro pensiero il rivestimento della parola corrispondente a questo pensiero. E ciò tanto che il medium sia intuitivo, semi meccanico o meccanico puro. È per questo che, qualunque sia la diversità degli Spiriti che comunicano con un medium, i dettati da lui ottenuti, pur provenendo da Spiriti diversi, portano, riguardo alla forma e al colore, l'impronta che gli è personale. Sì, benché il pensiero gli sia completamente estraneo, benché l'argomento esca fuori dall'ambito nel quale abitualmente lui stesso si muove, benché ciò che noi vogliamo dire non provenga in alcun modo da lui, non per questo il medium cessa di influenzare la forma, attraverso le qualità e le proprietà che sono inerenti alla sua individualità. Accade precisamente quello che accade quando voi guardate panorami diversi con occhiali colorati, verdi, bianchi o azzurri. E sebbene i panorami od oggetti guardati siano completamente opposti e completamente indipendenti gli uni dagli altri, essi nondimeno presentano sempre un colore che proviene dal colore degli occhiali. O, meglio, proviamo a paragonare i medium a quelle ampolle piene di liquidi colorati e trasparenti che si vedono nelle vetrine delle farmacie. Orbene, noi siamo come luci che illuminano certi panorami morali, filosofici e interni, attraverso medium azzurri, verdi o rossi, in modo tale che i nostri raggi luminosi — obbligati a passare attraverso vetri più o meno ben tagliati, più o meno trasparenti, cioè attraverso medium più o meno intelligenti — arrivano sugli oggetti che vogliamo illuminare solo assumendo il colore del liquido, o meglio lo stile proprio e particolare di questi medium. Infine, per terminare con un ultimo paragone, noi Spiriti siamo come dei compositori di musica che abbiano composto o vogliano improvvisare un'aria e non abbiano sottomano che un piano, o un violino, o un flauto, o un fagotto o un fischietto da due soldi. È incontestabile che con il piano, o il flauto o il violino noi eseguiremo il nostro pezzo in maniera più che comprensibile per i nostri ascoltatori. Sebbene i suoni che provengono o dal piano o dal fagotto o dal clarinetto siano sostanzialmente differenti gli uni dagli altri, la nostra composizione non sarà per questo meno identicamente la stessa, salvo le gradazioni del suono. Ma se noi abbiamo a nostra disposizione solo un fischietto da due soldi o un sifone da idraulico, qui sta per noi la difficoltà.

In effetti, quando noi siamo obbligati a servirci di medium poco avanzati, il nostro lavoro diventa ben più lungo, ben più faticoso, perché siamo obbligati a far ricorso a forme incomplete, cosa che per noi è una complicazione. Infatti siamo costretti a scomporre i nostri pensieri e a procedere parola per parola, lettera per lettera, cosa che per noi è una noia e una fatica, nonché un reale intralcio alla speditezza e allo sviluppo delle nostre manifestazioni.

È per questo che siamo felici di trovare dei medium ben idonei, ben provvisti, muniti di materiali pronti all'uso, di buoni strumenti insomma, perché allora il nostro perispirito, agendo sul perispirito di colui che stiamo per medianizzare, non deve fare altro che dare l’impulso alla mano che ci serve da supporto per la penna o per la matita. Invece, con i medium mediocri siamo obbligati a fare un lavoro analogo a quello che facciamo quando comunichiamo per mezzo di colpi battuti, designando cioè lettera per lettera, parola per parola, ciascuna delle frasi che costituiscono la traduzione dei pensieri che vogliamo comunicare.

È per questa ragione che, per la divulgazione dello Spiritismo e lo sviluppo delle facoltà medianiche scriventi, ci siamo di preferenza indirizzati verso le classi illuminate e istruite, benché sia proprio fra queste classi che si incontrano gli individui più scettici, più ribelli e più immorali. Allo stesso modo che noi oggi lasciamo agli Spiriti buffoni e poco avanzati l'esercizio delle comunicazioni tangibili, quelle dei colpi e dei trasporti, così gli uomini fra voi meno seri preferiscono i fenomeni che colpiscono i loro occhi e le loro orecchie, ai fenomeni puramente spirituali e puramente psicologici.

Quando noi vogliamo procedere con dettati spontanei, agiamo sul cervello, sugli archivi del medium, e assembliamo i nostri materiali con gli elementi ch'egli ci fornisce, e ciò completamente a sua insaputa. È come se noi prendessimo nella sua borsa la somma ch'egli vi può tenere e disponessimo le monete che formano tale somma secondo l'ordine che ci appare più utile.

Ma quando il medium vuole a sua volta interrogarci nel tale e talaltro modo, è bene ch'egli vi rifletta seriamente, in modo da interrogarci in maniera metodica, facilitandoci così il lavoro di risposta. Infatti, come vi è stato già detto in una precedente istruzione, il vostro cervello si trova spesso in un disordine inestricabile, e a noi è sia faticoso sia difficile muoverci nel dedalo dei vostri pensieri. Quando ci sono delle domande che devono essere poste da parte di terzi, è bene e utile che la serie delle domande sia comunicata in anticipo al medium, affinché questi si identifichi con lo Spirito dell'evocatore e, per così dire, se ne impregni. Noi stessi, infatti, abbiamo così una maggiore facilità nel rispondere, per l'affinità che esiste tra il nostro perispirito e quello del medium che ci serve da interprete.

Di certo, noi possiamo parlare di scienze matematiche per mezzo di un medium che abbia l'aria del tutto estranea a questo argomento. Ma spesso lo Spirito possiede questa conoscenza allo stato latente, vale a dire una conoscenza peculiare all'essere fluidico e non all'essere incarnato, poiché il suo corpo attuale può essere uno strumento ribelle o contrario a questa conoscenza. Lo stesso avviene per l'astronomia, la poesia, la medicina e per le diverse lingue e così per tutte le altre conoscenze peculiari alla specie umana. Infine ci rimane ancora il faticoso mezzo dell'elaborazione, in uso con i medium completamente estranei all'argomento trattato, assemblando le lettere e le parole come in tipografia.

Come abbiamo già detto, gli Spiriti non hanno bisogno di rivestire il loro pensiero; essi percepiscono e comunicano il pensiero per il solo fatto ch'esso esiste in loro. Gli esseri corporei, al contrario, possono percepire il pensiero solo se rivestito. Mentre la lettera, la parola, il sostantivo, il verbo, in una parola la frase, a voi sono necessari per una ricezione anche solo mentale, a noi non è necessaria nessuna forma visibile o tangibile.»
ERASTO E TIMOTEO


OSSERVAZIONE. Questa analisi, riguardo al ruolo dei medium e ai procedimenti, con l'aiuto dei quali gli Spiriti comunicano, è tanto chiara quanto logica. Da essa deriva il principio secondo cui lo Spirito attinge non le sue idee, ma i materiali necessari per esprimerle, nel cervellodel medium; e più questo cervello è ricco di materiali, più la comunicazione risulta facile. Quando lo Spirito si esprime nella lingua familiare al medium, egli trova in lui le parole del tutto formate per rivestirne le idee; ma se lo Spirito si esprime in una lingua al medium estranea, egli non trova in quest'ultimo delle parole, ma semplicemente delle lettere. È per questo che lo Spirito è costretto a dettare, per così dire, lettera per lettera, esattamente come se noi volessimo far scrivere in tedesco una persona che di questa lingua non conoscesse una sola parola. Se poi il medium non sa né leggere né scrivere, egli non possiede neppure le lettere. Bisognerà allora condurgli la mano, come si fa con uno scolaretto; e qui c'è una difficoltà materiale ancora più grande da vincere. Questi fenomeni sono dunque possibili, e se ne hanno numerosi esempi. Si capisce, però, come questa maniera di procedere si mostri poco appropriata per le comunicazioni estese e rapide, e come gli Spiriti debbano preferire strumenti più facili, oppure, come essi dicono, dei medium - dal loro punto di vista - ben attrezzati.

Se quelli che reclamano questi fenomeni, come mezzo di convincimento, avessero preventivamente studiato la teoria, saprebbero in quali condizioni eccezionali tali fenomeni si producono.





Capitolo XX - INFLUENZA MORALE DEL MEDIUM



Questioni diverse

226. 1.Lo sviluppo della medianità è in relazione allo sviluppo morale del medium?

«No. La facoltà propriamente detta concerne l'organismo. Essa non dipende dallo sviluppo morale. La stessa cosa non può dirsi, però, per quanto riguarda il suo uso, che può essere più o meno buono, a seconda delle qualità del medium.»

2. È sempre stato detto che la medianità è un dono di Dio, una grazia, un favore. Perché allora non è privilegio degli uomini dabbene e perché si vedono delle persone indegne che ne sono dotate al più alto grado e che ne abusano?

«Tutte le facoltà sono favori di cui si deve rendere grazie a Dio, poiché vi sono uomini che ne sono privi. Voi potreste anche chiedervi perché Dio accordi una buona vista a dei malfattori, l'abilità agli imbroglioni, l'eloquenza a quelli che se ne servono per dire cose cattive. La medesima cosa avviene per la medianità. Persone indegne ne sono dotate, perché esse ne hanno bisogno più degli altri per migliorarsi. Pensate forse che Dio rifiuti i mezzi di salvezza ai colpevoli? Egli li moltiplica sotto i loro passi. Li mette nelle loro mani. Sta a loro non approfittarne. Giuda il traditore non ha forse fatto miracoli e guarito dei malati come apostolo? Dio ha permesso ch'egli avesse questo dono, per rendere ai suoi stessi occhi più odioso il tradimento ch'egli praticò.»

3. I medium che fanno cattivo uso della loro facoltà, che non se ne servono a fin di bene, oppure che non ne approfittano per la loro istruzione, ne subiranno le conseguenze?

«Se usano male la loro facoltà, saranno doppiamente puniti, dal momento che essi hanno un mezzo in più per illuminarsi e non lo mettono a profitto. Colui che veda chiaramente e inciampa è certamente più biasimevole del cieco che cada nel fossato.»

4. Vi sono dei medium a cui vengono fatte spontaneamente e quasi costantemente delle domande sempre sullo stesso argomento: su certe questioni morali, per esempio, o su certi determinati difetti. Tutto questo ha uno scopo?

«Sì. Lo scopo è quello di illuminarli su un argomento spesso ripetuto o di correggerne certi difetti. È per questo che essi parleranno senza sosta all'uno dell'orgoglio, all'altro della carità. Non c'è, alla fine, che la saturazione che può aprire loro gli occhi. Non c'è medium che, avendo abusato della sua facoltà per ambizione o interesse, o che, avendola compromessa per un difetto capitale, quali l'orgoglio, l'egoismo, la leggerezza ecc., non riceva di tanto in tanto qualche avvertimento da parte degli Spiriti. Il male sta nel fatto che, per la maggior parte del tempo, essi non prendono tali avvertimenti per sé.»

OSSERVAZIONE. Gli Spiriti adottano spesso dei riguardi nelle loro lezioni. Le danno, perciò, in maniera indiretta per lasciare maggior merito a chi sa applicarle a sé stesso e sa approfittarne. Ma la cecità e l'orgoglio sono tali presso certe persone, che esse non si riconoscono nel quadro che si mette davanti ai loro occhi. Ma c'è ancor di più. Se lo Spirito fa loro capire che di loro si tratta, esse s'infuriano e qualificano lo Spirito come mentitore o maligno. E basti solo questo per provare che lo Spirito ha ragione.

5. Nelle lezioni, dettate al medium in maniera generale e senza applicazione personale, non figura forse egli come strumento passivo, per l'istruzione di un altro?

«Molte volte, gli avvisi e i consigli non gli sono diretti personalmente, ma sono diretti ad altri ai quali noi non possiamo rivolgerci se non per mezzo del medium, che pertanto deve prendere la parte che gli tocca in tali avvertimenti e consigli, sempre che non lo accechi l'amor proprio.

Non crediate che la facoltà medianica sia data solo per la correzione di una o due persone. No di certo. L'obiettivo è più alto: si tratta dell'Umanità. Un medium è uno strumento molto poco importante come individuo. Per questo, quando diamo istruzioni che devono apportare benefici alla universalità degli uomini, noi ci serviamo di quelli che offrono le necessarie capacità. Si abbia però la certezza che tempo verrà in cui i buoni medium saranno molto comuni, cosicché i buoni Spiriti non dovranno servirsi di cattivi strumenti.»

6. Visto che le qualità morali del medium allontanano gli Spiriti imperfetti, come avviene che un medium dotato di buone qualità trasmetta risposte false o grossolane?

«Conosci tu, forse, tutti i recessi dell'anima umana? D'altra parte, la creatura umana può essere leggera e frivola, senza per questo essere viziosa. Tuttavia questo può accadere, perché a volte egli ha bisogno di una lezione, al fine di mantenersi in guardia.»

7. Perché gli Spiriti superiori permettono che persone dotate come medium di grande potere, e che potrebbero operare molto bene, siano strumenti dell'errore?

«Gli Spiriti di cui parli cercano di influenzarle. Ma quando queste persone acconsentono a essere trascinate su una cattiva strada, essi le lasciano andare. È per questo che si servono di loro con ripugnanza, dato che la verità non può essere interpretata dalla menzogna.»

8. Sarà assolutamente impossibile ottenere buone comunicazioni da un medium imperfetto?

«Un medium imperfetto può alcune volte ottenere buone cose, perché se dispone di una bella facoltà, non è raro che i buoni Spiriti si servano di lui, in mancanza di un altro, in circostanze speciali. Però questo avviene solo momentaneamente; infatti, non appena gli Spiriti incontrano un medium che convenga loro di più, danno la preferenza a questo.»

OSSERVAZIONE. Si deve osservare che, quando i buoni Spiriti notano che un medium cessa di essere ben assistito e diventa, per le sue imperfezioni, preda degli Spiriti ingannatori, quasi sempre fanno sorgere delle circostanze che svelano i suoi difetti e lo allontanano dalle persone serie e ben intenzionate, la cui buona fede potrebbe essere tratta in inganno. In questo caso, quali che siano le facoltà ch'egli possiede, il suo allontanamento non deve causare rimpianti.

9. Quale sarebbe il medium che si potrebbe definire perfetto?

«Perfetto! Voi sapete bene che la perfezione non esiste sulla Terra, se no voi non vi trovereste su di essa. Dite, perciò, buon medium ed è già molto; è per questo ch'essi sono rari. Il medium perfetto sarebbe quello contro cui i cattivi Spiriti non oserebbero mai fare un tentativo per ingannarlo. Il migliore, tra i medium, è quello che, simpatizzando soltanto con i buoni Spiriti, è stato il meno ingannato.

10. Se questo medium non simpatizza che con i buoni Spiriti, come possono essi permettere che sia ingannato?

«I buoni Spiriti, a volte, lo permettono con i medium migliori, per esercitare il loro giudizio e per insegnare loro a discernere il vero dal falso. Inoltre, per quanto un medium possa essere buono, egli non sarà mai così perfetto da non poter essere attaccato in qualche suo lato debole. Questo dovrà servirgli di lezione. Le false comunicazioni ch'egli di tanto in tanto riceve sono degli avvertimenti perché non si creda infallibile e non si inorgoglisca. Infatti, il medium che ottenga le cose più meravigliose non deve gloriarsene più di quanto non deve gloriarsi il suonatore d'organo che ottenga delle arie bellissime girando la manovella del suo strumento.»

11. Quali sono le condizioni necessarie perché la parola degli Spiriti superiori ci arrivi depurata di ogni alterazione?

«Sono necessarie due cose: volere il bene e scacciare l'egoismo e l'orgoglio

12. Se la parola degli Spiriti superiori non ci arriva pura che in condizioni difficili da incontrarsi, questo non è forse un ostacolo alla propagazione della verità?

«No. Perché la luce arriva sempre a colui che vuole riceverla. Chiunque voglia illuminarsi deve fuggire le tenebre, e le tenebre sono nell'impurità del cuore.

Gli Spiriti che voi considerate come la personificazione del bene non si presentano affatto volentieri all'appello di coloro il cui cuore è macchiato dall'orgoglio, dalla cupidigia e dalla mancanza di carità.

Coloro che vogliono illuminarsi depongano dunque ogni vanità umana e mortifichino la loro ragione davanti alla potenza infinita del Creatore. Sarà questa la miglior prova della loro sincerità. E questa condizione ognuno può realizzarla.»

227. Se il medium dal punto di vista dell'esecuzione non è che uno strumento, dal punto di vista morale egli esercita una grandissima influenza. Poiché, per comunicare, lo Spirito estraneo si identifica con lo Spirito del medium, questa identificazione non può aver luogo se non quando ci sia tra loro simpatia, si può anzi dire affinità. L'anima esercita sullo Spirito estraneo una sorta di attrazione o di repulsione secondo il grado della loro somiglianza o differenza. Orbene, i buoni hanno dell'affinità verso i buoni, e i malvagi verso i malvagi. Da ciò consegue che le qualità morali del medium hanno un'influenza capitale sulla natura degli Spiriti che comunicano attraverso il loro intermediario. Ora, se il medium è vizioso, gli Spiriti inferiori vanno a raggrupparsi intorno a lui e sono sempre pronti a prendere il posto dei buoni Spiriti evocati. Le qualità che attirano di preferenza i buoni Spiriti sono: la bontà, la benevolenza, la semplicità di cuore, l'amore per il prossimo, il disinteresse per le cose materiali; i difetti che li respingono sono: l'orgoglio, l'egoismo, l'invidia, la gelosia, l'odio, la cupidigia, la sensualità e tutte le passioni per le quali l'uomo si attacca alla materia.


228. Tutte le imperfezioni morali sono altrettante porte aperte, che offrono l'accesso agli Spiriti malvagi. Ma quella ch'essi utilizzano con la maggiore abilità è quella dell'orgoglio, perché è l'imperfezione che meno si confessa a sé stessi. L'orgoglio ha perduto numerosi medium dotati delle più belle facoltà. Senza questa imperfezione essi sarebbero potuti diventare dei soggetti notevoli e utilissimi. Invece, divenuti preda di Spiriti mentitori, le loro facoltà si sono dapprima corrotte, poi annientate, e s'è visto più d'uno umiliato dalle più amare delusioni.

L'orgoglio si manifesta nei medium con dei segni inequivocabili, sui quali è tanto più necessario richiamare l'attenzione, in quanto è uno degli errori che debbono ispirare la massima diffidenza sulla veridicità delle loro comunicazioni. Si tratta dapprima di una cieca fiducia nella superiorità di queste stesse comunicazioni e nella infallibilità dello Spirito che le dà. Da qui un certo disprezzo per tutto ciò che non provenga da loro, poiché credono di avere l'esclusiva della verità. Il prestigio dei grandi nomi, di cui si ornano gli Spiriti che sono ritenuti i loro protettori, li abbaglia; e, siccome il loro amor proprio soffrirebbe nell'ammettere di essere stati ingannati, essi respingono ogni sorta di consigli. Anzi li evitano allontanandosi dai loro amici e da chiunque potrebbe aprir loro gli occhi. Se poi hanno la condiscendenza di ascoltarli, non tengono in alcun conto i loro avvertimenti, poiché dubitare della superiorità del loro Spirito è quasi una profanazione. Si adombrano alla minima contraddizione, a una semplice osservazione critica e, a volte, giungono persino ad avere in odio le persone stesse che hanno reso loro un servigio. Grazie a questo isolamento, provocato dagli Spiriti che non vogliono avere contraddittori, costoro hanno buon gioco per farli rimanere nelle loro illusioni, così da far loro facilmente accettare come cose sublimi le più grosse assurdità. Perciò, fiducia assoluta nella superiorità di ciò ch'essi ottengono, disprezzo per quanto non proviene da loro, importanza istintivamente accordata ai grandi nomi, rifiuto dei consigli, l'aversela a male per ogni critica, l'allontanarsi da quelli che possono dare avvertimenti disinteressati, credenza nella propria abilità malgrado l'inesperienza: tali sono i caratteri dei medium orgogliosi.

Bisogna anche convenire che l'orgoglio spesso è eccitato nel medium da quanti lo circondano. Se egli ha delle facoltà appena un po' trascendenti, subito viene ricercato e lodato. Egli si crede allora indispensabile e ben presto mostra arie di sufficienza e disdegno quando presta il suo aiuto. Noi abbiamo avuto, più di una volta, occasione di pentirci degli elogi che abbiamo rivolto a certi medium allo scopo di incoraggiarli.

229. Al fianco di quanto detto, mettiamo ora in evidenza anche il quadro del medium veramente buono, quello in cui si può riporre la fiducia. Supponiamo per prima cosa una facilità di esecuzione abbastanza grande da permettere agli Spiriti di comunicare liberamente e senza essere intralciati da alcuna difficoltà materiale. Fatta questa premessa, quello che più importa considerare è la natura degli Spiriti che lo assistono abitualmente, e per questo non è al nome che bisogna badare, ma al linguaggio. Egli non deve mai perdere di vista questo principio: le simpatie che si accattiverà fra i buoni Spiriti saranno in ragione di quanto farà per allontanare quelli cattivi. Persuaso che la sua facoltà è un dono che gli viene accordato per compiere il bene, egli non cerca affatto di approfittarsene e non se ne fa alcun vanto. Accetta le buone comunicazioni che gli vengono date come una grazia, di cui deve sforzarsi di rendersi degno attraverso la bontà, la benevolenza e la modestia. Mentre quello s'inorgoglisce dei suoi rapporti con gli Spiriti superiori, questo se ne umilia, poiché si ritiene sempre indegno di questo favore.




Dissertazioni di uno Spirito sull'influenza morale

230. L'istruzione che segue ci è stata data su questo argomento da uno Spirito, di cui abbiamo già riportato parecchie comunicazioni:

«L'abbiamo già detto: i medium, in quanto tali, non hanno che un'influenza secondaria nelle comunicazioni degli Spiriti. Il loro ruolo è quello di una macchina elettrica, che trasmette i dispacci telegrafici da un punto lontano a un altro punto lontano della Terra. Così, quando noi vogliamo dettare una comunicazione, noi agiamo sul medium come l'impiegato del telegrafo agisce sul suo apparecchio. Come, cioè, il tic-tac del telegrafo disegna alla distanza di migliaia di chilometri, su una striscia di carta, i segni riproduttori del dispaccio, così anche noi comunichiamo, per mezzo dell'apparecchio medianico, — attraverso le distanze incommensurabili che separano il mondo visibile dal mondo invisibile, il mondo immateriale dal mondo incarnato — ciò che vogliamo insegnarvi. Ma, come le influenze atmosferiche agiscono, spesso disturbandole, sulle trasmissioni del telegrafo elettrico, così anche l'influenza morale del medium agisce, talvolta disturbandola, sulla trasmissione dei nostri dispacci d'oltretomba, perché noi siamo obbligati a farli passare attraverso un mezzo che è loro contrario. Tuttavia, il più delle volte, questa influenza è annullata dalla nostra energia e dalla nostra volontà, per cui nessuna azione perturbatrice si manifesta. Infatti dettati di grande importanza filosofica e comunicazioni di perfetta moralità sono talvolta trasmessi per mezzo di medium poco idonei a questi insegnamenti superiori; mentre, dall'altro lato, comunicazioni poco edificanti arrivano qualche volta per mezzo di medium che si vergognano di essere serviti da conduttori.

In via generale, si può affermare che Spiriti simili chiamano Spiriti simili, e che raramente gli Spiriti delle sfere elevate comunicano per mezzo di strumenti cattivi conduttori, quando hanno sottomano dei buoni strumenti medianici, in una parola, dei buoni medium.

I medium leggeri e poco seri chiamano dunque Spiriti della medesima natura. Ecco perché le loro comunicazioni sono piene di banalità, di frivolezze, di idee senza seguito e spesso eterodosse, spiriticamente parlando. Certamente essi possono dire anche delle buone cose, e qualche volta le dicono; ma è soprattutto in questo caso che bisogna condurre un esame severo e scrupoloso. Infatti, in mezzo a queste cose buone, certi Spiriti ipocriti insinuano, con abilità e con perfidia calcolata, fatti inventati di sana pianta e asserzioni menzognere, al fine d'ingannare la buona fede dei loro uditori. Si deve allora, senza pietà, sfrondare la comunicazione di ogni parola, di ogni frase equivoca, e conservare del dettato solo quello che la logica accetta, o ciò che la dottrina ha già insegnato. Le comunicazioni di questa natura devono temersi solo da parte degli Spiritisti isolati, dei gruppi recenti o poco illuminati. Infatti, nelle riunioni dove gli adepti sono più avanzati e hanno acquisito esperienza, ha un bell'adornarsi la gazza con le piume del pavone, essa viene sempre scacciata senza pietà.

Non parlerò dei medium che amano sollecitare e ascoltare comunicazioni triviali. Lasciamoli compiacersi in compagnia degli Spiriti spregiudicati. D'altra parte le comunicazioni di questo tipo richiedono già di per sé solitudine e isolamento. Esse non potrebbero, in ogni caso, che sollevare lo sdegno e il disgusto fra i membri di gruppi filosofici e comunque seri. Ma il momento in cui l'influenza morale del medium si fa realmente sentire avviene sia quando questi sostituisce le sue idee personali a quelle che gli Spiriti si sforzano di suggerirgli, sia quando egli attinge nell'immaginazione delle sue teorie fantastiche, che egli stesso in buona fede crede che nascano da una comunicazione intuitiva. C'è allora da scommettere mille contro uno che spesso ciò non è che il riflesso dello Spirito personale del medium. E avviene anche questo fatto curioso, per cui la mano del medium si muove a volte quasi meccanicamente, come spinta da uno Spirito secondario e dileggiatore. È contro questa pietra di paragone che vanno a infrangersi le ardenti immaginazioni. Infatti, trasportati dalla foga delle loro idee, dalla paccottiglia delle loro conoscenze letterarie, i medium disconoscono il modesto dettato di uno Spirito saggio e, abbandonando il certo per l'incerto, vi sostituiscono una parafrasi ampollosa. È contro questo pericoloso scoglio che vanno egualmente a infrangersi le personalità ambiziose le quali, in mancanza delle comunicazioni che i buoni Spiriti loro rifiutano, presentano le proprie opere come l'opera di questi stessi Spiriti. Ecco perché è necessario che i capi dei gruppi spiritisti siano provvisti di un tatto squisito e di una rara perspicacia, per distinguere le comunicazioni autentiche da quelle che non lo sono, e per non offendere quelli che si illudono da sé stessi.

"Nel dubbio, astieniti" dice uno dei vostri antichi proverbi. Ammettete quindi solo quello che è per voi di sicura evidenza. Non appena appare una nuova opinione, per poco che vi sembri dubbiosa, passatela al crogiuolo della ragione e della logica. Rifiutate coraggiosamente ciò che la ragione e il buon senso disapprovano. È meglio respingere dieci verità piuttosto che ammettere una sola menzogna, una sola falsa teoria. Infatti, su questa teoria voi potreste edificare tutto un sistema, che crollerebbe al primo soffio di verità come un monumento costruito sulle sabbie mobili. Invece, se voi oggi rigettate certe verità perché non vi sono dimostrate logicamente e chiaramente, ben presto un fatto brutale o una dimostrazione irrefutabile ve ne confermerà l'autenticità.

Nondimeno ricordatevi, o Spiritisti, che per il buon Dio e per i buoni Spiriti d'impossibile non c'è che l'ingiustizia e l'iniquità.

Lo Spiritismo è ormai abbastanza diffuso fra gli uomini e ha sufficientemente moralizzato della sua santa dottrina gli adepti sinceri, perché gli Spiriti non siano più ridotti a impiegare cattivi strumenti e medium imperfetti. Se dunque ora un medium, chiunque egli sia, dà, per la sua condotta o i suoi costumi, per il suo orgoglio, per la sua mancanza d'amore e di carità, un legittimo motivo di sospetto, voi dovete respingere le sue comunicazioni, perché c'è un serpente nascosto tra l'erba. Ecco la mia conclusione sull'influenza morale dei medium.»
ERASTO





Capitolo XXI - INFLUENZA DELL'AMBIENTE

231. 1. L'ambiente nel quale il medium si trova esercita una influenza sulle manifestazioni?

«Tutti gli Spiriti che attorniano il medium lo aiutano nel bene come nel male.»

2. Gli Spiriti superiori non possono trionfare sul cattivo volere dello Spirito incarnato, che serve loro da interprete, e di coloro che lo circondano?

«Sì. Quando essi lo ritengono utile e a seconda della persona che si rivolge loro. L'abbiamo già detto: qualche volta gli Spiriti più elevati possono comunicare per un favore speciale, malgrado l'imperfezione del medium e dell'ambiente, ma allora questi si mantengono completamente estranei al fatto.»

3. Gli Spiriti superiori cercano di indirizzare le riunioni futili verso idee più serie?

«Gli Spiriti superiori non vanno in quelle riunioni dove essi sanno che la loro presenza è inutile. Negli ambienti poco colti, dove ci sia però sincerità, noi andiamo volentieri, quand'anche vi trovassimo solo mediocri strumenti. Ma negli ambienti colti, dove domina l'ironia, noi non andiamo. Qui bisogna colpire gli occhi e le orecchie: questo è il ruolo degli Spiriti picchiatori e sbeffeggiatori. È bene che quelli che si vantano della loro scienza siano umiliati dagli Spiriti meno sapienti e meno avanzati.»

4. L'accesso alle riunioni serie è interdetto agli Spiriti inferiori?

«No. Qualche volta vi rimangono al fine di approfittare degli insegnamenti che lì vengono dati. Ma essi tacciono come gli sventati nell'assemblea dei saggi.»

232. Sarebbe un errore credere che si debba essere medium per attrarre a sé gli esseri del mondo invisibile. Lo spazio ne è popolato; ne abbiamo incessantemente intorno a noi, al nostro fianco, che ci vedono, che ci osservano, che si mescolano alle nostre riunioni, che ci seguono o ci evitano a seconda che noi li attiriamo o li respingiamo. La facoltà medianica non influisce per nulla in questo: essa non è che un mezzo di comunicazione. Da quanto abbiamo osservato circa le cause di simpatia o antipatia degli Spiriti, si comprenderà facilmente che noi dobbiamo essere attorniati da quelli che hanno un'affinità con il nostro stesso Spirito, a seconda ch'egli sia gerarchicamente elevato o arretrato. Consideriamo ora lo stato morale del nostro globo, e si comprenderà quale sia il genere di Spiriti che deve dominare fra gli Spiriti erranti. Se prendiamo ciascun popolo in particolare, noi potremo, dal carattere dominante degli abitanti, dalle loro preoccupazioni, dai loro sentimenti più o meno morali e umanitari, dire a quale ordine appartengano gli Spiriti che di preferenza vi si riuniscono.

Partendo da questo principio, immaginiamoci una riunione d'individui superficiali e illogici, occupati nei loro piaceri. Quali saranno gli Spiriti che potremmo di preferenza trovarvi? Certamente non saranno degli Spiriti superiori, e neanche i nostri dotti e i nostri filosofi andrebbero a passarvi il loro tempo. Così, tutte le volte che degli uomini si riuniscono, c'è intorno a loro un'assemblea occulta che simpatizza con le loro qualità e i loro difetti, e questo a prescindere da ogni idea di evocazione. Ammettiamo ora che essi abbiano la possibilità d'intrattenersi con gli esseri del mondo invisibile attraverso un interprete, cioè attraverso un medium. Chi sono quelli che risponderanno al loro appello? Evidentemente quelli che stanno lì, pronti, e che non cercano altro che l'occasione per comunicare. Se, in un'assemblea futile, si chiama uno Spirito superiore, egli potrà anche venire e anche proferire alcune serie parole, come un buon pastore che vada in mezzo alle sue pecore smarrite. Ma, dal momento ch'egli non si vede né compreso né ascoltato, se ne va - proprio come fareste voi al suo posto - e gli altri hanno la loro libertà d'azione.

233. Non sempre è sufficiente che un'assemblea sia seria per avere delle comunicazioni di ordine elevato. Ci sono persone che non ridono mai, e non per questo il loro cuore è più puro. Orbene, è il cuore soprattutto che attira i buoni Spiriti. Nessuna condizione morale esclude le comunicazioni spiritiste, ma se ci si trova in cattive condizioni, si parla con i propri simili, i quali non si astengono dall'ingannarci, e spesso fomentano i nostri pregiudizi.

Si vede da ciò l'enorme influenza dell'ambiente sulla qualità delle manifestazioni intelligenti. Ma questa influenza non si esercita affatto nel modo in cui hanno preteso alcune persone, quando non si conosceva ancora il mondo degli Spiriti, come lo si conosce al giorno d'oggi, e prima che esperienze più efficaci fossero venute a fugare i dubbi. Quando delle comunicazioni concordano con l'opinione degli astanti, ciò non avviene affatto perché questa opinione si riflette nello Spirito del medium come in uno specchio, ma perché avete accanto a voi degli Spiriti che vi sono simpatici tanto per il bene quanto per il male e che largamente condividono il vostro modo di vedere. La prova di ciò sta nel fatto che, se voi aveste la forza di attirare a voi Spiriti diversi da quelli che vi circondano, il medium stesso userebbe con voi un linguaggio del tutto diverso, e vi direbbe le cose più lontane dal vostro pensiero e dalle vostre convinzioni. Riassumendo, le condizioni dell'ambiente saranno tanto migliori quanto maggiore omogeneità vi sarà per il bene, quanto più numerosi saranno i sentimenti puri ed elevati e quanto più grande sarà il desiderio sincero d'istruirsi, senza alcun secondo fine.




Capitolo XXII - MEDIANITÀ NEGLI ANIMALI



Dissertazione di uno spirito su questo tema

234. Possono gli animali essere medium? Sovente ci si è posti questa domanda, e certi fatti sembrerebbero rispondere affermativamente. Ciò che soprattutto ha potuto accreditare questa opinione sono i notevoli segni d'intelligenza di alcuni uccelli ammaestrati, che sembrano indovinare il pensiero ed estraggono da un pacchetto di carte quelle che possono formare la risposta esatta a una determinata domanda. Noi abbiamo osservato con attenzione particolare questi esperimenti, e ciò che abbiamo maggiormente ammirato è l'arte che si è dovuta impiegare per l'ammaestramento di questi uccelli. Senza dubbio non si può loro negare una certa dose d'intelligenza relativa, ma bisognerebbe anche convenire che, in questa circostanza, la loro perspicacia sorpasserebbe di molto quella dell'uomo, poiché non c'è nessuno che possa vantarsi di fare ciò ch'essi fanno. Bisognerebbe anche, riguardo a certi esperimenti, supporre in loro un dono di seconda vista, superiore a quella dei più chiaroveggenti tra i sonnambuli. In effetti, si sa che la lucidità è sostanzialmente variabile e che è soggetta a frequenti intermittenze, mentre in questi uccelli essa sarebbe permanente e funzionerebbe, come suol dirsi, a puntino con una regolarità e una precisione che non si riscontra in nessun sonnambulo. In una parola, tale lucidità non verrebbe loro mai meno. La maggior parte degli esperimenti che abbiamo visto sono del tipo di quelli che fanno i prestigiatori, e non potevano lasciarci dubbi sull'impiego di taluno dei loro mezzi, specialmente quello delle carte obbligate. L'arte della prestidigitazione consiste nel dissimulare questi mezzi, poiché altrimenti l'effetto non avrebbe più attrattiva. Il fenomeno, anche ridotto a queste proporzioni, non è meno interessante, e rimane sempre da ammirare il talento dell'istruttore, così come l'intelligenza dell'allievo, poiché la difficoltà da superare è ben più grande di quanto sarebbe se l'uccello agisse solo in virtù delle proprie facoltà. Ora, facendo fare a questo qui delle cose che oltrepassano il limite del possibile per l'intelligenza umana, ciò è già dar prova, per questa sola cosa, dell'impiego di un procedimento segreto. C'è, d'altronde, un fatto costante: questi uccelli pervengono a questo grado di abilità solo dopo un certo tempo e con l'aiuto di cure particolari e costanti, cosa che non sarebbe affatto necessaria se ciò fosse da addebitarsi soltanto alla loro intelligenza. Ammaestrarli a estrarre le carte non è più straordinario di quanto lo sia abituarli a ripetere arie o parole.

È successa la stessa cosa, quando la prestidigitazione ha voluto imitare la seconda vista. Troppe cose si facevano fare al soggetto perché l'illusione fosse di lunga durata. Fin dalla prima volta che assistemmo a una seduta di questo genere, non vi abbiamo scorto che un'imitazione molto imperfetta del sonnambulismo, rivelando molta ignoranza riguardo alle condizioni più essenziali di questa facoltà.

235. Sia come sia circa gli esperimenti di cui sopra, da un altro punto di vista, la questione principale rimane ancora aperta. Infatti, come l'imitazione del sonnambulismo non vieta che la facoltà esista, così l'imitazione della medianità per mezzo degli uccelli non proverebbe niente contro la possibilità di una facoltà analoga presso di loro o presso altri animali. Si tratta, dunque, di sapere se gli animali sono idonei, al pari degli uomini, a servire da intermediari agli Spiriti per le loro comunicazioni intelligenti. Sembra anzi abbastanza logico supporre che un essere vivente, dotato di una certa dose di intelligenza, sia più idoneo a questo effetto di un corpo inerte, senza alcuna vitalità, come una tavola per esempio. Tuttavia è questo che non accade.

236. La questione della medianità degli animali si trova completamente risolta nella dissertazione che segue, data da uno Spirito di cui si sono potute apprezzare la profondità e la sagacia attraverso le citazioni che abbiamo già avuto l'occasione di fare. Per ben comprendere il valore della sua dimostrazione, è essenziale richiamarsi alla spiegazione ch'egli ha dato riguardo al ruolo del medium nelle comunicazioni, e che abbiamo riprodotto in precedenza. (n. 225).

Questa comunicazione è stata data in seguito a una discussione che aveva avuto luogo, su questo argomento, nella Società parigina di studi spiritisti.

«Affronto oggi l'argomento della medianità degli animali, sollevata e sostenuta da uno dei vostri più ferventi adepti. Egli pretende che, in virtù di questo assioma: Chi può il più può il meno, noi possiamo medianizzare gli uccelli e gli altri animali e possiamo servircene nelle nostre comunicazioni con la specie umana. Questo è ciò che voi chiamate in filosofia, o piuttosto in logica, puramente e semplicemente un sofisma. "Voi animate — dice — la materia inerte, vale a dire una tavola, una sedia, un pianoforte; a fortiori voi dovete animare la materia già animata, e specialmente quella degli uccelli." Ebbene, nello stato normale dello Spiritismo, non è così, non può essere così.

Prima di tutto, intendiamoci bene riguardo ai fatti. Che cos'è un medium? È l'essere, è l'individuo che serve da tratto d'unione agli Spiriti, perché questi possano comunicare con facilità con gli uomini: Spiriti incarnati. Di conseguenza, senza medium, niente comunicazioni tangibili, mentali, scritte, fisiche, né di qualsiasi altro tipo.

C'è un principio che, ne sono sicuro, è ammesso da tutti gli Spiritisti: quello secondo cui i simili agiscono con i loro simili e come i loro simili. Ora, quali sono i simili degli Spiriti se non gli Spiriti, siano essi incarnati o no? Bisogna ripetervelo continuamente? Ebbene, io ve lo ripeterò ancora: il vostro perispirito e il nostro procedono dal medesimo ambiente, sono di una natura identica, in una parola sono simili. Essi possiedono una proprietà di assimilazione più o meno sviluppata, di magnetizzazione più o meno vigorosa, che permette a noi, Spiriti disincarnati e incarnati, di metterci molto prontamente e molto facilmente in collegamento. Infine, ciò che è peculiare ai medium, ciò che appartiene all'essenza stessa della loro individualità, è un'affinità speciale e, allo stesso tempo, una forza d'espansione particolare, che sopprimono in loro ogni refrattarietà e stabiliscono tra loro e noi una sorta di corrente, una specie di fusione che facilita le nostre comunicazioni. È, del resto, questa refrattarietà della materia che si oppone allo sviluppo della medianità presso la maggior parte di coloro che non sono medium.

Gli uomini sono sempre portati a esagerare tutto. Gli uni — non parlo qui dei materialisti — rifiutano un'anima agli animali, e gli altri vogliono dargliene una, per così dire, simile alla nostra. Perché voler così confondere il perfettibile con l'imperfettibile? No. No. Siatene convinti, il fuoco che anima le bestie, il soffio che le fa agire, muovere e parlare nel loro linguaggio, non hanno, quanto al presente, alcuna idoneità a mescolarsi, a unirsi, a fondersi con il soffio divino, con l'anima eterea, in una parola con lo Spirito che anima l'essere essenzialmente perfettibile, cioè l'uomo, questo re della creazione. Ora, non è forse questa condizione fondamentale di perfettibilità ciò che costituisce la superiorità della specie umana sulle altre specie terrestri? Ebbene, riconoscete dunque che non si può assimilare all'uomo, il solo essere perfettibile in sé stesso e nelle sue opere, alcun individuo delle altre razze che vivono sulla Terra.

Il cane che, per la sua intelligenza superiore tra gli animali, diventò l'amico e il commensale dell'uomo, è perfettibile di per sé stesso e di sua iniziativa personale? Nessuno oserebbe sostenere ciò. Infatti, il cane non fa progredire il cane; e quello, tra di loro, che è il più educato, è sempre ammaestrato dal suo padrone. Dacché mondo è mondo, la lontra costruisce sempre la sua capanna sulle acque, secondo le medesime proporzioni e seguendo una regola invariabile. Gli usignoli e le rondini non hanno mai costruito i loro nidi diversamente da come l'avevano fatto i loro padri. Un nido di passeri prima del diluvio, così come un nido di passeri dell'epoca moderna, è sempre un nido di passeri, edificato nelle medesime condizioni e con il medesimo sistema d'intreccio di fili d'erba e di vari frantumi, raccolti in primavera all'epoca degli amori. Le api e le formiche, queste piccole repubbliche ben amministrate, non hanno mai apportato variazioni nelle loro abitudini di approvvigionamento, nei loro comportamenti, nelle loro usanze, nelle loro produzioni. Infine, il ragno: esso tesse la sua tela sempre alla stessa maniera.

D'altronde, se voi cercate le capanne di foglie e le tende delle prime età della Terra, al loro posto, voi incontrerete i palazzi e i castelli della civilizzazione moderna. Ai vestimenti di rozze pelli sono seguiti i tessuti d'oro e di seta. A ogni passo, infine, voi trovate la prova di questa marcia incessante dell'Umanità verso il progresso.

Da questo progredire costante, invincibile, innegabile della specie umana e da questo stazionamento indefinito delle altre specie animate, voi dovete concludere con me che, se esistono dei principi comuni a ciò che vive e a ciò che si muove — il soffio e la materia —, non è meno vero che voi soli, Spiriti incarnati, siete sottoposti a questa inevitabile legge del progresso, che vi spinge fatalmente in avanti, e sempre in avanti. Dio ha messo gli animali al vostro fianco, come degli ausiliari, per nutrirvi, vestirvi e assecondarvi. Egli ha donato loro una certa dose d'intelligenza, perché, per aiutarvi, era necessario che vi comprendessero, e ha dato loro questa intelligenza proporzionalmente ai servizi ch'essi sono destinati a rendervi. Ma nella Sua saggezza Egli non ha voluto ch'essi fossero sottoposti alla medesima legge del progresso. Come sono stati creati, così sono restati e così resteranno fino all'estinzione delle loro razze.

Si è detto: gli Spiriti medianizzano e fanno muovere la materia inerte, sedie, tavoli, pianoforti. Fanno muovere, sì, ma non medianizzano, assolutamente no! Infatti — lo diciamo ancora una volta — nessuno di questi fenomeni potrebbe prodursi senza l'intermediazione di un medium. Che cosa c'è di straordinario nel fatto che, con l'aiuto di uno o più medium, noi facciamo muovere la materia inerte, passiva, che, proprio in ragione della sua passività, della sua inerzia, è idonea a subire i movimenti e gli impulsi che desideriamo imprimerle? Per questo, noi abbiamo bisogno di medium, è positivo. Ma non è necessario che il medium sia presente o cosciente, poiché noi possiamo agire con gli elementi ch'egli ci fornisce, a sua insaputa e anche assente, soprattutto per produrre i fatti di tangibilità e di trasporto. Il nostro involucro fluidico, più imponderabile e più sottile del più sottile e del più imponderabile dei vostri gas, unendosi, accoppiandosi, combinandosi con l'involucro fluidico ma animalizzato del medium, la cui proprietà d'espansione e di penetrabilità è inavvertibile dai vostri sensi grossolani, e quasi incomprensibile da voi, ci permette di muovere dei mobili e anche di fracassarli in locali disabitati.

Certamente gli Spiriti possono rendersi visibili e tangibili per gli animali, e molto spesso taluni spaventi improvvisi, che li afferrano e che a voi non sembrano motivati, sono causati dalla vista di uno o più di questi Spiriti, malintenzionati nei confronti degli individui presenti o nei confronti di coloro cui questi animali appartengono. Molto spesso voi vedete dei cavalli che non vogliono né avanzare né indietreggiare o che si bloccano davanti a un ostacolo immaginario. Ebbene, state pur certi che l'ostacolo immaginario è spesso uno Spirito o un gruppo di Spiriti, che si diverte a impedir loro di avanzare. Ricordatevi dell'asina di Balaam, che, vedendo un angelo davanti a sé e temendone la spada fiammeggiante, si ostinava a non muoversi. Il fatto è che, prima di manifestarsi palesemente a Balaam, l'angelo aveva voluto rendersi visibile al solo animale. Ma — lo ripeto — noi non medianizziamo direttamente né gli animali né la materia inerte. Noi abbiamo sempre bisogno del concorso cosciente o incosciente di un medium umano, perché ci occorre l'unione di fluidi similari, la qual cosa non troviamo né negli animali né nella materia bruta.

Il signor T. dice di aver magnetizzato il suo cane. A quale risultato è pervenuto? Lo ha ammazzato. Infatti, questo disgraziato animale è morto dopo esser caduto in una specie di atonia, di languore, conseguenza della sua magnetizzazione. Infatti, inondandolo di un fluido attinto in un'essenza superiore all'essenza speciale della sua natura di cane, egli l'ha schiacciato e ha agito su di esso — quantunque più lentamente — a somiglianza di un fulmine. Dunque, siccome non c'è alcuna assimilazione possibile tra il nostro perispirito e l'involucro fluidico degli animali propriamente detti, medianizzandoli, noi li schiacceremmo istantaneamente.

Stabilito questo, io riconosco perfettamente che negli animali esistono attitudini diverse; che certe passioni, certi sentimenti identici alle passioni e ai sentimenti umani si sviluppano in essi; che gli animali sono sensibili e riconoscenti, vendicativi e pieni di odio, a seconda che uno agisca bene o male verso di loro. Il fatto è che Dio, che nulla fa d'incompleto, ha dato agli animali, compagni o servitori dell'uomo, delle qualità di socialità che mancano totalmente agli animali selvaggi che abitano i luoghi isolati. Ma da qui a poter servire da intermediari per la trasmissione del pensiero degli Spiriti, c'è un abisso: la differenza delle nature.

Voi sapete che noi attingiamo nel cervello del medium gli elementi necessari per dare al nostro pensiero una forma sensibile e da voi comprensibile. È con l'aiuto dei materiali che possiede, che il medium traduce il nostro pensiero nel linguaggio volgare. Ebbene, quali elementi troveremmo nel cervello di un animale? Ci sono forse parole, numeri, lettere, un qualunque segno simile a quelli che esistono nell'uomo, anche nel meno intelligente? Tuttavia — direte voi — gli animali comprendono il pensiero dell'uomo, lo indovinano perfino. Sì, gli animali ammaestrati comprendono taluni pensieri, ma avete forse mai visto che li riproducano? No. Deducetene, dunque, che gli animali non possono servirci da interpreti.

Riassumendo: i fatti medianici non possono manifestarsi senza il concorso cosciente o incosciente dei medium. È solo fra gli incarnati, Spiriti come noi, che possiamo incontrare quelli che possono servirci da medium. Per quanto riguarda l'ammaestrare dei cani, degli uccelli o degli altri animali, per fare tali o talaltri esercizi, è affar vostro e non nostro.»
ERASTO

OSSERVAZIONE. Si troverà nella Rivista Spiritista del settembre 1861 lo stralcio di un procedimento impiegato dagli educatori di uccelli ammaestrati, per far loro estrarre da un mazzo di carte quelle volute.





Capitolo XXIII - DELL'OSSESSIONE

237. Nel numero degli ostacoli che presenta la pratica dello Spiritismo, bisogna mettere in prima linea l'ossessione, vale a dire il dominio che alcuni Spiriti sanno avere su certe persone. Essa ha luogo solo per opera degli Spiriti inferiori, i quali cercano sempre di dominare. I buoni Spiriti invece non infliggono alcuna costrizione; essi consigliano, combattono l'influenza degli Spiriti cattivi e, se non li si ascolta, si ritirano in buon ordine. I cattivi Spiriti, al contrario, si attaccano a quelli sui quali trovano facile presa; se poi riescono a dominare qualcuno, s'identificano con lo Spirito di questi e lo conducono come se fosse un vero bambino.

L'ossessione presenta caratteri diversi, che è assolutamente necessario distinguere, e che dipendono dal grado di costrizione e dalla natura degli effetti che esso produce. La parola ossessione è praticamente un termine generico, con i quale si designa questo tipo di fenomeno, le cui principali varietà sono: l'ossessione semplice, la fascinazione e la soggiogazione.



Ossessione semplice

238. L'ossessione semplice si verifica quando uno Spirito maligno si impone a un medium, s'intromette suo malgrado nelle comunicazioni che quello riceve, gli impedisce di comunicare con altri Spiriti e si sostituisce a quelli che sono evocati.

Non si è però degli ossessi per il solo fatto di essere ingannati da uno Spirito mentitore. Il medium migliore può esservi esposto, soprattutto agli inizi, quando egli manca ancora dell'esperienza necessaria, così come fra noi le persone più oneste possono essere vittime degli imbroglioni. Si può dunque essere ingannato senza essere un ossesso. L'ossessione consiste nella tenacia di uno Spirito di cui uno non riesca a sbarazzarsi.

