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Il Libro degli Spiriti > LIBRO TERZO — LEGGI MORALI > Capítulo X - 9. Legge di Libertà > Schiavitù > 830
830. Quando la schiavitù fa parte dei costumi di un popolo, coloro che
ne approfittano sono condannabili dal momento che non fanno che
conformarsi a un'usanza che a loro appare naturale?
«Il male è sempre il male. Tutti i vostri sofismi non faranno certo sì che una cattiva azione diventi buona. Ma la responsabilità del male e relativa ai mezzi che si hanno per comprenderlo. Chi trae profitto dalla legge della schiavitù è sempre colpevole di una violazione della legge di natura. Ma in ciò, come in tutte le cose, la colpevolezza è relativa. Essendosi la schiavitù introdotta nei costumi di certi popoli, l'uomo ha potuto approfittarne in buona fede e come di una cosa che a lui sembrava naturale. Però, da quando la sua ragione, più sviluppata e soprattutto illuminata dai lumi del Cristianesimo, gli ha mostrato nello schiavo il suo simile davanti a Dio, egli non ha più attenuanti.»
«Il male è sempre il male. Tutti i vostri sofismi non faranno certo sì che una cattiva azione diventi buona. Ma la responsabilità del male e relativa ai mezzi che si hanno per comprenderlo. Chi trae profitto dalla legge della schiavitù è sempre colpevole di una violazione della legge di natura. Ma in ciò, come in tutte le cose, la colpevolezza è relativa. Essendosi la schiavitù introdotta nei costumi di certi popoli, l'uomo ha potuto approfittarne in buona fede e come di una cosa che a lui sembrava naturale. Però, da quando la sua ragione, più sviluppata e soprattutto illuminata dai lumi del Cristianesimo, gli ha mostrato nello schiavo il suo simile davanti a Dio, egli non ha più attenuanti.»