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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > Le Predizioni > Capitolo XVII - PREDIZIONI DEL VANGELO > Secondo avvento del Cristo
Secondo avvento del Cristo
43. Allora Gesù disse ai
suoi discepoli: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso,
prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la
perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. Che
gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi
l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua? Perché il
Figlio dell'uomo verrà nella gloria del
Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo
l'opera sua. In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui
presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il Figlio
dell'uomo venire nel suo regno". (Matteo 16:24-28)
44. Allora il sommo
sacerdote, alzatosi in piedi nel mezzo, domandò a Gesù: "Non rispondi
nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?" Ma egli tacque e non
rispose nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò e gli disse:
"Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?" Gesù disse: "Io sono; e
vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire
sulle nuvole del cielo". Il sommo sacerdote si stracciò le vesti e
disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?" (Marco 14:60-63)
45. Gesù annuncia il suo secondo avvento, ma non dice affatto ch'egli tornerà sulla Terra con un corpo carnale, né che il Consolatore si
personificherà in lui. Egli si annuncia come se dovesse venire in
Spirito, nella gloria del Padre suo, a giudicare il merito e il demerito
e a dare a ciascuno secondo le sue opere quando saranno arrivati i
giusti tempi.
Queste parole: "Ci sono alcuni, di coloro che sono qui, che non patiranno la morte se non quando avranno visto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno" sembrano una contraddizione, poiché è certo ch'egli non è venuto da nessuno, ancora in vita, di quelli che erano lì presenti. Gesù non poteva tuttavia ingannarsi su una previsione di questa natura e soprattutto in relazione a una cosa contemporanea che lo riguardava personalmente. Innanzi tutto bisogna chiedersi se le sue parole sono sempre state rese in modo ineccepibilmente fedele. E di ciò si può anche dubitare, se si considera ch'egli non ha scritto nulla, e che le sue parole sono state raccolte soltanto dopo la sua morte. Quando poi si osserva che il medesimo discorso è stato quasi sempre riprodotto con termini differenti presso ciascun evangelista, si ha allora la prova evidente che quelle non sono le espressioni testuali di Gesù. È inoltre probabile che il senso debba essere stato talvolta alterato, attraverso il susseguirsi delle traduzioni.
D'altronde, è certo che se Gesù avesse detto tutto quello che avrebbe potuto dire, si sarebbe espresso in maniera chiara e precisa, così da non dar luogo a nessun equivoco, come fa per i principi morali, mentre ha dovuto velare il suo pensiero su quegli argomenti che ha giudicato opportuno non approfondire. Gli apostoli, persuasi che la generazione di cui essi facevano parte dovesse essere testimone di quanto egli annunciava, hanno dovuto interpretare il pensiero di Gesù secondo la loro idea. Essi hanno potuto, di conseguenza, redigere dal punto di vista del presente ciò che il Maestro aveva detto, facendolo in maniera più assoluta di quanto, forse, non avrebbe fatto lui stesso. Comunque sia, i fatti stanno qui a dimostrare che le cose non sono andate come essi supponevano.
Queste parole: "Ci sono alcuni, di coloro che sono qui, che non patiranno la morte se non quando avranno visto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno" sembrano una contraddizione, poiché è certo ch'egli non è venuto da nessuno, ancora in vita, di quelli che erano lì presenti. Gesù non poteva tuttavia ingannarsi su una previsione di questa natura e soprattutto in relazione a una cosa contemporanea che lo riguardava personalmente. Innanzi tutto bisogna chiedersi se le sue parole sono sempre state rese in modo ineccepibilmente fedele. E di ciò si può anche dubitare, se si considera ch'egli non ha scritto nulla, e che le sue parole sono state raccolte soltanto dopo la sua morte. Quando poi si osserva che il medesimo discorso è stato quasi sempre riprodotto con termini differenti presso ciascun evangelista, si ha allora la prova evidente che quelle non sono le espressioni testuali di Gesù. È inoltre probabile che il senso debba essere stato talvolta alterato, attraverso il susseguirsi delle traduzioni.
D'altronde, è certo che se Gesù avesse detto tutto quello che avrebbe potuto dire, si sarebbe espresso in maniera chiara e precisa, così da non dar luogo a nessun equivoco, come fa per i principi morali, mentre ha dovuto velare il suo pensiero su quegli argomenti che ha giudicato opportuno non approfondire. Gli apostoli, persuasi che la generazione di cui essi facevano parte dovesse essere testimone di quanto egli annunciava, hanno dovuto interpretare il pensiero di Gesù secondo la loro idea. Essi hanno potuto, di conseguenza, redigere dal punto di vista del presente ciò che il Maestro aveva detto, facendolo in maniera più assoluta di quanto, forse, non avrebbe fatto lui stesso. Comunque sia, i fatti stanno qui a dimostrare che le cose non sono andate come essi supponevano.
46. Un punto fondamentale
che Gesù non ha potuto sviluppare, perché gli uomini del suo tempo non
erano sufficientemente preparati a quest'ordine d'idee e alle relative
conseguenze, Ma di cui egli ha tuttavia posto il principio, come
d'altronde ha fatto per tutte le cose, è la grande e importante legge
della reincarnazione. Questa legge, studiata e messa in luce ai giorni
nostri dallo Spiritismo, è la chiave di parecchi passaggi del Vangelo
che, senza di essa, apparirebbero come dei controsensi.
È in questa legge che può trovarsi la spiegazione razionale delle parole di cui sopra, ammesso che siano testuali. Dal momento che non possono essere applicate alle persone degli apostoli, è evidente che si riferiscono al regno futuro del Cristo, cioè al tempo in cui la sua dottrina, in miglior modo compresa, sarà legge universale. Pertanto, dicendo Gesù che alcuni di coloro che erano presenti avrebberoassistito al suo avvento, ciò non poteva intendersi che in un solo senso: essi, cioè, di nuovo sarebbero vissuti in quell'epoca. Ma gli Ebrei s'immaginavano ch'essi fossero sul punto di vedere tutto ciò che Gesù annunciava, e prendevano alla lettera le sue allegorie.
Del resto, alcune delle sue predizioni si sono realizzate al loro tempo, quali la rovina di Gerusalemme, le disgrazie che ne seguirono, e la dispersione degli Ebrei. Ma Gesù proiettava la sua visione molto più lontano e, parlando del presente, alludeva costantemente al futuro.
È in questa legge che può trovarsi la spiegazione razionale delle parole di cui sopra, ammesso che siano testuali. Dal momento che non possono essere applicate alle persone degli apostoli, è evidente che si riferiscono al regno futuro del Cristo, cioè al tempo in cui la sua dottrina, in miglior modo compresa, sarà legge universale. Pertanto, dicendo Gesù che alcuni di coloro che erano presenti avrebberoassistito al suo avvento, ciò non poteva intendersi che in un solo senso: essi, cioè, di nuovo sarebbero vissuti in quell'epoca. Ma gli Ebrei s'immaginavano ch'essi fossero sul punto di vedere tutto ciò che Gesù annunciava, e prendevano alla lettera le sue allegorie.
Del resto, alcune delle sue predizioni si sono realizzate al loro tempo, quali la rovina di Gerusalemme, le disgrazie che ne seguirono, e la dispersione degli Ebrei. Ma Gesù proiettava la sua visione molto più lontano e, parlando del presente, alludeva costantemente al futuro.