Nell'ossessione semplice il medium sa benissimo di aver a che fare con uno Spirito ingannatore, e costui non si maschera, non dissimula affatto le sue cattive intenzioni e il suo proposito di contrastare. Il medium riconosce senza fatica l'inganno, e siccome si mantiene vigile, raramente viene ingannato. Questo genere di ossessione è dunque semplicemente spiacevole e non presenta altro inconveniente se non quello di opporre un ostacolo alle comunicazioni che si vorrebbero avere con degli Spiriti seri o con quelli che si prediligono.

Possono includersi in questa categoria i casi di ossessione fisica, quella cioè che consiste nelle manifestazioni rumorose e ostinate di certi Spiriti, i quali fanno spontaneamente sentire dei colpi o altri rumori. Ma per questo fenomeno rimandiamo al capitolo intitolato "Manifestazioni fisiche spontanee" (n. 82).




Fascinazione

239. La fascinazione ha conseguenze molto più gravi. È un'illusione prodotta dall'azione diretta dello Spirito sul pensiero del medium e che, in certo modo, paralizza il suo raziocinio rispetto alle comunicazioni. Il medium fascinato non crede di essere ingannato: lo Spirito ha l'abilità di ispirargli una cieca fiducia che gli impedisce di vedere l'inganno e di capire l'assurdità di ciò che scrive, anche quando essa salta agli occhi di tutti. L'illusione può anche arrivare al punto di fargli vedere il sublime nel linguaggio più ridicolo. Si sarebbe in errore se si credesse che a questo genere di ossessione sono soggette soltanto le persone semplici, ignoranti e prive di giudizio. Uomini tra i più spirituali, tra i più colti e tra i più intelligenti sotto altri aspetti non ne sono esenti, la qual cosa prova che questa aberrazione è l'effetto di una causa estranea, di cui essi subiscono l'influenza.

Abbiamo detto che le conseguenze della fascinazione sono molto più gravi. Infatti, grazie all'illusione che da essa proviene, lo Spirito conduce colui che egli è riuscito a dominare, come farebbe con un cieco, e può fargli accettare le dottrine più bizzarre, le teorie più false come se fossero l'unica espressione della verità. Ma ancor di più: può portarlo a situazioni ridicole, compromettenti e anche pericolose.

Facilmente si comprende tutta la differenza che esiste tra l'ossessione semplice e la fascinazione. Ben si comprende anche come gli Spiriti che producono questi due effetti debbano differenziarsi nel carattere. Nella prima, lo Spirito che si attacca a voi non è che un essere importuno per la sua tenacia, e di cui non vedete l'ora di sbarazzarvi. Nella seconda, è tutt'altra cosa. Infatti, occorre uno Spirito ingegnoso, scaltro e profondamente ipocrita, per raggiungere tali scopi, non potendo egli attuare la mutazione e farsi accettare se non con la maschera ch'egli sa assumere, e con l'aiuto di un falso sembiante di virtù. Le grandi parole di carità, umiltà e amor di Dio sono per lui come delle lettere di credito. Ma attraverso tutto ciò lascia intravedere tali segni d'inferiorità, che bisogna essere fascinati per non accorgersene. Così, egli teme soprattutto le persone che vedono troppo chiaro; ed è per questo che la sua tattica è quasi sempre quella di ispirare al suo interprete l'allontanamento di chiunque potrebbe aprirgli gli occhi. Con questo mezzo, evitando ogni contraddizione, egli è certo d'avere sempre ragione.




Soggiogazione

240. La soggiogazione è una costrizione che paralizza la volontà di colui che la subisce facendolo agire suo malgrado. Egli si trova, in una parola, sotto un vero giogo.

La soggiogazione può essere morale o corporale. Nel primo caso, il soggiogato è sollecitato a prendere delle risoluzioni spesso assurde e compromettenti che, per una sorta di illusione, egli crede sensate: si tratta insomma di una specie di fascinazione. Nel secondo caso, lo Spirito agisce sugli organi materiali e provoca dei movimenti involontari. La soggiogazione corporale si esplica presso il medium scrivente in un incessante bisogno di scrivere, anche nei momenti più inopportuni. Noi ne abbiamo visti alcuni che, in mancanza di una penna o di una matita, simulavano di scrivere con le dita sulle porte, sulle pareti e ovunque si trovassero, anche per strada.

La soggiogazione corporale a volte si spinge oltre; essa può spingere agli atti più ridicoli. Abbiamo conosciuto un uomo, che non era né giovane né bello, trovarsi costretto da una forza irresistibile a mettersi in ginocchio davanti a una ragazza, verso la quale non aveva alcuna mira, e chiederla in sposa. Altre volte quest'uomo sentiva sulla schiena e sulle ginocchia una forte pressione che lo costringeva, nonostante la resistenza ch'egli vi opponeva, a mettersi in ginocchio e baciare la terra nei luoghi pubblici e in presenza della folla. Quest'uomo, tra i suoi conoscenti, passava per matto. Ma noi siamo convinti che egli non lo era affatto, dal momento che aveva piena coscienza del ridicolo di ciò che faceva suo malgrado, e ne soffriva orribilmente.


241. Un tempo si dava il nome di possessione al dominio esercitato dagli Spiriti malvagi, quando la loro influenza arrivava fino all'aberrazione delle facoltà della vittima. La possessione, quindi, sarebbe per noi sinonimo di soggiogazione. Se non adottiamo questo termine, è per due motivi: il primo, per il fatto che implica la credenza a degli esseri creati per il male e perpetuamente votati al male, mentre esistono solo degli esseri, più o meno imperfetti, i quali possono tutti migliorarsi. Il secondo, per il fatto che implica egualmente l'idea di una presa di possesso del corpo da parte di uno Spirito estraneo, una specie di coabitazione, mentre non vi è che costrizione. Il termine soggiogazione rende perfettamente l'idea. Così, per noi, non esistono dei posseduti, nel senso ordinario del termine, ma ci sono soltanto degli ossessi, dei soggiogati e degli affascinati.




Cause dell'ossessione

242. L'ossessione, come abbiamo detto, è uno dei più grandi scogli della medianità ed è anche uno dei più frequenti. Così non saranno mai troppe le cure per combatterla, poiché, oltre agli inconvenienti personali che possono risultarne essa è un ostacolo assoluto alla bontà e alla veridicità delle comunicazioni. Essendo l'ossessione, a qualsiasi stadio essa si trovi, sempre l'effetto di una costrizione, e non potendo questa costrizione essere esercitata da un buono Spirito, ne consegue che ogni comunicazione data da un medium ossesso è di origine sospetta e non merita alcuna fiducia. Se talvolta vi si trova del buono, conviene prenderlo e rigettare tutto ciò che è semplicemente dubbioso.

243. L'ossessione si riconosce dai caratteri che qui di seguito elenchiamo.

1º Persistenza di uno Spirito a comunicare in qualunque modo, con la scrittura, l'audizione, la tiptologia ecc., impedendo che altri Spiriti possano farlo.

2º Illusione che, nonostante l'intelligenza del medium, impedisca a questi di riconoscere la falsità e il ridicolo delle comunicazioni che riceve.

3º Fiducia nell'infallibilità e nell'identità assoluta degli Spiriti che comunicano e che, sotto nomi rispettabili e venerati, dicono cose false o assurde.

4º Disposizione del medium a credere ciecamente agli elogi che elargiscono gli Spiriti che comunicano con lui.

5º Propensione del medium ad allontanarsi dalle persone che potrebbero dargli utili avvertimenti.

6º Permalosità di fronte alle critiche riguardanti le comunicazioni che egli riceve.

7º Bisogno incessante e inopportuno di scrivere.

8º Qualsiasi costrizione fisica che domini la volontà del medium e che lo induca ad agire o a parlare suo malgrado.

9º Persistenti rumori e rovesciamenti di oggetti intorno a lui, e di cui egli sia la causa o l'oggetto.

244. Davanti al pericolo dell'ossessione, ci si chiede se l'essere medium non sia una cosa incresciosa. Non è forse la facoltà medianica che la provoca? In una parola, non costituisce ciò una prova dell'inconveniente delle comunicazioni spiritiste? Facile è la nostra risposta, e noi vi preghiamo di riflettere su di essa con attenzione.

Non sono né i medium né gli Spiritisti che hanno creato gli Spiriti, bensì gli Spiriti che hanno fatto sì che ci fossero degli Spiritisti e dei medium. Non essendo gli Spiriti altro che le anime degli uomini, gli Spiriti ci sono dunque da quando ci sono gli uomini. Di conseguenza, essi hanno da sempre esercitato la loro influenza salutare o perniciosa sull'umanità. La facoltà medianica non è per loro che un mezzo di manifestarsi. In mancanza di questa facoltà, essi lo fanno in mille altri modi più o meno occulti. Sarebbe perciò un errore credere che gli Spiriti esercitino la loro influenza solo attraverso delle comunicazioni scritte o verbali. Questa influenza è di tutti gli istanti, e quelli che non si occupano degli Spiriti, o che addirittura non vi credono, sono esposti a soffrire come gli altri e anche più degli altri, perché non hanno nulla con cui controbilanciarla. La medianità è per lo Spirito un mezzo per farsi conoscere; se egli è malvagio, per quanto possa essere ipocrita, si tradisce sempre. Si può dunque dire che la medianità permette di vedere il proprio nemico faccia a faccia — se ci si può esprimere così —, e di combatterlo, ciascuno con le sue armi. Senza questa facoltà, egli agisce nell'ombra e, grazie alla sua invisibilità, può fare, e in realtà fa, molto male. A quante azioni, per sua disgrazia, è spinto l'uomo, e quante avrebbe potuto evitarne se avesse avuto un mezzo a illuminarlo! Gli increduli non pensano di pronunciare una così grande verità quando di un uomo che delinque con ostinazione dicono: "È il suo cattivo genio che lo porta alla rovina". Così la conoscenza dello Spiritismo, lungi dal favorire il dominio dei cattivi Spiriti, deve avere per risultato — in un tempo più o meno prossimo, e quando tale conoscenza si sarà propagata — quello di distruggere questo dominio, dando a ciascuno i mezzi per mettersi in guardia contro le loro suggestioni. E colui che soccomberà non potrà che prendersela con sé stesso.

Regola generale: chiunque abbia cattive comunicazioni spiritiste, scritte o verbali, è sotto una cattiva influenza. Questa influenza si esercita su di lui, ch'egli scriva o non scriva, vale a dire che egli sia o non sia un medium, ch'egli creda o non creda. La scrittura offre un mezzo per assicurarsi riguardo alla natura degli Spiriti che agiscono su di lui, e per combatterli se si tratta di Spiriti malvagi, la qual cosa avviene con un successo ancora maggiore, quando si giunga a conoscere il motivo che li spinge ad agire così. Se egli è così cieco da non comprenderlo, altri possono aprirgli gli occhi.

Riassumendo, il pericolo non sta nello Spiritismo in sé stesso, poiché esso può, al contrario, servire da timone e preservarci dai rischi che continuamente corriamo a nostra insaputa. Il pericolo sta nell'orgogliosa propensione di certi medium di credersi, troppo alla leggera, gli strumenti esclusivi di Spiriti superiori. Il pericolo sta nella specie di fascinazione che non permette loro di capire le balordaggini di cui sono interpreti. Anche quelli che non sono medium possono cascarci. Facciamo un esempio. Un uomo ha un nemico segreto — ch'egli non conosce — il quale sparge contro di lui, surrettiziamente, la calunnia e tutto quanto la più nera malvagità può inventare. Egli vede la sua fortuna disperdersi, i suoi amici allontanarsi, la sua felicità intima intorbidarsi. Non potendo scoprire la mano che lo colpisce, egli non può difendersi e soccombe. Ma un giorno questo nemico segreto gli scrive e, malgrado la sua scaltrezza, si tradisce. Ecco, dunque, scoperto il suo nemico. Egli può ora metterlo alle corde e risollevarsi. Tale è il ruolo dei cattivi Spiriti, che lo Spiritismo ci dà la possibilità di conoscere e di smascherare.

245. I motivi dell'ossessione variano a seconda del carattere dello Spirito. A volte è una vendetta ch'egli esercita su un individuo dal quale fu offeso durante la sua vita o in un'altra esistenza. Spesso però egli non ha altra ragione che non sia il desiderio di fare del male: siccome egli soffre vuol far soffrire anche gli altri, trovando una specie di godimento a tormentarli, a vessarli. Così l'impazienza che uno può dimostrare lo eccita, perché tale è il suo scopo, mentre un altro può stancarlo con la pazienza. Irritandoci, mostrando il nostro dispetto, facciamo esattamente ciò ch'egli vuole. Questi Spiriti agiscono talvolta per odio e per invidia del bene; è per questo che essi gettano le loro occhiate malefiche sulle persone più oneste.

Uno di essi si attaccò come una tigna a una stimata famiglia di nostra conoscenza, che egli, del resto, non ebbe la soddisfazione di trarre in inganno. Essendogli stato chiesto il motivo per il quale si era attaccato a delle brave persone piuttosto che a degli uomini malvagi come lui, rispose: Questi qui non mi fanno invidia. Altri sono guidati da un sentimento di codardia, che li porta ad approfittare della fragilità morale di certi individui dei quali essi conoscono l'incapacità a resistere. A uno di questi ultimi, che soggiogava un giovane uomo dall'intelligenza assai limitata, fu chiesto quali motivi avevano guidato la sua scelta, ed egli ci rispose: Io ho un bisogno grandissimo di tormentare qualcuno; una persona raziocinante mi respingerebbe; e io mi attacco a un idiota che non mi oppone alcuna virtù.

246. Vi sono degli Spiriti ossessori senza cattiveria, che hanno perfino del buono, ma che posseggono anche l'orgoglio del falso sapere. Essi hanno le loro idee, i loro sistemi sulle scienze, l'economia sociale, la morale, la religione, la filosofia. Vogliono far prevalere le loro opinioni e cercano a tale scopo dei medium alquanto creduloni che le accettino a occhi chiusi, e che essi fascinano per impedir loro di discernere il vero dal falso. Sono questi i più pericolosi, perché i sofismi non costano loro niente e perché possono accreditare le teorie più ridicole. Siccome comprendono il prestigio dei grandi nomi, essi non si fanno alcuno scrupolo di adornarsi con uno di quei nomi davanti ai quali ci si inchina. Né indietreggiano davanti al sacrilegio di dirsi Gesù, la Vergine Maria o un santo venerato. Cercano di abbagliare per mezzo di un linguaggio ampolloso, più pretenzioso che profondo, irto di termini tecnici e ornato di grandi parole di carità e di morale. Essi si guarderanno bene dal dare un cattivo consiglio, perché sanno bene che sarebbero scacciati. E così quelli stessi che essi ingannano li difendono a oltranza dicendo: "Voi vedete bene che non dicono niente di male". Ma per loro la morale non è che un passaporto ed è il minore dei loro fastidi. Ciò che soprattutto essi vogliono è dominare e imporre le loro idee per quanto irragionevoli possano essere.


247.Gli Spiriti legati a sistemi sono generalmente degli scribacchini. È per questo ch'essi cercano i medium che scrivono con facilità e tentano anche di farne dei loro strumenti docili e soprattutto entusiasti, fascinandoli. Essi sono quasi sempre verbosi, molto prolissi, cercando di compensare la qualità con la quantità. Si compiacciono di dettare ai loro interpreti dei voluminosi scritti indigesti e spesso poco intelligibili, che fortunatamente hanno come antidoto l'impossibilità materiale di essere letti dalle masse. Gli Spiriti veramente superiori sono parchi di parole; dicono molte cose in poche parole. Ne consegue che quella fecondità prodigiosa deve sempre considerarsi sospetta.

Non si potrà mai essere abbastanza circospetti, quando si tratta di pubblicare simili scritti. Le utopie e le eccentricità, di cui spesso essi abbondano e che colpiscono il buon senso, producono una spiacevolissima impressione sugli individui ancora principianti, dando loro una falsa idea dello Spiritismo, senza contare che sono armi di cui si servono i suoi nemici per gettare la Dottrina nel ridicolo. Fra queste pubblicazioni, ve ne sono alcune che, pur non essendo cattive e pur non provenendo da un'ossessione, possono essere considerate imprudenti, intempestive o inopportune.

248. Accade assai spesso che un medium non può comunicare che con un solo Spirito, il quale si attacca a lui e risponde per quelli che vengono chiamati attraverso la sua intermediazione. Non sempre però si tratta di un'ossessione, perché ciò può concernere una mancanza di flessibilità da parte del medium, e un'affinità speciale, sempre da parte sua, per il tale o talaltro Spirito. Non c'è ossessione propriamente detta se non quando lo Spirito s'impone e allontana gli altri di sua volontà, la qual cosa non è mai opera di un buono Spirito. Generalmente, lo Spirito che s'impossessa del medium con l'intenzione di dominarlo non sopporta l'esame critico delle sue comunicazioni; quando si avvede che queste non sono accettate e sono messe in discussione, non si ritira, ma infonde nel medium il pensiero di isolarsi e spesso, anzi, glielo ordina. Ogni medium che si offenda per la critica delle comunicazioni che ottiene è l'eco dello Spirito che lo domina, e questo Spirito non può essere un buono Spirito, dal momento che gli ispira un pensiero illogico, cioè quello di sottrarsi all'esame. L'isolamento del medium è sempre cosa incresciosa per lui, poiché egli resta senza alcuna verifica delle comunicazioni che riceve. Non solo, dunque, deve illuminarsi attraverso l'opinione di terzi, ma gli è necessario studiare tutte le specie di comunicazioni per confrontarle. Limitandosi, invece, a quelle che ottiene, per quanto buone possano esse sembrargli, egli rischia di farsi delle illusioni sul loro valore, senza contare che non gli è dato di conoscere tutto, e che esse girano quasi sempre nello stesso cerchio. (Nº 192 – Medium Esclusivi)




Mezzi per combatterla

249. I mezzi per combattere l'ossessione variano a seconda del carattere ch'essa riveste. Il pericolo, però, non esiste realmente per ogni medium che sia più che convinto d'aver a che fare con uno Spirito mentitore, come avviene nell'ossessione semplice; questa per lui non è che una cosa sgradevole. Ma proprio perché per il medium ciò è sgradevole, per lo Spirito è una ragione di più per accanirsi su di lui e vessarlo. In questo caso due sono le cose essenziali da farsi: prima di tutto, provare allo Spirito che non si è la sua vittima e che gli sarà impossibile approfittare di noi; in secondo luogo, mettere a dura prova la sua pazienza mostrandoci più paziente di lui. Se egli è ben convinto che sta perdendo il suo tempo, finirà per ritirarsi; così come fanno gli importuni quando non si dà loro ascolto.

Ma ciò non sempre è sufficiente. Inoltre, può essere cosa lunga, poiché ve ne sono di tenaci, e per loro dei mesi e degli anni sono poca cosa. Il medium deve, inoltre, rivolgere un fervido appello al suo buon angelo, così come a quelli tra i buoni Spiriti che gli sono simpatici, e pregarli di assisterlo. Riguardo allo Spirito ossessore, per malvagio ch'egli sia, bisogna sì trattarlo con severità, ma anche con benevolenza, e cercare di vincerlo con le buone maniere, pregando per lui. S'egli è realmente perverso, sulle prime se ne farà beffe; ma poi, moralizzandolo con perseveranza, finirà per correggersi. È, questa, una conversione che bisogna intraprendere, un compito spesso penoso, ingrato e anche ripugnante, ma il cui merito sta nella difficoltà, e che, se ben portato a termine, dona sempre la soddisfazione di aver ricondotto sulla retta via un'anima perduta.

Egualmente conviene interrompere ogni comunicazione scritta non appena si riconosca ch'essa proviene da un cattivo Spirito che non vuole intender ragione, per non dargli la soddisfazione di essere ascoltato. In alcuni casi, può anche essere utile smettere di scrivere, almeno per un certo periodo; ci si regoli, insomma a seconda delle circostanze. Ma se il medium scrivente può evitare questi dialoghi, astenendosi dallo scrivere, la medesima cosa non avviene per il medium udente, che lo Spirito ossessore perseguita talvolta a ogni istante con le sue parole grossolane e oscene, e che non ha neppure il rimedio di tapparsi le orecchie. Del resto, bisogna riconoscere che certe persone sono divertite dal linguaggio triviale di questa specie di Spiriti, che esse incoraggiano e provocano ridendo delle loro idiozie, invece d'imporre loro il silenzio e di moralizzarli. I nostri consigli non possono applicarsi a quelli che vogliono affogarsi.

250. C'è dunque solo fastidio, e non pericolo, per ogni medium che non si lasci beffare, dal momento che non può essere ingannato. Riguardo alla fascinazione la cosa è del tutto diversa, perché allora il dominio che lo Spirito esercita su colui di cui egli s'impossessa non ha limiti. La solo cosa da farsi con la vittima è cercare di convincerla che è ingannata, e di ricondurre la sua ossessione al caso di ossessione semplice. Ma non sempre è facile, se talvolta non è addirittura impossibile. L'ascendente dello Spirito può essere tale da rendere il fascinato sordo a ogni specie di ragionamento, e può arrivare fino a farlo dubitare - quando lo Spirito commette qualche grossa eresia scientifica - se non sia la scienza a sbagliare. Come abbiamo già detto, egli accoglie generalmente malissimo i consigli; le critiche lo indispongono, lo irritano e gli fanno prendere in antipatia quanti non condividono la sua ammirazione. Sospettare il suo Spirito è quasi una profanazione ai suoi occhi, ed è tutto quello che lo Spirito chiede; perché ciò ch'egli vuole è che ci si metta in ginocchio davanti alla sua parola. Uno di essi esercitava su una persona di nostra conoscenza una fascinazione straordinaria. Noi l'abbiamo evocato e, dopo qualche spacconata, vedendo che non poteva ingannarci sulla sua identità, finì per confessare ch'egli non era quello di cui prendeva il nome. Avendogli domandato perché ingannasse così questa persona, egli ci rispose con queste parole, che illustrano perfettamente il carattere di tale specie di Spiriti: Io cercavo un uomo da poter prendere in giro; l'ho trovato e ci rimango. - Ma, se gli si mostreranno le cose come stanno, egli ci scaccerà. - È quello che vedremo!Siccome non c'è peggior cieco di colui che non vuol vedere, quando si riconosce l'inutilità di ogni tentativo per aprire gli occhi del fascinato, non v'è niente di meglio da farsi che abbandonarlo alle sue illusioni. Non si può guarire un malato che si ostini a tenersi il suo male e a compiacersene.

251. La soggiogazione corporale toglie sovente all'ossesso l'energia necessaria per dominare il cattivo Spirito, ed è per questo che occorre l'intervento di una terza persona, che agisca sia attraverso il magnetismo sia attraverso il dominio della sua volontà. In mancanza del concorso dell'ossesso, questa terza persona deve assumere l'ascendente sullo Spirito. Ma, siccome questo ascendente non può essere morale, è concesso esercitarlo solo a un essere moralmente superiore allo Spirito; il suo potere, inoltre, sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la sua superiorità morale, poiché s'impone allo Spirito, che è così costretto a inchinarsi davanti a lui. È per questo che Gesù aveva un così grande potere da scacciare quelli che allora erano chiamati i demoni, vale a dire i cattivi Spiriti ossessori.

Noi non possiamo dare qui che dei consigli generali, poiché non esiste alcun procedimento materiale - soprattutto non esiste alcuna formula né alcuna parola sacramentale - che abbia il potere di scacciare gli Spiriti ossessori. Ciò che a volte manca all'ossesso è una forza fluidica in misura sufficiente; in questo caso l'azione magnetica di un buon magnetizzatore può venirgli utilmente in aiuto. Del resto è sempre bene procurarsi, attraverso un medium di fiducia, i consigli di uno Spirito superiore o del proprio Angelo Custode.

252. Le imperfezioni morali dell'ossesso sono spesso un ostacolo alla sua liberazione. Eccovi un esempio notevole, che può servire all'istruzione di tutti.

Alcune sorelle erano, da un certo numero di anni, vittime di scompigli molto spiacevoli. I loro abiti venivano di continuo sparpagliati in tutti gli angoli della casa, e perfino sui tetti, dopo essere stati tagliati, sbrindellati e crivellati di buchi, nonostante esse avessero cura di metterli sempre sottochiave. Queste signore, relegate in una piccola località di provincia, non avevano mai inteso parlare di Spiritismo. Il loro primo pensiero fu naturalmente quello di credere di essere il bersaglio di qualche spiritoso di cattivo gusto; ma quella persistenza e le precauzioni ch'esse prendevano spazzarono loro via questa idea. Fu solo molto tempo dopo che esse, grazie ad alcune indicazioni, credettero bene di doversi rivolgere a noi per conoscere la causa di quei disastri e i mezzi per porvi rimedio, se era possibile. Sulla causa non v'erano dubbi, ma sul rimedio v'erano più difficoltà. Lo Spirito che si manifestava attraverso tali atti era evidentemente malevolo. Nell'evocazione, egli si mostrò di una grande perversità e inaccessibile a ogni buon sentimento. La preghiera sembrò tuttavia esercitare un'influenza salutare. Ma dopo qualche tempo di tregua, gli scompigli ricominciarono. Ecco, a questo proposito, il consiglio che diede uno Spirito superiore.

«La cosa migliore che queste signore devono fare è di pregare i loro Spiriti di non abbandonarle. E io non ho consiglio migliore da offrir loro che quello di discendere nel profondo della loro coscienza per confessarsi con sé stesse ed esaminare se hanno sempre praticato l'amore verso il prossimo e la carità. Io non parlo della carità che dà e distribuisce, ma parlo della carità della lingua; poiché esse, sfortunatamente, non sanno trattenere la loro e non dimostrano, coi loro atti di pietà, il desiderio che hanno di essere liberate da colui che le tormenta. Esse amano veramente troppo sparlare del loro prossimo, e lo Spirito che le assedia si prende la sua rivincita, poiché egli fu la loro vittima quando era in vita. Esse non hanno che da cercare nella loro memoria e ben presto vedranno con chi hanno a che fare.

Tuttavia, se riescono a migliorarsi, i loro Angeli Custodi si avvicineranno a esse, e la sola loro presenza sarà sufficiente per scacciare lo Spirito malvagio, il quale se l'è presa con una di esse soprattutto, dal momento che il suo Angelo Custode si è dovuto allontanare davanti ad atti biasimevoli e pensieri cattivi. Ciò di cui esse hanno bisogno sono fervide preghiere per coloro che soffrono, e soprattutto hanno bisogno della messa in pratica delle virtù, da Dio imposte a ciascuno, secondo la sua condizione.»

A seguito della nostra osservazione, che cioè queste parole ci sembravano un po' severe e che forse si sarebbero dovute addolcire per trasmetterle, lo Spirito aggiunse:

«Io devo dire ciò che dico e devo dirlo come lo dico, perché le persone in questione hanno l'abitudine di credere che non fanno del male con la lingua, mentre invece ne fanno, e molto. Ecco perché bisogna colpire il loro Spirito in maniera che ciò sia per esse un serio avvertimento.»

Deriva da ciò un insegnamento di grande portata, secondo cui le imperfezioni morali forniscono un'occasione agli Spiriti ossessori, e il mezzo più sicuro di sbarazzarsene è quello di attirare gli Spiriti buoni attraverso la pratica del bene. I buoni Spiriti hanno senza dubbio più potere di quelli malvagi, ed è sufficiente la loro volontà per allontanare questi ultimi. Ma essi non assistono che quelli che li assecondano con gli sforzi che compiono per migliorarsi, altrimenti si allontanano e lasciano campo libero ai cattivi Spiriti che diventano così, in certi casi, strumenti di punizione, poiché i buoni Spiriti li lasciano agire con questo scopo.

253.Bisogna, del resto, guardarsi dall'attribuire all'azione diretta degli Spiriti tutte le contrarietà che possono capitare. Queste contrarietà sono spesso la conseguenza o dell'incuria o della sconsideratezza. Un coltivatore ci fece scrivere un giorno che da dodici anni gli capitava ogni sorta di disgrazia riguardo al suo bestiame. Ora erano le sue vacche che morivano o non davano più latte; ora erano i suoi cavalli, ora i suoi montoni o i suoi maiali. Egli fece novenie a non finire, le quali non posero rimedio al male, non più delle messe ch'egli fece dire, non più degli esorcismi ch'egli fece praticare. Allora, secondo il pregiudizio delle campagne, egli si persuase che qualcuno aveva gettato un sortilegio sulle sue bestie. Egli, credendoci sicuramente dotati di un potere di scongiuro più grande di quello del curato del suo villaggio, ci fece chiedere il nostro parere. Ecco, qui di seguito, la risposta che abbiamo ottenuta.

«La mortalità o le malattie del bestiame di questo uomo dipendono dal fatto che le sue stalle sono infette, e che egli non le fa risanare, perché questo costa.”

254. Noi termineremo questo capitolo con le risposte date dagli Spiritiad alcune domande, e che vengono a sostegno di ciò che abbiamo detto.

1. Perché certi medium non possono sbarazzarsi degli Spiriti malvagi che si attaccano a loro? E perché i buoni Spiriti che quelli invocano non sono abbastanza potenti da allontanare gli altri e comunicare direttamente?

«Non è il potere che manca al buono Spirito, spesso è il medium che non è abbastanza forte da assecondarlo. La sua natura si presta meglio a certi rapporti; il suo fluido si identifica più con uno Spirito che con un altro. Ed è questo che dà un così grande potere a coloro che vogliono abusarne.»

2. Ci sembra, tuttavia, che ci siano persone molto meritevoli, d'una moralità irreprensibile, e che tuttavia sono impedite a comunicare con i buoni Spiriti?

«Questa è una prova. E chi vi dice, d'altro canto, che il cuore di queste persone non sia un po’ intaccato dal male? Che l'orgoglio non domini un po' l'apparenza di bontà? Queste prove, mostrando all'ossesso la sua debolezza, devono farlo ritornare verso l'umiltà.

C'è forse qualcuno sulla Terra che possa dirsi perfetto? E il tale che abbia tutte le apparenze della virtù può ben avere ancora dei difetti nascosti, un antico fermento d'imperfezione. Così, per esempio, di colui che non fa affatto del male, voi dite che è leale nei suoi rapporti sociali: "È un uomo bravo e degno". Ma sapete voi se queste buone qualità non siano oscurate dall'orgoglio? Se non ci sia in lui un fondo d'egoismo? Sapete voi se non sia lui avaro, geloso, rancoroso, maldicente e cento altre cose di cui voi non vi accorgete, perché i vostri rapporti con lui non ve ne hanno data l'occasione? Il mezzo più potente per combattere l'influenza dei cattivi Spiriti è quello di avvicinarsi il più possibile alla natura dei buoni.»

3. L'ossessione che si oppone acché un medium ottenga le comunicazioni che desidera è sempre un segnale della sua indegnità?

«Io non ho detto che sia un segno d'indegnità, ma ho detto che un ostacolo può opporsi a certe comunicazioni. È a rimuovere l'ostacolo ch'è in lui ch'egli deve applicarsi; senza ciò, le sue preghiere, le sue suppliche non risolveranno nulla. Non è sufficiente che un malato dica al suo medico: "Mi dia la salute; io voglio star bene". Il medico non può nulla se il malato non fa ciò che è necessario.»

4. Così l'impossibilità di comunicare con certi Spiriti sarebbe una specie di punizione?

«In certi casi, ciò può essere una vera punizione, così come la possibilità di comunicare con loro è una ricompensa che voi dovete sforzarvi di meritare» (vedere "Perdita e sospensione della medianità", n. 220).

5. Non si può anche combattere l'influenza dei cattivi Spiriti moralizzandoli?

«Sì. È ciò che non si fa, ed è ciò che non bisognerebbe dimenticare di fare. Infatti, spesso, questo è un compito che vi viene assegnato e che voi dovete compiere caritatevolmente e religiosamente. Con saggi consigli si può spingerli al pentimento e accelerare così il loro avanzamento.»

— Come può un uomo avere, sotto questo aspetto, più influenza di quanta non ne abbiano gli Spiriti stessi?

«Gli Spiriti perversi si avvicinano a degli uomini che essi cercano di tormentare, piuttosto che a degli Spiriti, da cui si allontanano il più possibile. In questo ravvicinamento con gli umani, quando incontrano quelli che li moralizzano, essi sulle prime non li ascoltano e ne ridono; poi, se si sanno prendere per il giusto verso, finiscono per lasciarsi commuovere. Gli Spiriti elevati non possono parlar loro che in nome di Dio, e ciò li sgomenta. L'uomo non ha certamente più potere degli Spiriti superiori, ma il suo linguaggio s'identifica meglio con la loro natura. E vedendo l'ascendente ch'egli può esercitare sugli Spiriti inferiori, comprende meglio la solidarietà che esiste tra il Cielo e la Terra.

Del resto, l'ascendente che l'uomo può esercitare sugli Spiriti è proporzionale alla sua superiorità morale. Egli non domina gli Spiriti superiori, neppure quelli che, senza essere superiori, sono buoni e benevoli, però egli può dominare gli Spiriti che sono inferiori a lui in moralità» (vedere n. 279).

6. La soggiogazione corporale, spinta a un certo livello, potrebbe avere come conseguenza la follia?

«Sì. Si tratta di una specie di follia la cui causa è sconosciuta al mondo, ma che non ha alcuna connessione con la follia ordinaria. Fra quelli che sono trattati come matti, ce ne sono molti che non sono altro che dei soggiogati. Occorrerebbe loro un trattamento morale, mentre li si rende veramente folli con i trattamenti corporali. Quando i medici conosceranno bene lo Spiritismo, saranno in grado di fare questa distinzione e in tal modo guariranno più malati così che con le docce» (vedere n.221).

7. Che cosa si deve pensare di coloro che, vedendo un qualsiasi pericolo nello Spiritismo, credono che il mezzo migliore per prevenirlo sia quello d'interdire le comunicazioni spiritiste?

«Se costoro possono vietare a certe persone di comunicare con gli Spiriti, essi non possono impedire le manifestazioni spontanee fatte a queste medesime persone, dal momento che essi non possono sopprimere gli Spiriti, né impedire loro una occulta influenza. Ciò assomiglia tanto a quei bambini che si coprono gli occhi e credono che non li si veda. Sarebbe follia voler sopprimere una cosa che offre grandi vantaggi, solo perché degli sconsiderati potrebbero abusarne. Il mezzo per prevenire questi inconvenienti è, al contrario, far conoscere a fondo questa cosa.»





Capitolo XXIV - IDENTITÀ DEGLI SPIRITI



Possibili prove d'identità

255. La questione dell'identità degli Spiriti è una delle più controverse, anche fra gli adepti dello Spiritismo. Il fatto è che gli Spiriti non ci portano un atto di notorietà, e si sa con quale facilità certuni fra di loro prendono dei nomi in prestito. Così, dopo l'ossessione, questa è una delle più grandi difficoltà dello Spiritismo pratico. Del resto, in molti casi, l'identità assoluta è una questione secondaria e senza reale importanza.

L'identità dello Spirito dei personaggi antichi è la più difficile da costatare, spesso anzi essa è impossibile, e ci si riduce a una valutazione puramente morale. Si giudicano gli Spiriti — come d'altronde gli uomini — dal loro linguaggio. Se uno Spirito si presenta sotto il nome di Fénelon, per esempio, e dice trivialità o puerilità, è più che certo che non può essere lui; ma se dice solo cose degne del carattere di Fénelon, e che questi non disapproverebbe, c'è, se non una prova almeno materiale, ogni probabilità morale che possa essere lui. È in questo caso soprattutto che l'identità reale è una questione accessoria. Dal momento che lo Spirito non dice che buone cose, poco importa il nome sotto il quale esse ci sono date.

Senza dubbio si obietterà che lo Spirito che prendesse un nome fittizio, sia pure per dire solo del bene, non per questo non commetterebbe una frode, e che di conseguenza non può essere un buono Spirito. Ma qui ci sono sottigliezze e sfumature assai difficili da intendere e che noi proveremo a sviluppare.

256. Nella misura in cui gli Spiriti si purificano e si elevano nella gerarchia, i caratteri distintivi della loro personalità si dissolvono in qualche modo nella uniformità della perfezione, e tuttavia non per questo essi non conservano la loro individualità. Questo è ciò che avviene per gli Spiriti superiori e per i puri Spiriti. In questa posizione il nome che essi avevano sulla Terra, in una delle mille esistenze corporali effimere attraverso le quali essi sono passati, è cosa del tutto insignificante. Osserviamo ancora che gli Spiriti sono attirati gli uni verso gli altri dalla somiglianza delle loro qualità, e che essi formano così dei gruppi, o famiglie, per simpatia. D'altronde, se si considera il numero immenso di Spiriti che, dall'origine dei tempi, deve essere arrivato ai primi gradi, e se lo si confronta con il numero così limitato degli uomini che hanno lasciato un grande nome sulla Terra, si comprenderà che, fra gli Spiriti superiori che possono comunicare, la maggior parte di essi non deve avere un nome per noi. Ma siccome abbiamo bisogno di nomi per fissare le nostre idee, essi possono prendere quello del personaggio conosciuto, la cui natura meglio si identifica con la loro. È così che i nostri Angeli Custodi si fanno conoscere il più delle volte sotto il nome di uno dei santi che veneriamo, e generalmente sotto il nome di quello per il quale abbiamo maggior simpatia. Ne consegue che se l'Angelo Custode di una persona si presenta, ad esempio, per san Pietro, non c'è nessuna prova materiale che sia esattamente l'apostolo che porta questo nome. Può essere lui come può essere uno Spirito del tutto sconosciuto, appartenente alla famiglia di Spiriti di cui san Pietro fa parte. Ne consegue ancora che, qualunque sia il nome sotto il quale si invoca il proprio Angelo Custode, egli si presenterà all'appello che gli è stato rivolto, perché è attirato dal pensiero e perché il nome gli è indifferente.

Avviene la medesima cosa tutte le volte che uno Spirito superiore comunica spontaneamente sotto il nome di un personaggio conosciuto. Niente prova che sia precisamente lo Spirito di questo personaggio; ma se egli non dice nulla che smentisca la nobiltà del carattere di quest'ultimo, v'è la presunzione che si tratti di lui, e in tutti i casi si può dire che se non è lui, deve essere uno Spirito del medesimo grado, o forse anche da quello inviato. Riassumendo, la questione del nome è secondaria, potendo il nome essere considerato come un semplice indizio del rango che occupa lo Spirito nella scala spiritista.

La posizione è tutt'altra, allorché uno Spirito d'un ordine inferiore si adorni di un nome rispettabile per dar credito alle sue parole, e questo caso è talmente frequente che non sarà mai troppa l'attenzione che si dovrà prestare contro questo genere di sostituzioni. È infatti grazie a questi nomi fittizi, e all'aiuto soprattutto della fascinazione, che certi Spiriti sistematici, più orgogliosi che sapienti, cercano di avvalorare le idee più ridicole.

La questione dell'identità è dunque, come abbiamo detto, pressappoco indifferente quando si tratti di istruzioni generali, poiché gli Spiriti migliori possono sostituirsi gli uni con gli altri, senza che ciò porti delle conseguenze. Gli Spiriti superiori formano, per così dire, un tutto collettivo, le cui individualità, a parte poche eccezioni, ci sono completamente sconosciute. Ciò che a noi interessa non è la loro persona, ma il loro insegnamento. Ora, dal momento che questo insegnamento è buono, poco importa che colui che lo elargisce si chiami Pietro o Paolo. Si giudica dalla qualità e non dalla insegna. Se un vino è scadente, non sarà l'etichetta a renderlo migliore. Diversamente stanno le cose nelle comunicazioni intime, perché è l'individuo, la sua persona stessa che ci interessa, ed è con ragione che, in questa circostanza, uno tiene ad assicurarsi che lo Spirito che risponde al nostro appello è realmente quello che si desidera.

257. L'identità è molto più facile da costatare quando si tratta di Spiriti contemporanei, di cui si conoscono il carattere e le abitudini, poiché sono esattamente queste abitudini — di cui essi non hanno ancora avuto il tempo di spogliarsi — gli elementi attraverso i quali si fanno riconoscere. E — diciamolo subito — è questo uno dei segni più sicuri d'identità. Lo Spirito può senza dubbio, a seguito della domanda che al riguardo gli viene posta, dare prove della sua identità, ma egli lo fa sempre e soltanto se ciò gli conviene, poiché generalmente questa domanda lo ferisce, ed è per questo che bisogna evitarla. Lasciando il suo corpo, lo Spirito non ha abbandonato la sua suscettibilità; egli si irrita a ogni domanda che abbia lo scopo di metterlo alla prova. È una domanda che non si oserebbe rivolgergli se si presentasse da vivo, per paura di mancare alle convenienze. Perché dunque si dovrebbero avere per lui meno riguardi dopo la morte? A un uomo che si presentasse in un salotto declinando il suo nome, andrà forse qualcuno a dirgli a bruciapelo di provare ch'egli è veramente il tale esibendo i suoi titoli, con il pretesto che ci sono in giro degli impostori? Questo uomo avrebbe certamente il diritto di esortare il richiedente ad attenersi alle regole del saper vivere. È ciò che fanno gli Spiriti, non rispondendo oppure ritirandosi. Facciamo, per esempio, un paragone. Supponiamo che l'astronomo Arago, quando era vivo, si fosse presentato in una casa dove la sua persona non fosse stata conosciuta e lo si fosse così apostrofato: "Voi dite che siete Arago, ma siccome noi non vi conosciamo, vogliate provarcelo rispondendo alle nostre domande; risolvete il tale problema di astronomia; diteci il vostro nome e cognome, quello dei vostri figli, ciò che faceva nel tal giorno, alla tale ora ecc." Che cosa avrebbe risposto? Ebbene, come Spirito, farebbe ciò che avrebbe fatto da vivo, e lo stesso fanno gli altri Spiriti.

258. Mentre da una parte gli Spiriti si rifiutano di rispondere alle domande puerili e stravaganti che ci si sarebbe fatti scrupolo di rivolger loro quando erano vivi, dall'altra sovente essi stessi danno spontaneamente delle prove irrefutabili della loro identità, attraverso il loro carattere, che si rivela nel linguaggio, attraverso l'impiego di parole che erano loro familiari, attraverso la citazione di certi fatti e particolarità della loro vita qualche volta sconosciuti agli astanti, e la cui esattezza ha potuto essere verificata. Le prove d'identità risultano inoltre da una infinità di circostanze impreviste che non sempre si presentano alla prima occasione, ma piuttosto nel prosieguo dei colloqui. Conviene dunque attenderle senza provocarle, osservando con attenzione tutte quelle che possono provenire dalla natura delle conversazioni (vedere il fatto riferito nel n. 70).

259. Un mezzo che s'impiega a volte con successo per assicurarsi circa l'identità, quando lo Spirito che comunica è sospetto, consiste nel fargli affermare, nel nome di Dio onnipotente, ch'egli è proprio quello che dice di essere. Accade spesso che colui che prende un nome usurpato indietreggi davanti a un sacrilegio, e che, dopo aver cominciato a scrivere: Io affermo, nel nome di..., si fermi e tracci con collera delle righe insignificanti o che spezzi la matita. Se poi è ancora più ipocrita, egli elude la questione con una riserva mentale, scrivendo, per esempio: Io vi certifico che dico la verità; o, meglio ancora: Io attesto, nel nome di Dio, che sono proprio io colui che vi parla ecc. Ma ve ne sono di quelli che non sono così scrupolosi e che giurano tutto ciò che si vuole. Uno di essi aveva comunicato con un medium dicendo di essere Dio, e il medium, onoratissimo d'un così alto favore, non aveva esitato a credervi. Evocato da noi, lo Spirito non osò sostenere la sua impostura e disse: "Non sono Dio, ma sono Suo figlio". "Voi siete dunque Gesù? Ciò è molto poco probabile, in quanto Gesù è situato troppo in alto per usare un qualsiasi sotterfugio. Osate dunque affermare, nel nome di Dio, che voi siete il Cristo?" "Non dico che io sia Gesù, ma dico che sono il figlio di Dio perché sono una delle Sue creature".

Si deve da ciò concludere che il rifiuto da parte di uno Spirito di affermare la sua identità nel nome di Dio è sempre una prova manifesta che il nome che egli ha preso è una impostura, ma che pure l'affermazione non è che una presunzione e non una prova certa.

260. Ugualmente si può includere, tra le prove d'identità, la somiglianza della scrittura con la firma; ma, oltre al fatto che non tutti i medium è dato di ottenere questo risultato, non sempre questa è una garanzia sufficiente. Vi sono dei falsari nel mondo degli Spiriti, come ci sono in questo nostro. Non si tratta dunque che di una presunzione d'identità, che acquista valore soltanto attraverso le circostanze che l'accompagnano. La stessa cosa avviene con tutti i segni materiali che alcune persone hanno, come talismani inimitabili, dagli Spiriti mentitori. Per quanti osano spergiurare nel nome di Dio o contraffare una firma, per costoro un segno materiale qualsiasi non può offrire loro un ostacolo maggiore. La migliore di tutte le prove d'identità sta nel linguaggio e nelle circostanze fortuite.

261. Senza dubbio, si dirà che se uno Spirito può imitare una firma, egli può altrettanto bene imitare un linguaggio. Noi ne abbiamo incontrati di quelli che assumevano sfrontatamente il nome del Cristo e, per ingannare, simulavano lo stile evangelico e a vanvera largheggiavano nelle parole ben conosciute: In verità, in verità, io ve lo dico. Ma quando si studiava l'insieme senza prevenzioni; quando si scrutava nel profondo dei loro pensieri e si valutava la portata delle loro espressioni; quando a fianco di belle massime di carità si notavano delle raccomandazioni puerili e ridicole, uno avrebbe dovuto essere fascinato per rimanerne ingannato. Sì, è vero, certe parti della forma materiale del linguaggio possono essere imitate, ma non il pensiero. Giammai l'ignoranza imiterà il vero sapere, e giammai il vizio imiterà la vera virtù. Sempre, da qualche parte, apparirà la piccola punta dell'orecchio. Ed è proprio ora che il medium e anche l'evocatore hanno bisogno di tutta la loro perspicacia e di tutta la loro ponderatezza per distinguere la verità dalla menzogna. Essi devono persuadersi che gli Spiriti perversi sono capaci di tutte le astuzie, e che più il nome, sotto il quale uno Spirito si annuncia, è elevato, più deve ispirare loro diffidenza. Quanti i medium che hanno ricevuto comunicazioni apocrife firmate col nome di Gesù, Maria o di un santo venerato!




Distinzione tra i buoni e i cattivi Spiriti

262. Se l'identità assoluta degli Spiriti è, in molti casi, una questione accessoria e senza importanza, non è la stessa cosa per quanto riguarda la distinzione tra i buoni e i cattivi Spiriti. La loro individualità può esserci indifferente, la loro qualità non lo è mai. In tutte le comunicazioni istruttive, è dunque su questo punto che occorre concentrare tutta l'attenzione, perché solo ciò può darci la misura della fiducia che possiamo accordare allo Spirito che si manifesta, qualunque sia il nome sotto il quale egli lo faccia. Lo Spirito che si manifesta è buono o cattivo? A quale grado della scala spiritista egli appartiene? Ecco le questioni principali (vedere "Scala spiritista" ne Il Libro degli Spiriti, n. 100).

263. Si giudicano gli Spiriti, abbiamo detto, come si giudicano gli uomini: dal loro linguaggio. Supponiamo che un uomo riceva venti lettere da persone che gli sono sconosciute. Dallo stile, dai pensieri, da una infinità di segni, infine, egli giudicherà quelle che sono colte o ignoranti, educate o volgari, superficiali, profonde, frivole, orgogliose, serie, leggere, sentimentali ecc. Così è anche per gli Spiriti. Bisogna considerarli come dei corrispondenti, che non si sono mai visti, e domandarsi che cosa si potrebbe pensare del sapere e del carattere di un uomo che dicesse o scrivesse simili cose. Si può porre come regola invariabile e senza eccezione che il linguaggio degli Spiriti è sempre in relazione con il grado della loro elevazione. Non solo gli Spiriti realmente superiori dicono soltanto buone cose, ma le dicono in termini che escludono nella maniera più assoluta ogni trivialità. Per quanto buone possano essere quelle cose, se esse sono offuscate anche da una sola espressione che denoti bassezza, è un segno indubitabile d'inferiorità, e a maggior ragione se l'insieme della comunicazione ferisce le convenienze con la sua grossolanità. Il linguaggio svela sempre la sua origine, sia per il pensiero ch'esso traduce, sia per la sua forma; e così quand'anche uno Spirito volesse ingannarci circa la sua pretesa superiorità, è sufficiente conversare per un certo tempo con lui per valutarlo.

264. La bontà e la benevolenza sono anch'esse degli attributi essenzialidegli Spiriti purificati. Essi non nutrono odio né per gli uomini né per gli altri Spiriti; compiangono le debolezze, criticano gli errori, sì, ma sempre con moderazione, senza fiele e senza animosità. Se si ammette che gli Spiriti veramente buoni non possono volere che il bene e non possono dire che cose buone, se ne concluderà che tutto ciò che, nel linguaggio degli Spiriti, riveli una mancanza di bontà e di benevolenza, non può provenire da un buono Spirito.

265. L'intelligenza è ben lungi dall'essere un segno indiscutibile di superiorità, perché l'intelligenza e la morale non sempre marciano fianco a fianco. Uno Spirito può essere buono, benevolo e avere cognizioni limitate, mentre uno Spirito intelligente e colto può essere di gran lunga inferiore in moralità.

Abbastanza in generale, si crede che, interrogando lo Spirito di un uomo che sia stato erudito in una certa specialità sulla Terra, si otterrà più sicuramente la verità. Questo è logico e tuttavia non sempre è vero. L'esperienza dimostra che gli scienziati — tanto quanto gli altri uomini, quelli soprattutto che hanno lasciato la Terra da poco tempo — sono ancora sotto il dominio dei pregiudizi della vita corporea e non si liberano immediatamente dello Spirito di sistema. Può dunque darsi che sotto l'influenza delle idee che hanno accarezzato da vivi, e di cui si sono fatti un titolo di gloria, essi vedano con minor chiarezza di quanto supponiamo. Noi non presentiamo affatto questo principio come una regola, ci mancherebbe altro! Noi diciamo soltanto che il fatto avviene e che, di conseguenza, la loro scienza umana non sempre è una prova della loro infallibilità come Spiriti.

