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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > I Miracoli > Capitolo XIII - CARATTERI DEI MIRACOLI > Il soprannaturale e le religioni
Il soprannaturale e le religioni
18.
Pretendere che il soprannaturale sia il fondamento necessario di ogni
religione e che sia la chiave di volta dell'edificio cristiano è voler
sostenere una tesi dannosa. Se si fanno poggiare le verità del
Cristianesimo sulla sola base del meraviglioso, significa dargli un
supporto fragile, le cui pietre si distaccheranno giorno dopo giorno.
Questa tesi, della quale eminenti teologi si sono resi difensori,
conduce direttamente a questa conclusione: in un tempo determinato, non
sarà più possibile alcuna religione, neppure la religione cristiana, se
ciò che è considerato come soprannaturale è mostrato come naturale; si
avrà infatti un bell'affastellare argomenti, ma non si arriverà comunque
a mantenere la credenza che un fatto è miracoloso, quando è dimostrato
che non lo è. Orbene, la prova che un fatto non è un'eccezione nelle
leggi della natura, si ha allorché tale fatto può essere spiegato
attraverso queste stesse leggi, e allorché, potendo riprodursi
attraverso la mediazione di un qualsiasi individuo, cessa di essere
privilegio dei santi. Non è il soprannaturale che è necessario alle religioni, bensì il principio spirituale, a torto confuso con il meraviglioso, e senza il quale non c'è religione possibile.
Lo Spiritismo considera la religione cristiana da un punto di vista più elevato; le dà una base più solida di quella dei miracoli: le immutabili leggi di Dio, che reggono tanto il principio spirituale quanto il principio materiale. Questa base sfida il tempo e la scienza, poiché il tempo e la scienza la confermeranno.
Dio non diventa meno degno della nostra ammirazione, della nostra riconoscenza, del nostro rispetto, per non aver derogato alle Sue leggi, grandi soprattutto per la loro immutabilità. Non c'è bisogno del soprannaturale per rendere a Dio il culto che Gli è dovuto. La natura non è di per sé stessa abbastanza imponente? Che cosa bisogna ancora aggiungervi per provare la suprema potenza? La religione troverà tanto meno increduli, quanto più essa sarà in tutti i suoi punti sanzionata dalla ragione. Il Cristianesimo non ha nulla da perdere con una tale sanzione; al contrario, esso non può che guadagnarci. Se qualcosa ha potuto nuocergli, secondo l'opinione di certa gente, è proprio l'abuso del meraviglioso e del soprannaturale.
Lo Spiritismo considera la religione cristiana da un punto di vista più elevato; le dà una base più solida di quella dei miracoli: le immutabili leggi di Dio, che reggono tanto il principio spirituale quanto il principio materiale. Questa base sfida il tempo e la scienza, poiché il tempo e la scienza la confermeranno.
Dio non diventa meno degno della nostra ammirazione, della nostra riconoscenza, del nostro rispetto, per non aver derogato alle Sue leggi, grandi soprattutto per la loro immutabilità. Non c'è bisogno del soprannaturale per rendere a Dio il culto che Gli è dovuto. La natura non è di per sé stessa abbastanza imponente? Che cosa bisogna ancora aggiungervi per provare la suprema potenza? La religione troverà tanto meno increduli, quanto più essa sarà in tutti i suoi punti sanzionata dalla ragione. Il Cristianesimo non ha nulla da perdere con una tale sanzione; al contrario, esso non può che guadagnarci. Se qualcosa ha potuto nuocergli, secondo l'opinione di certa gente, è proprio l'abuso del meraviglioso e del soprannaturale.
19. Se si prende la parola miracolo nella sua accezione etimologica, nel senso di cosa ammirevole, noi
abbiamo continuamente dei miracoli sotto gli occhi; noi li respiriamo
nell'aria e li calpestiamo sotto i nostri passi, perché tutto è miracolo
nella natura.Al popolo, agli ignoranti, ai poveri di spirito vogliamo
dare un'idea della potenza di Dio? Dobbiamo mostrarla loro nella
saggezza infinita che a tutto presiede; nell'ammirevole organismo di
tutto ciò che vive; nella fruttificazione delle piante; nella idoneità —
di tutte le parti di ciascun essere — alle sue necessità, a seconda
dell'ambiente in cui ciascuno è chiamato a vivere. Dobbiamo mostrare
loro l'azione di Dio nel filo d'erba, nel fiore che sboccia, nel sole
che tutto vivifica. Dobbiamo mostrare loro la bontà di Dio nella Sua
sollecitudine verso tutte le creature, per quanto infime esse possano
essere; la Sua previdenza nella ragion d'essere di tutte le cose,
nessuna delle quali è inutile; nel bene che sempre proviene da un male
apparente e momentaneo. Facciamo loro comprendere, soprattutto, che il
male reale è opera dell'uomo e non di Dio. Cerchiamo di non spaventarli
con il quadro delle fiamme eterne, a cui finirebbero per non credere più
e che li indurrebbe a dubitare della bontà di Dio. Incoraggiamoli,
piuttosto, dando loro la certezza di potersi riscattare un giorno,
riparando al male che hanno potuto commettere. Mostriamo loro le
scoperte della scienza come rivelazioni delle leggi divine e non come
l'opera di Satana. Insegniamo loro, infine, a leggere nel libro della
natura, continuamente aperto davanti a loro; in questo libro
inesauribile, dove la saggezza e la bontà del Creatore sono scritte a
ogni pagina. Allora essi comprenderanno che un Essere tanto grande, che
si occupa di tutto, che veglia su tutto, che tutto prevede, deve essere
sovranamente potente. Il contadino lo vedrà mentre traccia il solco,
l'infelice lo benedirà in mezzo alle sue afflizioni, perché si dirà: "Se
io sono infelice, è per colpa mia". Allora gli uomini saranno veramente
religiosi, soprattutto razionalmente religiosi, assai più che credendo a
pietre che trasudino sangue o a statue che sbattano le palpebre e
versino lacrime.