266. Sottoponendo tutte le comunicazioni a uno scrupoloso esame, scrutando e analizzando il pensiero e le espressioni, come si fa quando si tratta di giudicare un'opera letteraria, rigettando senza esitare tutto ciò che pecca contro la logica e il buonsenso, tutto ciò che sconfessa il carattere dello Spirito che si suppone essere quello che si sta manifestando, si scoraggiano gli Spiriti ingannatori, i quali finiscono per ritirarsi, una volta che siano ben convinti di non poterci illudere. Lo ripetiamo: questo mezzo è unico, ma è infallibile, poiché non c'è cattiva comunicazione che possa resistere a una critica rigorosa. I buoni Spiriti non se ne offendono mai, perché essi stessi lo consigliano, anche perché non hanno niente da temere dall'esame. Solo i cattivi Spiriti si formalizzano e cercano di evitarlo, perché hanno tutto da perderci; ed è anche attraverso ciò che ci danno la prova di quello che sono.

Ecco a questo riguardo il consiglio datoci da san Luigi:

«Qualunque sia la fiducia legittima che v'ispirano gli Spiriti che presiedono ai vostri lavori, c'è una raccomandazione che non potremmo mai ripetere abbastanza e che voi dovreste sempre avere presente nella vostra memoria quando vi dedicate ai vostri studi. La nostra raccomandazione è quella di soppesare e analizzare; di sottoporre al controllo della ragione più severa tutte le comunicazioni che ricevete; di non trascurare, non appena un punto vi sembri sospetto, oscuro o dubbioso, di chiedere le spiegazioni necessarie per formarvi un'opinione sicura.»

267.Si possono riassumere i mezzi per riconoscere la qualità degli Spiriti nei principi qui sotto elencati.

1º Non c'è altro criterio per riconoscere il valore degli Spiriti se non il buon senso. Ogni formula data a questo proposito dagli Spiriti stessi è assurda e non può provenire da Spiriti superiori.

2º Si giudicano gli Spiriti dal loro linguaggio e dalle loro azioni. Le azioni degli Spiriti sono i sentimenti che essi ispirano, e i consigli che essi danno.

3º Essendo ammesso che i buoni Spiriti non possono dire e fare altro che il bene, tutto ciò che è male non può venire di certo da un buono Spirito.

4º Gli Spiriti superiori hanno un linguaggio sempre degno, nobile, elevato senza l'ombra di alcuna trivialità. Essi dicono ogni cosa con semplicità e modestia, non si vantano mai, non fanno mai sfoggio né del loro sapere né della loro posizione tra gli altri. Il linguaggio degli Spiriti inferiori o volgari ha sempre qualche riflesso delle passioni umane. Ogni espressione che denoti bassezza, sufficienza, arroganza, impostura, acrimonia è un indizio caratteristico d'inferiorità o d'inganno, nel caso lo Spirito si presenti sotto un nome rispettabile e venerato.

5º Non si devono giudicare gli Spiriti dalla forma materiale né dalla correttezza del loro stile, ma bisogna sondarne il senso intimo, scrutare le loro parole, soppesarle freddamente, con grande attenzione. Ogni offesa alla logica, alla razionalità e alla saggezza non può lasciare alcun dubbio sulla loro origine, qualunque sia il nome di cui lo Spirito si adorni (vedere n. 224).

6º Il linguaggio degli Spiriti elevati è sempre identico, se non quanto alla forma, almeno quanto alla sostanza. Medesimi sono i pensieri, qualunque sia il tempo e qualunque sia il luogo. Essi possono essere più o meno sviluppati, a seconda delle circostanze, delle necessità e della facilità di comunicazioni, ma non saranno mai contraddittori. Se due comunicazioni, che portano il medesimo nome, sono in opposizione l'una con l'altra, è evidente che una delle due è apocrifa; la vera sarà quella dove NULLA sconfessa il carattere conosciuto del personaggio. Tra due comunicazioni firmate, per esempio, con il nome di san Vincenzo de' Paoli, di cui l'una predicasse l'unione e la carità, e l'altra tendesse a seminare la discordia, non potrebbe esserci persona di buonsenso che potesse sbagliarsi.

7º I buoni Spiriti dicono solo ciò che sanno. Essi tacciono o confessano la loro ignoranza su ciò che non sanno. I cattivi Spiriti parlano di tutto con sicurezza, senza preoccuparsi della verità. Ogni eresia scientifica notoria, ogni principio che scuota il buonsenso mostrano l'inganno, se lo Spirito si fa passare per uno Spirito illuminato.

8º Si riconoscono, inoltre, gli Spiriti leggeri dalla facilità con cui predicano l'avvenire e precisano fatti materiali che non ci è dato conoscere. I buoni Spiriti possono far presentire le cose future quando questa conoscenza può tornare utile, ma non precisano mai le date. Ogni annuncio di avvenimento a epoca fissa è indizio di una mistificazione.

9º Gli Spiriti superiori si esprimono semplicemente, senza alcuna prolissità, e il loro stile è conciso, senza escludere la poesia delle idee e delle espressioni; chiaro e intelligibile per tutti, non richiede alcuno sforzo per essere compreso. Essi conoscono l'arte di dire molte cose in poche parole, perché ogni parola ha la sua importanza. Gli Spiriti inferiori o falsi sapienti, nascondono dietro l'ampollosità e l'enfasi la vacuità dei pensieri. Il loro linguaggio è spesso pretenzioso, ridicolo od oscuro a forza di voler apparire profondo.

10º I buoni Spiriti non comandano mai: loro non s'impongono, consigliano; se non li si ascolta, essi si ritirano. I cattivi Spiriti sono imperiosi, danno ordini, vogliono essere obbediti e non si allontanano facilmente. Ogni Spirito che s'imponga tradisce la sua origine. Essi sono esclusivi e assoluti nelle loro opinioni e pretendono di avere solo loro il privilegio della verità. Esigono una credenza cieca e non fanno affatto appello alla ragione, perché sanno che la ragione li smaschererebbe.

11º I buoni Spiriti non adulano mai; approvano quando si agisce bene, ma sempre con riserva. I cattivi elargiscono elogi esagerati, stimolano l'orgoglio e la vanità predicando l'umiltà e cercano di esaltare l'importanza personale di quelli che essi vogliono ingraziarsi.

12º Gli Spiriti superiori sono al disopra delle puerilità della forma in tutte le cose. Solo gli Spiriti volgari possono attribuire importanza a dei dettagli meschini, incompatibili con delle idee veramente elevate. Ogni prescrizione meticolosa è un segno certo d'inferiorità e d'inganno da parte di uno Spirito che si attribuisce un nome autorevole.

13º Bisogna diffidare dei nomi bizzarri e ridicoli che adottano certi Spiriti che vogliono imporsi all'ingenuità dei creduloni; sarebbe sovranamente assurdo prendere questi nomi sul serio.

14º Egualmente bisogna diffidare degli Spiriti che si presentano troppo facilmente sotto dei nomi estremamente venerati, e non accettare le loro parole che con la più grande riserva. Soprattutto qui è indispensabile un severo controllo, perché sovente si tratta di una maschera che essi adottano per indurre a credere a pretesi stretti rapporti con Spiriti fuori classe. Con questo mezzo essi vellicano la vanità del medium e ne approfittano per indurlo spesso a dei passi spiacevoli e ridicoli.

15º I buoni Spiriti sono molto scrupolosi riguardo ai procedimenti ch'essi possono consigliare. Tali procedimenti non hanno mai, in tutti i casi, che uno scopo serio ed eminentemente utile. Si devono dunque considerare come sospette tutte quelle azioni che non avessero questo carattere o fossero dalla ragione seriamente condannate. E prima di intraprendere i procedimenti consigliati bisogna riflettere a lungo, perché ci si potrebbe esporre a spiacevoli mistificazioni.

16º I buoni Spiriti si riconoscono anche dalla loro prudente riserva su tutte le cose che possono compromettere. Essi hanno ripugnanza a svelare il male; gli Spiriti leggeri o malevoli, invece, si compiacciono a porlo in evidenza. Mentre i buoni Spiriti cercano di addolcire i torti e predicano l'indulgenza, quelli cattivi li esagerano e seminano zizzania con perfide insinuazioni.

17º I buoni Spiriti non prescrivono che il bene. Ogni massima, ogni consiglio che non sia strettamente conforme alla pura carità evangelica non può essere l'opera di buoni Spiriti.

18º I buoni Spiriti consigliano sempre cose perfettamente razionali. Ogni raccomandazione che si allontani dalla linea retta del buonsenso o dalle leggi immutabili della natura denuncia uno Spirito limitato e, di conseguenza, poco degno di fiducia.

19º Gli Spiriti malvagi o semplicemente imperfetti si tradiscono inoltre attraverso quei segni materiali sui quali nessuno potrebbe ingannarsi. La loro azione sul medium è a volte violenta e provoca in lui dei movimenti bruschi e intermittenti, un'agitazione febbrile e convulsa che contrasta con la calma e la dolcezza dei buoni Spiriti.

20º Gli Spiriti imperfetti approfittano spesso dei mezzi di comunicazione di cui dispongono per elargire perfidi consigli. Essi eccitano la diffidenza e l'animosità contro quelli che sono loro antipatici; sono soprattutto oggetto della loro avversione coloro che potrebbero smascherare le loro imposture.

Gli uomini deboli sono il loro centro di interesse, così da indurli più facilmente al male. Impiegando alternativamente, per meglio convincerli, i sofismi, i sarcasmi, le ingiurie e finanche i segni materiali della loro potenza occulta, essi cercano di sviarli dal sentiero della verità.

21º Gli Spiriti degli uomini che sulla Terra hanno avuto un'unica preoccupazione, materiale o morale, se non si sono ancora liberati dell'influenza della materia e sono, perciò, ancora sotto il dominio delle idee terrene, portano con sé una parte dei pregiudizi, delle predilezioni e anche delle manie che essi avevano sulla Terra. Cosa che è facile riconoscere dal loro linguaggio.

22º Le conoscenze di cui certi Spiriti si fregiano sovente, con una sorta di ostentazione, non sono un segno della loro superiorità. L'inalterabile purezza dei sentimenti morali è a questo riguardo la vera pietra di paragone.

23º Non è sufficiente interrogare uno Spirito per conoscere la verità. Bisogna innanzi tutto sapere a chi ci si rivolge, poiché gli Spiriti inferiori, ignoranti essi stessi, trattano con frivolezza anche le questioni più serie.

Non basta neppure che uno Spirito sia stato un grande uomo sulla Terra, perché possegga nel mondo spiritista la sovranità della scienza. Soltanto la virtù può, purificandolo, avvicinarlo a Dio e aumentare così le sue conoscenze.

24º Da parte degli Spiriti superiori, la facezia è spesso fine e acuta, ma non è mai triviale. Negli Spiriti dileggiatori, in quelli che però non sono grossolani, la satira mordente è spesso piena di opportunismo.

25º Studiando con cura il carattere degli Spiriti che si presentano si riconoscerà, soprattutto dal punto di vista morale, la loro natura e il grado di fiducia che si può loro accordare. Il buonsenso non dovrebbe ingannare.

26º Per giudicare gli Spiriti, come d'altronde per giudicare gli uomini, bisogna prima saper giudicare sé stessi. Ci sono sfortunatamente molte persone che prendono il loro giudizio personale come misura esclusiva del buono e del cattivo, del vero e del falso. Tutto quanto contraddice la loro maniera di vedere, le loro idee, il sistema che essi hanno concepito o adottato, è cattivo ai loro occhi. Simili persone mancano evidentemente della qualità principale per una corretta valutazione: l'onestà del giudizio. Ma di ciò essi non sospettano. Ed è questo il difetto sul quale gli uomini s'illudono maggiormente.

Tutte queste istruzioni provengono dall'esperienza e dall'insegnamento dato dagli Spiriti. Noi le completeremo con le risposte stesse da loro date sui punti più importanti.





Domande sulla natura e sull'identità degli Spiriti

268. Domande sulla natura e sull'identità degli Spiriti

1º Da quali segni si può riconoscere la superiorità o inferiorità degli Spiriti?

«Dal loro linguaggio, così come dal linguaggio voi distinguete uno sconsiderato da un uomo di buonsenso. Lo abbiamo già detto: gli Spiriti superiori non si contraddicono mai e dicono solo buone cose. Essi non vogliono altro che il bene; questa è la loro preoccupazione.

Gli Spiriti inferiori sono ancora sotto il dominio delle idee materiali; i loro discorsi risentono della loro ignoranza e della loro imperfezione. Non è concesso che agli Spiriti superiori di conoscere tutte le cose e di giudicarle senza passione.»

2º La scienza, in uno Spirito, è sempre un segno certo di elevazione?

«No. Infatti se egli è ancora sotto l'influenza della materia, potrebbe avere i vostri vizi e i vostri pregiudizi Ci sono persone, in questo mondo, che sono eccessivamente gelose e orgogliose. Credete voi forse che non appena esse lo lasciano perdano questi difetti? Dopo il distacco dalla Terra, gli Spiriti, soprattutto quelli che hanno avuto passioni molto spiccate, permangono in una sorta di atmosfera che li avviluppa e lascia loro tutte le cattive cose di cui si erano impregnati.

Questi Spiriti semimperfetti sono da temere più dei cattivi Spiriti, poiché la maggior parte di essi unisce l'astuzia e l'orgoglio all'intelligenza. Attraverso il loro preteso sapere, essi si impongono alla gente semplice e agli ignoranti, i quali accettano senza verifica alcuna le loro teorie assurde e menzognere. Quantunque queste teorie non possano prevalere sulla verità, non per questo esse cessano di produrre un male sia pure temporaneo, poiché ostacolano il cammino dello Spiritismo, e i medium si fanno volentieri delle illusioni sul merito di ciò che viene loro comunicato. E questo richiede un grandissimo studio da parte degli Spiriti illuminati e dei medium. Dovendo distinguere il vero dal falso, bisogna porre tutta la propria attenzione.»

3º Molti Spiriti protettori si designano con il nome di santi o di personaggi conosciuti. Che cosa si deve credere a questo riguardo?

«Tutti i nomi dei santi e dei personaggi conosciuti non sarebbero sufficienti a fornire un protettore a ciascun uomo. Fra gli Spiriti, pochi sono quelli che abbiano un nome conosciuto sulla Terra: è per questo che, il più delle volte, essi non declinano alcun nome; ma quasi sempre voi volete un nome. Allora, per soddisfarvi, essi prendono quello d'un uomo che voi conoscete e che voi rispettate.»

4º Questo prestito del nome non potrebbe essere considerato come una frode?

«Sarebbe una frode da parte d'un cattivo Spirito che volesse approfittarne. Ma quando ciò è a fin di bene, Dio permette che si proceda così tra Spiriti del medesimo ordine, poiché c'è tra loro solidarietà e affinità di idee.»

5º Così, quando uno Spirito protettore dice di essere, per esempio, san Paolo non si è sicuri che sia proprio lo Spirito o l'anima dell'apostolo che ha questo nome.

«Niente affatto, poiché voi troverete migliaia di persone alle quali è stato detto che il loro Angelo Custode è san Paolo o qualche altro. Ma a voi che cosa importa, se lo Spirito che vi protegge è tanto elevato quanto san Paolo? Ve l'ho detto: a voi occorre un nome, ed essi ne prendono uno per farsi chiamare e riconoscere, così come voi prendete dei nomi di battesimo per distinguervi dagli altri membri della vostra famiglia Essi possono benissimo prendere anche i nomi degli arcangeli san Raffaele, san Michele ecc., senza che ciò porti a delle conseguenze.

Del resto, più uno Spirito è elevato, più il suo irraggiamento è molteplice. Siate certi dunque che uno Spirito protettore di ordine superiore può avere sotto la sua tutela centinaia di incarnati. Fra di voi, sulla Terra, voi avete dei notai che si occupano degli affari di cento, duecento famiglie. Perché voi vorreste che noi fossimo, spiritualmente parlando, meno adatti alla direzione morale degli uomini di quanto lo sono quelli alla direzione materiale dei loro interessi?»

6º Perché gli Spiriti che comunicano prendono così sovente il nome dei santi?

«Essi si identificano con le abitudini di quelli a cui essi parlano, e prendono quei nomi che sono tali da fare sull'uomo la maggiore impressione in ragione delle sue credenze.»

7º Certi Spiriti superiori che si evocano vengono sempre in persona, oppure, come alcuni suppongono, si fanno rappresentare da delegati incaricati di trasmettere il loro pensiero?

«Perché non dovrebbero venire in persona se lo possono? Ma se lo Spirito non può venire, quello che si presenta sarà forzatamente un delegato.»

8º Il delegato è sempre sufficientemente illuminato per rispondere, come lo sarebbe lo Spirito che lo invia?

«Gli Spiriti superiori sanno a chi essi affidano la cura di sostituirli. D'altronde, più gli Spiriti sono elevati, più si uniscono in un pensiero comune, in modo tale che, per essi, la personalità è cosa indifferente, e lo stesso dovrebbe essere anche per voi. Credete voi dunque che nel mondo degli Spiriti superiori non ci siano, capaci di istruirvi, che quelli che voi avete conosciuto sulla Terra? Voi siete talmente portati a considerarvi gli esemplari dell'Universo, che credete sempre che al di fuori del vostro mondo non ci sia più niente. Veramente voi assomigliate a quei selvaggi che non sono mai usciti dalla loro isola e credono che il mondo non vada al di là di essa.»

9º Noi comprendiamo che sia così quando si tratta di un insegnamento serio, ma come mai Spiriti elevati permettono a Spiriti di basso rango di fregiarsi di nomi rispettabili per indurre gli uomini in errore, con massime spesso perverse?

«Non è affatto col permesso dei primi che questi lo fanno. Non avviene così anche tra voi? Coloro che ingannano in questo modo saranno puniti, siatene certi, e la loro punizione sarà proporzionale alla gravità dell'impostura. D'altronde, se non foste imperfetti, avreste intorno a voi solo buoni Spiriti; e se siete ingannati, non dovete prendervela che con voi stessi. Dio permette che così avvenga per mettere alla prova la vostra perseveranza e il vostro discernimento, e per insegnarvi a distinguere la verità dall'errore. Se non lo fate, significa che voi avete ancora bisogno di lezioni d'esperienza.»

10º Spiriti poco avanzati, ma animati da buone intenzioni e dal desiderio di progredire, non sono a volte delegati per rimpiazzare uno Spirito superiore, al fine di fornir loro l'occasione di esercitarsi nell'insegnamento?

«Maiperò nei grandi centri; voglio dire nei centri seri e per un insegnamento generale. Gli Spiriti che là si presentano lo fanno sempre di testa loro e, come voi dite, per esercitarsi. È per questo che le loro comunicazioni, per quanto buone, portano sempre tracce della loro inferiorità. Quando sono delegati, ciò non avviene che per le comunicazioni poco importanti e per quelle che si possono definire personali.»

11º Le comunicazioni spiritiste ridicole sono a volte inframmezzate da ottime massime. Come conciliare questa anomalia, che sembrerebbe indicare la presenza simultanea di buoni e di cattivi Spiriti?

«Gli Spiriti cattivi o leggeri si mescolano anche per enunciare delle sentenze senza percepirne bene la portata o il significato. Forse che quanti fanno, tra di voi, la medesima cosa sono tutti uomini superiori? No di certo. Gli Spiriti buoni e quelli cattivi non hanno a che fare gli uni con gli altri. È dall'uniformità costante delle buone comunicazioni che voi riconoscerete la presenza dei buoni Spiriti.»

12º Gli Spiriti che inducono in errore lo fanno sempre scientemente?

«No. Ci sono degli Spiriti buoni ma ignoranti che possono sbagliarsi in buona fede. Quando prendono coscienza della loro insufficienza, essi ne convengono e dicono soltanto ciò che sanno.»

13º Quando uno Spirito dà una falsa comunicazione, lo fa sempre con una intenzione malefica?

«No. Se si tratta di un Spirito leggero, egli si diverte a mistificare e non ha altro scopo.»

14º Poiché certi Spiriti possono ingannare con il loro linguaggio, possono anche, agli occhi di un medium veggente, assumere una falsa apparenza?

«Ciò accade, ma assai difficilmente. In tutti i casi, ciò ha sempre luogo solo per uno scopo che gli stessi cattivi Spiriti non conoscono. Essi servono come strumento per dare una lezione. Il medium veggente può vedere Spiriti leggeri e mentitori, così come altri li sentono o scrivono sotto la loro influenza. Gli Spiriti leggeri potrebbero approfittare di questa disposizione per ingannarlo con false apparenze. Ma ciò dipende dalle qualità dello Spirito del proprio medium.»

15º Per non essere ingannato, è sufficiente essere animato da buone intenzioni? E gli uomini perfettamente seri, che non mescolano ai loro studi alcun sentimento di vacua curiosità, rischiano anche loro di essere ingannati?

«Evidentemente, meno di altri. Ma l'uomo ha sempre qualche difetto che attira gli Spiriti buontemponi. Egli si crede forte, e spesso non lo è; deve dunque diffidare della sua fragilità, che nasce dall'orgoglio e dai pregiudizi. Non si tiene mai abbastanza conto di queste due cause, di cui gli Spiriti spesso approfittano. Essi, lusingando gli uomini nelle loro manie, sono sicuri di riuscire.»

16º Perché Dio permette che dei cattivi Spiriti comunichino e dicano cose cattive?

«Anche in ciò che può essere il peggior male, c'è un insegnamento. Tocca a voi saperlo cogliere. Bisogna pure che ci siano comunicazioni di tutti i tipi per insegnarvi a distinguere i buoni Spiriti dai cattivi e perché possano servire da specchio a voi stessi.»

17º Gli Spiriti possono, per mezzo di comunicazioni scritte, ispirare ingiusta diffidenza contro certe persone, e causare dissidi tra amici?

«Spiriti perversi e gelosi possono fare, riguardo al male, tutto ciò che fanno gli uomini; è per questo che bisogna porvi attenzione. Gli Spiriti superiori sono sempre prudenti e riservati quando devono biasimare; non parlano mai male, ma avvertono con ogni cautela. Se vogliono che, nel loro interesse, due persone cessino di frequentarsi, faranno nascere delle circostanze che li separeranno in maniera naturale. Un linguaggio atto a seminare discordia e diffidenza è sempre opera di un cattivo Spirito, qualunque sia il nome di cui si fregia. Così, accogliete solo con grande circospezione il male che uno Spirito può dire di uno di voi, soprattutto quando un buono Spirito ve ne ha detto bene, e diffidate anche di voi stessi e delle vostre prevenzioni. Nelle comunicazioni degli Spiriti, non prendete che quello che c'è di buono, di grande, di razionale e quello che la vostra coscienza approva.»

18º Dalla facilità con la quale i cattivi Spiriti si inframmettono nelle comunicazioni, parrebbe che non si può mai essere certi di ottenere la verità.

«Sì, poiché voi avete un giudizio per valutarle. Alla lettura di una lettera, voi sapete ben riconoscere se chi vi scrive è un uomo rozzo o ben educato, uno stolto o un saggio; perché non potreste fare la medesima cosa quando a scrivervi sono degli Spiriti? Se voi ricevete una lettera da un amico lontano, chi vi prova che sia proprio la sua? La sua grafia, direte voi. Ma non ci sono forse dei falsari in grado di imitare tutte le grafie? Dei poco di buono che possono conoscere i vostri affari? Tuttavia ci sono dei segni sui quali voi non potreste sbagliare; e la stessa cosa avviene riguardo agli Spiriti. Immaginatevi dunque che sia un amico che vi scrive oppure che voi leggiate l'opera di uno scrittore, e giudicate con gli stessi mezzi.»

19º Gli Spiriti superiori potrebbero impedire ai cattivi Spiriti di assumere nomi falsi?

«Certamente essi lo possono. Ma più gli Spiriti sono malvagi, più sono testardi, e spesso resistono a tutte le ingiunzioni. Bisogna anche che voi sappiate che ci sono delle persone alle quali gli Spiriti superiori s'interessano più che ad altre e, quando lo ritengono necessario, essi sanno preservarle dall'attacco della menzogna. Contro queste persone gli Spiriti ingannatori sono impotenti.»

20º Qual è il motivo di questa parzialità?

«Quinon si tratta affatto di parzialità, ma di giustizia. I buoni Spiriti si interessano a coloro che mettono a profitto i loro avvertimenti e che lavorano seriamente al proprio miglioramento. Questi sono i loro preferiti e li assecondano; si preoccupano poco, invece, di coloro con i quali perdono il loro tempo in belle parole.»

21º Perché Dio permette agli Spiriti di commettere il sacrilegio di assumere falsamente dei nomi venerati?

«Voi potreste anche chiedere perché Dio permette agli uomini di mentire e di bestemmiare. Gli Spiriti, proprio come gli uomini, hanno il loro libero arbitrio nel bene come nel male; ma né agli uni né agli altri farà mai difetto la giustizia di Dio.»

22º Esistono formule efficaci per cacciar via gli Spiriti ingannatori?

«La formula è materia; un pensiero buono verso Dio vale di più.»

23º Certi Spiriti hanno detto di avere dei segni grafici inimitabili, specie di emblemi che possono farli riconoscere, comprovandone l'identità. Questo è vero?

«Gli Spiriti superiori non hanno altri segni per farsi riconoscere che la superiorità delle loro idee e del loro linguaggio. Tutti gli Spiriti possono imitare un segno materiale. Quanto agli Spiriti inferiori, essi si tradiscono in tante maniere che bisognerebbe esser ciechi per lasciarsi ingannare.»

24º Gli Spiriti ingannatori non possono imitare anche il pensiero?

«Essi imitano il pensiero come gli scenari teatrali imitano la natura.»

25º Sembra, dunque, che sia sempre così facile scoprire la frode con uno studio attento.

«Non dubitatene. Gli Spiriti ingannano solo quelli che si lasciano ingannare. Ma bisogna avere occhi da mercante di diamanti, per distinguere la pietra vera da quella falsa. Bene, colui che non sa distinguere la pietra buona dalla falsa si rivolga al gioielliere.»

26º Ci sono delle persone che si lasciano sedurre da un linguaggio enfatico; che si ritengono soddisfatte più dalle parole che dalle idee; che prendono anche idee false e volgari per idee sublimi. Come queste persone, che non sono neppure adatte a giudicare le opere degli uomini, possono giudicare quelle degli Spiriti?

«Quandoqueste persone hanno sufficiente modestia da riconoscerela loro inadeguatezza, non si fidano di sé stesse; quando per orgoglio si credono più capaci di quanto non siano, pagano per la loro sciocca vanità. Gli Spiriti ingannatori sanno bene a chi si rivolgono. Ci sono persone semplici e poco istruite più difficili da ingannare di altre che hanno ingegno e sapere. Lusingando le passioni, essi fanno dell'uomo ciò che vogliono.»

27º Nella scrittura i cattivi Spiriti si tradiscono a volte con segni materiali involontari?

«Quelliabili non lo fanno, i maldestri si forviano. Ogni segno inutilee puerile è indice certo d'inferiorità. Gli Spiriti elevati non fanno niente di inutile.»

28º Molti medium riconoscono i buoni e i cattivi Spiriti dall'impressione gradevole o fastidiosa che essi provano al loro avvicinarsi. Noi chiediamo se l'impressione sgradevole, l'agitazione convulsiva, in una parola il malessere siano sempre indizi della cattiva natura degli Spiriti che si manifestano.

«Il medium prova le sensazioni dello stato nel quale si trova lo Spirito che si avvicina a lui. Quando lo Spirito si trova in uno stato di felicità, è tranquillo, leggero, posato; quando si trova in uno stato di infelicità, è agitato e febbrile, e questa agitazione passa naturalmente nel sistema nervoso del medium. Del resto è proprio così anche sulla Terra: l'uomo buono è calmo e tranquillo; quello cattivo è continuamente agitato.»

OSSERVAZIONE. Ci sono dei medium di una impressionabilità nervosa più o meno grande, ed è per questo che l'agitazione non potrebbe essere considerata come una regola assoluta. Bisogna qui, come in tutte le cose, tener conto delle circostanze. Il carattere fastidioso e sgradevole dell'impressione è un effetto di contrasto, perché se lo Spirito del medium simpatizza con il cattivo Spirito che si manifesta, per nulla o molto poco la vicinanza di questo lo intaccherà. Del resto, non bisogna confondere la rapidità della scrittura, che deriva dall'estrema flessibilità di certi medium, con l'agitazione convulsiva, che i medium più lenti possono provare a contatto di Spiriti imperfetti.





Capitolo XXV - DELLE EVOCAZIONI



Considerazioni generali

269. Gli Spiriti possono comunicare spontaneamente oppure venire alla nostra chiamata, vale a dire su evocazione. Alcune persone pensano che ci si debba astenere dall'evocare il tale o talaltro Spirito e che sia preferibile attendere quello che avrà proprio voglia di comunicare. Esse si basano sul concetto secondo cui, chiamando un determinato Spirito, non si è certi che sarà proprio quello a presentarsi, mentre quello che verrà spontaneamente e motuproprio prova meglio la sua identità, poiché manifesta così il desiderio ch'egli ha di intrattenersi con noi. A nostro avviso, questo è un errore, innanzi tutto perché intorno a noi ci sono sempre degli Spiriti, il più delle volte di bassa condizione, i quali non chiedono niente di meglio che di comunicare; in secondo luogo, e proprio per quest'ultima ragione, non chiamandone alcuno in particolare, significa aprire la porta a tutti quelli che vogliono entrare. In un'assemblea, il non dare la parola a nessuno, significa lasciarla a tutti, e ben si sa che cosa ne risulta. La chiamata diretta fatta a un determinato Spirito è un legame tra lui e noi: lo chiamiamo per nostro desiderio e opponiamo così una sorta di barriera agli intrusi. Senza un appello diretto, uno Spirito spesso non avrebbe alcun motivo di venire da noi, a meno che non sia il nostro Spirito familiare.

Ognuna di queste due maniere di operare ha i suoi vantaggi, e l'inconveniente non starebbe che nell'esclusione di una delle due. Le comunicazioni spontanee non presentano nessun inconveniente, quando si è padroni degli Spiriti e quando si è certi di non permettere che gli Spiriti malvagi prendano alcun sopravvento. Allora diventa spesso utile affidarsi alla buona volontà di quelli che vogliono proprio manifestarsi, poiché il loro pensiero non subisce alcuna contrarietà, e si possono ottenere, in questo modo, ammirevoli cose. Mentre non è detto che lo Spirito che voi chiamate sia disposto a parlare o sia capace di farlo nel senso che uno desidera. L'esame scrupoloso che noi abbiamo consigliato è d'altra parte una garanzia contro le cattive comunicazioni. Nelle riunioni regolari, soprattutto in quelle dove ci si occupa di un lavoro continuativo, ci sono sempre degli Spiriti abituali che si trovano all'appuntamento senza che li si chiami, anche per il fatto che è come se fossero preavvertiti in virtù della regolarità delle sedute. Essi prendono sovente e spontaneamente la parola per trattare di qualsiasi argomento, sviluppare una proposta o stabilire ciò che si deve fare. E allora si riconoscono facilmente, sia dallo stile del loro linguaggio, che è sempre identico, sia dalla loro scrittura, sia da certe abitudini che sono loro familiari.

270. Quando si desidera comunicare con un determinato Spirito, bisogna molto necessariamente evocarlo (n. 203). Se egli può venire, generalmente si ottengono risposte quali: Sì; oppure: Io sono qui; o ancora: Che cosa volete da me? A volte egli entra direttamente in materia, rispondendo in anticipo alle domande che ci si proponeva di rivolgergli.

Quando uno Spirito viene evocato per la prima volta, conviene designarlo con qualche precisione. Nelle domande che gli vengono rivolte, bisogna evitare le forme dirette e imperative, che potrebbero diventare per lui motivo di allontanamento. Queste forme dovranno essere affettuose o rispettose a seconda dello Spirito e, in tutti i casi, dovranno testimoniare la benevolenza dell'evocatore.

271. Si è sovente sorpresi dalla prontezza con la quale uno Spirito evocato si presenta, anche quand'anche fosse la prima volta. Si direbbe che sia stato preavvertito; in effetti è ciò che avviene quando ci si preoccupa ancor prima che venga evocato. Questa preoccupazione è una sorta di evocazione anticipata. E siccome noi abbiamo sempre i nostri Spiriti familiari che si identificano con il nostro pensiero, essi preparano il cammino in modo tale che, se nulla vi si oppone, lo Spirito che si vuole chiamare è già presente. Nel caso contrario, è lo Spirito familiare del medium o quello dell'interrogante o anche uno di quelli che son soliti frequentare le riunioni che va a cercarlo, e per fare questo non gli occorre molto tempo. Se lo Spirito evocato non può venire istantaneamente, il messaggero — i pagani avrebbero detto Mercurio assegna una proroga, talvolta di cinque minuti, un quarto d'ora, un'ora e anche di più giorni. Quando è arrivato, egli dice: È qui; e allora si può dar inizio alle domande che gli si vogliono rivolgere.

Non sempre il messaggero è un intermediario necessario, perché l'appello dell'evocatore può essere inteso direttamente dallo Spirito, così come è detto qui di seguito, al n. 282 alla questione 5, sulle modalità di trasmissione del pensiero.

Quando noi diciamo di fare l'evocazione nel nome di Dio, noi intendiamo che la nostra raccomandazione deve essere presa sul serio e non alla leggera. Quanti non vi vedessero che una formula senza conseguenze farebbero meglio ad astenersene.

272. Le evocazioni spesso procurano ai medium più difficoltà dei dettati spontanei, soprattutto quando si tratta di ottenere delle risposte precise a delle domande circostanziate. Occorrono perciò dei medium speciali, flessibili e allo stesso tempo positivi. E si è visto (n. 193) che questi ultimi sono abbastanza rari, perché, come abbiamo già detto, i rapporti fluidici non sempre si stabiliscono col primo Spirito che arriva. Per questo è utile che i medium si dedichino alle evocazioni dettagliate solo dopo essersi assicurati dello sviluppo della loro facoltà e della natura degli Spiriti che li assistono. Infatti presso coloro che sono malamente attorniati, le evocazioni non possono avere alcun carattere di autenticità.

273. I medium sono generalmente molto più ricercati per le evocazioni d'interesse privato che per le comunicazioni d'interesse generale. Ciò si spiega con il desiderio, più che naturale, di voler intrattenersi con le persone che ci sono care. Noi riteniamo di dover fare a questo riguardo parecchie e importanti raccomandazioni ai medium. Innanzitutto quella di non acconsentire a questo desiderio se non con riserva, di fronte a persone sulla cui sincerità essi non siano perfettamente informati, e di mettersi in guardia contro i tranelli che potrebbe tender loro della gente malintenzionata. In secondo luogo, di non prestarsi a tali evocazioni, per nessun motivo, qualora intravedessero un fine di curiosità o d'interesse, e non una seria intenzione da parte dell'evocatore; di opporsi a ogni domanda oziosa o che dovesse uscire dall'ambito di quelle che razionalmente si possono rivolgere agli Spiriti. Le domande devono essere poste con chiarezza, esattezza e senza secondi fini, se si vogliono ottenere delle risposte categoriche. Bisogna dunque respingere tutte quelle domande che avessero un carattere insidioso, poiché si sa che gli Spiriti non amano quelle che hanno lo scopo di metterli alla prova. Insistere su questioni di questa natura significa voler essere ingannati. L'evocatore deve andare francamente e direttamente allo scopo, senza alcun sotterfugio e senza mezzi indiretti. Se teme di spiegarsi, sarà allora meglio che si astenga.

Conviene anche fare con molta prudenza delle evocazioni in assenza delle persone che ne hanno fatto domanda, e spesso è perfino preferibile astenersene del tutto, essendo queste persone le sole adatte a controllare le risposte, a giudicare circa l'identità, a provocare chiarimenti, se ne è il caso, e a formulare le domande incidentali indotte dalle circostanze. Inoltre la loro presenza è un legame che attira lo Spirito, spesso poco disposto a comunicare con degli estranei per i quali non nutre alcuna simpatia. Il medium, in una parola, deve evitare tutto ciò che potrebbe trasformarlo in un agente di consulti, cosa che, agli occhi di molta gente, è sinonimo di chiromante.




Spiriti che possono essere evocati

274. Si possono evocare tutti gli Spiriti di qualsiasi grado della scala cui essi appartengono: i buoni come i cattivi, quelli che hanno lasciato la vita da poco, come quelli che hanno vissuto nei tempi più lontani, gli uomini illustri come i più oscuri, i nostri parenti, i nostri amici, come quelli che ci sono indifferenti. Ma non è detto ch'essi vogliano o possano sempre rispondere al nostro appello. Indipendentemente dalla loro stessa volontà, o dal permesso che può essere loro rifiutato da un potere superiore, essi possono esserne impediti da motivi che non sempre ci è dato penetrare. Vogliamo dire che non esiste un impedimento assoluto che si opponga alle comunicazioni, salvo ciò che sarà detto qui, più avanti. Gli ostacoli che possono impedire a uno Spirito di manifestarsi sono quasi sempre individuali e attengono spesso alle circostanze.


275.Fra le cause che possono opporsi alla manifestazione di uno Spirito, alcune sono personali, altre estranee a lui. Fra le prime bisogna collocare le sue occupazioni o le missioni che egli compie e da cui non può allontanarsi per cedere ai nostri desideri. In questo caso, la sua visita è solo rimandata.

C'è anche la sua stessa situazione. Benché lo stato d'incarnazione non costituisca un ostacolo assoluto, esso può rappresentare un impedimento in certi determinati momenti, soprattutto quando ha luogo nei mondi inferiori e quando lo Spirito stesso è poco smaterializzato. Nei mondi superiori, in quelli dove i legami dello Spirito e della materia sono debolissimi, la manifestazione è facile quasi quanto quella nello stato errante e, in tutti i casi, più facile che in quelli dove la materia corporea è più compatta.

Le cause esterne sono principalmente inerenti alla natura del medium, alla natura della persona che evoca, all'ambiente nel quale si fa l'evocazione e, infine, allo scopo che ci si propone. Certi medium ricevono più particolarmente comunicazioni dai loro Spiriti familiari, i quali possono essere più o meno elevati. Altri sono idonei a servire da intermediari a tutti gli Spiriti; ciò dipende dalla simpatia o dall'antipatia, dall'attrazione o dalla repulsione che lo Spirito personale del medium esercita sullo Spirito evocato, che può prenderlo come interprete con piacere o con ripugnanza. Questo dipende anche, prescindendo dalle qualità interiori del medium, dallo sviluppo della facoltà medianica. Gli Spiriti vengono più volentieri, e sono soprattutto più espliciti, con un medium che non offra loro alcun ostacolo materiale. D'altronde, a parità di condizioni morali, quanto più un medium ha facilità nello scrivere e nell'esprimersi, tanto più le sue relazioni con il mondo spiritista si estendono.

276. Bisogna anche tener conto della facilità che deve offrire l'abitudine di comunicare col tale o talaltro Spirito. Con il tempo lo Spirito estraneo si identifica con quello del medium e anche con colui che lo chiama. Questione di simpatia a parte, si stabiliscono tra di loro dei rapporti fluidici che rendono più pronte le comunicazioni. È per questo che un primo colloquio non sempre è così soddisfacente come si potrebbe desiderare, ed è anche per questo che gli Spiriti stessi domandano spesso di essere chiamati di nuovo. Lo Spirito che viene chiamato abitualmente è come se stesse a casa sua: ha familiarizzato con i suoi uditori e i suoi interpreti; egli parla e agisce più liberamente.


277. Riassumendo, da ciò che abbiamo appena detto, risulta: che la facoltà di evocare ogni e qualsiasi Spirito non implica, per lo Spirito, l'obbligo di essere sempre ai nostri ordini; che egli può venire in un certo momento e non in un altro, con il tale medium o con il tal evocatore che a lui piace, e non con il talaltro; che può dire ciò che vuole senza dover essere costretto a dire ciò che non vuole; che può andarsene quando gli pare; e che, infine, per cause dipendenti o no dalla sua volontà, dopo essersi mostrato assiduo per qualche tempo, egli può tutt'a un tratto cessare di venire.

È per tutti questi motivi che, quando si desidera chiamare uno Spirito nuovo, è necessario domandare alla propria guida protettrice se l'evocazione è possibile. Nel caso in cui non lo fosse, la guida protettrice ne dà abbastanza spesso i motivi e allora è inutile insistere.

278. A questo punto, si presenta una questione importante, quella cioè di sapere se ci siano o non ci siano degli inconvenienti a evocare Spiriti cattivi. Ciò dipende dallo scopo che ci si propone e dall'ascendente che si può avere su di loro. L'inconveniente è nullo quando li si chiama per un fine serio, quale quello di istruirli e migliorarli. Al contrario, l'inconveniente è grandissimo se l'evocazione avviene per pura curiosità o per scherzo, oppure se ci si pone alle loro dipendenze domandando loro un servizio qualsiasi. I buoni Spiriti, in questo caso, possono benissimo dar loro il potere di fare ciò che si domanda, il che non esclude che sia severamente punito più tardi il temerario che avesse osato invocare il loro soccorso e attribuire a loro più potenza che a Dio. Sarebbe inutile promettere a sé stessi di fare in seguito buon uso dell'aiuto richiesto e di congedare il servitore una volta reso il servigio. Questo stesso servigio che noi abbiamo sollecitato, per quanto minimo possa essere, è un vero patto concluso con il cattivo Spirito, e costui non abbandona facilmente la sua preda (vedere n. 212).

279. L'ascendente non si esercita sugli Spiriti inferiori se non attraverso la superiorità morale. Gli Spiriti perversi sentono che gli uomini dabbene li dominano; di fronte a colui che non oppone loro che l'energia della volontà — una specie di forza bruta —, essi lottano e spesso sono i più forti. Qualcuno cercava così di domare uno Spirito ribelle, attraverso la sua volontà; lo Spirito gli rispose: Lasciami dunque in pace, tu con le tue arie da smargiasso, tu che non vali certo più di me. Si è forse mai sentito che un ladro fa la morale a un altro ladro?

Ci si stupisce che il nome di Dio che s'invoca contro di loro si riveli spesso impotente. San Luigi ne ha data la ragione nella risposta seguente.

«Il nome di Dio non ha influenza sugli Spiriti imperfetti, se non sulla bocca di colui che possa servirsene con autorità, per le Sue virtù. Sulla bocca dell'uomo che non abbia sullo Spirito alcuna superiorità morale, è una parola come un'altra. La medesima cosa avviene con le cose sante con cui si cercasse di dominarli. L'arma più terribile è inoffensiva nelle mani inabili a servirsene o incapaci a maneggiarla.»




Linguaggio da tenersi con gli Spiriti

280. Il grado di superiorità o d'inferiorità degli Spiriti indica naturalmente il tono che conviene tenere con loro. È evidente che più essi sono elevati, più hanno diritto al nostro rispetto, ai nostri riguardi e alla nostra sottomissione. Non dobbiamo testimoniare loro meno deferenza di quanta ne avremmo loro dimostrata da vivi, sia pure per altri motivi: sulla Terra noi avremmo considerato il loro rango e la loro posizione sociale; nel mondo degli Spiriti, il nostro rispetto si rivolge solo alla superiorità morale. La loro stessa elevazione li pone al disopra delle puerilità delle nostre forme adulatorie. Non è con le parole che ci si può accattivare la loro benevolenza, bensì con la sincerità dei sentimenti. Sarebbe perciò ridicolo dar loro i titoli che le nostre usanze consacrano alla distinzione dei ranghi, e che, da vivi, avrebbero potuto lusingare la loro vanità. Se essi sono realmente superiori, non solo non ci tengono, ma di ciò si dispiacciono. Un pensiero buono è loro più gradito degli appellativi più elogiativi; se fosse altrimenti, essi non sarebbero al disopra dell'Umanità. Lo Spirito d'un venerabile ecclesiastico, che fu sulla Terra un principe della Chiesa, uomo dabbene che praticava la legge di Gesù, rispose un giorno a qualcuno che lo evocava dandogli il titolo di Monsignore: «Tu dovresti dire almeno ex-Monsignore, perché qui non c'è altro Signore all'infuori di Dio. Sappi che io vedo certuni che sulla Terra si genuflettevano ai miei piedi, e davanti ai quali m'inchino io stesso».

Quanto agli Spiriti inferiori, il loro carattere ci indica il linguaggio che conviene tenere con loro. Nel numero ce ne sono di quelli che, benché inoffensivi e perfino benevoli, sono leggeri, ignoranti, sconsiderati. Trattarli però alla stregua degli Spiriti seri, così come fanno certe persone, allora tanto varrebbe inchinarsi davanti a uno scolaro o davanti a un asino a cui fosse stato messo in testa un berretto da dottore. Un tono di familiarità non dovrebbe essere inopportuno con loro, che per questo non si formalizzano; al contrario, vi si prestano volentieri.

Fra gli Spiriti inferiori ve ne sono di quelli che sono infelici. Quali che siano gli errori che stanno espiando, le loro sofferenze costituiscono titoli tanto maggiori per la nostra commiserazione, in quanto è certo che nessuno può illudersi di sfuggire a queste parole del Cristo: «Colui che è senza peccato scagli la prima pietra». È per loro un sollievo la benevolenza che noi dimostriamo loro. In mancanza di simpatia, essi devono trovare in noi quell'indulgenza che desidereremmo si avesse verso di noi.

Gli Spiriti che rivelano la loro inferiorità, con il cinismo del loro linguaggio, con le menzogne, con la bassezza dei loro sentimenti, con la perfidia dei loro consigli, sono sicuramente meno degni del nostro interesse di quelli le cui parole attestano il pentimento. Noi dobbiamo loro almeno la pietà che accordiamo ai più grandi criminali; e il mezzo per ridurli al silenzio è quello di mostrarsi superiori a loro. Essi si lasciano andare solo con le persone dalle quali credono di non aver nulla da temere, perché gli Spiriti perversi avvertono la superiorità degli uomini dabbene come pure gli Spiriti elevati.

Riassumendo, quanto sarebbe da parte nostra irriverente trattare da pari a pari con gli Spiriti superiori, tanto sarebbe ridicolo avere una medesima referenza per tutti senza eccezione. Facciamo dunque in modo di avere della venerazione per quanti la meritano, della riconoscenza per quanti ci proteggono e ci assistono, per tutti gli altri una benevolenza di cui un giorno forse potremmo aver bisogno noi stessi. Penetrando nel mondo incorporeo, impariamo a conoscerlo, e questa conoscenza ci deve guidare nei nostri rapporti con quelli che lo abitano. Gli Antichi, nella loro ignoranza, innalzarono loro degli altari; per noi, non sono che delle creature più o meno perfette, e gli altari, noi, non li innalziamo che a Dio.




Utilità delle evocazioni particolari

281. Le comunicazioni che si ottengono dagli Spiriti molto elevati, o da quelli che hanno animato i grandi personaggi dell'antichità, sono preziose per l'alto insegnamento che esse racchiudono. Questi Spiriti hanno acquistato un grado di perfezione che permette loro di abbracciare una sfera di idee più estesa, di penetrare misteri che oltrepassano la portata volgare dell'Umanità e, di conseguenza, di iniziarci meglio di altri a certe cose. Non ne consegue, però, che le comunicazioni degli Spiriti d'un ordine meno elevato siano senza utilità: in esse l'osservatore può cogliere più di un insegnamento. Per studiare i costumi di un popolo, bisogna studiarlo in tutti i gradi della scala sociale. Chiunque non l'avesse visto che sotto un solo aspetto lo conoscerebbe male. La storia di un popolo non è quella dei suoi re e dei suoi vertici sociali; per giudicarlo bisogna vederlo nella sua vita intima e nelle sue abitudine private. Ora, gli Spiriti superiori sono i vertici del mondo spiritista; la loro stessa elevazione li colloca talmente al disopra di noi che siamo spaventati dalla distanza che ci separa. Spiriti più borghesi — ci si passi questa espressione — ci rendono più palpabili le circostanze della loro nuova esistenza. In essi, il legame tra la vita corporea e la vita spiritista è più intima; noi la comprendiamo meglio perché ci tocca più da vicino. Apprendendo da loro stessi ciò che sono diventati, ciò che pensano, ciò che provano gli uomini di tutte le condizioni e di tutti i caratteri, gli uomini dabbene e i viziosi, i grandi e i modesti, i fortunati e gli sfortunati del secolo, in una parola gli uomini che hanno vissuto tra noi, che abbiamo visto e conosciuto, e dei quali conosciamo la vita reale, le virtù e i difetti, ben ne comprendiamo le gioie e le sofferenze. Agli uni e agli altri noi ci associamo e da questi e da quelli traiamo un insegnamento morale tanto più proficuo quanto più intimi saranno i rapporti tra loro e noi. Noi ci mettiamo più facilmente al posto di colui che è stato nostro pari che di colui che vediamo soltanto attraverso il miraggio di una gloria celeste. Gli Spiriti volgari ci mostrano l'applicazione pratica delle grandi e sublimi verità, di cui gli Spiriti superiori ci insegnano la teoria. D'altronde, nulla è inutile nello studio d'una scienza: Newton ha trovato la legge delle forze dell'Universo nel più semplice dei fenomeni.

L'evocazione degli Spiriti volgari ha inoltre il vantaggio di metterci in contatto con degli Spiriti sofferenti che si possono consolare e di cui si può facilitare l'avanzamento per mezzo di utili consigli. Ci si può dunque rendere utili, istruendo allo stesso tempo noi stessi. C'è dell'egoismo nel cercare soltanto la propria soddisfazione nelle manifestazioni degli Spiriti, e colui che disdegna di tendere una mano a coloro che sono infelici dà nello stesso tempo una prova d'orgoglio. A che cosa gli serve ottenere delle belle raccomandazioni dagli Spiriti eletti, se ciò non rende migliore lui stesso, cioè più caritatevole e più benevolo verso i suoi fratelli di questo mondo e dell'altro? Che cosa diventerebbero i poveri malati se i medici si rifiutassero di toccare le loro piaghe?




Domande sulle evocazioni

282. Domande sulle evocazioni

1. Si possono evocare gli Spiriti senza essere medium?

«Tutti possono evocare gli Spiriti, e se quelli che voi chiamate non possono manifestarsi materialmente, non per questo essi cessano di essere vicino a voi e di ascoltarvi.»

2. Lo Spirito evocato risponde sempre all'appello che gli viene rivolto?

«Ciò dipende dalle condizioni in cui egli si trova, perché ci sono delle circostanze in cui non lo può fare.»

3. Quali sono le cause che possono impedire a uno Spirito di venire alla nostra chiamata?

«La sua volontà prima di tutto, poi il suo stato corporeo se egli è reincarnato, le missioni di cui può essere incaricato, oppure ancora il permesso che può essergli rifiutato.

Ci sono Spiriti che non possono mai comunicare: sono quelli che, per la loro natura, ancora appartengono a mondi inferiori alla Terra. Non lo possono neppure coloro che si trovano nelle sfere di punizione, a meno che non sia loro accordato un permesso superiore, ma solo per uno scopo di utilità generale. Perché uno Spirito possa comunicare, bisogna ch'egli abbia raggiunto il grado d'avanzamento del mondo in cui è chiamato, altrimenti è estraneo alle idee di questo mondo e non ha alcun punto di riferimento per esprimersi. Non è la stessa cosa per gli Spiriti che sono inviati in missione o in espiazione nei mondi inferiori: essi hanno le idee necessarie per rispondere.»

4. Per quali motivi il permesso di comunicare può essere rifiutato a uno Spirito?

«Tale rifiuto può essere una prova o una punizione per lui o per colui che lo chiama.»

5. Come degli Spiriti dispersi nello spazio o nei diversi mondi possono udire le evocazioni che sono loro rivolte da tutti i punti dell’Universo?

«Spesso essi ne sono avvertiti dagli Spiriti familiari che vi circondano e che vanno a cercarli. Ma accade qui un fenomeno che è difficile spiegarvi, perché voi non potete ancora comprendere come avviene tra gli Spiriti la trasmissione del pensiero. Ciò che io posso dirvi è che lo Spirito da voi evocato, per quanto lontano egli si trovi, riceve, per così dire, il contraccolpo del pensiero come una sorta di commozione elettrica che richiama la sua attenzione verso il lato da cui proviene il pensiero che è a lui indirizzato. Si può dire ch'egli senta il pensiero, come voi sulla Terra sentite la voce.»

— Il fluido universale è il veicolo del pensiero, come l'aria è quello del suono?

«Sì, ma con la differenza che il suono non può farsi sentire se non in un raggio molto limitato, mentre il pensiero raggiunge l'infinito. Lo Spirito, nello spazio, è come il viaggiatore nel mezzo di una vasta pianura, il quale, udendo tutt'a un tratto pronunciare il suo nome, si diriga verso il punto dove lo si chiama.»

6. Sappiamo che le distanze, per gli Spiriti, sono poca cosa, tuttavia ci si stupisce di vederli a volte rispondere così prontamente all'appello, come se fossero stati pronti.

«Il fatto è che a volte essi lo sono. Se l'evocazione è premeditata, lo Spirito è avvertito anticipatamente e spesso si trova sul posto prima ancora del momento in cui lo si chiama.»

7. Accade forse che il pensiero dell'evocatore è udito più o meno facilmente a seconda delle circostanze?

«Senza alcun dubbio. Lo Spirito è più vivamente toccato, quando chiamato da un sentimento di simpatia e di benevolenza. È come se riconoscesse una voce amica. Senza ciò, accade sovente che l'evocazione non produca alcun effetto. Il pensiero che scaturisce dall’evocazione tocca lo Spirito; se è mal diretto, si perde nel vuoto. Accade con gli Spiriti ciò che accade con gli uomini; se colui che li chiama è a loro indifferente o antipatico essi possono sì sentirlo, ma il più delle volte non lo ascoltano.»

8. Lo Spirito evocato viene spontaneamente oppure vi è costretto?

«Egli obbedisce alla volontà di Dio, vale a dire alla legge generale che regge l'Universo. Tuttavia, il termine costretto non si adatta al caso, poiché lo Spirito giudica se è utile andare: e qui, ancora, egli esercita il libero arbitrio. Lo Spirito superiore viene sempre quando è chiamato per un fine utile; egli si rifiuta di rispondere solo negli ambienti di persone poco serie che trattano la cosa per divertimento.»

9. Lo Spirito evocato può rifiutarsi di presentarsi all'appello che gli è stato rivolto?

«Certamente. Dove sarebbe allora il suo libero arbitrio senza ciò? Ma voi credete che tutti gli esseri dell'Universo siano ai vostri ordini? E voi stessi d'altronde vi credete obbligati a rispondere a tutti quelli che pronunciano il vostro nome? Quando io dico ch'egli si può rifiutare, intendo su domanda dell'evocatore, perché uno Spirito inferiore può essere costretto a venire da uno Spirito superiore.»

10. C'è per l'evocatore un mezzo per costringere uno Spirito a venire suo malgrado?

«Nessuno, se questo Spirito è vostro pari o a voi superiore in moralità — dico in moralità e non in intelligenza —, perché voi non avete su di lui alcuna autorità. Se è a voi inferiore, voi potete costringerlo, se ciò è per il suo bene, poiché allora altri Spiriti vi aiuteranno» (n. 279).

11. Ci sono degli inconvenienti a evocare degli Spiriti inferiori? E ci sarebbe da temere, chiamandoli, di porsi sotto il loro dominio?

«Essi non dominano altri che quelli che si lasciano dominare. Colui che è assistito da buoni Spiriti non ha niente da temere; egli s'impone agli Spiriti inferiori, e questi non s'impongono a lui. Nell'isolamento, i medium, soprattutto quelli che incominciano, devono astenersi da queste specie di evocazione» (n. 278).

12 — Sono necessarie alcune disposizioni speciali per le evocazioni?

«La più essenziale di tutte le disposizioni è il raccoglimento, quando si desidera avere a che fare con degli Spiriti seri. Con la fede e il desiderio del bene, si ha più forza per evocare gli Spiriti superiori. Elevando la propria anima con qualche istante di raccoglimento al momento dell'evocazione, ci si identifica con i buoni Spiriti e li si dispone a venire.»

13. È necessaria la fede per le evocazioni?

«La fede in Dio, sì. La fede d'altronde verrà se volete il bene e se avete il desiderio di istruirvi.»

14. Gli uomini riuniti in una comunione di pensieri e di intenzioni hanno più potere per evocare gli Spiriti?

«Quando tutti sono riuniti dalla carità e per il bene, si ottengono grandi cose. Nulla è più nocivo al buon esito delle evocazioni quanto la divergenza di pensieri.»

15. La precauzione di formare la catena, dandosi tutti la mano per alcuni minuti all'inizio delle riunioni, è utile?

«La catena è un mezzo materiale, che non stabilisce l'unione tra di voi se essa già non esiste nel pensiero. Ma più utile di tutto questo è unirsi in un pensiero comune chiamando, ciascuno dal canto suo, i buoni Spiriti. Voi non sapete tutto ciò che si potrebbe ottenere in una riunione seria, da cui si fosse bandito ogni sentimento d'orgoglio e di individualismo, e dove regnasse un perfetto sentimento di reciproca cordialità.»

16. Sono preferibili le evocazioni a ore e giorni fissi?

«Sì. E, se possibile, nel medesimo luogo: gli Spiriti vi intervengono più volentieri. È il desiderio costante che voi avete che aiuta gli Spiriti a mettersi in comunicazione con voi. Gli Spiriti hanno le loro occupazioni che non possono lasciare all'improvviso per la vostra soddisfazione personale. Io dico nel medesimo luogo, ma non crediate che questo sia un obbligo assoluto, poiché gli Spiriti vanno dappertutto. Io voglio dire che un luogo consacrato a questo è preferibile, perché il raccoglimento diverrebbe lì più perfetto.»

17. Certi oggetti, quali medaglie e talismani, hanno la proprietà di attirare o respingere gli Spiriti, come alcuni pretendono?

«Questa domanda è inutile, perché voi sapete bene che la materia non esercita alcuna azione sugli Spiriti. State pur certi che mai un buono Spirito consiglierebbe simili assurdità. La virtù dei talismani, di qualsiasi natura essi siano, non è mai esistita se non nell'immaginazione dei creduloni.»

18 - Che cosa pensare degli Spiriti che fissano degli appuntamenti in luoghi lugubri e in ore indebite?

«QuestiSpiriti si divertono a spese di quelli che li stanno ad ascoltare. È sempre inutile e spesso dannoso cedere a tali suggestioni: inutile perché non ci si guadagna assolutamente nient'altro che d'essere ingannati; dannoso, non per il male che possono fare gli Spiriti, ma per l'influenza che tali cose possono esercitare su delle menti deboli.»

19. Ci sono ore e giorni più propizi alle evocazioni?

«Per gli Spiriti ciò è del tutto indifferente - come tutto ciò che è materiale -, e sarebbe una superstizione credere all'influenza dei giorni e delle ore. I momenti più propizi sono quelli in cui l'evocatore è il meno distratto possibile dalle sue occupazioni abituali; quelli in cui il suo corpo e il suo spirito sono più calmi.»

20. L'evocazione è per gli Spiriti una cosa gradevole o penosa? Vengono essi volentieri quando li si chiama?

«Ciò dipende dal loro carattere e dal motivo per cui sono chiamati. Quando l'obbiettivo è lodevole e quando l'ambiente è simpatico, per loro l'evocazione è cosa piacevole e anche attraente; gli Spiriti sono sempre felici dell'affetto che viene loro dimostrato. Ce ne sono di quelli per i quali è una grande felicità comunicare con gli uomini e che soffrono dell'abbandono in cui li si lascia. Ma, come ho già detto, questo dipende anche dal loro carattere. Tra gli Spiriti ci sono pure dei misantropi, cui non piace essere disturbati e le cui risposte risentono del loro cattivo umore, soprattutto quando essi sono chiamati da persone a loro indifferenti, alle quali essi non s'interessano. Uno Spirito spesso non ha alcun motivo per presentarsi alla chiamata di uno sconosciuto che è a lui indifferente e che quasi sempre è mosso dalla curiosità. Se viene, non fa generalmente che delle brevi apparizioni, a meno che nell'evocazione non vi sia uno scopo serio e istruttivo.»

OSSERVAZIONE. Ci sono persone che evocano i loro parenti solo per chieder loro le cose più ordinarie della vita materiale. Per esempio, l'uno per sapere se affitterà o venderà la sua casa, un altro per conoscere il guadagno che trarrà dal suo commercio, un altro ancora per conoscere il luogo dove c'è del denaro nascosto, o se il tale affare sarà o non sarà vantaggioso. I nostri parenti d'oltretomba non s'interessano a noi che in ragione dell'affetto che noi nutriamo per loro. Se ogni nostro pensiero si limita a crederli degli indovini, se pensiamo a loro solo per ottenere delle informazioni, essi non possono avere per noi una grande simpatia, e non ci si deve stupire della poca benevolenza ch'essi ci dimostrano.

21. C'è differenza tra i buoni e i cattivi Spiriti, per quanto riguarda la sollecitudine con cui rispondono al nostro appello?

«Ce n'è una grandissima: i cattivi Spiriti non vengono volentieri se non quando sperano di dominare e di ingannare; ma essi provano una viva contrarietà quando sono costretti a venire per confessare le loro colpe e non chiedono altro se non di andarsene, proprio come uno scolaro quando lo si chiama per riprenderlo. Essi possono esservi obbligati da Spiriti superiori, come castigo e per l'istruzione degli incarnati. L'evocazione diventa penosa per i buoni Spiriti, quando sono chiamati inutilmente per futili motivi; allora essi non vengono oppure si ritirano.

Voi potete dire che per principio gli Spiriti, quali che essi siano, non amano, esattamente come voi, servire da distrazione per i curiosi. Spesso voi non avete altro motivo, invocando uno Spirito, che quello di stare a vedere ciò che vi dirà, oppure di interrogarlo su delle particolarità della sua vita, ch'egli non desidera farvi conoscere, poiché non ha alcun motivo per farvi le sue confidenze. E credete voi ch'egli vada a piazzarsi sul banco degli imputati solo per far piacere a voi? Disingannatevi. Ciò che non avrebbe fatto da vivo, non lo farà a maggior ragione come Spirito.»

OSSERVAZIONE. L'esperienza prova, in effetti, che l'evocazione è sempre gradita agli Spiriti quando essa è fatta per uno scopo serio e utile. buoni vengono con piacere a istruirci; quelli che soffrono trovano sollievo nella simpatia che si dimostra loro; quelli che abbiamo conosciuto sono lieti che li si ricordi. Gli Spiriti leggeri amano essere evocati dalle persone frivole, perché ciò fornisce loro un'occasione per divertirsi a spese di quelle; mentre si trovano a disagio con le persone serie.

22. Gli Spiriti, per manifestarsi, hanno sempre bisogno di essere evocati?

«No. Essi si presentano molto spesso senza essere chiamati, e questo prova ch'essi vengono volentieri.»

23. Quando uno Spirito si presenta da sé, si è più certi della sua identità?

«In nessuna maniera. Infatti gli Spiriti ingannatori impiegano spesso questo mezzo per meglio ingannare.»

24. Quando si invoca con il pensiero lo Spirito di una persona, questo Spirito viene da noi anche quando non ci sia manifestazione per mezzo della scrittura o altro?

«La scrittura è, per lo Spirito, un mezzo materiale per attestare la sua presenza, ma è il pensiero che lo attira e non il fatto della scrittura.»

25. Quando uno Spirito inferiore si manifesta, lo si può obbligare a ritirarsi?

«Sì, non dandogli ascolto. Ma come volete che si ritiri se voi vi divertite ale sue volgarità? Gli Spiriti inferiori si attaccano a coloro che li ascoltano con compiacenza, come gli stolti fra di voi.»

26. L'evocazione fatta nel nome di Dio è una garanzia contro l'intrusione di cattivi Spiriti?

«Il nome di Dio non è un freno per tutti gli Spiriti perversi, ma ne trattiene molti. Con questo mezzo voi ne allontanate sempre qualcuno e ben di più ne allontanereste se tale evocazione fosse fatta dal profondo del cuore e non come una formula banale.»

27. Si potrebbero evocare nominativamente molti Spiriti nello stesso tempo?

«Non vi è in ciò alcuna difficoltà, e se voi aveste tre o quattro mani per scrivere, tre o quattro Spiriti vi risponderebbero nello stesso tempo; è ciò che accade quando si dispone di molti medium.»

28. Allorché molti Spiriti siano evocati simultaneamente e non ci sia che un solo medium, qual è quello che risponde?

«Uno di loro risponde per tutti ed esprime il pensiero collettivo.»

29. Il medesimo Spirito potrebbe comunicare simultaneamente, seduta stante attraverso due differenti medium?

«Tanto facilmente quanto, tra di voi, quelli che dettano varie lettere nello stesso tempo.»

OSSERVAZIONE. Abbiamo visto uno Spirito rispondere nello stesso tempo, per mezzo di due medium, alle domande che gli erano rivolte dall'uno in inglese e dall'altro in francese, e le risposte erano concettualmente identiche; alcune, anzi, erano la traduzione letterale l'una dell'altra.

Due Spiriti evocati simultaneamente da due medium possono stabilire tra di loro una conversazione. Non essendo questo genere di comunicazione affatto necessario per loro, poiché essi leggono reciprocamente i loro pensieri, tuttavia vi si prestano qualche volta per nostra istruzione. Se sono degli Spiriti inferiori, siccome sono ancora imbevuti delle passioni terrene e delle idee corporee, può accadere ch'essi litighino e si apostrofino con parole rozze, che si rinfaccino reciprocamente i loro torti, e anche che si lancino l'un l'altro matite, canestrelli, tavolette ecc.

30. Lo Spirito evocato, interrogato nello stesso tempo su più punti, può rispondere simultaneamente alle domande che gli vengono rivolte?

«Sì, se è uno Spirito elevato.»

— In questo caso, lo Spirito si divide, oppure ha il dono dell'ubiquità?

«Il sole è uno e tuttavia s'irradia tutt'intorno, portando lontano i suoi raggi senza suddividersi. La stessa cosa avviene per gli Spiriti. Il pensiero dello Spirito è come una scintilla che proietta lontano la sua luce e può essere vista da tutti i punti dell'orizzonte. Più lo Spirito è puro, più il suo pensiero s'irradia e si spande come la luce. Gli Spiriti inferiori sono troppo materiali; essi non possono rispondere che a una sola persona per volta e non possono venire in un luogo, se sono chiamati in un altro.

Uno Spirito superiore chiamato nello stesso tempo in due punti differenti risponderà alle due evocazioni, nel caso fossero, sia l'una sia l'altra, altrettanto fervide e altrettanto serie. In caso contrario, egli darà la preferenza alla più seria.»

OSSERVAZIONE. È ciò che succede con un uomo il quale, senza cambiare di posto, può trasmettere il suo pensiero, per mezzo di segnali percettibili, da differenti lati.

In una seduta della Società Parigina di Studi Spiritisti, dove era stata discussa la questione dell'ubiquità, uno Spirito dettò spontaneamente la seguente comunicazione:

«Voi domandavate questa sera qual è la gerarchia degli Spiriti riguardante l'ubiquità. Paragonateci a un aerostato che si libri a poco a poco in aria. Quando ancora rasenta terra, solo quelli che stanno dentro un piccolissimo cerchio possono scorgerlo. Nella misura in cui esso s'innalza, il cerchio per lui si allarga, e quando è pervenuto a una certa altezza, esso apparirà a un numero infinito di persone. È ciò che succede con noi. Un cattivo Spirito, che è ancora attaccato alla Terra, resta in un cerchio ristretto tra le persone che lo vedono. Quando sale in grazia, quando cioè si migliora, egli potrà conversare con molte persone; e quando sarà divenuto uno Spirito superiore, egli potrà irradiarsi come la luce del sole, mostrarsi a molte persone e in molti luoghi contemporaneamente.»

CHANNING

31. Si possono evocare i puri Spiriti, quelli cioè che hanno terminato la serie delle loro incarnazioni?

«Sì, ma molto raramente. Essi comunicano solo con quelli dal cuore puro e sincero e non con gli orgogliosi e gli egoisti. Così bisogna diffidare degli Spiriti inferiori che ostentano questa qualità per darsi più importanza ai vostri occhi.»

32. Come avviene che lo Spirito di illustrissimi uomini si presenti così facilmente e così familiarmente all'appello degli uomini più oscuri?

«Gli uomini giudicano gli Spiriti secondo le loro idee, e questo è un errore. Dopo la morte del corpo, i ranghi terreni non esistono più. Solamente la bontà li distingue l'uno dall'altro, e coloro che sono buoni vanno ovunque ci sia del bene da fare.»

33. Quanto tempo dopo la morte si può evocare uno Spirito?

«Lo si può fare anche nell'istante stesso della morte; ma, siccome in quel momento lo Spirito si trova ancora nello stato di perturbamento, non risponderebbe che in modo molto imperfetto.»

OSSERVAZIONE. Essendo la durata dello stato di perturbamento molto variabile, non si può stabilire un termine fisso per fare l'evocazione. È raro tuttavia che, al termine di otto giorni, lo Spirito non abbia già consapevolezza del suo stato, per poter rispondere. A volte ciò gli è benissimo possibile due o tre giorni,dopo la morte. In tutti i casi si può provare con prudenza.

34. L'evocazione, fatta nell'istante della morte, è più penosa per lo Spirito di quanto non lo sia più tardi?

«Talvolta. È come se vi si strappasse dal sonno prima ancora che voi foste completamente svegli. Ce ne sono tuttavia di quelli che non ne sono affatto contrariati; questo anzi li aiuta a uscire dallo stato di perturbamento.»

35. Come può lo Spirito d'un bambino, morto in tenera età, rispondere con cognizione di causa, allorché, da vivo, non aveva ancora coscienza di sé stesso?

«L'anima del bambino è uno Spirito ancora avvolto nelle fasce della materia; ma, liberato della materia, egli gode delle sue facoltà di Spirito, dal momento che gli Spiriti non hanno età; la qual cosa prova che lo Spirito del bambino ha già vissuto. Tuttavia, finché non sia completamente liberato della materia, egli può conservare nel suo linguaggio qualche traccia del carattere dell'infanzia.»

OSSERVAZIONE. L'influenza corporea che si fa sentire per più o meno tempo sullo Spirito del fanciullo, egualmente viene notata a volte sullo Spirito di coloro che sono morti in stato di follia. Lo Spirito, in sé stesso, non è affatto folle, ma si sa che certi Spiriti credono per qualche tempo di appartenere ancora a questo mondo. Non c'è dunque da stupirsi che, nel folle, lo Spirito, finché non si sarà completamente liberato della materia, risenta ancora degli ostacoli che, durante la vita, si opponevano alla libera manifestazione dei suoi pensieri. Questo effetto varia secondo le cause della follia, poiché vi sono dei pazzi che recuperano tutta la lucidità delle loro idee, immediatamente dopo la loro morte.




Evocazione degli animali

283. Evocazione degli animali

36. Si può evocare lo Spirito di un animale?

«Dopo la morte dell'animale, il principio intelligente, che era in lui, rimane in stato latente e viene subito utilizzato da alcuni Spiriti per animare nuovi esseri, nei quali esso continua l'opera della sua elaborazione. Così nel mondo degli Spiriti non ci sono Spiriti di animali erranti, ma soltanto Spiriti umani. Questa la risposta alla vostra domanda.»

— Come avviene allora che alcune persone, avendo evocato degli animali ne hanno ottenuto delle risposte?

«Evocate una roccia, ed essa vi risponderà. C'è sempre una moltitudine di Spiriti pronti a prendere la parola per tutti.»

OSSERVAZIONE. È per la stessa ragione che, se si evocasse un mito o un personaggio allegorico, egli risponderà; vale a dire che verrà risposto per lui, e lo Spirito che si presenterà ne prenderà il carattere e il comportamento. Qualcuno ebbe un giorno l'idea di evocare Tartufe, e Tartufe si presentò subito. Anzi, egli parlò di Orgon, d'Elmire, di Damis e di Valère di cui diede notizie. Quanto a lui, imitò l'ipocrita con straordinaria arte, come se Tartufe fosse stato un personaggio reale. Più tardi disse di essere lo Spirito di un attore che aveva ricoperto questo ruolo. Gli Spiriti leggeri approfittano sempre della inesperienza degli interroganti; ma si guardano bene dal rivolgersi a coloro che essi sanno essere abbastanza illuminati da scoprire le loro imposture, e che mai presterebbero fede alle loro fandonie. La stessa cosa accade tra gli uomini.

Un signore aveva nel suo giardino un nido di cardellini ai quali molto si interessava. Un giorno il nido scomparve. Assicuratosi che nessuno di casa sua era colpevole del misfatto, siccome era un medium, ebbe l'idea di evocare la madre dei cardellini scomparsi. Essa venne e gli disse in un ottimo francese: ‹Non accusare nessuno e rassicurati sulla sorte dei miei piccoli. È stato il gatto che, saltando, ha rovesciato il nido. Lo troverai sotto l'erba, così come i piccolini, i quali non sono stati mangiati.» Fatta la verifica, egli riconobbe che quanto gli era stato detto era esatto. Si deve forse concludere che è stato l'uccello a rispondere? No di certo. Ma, più semplicemente, uno Spirito che conosceva la storia. Questo prova come si debba diffidare delle apparenze e come sia giusta la risposta di cui sopra: Evocate una roccia, ed essa vi risponderà (vedere, indietro, il capitolo sulla Medianità negli animali, n. 234).




Evocazione delle persone viventi

284. Evocazione delle persone viventi

37. L'incarnazione dello Spirito è un ostacolo assoluto alla sua evocazione?

«No, ma è necessario che lo stato del corpo permetta allo Spirito di allontanarsi nel momento dell'evocazione. Lo Spirito incarnato viene tanto più facilmente quanto il mondo in cui si trova è d'un ordine più elevato, perché in esso i corpi sono meno materiali.»

38. Si può evocare lo Spirito d'una persona vivente?

«Sì, dal momento che si può evocare uno Spirito incarnato. Lo Spirito di un vivente può anche, nei suoi momenti di libertà, presentarsi senza essere evocato; questo dipende dalla sua simpatia per le persone con le quali comunica (vedere n. 116, Storiadell'uomo dalla tabacchiera).

39. In quale stato si trova il corpo della persona di cui viene evocato lo Spirito?

«Dorme o sonnecchia; è allora che lo Spirito è libero.»

— Potrebbe il corpo risvegliarsi mentre lo Spirito è assente?

«No. Lo Spirito è costretto a rientrare nella sua abitazione; se, in quel momento, egli s'intrattiene con voi, vi lascia e spesso ve ne dice il motivo.»

40. In che modo lo Spirito, assente dal corpo, viene avvertito della necessità della sua presenza?

«Lo Spirito di un corpo vivente non ne è mai completamente separato; a qualunque distanza si trasporti, egli si mantiene legato a esso da un legame fluidico, che serve a richiamarvelo quando ciò sia necessario. Questo legame non viene rotto che dalla morte.»

OSSERVAZIONE. Questo legame fluidico spesso è stato visto da medium veggenti. È una specie di scia fosforescente che si perde nello spazio e nella direzione del corpo. Alcuni Spiriti hanno detto che è da ciò ch'essi riconoscono quelli che sono ancora legati al mondo corporeo.

41. Che cosa succederebbe se, durante il sonno e durante l'assenza dello Spirito, il corpo fosse mortalmente colpito?

«Lo Spirito sarebbe avvertito e rientrerebbe prima che la morte si fosse consumata.»

— Così non può accadere che il corpo muoia durante l'assenza dello Spirito e che questo, al suo ritorno, non possa rientrare nel corpo.

«No. Questo sarebbe contrario alla legge che presiede l'unione dell'anima e del corpo.»

— Ma se il colpo fosse dato tutt'a un tratto, all'improvviso?

«Lo Spirito sarebbe preavvertito prima che il colpo mortale fosse stato inferto.»

OSSERVAZIONE. Lo Spirito di un vivente, interrogato su questo fatto, rispose: «Se il corpo potesse morire durante l'assenza dello Spirito, questo sarebbe un mezzo troppo comodo per commettere dei suicidi ipocriti.»

42. Lo Spirito di una persona evocata durante il sonno è libera di comunicare tanto quanto lo Spirito di una persona morta?

‹No. La materia ha sempre una certa influenza.»

OSSERVAZIONE. Una persona in questo stato, cui veniva rivolta questa domanda, rispose: Io sono sempre incatenato alla palla al piede che mi trascino dietro.

— In questo stato, lo Spirito potrebbe essere impedito di venire, perché è altrove?

«Sì. Può accadere che lo Spirito si trovi in un luogo in cui gli piace rimanere; e allora non si presenta all'evocazione, soprattutto quando essa è fatta da qualcuno che a lui non interessa.»

43. È assolutamente impossibile evocare lo Spirito di una persona sveglia?

«Benché difficile, ciò non è impossibile in modo assoluto. Infatti, se l'evocazione ha colto nel segno, può darsi che la persona sì addormenti. Ma lo Spirito può comunicare, come Spirito, solo nei momenti in cui la sua presenza non è necessaria all'attività intelligente del corpo.»

OSSERVAZIONE. L'esperienza dimostra che l'evocazione fatta durante lo stato di veglia può provocare il sonno o quanto meno un torpore vicino al sonno; ma un simile effetto non può aver luogo se non attraverso una volontà molto energica, e se esistono legami di simpatia tra le due persone, altrimenti l'evocazione non coglie nel segno. Ma anche nel caso in cui l'evocazione possa provocare il sonno, se non è il momento opportuno, la persona che non voglia dormire opporrà resistenza e, se soccombe, il suo Spirito ne sarà turbato e difficilmente risponderà. Ne consegue che il momento più favorevole per l'evocazione d'una persona vivente è quello del suo sonno naturale, perché il suo Spirito, essendo libero, può andare verso colui che lo chiama, così come potrebbe, allo stesso modo, andare altrove.

Allorché l'evocazione sia fatta con il consenso della persona, e allorché questa persona cerchi di addormentarsi a tal fine, può succedere che questa preoccupazione ritardi il sonno e turbi lo Spirito. È per questo che, ancora una volta, il sonno non forzato è quello preferibile.

44. Una persona vivente evocata ne conserva coscienza al suo risveglio?

«No. Voi stessi siete evocati, più spesso di quanto pensiate. Solo lo Spirito lo sa, ma talvolta l'evocazione può lasciare alla persona evocata una vaga impressione, come quella d'un sogno.»

— Ma chi può evocarci se noi siamo degli esseri oscuri?

«In altre esistenze, voi potreste essere state persone conosciute in questo o in altri mondi. Possono egualmente farlo i vostri parenti e i vostri amici in questo o in altri mondi. Supponiamo che il tuo Spirito abbia animato il corpo del padre di un'altra persona; ebbene, quando questa persona evocherà suo padre, è il tuo Spirito che sarà evocato e che risponderà.»

45. Evocato lo Spirito di una persona vivente, egli risponde come Spirito o con le idee che ha nello stato di veglia?

«Ciò dipende dalla sua elevazione. Però egli giudica con maggiore ponderatezza e ha meno pregiudizi, esattamente come i sonnambuli, poiché si trova in uno stato pressappoco simile.»

46. Se fosse evocato lo Spirito di un sonnambulo in stato di sonno magnetico, sarebbe egli più lucido di qualsiasi altra persona?

«Risponderebbe senza dubbio più facilmente, perché è più libero; tutto dipende dal grado di indipendenza dello Spirito in relazione al corpo.»

— Potrebbe lo Spirito di un sonnambulo rispondere a una persona che lo evocasse a distanza, nel medesimo istante in cui sta rispondendo verbalmente a un'altra persona?

«La facoltà di comunicare simultaneamente in due punti differenti non appartiene che agli Spiriti completamente affrancati dalla materia.»

47. Si potrebbero modificare le idee di una persona allo stato di veglia, agendo sul suo Spirito durante il sonno?

«Sì, talvolta. Lo Spirito non è più attaccato alla materia attraverso legami molto intimi ed è per questo che è più accessibile alle impressioni morali, e queste impressioni possono influire sul suo modo di vedere nello stato ordinario. Sfortunatamente accade spesso che, al risveglio, la natura corporea prevalga e gli faccia dimenticare le buone risoluzioni che aveva potuto prendere.»

48. Lo Spirito di una persona vivente è libera di dire o di non dire ciò che vuole?

«Egli ha le sue facoltà di Spirito e, di conseguenza, il suo libero arbitrio; siccome, poi, dispone di una maggiore perspicacia, è anche più circospetto che nello stato di veglia.»

49. Si potrebbe costringere una persona, evocandola, a dire ciò che essa vorrebbe tacere?

«Ho detto che lo Spirito ha il suo libero arbitrio. Ma può darsi che, come Spirito, quella persona attribuisca a certe cose meno importanza che nello stato ordinario, e che perciò la sua coscienza possa parlare più liberamente. D'altronde, se essa non vuole parlare, può sempre sottrarsi alle importunità andandosene, poiché non si può trattenere il suo Spirito come invece si potrebbe trattenere il suo corpo.»

50. Lo Spirito di una persona vivente, non potrebbe essere costretto, da un altro Spirito, a venire e a parlare, così come avviene per gli Spiriti erranti?

«Fra gli Spiriti, che siano morti o viventi, non esiste supremazia se non quella che riguarda la superiorità morale, e credete: mai uno Spirito superiore presterebbe il suo appoggio a una vile indiscrezione.»

OSSERVAZIONE.Questo abuso di confidenza sarebbe in effetti una cattiva azione, ma che non potrebbe produrre alcun risultato, poiché non si può strappare un segreto che lo Spirito volesse tacere, a meno che, dominato da un sentimento di giustizia, non confessasse ciò che in altre circostanze tacerebbe.

Una persona volle sapere, con questo mezzo, da uno dei suoi parenti se il testamento di quest'ultimo fosse in suo favore. Lo Spirito rispose: «Sì, mia cara nipote, e ne avrete ben presto la prova». La cosa era in effetti vera; ma dopo pochi giorni il parente distrusse il suo testamento ed ebbe la malizia di farlo sapere alla persona in questione, senza tuttavia ch'egli sapesse di essere stato evocato. Un sentimento istintivo lo portò senza dubbio a mettere in atto la risoluzione che il suo Spirito aveva preso, dopo la domanda che gli era stata fatta. C'è della viltà nel domandare allo Spirito di un morto o di un vivo ciò che non si oserebbe domandare alla persona stessa, ed è una viltà questa da cui, in compenso, non si ottiene neppure il risultato che si sperava.

51. Si può evocare uno Spirito il cui corpo è ancora nel grembo della madre?

«No. Voi sapete bene che in quel momento lo Spirito si trova in completo perturbamento.»

OSSERVAZIONE. L'incarnazione avviene definitivamente solo nel momento in cui il neonato respira. Ma fin dal concepimento, lo Spirito designato per animarlo viene preso da un turbamento che aumenta all'avvicinarsi della nascita, turbamento che gli toglie la coscienza di sé stesso e, di conseguenza, la facoltà di rispondere (vedere ne Il Libro degli Spiriti: "Ritorno alla vita corporea", n. 344: Unione dell'anima con il corpo).

52. Uno Spirito ingannatore potrebbe prendere il posto di quello d'una persona vivente che venisse evocata?

«È fuor di dubbio che ciò accada, e accade anche frequentemente, soprattutto quando l'intenzione dell'evocatore non è pura. Del resto, l'evocazione di persone viventi ha solo interesse come studio psicologico. Conviene perciò astenersene tutte le volte ch'essa non possa avere un risultato istruttivo.»

OSSERVAZIONE. Se l'evocazione degli Spiriti erranti non sempre risulta efficace - per servirci della loro espressione -, ciò è ancora più frequente per coloro che sono incarnati. È soprattutto allora che degli Spiriti ingannatori prendono il loro posto.

53. L'evocazione di una persona vivente presenta degli inconvenienti?

«Non sempre essa è senza pericoli; ciò dipende dalla situazione della persona, poiché se essa è malata se ne possono accrescere le sofferenze.»

54. In quali casi l'evocazione di una persona vivente può presentare i maggiori inconvenienti?

«Ci si deve astenere dall'evocare i bambini in tenerissima età, le persone gravemente ammalate e gli anziani infermi. In una parola, l'evocazione può causare degli inconvenienti tutte le volte che il corpo sia molto debilitato.»

OSSERVAZIONE. La brusca sospensione delle facoltà intellettuali, durante lo stato di veglia, potrebbe anche presentare dei pericoli, se la persona si trovasse in quel momento ad aver bisogno di tutta la sua presenza di spirito.

55. Durante l'evocazione d'una persona vivente, il corpo vitale, benché assente, avverte una qualche fatica, in seguito al travaglio cui viene sottoposto il suo Spirito?

Una persona che si trovava in questa condizione e che sosteneva che il suo corpo era affaticato, rispose così a questa domanda:

«Il mio Spirito è come un pallone frenato attaccato a un palo; il mio corpo è il palo che viene continuamente scosso dalle oscillazioni del pallone.»

56. Poiché l'evocazione delle persone viventi può presentare degli inconvenienti allorché venga fatta senza precauzioni, non c'è pericolo qualora si evochi uno Spirito che non si sa se è incarnato e che potrebbe non trovarsi in condizioni favorevoli?

«No, le circostanze non sono le stesse. Egli verrà soltanto se è nella condizione di farlo; e d'altra parte non vi ho forse detto di chiedere, prima di fare una evocazione, se essa è possibile?»

57. Quando, nei momenti meno opportuni, noi proviamo una irresistibile voglia di dormire, ciò deriverebbe dal fatto che stiamo per essere evocati da qualche parte?

«Senza dubbio ciò può accadere, ma molto più spesso si tratta di un effetto puramente fisico, sia che il corpo abbia bisogno di riposo, sia che lo Spirito abbia bisogno della sua libertà.»

OSSERVAZIONE. Una signora di nostra conoscenza, medium, ebbe un giorno l'idea di evocare lo Spirito del nipotino che dormiva nella stessa camera. L'identità fu comprovata dal linguaggio, dalle espressioni familiari del bambino e dalla narrazione esattissima di molte cose che gli erano accadute in collegio; ma una circostanza venne a confermare l'identità. Tutt'a un tratto la mano della medium si arresta nel bel mezzo di una frase, senza che sia possibile ottenere nulla di più. In quel momento, il bambino, risvegliatosi a metà, fece diversi movimenti nel suo letto. Essendosi riaddormentato qualche istante dopo, la mano della medium riprese a muoversi, continuando la conversazione interrotta. L'evocazione delle persone viventi, fatta in buone condizioni, prova nella maniera meno contestabile l'azione distinta dello Spirito e del corpo e, di conseguenza, l'esistenza di un principio intelligente, indipendente dalla materia. (Vedere in Rivista Spiritista del 1860, pp. 11 e 81, molti e notevoli esempi di evocazione di persone viventi.




Telegrafia umana

285. Telegrafia umana

58. Due persone, evocandosi reciprocamente, potrebbero trasmettersi i loro pensieri e corrispondere tra loro?

«Sì. E questa telegrafia umana sarà un giorno un mezzo universale di corrispondenza.»

- Perché non potrebbe essere praticata fin d'ora?

«Essa lo è per certe persone, ma non per tutti. Bisogna che gli uomini si purifichino, affinché il loro Spirito si affranchi dalla materia, e ciò costituisce una ragione di più per fare l'evocazione nel nome di Dio. Finora essa è limitata alle anime elette e smaterializzate, la qual cosa raramente si trova nello stato attuale degli abitanti della Terra.»





Capitolo XXVI - DOMANDE CHE SI POSSONO RIVOLGERE AGLI SPIRITI



Osservazioni preliminari

286. Non sarà mai eccessiva l'importanza che si deve dare alla maniera di porre le domande e, più ancora, alla natura delle domande. Due sono le cose da considerare in quelle che si rivolgono agli Spiriti: la forma e la sostanza. Per quanto riguarda la forma, esse devono essere redatte con chiarezza e precisione, evitando le domande complesse. Ma c'è un altro punto non meno importante ed è l'ordine che deve presiedere alla disposizione delle domande. Quando un argomento richiede una serie di domande, è essenziale che esse si concatenino con metodo, in maniera che naturalmente le une derivino dalle altre. Gli Spiriti rispondono così a esse molto più facilmente e più chiaramente che se fossero poste a caso, passando senza successione da un argomento all'altro. Per questa ragione è sempre molto utile prepararle in precedenza, salvo intercalare a esse, seduta stante, quelle che sono suggerite dalle circostanze. Oltre alla redazione delle domande, la quale dovrebbe risultare migliore se fatta a mente riposata, questo lavoro preparatorio è, come abbiamo già detto, una sorta di evocazione anticipata, a cui lo Spirito potrebbe aver assistito ed essersi così disposto a rispondere. Si noterà che molto spesso lo Spirito risponde in anticipo a certe domande, il che prova ch'egli già le conosceva.

La sostanza della domanda richiede un'attenzione ancora più seria, perché spesso è la natura della domanda che provoca una risposta esatta o falsa. Ve ne sono alcune alle quali gli Spiriti non possono o non devono rispondere per motivi che ci sono sconosciuti: insistere è dunque inutile. Ma ciò che si deve soprattutto evitare sono le domande fatte con il solo scopo di mettere alla prova la loro perspicacia. Quando una cosa esiste, si dice, essi devono saperlo. Ora, è precisamente perché la cosa è da voi conosciuta o perché avete i mezzi per verificarla voi stessi, che essi non si danno la pena di rispondere. Questo sospetto li irrita e non si ottiene niente di soddisfacente. Non ne abbiamo forse degli esempi fra di noi, tutti i giorni? Uomini superiori, e che hanno coscienza del loro valore, si divertirebbero forse a rispondere a tutte le stupide domande che tendessero a sottoporli a un esame come degli scolari? Il desiderio di fare, della tale o talaltra persona, un adepto non è affatto per gli Spiriti un motivo per soddisfare una vana curiosità. Essi sanno che la convinzione presto o tardi arriverà, e i mezzi ch'essi impiegano per procurarla non sempre sono quelli che noi pensiamo.

Immaginate un uomo serio, occupato in cose utili e importanti, incessantemente importunato dalle puerili domande d'un fanciullo, e avrete un'idea di ciò che devono pensare gli Spiriti superiori di tutte le futilità che vengono loro ammannite. Da ciò, però, non consegue affatto che uno non possa ottenere da parte degli Spiriti utili chiarimenti e soprattutto ottimi consigli. Ma essi rispondono più o meno bene, secondo le cognizioni che posseggono essi stessi, l'interesse che noi meritiamo da parte loro, l'affetto ch'essi ci portano e, infine, secondo lo scopo che ci si propone e l'utilità che essi vedono nella cosa. Ma se tutta la nostra considerazione si limita a ritenerli più capaci di altri nell'illuminarci meglio sulle cose di questo mondo, è chiaro che non possono nutrire per noi una profonda simpatia. Perciò essi non fanno che delle apparizioni brevissime e spesso, secondo il grado della loro imperfezione, dimostrano il loro cattivo umore per essere stati disturbati inutilmente.

287. Alcune persone pensano che sia preferibile astenersi dal porre delle domande e che convenga attendere l'insegnamento degli Spiriti, senza provocarlo. Questo è un errore. Gli Spiriti, senza alcun dubbio, danno istruzioni spontanee di altissima portata, e che si avrebbe torto a trascurare. Ma ci sono delle spiegazioni che si attenderebbero spesso troppo a lungo, se non le si sollecitasse. Senza le domande che noi abbiamo proposto, Il libro degli Spiriti e Il Libro dei medium sarebbero ancora da farsi, o almeno sarebbero ben più incompleti, e una immensità di problemi di grande importanza sarebbe ancora da risolvere. Le domande, lungi dall'avere il benché minimo inconveniente, sono di grandissima utilità dal punto di vista dell'istruzione, quando si sappiano tenere nei dovuti limiti. Esse hanno anche un altro vantaggio: quello di concorrere allo smascheramento degli Spiriti ingannatori che, essendo più vacui che sapienti, raramente subiscono a loro vantaggio la prova di domande dalla logica serrata, attraverso le quali li si respinge nei loro ultimi baluardi di difesa. Siccome gli Spiriti veramente superiori non hanno nulla da temere da un simile controllo, sono essi i primi a provocare delle spiegazioni sui punti oscuri. Gli altri, al contrario, poiché temono di avere a che fare con un antagonista più forte, mettono una grande cura nell'evitare tali spiegazioni; per questo motivo raccomandano in generale ai medium, che essi desiderano dominare e a coloro ai quali vogliono far accettare le loro utopie, di astenersi da ogni controversia riguardo ai loro insegnamenti.

Se si è ben compreso ciò che noi abbiamo detto fin qui in quest'opera, ci si può già fare un'idea dell'ambito nel quale conviene racchiudere le domande che si possono rivolgere agli Spiriti. Tuttavia, per maggior sicurezza, diamo qui di seguito le risposte che essi ci hanno dato riguardo ai principali argomenti, sui quali le persone poco esperte sono generalmente portate a interrogarli.




Domande simpatiche o antipatiche agli Spiriti

288. Domande simpatiche o antipatiche agli Spiriti

1. GliSpiriti rispondono volentieri alle domande che vengono loro rivolte?

«Secondo le domande. Gli Spiriti superiori rispondono sempre con piacere a quelle che hanno come fine il bene e i mezzi per farvi progredire. Ma non danno ascolto alle domande futili.»

2. È sufficiente che una domanda sia seria per ottenere una risposta seria?

«No. Ciò dipende dallo Spirito che risponde.»

— Ma una domanda seria non allontana gli Spiriti leggeri?

«Non è la domanda che allontana gli Spiriti leggeri, ma il carattere di colui che la formula.»

3. Quali sono le domande particolarmente antipatiche ai buoni Spiriti?

«Tutte quelle che sono inutili e che sono fatte o per curiosità o con il fine di sperimentarli. In questi casi non vi rispondono e si allontanano.

— Ci sono domande che siano antipatiche agli Spiriti imperfetti?

«Non ci sono che quelle che possono far scoprire la loro ignoranza o la loro frode quando cercano di ingannare; altrimenti essi rispondono a tutto, senza preoccuparsi della verità.»

4. Che cosa pensare delle persone che nelle comunicazioni spiritiste vedono soltanto una distrazione e un passatempo, oppure un mezzo per ottenere delle rivelazioni su ciò che interessa loro?

«Queste persone piacciono molto agli Spiriti inferiori, i quali, allo stesso modo di quelle, vogliono divertirsi e sono contenti quando le hanno ingannate.»

5. Quando gli Spiriti non rispondono a certe domande, è per effetto della loro volontà, o perché una potenza superiore si oppone a certe rivelazioni?

«L'una e l'altra cosa. Ci sono cose che non possono essere rivelate e altre che lo Spirito stesso non conosce.»

— Ma insistendo risolutamente, lo Spirito finirebbe col rispondere?

«No. Lo Spirito che non vuole rispondere ha sempre la facoltà di andarsene. È per questo che è necessario attendere il momento in cui vi si dice di farlo, e soprattutto è necessario che non vi ostiniate a volerci far rispondere. Insistere per avere una risposta che non vi si vuol dare è il mezzo più sicuro per essere ingannati.»

6. Tutti gli Spiriti sono in grado di comprendere le domande che vengono loro rivolte?

«Ben lungi da ciò! Gli Spiriti inferiori sono incapaci di comprendere certe domande, il che non impedisce loro di rispondere bene oppure male, proprio come avviene tra voi.»

OSSERVAZIONE. In certi casi, e allorché la cosa si riveli utile, accade frequentemente che uno Spirito più illuminato venga in aiuto dello Spirito ignorante e gli suggerisca quello che deve dire. Ciò si riconosce facilmente dal contrasto di certe risposte e, inoltre, perché lo Spirito stesso di solito lo ammette. Questo avviene soltanto per gli Spiriti ignoranti, ma in buona fede; mai, però, per quelli che fanno sfoggio d'un falso sapere.




Domande sull'avvenire

289. Domande sull'avvenire

7. Gli Spiriti possono farci conoscere il futuro?

«Se l'uomo conoscesse il futuro, trascurerebbe il presente.»

Ancora un punto sul quale insistete sempre per avere una risposta precisa. Questo è un grande torto, perché la manifestazione degli Spiriti non è un mezzo di divinazione. Se poi volete assolutamente una risposta, essa vi sarà data da uno Spirito folletto: noi ve lo abbiamo detto a ogni istante» (vedere ne Il libro degli Spiriti, "Conoscenza del futuro", n. 868).

8. Tuttavia, non ci sono forse, a volte, avvenimenti futuri che sono spontaneamente annunciati, e con verità, dagli Spiriti?

«Può accadere che lo Spirito preveda cose che egli giudica utile far conoscere o che egli abbia proprio la missione di farvi conoscere. Ma qui vi è ancor più da diffidare degli Spiriti ingannatori, i quali si divertono a fare predizioni. Non c'è che l'insieme delle circostanze che può far valutare il grado di fiducia ch'esse meritano.»

9. Qual è il genere di predizione di cui si deve maggiormente diffidare?

«Di tutte quelle predizioni che non hanno un fine di utilità generale. Le predizioni personali possono quasi sempre essere considerate come false.»

10. Qual è lo scopo degli Spiriti i quali annunciano spontaneamente eventi che non hanno poi luogo?

«Il più delle volte è per divertirsi della credulità, del timore o della gioia che essi causano; poi se la ridono della delusione. Queste predizioni menzognere, tuttavia, hanno talvolta uno scopo più serio, quello cioè di mettere alla prova colui al quale esse sono dirette, al fine di vedere la maniera con cui prende la cosa, nonché la natura dei sentimenti, buoni o cattivi, che essa fa nascere in lui.»

OSSERVAZIONE. Tale sarebbe, per esempio, l'annuncio di ciò che potrebbe lusingare la cupidigia o l'ambizione, quali la morte di una persona, la prospettiva di un'eredità ecc.

11. Perché gli Spiriti seri, quando fanno presentire un avvenimento, ordinariamente non ne fissano affatto la data? Da parte loro, si tratta d'impotenza o di volontà?

«Dell'una e dell'altra cosa. Essi possono, in certi casi, far presentire un avvenimento: questo, allora, è un avvertimento ch'essi vi danno. Quanto a precisarne l'epoca, spesso non devono farlo; anzi spesso non possono farlo, perché essi stessi non lo sanno. Lo Spirito può prevedere che una cosa avrà luogo, ma il momento preciso può dipendere da avvenimenti che non sono ancora accaduti e che Dio solo conosce. Gli Spiriti leggeri, che non si fanno alcuno scrupolo di ingannarvi, vi indicano i giorni e le ore, senza preoccuparsi della riuscita. È per questo che ogni predizione circostanziata deve apparirvi sospetta.

Ancora una volta, la nostra missione è quella di farvi progredire: noi vi aiutiamo tanto quanto possiamo. Colui che agli Spiriti domanda la saggezza non sarà mai ingannato; ma non crediate che noi perderemo il nostro tempo ad ascoltare tutte le vostre sciocchezze e a predirvi la buona ventura. Noi lasciamo queste cose agli Spiriti leggeri, che di queste cose si divertono come dei bambini birichini.

La Provvidenza ha posto dei limiti alle rivelazioni che possono essere fatte all'uomo. Gli Spiriti seri mantengono il silenzio su tutto ciò che è loro vietato di far conoscere. Insistendo per avere una risposta, voi vi esponete ai raggiri degli Spiriti inferiori, sempre pronti ad afferrare le occasioni per tendere tranelli alla vostra credulità.»

OSSERVAZIONE. Gli Spiriti vedono o presentono, per induzione, gli avvenimenti futuri; li vedono realizzarsi in un tempo che non misurano come noi. Per precisare l'epoca di un avvenimento futuro, essi dovrebbero identificarsi con la nostra maniera di calcolare la durata, cosa che non sempre ritengono necessaria. Da qui, non di rado una causa di errori apparenti.

12. Non ci sono forse uomini dotati di una facoltà speciale che fa loro intravedere il futuro?

«Sì. Sono quelli la cui anima si libera della materia, ed è allora che

lo Spirito vede. Quando ciò è utile, Dio permette loro di rivelare alcune cose a fin di bene. Tuttavia, anche tra di loro, sono in numero maggiore gli impostori e i ciarlatani. Questa facoltà sarà più comune in futuro.»

13. Che cosa pensare degli Spiriti che si compiacciono di predire a qualcuno la sua morte nel giorno e nell'ora prefissati?

«Si tratta di cattivi Spiriti che si divertono, anzi di cattivissimi Spiriti che si divertono. Costoro non hanno altro scopo che quello di gioire della paura che essi causano. Non c'è mai da preoccuparsene.»

14. Come avviene che certe persone siano avvertite con un presentimento, riguardo all'epoca della loro morte?

«Il più delle volte, è il loro stesso Spirito che viene a saperlo nei suoi momenti di libertà e che ne conserva una intuizione al risveglio. È per questo motivo che tali persone, essendosi preparate, non se ne spaventano né se ne turbano. Esse non vedono in questa separazione del corpo e dell'anima che un cambiamento di situazione o, se preferite, e per usare un linguaggio più ordinario, l'abbandono di un abito di panno grezzo per un abito di seta. La paura della morte diminuirà nella misura in cui le credenze spiritiste si diffonderanno.»




Sulle esistenze passate e future

290. Sulle esistenze passate e future

15. Gli Spiriti possono farci conoscere le nostre esistenze passate?

«Dio permette talvolta che esse siano rivelate, a seconda dello scopo. Se è per la vostra edificazione e per la vostra istruzione, esse saranno vere; in questo caso, la rivelazione è fatta quasi sempre spontaneamente e in maniera del tutto imprevista. Mai, però, Dio permette ciò per soddisfare una vana curiosità.»

— Perché alcuni Spiriti non si rifiutano mai di fare queste specie di rivelazioni?

«Sono Spiriti burloni che si divertono a vostre spese. In generale, voi dovete considerare false, o perlomeno sospette, tutte le rivelazioni di questa natura che non abbiano un fine eminentemente serio e utile. Gli Spiriti ingannatori si divertono nel lusingare l'amor proprio delle persone, attribuendo loro false origini. Ci sono medium e credenti che prendono per oro colato ciò che viene loro detto su questo punto, e che non vedono come lo stato attuale del loro Spirito per nulla giustifichi il rango ch'essi pretendono di aver occupato. Piccola vanità di cui si divertono gli Spiriti burloni così come gli uomini. Sarebbe più logico e più conforme al cammino progressivo degli esseri che essi fossero saliti anziché essere discesi, la qual cosa sarebbe anche più onorevole per loro. Perché uno possa prestar fede a questo genere di rivelazioni, sarebbe necessario che esse fossero fatte spontaneamente, da diversi medium inconsapevoli sia gli uni degli altri sia di quanto fosse stato anteriormente rivelato; allora, in tal caso, vi sarebbe una evidente ragione per credere.»

— Se non possiamo conoscere la nostra individualità anteriore, ne consegue che non possiamo sapere nulla né del genere di esistenza che abbiamo avuto, né della posizione sociale che abbiamo occupato, né delle qualità e dei difetti che in noi hanno predominato?

«No. Ciò può essere rivelato, perché voi possiate trarne profitto per il vostro miglioramento. D'altronde, studiando il vostro presente, voi stessi potete dedurre il vostro passato» (vedere ne Il libro degli Spiriti, " Oblio del passato", n. 392).

16. Può essere rivelato qualcosa sulle nostre esistenze future?

«No. Tutto ciò che vi diranno certi Spiriti a questo riguardo non può essere che uno scherzo. E ciò ben si comprende: la vostra esistenza futura non può essere determinata prima, poiché essa sarà come l'avrete fatta voi stessi con la vostra condotta sulla Terra, e con le risoluzioni che avrete prese quando sarete Spiriti. Meno avrete da espiare e più essa sarà felice. Ma sapere dove e come sarà questa esistenza è, ancora una volta, impossibile, salvo il caso speciale e raro di quegli Spiriti che si trovano sulla Terra soltanto per compiervi una missione importante, perché in tal caso il loro cammino è in qualche modo tracciato anticipatamente.»




Sugli interessi morali e materiali

291. Sugli interessi morali e materiali

17. Si possono chiedere dei consigli agli Spiriti?

«Sì, certamente. I buoni Spiriti non si rifiutano mai di aiutare quelli che li invocano con fiducia, soprattutto per quanto concerne l'anima. Respingono, invece, gli ipocriti, quelli che hanno l'aria di chiedere la luce e si compiacciono delle tenebre.»

18. Gli Spiriti possono dare dei consigli sulle cose di interesse privato?

«Qualchevolta, secondo il motivo. Ciò dipende anche da quelli a cui ci si rivolge. Gli avvertimenti che concernono la vita privata sono dati con maggior esattezza dagli Spiriti familiari, perché essi si affezionano a una persona e s'interessano a tutto ciò che la riguarda: è l'amico, il confidente dei vostri più segreti pensieri. Ma spesso voi li stancate con domande così banali che essi vi lasciano lì. Interrogare su cose intime degli Spiriti che sono a voi estranei sarebbe tanto assurdo quanto rivolgervi, per questo, al primo individuo che incontraste sul vostro cammino. Voi non dovreste mai dimenticare che la puerilità delle domande è incompatibile con la superiorità degli Spiriti. Bisogna anche tener conto delle qualità dello Spirito familiare, il quale può essere buono o cattivo, a seconda delle sue simpatie per la persona alla quale egli si lega. Lo Spirito familiare d'un uomo cattivo è uno Spirito cattivo, i cui consigli possono essere perniciosi, ma egli si allontana e cede il posto a uno Spirito migliore, se l'uomo stesso migliora. Simili con i simili.»

19. Gli Spiriti familiari possono favorire gli interessi materiali attraverso le rivelazioni?

«Lo possono. E qualche volta lo fanno, a seconda delle circostanze. Ma state pur certi che giammai i buoni Spiriti si prestano a servire la cupidigia. I cattivi fanno brillare davanti ai vostri occhi mille attrattive per stimolare la vostra avidità, e mistificarvi quindi con l'inganno. Sappiate anche che se la vostra prova è quella di subire la tale o talaltra vicissitudine, i vostri Spiriti protettori vi possono aiutare a sopportarla con maggiore rassegnazione, ad addolcirla talvolta; ma nell'interesse stesso del vostro avvenire, non è loro permesso liberarvene. Si comporta così anche il buon padre, che non accorda al suo bambino tutto quanto desidera.»

OSSERVAZIONE. I nostri Spiriti protettori possono, in molte circostanze, indicarci la via migliore, senza tuttavia condurci per mano, altrimenti perderemmo ogni iniziativa e non oseremmo più fare un passo senza fare ricorso a loro, e ciò a danno del nostro perfezionamento. Per progredire, l'uomo ha spesso bisogno di acquisire l'esperienza a sue spese. È per questo che gli Spiriti saggi ci danno dei consigli e poi spesso ci abbandonano alle nostre stesse forze, come farebbe un abile istitutore con i suoi allievi. Nelle circostanze ordinarie della vita, essi ci consigliano attraverso l'ispirazione e ci lasciano tutto il merito del bene, così come ci lasciano tutta la responsabilità di ogni cattiva scelta.

Sarebbe abusare della condiscendenza degli Spiriti familiari e fraintendere la loro missione, se li si interrogasse a ogni istante sulle cose più comuni, come fanno taluni medium. Ve ne sono di quelli che, per un sì o per un no, prendono la matita e chiedono consiglio per l'azione più semplice. Questa mania è indice della piccolezza delle idee; nello stesso tempo, c'è la presunzione di credere che si abbia sempre uno Spirito pronto agli ordini, e che non abbia nient'altro da fare che occuparsi di noi e dei nostri piccoli interessi. Ciò significa inoltre annientare la propria facoltà di giudizio e ridursi a un ruolo puramente passivo, senza utilità per la vita presente e certamente pregiudizievole per l'avanzamento futuro. Se c'è della puerilità nell'interrogare gli Spiriti per futili cose, non ce n'è certo meno da parte degli Spiriti nell'occuparsi spontaneamente di ciò che potremmo definire dettagli delle faccende domestiche. Costoro possono anche essere dei buoni Spiriti, ma di certo sono ancora molto terreni.

20. Se una persona, morendo, lascia degli affari ingarbugliati, si può chiedere al suo Spirito di aiutarci a districarli? E si può anche interrogarlo circa le sostanze reali che quello ha lasciato — nel caso in cui queste sostanze non fossero conosciute —, se ciò è nell'interesse della giustizia?

«Voi dimenticate che la morte è una liberazione dalle preoccupazioni della Terra. Credete voi dunque che lo Spirito, il quale è felice della sua libertà, venga volentieri a riprendersi la sua catena e a occuparsi di cose che non lo riguardano più, per soddisfare la cupidigia dei suoi eredi, i quali hanno forse gioito della sua morte, nella speranza che essa sia per loro vantaggiosa? Voi parlate di giustizia; ma la giustizia, per questi eredi, sta nel disinganno della loro cupidigia. Questo sarebbe l'inizio delle punizioni che Dio riserva alla loro avidità per i beni della Terra. D'altra parte, le situazioni imbarazzanti, nelle quali lascia a volte la morte di una persona, fanno parte delle prove della vita e non è nel potere di nessuno Spirito di liberarvene, poiché esse stanno nei decreti di Dio.»

OSSERVAZIONE. La risposta di cui sopra deluderà senza dubbio coloro che s'immaginano che gli Spiriti non abbiano niente di meglio da fare che servirci come ausiliari chiaroveggenti, per guidarci non verso il Cielo, ma sulla Terra. Un'altra considerazione viene in appoggio a questa risposta. Se un uomo ha lasciato, durante la vita, i suoi affari in disordine per incuria, non è verosimile che dopo la morte abbia per essi maggiori cure, poiché deve essere felice di essersi liberato dei fastidi che gli procuravano e, per quanto poco possa egli essere elevato, attribuirà ai suoi affari ancor minore importanza, sia come Spirito sia come uomo. Quanto ai beni sconosciuti che avrebbe potuto lasciare, egli non ha alcuna ragione di interessarsene per degli avidi eredi, i quali probabilmente non penserebbero più a lui se non sperassero di ricavarne qualcosa. E s'egli fosse ancora imbevuto delle passioni umane, potrebbe trarre dalla loro disillusione un maligno piacere.

Se, nell'interesse della giustizia e delle persone che gli sono care, uno Spirito ritiene utile fare delle rivelazioni di questo genere, lo fa spontaneamente; e per questo non è necessario né essere medium né ricorrere a un medium. Il proprio Spirito condurrà alla conoscenza delle cose attraverso circostanze fortuite, giammai su domanda che gli venga rivolta a tal proposito, visto che questa domanda non può cambiare la natura delle prove che si devono subire. Essa, piuttosto, capace di aggravarle, poiché è quasi sempre indice di cupidigia, e prova allo Spirito che ci si occupa di lui per interesse (vedere qui il n. 295).




Sulla sorte degli Spiriti

292. Sulla sorte degli Spiriti

21. Si possono domandare agli Spiriti dei chiarimenti sulla loro situazione nel mondo spirituale?

«Sì. Essi li danno volentieri quando la domanda è dettata dalla simpatia o dal desiderio di essere utili, e non dalla curiosità.»

22. Gli Spiriti possono descrivere la natura delle loro sofferenze o della loro felicità?

«Perfettamente. E queste rivelazioni sono di grande insegnamento per voi, perché vi iniziano alla vera natura delle pene e delle ricompense future. Distruggendo le false idee che voi vi fate a questo riguardo, tali rivelazioni tendono a rinnovare la vostra fede e la vostra fiducia nella bontà di Dio. I buoni Spiriti sono felici di descrivervi la felicità degli eletti; mentre i cattivi potrebbero essere costretti a descrivere le loro sofferenze, al fine di provocare in loro il pentimento. A volte essi vi trovano anche una specie di sollievo: è l'infelice che leva il suo lamento nella speranza di ottenere compassione.

Non dimenticate che lo scopo essenziale ed esclusivo dello Spiritismo è il vostro miglioramento, ed è perché voi lo raggiungiate che è permesso agli Spiriti di iniziarvi alla vita futura, offrendovi degli esempi di cui voi potete approfittare. Quanto più vi identificherete con il mondo che vi attende, tanto meno rimpiangerete quello dove attualmente vi trovate. Questo è, insomma, il fine attuale della rivelazione.»

23. Evocando una persona, la cui sorte sia sconosciuta, si potrà sapere dalla stessa se essa esiste ancora?

«Sì, a patto che l'incertezza della sua morte non costituisca una necessità, o una prova, per coloro che hanno interesse a saperlo.»

— Se è morta, può essa far conoscere le circostanze della sua morte, in modo da poter essere verificata?

«Qualora attribuisca a ciò una qualche importanza, essa lo farà; altrimenti se ne curerà ben poco.»

OSSERVAZIONE. L'esperienza dimostra che, in questo caso, lo Spirito non è affatto istigato dai motivi di interesse, che possono avere i vivi, per conoscere le circostanze della sua morte. Se ci tiene a rivelarle, lo fa di sua volontà, sia per via medianica, sia per quella delle visioni o apparizioni, e può allora dare le più precise delle indicazioni. In caso contrario, uno Spirito mistificatore può perfettamente ingannare e divertirsi a far fare delle ricerche inutili.

Accade frequentemente che la sparizione di una persona, la cui morte non può essere ufficialmente costatata, porti dei disagi negli affari di famiglia È soltanto in casi rarissimi ed eccezionalissimi che abbiamo visto gli Spiriti mettere sulla via della verità, dopo la domanda che era stata loro rivolta in proposito. Se volessero farlo, lo potrebbero senza dubbio fare, ma spesso ciò non è loro permesso, poiché tali disagi sono delle prove per coloro che fossero interessati a liberarsene.

Significa dunque cullarsi in una chimerica speranza il tentare con questo mezzo il recupero di eredità, di cui la cosa più positiva è il denaro che si spende a tal fine.

Non mancano, poi, Spiriti disposti ad alimentare simili speranze, e che non si fanno alcuno scrupolo d'indurre gli interessati a ricerche delle quali sono spesso felici di essersi liberati con un po' di ridicolo.




Sulla salute

293. Sulla salute

24. Possono gli Spiriti dare dei consigli relativi alla salute?

«La salute è una condizione necessaria per il lavoro che si deve svolgere sulla Terra, ed è per questo che gli Spiriti se ne occupano volentieri. Ma siccome fra di loro ci sono sia i sapienti sia gli ignoranti, non conviene, più per questo che per altre cose, rivolgersi al primo venuto.»

25. Rivolgendosi allo Spirito di una celebrità medica, si è più certi di ottenere un buon consiglio?

«Le celebrità mediche terrene non sono infallibili e hanno spesso delle idee sistematiche che non sempre sono giuste e dalle quali la morte non le libera immediatamente. La scienza terrena è ben poca cosa di fronte alla scienza celeste. Soltanto gli Spiriti superiori posseggono quest'ultima scienza. Senza avere nomi a voi noti, essi possono saperne, su tutte le cose, molto di più dei vostri scienziati. Non è la sola scienza che rende superiori gli Spiriti, e voi sareste molto stupiti della categoria cui appartengono certi scienziati fra di noi. Lo Spirito di uno scienziato può, dunque, non saperne di più di quando si trovava sulla Terra, se egli non è progredito come Spirito.»

26. Lo scienziato, divenuto Spirito, riconosce i suoi errori scientifici?

«Se egli è giunto a un grado abbastanza elevato, da essersi liberato della sua vanità e da comprendere che il suo sviluppo non è ancora completo, riconosce i suoi errori e li confessa senza vergogna. Ma se ancora non si è sufficientemente smaterializzato, egli può conservare qualcuno dei pregiudizi di cui era intriso sulla Terra.»

27. Un medico potrebbe, evocando gli Spiriti dei suoi malati che sono morti, ottenerne dei chiarimenti sulle cause della loro morte, sulle mancanze ch'egli ha potuto commettere nel trattamento, e acquisire così un accrescimento della sua esperienza?

«Lo può. E ciò gli sarebbe molto utile, soprattutto se si facesse assistere da Spiriti illuminati, i quali supplirebbero alla mancanza di cognizioni in certi malati. Ma per questo bisognerebbe che il medico facesse uno studio in maniera seria e costante, con uno scopo umanitario e non come mezzo per acquisire, senza fatica, sapere e fortuna.»




Sulle invenzioni e sulle scoperte

294. Sulle invenzioni e sulle scoperte

28. Possono gli Spiriti guidare gli uomini nelle ricerche scientifiche e nelle scoperte?

«La scienza è l'opera del genio; essa non deve acquisirsi che con il lavoro, perché è solo per mezzo del lavoro che l'uomo progredisce nel suo cammino. Quale merito avrebbe mai se non avesse che da interrogare gli Spiriti per sapere tutto? Ogni imbecille potrebbe diventare scienziato a questo prezzo. La stessa cosa avviene per le invenzioni e le scoperte industriali. Poi, un'altra considerazione: ogni cosa deve giungere a suo tempo e quando le idee sono mature per riceverla. Se l'uomo disponesse di questo potere, sovvertirebbe l'ordine delle cose, facendo in modo che i frutti spuntassero prima della loro stagione.

Dio disse all'uomo: "Tu trarrai il nutrimento dalla terra col sudore della tua fronte". Mirabile figura che dipinge la condizione in cui l'uomo si trova qui sulla Terra. Egli deve progredire in tutto attraverso lo sforzo del suo lavoro. Se gli si offrissero le cose bell'e fatte, a che cosa gli servirebbe la sua intelligenza? Sarebbe come per lo scolaro, il cui compito fosse fatto da un altro.»

29. Lo scienziato e l'inventore non sono mai assistiti dagli Spiriti nelle loro ricerche?

«Oh, ma questo è ben differente! Quando il tempo di una scoperta è giunto, gli Spiriti incaricati di dirigerne il cammino, cercano l'uomo in grado di portarlo a buon fine e gli ispirano le idee necessarie, in modo da lasciare a lui tutto il merito, poiché bisogna che egli elabori queste idee e le metta in opera. Ed è così per tutte le grandi opere dell'intelligenza umana. Gli Spiriti lasciano ogni uomo nella sua sfera. Di colui che non è adatto che a dissodare la terra non faranno certo il depositario dei segreti di Dio; ma sapranno trarre dall'oscurità l'uomo capace di assecondare i Suoi disegni. Dunque, non lasciatevi assolutamente trascinare dalla curiosità o dall'ambizione lungo una strada che non è allo scopo dello Spiritismo e che vi condurrebbe alle più ridicole mistificazioni.»

OSSERVAZIONI.La conoscenza più approfondita dello Spiritismo ha calmato la febbre delle scoperte, che all'inizio ci si era immaginati di poter fare con questo mezzo. Si era perfino arrivati a chiedere agli Spiriti delle ricette per tingere e far ricrescere i capelli, per guarire i calli ai piedi ecc. Noi abbiamo visto molte persone che hanno ritenuto ormai fatta la loro fortuna, e nulla hanno ottenuto se non dei procedimenti più o meno ridicoli. Accade lo stesso, quando si vuole, con l'aiuto degli Spiriti, penetrare il mistero dell'origine delle cose. Certi Spiriti hanno, su queste materie, i loro sistemi, che spesso non sono migliori di quelli degli uomini, e che è prudente accogliere soltanto con la massima riserva.




Sui tesori nascosti

295. Sui tesori nascosti

30. Possono gli Spiriti far scoprire i tesori nascosti?

«GliSpiriti superiori non si occupano di queste cose; ma ci sono Spiriti sbeffeggiatori che indicano spesso dei tesori che non esistono, oppure possono anche indicarne uno in un luogo, mentre esso si trova in un luogo opposto. E ciò ha la sua utilità, poiché serve a dimostrare che la vera fortuna è nel lavoro. Se la Provvidenza destina delle ricchezze nascoste a qualcuno, questi le troverà naturalmente; altrimenti no.»

31. Che cosa pensare della credenza negli Spiriti guardiani di tesori nascosti?

«Gli Spiriti che non sono ancora smaterializzati si attaccano alle cose. Avari che hanno nascosto i loro tesori possono ancora sorvegliarli e custodirli dopo la morte; e il timore — in cui essi vivono — di vederli portar via è uno dei loro castighi, finché non comprendono l'inutilità di ciò da parte loro. Ci sono anche gli Spiriti della Terra, incaricati di dirigerne le trasformazioni interiori e che, per allegoria, sono stati trasformati in guardiani delle ricchezze naturali.»

OSSERVAZIONE. La questione dei tesori nascosti si trova nella medesima categoria delle eredità sconosciute. Ben folle sarebbe colui che contasse sulle pretese rivelazioni che potrebbero essergli fatte dai burloni del mondo invisibile. Abbiamo già detto che, qualora gli Spiriti vogliano o possano fare simili rivelazioni, le fanno spontaneamente e non hanno bisogno dei medium per questo. Eccone, qui di seguito, un esempio.

Una signora aveva appena perduto il marito, dopo trent'anni di vita coniugale, e si trovava sul punto di essere cacciata via dalla sua casa e, inoltre, senza alcuna risorsa economica, dai suoi figliastri, che ella aveva sempre trattato come fosse la loro madre. Il suo dispiacere era al culmine, allorché una sera le appare suo marito che le dice di seguirlo nel suo studio. Là egli le mostra la sua scrivania, che era ancora sotto sigilli, e attraverso un effetto di seconda vista gliene fa vedere l'interno; poi le indica un tiretto segreto, ch'ella non conosceva e di cui egli le spiega il meccanismo, aggiungendo: «Io avevo previsto ciò che ora sta succedendo e ho voluto assicurare la tua sorte; in questo tiretto ci sono le mie ultime disposizioni: io ti cedo il godimento di questa casa e una rendita di...» Quindi scompare. Il giorno in cui furono levati i sigilli, nessuno riuscì ad aprire il tiretto. La signora racconta allora ciò che le era accaduto; apre il tiretto seguendo le indicazioni di suo marito e lì viene in effetti trovato il testamento secondo quanto le era stato annunciato.




Sugli altri mondi

296. Sugli altri mondi

32. Quale grado di fiducia si può avere circa le descrizioni che gli Spiriti fanno dei differenti mondi?

«Ciò dipende dal grado di avanzamento reale degli Spiriti che danno queste descrizioni; poiché voi comprenderete che degli Spiriti ordinari sono incapaci di informarvi a questo riguardo, così come presso di voi un ignorante è incapace di descrivere tutti i paesi della Terra. Voi fate spesso, su questi mondi, delle domande scientifiche che questi Spiriti non possono soddisfare. Se essi sono in buona fede parlano di questi quesiti secondo le loro idee personali; se si tratta di Spiriti leggeri, si divertono a darvi delle descrizioni bizzarre e fantastiche; tanto più che questi Spiriti, i quali nell'erraticità non sono sprovvisti d'immaginazione più di quanto lo fossero sulla Terra, attingono in questa loro facoltà il racconto di molte cose che non hanno nulla di reale. Tuttavia non credete all'assoluta impossibilità di avere su questi mondi alcuni chiarimenti. I buoni Spiriti amano anche descrivervi quelli che essi abitano, affinché ciò vi serva d'insegnamento per migliorarvi, inducendovi a seguire il cammino che vi condurrà a questi mondi. È, questo, un mezzo per fissare le vostre idee sull'avvenire e per non lasciarvi nel vago.»

— Come si può verificare l'esattezza di queste descrizioni?

«La verifica migliore è la concordanza che può esserci tra di esse. Ma ricordatevi che tali descrizioni hanno per scopo il vostro miglioramento morale e che, di conseguenza, è sullo stato morale degli abitanti che voi potete essere meglio informati, e non sullo stato fisico o geologico di questi globi. Con le vostre cognizioni attuali voi non potreste neppure comprenderlo; questo studio non servirebbe affatto al vostro progresso sulla Terra, e avrete ogni possibilità di farlo quando vi ci troverete.»

OSSERVAZIONE. Le domande sulla costituzione fisica e sugli elementi astronomici dei mondi rientrano nell'ordine delle ricerche scientifiche, delle quali gli Spiriti non devono risparmiarci la fatica. Senza di ciò, un astronomo troverebbe assai comodo far eseguire da loro i suoi calcoli, cosa che, senza dubbio, si guarderebbe dal confessare. Se gli Spiriti potessero, attraverso la rivelazione, risparmiare il lavoro di una scoperta, è probabile che lo farebbero, ma a favore di uno scienziato tanto modesto da riconoscerne palesemente la fonte, piuttosto che a vantaggio di quegli orgogliosi che li rinnegano e al cui amor proprio, al contrario, essi molte volte procurano delle disillusioni.





Capitolo XXVII - DELLE CONTRADDIZIONI E DELLE MISTIFICAZIONI



Delle contraddizioni

297. Gli avversari dello Spiritismo non mancano di obbiettare che gli adepti non sono d'accordo tra di loro; che non tutti condividono le medesime credenze; in una parola, che si contraddicono. Se, essi dicono, l'insegnamento vi viene dato dagli Spiriti, come accade che esso non sia sempre identico? Soltanto uno studio serio e approfondito della scienza può restituire a questo argomento il suo giusto valore.

Affrettiamoci a dire subito che queste contraddizioni, di cui certe persone fanno grande mostra, sono generalmente più apparenti che reali; che esse esistono spesso più sulla superficie che nel profondo della cosa e che, di conseguenza, sono senza importanza. Le contraddizioni provengono da due fonti: gli uomini e gli Spiriti.

298. Le contraddizioni di origine umana sono state sufficientemente spiegate nel capitolo Sistemi (n. 36), al quale rinviamo. Chiunque comprenderà che in principio, quando le osservazioni erano ancora incomplete, siano sorte delle opinioni divergenti sulle cause e sulle conseguenze dei fenomeni spiritisti, opinioni i cui tre quarti sono già crollati di fronte a uno studio più serio e più approfondito. Tranne ben poche eccezioni, e a parte alcune persone che non si allontanano facilmente dalle idee che hanno accarezzato o generato, si può dire che al giorno d'oggi c'è unità di vedute nell'immensa maggioranza degli Spiritisti, almeno per quanto riguarda i principi generali, salvo piccoli dettagli insignificanti.

299. Per comprendere la causa e il valore delle contraddizioni d'origine spiritista, bisogna essersi identificati con la natura del mondo invisibile, e averlo studiato sotto tutti i suoi aspetti. A prima vista, può sembrare strano che gli Spiriti non pensino tutti allo stesso modo, ma ciò non può sorprendere chiunque si sia reso conto del numero infinito di gradi ch'essi devono percorrere prima di giungere in cima alla scala. Supporre, da parte loro, un eguale giudizio sulle cose, sarebbe supporli tutti al medesimo livello; pensare ch'essi debbano tutti vedere giusto, sarebbe ammettere ch'essi sono tutti pervenuti alla perfezione, cosa che non è e che non può essere, se si considera ch'essi altro non sono che l'umanità spogliata dell'involucro corporeo. Potendo gli Spiriti di tutti i ranghi manifestarsi, ne risulta che le loro comunicazioni portano il marchio della loro ignoranza o del loro sapere, della loro inferiorità o della loro superiorità morale. È a distinguere il vero dal falso, il buono dal cattivo, che devono guidare le istruzioni che abbiamo dato.

Non bisogna dimenticare che fra gli Spiriti, come fra gli uomini, ci sono dei falsi scienziati e dei mezzi scienziati, degli orgogliosi, dei presuntuosi e dei sistematici. Siccome non è dato che agli Spiriti perfetti di conoscere tutto, per gli altri Spiriti, come per noi, ci sono dei misteri che essi spiegano a modo loro, secondo le loro idee, e sui quali possono farsi delle opinioni più o meno giuste, che, spinti dall'amor proprio, essi si impegnano a far prevalere, e che amano riprodurre nelle loro comunicazioni. Il torto sta nel fatto che alcuni dei loro interpreti hanno sposato troppo alla leggera opinioni contrarie al buon senso, divenendone gli editori responsabili. Così le contraddizioni di origine spiritista non hanno altra causa che la diversità nell'intelligenza, nelle cognizioni, nel giudizio e nella moralità di certi Spiriti, i quali non sono ancora idonei a tutto conoscere e a tutto comprendere (vedere ne Il libro degli Spiriti, "Introduzione", n. XIII; "Conclusione", n. IX).

300. A che cosa serve l'insegnamento degli Spiriti, diranno alcune persone, se esso non ci offre una certezza maggiore di quella dell'insegnamento umano? La risposta a questo quesito è facile. Noi non accettiamo con eguale fiducia l'insegnamento di tutti gli uomini, e fra due dottrine noi diamo la preferenza a quella il cui autore ci sembra il più illuminato, il più capace, il più saggio, il meno accessibile alle passioni. Allo stesso modo bisogna comportarsi con gli Spiriti. Se nel numero ce ne sono di quelli che non sono al disopra dell'Umanità, molti sono quelli che l'hanno oltrepassata, e questi possono darci delle istruzioni che noi invano cercheremmo presso gli uomini, anche tra i più sapienti. È a distinguerli dalla turba degli Spiriti inferiori che bisogna impegnarsi, se ci si vuole illuminare, ed è a questa distinzione che conduce la conoscenza approfondita dello Spiritismo. Ma queste istruzioni hanno anche un limite, e se non è dato agli Spiriti di sapere tutto, a maggior ragione la medesima cosa deve esserlo per gli uomini. Vi sono dunque cose sulle quali li si interrogherebbe invano, sia perché è loro vietato rivelarle, sia perché le ignorano essi stessi, e sulle quali non possono darci che le loro opinioni personali. Ora, sono proprio queste opinioni personali che gli Spiriti orgogliosi danno come verità assolute. È soprattutto su quanto deve rimanere nascosto, come il futuro e il principio delle cose, che essi insistono di più, per darsi l'aria di essere in possesso dei segreti di Dio. Così, è su questi punti che ci sono più contraddizioni (vedere il capitolo precedente).

301. Ecco le risposte date dagli Spiriti alle domande relative alle contraddizioni.

1. Comunicando il medesimo Spirito con due centri differenti, può trasmettere loro, sul medesimo argomento, risposte contraddittorie?

«Se nei due centri le opinioni e i pensieri differiscono, la risposta potrà arrivar loro modificata, perché sono sotto l'influenza di differenti colonne di Spiriti: non è, pertanto, la risposta che è contraddittoria, ma la maniera con cui essa viene data.»

2. Si comprende come una risposta possa essere alterata; ma quando le qualità del medium escludono ogni idea di cattiva influenza come può accadere che degli Spiriti superiori intrattengano, con delle persone perfettamente serie, un linguaggio differente e contraddittorio sul medesimo argomento?

«GliSpiriti realmente superiori non si contraddicono mai, e il loro linguaggio è sempre il medesimo con le medesime persone. Esso può essere differente a seconda delle persone e dei luoghi; ma bisogna farvi molta attenzione: spesso la contraddizione non è che apparente. Essa è più nei termini che nel pensiero. Infatti, riflettendoci, si trova che l'idea fondamentale è la medesima. E poi, il medesimo Spirito può rispondere differentemente sulla medesima domanda secondo il grado di perfezionamento di coloro che lo evocano, poiché non è sempre bene che tutti abbiano la medesima risposta, dal momento che non tutti sono egualmente avanzati. È esattamente come se un fanciullo e uno scienziato ti ponessero la medesima domanda. Certamente tu risponderesti all'uno e all'altro in maniera tale da essere compreso così da soddisfarli. La risposta, benché differente, avrebbe d'altronde la medesima base.»

3. Con quale fine, Spiriti seri sembrano accreditare presso certe persone idee, e anche pregiudizi, che essi combattono presso altre persone?

«È necessario che ci intendiamo bene. Se qualcuno ha una convinzione molto ferma su una dottrina, anche falsa, occorre che noi lo storniamo da questa convinzione, ma a poco a poco. È per questo che noi ci serviamo spesso dei suoi termini e abbiamo l'aria di essere pienamente d'accordo con le sue idee, affinché egli non si adombri tutt'a un tratto e non cessi di istruirsi presso di noi.

D'altronde non è bene colpire troppo bruscamente i pregiudizi; sarebbe, questo, il mezzo migliore per non essere ascoltati. Ecco perché gli Spiriti parlano spesso secondo il senso dell'opinione di coloro che li ascoltano, al fine di condurli a poco a poco verso la verità. Essi adattano il loro linguaggio alle persone, come faresti tu stesso se fossi un oratore più o meno abile. È per questo che non parlerebbero mai a un cinese o a un maomettano come parlerebbero a un francese o a un cristiano, poiché sarebbero certi di essere respinti.

Non bisogna prendere per una contraddizione ciò che sovente non è che una parte dell'elaborazione della verità. Tutti gli Spiriti hanno il loro compito assegnato da Dio. E lo compiono nelle condizioni che essi giudicano convenienti per il bene di quelli che ricevono le loro comunicazioni.»

4. Le contraddizioni, anche apparenti, possono gettare dei dubbi nello Spirito di certe persone. Quale mezzo di verifica si può usare per conoscere la verità?

«Per discernere l'errore dalla verità, bisogna approfondire queste risposte e meditarle a lungo seriamente; c'è tutto uno studio da fare. Occorre tempo per questo come per studiare tutte le cose.

Studiate, confrontate, approfondite. Noi lo diremo continuamente. La conoscenza della verità ha questo prezzo. E come pretendete di giungere alla verità, se interpretate tutto secondo le vostre idee ristrette, che voi prendete per grandi idee? Ma non è lontano il giorno in cui l'insegnamento degli Spiriti sarà dappertutto uniforme, nei dettagli come nelle cose principali. La loro missione è quella di distruggere l'errore, ma ciò non può avvenire che successivamente.»

5. Ci sono persone che non hanno né l'attitudine né il tempo necessari per uno studio serio e approfondito e che accettano senza riflettere ciò che viene loro insegnato. Non c'è forse per loro l'inconveniente di dar credito a degli errori?

«Che esse pratichino il bene e non facciano assolutamente del male, questo è l'essenziale; per questo non ci sono due dottrine. Il bene rimane sempre il bene, che voi lo facciate in nome di Allah o di Geova, poiché non c'è che uno stesso Dio per l'Universo.»

6. Come accade che degli Spiriti, che sembrano più che sviluppati in intelligenza, possano avere delle idee evidentemente false su certe cose?

«È che essi hanno la loro dottrina. Coloro che non sono abbastanza avanzati, e che credono d'esserlo, prendono le loro idee per la verità. È proprio come fra voi.»

7. Che pensare delle dottrine secondo le quali un solo Spirito potrebbe comunicare e che questo Spirito sarebbe Dio o Gesù?

«Lo Spirito che insegna ciò è uno Spirito che vuole dominare, ed è per questo che vuole far credere che è solo. Ma l'infelice che osa prendere il nome di Dio espierà duramente il suo orgoglio. Quanto a queste dottrine esse si contestano da sé stesse, perché sono in contraddizione con i fatti più acclarati, né meritano un serio esame poiché mancano di radici.

La ragione vi dice che il bene scaturisce da una buona fonte e il male da una cattiva. Perché mai vorreste che un buon albero desse cattivi frutti? Avete forse mai raccolto grappoli d'uva su un melo? La diversità delle comunicazioni è la prova più palese della varietà della loro origine. D'altra parte gli Spiriti che pretendono di essere essi gli unici che possano comunicare dimenticano di dire perché gli altri non potrebbero farlo. La loro pretesa è la negazione di quanto lo Spiritismo ha di più bello e di più consolante: i rapporti tra il mondo visibile e il mondo invisibile, tra gli uomini e gli altri esseri che sono loro cari e che andrebbero così per loro irrimediabilmente perduti. Sono questi rapporti che identificano l'uomo con il suo avvenire e che lo distaccano dal mondo materiale. Sopprimere questi rapporti è reimmergerlo nel dubbio che costituisce il suo tormento, è alimentarne l'egoismo. Esaminando con cura la dottrina di questi Spiriti, vi si riconoscono a ogni passo contraddizioni ingiustificabili, le tracce della loro ignoranza sulle cose più evidenti e, di conseguenza, i segni certi della loro inferiorità.»

Lo SPIRITO DI VERITÀ

8. Di tutte le contraddizioni che si notano nelle comunicazioni degli Spiriti, una delle più sorprendenti è quella relativa alla reincarnazione. Se la reincarnazione è una necessità della vita spiritista, come si spiega che non tutti gli Spiriti la insegnino?

«Non sapete che ci sono degli Spiriti le cui idee sono limitate al presente, come presso molti uomini della Terra? Essi credono che la condizione in cui si trovano debba durare per sempre: non vedono al di là della sfera delle loro percezioni e non si preoccupano di sapere né da dove vengono né dove vanno, e nel frattempo devono subire l'azione della legge della necessità. La reincarnazione è per loro una necessità alla quale non pensano se non quando arriva. Essi sanno che lo Spirito progredisce, ma in quale maniera? Questo per loro è un problema. Perciò, se voi li interrogherete a questo riguardo, essi vi parleranno dei sette cieli, sovrapposti come dei piani. Ve ne saranno perfino di quelli che vi parleranno della sfera del fuoco, della sfera delle stelle e poi della città dei fiori e di quella degli eletti.»

9. Comprendiamo che gli Spiriti poco avanzati possano non capire questa questione; ma allora come avviene che Spiriti d'una inferiorità morale e intellettuale notoria parlino spontaneamente delle loro diverse esistenze e del loro desiderio di reincarnarsi per riscattare il loro passato?

«Accadono, nel mondo degli Spiriti, cose che per voi è ben difficile comprendere. Non ci sono forse tra gli uomini persone molto ignoranti su certe cose e illuminate su altre, persone che hanno più giudizio che istruzione, e altre che hanno più spirito che giudizio? Non sapete voi, inoltre, che certi Spiriti si compiacciono di mantenere gli uomini nell'ignoranza, avendo tutta l'aria di istruirli, e che approfittano della facilità con la quale si presta fede alle loro parole? Essi possono sedurre quelli che non vanno al fondo delle cose, ma quando li si esaspera con il ragionamento non sostengono a lungo il loro ruolo.

Bisogna inoltre tener conto della prudenza che generalmente mettono gli Spiriti nella divulgazione della verità: una luce troppo viva e troppo improvvisa abbaglia, non illumina. Essi possono dunque,in certi casi, giudicare utile di non diffonderla che gradatamente, secondo i tempi, i luoghi e le persone. Mosé non ha insegnato tutto quello che ha insegnato il Cristo, e il Cristo stesso ha detto molte cose, la cui comprensione era riservata alle generazioni future. Voi parlate della reincarnazione e vi stupite che questo principio non sia stato insegnato in certi paesi. Ma voi dovete pensare che, in un paese dove il pregiudizio del colore della pelle regna sovrano e dove la schiavitù è radicata nei costumi, lo Spiritismo sarebbe stato respinto per il solo fatto che avrebbe proclamato la reincarnazione. Infatti, l'idea che colui che è padrone possa diventare schiavo, e viceversa, sarebbe apparsa mostruosa. Non sarebbe stato forse meglio far accettare dapprima il principio generale, per trarne più tardi le conseguenze? Oh, uomini, quanto corta è la vostra vista nel giudicare i disegni di Dio! Sappiate dunque che niente si fa senza il Suo permesso e senza uno scopo che spesso voi non potete penetrare. Io vi ho detto che l'unità nella credenza spiritista sarebbe avvenuta; abbiate per certo ch'essa avverrà, e che i dissensi, già meno profondi, scompariranno a poco a poco; e, nella misura in cui gli uomini si illumineranno, tali dissensi finiranno con lo scomparire completamente, poiché tale è la volontà di Dio, contro la quale non può prevalere l’errore.»

Lo SPIRITO DI VERITÀ

10. Le dottrine erronee, che possono essere insegnate da certi Spiriti, non rischiano di ritardare il progresso della vera scienza?

«Voi vorreste avere tutto senza fatica. Sappiate dunque che non c'è campo dove non cresca la cattiva erba, la quale deve essere estirpata dal lavoratore. Queste dottrine erronee sono una conseguenza dell'inferiorità del vostro mondo. Se gli uomini fossero perfetti non accetterebbero che il vero. Gli errori sono come le pietre false, che soltanto un occhio esercitato può distinguere. A voi occorre dunque un apprendistato per distinguere il vero dal falso. Ebbene, le false dottrine hanno una loro utilità: quella di farvi esercitare a distinguere la verità dall'errore.»

— Coloro che adottano l'errore non ritardano così il loro avanzamento?

«Se essi adottano l'errore, significa che ancora non sono abbastanza avanzati per comprendere la verità.»

302. Aspettando che l'unità si faccia, ognuno crede di avere con sé la verità e sostiene di essere il solo nel vero, illusione che gli Spiriti ingannatori non mancano di sostenere. Su che cosa l'uomo imparziale o disinteressato può basarsi per sviluppare un suo giudizio?

«La più pura delle luci non è oscurata da nessuna nube; il diamante senza macchia è quello che ha il maggior valore. Giudicate quindi gli Spiriti dalla purezza del loro insegnamento. L'unità si farà dalla parte in cui il bene non sarà mai stato mescolato al male; è da questa parte che gli uomini si riuniranno per forza di cose, poiché essi giudicheranno che qui sta la verità. Notate, d'altra parte, che i principi fondamentali sono dappertutto i medesimi ed essi devono unirvi in un pensiero comune: l'amore di Dio e la pratica del bene. Perciò, qualunque sia il modo di progredire che si suppone per le anime, lo scopo finale è il medesimo, e il mezzo per raggiungerlo è anch'esso il medesimo: fare il bene. Ora, non ci sono due maniere di farlo. Se dissidi fondamentali si sollevassero riguardo al principio stesso della dottrina, voi disponete di una regola sicura per valutarli. La regola è questa: la dottrina migliore è quella che meglio soddisfa il cuore e la ragione, e che racchiude il maggior numero di elementi per condurre gli uomini al bene. Questa, ve lo assicuro, è la dottrina che prevarrà.»
Lo SPIRITO DI VERITÀ
OSSERVAZIONE. Le contraddizioni che si presentano nelle comunicazioni spiritiste possono derivare dalle seguenti cause: dall'ignoranza di certi Spiriti; dall'inganno di Spiriti inferiori che, per malizia o cattiveria, dicono il contrario di ciò che ha detto altrove lo Spirito di cui essi usurpano il nome; dalla volontà dello Spirito stesso che parla secondo i tempi, i luoghi e le persone, e può ritenere utile di non dire tutto a tutti; dall'insufficienza del linguaggio umano a esprimere le cose del mondo incorporeo; dall'insufficienza dei mezzi di comunicazione che non sempre permettono allo Spirito di esprimere tutto il suo pensiero; infine dall'interpretazione che ciascuno può dare di una parola o di una spiegazione, a seconda delle sue idee, dei suoi pregiudizi o del punto di vista sotto cui egli osserva la cosa. Soltanto lo studio, l'osservazione, l'esperienza e l'eliminazione di ogni sentimento d'amor proprio possono insegnare a distinguere queste diverse sfumature.




Delle mistificazioni

303. Se è spiacevole essere ingannati, lo è ancor di più essere mistificati. Questo, però, è uno degli inconvenienti da cui è più facile preservarsi. I mezzi per sventare le astuzie degli Spiriti ingannatori si possono ricavare da tutte le istruzioni precedenti. È per questo che noi non ne diremo che poche cose. Qui di seguito troverete le risposte degli Spiriti su questo argomento.

1. Le mistificazioni sono uno degli scogli più spiacevoli dello Spiritismo pratico. Esiste un mezzo per preservarsene?

«Mi sembra che voi possiate trovare la risposta in tutto ciò che vi è stato insegnato. Sì, certo, c'è per questo un mezzo semplice ed è quello di non chiedere allo Spiritismo che quanto esso può e deve darvi. Scopo dello Spiritismo è il miglioramento morale dell'Umanità. Fintantoché voi non vi ne allontanerete da questo obiettivo, non sarete mai ingannati, perché non ci sono due maniere per comprendere la vera morale, quella cioè che può ammettere ogni uomo di buon senso.

Gli Spiriti vengono a istruirvi e a guidarvi sulla strada del bene e non su quella degli onori e della fortuna o per occuparsi delle vostre meschine passioni. Se non si chiedesse loro mai nulla di futile o che fosse fuori dalle loro attribuzioni, non si darebbe alcuna opportunità agli Spiriti ingannatoti; dal che voi dovete concludere che colui che viene mistificato non riceve altro che quanto merita.

Il ruolo degli Spiriti non è quello di ragguagliarvi sulle cose di questo mondo, ma di guidarvi in modo sicuro verso ciò che può esservi utile per l'altro mondo. Quando essi vi parlano delle cose della Terra, è perché sono loro a giudicarlo necessario, e non perché siate voi a chiederlo. Se vedete negli Spiriti i sostituti degli indovini e degli stregoni, è allora che sarete ingannati.

Se gli uomini non avessero che da rivolgersi agli Spiriti per sapere tutto, non avrebbero più il loro libero arbitrio e uscirebbero dalla strada tracciata da Dio per l'Umanità. L'uomo deve agire da sé stesso. Dio non invia gli Spiriti per spianargli la strada materiale della vita, ma per preparargli quella del futuro.»

— Ci sono, però, persone che non chiedono niente e che sono indegnamente ingannate dagli Spiriti, i quali vengono spontaneamente, senza che li si chiami?

«Se esse non chiedono niente, permettono loro di parlare, il che è lo stesso. Se accogliessero con riserva e diffidenza tutto ciò che si discosta dall'oggetto essenziale dello Spiritismo, gli Spiriti leggeri non li prenderebbero per loro zimbelli così facilmente.»

2. Perché Dio permette che delle persone sincere, e che accettano lo Spiritismo in buona fede, siano mistificate? Non potrebbe ciò presentare l'inconveniente di scuotere la loro credenza?

«Se ciò scuotesse la loro credenza, questo vorrebbe dire che la loro fede non è molto solida. Le persone che rinunciassero allo Spiritismo per una semplice disillusione, dimostrerebbero di non averlo compreso e di non avervi aderito dalla parte seria. Dio permette la mistificazione per mettere alla prova la perseveranza dei veri adepti, e per punire coloro che fanno dello Spiritismo un oggetto di divertimento.»

Lo SPIRITO DI VERITÀ

OSSERVAZIONE. L'astuzia degli Spiriti mistificatori supera a volte tutto ciò che si può immaginare. L'arte, con cui essi dispongono le loro batterie e tramano i mezzi per persuadere, sarebbe una cosa curiosa se si trattasse sempre di innocenti scherzi; ma queste mistificazioni possono avere delle sgradevoli conseguenze per coloro che non stanno in guardia. Noi siamo molto felici per aver potuto aprire a tempo gli occhi a parecchie persone, che hanno voluto chiedere il nostro consiglio, e per aver loro risparmiato azioni ridicole e compromettenti. Fra i mezzi che impiegano questi Spiriti, bisogna collocare in prima linea — poiché sono i più frequenti — quei mezzi che hanno per scopo quello di tentare la cupidigia, come la rivelazione di pretesi tesori nascosti, l'annuncio di eredità o altre fonti di ricchezza. Si devono, inoltre, considerare sospette subito, a prima vista, le predizioni in determinate epoche, così come tutte le indicazioni precise che riguardino interessi materiali. Guardarsi anche da ogni procedimento prescritto o consigliato dagli Spiriti, quando il suo scopo non sia eminentemente razionale. Non lasciarsi mai abbagliare dai nomi che prendono gli Spiriti per dare un'apparenza di verità alle loro parole. Diffidare delle teorie e dei sistemi scientifici azzardati e, infine, diffidare di tutto ciò che si discosta dal fine morale delle manifestazioni. Potremmo riempire un volume tra i più curiosi con la storia di tutte le mistificazioni di cui siamo venuti a conoscenza.





Capitolo XXVIII - CIARLATANERIA E FRODE



Medium interessati

304. Siccome tutto può diventare oggetto di speculazione, non ci sarebbe nulla di stupefacente a questo riguardo, se qualcuno volesse sfruttare anche gli Spiriti. Resta da sapere come essi prenderebbero la cosa, se mai una tale speculazione tentasse d'introdursi. Noi diremo subito che niente si presterebbe di più alla ciarlataneria e alla frode di un simile mestiere. Se già si vedono dei falsi sonnambuli, ben di più ancora si vedrebbero dei falsi medium, e questa sola ragione costituirebbe un fondato motivo di diffidenza. Il disinteresse, al contrario, è la risposta più perentoria che si possa contrapporre a coloro che non vedono nei fatti nient'altro che un'abile manovra. Non esiste una ciarlataneria disinteressata. Quale sarebbe allora lo scopo di quelle persone che usassero l'inganno senza profitto, e quando, a maggior ragione, la loro notoria onorabilità li ponesse al disopra di ogni sospetto?

Se il guadagno che un medium potrebbe ricavare dalla sua facoltà può essere motivo di sospetto, giammai questa circostanza costituirà una prova che tale sospetto sia fondato. Infatti egli potrebbe avere una reale attitudine e agire in perfetta buona fede, facendosi retribuire. Vediamo se in questo caso, ci si può ragionevolmente attendere un risultato soddisfacente.

305. Se si è ben compreso ciò che abbiamo detto delle condizioni necessarie per servire da interprete ai buoni Spiriti, delle numerose cause che possono allontanarli, delle circostanze indipendenti dalla loro volontà che sono spesso un ostacolo alla loro venuta e, infine, di tutte le condizioni morali che possono esercitare una influenza sulla natura delle comunicazioni, come potrebbe mai supporsi che uno Spirito — per quanto sia poco elevato — possa, a ogni ora del giorno, essere agli ordini di un impresario di sedute e sottomesso alle sue esigenze, per soddisfare la curiosità del primo venuto? Si conosce l'avversione degli Spiriti per tutto ciò che riguarda l'egoismo e la cupidigia e in quanto poco conto essi tengano le cose materiali. E, con tutto ciò, si vorrebbe ch'essi si prestassero ad aiutare chi vuole trafficare sulle loro manifestazioni! Ma questo ripugna al solo pensiero, e bisognerebbe conoscere ben poco la natura del mondo spiritista per credere che una tal cosa sia possibile. Siccome, però, gli Spiriti leggeri sono meno scrupolosi e non cercano che le occasioni per divertirsi a nostre spese, ne consegue che se non si è mistificati da un falso medium, si avrebbe ogni possibilità di esserlo da qualcuno di tali Spiriti. Queste sole riflessioni danno la misura del grado di fiducia che si dovrebbe accordare alle comunicazioni di questo genere. Del resto, a che cosa servirebbero oggi dei medium pagati, quando, se non la si possedesse in sé stessi, si può trovare questa facoltà nella propria famiglia, tra i propri amici e conoscenti?

306. I medium interessati non sono unicamente quelli che potrebbero esigere una retribuzione fissa, poiché non sempre l'interesse si traduce nella speranza di un guadagno materiale, ma anche in prospettive ambiziose di ogni genere, sulle quali si possono fondare delle speranze personali. E questo è ancora un difetto, che sanno cogliere assai bene gli Spiriti mistificatori, i quali di questo difetto approfittano con abilità e scaltrezza veramente notevoli, cullando con ingannevoli illusioni coloro che si mettono così alle loro dipendenze. Riassumendo, la medianità è una facoltà concessa per compiere il bene, e i buoni Spiriti si allontanano da chiunque pretendesse di farne un suo trampolino di lancio, per giungere a qualsiasi cosa che non rispondesse ai disegni della Provvidenza. L'egoismo è la piaga della società; i buoni Spiriti lo combattono, né si può supporre ch'essi vengano a servirlo. Ciò è così razionale che, su questo punto, sarebbe inutile insistere oltre.

307. I medium a effetti fisici non stanno nella medesima categoria; questi effetti sono generalmente prodotti da Spiriti inferiori meno scrupolosi. Noi però non diciamo che questi Spiriti siano necessariamente malvagi per questo. Uno può essere uno scaricatore ed essere al tempo stesso un onestissimo uomo. Un medium di questa categoria, che volesse sfruttare la sua facoltà, potrebbe dunque avere degli Spiriti che l'assistono senza troppa ripugnanza. Ma qui si presenta ancora un altro inconveniente. Il medium a effetti fisici, non più di quello di comunicazioni intelligenti, non ha ricevuto la facoltà per il suo piacere: essa gli è stata concessa a condizione di farne buon uso, e, s'egli ne abusa, può essergli ritirata, oppure può ben tornare a suo danno, perché in definitiva gli Spiriti inferiori sono agli ordini degli Spiriti superiori.

Gli Spiriti inferiori amano molto mistificare, ma non amano esserlo; se si prestano volentieri allo scherzo e alle cose di pura curiosità, è perché amano divertirsi, non amano però, non meno degli altri, né essere sfruttati né servire da comparse per far aumentare l'incasso. A ogni istante essi dimostrano che hanno la loro volontà, che agiscono quando e come pare loro opportuno, il che prova che il medium a effetti fisici dà ancor meno sicurezza, circa la regolarità delle manifestazioni, del medium scrivente. Pretendere di produrle a ore e giorni fissi, sarebbe dar prova della più profonda ignoranza. Che fare allora per guadagnarsi il denaro? Simulare i fenomeni. È ciò che può avvenire non solo per quelli che ne facciano un mestiere dichiarato, ma anche per persone apparentemente semplici che trovano questo mezzo più facile e più comodo che lavorare. Se lo Spirito non dà, vi si supplisce: ben feconda è l'immaginazione quando si tratta di guadagnar soldi! Essendo l'interesse un legittimo motivo di sospetto, esso dà diritto a un esame rigoroso, di cui nessuno dovrebbe offendersi, senza giustificare i sospetti. Ma quanto il sospetto è in questo caso legittimo, tanto esso è offensivo di fronte a persone onorabili e disinteressate.


308. La facoltà medianica, anche quando limitata alle manifestazioni fisiche, non è stata affatto concessa per farne mostra sulle tavole dei saltimbanchi. E chiunque pretendesse di avere ai suoi ordini degli Spiriti per esibirli in pubblico, potrebbe essere a buon diritto sospettato di ciarlataneria o di prestidigitazione più o meno abile. E sia ciò ben chiaro tutte le volte che si vedranno annunci di pretese sedute di Spiritismo o di Spiritualismo a un tanto a persona. Ci si ricordi, poi, del diritto che si acquista entrando.

Da tutto quanto abbiamo fin qui detto, concludiamo che il disinteresse materiale più assoluto è la miglior garanzia contro la ciarlataneria. Se esso non sempre assicura l'eccellenza delle comunicazioni intelligenti, priva tuttavia i cattivi Spiriti di un potente mezzo di azione e chiude la bocca a certi detrattori dello Spiritismo.

309. Resterebbe, a questo punto, ciò che potrebbero chiamarsi gli imbrogli del dilettante, vale a dire gli inganni innocenti di qualche spiritoso di cattivo gusto. Tali imbrogli potrebbero senza dubbio praticarsi come passatempo in riunioni leggere e frivoli, ma non in assemblee serie dove non si ammettono che persone serie. Si può bene, d'altronde, concedersi il piacere d'una mistificazione momentanea; ma, per giocare questo ruolo per mesi e anni, e ogni volta per parecchie ore consecutive, bisognerebbe essere dotati di una pazienza singolare. Solo un tornaconto qualunque potrebbe dare una simile perseveranza, e l'interesse materiale, lo ripetiamo, può far sospettare di tutto.

310.Si dirà, forse, che un medium che offra il suo tempo al pubblico nell'interesse della causa, non può offrirlo gratuitamente, poiché bisogna pur vivere. Ma è nell'interesse della causa o nel suo ch'egli lo offre, o non piuttosto perché vi intravede un mestiere lucrativo? A tal prezzo si troveranno sempre persone disposte. Non ha dunque egli che questo lavoro a sua disposizione? Non dimentichiamo che gli Spiriti, qualunque sia il loro grado di superiorità e inferiorità, sono le anime dei morti, e che, quando la morale e la religione ci prescrivono come un dovere il rispetto per i loro resti, l'obbligo di rispettare i loro Spiriti è ancora più grande.

Che cosa si direbbe di colui che estraesse un corpo dalla tomba e l'esibisse per denaro, perché questo corpo sarebbe di una natura tale da provocare curiosità? E sarebbe forse meno irrispettoso esibire lo Spirito piuttosto che il corpo, con il pretesto che è più curioso vedere come agisce uno Spirito? E notate bene che il prezzo dei posti sarà in ragione sia del numero di scene ch'egli potrà fare sia dell'attrattiva dello spettacolo. Certamente, anche se da vivo fosse stato un attore, mai avrebbe sospettato che, dopo morto, avrebbe trovato un direttore che gli avrebbe fatto rappresentare gratuitamente la commedia a suo profitto.

Non bisogna dimenticare che le manifestazioni fisiche, come pure le manifestazioni intelligenti, non sono permesse da Dio se non per la nostra istruzione.

311. Messe da parte queste considerazioni morali, noi non contestiamo per nulla il fatto che ci possono essere dei medium interessati onorabili e coscienziosi, poiché ci sono persone oneste in tutti i mestieri. Noi parliamo soltanto dell'abuso. Ma si converrà che, per i motivi che abbiamo esposti, l'abuso ha più ragion d'essere presso i medium retribuiti piuttosto che presso quanti, giudicando la loro facoltà una grazia, l'impiegano solo per rendere un servigio.

Il grado di fiducia o sfiducia, che si può accordare a un medium retribuito, dipende prima di ogni altra cosa della stima che meritano il suo carattere e la sua moralità, e anche dalle circostanze. Il medium che, per uno scopo eminentemente serio e utile, fosse impedito a utilizzare il suo tempo in altra maniera, e fosse per questa ragione esonerato, non può essere confuso con il medium speculatore, con quello, cioè, che con disegno premeditato, facesse della sua medianità una industria. Secondo il motivo e lo scopo, gli Spiriti possono dunque condannare, assolvere o anche favorire. Essi giudicano l'intenzione piuttosto che il fatto materiale.

312. I sonnambuli, che utilizzino la loro facoltà in maniera lucrativa, non rientrano nel medesimo caso. Benché questo sfruttamento sia soggetto ad abusi e benché il disinteresse materiale sia una maggiore garanzia di sincerità, la posizione è differente, tenendo presente che è proprio il loro Spirito che agisce. Egli è, di conseguenza, sempre a loro disposizione — e in realtà essi non sfruttano che sé stessi — poiché sono liberi di disporre della loro persona come meglio credono, mentre i medium speculatori sfruttano le anime dei trapassati (vedere n. 172, "Medium sonnambuli").

313. Noi non ignoriamo che la nostra severità riguardo ai medium calcolatori possa sollevare contro di noi tutti quelli che traggono profitto o sarebbero tentati di trarre profitto da questo nuovo commercio. Tale nostra severità rende nostri acerrimi nemici non solo costoro, ma anche i loro amici, che naturalmente li difendono a spada tratta. Noi ce ne consoliamo, pensando che neppure i mercanti dovevano vedere di buon occhio Gesù che li aveva scacciati dal tempio. Abbiamo contro di noi anche le persone che non ravvisano nella cosa la medesima gravità. Tuttavia noi ci crediamo in diritto di avere un'opinione e di esprimerla, ma non costringiamo nessuno ad adottarla. Se un'immensa maggioranza l'ha condivisa è perché almeno apparentemente la trova giusta. Noi infatti non vediamo come si potrebbe provare che non ci siano più probabilità di trovare la frode e gli abusi nella speculazione piuttosto che nel disinteressamento. Quanto a noi, se i nostri scritti hanno contribuito in Francia e in altri paesi a gettare del discredito sulla medianità interessata, noi crediamo che questo non sarà l'ultimo dei servigi che tali scritti avranno reso allo Spiritismo serio.




Frodi spiritiste

314. Coloro che non ammettono la realtà delle manifestazioni fisiche generalmente attribuiscono a frode gli effetti prodotti. Essi si basano sul fatto che i prestidigitatori abili fanno delle cose che sembrano prodigi, per chi non conosca i loro segreti; da cui concludono che i medium altro non sono che dei giocolieri. Abbiamo già confutato questo argomento, o piuttosto questa opinione, soprattutto nei nostri articoli su Monsieur Home e anche nei numeri del gennaio e febbraio 1859 della Rivista Spiritista. Non ne diremo perciò che poche parole prima di parlare di una cosa più seria.

È, del resto, una considerazione che non sfuggirà a chiunque rifletta un po’. Ci sono senza dubbio dei prestigiatori d'una abilità prodigiosa, ma sono rari. Se tutti i medium praticassero giochi di prestigio, bisognerebbe convenire che quest'arte avrebbe fatto in poco tempo dei progressi inauditi e sarebbe diventata immediatamente comunissima, poiché si troverebbe allo stato innato in persone che di essa quasi non sospettavano, e finanche nei fanciulli.

Per il fatto che ci siano dei ciarlatani che smerciano dubbi intrugli sulle pubbliche piazze, per il fatto che ci siano anche dei medici che, senza andare sulla pubblica piazza, ingannano la fiducia dei loro clienti, ne consegue forse che tutti i medici siano dei ciarlatani e che la classe medica abbia perduto la meritata considerazione? Per il fatto che ci siano individui che vendono acqua tinta per vino, ne consegue forse che tutti i commercianti di vino siano dei sofisticatori e che non esista più vino puro? Si abusa di tutto, anche delle cose più rispettabili, e si può dire che la frode ha anch'essa il suo genio. Ma la frode ha sempre un fine, un interesse materiale qualsiasi; là dove non c'è nulla da guadagnare, non c'è alcun vantaggio a ingannare. Abbiamo anche detto, a proposito dei medium mercenari, che la migliore di tutte le garanzie è un disinteresse materiale assoluto.

315. Di tutti i fenomeni spiritisti, quelli che più si prestano alla frodesono i fenomeni fisici, per dei motivi che è utile prendere in considerazione. Prima di tutto perché, rivolgendosi più agli occhi che all'intelligenza, sono quelli che la prestidigitazione può più facilmente imitare. Secondariamente perché, provocando la curiosità più di altri fenomeni, sono più adatti ad attirare le folle e, di conseguenza, sono più produttivi. Da questo doppio punto di vista, i ciarlatani hanno dunque tutto l'interesse a simulare questa sorta di manifestazioni. Gli spettatori, per la maggior parte estranei alla scienza, vi accorrono generalmente per cercare una distrazione molto più che per cercare una istruzione seria. Ed è risaputo che ciò che diverte è pagato sempre meglio di ciò che istruisce. Ma, a parte questo, c'è un altro motivo non meno categorico. Se la prestidigitazione può imitare degli effetti materiali, per i quali non si ha bisogno che di destrezza, non le riconosciamo, tuttavia, fino a oggi, il dono dell'improvvisazione, che richiede una dose d'intelligenza poco comune, né quello di produrre quei dettati belli e sublimi, spesso pieni di idee così appropriate, che danno gli Spiriti nelle loro comunicazioni. Questo ci fa ricordare il fatto che qui di seguito raccontiamo.

Un uomo di lettere, alquanto conosciuto, venne un giorno a trovarci e ci disse che era un ottimo medium scrivente intuitivo e che si metteva a disposizione della società spiritista. Siccome noi abbiamo per abitudine di non ammettere in società se non i medium le cui facoltà sono a noi note, lo pregammo di voler cortesemente venire prima a fare le sue prove in una riunione particolare. Egli, in effetti, si presentò a questa riunione; parecchi medium sperimentati ci offrirono sia dissertazioni, sia risposte di notevole precisione su questioni da noi proposte e di argomenti a loro sconosciuti. Quando giunse il turno di questo signore, egli scrisse alcune parole insignificanti, disse che quel giorno non era ben disposto, dopodiché non l'abbiamo più rivisto. Egli ha senza dubbio trovato che il ruolo di medium a effetti intelligenti era più difficile da giocarsi di quanto egli non avesse creduto.

316. In tutte le cose, gli individui più facili da ingannare sono quelli che non sono del mestiere. Accade lo stesso con lo Spiritismo. Quelli che non lo conoscono sono facilmente ingannati dalle apparenze, mentre un attento studio preventivo li inizierebbe non solo alla causa dei fenomeni, ma anche alle condizioni normali nelle quali essi possono prodursi, fornendo così loro i mezzi per riconoscere la frode, nel caso essa esista.

317. I medium ingannatori sono stigmatizzati, come giustamente meritano, nella lettera che abbiamo riprodotto nella Rivista Spiritista del mese d'agosto 1861 e che qui di seguito riportiamo.

Parigi, 21 luglio 1861

«Signore,

si può essere in disaccordo su alcuni punti ed essere in perfetto accordo su altri. Ho appena letto, a pagina 213 dell'ultimo numero del vostro giornale, delle riflessioni sulla frode in materia di esperienze spiritualiste (o spiritiste), riflessioni alle quali sono felice di associarmi con tutte le mie forze. Qui, ogni dissenso in materia di teorie e di dottrine scompare come per incanto.

Io non sono forse così severo come voi riguardo ai medium che, sotto una forma dignitosa e opportuna, accettano una remunerazione quale indennità del tempo ch'essi consacrano a esperimenti lunghi e faticosi. Sono però altrettanto severo — e non si potrebbe mai esserlo troppo — riguardo a coloro che, in casi simili, suppliscono, quando se ne offre loro l'occasione, con la truffa e con la frode alla mancanza o all'insufficienza dei risultati promessi e attesi (vedere n. 311).

Mescolare il falso col vero, quando si tratta di fenomeni ottenuti con l'intervento degli Spiriti, è, molto semplicemente, una infamia; e vi sarebbe un annullamento del senso morale in quel medium che credesse di poterlo fare senza scrupoli. Come voi fate perfettamente osservare, sarebbe gettare discredito al riguardo, nello spirito degli indecisi, non appena la frode fosse riconosciuta. Io aggiungerò che ciò significherebbe compromettere nella maniera più deplorevole gli uomini onorabili che prestano ai medium l'appoggio disinteressato delle loro conoscenze e dei loro lumi, che si fanno garanti della loro buona fede e li difendono in qualsiasi sorte. Tutto ciò sarebbe commettere verso di loro un vero tradimento.

Ogni medium di cui fosse provata la colpevolezza di manovre fraudolenti o che fosse preso — per usare un'espressione un po’ ordinaria — con le mani nel sacco, meriterebbe d'essere messo al bando da tutti gli spiritualisti o Spiritisti, per i quali sarebbe un dovere rigoroso smascherarlo o stigmatizzarlo.

Se voi, signore, lo ritenete opportuno, inserite pure queste poche righe nel vostro giornale, poiché esse sono a vostra disposizione.

Vogliate gradire ecc.»
MATHIEU

318. Non tutti i fenomeni spiritisti sono egualmente facili da imitare, e ve ne sono di quelli che evidentemente sfidano ogni abilità di prestidigitazione: tali sono, particolarmente, il movimento degli oggetti senza contatto alcuno con essi, la sospensione dei corpi pesanti nello spazio, i colpi battuti da lati differenti, le apparizioni ecc., salvo l'impiego di trucchi e complicità. È per questo che noi diciamo che quanto bisogna fare in simili casi è osservare attentamente le circostanze, e tener soprattutto conto del carattere e della posizione delle persone, dell'obiettivo e dell'interesse che esse potrebbero avere a ingannare. È questo il migliore di tutti i controlli, poiché ci sono circostanze tali che fanno sparire ogni motivo di sospetto. Noi pensiamo dunque che, per principio, bisogna diffidare di chiunque facesse di questi fenomeni uno spettacolo oppure un oggetto di curiosità o di divertimento, di chiunque pretendesse di produrli a volontà e al momento opportuno, come abbiamo già spiegato. Non lo ripeteremo mai abbastanza: le intelligenze occulte, che a noi si manifestano, hanno le loro suscettibilità, e vogliono dimostrarci che anch'esse hanno il loro libero arbitrio e che non si sottomettono ai nostri capricci (n. 38).

Ci sarà sufficiente segnalare alcuni accorgimenti impiegati, o che è possibile impiegare in certi casi, per premunire contro la frode gli osservatori in buona fede. Quanto alle persone che si ostinano a giudicare, senza approfondire alcunché, cercare di disilluderle sarebbe fatica sprecata.

319. Uno dei fenomeni più comuni è quello dei colpi battuti all'interno stesso del legno, con o senza movimento della tavola o di altro oggetto di cui ci si serve. Questo è uno degli effetti più facili da imitare, sia attraverso il contatto dei piedi, sia provocando dei piccoli scricchiolii nel mobile. Ma c'è una piccola e speciale astuzia che è utile rivelare. Basta posare le palme delle proprie mani sulla tavola e abbastanza vicine perché le unghie dei pollici poggino fortemente l'una contro l'altra; quindi, con un movimento muscolare perfettamente impercettibile, si fa loro subire uno sfregamento che produce un piccolo rumore secco, che presenta una grande analogia con quello della tiptologia intima. Questo rumore si ripercuote nel legno e produce una perfetta illusione. Niente è più facile che far sentire tanti colpi quanti se ne chiedono oppure un rullo di tamburo ecc., oppure rispondere a certe domande con un sì o con un no, o con dei numeri, o anche con l'indicazione delle lettere dell'alfabeto.

Se si è preavvertiti, il mezzo per riconoscere la frode è molto semplice. Essa non è possibile, se le mani sono distanti l'una dall'altra e se ci si è assicurati che nessun altro contatto può produrre il rumore. I colpi reali, d'altronde, offrono questo di caratteristico: cambiano di posto e di timbro a volontà, cosa che non può aver luogo quando ciò è dovuto alla causa che abbiamo segnalato o a qualsiasi altra analoga; lasciano la tavola per portarsi su un mobile qualunque — che nessuno tocca — sui muri, sul soffitto ecc.; e, infine, rispondono a domande non previste (vedere n. 41).

320. La scrittura diretta è ancora più facile da imitare. Senza parlare degli agenti chimici ben conosciuti per far apparire, in un dato tempo, la scrittura sulla carta bianca, il che si può impedire con le più comuni precauzioni, potrebbe accadere che per un abile gioco di prestigio, si sostituisca un foglio con un altro. Potrebbe anche darsi che quello che vuole perpetrare l'inganno possegga l'arte di stornare l'attenzione mentre scrive destramente alcune parole. E, ancora, qualcuno ci ha detto di aver visto una persona scrivere con un pezzo di grafite, dissimulata sotto un'unghia.

321. Il fenomeno del trasferimento di oggetti certamente non si prestameno all'inganno, e si può facilmente essere vittime di un giocoliere più o meno abile senza che ci sia bisogno di aver a che fare con un prestidigitatore di professione. Nel paragrafo speciale che abbiamo qui inserito (n. 96), agli inizi gli Spiriti stessi hanno determinato le condizioni eccezionali nelle quali tale fenomeno può prodursi, da cui si può concludere che l'ottenimento facile e facoltativo può perlomeno essere ritenuto sospetto. La scrittura diretta rientra nel medesimo caso.

322. Nel capitolo "Medium speciali", abbiamo menzionato, in accordo con gli Spiriti,le attitudini medianiche comuni, e quelle che sono invece rare. Conviene dunque diffidare dei medium che pretendono di possedere queste ultime troppo facilmente o che ambiscono a possedere la molteplicità delle facoltà, pretesa che non è giustificata se non molto raramente.

323. Le manifestazioni intelligenti sono, secondo le circostanze, quelle che offrono più garanzie; tuttavia, neppure esse sfuggono all'imitazione perlomeno per quanto concerne le comunicazioni banali e comuni. Si crede di avere maggior sicurezza con i medium meccanici, non solo per ciò che riguarda l'indipendenza delle idee, ma anche per quanto riguarda gli inganni. È per questa ragione che certe persone preferiscono gli intermediari materiali. Ebbene, è un errore! La frode s'insinua dappertutto, e noi sappiamo che, con l'abilità, perfino un canestrello o una tavoletta che scrive possono essere diretti a volontà, con tutte le apparenze dei movimenti spontanei. Ciò che leva tutti i dubbi sono i pensieri espressi, vengano essi da un medium meccanico, intuitivo, auditivo parlante o veggente. Ci sono comunicazioni che sono talmente al di fuori delle idee, delle conoscenze a anche della portata intellettuale del medium, che bisognerebbe ingannarsi in modo ben illogico per attribuirgliele. Noi riconosciamo alla ciarlataneria una grande abilità e feconde risorse, ma ancora non ci risulta che abbia il dono di elargire il sapere a un ignorante o lo spirito a chi non lo abbia.

Riassumendo — e lo ripetiamo — la miglior garanzia sta nella moralità notoria del medium e nell'assenza di tutte le cause d'interesse materiale o di amor proprio che potrebbero stimolare in lui l'esercizio delle facoltà medianiche ch'egli possiede; queste stesse cause, infatti, potrebbero indurlo a simulare quelle facoltà di cui non dispone.





Capitolo XXIX - RIUNIONI E SOCIETÀ SPIRITISTE



Delle riunioni in generale

324. Le riunioni spiritiste offrono grandissimi vantaggi poiché esse permettono che ci si illumini attraverso lo scambio reciproco delle idee, attraverso le domande e le osservazioni che ciascuno può fare e di cui tutti si giovano. Ma per trarne tutti i frutti desiderabili, esse richiedono condizioni speciali, che ora esamineremo, perché sbaglierebbe chi le paragonasse alle comuni riunioni. Del resto, poiché le riunioni sono degli insiemi collettivi, ciò che loro concerne è la naturale conseguenza delle istruzioni precedenti. In esse, perciò, si devono prendere le medesime precauzioni e superare gli stessi ostacoli, proprio come succede per gli individui. È per questo che abbiamo collocato questo capitolo tra gli ultimi.

Le riunioni spiritiste hanno caratteri molto differenti, a seconda dello scopo che in esse ci si propone; anche per questo, le loro condizioni intrinseche devono essere differenti. Secondo la loro natura, esse possono essere frivole, sperimentali o istruttive.

325. Le riunioni frivole si compongono di persone, le quali non vedono che il lato piacevole delle manifestazioni e si divertono delle facezie degli Spiriti leggeri, ai quali piace molto questo genere di assemblee, dove essi hanno ogni libertà di prodursi né mancano di farlo. È qui, in queste riunioni, che si chiede ogni sorta di banalità, che ci si fa predire il futuro dagli Spiriti, che si mette alla prova la loro perspicacia chiedendo di indovinare l'età o ciò che si ha in tasca, di svelare dei piccoli segreti e mille altre cose di pari importanza.

Queste riunioni sono senza conseguenze. Ma siccome gli Spiriti leggeri sono talvolta molto intelligenti e poiché sono in generale d'umore facile e gioviale, qui si verificano sovente delle cose molte curiose, da cui l'osservatore può trarre profitto. Colui che avesse visto solo questo e giudicasse il mondo degli Spiriti secondo questo campione, se ne farebbe un'idea tanto falsa quanto colui che giudicasse tutta la popolazione di una grande città da quella di alcuni quartieri. Il semplice buon senso ci dice che non è possibile che gli Spiriti elevati accedano a tali riunioni, dove gli spettatori non sono di certo più seri degli attori. Se ci si vuole occupare di cose futili, francamente bisogna chiamare degli Spiriti leggeri, così come per divertirsi in società si chiamerebbero dei buffoni, mentre ci sarebbe profanazione a invitarvi nomi venerati, a mescolare il sacro e il profano.

326. Le riunioni sperimentali hanno più specificamente per oggetto la produzione delle manifestazioni fisiche. Per molte persone è uno spettacolo più degno di curiosità che istruttivo. Gli increduli ne escono più stupefatti che convinti, quando non hanno visto nient'altro, e ogni loro pensiero è volto alla ricerca dei trucchi, poiché, non rendendosi conto di nulla, essi suppongono volentieri l'esistenza dei sotterfugi. Ben diversamente avviene per coloro che hanno studiato. Essi comprendono anticipatamente la possibilità dei fenomeni, e l'osservazione di fatti positivi determina in seguito o completa la loro convinzione. Se vi fosse un sotterfugio, essi sarebbero in grado di scoprirlo.

Ciononostante, gli esperimenti di questo genere hanno una utilità che nessuno oserebbe negare, poiché sono quelli che hanno fatto scoprire le leggi che reggono il mondo invisibile, e per molte persone essi costituiscono senza dubbio un poderoso mezzo di convincimento. Ma noi sosteniamo che tali riunioni da sole non possono iniziare alla scienza spiritista più di quanto il semplice fatto di vedere un ingegnoso meccanismo non possa far conoscere la scienza meccanica se non se ne conoscono le leggi. Tuttavia, se esse fossero dirette con metodo e prudenza, si otterrebbero risultati di gran lunga migliori. Ritorneremo su questo argomento fra non molto.

327. Le riunioni istruttive hanno tutt'altro carattere e siccome sono quelle in cui si può attingere il vero insegnamento, noi insisteremo maggiormente sulle condizioni che esse devono soddisfare.

La prima di tutte è di restare seri nel vero senso della parola. Bisogna proprio persuadersi che gli Spiriti ai quali ci si vuole rivolgere sono di una natura del tutto speciale; che, non potendo il sublime allearsi con il triviale né il bene con il male, se si vogliono ottenere buone cose, bisogna rivolgersi a dei buoni Spiriti; che bisogna, come espressa condizione, trovarsi nelle condizioni propizie affinché i buoni Spiriti abbiano proprio voglia di venire. Orbene, degli Spiriti superiori non interverranno nelle assemblee di uomini leggeri e superficiali più di quanto non vi sarebbero intervenuti quand'erano in vita.

Una società non è veramente seria se non alla condizione di occuparsi di cose utili con esclusione di tutte le altre. Se essa aspira a ottenere dei fenomeni straordinari per curiosità o per passatempo, gli Spiriti che li producono potranno anche venire, ma gli altri se ne andranno. In una parola, qualunque sia il carattere di una riunione, essa troverà sempre degli Spiriti disposti ad assecondare le sue tendenze. Una riunione seria si allontana dal suo scopo se abbandona l'insegnamento per il divertimento. Le manifestazioni fisiche, come abbiamo detto, hanno una loro utilità; vadano alle riunioni sperimentali coloro che vogliono vedere; vadano alle riunioni di studio coloro che vogliono comprendere. È così che gli uni e gli altri potranno completare la loro istruzione spiritista, così come, nello studio della medicina, ci sono quelli che frequentano i corsi e quelli che vanno in clinica.


328. L'istruzione spiritista non contempla soltanto l'insegnamento morale dato dagli Spiriti, ma anche lo studio dei fatti. È di sua competenza la teoria di tutti i fenomeni, la ricerca delle cause e, di conseguenza, la constatazione di ciò che è possibile e di ciò che non lo è; in una parola, l'osservazione di tutto ciò che può far progredire la scienza. Orbene, ci sarebbe da ingannarsi se si credesse che i fatti fossero limitati ai fenomeni straordinari; che quelli che colpiscono maggiormente i sensi fossero i soli degni di attenzione. Se ne incontrano a ogni passo nelle comunicazioni intelligenti, e gli uomini riuniti per lo studio non potrebbero ignorarli. Questi fatti, che sarebbe impossibile enumerare, nascono da un immenso numero di circostanze fortuite. Sebbene meno rilevanti, non per questo essi sono meno degni del più alto interesse per l'osservatore, il quale vi trova o la conferma d'un principio conosciuto o la rivelazione d'un principio nuovo, che gli permette di penetrare più a fondo nei misteri del mondo invisibile. In tutto questo c'è anche della filosofia.

329. Le riunioni di studio sono, inoltre, di una immensa utilità per i medium di manifestazioni intelligenti, per quelli, soprattutto che hanno un serio desiderio di perfezionarsi e che non vi partecipano con una sciocca presunzione d'infallibilità. Uno dei grandi scogli della medianità è, come abbiamo già detto, l'ossessione nonché la fascinazione. Essi possono dunque illudersi in perfetta buona fede in relazione al merito di ciò che ottengono, e ben si comprende come gli Spiriti ingannatori abbiano piena libertà d'azione, solo quando hanno a che fare con un cieco. È per questo che essi tengono lontano il loro medium da ogni controllo; ed è ancora per questo che, all'occorrenza, gli fanno anche prendere in odio chiunque potrebbe illuminarlo. Grazie all'isolamento e alla fascinazione, essi possono fargli accettare tutto ciò che vogliono.

Non potremmo ripeterlo mai abbastanza: qui si trova non solo lo scoglio, ma il pericolo. Sì, lo diciamo chiaramente, un vero pericolo. Il solo mezzo, per il medium, di sfuggirgli è l'analisi praticata da persone disinteressate e benevole che, valutando le comunicazioni con sangue freddo e imparzialità, possano aprirgli gli occhi e fargli scorgere ciò che da sé stesso non può vedere. Ora, ogni medium che tema questo giudizio è già sulla strada dell'ossessione; quello che crede che la luce non sia fatta che per lui è completamente soggiogato. S'egli se ne ha a male per le osservazioni, se le respinge, se si adira, non può esserci alcun dubbio sulla cattiva natura dello Spirito che lo assiste.

L'abbiamo già detto, un medium può mancare delle conoscenze necessarie per comprendere gli errori; può lasciarsi ingannare da parole solenni e da un linguaggio pretenzioso; essere sedotto da certi sofismi, il tutto con la miglior buona fede del mondo. È per questo che, in mancanza di propri lumi, si deve umilmente far ricorso a quelli degli altri, secondo questi due adagi: "quattro occhi vedono meglio di due" e "nessuno è mai buon giudice nella sua stessa causa". È da questo punto di vista che le riunioni sono di grandissima utilità per il medium, se egli è abbastanza avveduto da ascoltare gli avvertimenti. Qui, infatti, si troveranno persone più illuminate di lui, le quali noteranno quelle sfumature, spesso appena percettibili, attraverso cui lo Spirito svela la sua natura inferiore.

Ogni medium che desideri sinceramente non essere vittima dell'inganno, deve cercare di prodursi nelle riunioni serie e di apportarvi quanto di particolare riesce a ottenere; deve inoltre accettare con riconoscenza, anzi sollecitare, l'esame critico delle comunicazioni che riceve. Se egli è il bersaglio di Spiriti ingannatori, questo è il mezzo più sicuro per sbarazzarsene provando loro ch'essi non possono ingannarlo. D'altronde il medium che si irrita per delle critiche non ne ha alcun motivo, poiché il suo amor proprio non ne è affatto coinvolto. Infatti quanto dice non è detto da lui ed egli non è perciò più responsabile di quanto lo sarebbe se leggesse i versi di un cattivo poeta.

Abbiamo insistito su questo punto, perché, se c'è qui uno scoglio per i medium, ce n'è uno anche per quelle riunioni per le quali è importante non accordare con leggerezza fiducia a tutti gli interpreti degli Spiriti. Il concorso di qualsiasi medium ossesso sarebbe per tali riunioni più nocivo che utile; esse dunque non devono accoglierlo. Noi pensiamo di esserci inoltrati in sufficienti spiegazioni perché sia loro impossibile ingannarsi sui caratteri dell'ossessione, nel caso in cui il medium non sia in grado di riconoscerla lui stesso. Una delle caratteristiche più salienti è senza dubbio la pretesa d'essere lui il solo ad aver regione contro tutti. I medium ossessi che non vogliono convenirne assomigliano a quei malati che si fanno delle illusioni sulla loro salute e si perdono per non essersi sottoposti a un regime salutare.

330. Ciò che una riunione seria deve proporsi di fare è di scartare gli Spiriti mentitori: essa sarebbe in errore se, grazie al suo scopo e alla qualità dei suoi medium, si credesse al riparo degli inganni. Invece essa non lo sarà, fintantoché non si troverà essa stessa in condizioni favorevoli.

Per ben comprendere ciò che accade in questa circostanza, preghiamo il lettore di riferirsi a ciò che abbiamo detto più sopra, al n. 231, nel capitolo "Influenza dell'ambiente". Bisogna rappresentarsi ciascun individuo come attorniato da un certo numero di accompagnatori invisibili che s'identificano con il suo carattere, i suoi gusti e le sue inclinazioni; quindi ogni individuo che si presenti in una riunione conduce con sé degli Spiriti che gli sono simpatici. A seconda del loro numero e della loro natura, questi seguaci possono esercitare sull'assemblea e sulle comunicazioni un'influenza buona o cattiva. Una riunione perfetta sarebbe quella i cui membri, tutti animati da un eguale amore per il bene, conducessero con sé soltanto buoni Spiriti. In mancanza della perfezione, la migliore sarà quella riunione dove il bene supererà il male. E ciò è troppo logico, perché sia necessario insistere.

331. Una riunione è un modo d'essere collettivo le cui qualità e proprietà sono la risultante di tutte quelle dei suoi membri e formano come un fascio; ora, questo fascio avrà tanta più forza quanto più sarà omogeneo. Se si è ben compreso ciò che è stato detto (n. 282, domanda 5) sulla maniera con cui gli Spiriti sono avvertiti del nostro appello, si comprenderà facilmente la potenza dell'associazione del pensiero degli astanti. Se lo Spirito è per qualche verso colpito dal pensiero come noi lo siamo dalla voce, venti persone che si unissero in una medesima intenzione avranno necessariamente più forza di una sola. Ma perché tutti questi pensieri concorrano al medesimo scopo, è necessario che essi vibrino all'unisono, che si fondano, per così dire, in uno solo, cosa che non può aver luogo senza il raccoglimento.

D'altronde, lo Spirito, arrivando in un ambiente totalmente simpatico, vi si trova più a suo agio e, incontrandovi soltanto degli amici, vi si presenta più volentieri ed è più disposto a rispondere. Chiunque abbia seguito con qualche attenzione le manifestazioni spiritiste intelligenti ha potuto convincersi di questa verità. Se i pensieri sono divergenti, ne deriva un conflitto d'idee alquanto sgradevole per lo Spirito e, di conseguenza, nocivo alla manifestazione. È la stessa cosa per un uomo che debba parlare in un'assemblea. Se sente che tutti i pensieri che convergono su di lui sono simpatici e benevoli, l'impressione ch'egli ne riceve reagisce sulle sue stesse idee dando a esse più vivacità; l'unanimità di questo concorso esercita su di lui una sorta di azione magnetica che decuplica i suoi mezzi, mentre l'indifferenza o l'ostilità lo turbano o lo paralizzano. Orbene, gli Spiriti, ben più impressionabili degli umani, devono, senza dubbio, subire ancora di più l'influenza dell'ambiente.

Ogni riunione spiritista deve tendere all'omogeneità il più possibile. È chiaro che noi parliamo di quelle riunioni che tendono a risultati seri e veramente utili. Se si vogliono semplicemente ottenere delle comunicazioni quali che siano, senza preoccuparsi della qualità di coloro che le danno, è evidente che tutte queste precauzioni non sono necessarie, ma allora non ci si deve lamentare della qualità del prodotto.

332. Essendo raccoglimento e comunione dei pensieri le condizioni essenziali di ogni riunione seria, ben si comprende come un numero eccessivo di astanti debba essere una delle cause più contrarie all'omogeneità. Non v'è certamente alcun limite assoluto a questo numero, e si capisce che cento persone, sufficientemente raccolte e attente, si troveranno in condizioni migliori di dieci che fossero distratte e rumorose. Ma è anche evidente che più il numero è grande, più queste condizioni sono difficili da raggiungersi. È d'altronde un fatto provato dall'esperienza che le piccole cerchie intime sono sempre più favorevoli alle belle comunicazioni, e ciò per i motivi che abbiamo già sviluppato.

333. C'è ancora un altro punto, non meno necessario, ed è la regolarità delle riunioni. In tutte, vi sono sempre degli Spiriti che si potrebbero definire frequentatori abituali, e non intendiamo con questo riferirci a quegli Spiriti che si incontrano dappertutto e di tutto s'immischiano. Ma a quelli che sono o gli Spiriti protettori o coloro cui ci si rivolge più di sovente. Non si deve credere, tuttavia, che questi Spiriti non abbiano nient'altro da fare che stare ad ascoltare noi. Essi hanno le loro occupazioni e possono, d'altronde, trovarsi in condizioni non idonee per essere evocati. Quando le riunioni hanno luogo a ore e giorni fissi, essi si preparano di conseguenza, ed è raro che manchino. Ve ne sono anzi di quelli che portano all'eccesso la loro puntualità; si formalizzano per un quarto d'ora di ritardo e se stabiliscono essi stessi il momento di un colloquio, invano li si chiamerebbe qualche minuto prima. Aggiungiamo tuttavia che, benché gli Spiriti preferiscano la regolarità, coloro che appartengono a un ordine veramente superiore non sono meticolosi fino a questo punto. L'esigenza di una puntualità rigorosa è un segno di inferiorità, come tutto ciò che è puerile. Al di fuori, però, delle ore consacrate, essi possono senza dubbio venire, e vengono anche volentieri se lo scopo è utile. Ma niente è più nocivo alle buone comunicazioni che il chiamarli a vanvera, quando ce ne viene voglia e, soprattutto, senza seri motivi. Siccome essi non sono affatto tenuti a sottomettersi ai nostri capricci, potrebbero benissimo non scomodarsi; ed è a questo punto soprattutto che altri potrebbero prendere il loro posto e il loro nome.




Delle società propriamente dette

334. Tutto ciò che abbiamo detto sulle riunioni in generale si applica naturalmente alle società regolarmente costituite; queste tuttavia devono lottare contro alcune difficoltà particolari che nascono dal legame stesso che unisce i suoi membri. Essendoci stati richiesti più volte dei chiarimenti, li riassumeremo qui in poche parole.

Lo Spiritismo sta appena nascendo ed è ancora troppo diversamente apprezzato, troppo poco compreso nella sua essenza da un grande numero di adepti, perché sia in grado di offrire un legame forte tra i membri di un qualcosa che possa chiamarsi associazione. Questo legame può esistere soltanto tra coloro che ne vedono il fine morale, lo comprendono e lo applicano a sé stessi. Tra coloro che non vi scorgono che fatti più o meno curiosi, non potrebbe esserci un legame serio. In effetti, mettendo costoro i fatti al disopra dei principi, una semplice divergenza sul modo di giudicarli potrebbe dividerli. Non è lo stesso per i primi, poiché sulla questione morale non possono esistere due modi diversi di vedere. C'è anche da osservare che, ovunque essi si incontrino, una confidenza reciproca attira gli uni verso gli altri; la mutua benevolenza, che regna tra di loro, allontana l'imbarazzo e la soggezione che nascono dalla suscettibilità, dall'orgoglio che scatta alla minima contraddizione, dall'egoismo che rapporta tutto a sé. Una società dove tali sentimenti regnassero senza riserve, dove ci si riunisse con lo scopo di istruirsi secondo gli insegnamenti degli Spiriti — e non con la speranza di vedere delle cose più o meno interessanti o per far prevalere la propria opinione — una tale società, ammettiamolo, sarebbe non solo vitale, ma indissolubile. La difficoltà di riunire numerosi elementi sia pure omogenei, ci porta a dire che da questo punto di vista, nell'interesse degli studi e per il bene della cosa stessa, le riunioni spiritiste devono mirare a moltiplicarsi attraverso piccoli gruppi piuttosto che cercare di costituirsi in grandi agglomeramenti. Questi gruppi, corrispondendo tra di loro, visitandosi, trasmettendosi le loro osservazioni, possono fin d'ora formare il nucleo della grande famiglia spiritista, la quale raggrupperà un giorno tutte le opinioni e unirà gli uomini in un medesimo sentimento di fraternità, caratterizzato dalla carità cristiana.

335. Noi abbiamo visto quale importanza abbia la uniformità di sentimenti per il conseguimento di buoni risultati. Questa uniformità è necessariamente tanto più difficile da ottenere quanto più grande è il numero. Nelle aggregazioni poco numerose, ci si conosce meglio, si è più sicuri degli elementi che qualcuno vi introduce; silenzio e raccoglimento vi si incontrano più facilmente e tutto vi accade come in famiglia. Le grandi assemblee escludono l'intimità, a causa della varietà degli elementi di cui si compongono. Esse esigono dei locali speciali, delle risorse economiche e un apparato amministrativo, tutte cose inutili nei piccoli gruppi. La divergenza dei caratteri, delle idee, delle opinioni qui viene dilatata e offre agli Spiriti perturbatori maggiori occasioni per seminarvi la discordia. Più la riunione è numerosa, più è difficile accontentare tutti, poiché ciascuno vorrebbe che i lavori fossero diretti a suo piacimento e che ci si occupasse di preferenza dei soggetti che più lo interessano. Alcuni credono che il titolo di socio dia loro il diritto d'imporre il proprio modo di vedere. Da qui i conflitti e una causa di malessere che portano prima o poi alla disunione, quindi alla dissoluzione, sorte di tutte le società, qualunque ne sia l'oggetto. I piccoli comitati non sono soggetti alle medesime fluttuazioni. La caduta di una grande società sarebbe un fallimento evidente per la causa dello Spiritismo, e i suoi nemici non mancherebbero di avvalersene. La dissoluzione di un piccolo gruppo, invece, passa inosservata, e, d'altra parte, se uno si disperde, altri venti se ne costituiscono a fianco. Orbene, venti gruppi tra le quindici e le venti persone otterranno di più e faranno di più, per la propaganda, di un'assemblea di trecento o quattrocento persone.

Senza dubbio, si dirà che i membri di una società, i quali agissero come abbiamo appena illustrato, non sarebbero dei veri Spiritisti, poiché il primo dovere che impone la Dottrina è quello della carità e della benevolenza. Ciò è perfettamente giusto. Perciò, coloro che la pensano così degli Spiritisti di nome, piuttosto che di fatto. Essi non appartengono sinceramente alla terza categoria (vedere n.28); ma chi dice che essi meritino almeno il semplice appellativo di Spiritisti? Qui si presenta una considerazione che non è destituita di gravità.

336. Non dimentichiamo che lo Spiritismo ha dei nemici interessati a ostacolare la marcia e che vedono con dispetto i suoi successi. I nemici più pericolosi non sono però quelli che lo attaccano apertamente, ma quelli che agiscono nell'ombra; costoro lo accarezzano con una mano e lo dilaniano con l'altra. Questi esseri malvagi si insinuano ovunque e possono fare del male. Siccome essi sanno che l'unione è una potenza, cercano di distruggerla gettando i pomi della discordia. Chi ci dice allora che quanti, nelle riunioni, seminano turbamento e zizzania non siano degli agenti provocatori, interessati al disordine? A colpo sicuro, non sono Spiritisti né veri né buoni. Essi non potranno fare mai niente di buono e molto possono fare di male. Si comprende come essi abbiano molta più facilità a intrufolarsi nelle riunioni numerose piuttosto che nei piccoli comitati dove tutti si conoscono tra loro. Grazie a occulti intrighi, che passano inosservati, essi seminano il dubbio, la diffidenza e il disamore. Sotto l'apparenza di un ipocrita interesse per la cosa, essi criticano tutto, formano dei conciliaboli e delle cricche che ben presto rompono l'armonia dell'assemblea. Ed è proprio ciò che vogliono. Di fronte a tali individui, fare appello ai sentimenti di carità e di fraternità è parlare a dei sordi volontari, poiché il loro scopo è precisamente quello di distruggere questi sentimenti che sono il più grande ostacolo ai loro intrighi. Questo stato di cose, sgradevole in tutte le società, lo è ancor di più nelle società spiritiste, poiché, qualora non causi una rottura, senza dubbio procura una preoccupazione incompatibile con il raccoglimento e l'attenzione.

337. Se la riunione ha preso una cattiva strada, si dirà, uomini sensati e ben intenzionati non hanno forse il diritto di critica? Devono essi lasciar passare il male, approvarlo con il loro silenzio? Senza dubbio è un loro diritto: di più, è un dovere. Ma se la loro intenzione è realmente buona, essi manifesteranno le loro opinioni con buona creanza e benevolenza, apertamente e non con sotterfugi. Se però non ci fosse seguito, si ritirino. Infatti, non sarebbe concepibile che colui che non avesse alcun secondo fine si ostinasse a restare in una società, dove si facessero cose che fossero per lui sconvenienti.

Si può dunque stabilire per principio che chiunque, in una riunione spiritista, istighi al disordine e alla disgregazione, apertamente o di nascosto e con qualsiasi mezzo, è o un agente provocatore o, quanto meno, un pessimo Spiritista, di cui non è mai troppo presto sbarazzarsi. Ma gli impegni stessi che legano tutti i membri vi pongono spesso ostacolo. È per questo che conviene evitare gli impegni indissolubili: gli uomini dabbene sono sempre abbastanza impegnati; i malintenzionati lo sono sempre troppo.

338. Oltre alle persone notoriamente malevole, che si intrufolano nelle riunioni, vi sono quelle che, per carattere, portano dappertutto lo scompiglio con sé, ovunque esse si trovino. Non si è, dunque mai troppo circospetti riguardo ai nuovi elementi che vi vengono introdotti. I più pericolosi, in questo caso, non sono gli ignoranti riguardo alla materia e neppure quelli che non credono: la fede si acquisisce soltanto attraverso l'esperienza, e ci sono persone che desiderano illuminarsi di buona fede. Quelli da cui, soprattutto, bisogna guardarsi sono gli individui dai sistemi preconcetti, egualmente dagli increduli che dubitano di tutto, anche dell'evidenza; bisogna poi guardarsi dagli orgogliosi, che pretendono di essere i soli a essere infusi della luce del sapere, vogliono imporre ovunque la loro opinione e guardano con disprezzo chiunque non la pensi come loro. Non lasciatevi illudere dal loro preteso desiderio di istruirsi; ne incontrereste più d'uno arrabbiatissimo per esser costretto ad ammettere che si è sbagliato. Guardatevi specialmente da quegli scialbi difensori che vogliono sempre avere l'ultima parola e da quelli che non si compiacciono se non nella contraddizione. Gli uni e gli altri fanno solo perdere tempo, senza alcun vantaggio neppure per sé stessi. Gli Spiriti non amano le parole inutili.

339. Vista la necessità di evitare ogni causa di turbamento e di distrazione, una società spiritista che si stia organizzando deve prestare ogni sua attenzione alle misure adatte a togliere ai fautori di disordini i mezzi per nuocere e a facilitare il più possibile il loro allontanamento. Le piccole riunioni, per il buon funzionamento delle sedute, non hanno bisogno che di un regolamento disciplinare molto semplice. Le società regolarmente costituite esigono una organizzazione più completa; la migliore sarà quella i cui ingranaggi saranno i meno complicati. Le società e le riunioni potranno attingere ciò che sarà loro applicabile, o ciò che esse crederanno utile, nel regolamento della Società Parigina degli Studi Spiritisti, che abbiamo qui inserito, più avanti.

340. Le società piccole o grandi e tutte le riunioni, qualunque ne sia l’importanza, devono lottare contro un altro scoglio. I fautori di perturbamenti non si trovano solo nel loro seno, essi si trovano egualmente nel mondo invisibile. Allo stesso modo che vi sono Spiriti protettori per le società, le città e i popoli, così Spiriti malefici si attaccano ai gruppi come agli individui. Essi si attaccano dapprima ai più deboli, ai più accessibili, cercando di farne dei loro strumenti, e progressivamente fanno in modo di circuire le masse; perché il loro piacere maligno si sviluppa in ragione del numero di coloro che essi riescono a tenere sotto il loro giogo. Tutte le volte dunque che, all'interno di un gruppo, una persona cade nella loro trappola, bisogna dirsi che c'è un nemico in campo, un lupo nell'ovile, e che ci si deve mettere in guardia, poiché è più che probabile ch'egli moltiplicherà i suoi tentativi. Se non lo si scoraggia con un'energica resistenza, l'ossessione diventerà allora come un male contagioso che si manifesterà nei medium attraverso la perturbazione della medianità e negli altri con l'ostilità dei sentimenti, la perversione del senso morale e lo squilibrio armonico. Siccome il più potente antidoto di questo veleno è la carità, è proprio la carità ch'essi cercheranno di soffocare. Non bisogna quindi attendere che il male sia diventato incurabile per porvi rimedio; e neppure bisogna attenderne i primi sintomi. Ma occorre soprattutto darsi da fare per prevenirlo. Per questo, due sono i mezzi efficaci se ben impiegati: la preghiera fatta di cuore e lo studio attento dei più piccoli segni che rivelino la presenza di Spiriti mistificatori. Il primo mezzo attrae i buoni Spiriti che non assistono con zelo che coloro i quali li incoraggiano con la loro fiducia in Dio; l'altro mezzo dimostra ai malvagi che essi hanno a che fare con persone sufficientemente accorte e sensate da non lasciarsi ingannare.

Se uno dei membri del gruppo subisse l'influenza dell'ossessione, tutti gli sforzi dovranno tendere, fin dai primi indizi, ad aprirgli gli occhi — nel timore che il male si aggravi — in modo da inculcare in lui sia il convincimento che sta per essere ingannato, sia il desiderio di assecondare coloro che lo vogliono liberare.

341. L'influenza dell'ambiente è la conseguenza della natura degli Spiriti e del loro modo di agire sugli esseri viventi. Da questa influenza ciascuno può dedurre da sé stesso le condizioni più favorevoli per una società che aspiri a ingraziarsi la simpatia dei buoni Spiriti e a ottenere solo buone comunicazioni, allontanando gli Spiriti malvagi. Queste condizioni rientrano nelle disposizioni morali degli astanti; esse si riassumono nei seguenti punti:

Perfetta comunione di vedute e di sentimenti;

Benevolenza reciproca fra tutti i membri;

Rinuncia a ogni sentimento contrario alla vera carità cristiana;

Unico desiderio: quello di istruirsi e migliorarsi attraverso l'insegnamento dei buoni Spiriti, e messa a profitto dei loro consigli. Chiunque sia persuaso che gli Spiriti superiori si manifestino allo scopo di farci progredire e non per il nostro piacere, comprenderà come essi siano costretti ad allontanarsi da quanti si limitano ad ammirare il loro stile, senza ricavarne alcun frutto, e da quanti stimano l'importanza delle sedute soltanto dall'interesse più o meno grande che esse offrono, a seconda dei loro gusti particolari;

Esclusione di tutto ciò che, nelle comunicazioni richieste agli Spiriti, avesse solo uno scopo di curiosità;

Rispettoso silenzio e raccoglimento durante i colloqui con gli Spiriti;

Associazione di tutti gli astanti, attraverso il pensiero, all'appello fatto agli Spiriti che vengono evocati;

Concorso dei medium dell'assemblea con rinuncia di ogni sentimento di orgoglio, di amor proprio e di supremazia, e con l'unico desiderio di rendersi utili.

Sono forse così difficili da osservarsi queste condizioni, che non le si possa soddisfare? Noi non lo pensiamo. Al contrario, noi speriamo che le riunioni veramente serie — siccome già ne esistono in diverse località — si moltiplichino, e non esitiamo a dire che è a loro che lo Spiritismo dovrà la sua più vasta diffusione. Riunendo uomini onesti e coscienziosi, tali riunioni imporranno il silenzio alle critiche, e più le loro intenzioni saranno pure, più esse saranno rispettate, perfino dai loro avversari. Quando la derisione attacca il bene, cessa di far ridere: essa si rende semplicemente spregevole. Sarà nelle riunioni di questo genere che si stabiliranno, per forza di cose, un vero legame di simpatia e una mutua solidarietà, che contribuiranno al progresso generale.

342. Sarebbe un errore credere che le riunioni dove ci si occupi più specificamente delle manifestazioni fisiche siano fuori da questa armonia fraterna, e che escludano ogni pensiero serio. Se esse, però, non richiedono condizioni così rigorose, non è che vi si possa impunemente assistere con leggerezza; e ci si sbaglierebbe se si credesse che il concorso degli astanti fosse lì completamente nullo. Si ha, invece, prova del contrario nel fatto secondo cui, spesso, le manifestazioni di questo genere, anche se provocate da potenti medium, non possono prodursi in certi ambienti. Ci sono dunque, anche per questo, delle influenze contrarie, e queste influenze non possono attribuirsi che al disaccordo oppure alla ostilità dei sentimenti, tutti motivi che paralizzano gli sforzi degli Spiriti.

Le manifestazioni fisiche, come abbiamo detto, hanno una grande utilità. Esse aprono un vasto campo all'osservatore, poiché c'è tutto un ordine di fenomeni insoliti, che si svolge davanti ai suoi occhi e le cui conseguenze sono immense. Un'assemblea può dunque occuparsene con obiettivi serissimi, ma non potrebbe raggiungere il suo obiettivo né come studio né come mezzo di convincimento, se non si ponesse nelle condizioni favorevoli. La prima di tutte è, non la fede degli astanti, ma il loro desiderio di illuminarsi, senza secondi fini, senza il partito preso di rigettare anche l'evidenza. La seconda condizione è la limitazione del numero, per evitare la mescolanza di elementi eterogenei. Anche se le manifestazioni fisiche sono generalmente prodotte dagli Spiriti meno avanzati, non per questo esse hanno uno scopo meno provvidenziale, e i buoni Spiriti le favoriscono tutte le volte che esse possono dare un risultato utile.




Soggetti di studio

343. Quando si sono evocati i propri parenti e amici, o alcuni personaggi celebri per confrontare le loro opinioni dell'aldilà con quelle che essi sostenevano da vivi, ci si è spesso trovati in imbarazzo nell'alimentare con loro la conversazione senza cadere nella banalità e futilità. Molte persone, inoltre, pensano che Il Libro degli Spiriti abbia esaurito la serie di domande riguardanti la morale e la filosofia. È un errore. Per questo giudichiamo utile indicare la fonte da cui si possono attingere argomenti di studio, per così dire, illimitati.

344. Se l'evocazione degli uomini illustri e degli Spiriti superiori è eminentemente utile per l'insegnamento che essi ci offrono, non lo è meno quella degli Spiriti ordinari, benché essi siano incapaci di risolvere le questioni di grande portata. Attraverso la loro inferiorità si rivelano da sé stessi, e quanto minore è la distanza che li separa da noi, tanto più noi vi troviamo delle attinenze con la nostra stessa situazione, senza contare che essi ci offrono spesso dei tratti caratteristici del più alto interesse, come abbiamo già spiegato al n. 281, parlando dell'utilità delle evocazioni particolari. Ciò è dunque una miniera inesauribile di osservazioni, anche quando si prendano in considerazione solo uomini la cui vita presenti qualche particolarità in relazione al genere di morte, all'età, alle buone o cattive qualità, alla loro posizione felice o infelice sulla Terra, alle abitudini, allo stato mentale ecc.

Con gli Spiriti elevati, il quadro degli studi si amplia. Oltre alle domande psicologiche, che hanno un limite, si può loro proporre una infinità di problemi morali, che spaziano all'infinito su tutte le situazioni della vita, sulla condotta migliore da tenersi nella tale o talaltra circostanza, sui nostri reciproci doveri ecc. Il valore dell'istruzione che uno riceve su un tema qualsiasi, morale, storico, filosofico o scientifico, dipende interamente dallo stato dello Spirito che viene interrogato. Sta a noi giudicare.


345. Oltre alle evocazioni propriamente dette, le comunicazioni spontanee offrono degli argomenti di studio all'infinito. Esse consistono nell'attendere l'argomento che agli Spiriti piace trattare. Numerosi medium possono, in questo caso, lavorare simultaneamente. A volte si può fare appello a un determinato Spirito; più comunemente si attendono quelli che vogliono presentarsi, e se ne presentano spesso e nella maniera più imprevista. Queste comunicazioni possono in seguito dar luogo a una infinità di quesiti il cui tema si trova così bell'e pronto. Essi devono poi essere commentati con cura per studiare tutte le idee che racchiudono e giudicare se portano con sé un suggello di verità. Questo esame, fatto con severità, è, come abbiamo detto, la miglior garanzia contro l'intrusione di Spiriti ingannatori. Per questo motivo, così come per l'istruzione di tutti, potrà essere data conoscenza delle comunicazioni ottenute fuori delle riunioni. Come si vede, c'è qui una fonte inesauribile di elementi seri e istruttivi.

346. Elenchiamo qui di seguito come possono essere regolati i lavoridi ciascuna seduta.

1º Lettura delle comunicazioni spiritiste ottenute nell'ultima seduta, stese in bella copia.

Relazioni diverse — Corrispondenza — Lettura delle comunicazioni ottenute fuori dalle sedute — Relazione di fatti inerenti allo Spiritismo.

Materia di studio — Dettati spontanei — Questioni diverse e problemi morali proposti agli Spiriti — Evocazioni.

Conferenza — Esame critico e analitico delle diverse comunicazioni — Discussioni sui diversi punti della scienza spiritista.

347. I gruppi nascenti a volte sono impediti nei loro lavori dalla mancanza di medium. I medium sono sicuramente uno degli elementi essenziali delle riunioni spiritiste ma non ne sono l'elemento indispensabile, e si avrebbe torto a pensare che in mancanza di essi non si riuscirebbe a fare nulla. Senza dubbio, coloro che si riuniscono solo a scopo di sperimentazione, senza medium, non possono fare più di quanto possano fare senza strumenti dei musicisti in un concerto. Ma coloro che hanno in programma lo studio serio hanno mille temi di cui occuparsi, così utili e vantaggiosi che potrebbero agire da sé stessi. D'altra parte, le riunioni che hanno abitualmente dei medium possono accidentalmente ritrovarsene sguarnite, e sarebbe spiacevole che i suoi membri credessero di non dovere fare altro, in questi casi, che ritirarsi. Gli Spiriti stessi possono di tanto in tanto, metterli in questa situazione, al fine di insegnar loro a fare a meno di essi. Noi diremo di più: è cioè necessario, per mettere a frutto i loro insegnamenti, consacrare un certo tempo alla meditazione. Le società scientifiche non sempre hanno a disposizione gli strumenti d'osservazione, ma non per questo si trovano in imbarazzo nel trovare degli argomenti di discussione. In assenza di poeti e oratori, le società letterarie leggono e commentano le opere di autori antichi e moderni. Le società religiose meditano sulle Scritture; le società spiritiste devono fare lo stesso, ed esse trarranno un grande vantaggio per il loro avanzamento, fissando delle conferenze nelle quali si leggerà e si commenterà tutto ciò che può riguardare lo Spiritismo, sia il pro sia il contro. Da questa discussione, in cui ciascuno apporta il tributo delle sue riflessioni, scaturiscono raggi di luce, che in una lettera individuale passerebbero inosservati. A fianco delle opere speciali, i giornali pullulano di fatti, racconti, avvenimenti e brani riguardanti vizi o virtù, i quali sollevano gravi problemi morali che solo lo Spiritismo può risolvere, e questo è ancora un mezzo per provare che esso si adatta a tutte le branche dell'ordine sociale. Noi sosteniamo che una società spiritista che organizzasse il suo lavoro in questo senso, procurandosi il materiale necessario, non troverebbe sufficiente tempo da dedicare alle comunicazioni dirette degli Spiriti. È per questo che noi richiamiamo su questo punto l'attenzione delle riunioni veramente serie, di quelle che hanno a cuore più l'istruirsi che il cercare un passatempo (vedere n. 207, capitolo "Formazione dei medium").




Rivalità tra le società

348. Le riunioni che si occupano esclusivamente delle comunicazioni intelligenti e quelle che si consacrano allo studio delle manifestazioni fisiche hanno ciascuna la loro missione. Né le une né le altre si troverebbero nel vero spirito dello Spiritismo se non si vedessero di buon occhio tra loro, e quella che gettasse pietre contro l'altra dimostrerebbe così soltanto la cattiva influenza da cui è dominata. Tutte devono concorrere, sia pure per vie diverse, allo scopo comune che è la ricerca e la diffusione della verità. Il loro antagonismo, che non sarebbe altro che l'effetto di un orgoglio sovreccitato, fornendo armi ai detrattori non potrebbe che nuocere alla causa che esse pretendono di difendere.

349. Queste ultime riflessioni si applicano in egual misura a tutti i gruppi, che potrebbero comunque differire su alcuni punti della Dottrina. Come abbiamo già detto nel capitolo "Delle contraddizioni", queste divergenze si riferiscono, quasi sempre a degli accessori, spesso anche a dei semplici termini. Ci sarebbe dunque della puerilità nel formare un gruppo a parte solo perché non si pensa esattamente la stessa cosa. Ma peggio ancora sarebbe, se i differenti gruppi di una stessa città si guardassero l'un l'altro con invidia. Si potrebbe comprendere l'invidia tra persone che si facessero concorrenza e potessero arrecarsi un danno materiale; ma, quando non c'è speculazione, l'invidia non può essere che una meschina competizione tra l'amor proprio dell'una e dell'altra parte. Siccome, in definitiva, non c'è società che possa riunire nel suo seno tutti gli adepti, quelle che sono animate dal vero desiderio di diffondere la verità, e il cui fine è unicamente morale, devono assistere con piacere al moltiplicarsi dei gruppi e, se concorrenza c'è tra di loro, ciò deve diventare una gara tra chi farà maggiormente del bene. Quei gruppi che pretendessero di essere nel vero, con esclusione degli altri, dovrebbero dimostrarlo prendendo come motto: Amore e carità; questo infatti, deve essere il motto di ogni vero Spiritista. Vogliono essi avvalersi della superiorità degli Spiriti che li assistono? Lo provino con la superiorità degli insegnamenti che ricevono e con la loro applicazione su sé stessi: è questo un criterio infallibile per riconoscere distinguere quelli che sono sulla strada migliore.

Alcuni Spiriti, più presuntuosi che razionali, tentano a volte d'imporre dei sistemi insoliti e impraticabili, grazie ai nomi venerati con cui si adornano. Il buon senso fa ben presto giustizia di queste utopie, ma intanto esse possono seminare il dubbio e l'incertezza fra gli adepti. Da qui, spesso, una causa di momentanei dissensi. Oltre ai mezzi che abbiamo indicato per valutare questi sistemi, c'è un altro criterio che dà la misura del loro valore: è il numero di seguaci ch'essi reclutano. La ragione ci dice che il sistema che incontra maggior accoglimento nelle masse deve essere più vicino alla verità di quello che è respinto dalla maggioranza e vede le sue file diradarsi. Abbiate anche per certo che quando gli Spiriti rifiutano la discussione dei loro insegnamenti, è perché ne comprendono la fiacchezza.

350. Se lo Spiritismo, secondo quanto è stato annunciato, deve determinare la trasformazione dell'Umanità ciò non può avvenire che attraverso il miglioramento delle masse. E vi si giungerà solo gradatamente e a poco a poco, con il miglioramento degli individui. Che importanza può avere il credere all'esistenza degli Spiriti se questa credenza non rende migliori, più benevoli e indulgenti verso i propri simili, più umili e pazienti nelle avversità? Che cosa serve all'avaro essere uno Spiritista, se rimane pur sempre avaro? All'orgoglioso, se è pur sempre pieno di sé? All'invidioso, se è pur sempre invidioso? Tutti gli uomini potrebbero dunque credere alle manifestazioni, e l'Umanità restare stazionaria. Non sono tali i disegni di Dio. È al progetto della Provvidenza che devono tendere tutte le società spiritiste serie, raccogliendo intorno a sé tutti coloro che hanno i medesimi sentimenti. Ci sarà allora tra di esse unione, simpatia, fraternità, e non un vano e puerile antagonismo basato sull'amor proprio e fatto di parole piuttosto che di cose. Allora queste società saranno forti e potenti, perché poggeranno su una base incrollabile: il bene verso tutti. Esse saranno allora rispettate e metteranno a tacere la sciocca derisione, perché parleranno nel nome della morale evangelica rispettata da tutti.

Questa è la strada nella quale ci siamo sforzati di immettere lo Spiritismo. La bandiera che noi inalberiamo ben in alto è quella dello Spiritismo cristiano e umanitario, attorno a cui siamo felici di vedere già tanti uomini raccogliersi in tutti gli angoli del globo. Essi hanno capito, infatti, che qui è l'ancora di salvezza, la salvaguardia dell'ordine pubblico e il segnale di un'era nuova per l'Umanità. Noi invitiamo tutte le società spiritiste a concorrere a questa grande opera. Che da un estremo all'altro del mondo si tendano esse una mano fraterna, così da avviluppare il male nelle maglie di una rete inestricabile.





Capitolo XXX - REGOLAMENTO DELLA SOCIETÀ PARIGINA DEGLI STUDI SPIRITISTI

Fondata il 1° aprile 1858

E autorizzata con decreto del Signor Prefetto di Polizia in data 13 aprile 1858, secondo l'avviso di Sua Eccellenza il Ministro degli Interni e della Sicurezza Generale

NOTA. Quantunque questo regolamento sia frutto dell'esperienza, noi non lo proponiamo affatto per emanare una legge assoluta, ma unicamente per facilitare la formazione di società a quanti le vorranno fondare. Costoro potranno attingervi le disposizioni che riterranno utili e applicabili alle circostanze loro peculiari. Per quanto l'organizzazione ne venga così semplificata, essa potrà esserlo ancora molto di più, quando si tratti non di società regolarmente costituite, ma di semplici e intime riunioni, che hanno solo bisogno di stabilire misure d'ordine, di precauzione e di regolarità nei lavori.

Egualmente, noi lo presentiamo come guida per quelle persone che volessero mettersi in contatto con la Società parigina, sia come corrispondenti, sia a titolo di membri della Società.

CAPITOLO I - Scopo e formazione della Società

ART. 1º — La Società ha per oggetto lo studio di tutti i fenomeni relativi alle manifestazioni spiritiste, nonché la loro applicazione alle scienze morali, fisiche, storiche e psicologiche. Le questioni politiche, di controversie religiose e di economia sociale vi sono interdette.

Essa prende il titolo di: Società Parigina degli Studi Spiritisti.

ART. 2º — La Società si compone di membri titolari, di liberi associati e di membri corrispondenti.

Essa può conferire il titolo di membro onorario ai residenti in Francia o agli stranieri, che per la loro posizione o per loro opere possono rendere alla Società servigi insigni.

I membri onorari sono sottoposti tutti gli anni a rielezione.

ART. 3º — La Società ammette soltanto le persone che simpatizzano con i suoi principi e con l'obiettivo dei suoi lavori, quelle che sono già iniziate ai principi fondamentali della scienza spiritista, o che sono seriamente animate dal desiderio di istruirsi in essa. Di conseguenza, essa esclude chiunque potrebbe apportare degli elementi di turbamento in seno alle riunioni, sia attraverso uno spirito di ostilità e di opposizione sistematica, sia attraverso ogni altra causa, facendo così perdere tempo in discussioni inutili.

A tutti i membri corre l'obbligo di una reciproca benevolenza e di opportuni comportamenti. Essi devono, in tutte le circostanze, mettere il bene generale al disopra delle questioni personali e d'amor proprio.

ART. 4º — Per essere ammesso come libero associato, il candidato deve indirizzare al Presidente una domanda scritta, postillata da due membri titolari che si rendono garanti delle intenzioni del postulante.

La lettera di domanda deve sommariamente informare: 1° se il postulante possiede già delle cognizioni in materia di Spiritismo; 2° lo stato delle sue cognizioni sui punti fondamentali della scienza; 3° l’impegno di adeguarsi in tutto al regolamento.

La domanda viene sottoposta al comitato, che la esaminerà e proporrà, se lo ritiene opportuno, l'ammissione, il rinvio o il rifiuto.

Il rinvio è di rigore per ogni candidato che non possegga alcuno degli elementi della scienza spiritista, e che non simpatizzi con i principi della Società.

I liberi associati hanno diritto ad assistere a tutte le sedute, a partecipare ai lavori e alle discussioni che abbiano per oggetto lo studio; ma, in nessun caso, essi hanno voto deliberativo per ciò che concerne gli affari della Società.

I liberi associati sono ingaggiati solo per l'anno della loro ammissione, e, per rimanere nella Società, l'ammissione dovrà essere ratificata alla fine di questo primo anno.

ART. 5º — Per essere membro titolare, bisogna essere stato per almeno un anno libero associato, aver assistito a più della metà delle sedute e aver dato, durante questo tempo, notorie prove delle proprie cognizioni e convinzioni in fatto di Spiritismo, prove della sua adesione ai principi della Società e della sua volontà di agire in tutte le circostanze, nei riguardi dei suoi colleghi, secondo i principi della carità e della morale spiritista.

Le associazioni libere, che avranno regolarmente assistito per sei mesi alle sedute della Società, potranno essere ammesse come membri titolari se, naturalmente, avranno ottemperato alle altre condizioni.

L'ammissione è proposta d'ufficio dal comitato, con l'assenso dell'associato, se è inoltre appoggiata da altri tre membri titolari. Essa in seguito, se troverà accoglimento, è preannunciata dalla Società a scrutinio segreto, dopo un rapporto verbale del comitato.

Solo i membri titolari hanno voto deliberativo, e soltanto loro godono della facoltà accordata dall'articolo 25.

ART. 6º — La Società limiterà, se essa lo giudica opportuno, il numero dei liberi associati e dei membri titolari.

ART. 7º — I membri corrispondenti sono quelli che non risiedono a Parigi, ma sono egualmente in relazione con la Società e le forniscono documenti utili ai suoi studi. Essi possono essere nominati su presentazione di un solo membro titolare.

CAPITOLO II - Amministrazione

ART. 8º — La Società è amministrata da un Presidente-direttore, assistito dai membri di un collegio direttivo e da un comitato.

ART. 9º — Il collegio direttivo si compone di: 1 Presidente — 1 Vicepresidente — 1 Segretario principale — 2 Segretari aggiunti — 1 Tesoriere.

Potranno inoltre essere nominati uno o più Presidenti onorari.

In assenza del Presidente e del Vice-presidente, le sedute potranno essere presiedute da uno dei membri del comitato.

ART. 10º — Il Presidente-direttore dovrà dedicare tutte le sue cure agli interessi della Società e della scienza spiritista, Egli ha la direzione generale e l'alta sorveglianza dell'amministrazione, così come la conservazione degli archivi.

Il Presidente è nominato per tre anni, mentre gli altri membri del collegio direttivo per un anno e sono rieleggibili indefinitamente.

ART. 11º — Il comitato è composto dai membri del collegio direttivo e da altri cinque membri titolari, scelti di preferenza fra quelli che avranno apportato un contributo attivo nei lavori della Società, reso dei servigi alla causa dello Spiritismo, o dimostrato di possedere uno spirito benevolo e conciliante. Questi cinque membri sono, come i membri del collegio direttivo, nominati per un anno e rieleggibili.

Il comitato è presieduto, di diritto, dal Presidente-direttore o, in sua assenza, dal Vice-presidente o da quello dei suoi membri che sarà designato a questo fine.

Il comitato è incaricato dell'esame preliminare di tutte le questioni e proposte amministrative e di altre da sottoporre alla Società. Esso controlla le entrate e le uscite della Società e i rendiconti del Tesoriere; autorizza le spese ordinarie e adotta tutte le misure d'ordine che saranno giudicate necessarie.

Esamina inoltre i lavori e gli argomenti di studio proposti dai diversi membri e, a sua volta, ne prepara lui stesso; fissa anche l'ordine delle sedute in accordo con il Presidente.

Il Presidente può sempre opporsi acché certi argomenti siano trattati e messi all'ordine del giorno, salvo a riferirne alla Società, la quale deciderà.

Il Comitato si riunisce regolarmente prima dell'apertura delle sedute per l'esame dei casi ordinari, e in ogni altro momento ch'esso giudicherà opportuno.

I membri del collegio direttivo e del comitato che saranno stati assenti durante tre mesi consecutivi, senza averne dato avviso, sono considerati come chi abbia rassegnato le sue dimissioni, e si provvederà alla loro sostituzione.

ART. 12º — Le decisioni, sia della Società, sia del comitato, sono prese a maggioranza assoluta dai membri presenti; in caso di parità, decisivo sarà il voto del Presidente.

Il comitato può deliberare quando sono presenti quattro dei suoi membri.

Lo scrutinio segreto sarà obbligatorio, se è reclamato da cinque membri.

ART. 13º — Ogni tre mesi, sei membri, scelti fra i titolari o fra i liberi associati, sono designati per assolvere le funzioni di commissari.

I commissari sono incaricati di vigilare sull'ordine e sulla regolarità delle sedute, e di verificare il diritto d'ingresso di ogni persona estranea, che si presenti per assistervi.

A questo scopo, i membri designati si accorderanno, affinché uno di essi sia presente all'apertura delle sedute.

ART. 14º — L'anno sociale ha inizio il 1° aprile.

Le nomine del collegio direttivo e del comitato si faranno nella prima seduta del mese di maggio. I membri in esercizio continueranno nelle loro funzioni fino a questa epoca.

ART. 15º — Per sopperire alle spese della Società, viene pagata una quota di 24 franchi dai titolari, e di 20 franchi dai liberi associati.

I soci titolari all'atto della loro ammissione pagano inoltre, una sola volta, un diritto d'ingresso di 10 franchi.

La quota viene pagata interamente per l'anno in corso.

I membri ammessi nell'anno in corso non avranno da pagare, per questo primo anno, che i trimestri in scadenza, ivi compreso quello della loro ammissione.

Quando moglie e marito fossero accettati come liberi associati, o titolari, si esigerà per entrambi soltanto una quota e mezzo.

Ogni sei mesi, il 1° aprile e il 1° ottobre, il Tesoriere rende conto al comitato dell'impiego e della situazione dei fondi.

Pagate le spese ordinarie riguardanti affitti e altre spese obbligatorie, se ci fosse un'eccedenza, sarà la Società a determinarne l'impiego.

ART. 16º — A tutti i membri ammessi, liberi associati o titolari, viene assegnata una carta d'ammissione, comprovante il loro titolo. Questa carta è depositata presso il Tesoriere, dove il nuovo membro può ritirarla, pagando la sua quota e il diritto di entrata. Il nuovo membro non può assistere alle sedute se non dopo aver ritirato la sua carta. Qualora egli, un mese dopo la sua nomina, non l'avesse ancora ritirata, viene considerato dimissionario.

Sarà ugualmente considerato dimissionario quel membro che non avrà pagato la sua rata annuale entro il primo mese dal rinnovo dell'anno sociale, dopo un avviso del Tesoriere, che sia rimasto inevaso.

CAPITOLO III - Delle sedute

ART. 17º — Le sedute della Società hanno luogo tutti i venerdì, alle ore otto di sera, salvo modifica, se fosse necessario.

Le sedute sono particolari o generali, ma non sono mai pubbliche.

Ogni persona che, a qualsiasi titolo, faccia parte della Società deve, a ogni seduta, apporre la sua firma su una lista di presenza.

ART. 18º — Silenzio e raccoglimento devono essere rigorosamente osservati durante le sedute, e principalmente durante gli studi. Nessuno può prendere la parola senza averla ottenuta dal Presidente.

Tutte le domande rivolte agli Spiriti devono essere rivolte attraverso l'intermediazione del Presidente, che può rifiutarsi di porle, a seconda delle circostanze.

Sono soprattutto vietate tutte le domande futili, quelle d'interesse personale, di pura curiosità o fatte con lo scopo di sottoporre gli Spiriti a delle prove, così come pure tutte quelle che non hanno un fine di utilità generale dal punto di vista degli studi.

Sono egualmente vietate tutte le discussioni atte a sviare la seduta dall'obbiettivo particolare di cui ci si sta occupando.

ART. 19º — Ogni membro ha il diritto di chiedere il richiamo all'ordine contro chiunque non osservi le buone creanze durante la discussione o disturbi in qualsiasi modo la seduta. Il richiamo viene immediatamente messo ai voti; se sarà accettato, verrà iscritto agli atti.

Tre richiami all'ordine, nello spazio di un anno, determinano di diritto la radiazione del membro, che in essi sia incorso, qualunque sia il suo titolo.

ART. 20º — Nessuna comunicazione spiritista, ottenuta al di fuori della Società, può essere letta se prima non è stata sottoposta sia al Presidente, sia al comitato, i quali possono ammetterne o rifiutarne la lettura.

Una copia di ogni comunicazione estranea, di cui sia stata autorizzata la lettura, dovrà rimanere depositata negli archivi.

Tutte le comunicazioni ottenute durante le sedute appartengono alla Società; i medium che le hanno scritte possono ritirarne delle copie.

ART. 21º — Le sedute particolari sono riservate ai membri della Società. Esse hanno luogo il 1°, il 3° e, se è il caso, il 5° venerdì di ogni mese.

La Società riserva alle sedute particolari tutte le questioni concernenti i suoi affari amministrativi, così pure gli argomenti di studio che esigono la massima tranquillità e concentrazione o che essa giudica opportuno approfondire prima che essi vengano trattati davanti a persone estranee.

Hanno diritto ad assistere alle sedute particolari, oltre ai membri titolari e ai liberi associati, i membri corrispondenti, temporaneamente a Parigi, e i medium che prestano i loro servigi alla Società.

Nessuna persona estranea alla Società è ammessa alle sedute particolari, salvo casi eccezionali e previo assenso del Presidente.

ART. 22º — Le sedute generali hanno luogo il 2° e il 4° venerdì di ogni mese.

Nelle sedute generali, la Società autorizza l'ammissione di uditori estranei che possono assistervi temporaneamente, senza farne parte. La Società può ritirare questa autorizzazione ogni qualvolta lo giudichi opportuno.

Nessuno può assistere alle sedute come uditore senza essere stato presentato al Presidente da un membro della Società, il quale si rende garante della sua attenzione a non causare né agitazioni né interruzioni.

La Società ammette, come uditori, solo le persone che aspirano a divenire membri o che hanno interessi ai suoi lavori, e già sufficientemente iniziate alla scienza spiritista sì da poterla comprendere. L'ammissione deve essere rifiutata in maniera categorica a chiunque vi fosse attirato solo da un motivo di curiosità o le cui opinioni fossero ostili.

Agli uditori non è concessa la parola, salvo i casi eccezionali valutati dal Presidente. Colui che turbasse l'ordine in una qualsiasi maniera, o manifestasse malevolenza verso i lavori della Società, potrebbe essere invitato a ritirarsi e, in ogni caso, ne sarebbe fatta menzione sulla lista di ammissione, e l'ingresso potrebbe essergli interdetto per il futuro.

Dovendo il numero degli uditori essere limitato a quello dei posti disponibili, coloro che potranno assistere alle sedute dovranno essere previamente iscritti su un registro destinato a questo scopo, con l'indicazione del loro indirizzo e della persona che li raccomanda. Di conseguenza, ogni domanda di entrata dovrà essere indirizzata, parecchi giorni prima della seduta, al Presidente, che è il solo a rilasciare le lettere di ammissione fino alla chiusura della lista.

Le lettere di ammissione non possono servire che per il giorno indicato e per le persone designate.

L'ingresso non può essere accordato al medesimo uditore per più di due sedute, salvo l'autorizzazione del Presidente, e in casi eccezionali. Il medesimo membro non può presentare più di due persone alla volta. Gli ingressi invece concessi dal Presidente sono illimitati.

Dopo l'apertura della seduta, gli uditori non sono più ammessi.

CAPITOLO IV - Disposizioni diverse

ART. 23º — Tutti i membri della Società le devono il loro concorso. Di conseguenza, essi sono invitati a raccogliere, nei loro rispettivi circoli di osservazione, i fatti antichi o recenti che possono riguardare lo Spiritismo, e a segnalarli. Essi dovranno informarsi, per quanto sarà loro possibile, della notorietà dei suddetti fatti.

Essi sono egualmente invitati a segnalare alla Società tutte le pubblicazioni che possono avere un rapporto più o meno diretto con l'oggetto dei suoi lavori.

ART. 24º — Allorché lo giudichi opportuno, la Società fa un esame critico delle diverse opere pubblicate sullo Spiritismo. A questo scopo essa incarica uno dei suoi membri, libero associato o titolare, di farle un resoconto che sarà pubblicato, se troverà accoglimento, sulla Rivista Spiritista.

ART. 25º — La Società creerà una biblioteca speciale costituita dalla opere che le verranno offerte e da quelle di cui essa farà l'acquisizione.

I membri titolari potranno, nella sede della Società, consultare sia la biblioteca sia gli archivi, nei giorni e nelle ore che saranno all'uopo fissate.

ART. 26º — La Società, considerando che la sua responsabilità può trovarsi moralmente coinvolta dalle pubblicazioni particolari dei suoi membri, prescrive che nessuno può fregiarsi, in uno scritto qualsiasi, del titolo di membro della Società, senza essere da essa a ciò autorizzato, e senza che essa abbia preventivamente preso conoscenza del manoscritto. Il comitato sarà dalla Società incaricato di stendere una relazione a questo riguardo. Se la Società giudica lo scritto incompatibile con i suoi principi, l'autore, dopo essere stato ascoltato, sarà invitato o a modificarlo o a rinunciare alla sua pubblicazione o, infine, a non farsi assolutamente riconoscere come membro della Società. In mancanza, da parte sua, della sottomissione alla decisione che verrà presa, potrebbe essere pronunciata la sua radiazione dalla Società.

Ogni scritto pubblicato da un membro della Società, sotto anonimato e senza alcuna menzione che possa farlo riconoscere come tale, rientra nella categoria delle pubblicazioni ordinarie di cui la Società si riserva la valutazione. Tuttavia, pur senza voler ostacolare la libera espressione delle opinioni personali, la Società invita quelli dei suoi membri che avessero l'intenzione di fare pubblicazioni di questo genere a richiedere prima di tutto il suo consiglio ufficioso, e ciò nell'interesse della scienza.

ART. 27º — La Società, volendo mantenere al suo interno l'unità dei principi e lo spirito di una reciproca tolleranza, potrà pronunciare la radiazione di ogni membro che fosse causa di agitazione o si ponesse in aperta ostilità con essa attraverso scritti compromettenti per la dottrina, attraverso opinioni sovversive, o con un modo di agire che essa non potrebbe approvare. La radiazione non sarà tuttavia pronunciata se non dopo un preavviso ufficioso rimasto senza esito, e se non dopo aver ascoltato il membro accusato, nel caso questi ritenesse opportuno spiegarsi. La decisione sarà presa a scrutinio segreto e con la maggioranza dei tre quarti dei membri presenti.

ART. 28º — Ogni membro che si ritiri volontariamente nel corso dell'anno non può reclamare la differenza delle quote da lui versate; questa differenza sarà invece rimborsata, in caso di radiazione pronunciata dalla Società.

ART. 29º — Il presente regolamento potrà essere modificato, se ciò fosse ritenuto opportuno. Le proposte di modifica potranno essere inoltrate alla Società solo attraverso l'organo del suo Presidente, al quale esse dovranno essere trasmesse, nel caso in cui esse fossero state ammesse dal comitato.

La Società può, senza modificare il regolamento nei suoi punti essenziali, adottare tutte le misure complementari che essa giudicherà utili.




Capitolo XXXI - DISSERTAZIONI SPIRITISTE



Sullo Spiritismo

I

Confidate nella bontà di Dio e siate abbastanza illuminati da comprendere i preparativi della nuova vita ch'Egli vi destina. Non vi sarà dato, è vero, di goderne in questa esistenza; ma non sarete voi felici — se non rivivrete su questo globo — di considerare dall'alto l'opera che voi avrete incominciato e che si svilupperà sotto i vostri occhi? Corazzatevi di una ferma fede e non abbiate alcuna esitazione di fronte agli ostacoli che sembrano doversi elevare contro l'edificio di cui voi ponete le fondamenta. Le basi sulle quali esso poggia sono solide: ne ha posto la prima pietra il Cristo. Coraggio, dunque, architetti del Divino Maestro! Lavorate, costruite, e Dio coronerà la vostra opera. Ma ricordatevi bene che il Cristo rinnega quale suo discepolo chiunque abbia la carità solo sulle labbra. Non basta credere, bisogna soprattutto dare l'esempio della bontà, della tolleranza e del disinteresse; senza di ciò la vostra fede sarà sterile per voi.

SANT'AGOSTINO


Il

Cristo stesso presiede i lavori di ogni genere che sono in via di realizzazione, per aprirvi l'era di rinnovazione e perfezionamento che le vostre guide spirituali vi predicono. Se, infatti, gettate gli occhi — al di fuori delle manifestazioni spiritiste — sugli avvenimenti contemporanei, voi riconoscerete senza alcuna esitazione quei segni precursori, i quali vi proveranno in modo inconfutabile che i tempi predetti sono arrivati. Si stabiliscano tra tutti i popoli le comunicazioni. Rovesciate le barriere materiali, rapidamente si cancelleranno gli ostacoli morali, che si oppongono alla loro unione, nonché i pregiudizi politici e religiosi, e il regno della fraternità si stabilirà infine in maniera solida e duratura. Osservate fin d'ora come i sovrani stessi, spinti da una mano invisibile, prendano, cosa per voi inaudita, l'iniziativa delle riforme. E le riforme che partono dall'alto, e spontaneamente, sono ben più rapide e più durevoli di quelle che partono dal basso e sono strappate con la forza. Io avevo, malgrado alcuni pregiudizi infantili e di educazione, malgrado il culto del ricordo, presentito l'epoca attuale. Ne sono felice e sono ancora più felice di venire a dirvi: "Fratelli, coraggio! Lavorate per voi e per l'avvenire dei vostri fratelli. Ma lavorate soprattutto per il vostro miglioramento personale, e voi gioirete nella vostra prima esistenza di una felicità, di cui quanto a voi è difficile farvi un'idea, tanto a me di farvela comprendere.

CHATEAUBRIAND

III

Io penso che lo Spiritismo è uno studio tutto filosofico delle cause segrete dei movimenti interiori dell'anima, finora poco o per nulla definiti. Esso spiega, più ancora di quanto non scopra, degli orizzonti nuovi. La reincarnazione e le prove subite, prima che lo Spirito raggiunga la meta suprema, non sono delle rivelazioni, ma una importante conferma. Io sono colpito dalle verità che questo mezzo mette in luce. E dico mezzo con intenzione, poiché, a mio avviso, lo Spiritismo è una leva che rimuove le barriere della cecità. L'interessamento alle questioni morali dev'essere ancora completamente creato. Si discute della politica che turba gli interessi generali, si discute degli interessi privati, ci si appassiona per l'attacco o la difesa personali. I sistemi hanno i loro sostenitori e i loro detrattori; ma le verità morali, quelle che sono il pane dell'anima, il pane della vita sono lasciate nella polvere accumulatasi attraverso i secoli. Tutti i perfezionamenti sono utili agli occhi della folla, tutti salvo quello dell'anima. La sua educazione e la sua elevazione sono delle chimere, tutt'al più buone per occupare gli ozi dei preti, dei poeti, delle donne, sia come semplice moda, sia a titolo d'insegnamento.

Se lo Spiritismo resuscita lo spiritualismo, esso renderà alla società lo slancio che dà agli uni la dignità interiore, agli altri la rassegnazione, a tutti il bisogno di elevarsi verso l'Essere supremo dimenticato e disconosciuto dalle Sue ingrate creature.

J.J. ROUSSEAU

IV

Se Dio invia degli Spiriti per istruire gli uomini, è per illuminarli sui loro doveri, per mostrare loro la strada che può abbreviare le loro prove e, attraverso ciò, accelerare il loro avanzamento. Ora, come il frutto giunge a maturità, così l'uomo arriverà alla perfezione. Ma a fianco dei buoni Spiriti che vogliono il vostro bene, ci sono anche gli Spiriti imperfetti che vogliono il vostro male; mentre gli uni vi spingono avanti, gli altri vi trascinano indietro. È nel distinguerli che voi dovete porre tutta la vostra attenzione. Il mezzo è semplice: sforzatevi solo di capire che niente di quanto viene da un buono Spirito può nuocere ad alcuno, mentre tutto ciò che è male non può venire che da un cattivo Spirito. Se voi non ascoltate i saggi consigli degli Spiriti che vi vogliono bene, se vi offendete per delle verità ch'essi possono dirvi, è evidente che sono dei cattivi Spiriti che vi stanno consigliando. Solo l'orgoglio può impedirvi di vedervi tal quali voi siete. Ma se voi stessi non lo vedete, altri lo vedono per voi, cosicché voi siete biasimati sia dagli uomini che di voi ridono alle vostre spalle, sia dagli Spiriti.

UNO SPIRITO FAMILIARE

V

Bella e santa è la vostra Dottrina. La prima pietra è posta e solidamente posta. Ora voi non avete che da camminare. La strada che vi si apre davanti è grande e maestosa. Beato è colui che arriverà al porto; più proseliti avrà fatto e più gli se ne terrà conto. Ma, proprio per questo, non bisogna abbracciare freddamente la Dottrina; bisogna mettervi dell'ardore, e questo ardore sarà raddoppiato, perché Dio è sempre con voi quando fate il bene. Tutti quelli che condurrete con voi saranno altrettante pecorelle rientrate nell'ovile; povere pecorelle mezzo traviate! Ricordatevi bene che il più scettico, il più ateo, il più miscredente, infine, ha sempre nel cuore un piccolo angolo ch'egli vorrebbe poter nascondere a sé stesso. Ebbene! È questo angolino che bisogna cercare, che bisogna trovare. È questo il lato debole che bisogna attaccare. È, questa, una piccola breccia lasciata aperta espressamente da Dio per facilitare alla Sua creatura il modo di rientrare nel Suo seno.

SAN BENEDETTO

VI

Non spaventatevi di fronte ad alcuni ostacoli, di fronte a certe controversie.

Non tormentate nessuno con nessuna insistenza. La persuasione raggiungerà gli increduli solo attraverso il vostro disinteresse, solo attraverso la vostra tolleranza e carità verso tutti senza eccezione.

Guardatevi soprattutto dal contrastare violentemente l'opinione altrui, anche solo con parole o con dimostrazioni pubbliche. Più sarete modesti, più riuscirete a farvi apprezzare. Non vi spinga ad agire alcun movente personale, e troverete nelle vostre coscienze una forza d'attrazione che solo il bene procura.

Gli Spiriti, per ordine di Dio, lavorano per il progresso di tutti senza eccezione. Voi, Spiritisti, fate lo stesso.

SAN LUIGI

VII

Qual è l'istituzione umana, o anche divina, che non abbia incontrato degli ostacoli da superare, degli scismi contro i quali non abbia dovuto lottare? Se voi non aveste che una sola esistenza triste e caduca, non vi attaccherebbero affatto, ben sapendo che dovrete soccombere da un momento all'altro. Ma siccome la vostra vitalità è forte e attiva, siccome l'albero spiritista ha forti radici, e si suppone ch'esso possa vivere a lungo, allora si prova contro di esso la scure. Che cosa otterranno questi invidiosi? Abbatteranno tutt'al più alcuni rami che rispunteranno con nuovo vigore e saranno più forti che mai.

CHANNING

VIII

Voglio parlarvi della fermezza che voi dovete avere nei vostri lavori spiritisti. Una citazione su questo argomento vi è già stata fatta. Io vi consiglio di studiarla col cuore e di applicarne lo spirito a voi stessi. Infatti, allo stesso modo di san Paolo, voi sarete perseguitati non in carne e ossa, ma in Spirito. I miscredenti, i farisei dell'epoca, vi biasimeranno e vi derideranno. Ma voi non temete nulla; questa sarà una prova che vi fortificherà se saprete attribuirla; e più tardi voi vedrete i vostri sforzi coronati dal successo. Questo sarà un grande trionfo per voi nel giorno dell'eternità, senza dimenticare che, in questo mondo, c'è già una consolazione per le persone che hanno perduto dei parenti e degli amici; sapere che essi sono felici, che si possa comunicare con loro è una felicità. Andate dunque avanti; realizzate la missione che Dio vi dà e di essa vi sarà tenuto conto il giorno in cui comparirete davanti all'Onnipotente.

CHANNING

IX

Io vengo, io, tuo Salvatore e tuo giudice; vengo, come una volta, tra i figli smarriti di Israele; vengo a portare la verità e a dissipare le tenebre. Ascoltatemi. Lo Spiritismo, come una volta la mia parola, deve ricordare ai materialisti che al disopra di essi regna l'immutabile verità: il Dio buono, il Dio grande che fa germogliare la pianta e che solleva i flutti. Io ho rivelato la Divina Dottrina; io, come un mietitore, ho legato in fasci il bene sparso nell'Umanità, e ho detto: "Venite a me, voi tutti che soffrite!"

Ma gli uomini, ingrati, hanno abbandonato la via dritta e larga che conduce al regno del Padre mio e si sono smarriti tra gli aspri sentieri dell'empietà. Il Padre mio non vuole annientare la razza umana. Egli vuole, non più per mezzo di profeti, non più per mezzo di apostoli, Egli vuole che, aiutandovi gli uni con gli altri, morti e viventi — morti, cioè, secondo la carne, poiché la morte non esiste — vi soccorriate a vicenda, e che la voce di quanti non sono più si faccia ancora sentire per gridarvi: "Pregate e credete, perché la morte è la resurrezione, e la vita è la prova scelta! Durante questa vita, le vostre virtù, ben coltivate, devono crescere e svilupparsi come il cedro".

Credete alle voci che vi rispondono: sono le anime stesse di coloro che voi evocate. Io non comunico che raramente. I miei amici, coloro che hanno assistito alla mia vita e alla mia morte, sono gli interpreti divini delle volontà del Padre mio.

Fragili uomini, che credete all'errore delle vostre oscure intelligenze, non spegnete la fiaccola che la clemenza divina pone tra le vostre mani per illuminare la vostra strada e ricondurvi, figli smarriti, nel grembo del Padre Vostro.

In verità io vi dico: "Credete nella diversità, nella molteplicità degli Spiriti che vi attorniano. Io sono troppo preso da compassione a causa delle vostre miserie, a causa della vostra immensa debolezza, per non tendere una mano soccorritrice agli infelici smarriti che, pur vedendo il cielo, cadono nell'abisso dell'errore. Credete, amate, comprendete le verità che vi vengono rivelate. Non mischiate la zizzania al buon grano, i sistemi con le verità".

Spiritisti! Amatevi, ecco il primo insegnamento. Istruitevi, ecco il secondo. Tutte le verità si trovano nel Cristianesimo; gli errori che vi hanno messo radice sono di origine umana. Ed ecco che al di là della tomba, che voi giudicavate il nulla, delle voci vi gridano: "Fratelli! Nulla perisce. Gesù Cristo è il vincitore del male, siate voi i vincitori dell'empietà".

OSSERVAZIONE. Questa comunicazione, ottenuta da uno dei migliori medium della Società Spiritista di Parigi, è firmata con un nome che il rispetto non ci permette di riprodurre che sotto ogni riserva, così sarebbe grande il favore insigne della sua autenticità, anche perché di esso troppo sovente si è abusato in comunicazioni evidentemente apocrife. Questo nome è quello di Gesù di Nazareth. Noi non dubitiamo affatto che Egli possa manifestarsi. Ma se gli Spiriti veramente superiori non lo fanno che in circostanze eccezionali, la ragione ci vieta di credere che lo Spirito puro per eccellenza possa rispondere all'appello del primo venuto. Vi sarebbe, in tutti i casi, profanazione nell'attribuirGli un linguaggio che non fosse degno di Lui.

È per queste considerazioni che noi ci siamo sempre astenuti dal pubblicare alcunché che portasse questo nome. E riteniamo che non si potrà mai essere abbastanza circospetti nelle pubblicazioni di questo genere, le quali posseggono autenticità solo per l'amor proprio, e il cui minor inconveniente sarebbe quello di fornire delle armi agli avversari dello Spiritismo.

Come abbiamo già detto, più gli Spiriti sono gerarchicamente elevati, più il loro nome deve essere accolto con diffidenza. Bisognerebbe essere dotati di una ben grande dose di orgoglio, per illudersi d'avere il privilegio delle loro comunicazioni, e credersi degni di conversare con loro come con i propri eguali. Nella comunicazione di cui sopra, noi costatiamo solo una cosa: la superiorità incontestabile del linguaggio e dei pensieri, lasciando a ciascuno la cura di giudicare se Colui del quale la comunicazione porta il nome non la rinnegherebbe.




Sui medium

X

Tutti gli uomini sono medium. Tutti hanno uno Spirito che li indirizza verso il bene, quando sanno ascoltarlo. Ora, che alcuni comunichino direttamente con lui attraverso una medianità particolare, che altri lo ascoltino soltanto attraverso la voce del cuore e dell'intelligenza, ha poca importanza; non cessa di essere il loro Spirito familiare quello che li consiglia. Chiamatelo spirito, ragione, intelligenza, è sempre una voce che risponde alla vostra anima e vi detta buone parole; solo che voi non sempre le comprendete. Non tutti sanno agire secondo i consigli della ragione, non di quella ragione che si trascina e si inerpica invece di camminare, non di quella ragione che si perde in mezzo a interessi materiali e rozzi, ma di quella ragione che eleva l'uomo al di sopra di sé stesso, che lo trasporta verso regioni sconosciute; fiamma sacra che ispira l'artista e il poeta, divino pensiero che esalta il filosofo, slancio che trascina gli individui e i popoli, ragione che il volgo non può comprendere, ma che eleva l'uomo e lo avvicina a Dio più di qualsiasi altra creatura, intelletto che sa condurlo dal noto all'ignoto e gli fa compiere le cose più sublimi. Ascoltate dunque questa voce interiore, questo buon genio che vi parla senza tregua, e a poco a poco riuscirete a udire il vostro angelo custode, che vi tende la mano dall'alto del Cielo. Ve lo ripeto: la voce interiore che parla al cuore è quella dei buoni Spiriti, ed è da questo punto di vista che gli uomini tutti sono medium.

CHANNING

XI

Il dono della medianità è antico quanto il mondo. I profeti erano dei medium; i misteri d'Eleusi erano fondati sulla medianità; i Caldei, gli Assiri avevano i loro medium; Socrate era diretto da uno Spirito che gli ispirava i mirabili principi della sua filosofia, ed egli ne udiva la voce. Tutti i popoli hanno avuto i loro medium, e le ispirazioni di Giovanna d'Arco altro non erano che le voci di Spiriti benefici che la dirigevano. Questo dono, che ora si diffonde, era divenuto più raro nei secoli del Medioevo, ma non è mai scomparso. Swedenborg e i suoi adepti hanno avuto una scuola numerosa. La Francia degli ultimi secoli, beffeggiatrice e preoccupata di una filosofia che, volendo distruggere gli abusi dell'intolleranza religiosa, soffocava nel ridicolo tutto ciò che era ideale, questa Francia si sentiva in dovere di allontanare lo Spiritismo, che non cessava però di progredire nel Nord. Dio aveva permesso questa lotta delle idee positive contro le idee spiritualiste, perché il fanatismo era diventato arma di queste ultime. Ora che i progressi dell'industria e delle scienze hanno sviluppato l'arte del ben vivere a tal punto che le tendenze materiali sono divenute dominanti, Dio vuole che gli Spiriti siano ricondotti agli interessi dell'anima. Egli vuole che il perfezionamento dell'uomo morale divenga ciò che deve essere, vale a dire finalità e scopo della vita. Lo Spirito umano segue un cammino necessario, immagine della gradualità subita da tutto quanto popola l'Universo, visibile e invisibile. Ogni progresso giunge al suo momento; per l'Umanità è giunta l'ora dell'elevazione morale. Essa non sarà ancora del tutto compiuta ai vostri giorni, ma ringraziate il Signore di poter assistere all'aurora benedetta.

PIERRE JOUTY (padre del medium)

XII

Dio mi ha incaricata di una missione da compiere nei confronti di quei credenti, che Egli favorisce con il mediumato. Quanto più essi ricevono grazie dall'Altissimo, tanto più corrono pericoli, e questi pericoli sono tanto più grandi quando si originano nei favori stessi che Dio concede loro. Le facoltà di cui i medium godono attirano loro gli elogi degli uomini, le felicitazioni, le adulazioni; e qui sta il loro scoglio. Questi stessi medium, che dovrebbero sempre aver presente nella memoria la loro primitiva incapacità, lo dimenticano. Anzi fanno di più: ciò ch'essi non devono che a Dio, l'attribuiscono al loro proprio merito. Che cosa accade allora? I buoni Spiriti li abbandonano; diventano vittime dei malvagi e non hanno più una bussola per orientarsi. Più essi diventano abili, più sono indotti ad attribuirsi un merito che non appartiene loro, finché alla fine Dio li punisce, ritirando a essi quella facoltà che può solo diventar loro sempre più fatale.

Io non potrò ricordarvi mai abbastanza di raccomandarvi al vostro angelo custode, perché vi aiuti a stare sempre in guardia contro il vostro più crudele nemico che è l'orgoglio. Ricordate bene, voi che avete la fortuna di essere gli interpreti tra gli Spiriti e gli uomini, che, senza l'appoggio del nostro Divino Maestro, voi sarete puniti più severamente, perché voi sarete stati più favoriti.

Io spero che questa comunicazione porterà i suoi frutti e desidero ch'essa possa aiutare i medium a tenersi alla larga dallo scoglio contro cui potrebbero andare a infrangersi. Questo scoglio, l'ho già detto, è l'orgoglio.

GIOVANNA D'ARCO

XIII

Quando vorrete ricevere comunicazioni da Spiriti buoni, è importante che vi prepariate a ricevere questa grazia attraverso il raccoglimento, attraverso sane intenzioni e il desiderio di fare del bene in vista del progresso generale. Ricordatevi, infatti, che l'egoismo è una delle cause di ritardo per ogni avanzamento. Ricordatevi che se Dio permette a certuni di voi di ricevere l'ispirazione di alcuni dei suoi figli che, con la loro condotta, hanno saputo meritare la fortuna di comprendere la Sua bontà infinità, è che Egli vuole, su nostra sollecitazione, e in vista delle vostre buone intenzioni, darvi i mezzi per avanzare sulla Sua strada. Perciò, medium, mettete dunque a profitto questa facoltà che Dio vuole accordarvi! Abbiate fede nella clemenza del nostro Maestro; mettete sempre in pratica la carità; non smettete mai di esercitare questa sublime virtù, come pure la tolleranza. Siano le vostre azioni sempre in armonia con la vostra coscienza; è questo un mezzo certo per centuplicare la vostra letizia in questa vita passeggera, e prepararvi un'esistenza mille volte ancora più dolce.

Il medium fra di voi che non si sentisse la forza di perseverare nell'insegnamento spiritista se ne astenga. Infatti, non mettendo a profitto la luce che lo illumina, sarà meno sensibile di un altro, e dovrà espiare la sua cecità.

PASCAL

XIV

Vi parlerò oggi del disinteresse materiale che deve essere una delle qualità essenziali presso i medium, così come pure la modestia e l'abnegazione. Dio ha donato loro questa facoltà perché essi aiutino a diffondere la verità e non perché ne facciano un commercio. E con questo io non intendo riferirmi soltanto a coloro i quali volessero sfruttare questa facoltà come farebbero di un qualsiasi comune talento, e si proponessero medium come ci si propone danzatori o cantanti, ma intendo riferirmi a tutti coloro i quali pretendessero di servirsene per qualsiasi fine interessato. È forse logico pensare che dei buoni Spiriti e ancor meno degli Spiriti superiori, i quali condannano la cupidigia, acconsentano a darsi in pubblico spettacolo e, come delle comparse, si mettano a disposizione di un impresario di manifestazioni spiritiste? Né più logico è supporre che dei buoni Spiriti possano favorire delle mire d'orgoglio e d'ambizione. Dio permette loro di comunicare con gli uomini per trarli dal fango terrestre, e non per servire come strumento alle passioni mondane. Egli non può dunque vedere con piacere coloro che deviano dal suo vero fine il dono ch'Egli ha loro fatto, e io vi assicuro ch'essi ne saranno puniti, anche sulla Terra, con le più amare delusioni.

DELPHINE DE GIRARDIN

XV

Tutti i medium sono incontestabilmente chiamati a servire la causa dello Spiritismo nella misura delle loro facoltà, ma di quelli che non si lasciano cadere nel trabocchetto dell'amor proprio ce ne sono ben pochi. È, questa, una pietra di paragone che raramente fallisce il suo effetto. Così, su cento medium, a fatica ne troverete uno, per quanto infimo egli possa essere, che nei primi tempi della sua medianità non si sia creduto chiamato a ottenere dei risultati superiori, e predestinato a grandi missioni. Quelli che soccombono a questa ambiziosa speranza — e grande ne è il numero — diventano l'inevitabile preda di Spiriti ossessori, che non tardano a soggiogarli lusingando il loro orgoglio e puntando sulla loro debolezza. Più hanno voluto elevarsi, e più la loro caduta è ridicola, quando non è addirittura disastrosa. Le grandi missioni sono affidate soltanto agli uomini eletti, che Dio stesso colloca — e senza che essi lo chiedano — nell'ambiente e nella posizione in cui il loro aiuto potrà essere efficace. Io non raccomanderò mai abbastanza ai medium inesperti di diffidare di ciò che certi Spiriti potranno dir loro, per quanto riguarda il preteso molo ch'essi sono chiamati ad assumere. Infatti, se essi lo prendono sul serio, raccoglieranno in questo mondo soltanto disinganni, e nell'altro un severo castigo. Ben si persuadano essi che, nella sfera modesta e oscura dove sono collocati, possono rendere grandi servigi aiutando nella conversione i miscredenti e offrendo consolazione agli afflitti. Se dovessero uscire dall'oscurità, saranno condotti da una mano invisibile, che preparerà loro le vie, e li metterà in evidenza, per così dire, loro malgrado. Ricordino, essi, queste parole: "Chiunque si eleva sarà abbassato, e chiunque si abbassa sarà elevato."

Lo SPIRITO DI VERITÀ




Sulle società spiritiste

XVI

Perché non iniziate ogni vostra seduta con una invocazione generale, una preghiera del genere che disponga al raccoglimento? Infatti, lo sapete bene, senza raccoglimento non avrete che comunicazioni leggere; i buoni Spiriti vanno soltanto dove li si chiami con fervore e sincerità. Ecco ciò che non si comprende mai abbastanza. Siete dunque voi a dover dare l'esempio; voi che, se lo volete, potete diventare una delle colonne del nuovo edificio. Noi osserviamo con piacere i vostri lavori e vi aiutiamo, a condizione però che voi, da parte vostra, ci assecondiate e vi mostriate all'altezza della missione che siete chiamati ad assolvere. Formate dunque un gruppo e sarete forti, e i cattivi Spiriti non prevarranno su di voi. Dio ama i semplici di spirito, il che non vuol dire gli sciocchi, ma coloro che si sacrificano totalmente per il prossimo e vanno a Lui senza orgoglio. Voi potete diventare una fonte di luce per l'Umanità. Sappiate dunque distinguere il buon grano dalla zizzania Non seminate che il buon grano e guardatevi dallo spargere la zizzania, poiché la zizzania impedirebbe al buon grano di germogliare, e sareste voi i responsabili di tutto il male ch'essa avrà fatto. Anche voi, allo stesso modo, sareste responsabili delle cattive dottrine che potreste diffondere. Ricordatevi che un giorno il mondo potrebbe avere l'occhio su di voi; dunque, fate sì che nulla oscuri lo splendore delle buone cose che sortiranno dal vostro sforzo. È per questo che vi raccomandiamo di pregare Dio perché vi assista.

SANTAGOSTINO


Sant'Agostino, pregato di voler dettare una formula generale d'invocazione, rispose: Voi sapete che non c'è una formula assoluta: Dio è troppo grande per attribuire più importanza alle parole che al pensiero. Orbene, non crediate che basti pronunciare alcune parole per allontanare i cattivi Spiriti. Guardatevi soprattutto dal servirvi di una di quelle formule banali che si recitano per mettersi l'anima in pace. L'efficacia di una formula sta nella sincerità del sentimento che la detta; essa consiste soprattutto nell'unanimità dell'intenzione, perché nessuno di quanti non vi si associassero di cuore potrebbe beneficiarne, né farne beneficiare gli altri. Redigetela dunque voi stessi e sottoponetemela, se volete. Io vi aiuterò.


NOTA. La seguente formula d'invocazione generale è stata redatta con il concorso dello Spirito, il quale l'ha completata in parecchi punti.

"Noi preghiamo Dio Onnipotente di inviarci dei buoni Spiriti per assisterci, e di allontanare quelli che potrebbero indurci in errore. Dateci la luce necessaria per distinguere la verità dall'impostura.

Egualmente allontanate gli Spiriti malvagi, i quali potrebbero gettare il dissidio tra noi, suscitando l'invidia, l'orgoglio e la gelosia. Se alcuni tentassero di introdursi qui, nel nome di Dio noi li scongiuriamo di ritirarsi.

Buoni Spiriti, che sovrintendete ai nostri lavori, vogliate venire a istruirci, e rendeteci docili ai vostri consigli. Fate sì che ogni pensiero personale si cancelli in noi di fronte al pensiero del bene generale.

Noi preghiamo particolarmente..., nostro speciale protettore, di volerci dare oggi il suo aiuto."

XVII

Amici miei, lasciate che vi dia un consiglio, poiché voi camminate su un terreno nuovo e, se seguirete la strada che vi indichiamo, voi non vi smarrirete. Una cosa ben vera vi è stata detta, e noi vogliamo ricordarvela, che lo Spiritismo, cioè, non è che una morale e che esso non deve uscire dai limiti della filosofia, né molto né poco, se non vuole cadere nel dominio della curiosità. Lasciate da parte le questioni di scienza: la missione degli Spiriti non è quella di risolverle, risparmiandovene così la fatica delle ricerche, ma quella di fare in modo di rendervi migliori, poiché è così che voi avanzerete realmente.

SAN LUIGI

XVIII

Si è riso delle tavole rotanti, mai si riderà della filosofia, della saggezza e della carità che brillano nelle comunicazioni serie. Quelle furono il vestibolo della scienza; è là che, entrando, si devono lasciare i propri pregiudizi, proprio come vi si lascia il proprio mantello. Non potrò mai esortarvi abbastanza perché facciate delle vostre riunioni un centro serio. Che altrove si facciano dimostrazioni fisiche, che altrove si veda, che altrove si ascolti, che presso di voi si comprenda e si ami.

Che cosa pensate mai di essere agli occhi degli Spiriti superiori quando avete fatto girare o sollevare una tavola? Degli scolari. Forse che lo scienziato passa il suo tempo a ripassare l'abbiccì della scienza? Vedendovi, invece, cercare serie comunicazioni, vi si considererà uomini seri alla ricerca della verità.

SAN LUIGI

Essendo stato chiesto a san Luigi s'egli intendesse, con queste parole, condannare le manifestazioni fisiche, egli rispose:

"Io non potrei condannare le manifestazioni fisiche, poiché, se esse hanno luogo, ciò avviene con il permesso di Dio e per un fine utile. Dicendo che esse furono l'anticamera della scienza, assegno a esse il loro vero rango e ne constato l'utilità. Io condanno soltanto coloro che ne fanno oggetto di divertimento e curiosità, senza trarne l'insegnamento che da esse proviene. Esse stanno alla filosofia dello Spiritismo come la grammatica sta alla letteratura, e colui che è giunto, in una scienza, a un certo livello non perde più il suo tempo a ripassarne gli elementi rudimentali."

XIX

Amici miei e fedeli credenti, io sono sempre felice di potervi dirigere sulla via del bene. È, questa, una dolce missione che Dio mi ha dato e di cui sono fiero, poiché essere utile è sempre una ricompensa. Che lo Spirito di carità vi riunisca, tanto la carità che dà quanto quella che ama. Mostratevi pazienti di fronte alle ingiurie dei vostri detrattori; siate costanti nel bene e soprattutto umili davanti a Dio. Non c'è nulla che elevi come l'umiltà: questa è la sola grandezza che Dio riconosce. Allora soltanto i buoni Spiriti verranno a voi, altrimenti quello del male s'impadronirà della vostra anima. Siate benedetti nel nome del Creatore, e vi eleverete agli occhi degli uomini e nello stesso tempo anche a quelli di Dio.

SAN LUIGI

XX

L'unione fa la forza; siate uniti per essere forti. Lo Spiritismo ha germogliato, gettato radici profonde. Esso sta per estendere sulla Terra i suoi rami benefici. Bisogna che voi vi rendiate invulnerabili contro le frecce avvelenate della calunnia e della nera falange degli Spiriti ignoranti, egoisti e ipocriti. Per giungere a questo, bisogna che indulgenza e benevolenza reciproche presiedano alle vostre relazioni; che i vostri difetti passino inosservati; che soltanto le vostre qualità siano notate; che la fiaccola della santa amicizia riunisca, illumini e riscaldi i vostri cuori, e voi resisterete agli attacchi impotenti del male, come la salda roccia all'onda furiosa.

SAN VINCENZO DE' PAOLI

XXI

Amici miei, voi volete formare un gruppo spiritista, e io vi approvo, poiché gli Spiriti non vedono con piacere i medium che si ritraggono nell'isolamento. Dio non ha loro dato questa sublime facoltà per loro soltanto, ma per il bene di tutti. Comunicando con altri, essi avranno mille occasioni per illuminarsi riguardo alle comunicazioni che ricevono, mentre da soli saranno molto di più sotto il dominio degli Spiriti mentitori, del tutto felici di non avere controlli. Quanto detto è per voi, e se non siete dominati dall'orgoglio comprenderete e ne trarrete profitto. Ecco ora per gli altri.

Vi rendete conto di ciò che deve essere una riunione spiritista? No. Infatti, nel vostro zelo voi credete che quanto vi sia di meglio da fare è riunire il maggior numero possibile di persone, con lo scopo di convincerli. Ricredetevi: meno sarete e più otterrete. Sarà soprattutto con l'ascendente morale da voi esercitato che attrarrete a voi gli increduli, molto più che con i fenomeni che riuscirete a ottenere. Se attirerete solo con i fenomeni, vi si verrà a vedere per curiosità e troverete dei curiosi che non vi crederanno e che rideranno di voi. Se invece tra voi ci saranno solo persone degne di stima, non vi si crederà forse immediatamente, ma vi si rispetterà, e il rispetto ispira sempre fiducia. Voi siete convinti che lo Spiritismo debba portare con sé una riforma morale. Sia dunque la vostra riunione la prima a dare l'esempio delle virtù cristiane, poiché, in questi tempi d'egoismo, è nelle società spiritiste che la vera carità deve trovare rifugio. [13] Tale, amici miei, deve essere una riunione di veri Spiritisti. La volta prossima vi darò altri consigli.

FÉNELON

[13] Noi conosciamo un signore che è stato accettato per un impiego di fiducia in una importante casa, perché egli era uno Spiritista sincero, e si è ritenuto di trovare una garanzia di moralità nelle sue credenze.

XXII

Voi mi avete domandato se la molteplicità dei gruppi in una medesima località non potrebbe generare delle rivalità pregiudizievoli per la Dottrina. A ciò io vi risponderò che coloro che sono imbevuti dei veri principi di questa dottrina vedono, in tutti gli Spiritisti, dei fratelli e non dei rivali. Quanti guardassero alle altre riunioni con occhio geloso dimostrerebbero che c'è in loro o un secondo fine o un sentimento d'amor proprio, e che non sono guidati dall'amore per la verità. Io vi assicuro che se persone di tal genere fossero tra di voi, esse ben presto seminerebbero nel vostro gruppo la discordia e la disunione. Il vero Spiritismo ha per motto benevolenza e carità. Esso esclude ogni rivalità che non sia quella del bene che può essere fatto. Tutti i gruppi che scriveranno questo motto sulla loro bandiera potranno tendersi la mano come dei buoni vicini, i quali non sono meno amici per il fatto di non abitare la medesima casa. Coloro che pretenderanno di avere, come guide, gli Spiriti migliori, dovranno provarlo mostrando i sentimenti migliori. Dunque ci sia pure lotta tra di loro, ma sia una lotta di grandezza d'animo, di abnegazione, di bontà e di umiltà. Colui che scagliasse la pietra contro l'altro, con ciò, proverebbe solo che egli è spinto da Spiriti malvagi. La natura dei sentimenti che due persone manifestano l'una nei riguardi dell'altra è la pietra di paragone che ci fa conoscere la natura degli Spiriti che le assistono.

FÉNELON

XXIII

Il silenzio e il raccoglimento sono condizioni essenziali per tutte le comunicazioni serie. Voi non otterrete mai ciò da coloro che fossero attirati nelle vostre riunioni solo dalla curiosità. Invitate dunque i curiosi ad andare a divertirsi altrove, poiché la loro distrazione sarebbe causa di disordine.

Voi non dovete tollerare alcuna conversazione quando gli Spiriti stanno per essere interrogati. Voi, a volte, avete delle comunicazioni che richiedono delle repliche serie da parte vostra, e delle risposte non meno serie da parte degli Spiriti evocati, i quali provano, credetemi, avversione per i continui bisbiglii di certi astanti. Per cui, di conseguenza, niente di completo, niente di veramente serio sarà ottenuto. Il medium che scrive è sottoposto anche lui a distrazioni molto dannose al suo compito.

SAN LUIGI

XXIV

Vi parlerò della necessità, nelle vostre sedute, di osservare la più grande regolarità, vale a dire di evitare ogni confusione, ogni divergenza di idee. Le controversie favoriscono la sostituzione degli Spiriti buoni con quelli cattivi e sono quasi sempre questi che s'impossessano delle domande proposte. D'altra parte, in una riunione composta da elementi diversi e sconosciuti gli uni agli altri, come evitare le idee contraddittorie, la distrazione o, peggio ancora, una vaga e beffarda indifferenza? Io vorrei trovarlo questo mezzo certo ed efficace! Forse si trova nella concentrazione dei fluidi sparsi intorno ai medium. Essi soltanto, ma soprattutto quelli che sono amati, trattengono i buoni Spiriti nelle assemblee; ma la loro influenza è appena sufficiente a dissipare la turba degli Spiriti leggeri. Il lavoro d'esame delle comunicazioni è eccellente; non si potranno mai abbastanza approfondire le domande ma soprattutto le risposte. L'errore è facile, anche per gli Spiriti animati dalle migliori intenzioni. La lentezza della scrittura, durante la quale lo Spirito si allontana dall'argomento che egli esaurisce non appena l'ha concepito, l'instabilità e l'indifferenza per certe forme convenzionali, tutte queste ragioni e molte altre vi creano il dovere di offrire soltanto una fede limitata e sempre subordinata all'esame, anche quando si tratti delle comunicazioni più autentiche.

GEORGE (Spirito familiare)

XXV

Con quale scopo, il più delle volte, voi richiedete delle comunicazioni agli Spiriti? Per avere dei bei brani letterari da mostrare alle vostre conoscenze come saggi del nostro talento? Voi li conservate preziosamente nei vostri album, ma nel vostro cuore non c'è posto per loro. Ma voi credete davvero che noi siamo tanto lusingati da venire a posare nelle vostre assemblee come a un concorso, gareggiare in eloquenza, perché voi possiate dire che la seduta è stata molto interessante? Che cosa vi resta quando avete trovato che una comunicazione è stata ammirevole? Credete forse che noi veniamo a cercare i vostri applausi? Disilludetevi. A noi non interessa divertirvi in un modo piuttosto che in un altro. Da parte vostra, questa è ancora una curiosità che invano dissimulate. Il nostro scopo è quello di rendervi migliori. Ora, quando vediamo che le nostre parole non producono alcun frutto e che tutto si riduce, da parte vostra, a una sterile approvazione, noi andiamo a cercare anime più docili. Al nostro posto, allora, lasciamo venire quegli Spiriti che non domandano di meglio che parlare, e non ne mancano. Vi stupite che noi permettiamo ch'essi prendano il nostro nome? Che cosa v'importa, dal momento che per voi non è né più né meno che la stessa cosa? Ma sappiate che noi non lo permetteremmo mai nei riguardi di coloro ai quali ci interessiamo realmente, vale a dire di coloro con i quali noi non perdiamo il nostro tempo. Questi sono i nostri preferiti e noi li preserviamo dalla menzogna. Non prendetevela dunque che con voi stessi se vi ritrovate così spesso ingannati. Per noi l'uomo serio non è quello che si astiene dal ridere, ma quello il cui cuore è toccato dalle nostre parole, che le medita e ne trae profitto (vedere n. 268, domande 19 e 20).

MASSILLON

XXVI

Lo Spiritismo dovrebbe essere un'egida contro lo Spirito di discordia e di dissenso; ma questo Spirito ha in ogni tempo brandito la sua torcia sugli uomini, perché esso è invidioso della felicità che la pace e l'unione procurano. Spiritisti, esso potrà dunque penetrare nelle vostre assemblee, e non dubitatene, cercherà di disseminarvi il disamore, ma sarà impotente di fronte a coloro che sono animati dalla vera carità. State dunque all'erta e vigilate senza tregua alla porta del vostro cuore come a quella delle vostre riunioni, per non lasciarvi entrare il nemico. Se i vostri sforzi nulla possono contro il nemico esterno, sempre da voi dipenderà interdirgli l'accesso alla vostra anima. Se dei dissensi si levassero tra di voi, essi non potrebbero essere suscitati che da cattivi Spiriti. Quanti, dunque, possiederanno al più alto grado il sentimento dei doveri, che loro impone tanto la buona creanza quanto il vero Spiritismo, si mostrino i più pazienti, i più degni e i più concilianti. I buoni Spiriti possono a volte permettere queste lotte per dare ai buoni come ai cattivi sentimenti l'occasione di rivelarsi, al fine di separare il buon grano dalla zizzania, ed essi saranno sempre dalla parte dove maggiormente ci sarà l’umiltà e la vera carità.

SAN VINCENZO DE' PAOLI

XXVII

Respingete senza pietà tutti quegli Spiriti che si offrono come consiglieri esclusivi, predicando la divisione e l'isolamento. Si tratta quasi sempre di Spiriti vanitosi e mediocri, che tendono a imporsi agli uomini fragili e sempliciotti, elargendo loro lodi esagerate, al fine di fascinarli e tenerli sotto il loro dominio. Sono generalmente Spiriti affamati di potere, i quali, despoti pubblici o privati quand'erano in vita, bramano ancora, dopo morti, avere delle vittime da tiranneggiare. Diffidate, in generale, delle comunicazioni che presentano un carattere di misticismo e di singolarità, o che prescrivono cerimonie e azioni bizzarre; in questi casi c'è sempre un legittimo motivo di sospetto.

D'altra parte, state pur certi che, quando una verità dev'essere rivelata all'Umanità, essa è, per così dire, istantaneamente comunicata in tutti i gruppi seri, che hanno seri medium, e non al tale o talaltro con l'esclusione di tutti gli altri. Nessuno può essere un medium perfetto, se è assediato, e c'è ossessione manifesta quando un medium si mostra adatto a ricevere soltanto le comunicazioni di un determinato Spirito, per quanto alta sia la statura intellettuale in cui egli cerchi di collocarsi. Di conseguenza tutti i medium e tutti i gruppi che ritengono di essere privilegiati per delle comunicazioni che solo essi possono ricevere, e che, d'altra parte, sono assoggettati a pratiche che sfiorano la superstizione, sono indubbiamente preda di una delle ossessioni meglio caratterizzate, soprattutto quando lo Spirito dominatore si pavoneggia con un nome che tutti noi, Spiriti e incarnati, dobbiamo onorare e rispettare, non consentendo che sia profanato né a proposito né a sproposito.

È incontestabile che, sottoponendo al crogiuolo della ragione e della logica tutti i dati e tutte le comunicazioni degli Spiriti, sarà facile respingere l'assurdità e l'errore. Un medium può essere fascinato, come un gruppo può essere mistificato. Ma il controllo severo degli altri gruppi, la scienza acquisita e l'alta autorità morale dei capigruppo, le comunicazioni dei principali medium che ricevono un suggello di logica e di autenticità dai nostri migliori Spiriti, faranno rapidamente giustizia di questi dettati astuti e menzogneri, emanati da una turba di Spiriti maligni e ingannatori.

ERASTO (discepolo di san Paolo)

OSSERVAZIONE. Uno dei caratteri distintivi di questi Spiriti, che vogliono imporsi e far accettare delle idee bizzarre e sistematiche, è di pretendere — come fossero i soli ad avere questa opinione — di aver essi ragione contro tutto il mondo. La loro tattica è di evitare la discussionee, quando si vedono vittoriosamente battuti dalle irresistibili armi della logica, rifiutano sdegnosamente di rispondere e intimano ai loro medium di allontanarsi dai centri dove le loro idee non sono accolte. Questo isolamento è quanto di più fatale possa esserci per i medium, perché essi subiscono, senza difesa, il giogo di questi Spiriti ossessori, che li guidano come dei ciechi e li portano sovente su cattive strade.

XXVIII

I falsi profeti non si trovano solo fra gli incarnati; essi si trovano anche, e in numero ben più grande, fra gli Spiriti orgogliosi che, sotto false sembianze d'amore e di carità, seminano il dissidio e ritardano l'opera emancipatrice dell'Umanità, gettandole davanti i loro sistemi assurdi, che fanno accettare dai loro medium. E per meglio fascinare coloro ch'essi vogliono ingannare, per dare maggior peso alle loro teorie, si adornano senza scrupoli di nomi che gli uomini pronunciano solo con sommo rispetto, nomi di santi giustamente venerati, di Gesù, di Maria e di Dio stesso.

Sono costoro che seminano fermenti d'antagonismo fra i gruppi, che li spingono a isolarsi gli uni dagli altri e a guardarsi con occhio ostile. Sarebbe sufficiente soltanto ciò per smascherarli, poiché, agendo così, danno essi stessi la più formale smentita a ciò che pretendono di essere. Ciechi sono dunque gli uomini che si lasciano prendere in una trappola così rozza.

Ma ci sono ben altri mezzi per riconoscerli. Spiriti dell'ordine al quale essi dicono di appartenere devono essere non solo molto buoni, ma anche eminentemente logici e razionali. Ebbene, passate i loro sistemi al setaccio della ragione e del buon senso, e vedrete ciò che ne resterà! Convenite dunque con me che, tutte le volte che uno Spirito indica, come rimedio ai mali dell'Umanità, o come mezzi per arrivare alla sua trasformazione, cose utopistiche e impraticabili, misure puerili e ridicole, non può essere che uno Spirito ignorante; lo stesso quando formula un sistema, che viene contraddetto dalle più comuni nozioni della scienza.

D'altra parte, credetemi: se la verità non sempre è apprezzata dagli individui, essa lo è sempre dal buon senso delle masse, e questo è ancora un criterio. Se due principi si contraddicono, voi avrete la misura del loro valore intrinseco, cercando quello che trova maggior eco e riscuote maggiore simpatia. In effetti, sarebbe illogico ammettere che una dottrina, la quale vedesse diminuire il numero dei suoi seguaci, sia più vera di quella che vede i suoi seguaci aumentare. Dio, volendo che la verità arrivi a tutti, non la confina in un circolo limitato e ristretto: la fa sorgere da differenti punti, affinché dappertutto la luce sia a fianco delle tenebre.

ERASTO

OSSERVAZIONE. La miglior garanzia che un principio è l'espressione della verità, si ha quando esso è insegnato e rivelato da differenti Spiriti, con il concorso di medium estranei gli uni agli altri, e in luoghi diversi; e quando, inoltre, è confermato dalla ragione e sanzionato dall'adesione del maggior numero di seguaci. Soltanto la verità può dare radici a una dottrina. Un sistema erroneo può senza dubbio riunire alcuni aderenti, ma siccome esso manca della prima condizione di vitalità, non avrà che un'esistenza effimera. È per questo che non c'è da preoccuparsene: esso si elimina con i suoi stessi errori e cadrà inevitabilmente davanti all'arma possente della logica.




Comunicazioni apocrife

XXIX

La creazione perpetua e incessante dei mondi è per Dio come un perpetuo godimento, poiché Egli vede senza posa i suoi raggi divenire ogni giorno più luminosi in felicità. Per Dio non c'è numero, allo stesso modo che non c'è tempo. Ecco perché centinaia o miliardi non valgono, per Lui, l'uno né più né meno dell'altro. È un padre, la cui felicità è fatta della felicità collettiva dei suoi figli e che, a ogni secondo di creazione, vede una nuova felicità venire a fondersi nella felicità generale. Non c'è né arresto né sospensione in questo movimento perpetuo, in questa grande e incessante felicità che feconda la terra e il cielo. Del mondo non si conosce che una piccola frazione, e voi avete dei fratelli che vivono sotto latitudini in cui l'uomo non è ancora riuscito a penetrare. Che cosa significano questi caldi torridi e questi freddi mortali che arrestano gli sforzi dei più arditi? Voi, semplicemente, credete davvero che qui sia il limite del vostro mondo, quando non potete più avanzare coi vostri piccoli mezzi? Potete voi, dunque, misurare esattamente il vostro pianeta? Non credete ciò. Ci sono, sul vostro pianeta, più luoghi sconosciuti che luoghi conosciuti. Ma siccome è inutile diffondere maggiormente tutte le vostre cattive istituzioni, tutte le vostre cattive leggi, azioni ed esistenze, c'è un limite che vi arresta qua e là, e che vi arresterà fin quando non avrete da trasportare le buone sementi che ha prodotto il vostro libero arbitrio. Oh, voi non conoscete affatto questo mondo che voi chiamate Terra! Voi vedrete nella vostra esistenza un grande inizio di prove di questa comunicazione. Ecco che sta per suonare l'ora in cui ci sarà un'altra scoperta, quando l'ultima è appena stata fatta; ecco che sta per allargarsi il cerchio della vostra Terra conosciuta. E quando tutta la stampa canterà quest'osanna in tutte le lingue, voi, poveri figli, che amate Dio e che cercate la Sua strada, voi l'avrete saputo prima di quegli stessi che daranno il loro nome alla nuova Terra.

VINCENZO DE' PAOLI


OSSERVAZIONE. Dal punto di vista dello stile, questa comunicazione non resiste alla critica. Gli errori, i pleonasmi, i giri viziosi saltano agli occhi di chiunque, per quanto poco letterato possa egli essere. Ma ciò non proverebbe niente contro il nome con cui essa è firmata, dato che queste imperfezioni potrebbero attribuirsi all'incapacità del medium, come noi abbiamo già dimostrato. Ciò che va attribuito allo Spirito è la sola idea. Ora, quando egli dice che ci sono sul nostro pianeta più luoghi sconosciuti che luoghi conosciuti, che un nuovo continente sta per essere scoperto, questo è, per uno Spirito il quale si definisce superiore, dar prova della più profonda ignoranza. Senza dubbio è possibile che, al di là delle regioni glaciali, si scoprano alcuni angoli di terra sconosciuti, ma dire che queste terre sono popolate e che Dio le ha tenute nascoste agli uomini perché essi non vi portassero le loro cattive istituzioni, questo significa contare troppo sulla fiducia cieca di coloro ai quali egli propina simili assurdità.

XXX

Figli miei, il nostro mondo materiale e il mondo spirituale, che ancora così pochi conoscono, formano come due piatti della bilancia perpetua. Finora le nostre religioni, le nostre leggi, i nostri costumi hanno talmente fatto scendere il piatto del male e sollevare quello del bene, che si è visto il male regnare sovrano sulla Terra. Da secoli, questa è sempre la stessa lagnanza che esce dalla bocca dell’uomo, e la conclusione fatale è l'ingiustizia di Dio. Ci sono anche quelli che giungono perfino alla negazione dell'esistenza di Dio. Voi vedete tutto qui, e niente là; vedete il superfluo che si scontra con la necessità, l'oro che brilla accanto al fango; tutti contrasti tra i più scioccanti, che dovrebbero provarvi la vostra doppia natura. Da dove proviene ciò? A chi farne colpa? Ecco ciò che bisogna cercare con tranquillità e imparzialità. Quando si desidera sinceramente trovare un buon rimedio, lo si trova. Ebbene, malgrado questo dominio del male sul bene, per vostra stessa colpa, perché non vedete il resto andare dritto lungo la linea tracciata da Dio? Vedete voi forse le stagioni modificarsi? Il caldo e il freddo urtarsi sconsideratamente? La luce del Sole dimenticarsi di illuminare la Terra? La terra dimenticare nel suo seno le sementi che l'uomo vi ha deposto? Vedete voi forse cessare i mille perpetui miracoli che si producono sotto i vostri occhi, dalla nascita del filo d'erba, fino alla nascita del bambino, il futuro uomo? Ma tutto va bene dal lato di Dio, tutto va male dal lato dell'uomo. Quale rimedio per questo? È molto semplice: avvicinarsi a Dio, amarsi, unirsi, intendersi e seguire tranquillamente la strada di cui si vedono i confini con gli occhi della fede e della coscienza.

VINCENZO DE' PAOLI

OSSERVAZIONE. Questa comunicazione è stata ottenuta nel medesimo circolo. Ma quale differenza con la precedente!Non solo per i pensieri, ma ancor di più per lo stile. Tutto in essa è giusto, profondo, sensato e certamente san Vincenzo de' Paoli non la disdegnerebbe, per questo gliela si può attribuire senza timore.

Andiamo, figlioli, serrate le vostre file! Vale a dire, faccia la vostra buona unione la vostra forza. Voi, che lavorate alla fondazione del grande edificio, vegliate e lavorate sempre per consolidarne la base, e allora coi potrete innalzarlo molto alto, molto alto! Il progresso è immenso su tutto il nostro globo; una folla immensa di proseliti si schiera sotto la nostra bandiera; molti scettici, e anche i più increduli, si avvicinano.

Andate, figlioli, marciate: alto il cuore e pieno di fede. La strada che voi seguite è bella; non rallentate; seguite sempre la linea retta, siate di guida a quelli che vengono dopo di voi. Essi saranno felici, molto felici!

Marciate, figlioli; voi non avete bisogno della forza delle baionette per sostenere la vostra causa, voi non avete bisogno che della fede. La fede, la fraternità e l'unione, ecco le vostre armi. Con queste voi sarete forti, più potenti di tutti i grandi potentati dell'Universo riuniti, malgrado le loro forze vive, le loro flotte, i loro cannoni e la loro mitraglia!

Figlioli, voi che combattete per la libertà dei popoli e la rigenerazione della grande famiglia umana andate! Coraggio e perseveranza! Dio vi aiuterà. Buona sera, arrivederci.

NAPOLEONE

OSSERVAZIONE. Napoleone era, in vita, un uomo austero e serio come pochi. Tutti conoscono il suo stile breve e conciso. Sarebbe singolarmente degenerato, se dopo la sua morte fosse diventato verboso e burlesco. Questa comunicazione è forse dello Spirito di qualche soldato che si chiamava Napoleone.

XXXI

No, non si può cambiare religione quando non se ne ha una che possa a sua volta soddisfare il senso comune e l'intelligenza che si possiedono, e che possa soprattutto dare all'uomo delle consolazioni presenti. No, non si cambia religione, dall'inettitudine e dalla dominazione si cade nella saggezza e nella libertà. Andate, andate nostra piccola armata! Andate e non temete le palle nemiche; quelle che devono uccidervi non sono ancora fatte, se voi siete sempre dal profondo del cuore sulla strada di Dio, vale a dire se volete sempre combattere pacificamente e vittoriosamente per il benessere e la libertà.

VINCENZO DE' PAOLI


OSSERVAZIONE. Chi riconoscerebbe san Vincenzo de' Paoli da questo linguaggio, da questi concetti sconnessi e privi di senso? Che cosa significano queste parole: "No, non si cambia religione, si cade dall'inettitudine e dalla dominazione nella saggezza e nella libertà?" Con le sue palle che non sono ancora fatte, noi sospettiamo molto che questo Spirito sia lo stesso che firmò la comunicazione di cui sopra con il nome di Napoleone.

XXXIII

Figli della mia fede, cristiani della mia dottrina, dimenticata per gli interessi delle onde della filosofia dei materialisti, seguitemi nel cammino della Giudea, seguite la passione della mia vita, contemplate ora i miei nemici, guardate le mie sofferenze, i miei tormenti e il sangue mio versato per la mia fede.

Figli, spiritualisti della mia nuova dottrina, siate pronti a sopportare, a sfidare i flutti dell'avversità, i sarcasmi dei vostri nemici. La fede camminerà senza posa seguendo la vostra stella, che vi condurrà sulla strada della felicità eterna, così come la stella che condusse con la fede i Magi dell'Oriente alla greppia. Quali che siano le vostre avversità, quali che siano le vostre pene e le lacrime che voi avrete versato su questa sfera d'esilio, prendete coraggio, e siate persuasi che la gioia che vi inonderà nel mondo degli Spiriti sarà ben al disopra dei tormenti della vostra esistenza passeggera. La valle di lacrime è una valle che deve sparire per far posto a un luminoso soggiorno di gioia, di fraternità e di unione, a cui voi perverrete con la vostra buona obbedienza alla santa rivelazione. La vita tutta preparatoria, miei cari fratelli di questa sfera terrestre, non può durare che il tempo necessario per vivere ben preparati a questa vita che non potrà mai finire. Amatevi, amatevi come io vi ho amati, e come io ancora vi amo. Fratelli, coraggio fratelli! Vi benedico. In cielo vi aspetto.

GESÙ


Da queste brillanti e luminose regioni, dove il pensiero umano può appena arrivare, l'eco delle vostre e delle mie parole è venuta a percuotermi il cuore.

Oh, di quale gioia io mi sento inondato vedendo voi, voi, i continuatori della mia dottrina! No, nulla si avvicina alla testimonianza dei vostri buoni pensieri. Voi ben lo vedete, figlioli: l'idea rigeneratrice, da me un tempo lanciata nel mondo, perseguitata, arrestata per un momento sotto la pressione dei tiranni, se ne va ormai senza ostacoli, rischiarando i cammini all'Umanità, per così lungo tempo immersa nelle tenebre.

Ogni grande e disinteressato sacrificio, figli miei, ha presto o tardi portato i suoi frutti. Il mio martirio ve lo ha provato; il mio sangue, versato per la mia dottrina, salverà l'Umanità e cancellerà gli errori dei grandi colpevoli!

Siate benedetti, voi che oggi prendete posto nella famiglia rigenerata! Avanti coraggio, figlioli!

GESÙ

OSSERVAZIONE. Senza dubbio, non c'è niente di malvagio in queste due comunicazioni; ma il Cristo ha mai usato questo linguaggio pretenzioso, enfatico e ampolloso? Si faccia il confronto tra questa e quella che abbiamo riportato più sopra, firmata anch'essa con lo stesso nome, e si vedrà da quale parte sta il suggello dell'autenticità.

Tutte queste comunicazioni sono state ottenute nel medesimo circolo. Si osserva, nello stile, un certo tono familiare, costruzioni di frase identiche, le medesime espressioni ripetute con frequenza, come, per esempio, andate, andate, figlioli ecc., da cui si può dedurre che questo è il medesimo Spirito che le ha dettate sotto nomi differenti. In questo circolo, peraltro molto coscienzioso, ma un po' troppo ingenuo, non si facevano tuttavia né evocazioni né domande; si attendeva tutto dalle comunicazioni spontanee; e, come si vede, ciò non è di certo una garanzia d'identità. Con domande un po' insistenti e dalla logica serrata, si sarebbe facilmente potuto rimettere questo Spirito al suo posto. Ma sapeva di non aver nulla da temere, poiché non gli si chiedeva niente, e si accettava senza alcun controllo e a occhi chiusi tutto quanto egli diceva (vedere n. 269).

XXXIV

Com'è bella la natura! Come la Provvidenza è prudente nella sua previdenza! Ma il vostro accecamento e le vostre passioni umane vi impediscono di trarre pazienza dalla prudenza e dalla bontà di Dio. Voi vi lamentate della più piccola nube, del più piccolo ritardo sulle vostre previsioni. Sappiate dunque, impazienti dubbiosi, che nulla accade senza un motivo, sempre previsto, sempre premeditato a vantaggio di tutti. La ragione di ciò che precede è per ridurre in niente, uomini dai timori ipocriti, tutte le vostre previsioni di cattiva annata per i vostri raccolti.

Dio ispira spesso l'inquietudine dell'avvenire agli uomini, per spingerli alla previdenza. E voi vedete quanto grandi sono i mezzi per risolvere i vostri timori seminati intenzionalmente, e che, il più delle volte nascondono avidi pensieri, piuttosto che l'idea di un saggio approvvigionamento, ispirato da un sentimento di umanità, a vantaggio dei piccoli. Vedrete quali rapporti da nazione a nazione ne sorgeranno; vedrete quali transazioni si dovranno realizzare; vedrete quanti mezzi concorreranno a reprimere i vostri timori! Perché, voi lo sapete, tutto si concatena; così, grandi e piccoli verranno all'opera.

Allora, non vedete già in tutto questo movimento la fonte d'un certo benessere per la classe più laboriosa degli Stati, classe veramente interessante, che voi, i grandi, che voi, gli onnipotenti di questa Terra, considerate gente da taglieggiare a volontà, gente creata apposta per le vostre soddisfazioni?

Poi, che cosa succede dopo tutto questo andirivieni da un polo all'altro? Il fatto è che una volta ben forniti, spesso questo tempo è cambiato. Il Sole, obbedendo al pensiero del suo Creatore, ha maturato in pochi giorni le vostre messi; Dio ha messo l'abbondanza dove la vostra ingordigia meditava sulla penuria; e, malgrado voi, i piccoli potranno vivere; e senza che voi lo sospettaste, voi, a vostra insaputa, siete stati gli artefici di un'abbondanza.

Tuttavia accade — Dio lo permette qualche volta — che i cattivi riescano nei loro avidi progetti. Ma allora si tratta di un insegnamento che Dio vuole impartire a tutti; è la previdenza ch'egli vuole stimolare negli uomini; è l'ordine infinito che regna nella natura, è il coraggio contro gli avvenimenti che gli uomini devono imitare e che devono imparare a sopportare con rassegnazione.

Quanto a coloro che, per calcolo, approfittano dei disastri, credetemi: essi ne saranno puniti. Dio vuole che tutti i suoi esseri vivano; l'uomo non deve giocare con le necessità, né trafficare con il superfluo. Giusto nei Suoi benefici, grande nella Sua clemenza, troppo buono con la nostra ingratitudine, Dio, nei Suoi disegni, è impenetrabile.

Bossuet. ALFRED DE MARIGNAC


OSSERVAZIONE. Questa comunicazione non contiene di certo nulla di malvagio. Ci sono anche delle idee filosofiche profonde e dei consigli molto saggi, che potrebbero ingannare, sull'identità dell'autore, quelle persone poco versate nella letteratura. Il medium che l'aveva ottenuta la sottopose al controllo della Società Spiritista di Parigi, e non vi fu che una voce unanime per dichiarare che quella comunicazione non poteva essere di Bossuet. San Luigi, consultato, rispose: "Questa comunicazione, in sé stessa, è buona, ma non crediate che sia stato Bossuet a dettarla. L'ha scritta uno Spirito, forse un po' sotto la sua ispirazione, che poi vi ha messo in basso il nome del grande vescovo, perché fosse più facilmente accettata. Ma dal linguaggio voi dovete riconoscere la sostituzione. La comunicazione è dello Spirito che ha messo il suo nome dopo quello di Bossuet". Questo Spirito, interrogato circa i motivi che l'avrebbero spinto ad agire così, rispose: "Io avevo il desiderio di scrivere qualcosa al fine di farmi ricordare dagli uomini; vedendo che il mio scritto era debole, ho voluto mettervi il prestigio d'un grande nome". "Ma non avete pensato che si sarebbe riconosciuto che quella comunicazione non era di Bossuet?" "Chi sa mai le cose esattamente? Voi potevate ingannarvi. Altri meno chiaroveggenti l'avrebbero accettato".

È infatti la facilità con la quale certe persone accettano ciò che viene dal mondo invisibile sotto la copertura di un grande nome, che incoraggia gli Spiriti ingannatori. È per sventare le trame di costoro che bisogna applicare tutta la nostra attenzione; e non si può giungere a ciò che con l'aiuto dell'esperienza acquisita attraverso uno studio serio. Così, senza posa, noi ripetiamo: "Studiate, prima di praticare, poiché questo è il solo mezzo per non acquisire l'esperienza a vostre spese".





Capitolo XXXII - VOCABOLARIO SPIRITISTA

Medium - (Dal latino: medium, "mezzo", "intermediario"). Persona che è in grado di servire da intermediario tra gli Spiriti e gli uomini.

Tiptologico - Aggettivo. Medium tiptologico. Medium che si serve della tiptologia.

Tiptologia - (Dal greco týptein "battere" e — loghía, "studio") Linguaggio attraverso colpi battuti. Uno dei sistemi di comunicazione degli Spiriti. Tiptologia alfabetica.

Sematologia - (Dal greco sématos, "segno" e —loghía, derivato da léghein "dire", significa "studio", "trattazione") Linguaggio dei segni. Comunicazione degli Spiriti attraverso il movimento dei corpi inerti.

Reincarnazione - Ritorno dello Spirito alla vita corporea; pluralità delle esistenze.

Psicografo - (Dal greco psyché, "anima", e — grapho, "scrivo", da graphein). Colui che esercita la psicografia.

Psicografia - (Dal greco psyché, "anima", e graphie, "grafia", "grafo", "scrittura"). Scrittura degli Spiriti per mezzo della mano di un medium.

Psicofonia - (Dal greco psyché, "anima", e —phonía da phoné, "suono", "voce") Comunicazione degli Spiriti attraverso la voce di un medium parlante.

Pneumatografia - (Dal greco pnéumatos "aria", "soffio", "vento", "spirito", e — graphía, derivato da graphein, "scrivere") Scrittura diretta degli Spiriti senza il concorso della mano di un medium.

Pneumatofonia - (Dal greco pnèuma — tos "aria", "soffio", "vento", "spirito", e — phonía da phoné, "suono", "voce") Voce degli Spiriti; comunicazione orale degli Spiriti, senza il concorso della voce umana.

Perispirito - (Dal greco: peri, "intorno", "esternamente"). Involucro semi materiale dello Spirito. Negli incarnati esso serve da legame o intermediario tra lo Spirito e la materia; negli Spiriti costituisce il corpo fluidico dello Spirito.

Medianità - Vedere: Medianimità

Mediumato - Missione provvidenziale dei medium. Questo termine è stato creato dagli Spiriti (vedere cap. XXXI, comunicazione XII).

Agenere - (Dal greco: alfa privativo e gheiné da ghéinomai, generare; "che non è stato generato"). Modalità dell'apparizione tangibile; stato di certi Spiriti che possono rivestire temporaneamente le forme di una persona vivente, al punto di produrre un'illusione completa


Medianimità - Facoltà di medium. Sinonimo di medianità. Queste due parole sono spesso usate in modo intercambiabile. Se vuoi fare una distinzione, si può dire che la medianità ha un significato più generale e la medianimità ha un significato più limitato. - Ha il dono della medianità. - Medianimità meccanica.

Medianico - Qualità della potenza dei medium. Es.: Facoltà medianica.

Stereotipo - (Dal greco stereós, "solido" e týpos, "tipo", "modello") Qualità delle apparizioni tangibili.

Spiritualista - Ciò che ha relazione con lo spiritualismo; seguace dello spiritualismo. È spiritualista chiunque creda che in noi non tutto è materia, la qual cosa non implica affatto la credenza nelle manifestazioni degli Spiriti. Ogni Spiritista è necessariamente spiritualista; ma si può essere spiritualisti senza essere Spiritisti; il materialista non è né l'uno né l'altro. Si dirà: la filosofia spiritualista. — Un'opera scritta con idee spiritualiste. — Le manifestazioni spiritiste sono prodotte dall'azione degli Spiriti sulla materia. — La morale spiritista proviene dall'insegnamento dato dagli Spiriti. — Ci sono degli spiritualisti che si fanno gioco delle credenze spiritiste.
Appare chiaro, da questi esempi, che la sostituzione della parola spiritualista con la parola spiritista, e viceversa, produrrebbe una evidente confusione.

Spiritualismo - Termine che si usa nel senso opposto a quello di materialismo. Credenza nell'esistenza dell'anima spirituale e immateriale. Es.: Lo spiritualismo è la base di tutte le religioni.

Spirito - Nel particolare significato della Dottrina Spiritista, gli Spiriti sono gli esseri intelligenti della creazione, i quali popolano l'Universo al di fuori del mondo materiale e costituiscono il mondo invisibile. Non sono affatto esseri di una creazione particolare, ma sono le anime di coloro che hanno vissuto sulla Terra o nelle altre sfere, e che hanno lasciato il loro involucro corporeo.

Spiritista - Aggettivo e sostantivo masch. e femm. Ciò che ha relazione con lo Spiritismo; seguace, adepto dello Spiritismo; colui che crede alle manifestazioni degli Spiriti. Es.: Un buono Spiritista; un cattivo Spiritista; la Dottrina Spiritista.

Spiritismo - Dottrina fondata sulla credenza nell'esistenza degli Spiriti e nelle loro manifestazioni.

Vedere: Spiritista

Erraticità - Stato degli Spiriti erranti, vale a dire non incarnati, durante gli intervalli delle loro esistenze corporee.

Battitori (Picchiatore) - Qualità di alcuni Spiriti, di coloro che rivelano la loro presenza in un luogo attraverso colpi e rumori di diversa natura.